Australia: bello e cattivo tempo

Siamo reduci dal nostro viaggio di nozze in Australia, dove abbiamo trascorso 4 settimane. Più che un diario di viaggio, volevo segnalare i posti che abbiamo visitato e le impressioni positive e putroppo anche negative che questi ci hanno suscitato, FACENDO COSì IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO. Siamo partiti il 16 settembre 2007 dall'aeroporto di...
Scritto da: StefanoBet
australia: bello e cattivo tempo
Partenza il: 16/09/2007
Ritorno il: 14/10/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Siamo reduci dal nostro viaggio di nozze in Australia, dove abbiamo trascorso 4 settimane.

Più che un diario di viaggio, volevo segnalare i posti che abbiamo visitato e le impressioni positive e putroppo anche negative che questi ci hanno suscitato, FACENDO COSì IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO.

Siamo partiti il 16 settembre 2007 dall’aeroporto di Milano Linate con volo Lufthansa fino a Francoforte e da lì con volo Qantas per Singapore e poi Sydney. Voli regolari e puntuali.

Le tappe del nostro percorso sono state queste: – SYDNEY: 2 gg. La città ci è piaciuta moltissimo, lo scorcio sulla baia con l’Opera House e l’ Harbour Bridge è stupendo.

L’atmosfera è rilassata nel Royal Botanic Garden ed è bellissimo passeggiare lungo la baia attraverso i caffè all’aperto.

Dal punto di vista storico è ovvio che non ha nulla da dire, ma è comunque bello passarci almeno 3 gg. Per visitare i dintorni tra cui le Blue Mountains (cosa che noi non abbiamo avuto il tempo di fare) Siamo riusciti a visitare la spiaggia di Manly Beach a 30 min. Di traghetto dal Circular Quay di Sydeny da dove partono traghetti a tutte le ore della giornata. Il luogo è molto carino e come per Sydney piacevole per una bella passeggiata al sole.

VOTO: 10 – MELBOURNE/PHILLIP ISLAND/GREAT OCEAN ROAD: Con volo interno Qantas siamo volati da Sydeny al mattino presto e abbiamo raggiunto Melbourne verso le 11,30.

Alle 13.30 avevamo prenotato dall’Italia un’escursione a Phillip Island per vedere anche la parata dei pinguini. L’escursione è piacevole anche se realmente non eccezionale: sulla strada per Phillip Island ci si ferma in diversi punti di attrazione tra cui il Koala Reservation Centre dove si ammirano i koala e in una zona di costa frastagliata molto suggestivo.

La parata dei pinguini invece volevo sconsigliarla: si arriva intorno alle 18, ci si siede su delle piccole gradinate in cemento in attesa che questi piccoli pinguini escano dal mare tempestoso e rientrino nelle loro tane. E’ severamente vietato filmare o fare foto (i controlli sono rigidissimi) e dopo una lunga attesa escono dal mare questi pinguini piccolissimi (più dei gabbiani) ad una distanza di 40/50 mt. Dalle tribune…Passeggiando su passerelle in legno è possibile vederli molto più da vicino, ma secondo noi la cosa è perdibilissima e non giustifica l’escursione a Phillip Island di una giornata, che può essere benissimo evitata.

VOTO PHILLIP ISLAND: 6 La giornata successiva avevamo in programma (sempre prenotata dall’Italia) l’escursione in pullman sulla Great Ocean road. Partenza alle 8.30 da Melbourne si raggiugne dopo un’ ora e mezza la strada costiera a Torquay. Ci si ferma in diversi punti ad ammirare il panorama, molto bello, di questa strada sulla costa frastagliata bagnata dall’oceano impetuoso.

Dopo una sosta ad Apollo Bay per il pranzo, nel pomeriggio si raggiunge uno dei luoghi più spettacolari d’Australia: i Dodici Apostoli e Loch Ard Gorge.

I Dodici Apostoli sono una meraviglia della natura, faraglioni di roccia che si sono staccati dalla terra forma per via dell’erosione dell’acqua e della forza del vento. La giornata è nuvolosa e tira un vento allucinante, ma pensiamo che questo sia il tempo ideale per questo tipo di paessaggi. Una volta visitati dalla costa i Dodici Apostoli ci si sposta in pullman un pò più avanti e si possono ammirare gli archi di Loch Ard Gorge, meno famosi dei Dodici Apostoli ma per questo non meno belli di questi.

Si rientra in serata a Melbourne intorno alle 22.00 VOTO GREAT OCEAN ROAD: 10 Melbourne l’abbiamo utilizzata solo come punto di appoggio per queste due escursioni per cui non l’abbiamo visitata. Da quel poco che abbiamo visto però si intuisce che si tratta di una città industriale, meno caratteristica di Sydney e molto anonima.

ULURU & KATA TJUTA NATIONAL PARK: partiamo sempre di buon mattino da Melbourne per raggiungere con volo interno Qantas l’aeroporto di Alice Springs verso le 12.00, noleggiare l’auto (già prenotata) e partire immediatamente per Uluru, dove alloggieremo al Pioneer Outback Resort a due passi dal monolite.

Non appena partiti dall’aeroporto con l’auto l’emozione va a mille, guidare in solitaria per così tanti chilometri attraverso l’Outback che qui sprigiona il meglio di sè con colori che vanno dal giallo al rosso della terra al blu del cielo è un’esperienza unica.

Dopo 4 ore raggiungiamo il Resort e filiamo immediatamente a goderci il primo tramonto di Uluru a 15 min. Di strada.

Nonostante un cielo a pecorelle il tramonto è stupendo, la vista di Uluru che tanto avevamo sognato si rivela sensazionale, colori incredibili che cambiano a seconda della luce e un silenzio assordante. Unica nota stonata, una marea di mosche fastidiossime (procuratevi una retina).

Il giorno successivo sveglia alle 4.00 per ammirare l’alba sempre a Uluru, fantastica! Una volta sorto il sole percorriamo 50 km e arriviamo ai monti Kata Tjuta (Monti Olgas). Qui facciamo una camminata di un paio d’ore addentrandoci nei sentieri delle montagne. Anche qui molto molto bello, ma conviene intraprendere la camminata al mattino perchè il caldo è molto forte.

Nel primo pomeriggio ritorniamo verso Uluru per fare la camminata Mala Walk che gira completamente attorno al monolite. Qui abbiamo peccato di presunzione. Avendo fatto già una camminata al mattino, nel pomeriggio alle 14.00 il sole picchia fortissimo e ben presto ci siamo resi conto che il nostro fisico era quasi in disidratazione. Per cui dopo una mezzoretta siamo tornati indietro al Tourist Office a rifocillarci con bevande e gelati freschi. Al tramonto ci siamo recati nuovamente ad ammirare Uluru.

Una piccola nota stonata è il fatto che in questi luoghi così incontrastati e selvaggi per ammirane lo splendore sei costretto ad “incanalarti” solo su piattaforme o passatoie o parcheggi prestabiliti e non hai la libertà incontrastata di aggirarti per la natura selvaggia. Ma questo non toglie nulla alla bellezza di questo paesaggio.

VOTO: 10 E LODE – Dopo aver visitato Uluru e Kata Tjuta, ripartiamo in macchina e dopo 3/4 ore raggiungiamo il King’s Canyon Resort. Scarichiamo i bagagli e ci buttiamo immediatamente sotto il sole delle 14.00 a fare la camminata al King’s Canyon.

La prima camminata che danno per 1 ora la compiamo in 10 min. E la vista da qui è carina ma non spettacolare.

Ritorniamo al punto di partenza per fare la camminata più lunga, ma ancora una volta stroncati dal sol Leone decidiamo di arrenderci a meno di metà strada. Il paesaggio che abbiamo visto fin qui spazia sul canyon ma il tutto ci sembra comunque carino ma non eccezionale. C’è da dire che se avessimo proseguito nella camminata sicuramente avremmo avuto scorci decisamente migliori come abbiamo visto sulle foto dei depliant del canyon. Per cui non me la sento di dire che il King’s Canyon mi ha deluso.

VOTO: DA RIVEDERE – Ripartiamo la mattina seguente e raggiungiamo verso le 14.00 Alice Springs dove alloggieremo una notte, per fare un pò di shopping e per spezzare il viaggio che altrimenti si rivelerebbe troppo lungo.

Alice Springs non offre granchè, l’unica cosa è la vietta centrale dove si alternano diversi negozi di arte aborigena (boomerang, didgeridoo, cappelli etc…) Possiamo dare un consiglio personale: la Lonely Planet dice di attendere a fare acquisti fino a Katherine in quanto si potrebbe risparnmiare qualcosa. Noi abbiamo fatto shopping ad Alice Springs ed è stata una benedizione perchè una volta arrivati a Katherine abbiamo trovato a malapena un negozio e ci hanno detto che i prezzi non erano più bassi.

Oltre a questa vietta di negozi, la cittadina non offre nulla se non qualche visita nei dintorni (la ferrovia, la stazione telegrafica) che però noi non abbiamo fatto.

Ma giunti ad Alice Springs si fa l’incontro più deludente di tutto il viaggio: gli Aborigeni. Sporchi, ubriachi, straccioni e intimidatori e chi più ne ha più ne metta. Pensavamo di trovare gente come i neri d’Africa, gli indios boliviani, gli Akha birmani…Niente di tutto questo. Gli aborigeni che vivono in città ormai sono il risultato di un’emarginazione che li costringe ad affogare nell’alcool i loro problemi.

VOTO: 5,5 – Da Alice Springs in poi, ci attendono diversi chilometri di Outback che una volta lasciato il Red Center diventa via via molto ma molto monotono con paesaggi che non dicono molto. Lungo la strada pernottiamo forzatamente a Tennat Creek (dove la sera abbiamo cenato in camera) abbiamo incontrato le Devil’s Marbles, conformazioni di roccia arrotondate molto carine da vedere (sono sulla strada per cui basta una piccola deviazione), le terme di Mataranka (carine per rilassarsi un’oretta durante il viaggio in macchina), il Daly Waters Pub molo carattersitico che merita sicuramente una visita di un’oretta.

Ci fermiamo una giornata a Katherine dove compriamo sul posto il ticket per la gita di 2 ore alla Katherine Gorge. La gita è carina, attraverso le gole che il fiume ha scavato nella roccia. Lì ammiriamo anche da vicino diversi canguri che giocano a pochi metri di distanza da noi. Nel pomeriggio ripartiamo fino ad arrivare al Kakadu National Park dove abbiamo trascorso 3 gg. Al Gagudju Resort a Cooinda che si trova vicinissimo allo Yellow Water e permette di fare l’escursione all’alba sullo Yellow water come viene consigliato VOTO: 6,5 -Primo giorno al Kakadu, escursione all’alba sullo Yellow Water dove si possono ammirare molto da vicino coccodrilli e una miriade di uccelli alla luce del sole nascente in un paesaggio paludoso e molto verde. Al Kakadu si trovano molti billabong che sono appunto regioni paludose con specchi d’acqua per gli animali che vivono in questi habitat. L’escursione dura due ore ed è molto bella.

Nel pomeriggio ci spostiamo in macchina all’interno del parco e raggiungiamo Nourlangie Rock, una spuntone di roccia sulla quale si trovano diverse scritture e disegni rupestri dell’epoca aborigena. E nel primo pomeriggio nuovo spostamento per Jabiru (non cè niente) fino a Ubirr dove dopo una piccola camminata si raggiunge la cima di roccia dalla quale si vede il parco a 360 gradi. Qui è molto bello e suggestivo, si intravendono i billabong e anche canguri che saltano nello spazio sconfinato.

VOTO: 7,5 – Secondo giorno al Kakadu, escurisone alle Twin Falls e Jim Jim Falls. Per entrambe le cascate la stagione è secca per cui l’acqua scarseggia (addirittura le Jim Jim sono completamente in secca).

Lo scorcio ristretto delle Twin Falls è comuqnue carino, ma l’esperienza alle Jim Jim è sicuramente più particolare: dopo una camminata di 1 ora si raggiunge lo strapiombo delle cascate alte oltre 200 mt. L’acqua che siè accumulata sotto le cascate quando queste erano in piena permette di farsi un tuffo rinfrescante attorniati dalle scarpate altissime a strapiombo e sembra quasi di essere in una laguna blu. Pranzo al sacco sulle rocce e giornata piena di sole contornano molto bene l’escursione.

VOTO: 7,5 – Il giorno seguente si parte alla volta di Darwin (3 ore) e si raggiunge così la città nella tarda mattinata. Darwin è una città relativamente piccola che a dire il vero non offre alcunchè da visitare, mentre la sera i ristorantini e i locali sulla strada principale animano un pochino la serata. Chi viene a Darwin comunque usa la città come punto di partenza o di arrivo per il Kakadu e l’Outback.

VOTO: 6 – Svegli la mattina presto e volo interno Qantas per raggiungere Cairns. Ci attende un tempo novembrino nonostante ci troviamo in Queensland che è il Sunshine State. Dopo un giretto per le vie piene di negozi di souvenirs ci rintaniamo nel nostro lodge (prenotato dall’Italia) perchè l’indomani faremo un’escursione a Cape Tribulation.

Cape Tribulation: si tratta della foresta pluviale a nord di Cairns. Sinceramente da come avevamo sentito parlare e dalle guide turistiche ci aspettavamo di trovare dei paesaggi incantevoli e meravigliosi. Sarà anche per il brutto tempo che ha spento i colori della foresta e del mare, ma questa escursione col senno di poi l’avremmo anche evitata.

Durante la giornata si fa una visita guidata nella foresta, si attraversa il Daintree River alla ricerca di coccodrilli, ci si ferma a Mosmann Gorge (niente di che) e abbiamo l’impressione di visitare tante cose carine, ma non entusiasmanti. Una vera delusione.

VOTO: 5 – Il secondo giorno a Cairns prevede la gita di un giorno a Green Island. Sapevamo che fosse “turistica” ma non avremmo mai immaginato così!!! Partiamo dal molo di Cairns alle 8.00 e sul battello che in 45 min. Ci porterà sull’isola non troviamo un secondo di tranquillità: orde di giapponesi sbraitanti che si fanno migliaia di foto tutte uguali, che barcollano per il movimento delle onde e ti urtano, che pare che non abbiano mai visto una nave…Un delirio.

Sbarchiamo sull’isola che è anche molto bella, ma che per girarla bisogna per forza di cose stare nei binari segnalati da passerelle di legno ed è praticamente impossibile trovare un minimo di tranquillità.

Se cercate tranquillità e pensate di soggiornare su un’isola pacifica e rilassante, ecco, non andate a Green Island!!! L’isola diventa ospitale solo dopo che il battello dei turisti (tra cui noi) verso le 17.00 fa il suo ritorno a Cairns, ma fino a quell’ora l’isola è invivibile VOTO: 5,5 BELLA MA TROPPO CAOTICA – La notte stessa della gita a Green Island (alle 24.00) partiamo con il bus Greyhound alla volta di Airlie Beach (10 ore circa), piccolo paesino sulla costa del Queensland da dove partono le escursioni per le Whitsunday Islands.

Airlie Beach è molto accogliente e perfetta per i viaggiatori “zaino in spalla”. Ci sono diversi backpackers per alloggiare molto economici e ristorantini.

Ma come dicevo l’importanza di Airlie Beach è la vicinanza alle Whitsunday islands.

Prenotiamo la nostra escursione direttamente in una delle tante agenzie di Airlie Beach. L’escursione partirà il giorno dopo con un catamarano, 3 gg/2 notti per l’arcipelago delle Whitsunday Islands, dormendo, pranzando, cenando sulla barca e facendo tanto snorkelling.

Alle 8.00 di mattina ci facciamo trovare al porticciolo di Airlie Beach dove facciamo la conoscenza con i nostri compagni di catamarano, tedeschi, olandesi, inglesi. Il catamarano potrerebbe contenere 29 persone ma fortuna vuole che il gruppo sia solo di 7 persone + 2 guide. Fantastico, abbiamo tutto la barca per noi e senza schiamazzi e possiamo legare meglio con i nostri compagni di avventura.

L’avventura sul catamarano è stata stupenda, un’esperienza davvero unica, navigando nell’arcipelago di isolotti disabitati e allo stato brado, senza resort turistici e in un mare calmo e azzurro come il cielo.

Dormire e mangiare sulla barca è altrettanto eccitante, si assiste all’alba, al tramonto, ad un cielo stellato impressionante…

Le isole poi sono fantastiche per lo snorkelling, la barriera corallina è la più bella del mondo e si nuota fianco a fianco alle tartarughe.

La spiaggia di Whiteheaven è paradisiaca, la sabbia bianchissima, il mare cristallino e di un azzurro mai visto.

Consiglio vivamente a tutti un’esperienza del genere sul catamarano. Non ve la scorderete piu.

VOTO: 10 E LODE – Al termine dell’escursione di 3 gg. Nuovo bus Greyhound e tragitto di 10 ore circa per Hervey Bay, punto di partenza per le escursioni a Fraser Island L’escursione l’abbiamo prenotata direttamente da Airlie Beach prima di giungere qui. Scegliamo l’opzione di 2 gg/1 notte.

Verso le 7.30 partiamo con il pick-up che ci viene a prendere direttamente al backpackers e che ci porta fino al molo, dove con il traghetto in 40 minuti raggiungiamo le sponde dell’isola.

Fraser è molto bella e strana, perchè si trova un mare di sabbia (tutte le strade NON sono asfaltate) e la foresta pluviale allo stesso tempo. Per guidare autonomamente qui è indispensabile un fuoristrada oppure aggregarsi ad una escursione di gruppo con autista.

Durante la prima giornata, dopo una visita alla foresta pluviale percorriamo la 75 mile beach, che non è altro che la spiaggia di Fraser percorsa dalle jeep e dai bus. Sull’isola è sconsigliato di fare il bagno, sia per l’oceano agitato sia per la presenza di squali. Per cui la spiaggia non è turistica e non esistono ombrellini e lettini. E’ allo stato brado e si può benissimo percorrere col fuoristrada. La sensazione è unica! Si visita velocemente senza addentrarsi il canyon colorato e si raggiugne la punta settentrionale dell’isola, Indian’s Head. Da qui con una breve salita a piedi si ha una veduta panoramica dell spiaggia ed è possibilie avvistare anche le balene (noi ne abbiamo vista una!!).

Sulla strada del ritorno ci fermiamo al Maheno, una nave incagliatasi sulla spiaggia diversi anni fa e da allora non è più stata rimossa.

La seconda giornata prevede la camminata al Lake Wabby, uno specchio di acqua verde che si trov in mezzo all’isola. Per raggiungere si cammina per le dune di sabbia e il paesaggio è molto bello. Nel pomeriggio invece ci aspetta un pò di relax al Lake McKenzie, un altro specchio di acqua questa volta cristallina attorniato dalla giungla.

Nel tardo pomeriggio, rientro a Hervey Bay VOTO: 8,5 Da qui in poi abbiamo iniziato il viaggio di ritorno verso casa. Da Hervey Bay con bus Greyhound siamo arrivati a Brisbane e dopo la notte passata qui (città molto giovanile e accogliente, praticamente da “bere”) siamo partiti con i voli per raggiungere casa il 14 ottobre 2007.

NOTE E CONSIGLI FINALI: Non vorremmo essere fraintesi e non vorremmo nemmeno andare controcorrente per il solo gusto di farlo, ma preferiamo essere molto schietti, perchè pensiamo che raccontare un’esperienza di viaggio con spirito critico denoti prima di tutto correttezza e poi possa aiutare anche chi voglia intraprendere lo stesso viaggio ad organizzarlo nel migliore dei modi.

Le aspettative prima di partire erano moltissime e penso che sia la stessa cosa per chiunque voglia visitare l’ Australia. Purtroppo quando le aspettative sono molte, si rischia di rimanere un pò delusi.

Inoltre, in un viaggio di 4 settimane è anche logico trovare qualcosa che non soddisfi in pieno.

Detto questo riteniamo che l’Australia sia un ottimo paese. Molto molto bello. I posti assolutamente da non perdere sono: Sydney, Ayers Rock e Mti Olgas, Whitsunday Islands, Fraser Island, la Great Ocean Road e ci metto anche il Kakadu (anche se ci aspettavamo qualcosa di più anche qui, ma una visita in Australia non può non comprendere il Kakadu). Per questi posti ritorneremmo volentieri in Australia magari con un viaggio di 3 settimane e non di 4 perchè il paesaggio è veramente unico e magnifico.

Purtroppo però qualche escursione, che viene proposta come favolosa, alla fine risulta carina ma niente più e sicuramente evitabile e col senno di poi tante cose le avremmo sicuramente evitate.

Sicuramente a posteriori eviteremmo la parte guidata da Alice Springs al Kakadu. L’esperienza è unica ma il paesaggio dell’Outback una volta lasciato il Red Centre è molto monotono (sapevamo che fosse monotono, ma non così. In Sudamerica viaggiare nel nulla per molti chilometri significa incontrare una varietà di peasaggi che restano nel cuore) e quello che si vede sulla strada non è da ritenersi indispensabile. Consiglieremmo con un volo interno di raggiungere Darwin da Alice Springs e dirigersi poi al Kakadu.

La gita di un giorno a Philipp Island è evitabile e magari si potrebbe rimpiazzare con Kangaroo Island (che noi non abbiamo fatto).

Cape Tribulation è deludente e Green Island, come ho già detto, è un caos unico, il contrario di quello che dovrebbe essere un’isola deserta.

L’impressione è che gli australiani ti “vendano” i loro posti in maniera che tu immagini di trovarti di fronte dei paesaggi meravigliosi, che poi si rivelano carini ma non eccezionali.

Forse anche il fatto che l’Australia è un paese lontanissimo da noi ci fa pensare anche ad una terra che non può fare altro che sorprenderci. A volte ci riesce ma a volte non proprio.

Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere alcuni posti prima dell’ Australia che sicuramente ci hanno lasciato immagini ed impressioni migliori (tra i quali Messico, Namibia, Cile, Bolivia, Perù). Alla luce di questo avremmo potuto restringere il viaggio a quei posti che ho elencato sopra dove vale la pena tornarci.

Nei nostri viaggi precedenti abbiamo sempre viaggiato “zaino in spalla” programmando a nostro piacimento il viaggio e utilizzando i mezzi pubblici che il paese dove ci trovavamo ci offriva.

L ‘Australia invece era il nostro viaggio di nozze, pertanto ci siamo concessi qualcosa in più soprattutto nella prima parte dove i lodge erano già prenotati dall’Italia così come i voli interni. Ma il tutto (tranne magari i voli) avremmo potuto farlo benissimo anche sul posto, sopratutto perchè in posti come Ayers Rock, Kings Canyon, Katherine gli unici alloggi sono quelli che noi avevamo già prenotato per cui il prezzo avrebbe potuto essere inferiore solo se si decideva di dormire in tenda, non c’era alternativa.

Solo l’ultima parte, nel Queensland, siamo tornati alla vecchia maniera, girando in Bus e prenotando l’alloggio sul posto.

L’ Australia l’abbiamo trovata carissima (al contrario di quanto gente che ci era stata qualche prima ci aveva fatto sperare) e nonostante molte volte decidevamo di fare colazione in camera con prodotti che acquistavamo al supermarket, così come per molti pranzi, abbiamo speso molto più di quanto pensassimo. Lo stesso vale per le escursioni che abbiamo prenotato sul posto (catamarano alle Whitsundays Islands e Fraser) ma qui il prezzo speso è sicuramente ripagato dalla bellezza dell’escursione.

Gli aborigeni sono la delusione più grossa. Gli Australiani si sono fatti furbi. Sono riusciti a pubblicizzare e a vendere tutto quanto possa richiamare l’arte aborigena (arte veramente bella e particolare) e che quindi non appartiene sicuramente alla loro cultura, sfruttando turisticamente ed economicamente la trovata. Buon per loro, ma purtroppo (o per fortuna?) gli aborgieni sono stati relegati ad una posizione emarginata rispetto al resto della società e l’integrazione tra i due popoli pare non voglia minimamente sfiorare l’idea di comunione. Ciò si avverte nelle piccole cittadine di Tennant Creek, Alice Springs e Katherine. Questo ha fatto sì che di aborigeni se ne vedano pochissimi e quei pochi che si vedono incutono anche un certo timore, essendo trasandati, ubriachi e maneschi. Se per sbaglio tiri fuori la macchina fotografica rischi anche la pelle…

Ma questo degli aborigeni è un capitolo molto delicato e non sta a me fare la filippica.

Non è nostra intenzione dis-invogliare chi voglia intraprendere questo viaggio, ma pensiamo che qualche “sconsiglio” possa aiutare sicuramente ad organizzarlo meglio.

Mi dispiace anche se magari ho messo più in risalto le cose negative di quelle positive, ma sapete comè, generalmente si tende sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto trascurando magari di raccontare ciò che di bello abbiamo visto.

Vorrei concludere dicendo di andare in Australia, preparandosi a spendere un bel pò, ad ammirare quello di bello e di brutto ci propone questo paese di contrasti.

Se fate una media dei voti che ho messo alle varie tappe esce un bel 7,5 abbondante per cui ciò testimonia che è un viaggio che merita, noi ci aspettavamo un 10, ma non è tutto rose e fiori… ciao ciao e buon viaggio



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