Tunisia in Ramadan
Molte guide, dunque, sconsigliano di andare in un paese musulmano durante questo periodo. Eppure un simile viaggio ha un fascino del tutto particolare: si tratta di conoscere un aspetto più intimo e personale del paese che si visita e forse anche di avere la possibilità di visitarlo in maniera meno “turistica”! In quel mese, infatti, la gente è tutta concentrata sul proprio digiuno, ma anche sulla propria spiritualità e sulla propria anima. Un po’ come il nostro Natale, quando tutti provano ad essere più “buoni”, si condivide molto più tempo assieme e si mangia fino a notte inoltrata.
Devo precisare che proprio perché non era un periodo molto affollato di stranieri ancora una volta la figura femminile non passava inosservata. Ero con il mio ragazzo quindi non ho avuto problemi, ma in ogni caso mi sentivo un po’ a disagio nei paesini più piccoli dove nei bar non si vedeva neanche una donna e gli sguardi degli uomini erano più insistenti.
Ritornando al Ramadan: molta gente si mette addirittura la sveglia prima delle cinque per potere fare il pieno di cibo e bevande (chissà…Forse anche di sesso!) poi inizia lo stop assoluto. Così vedi trascinarsi masse di persone stanche prima ancora di iniziare la giornata che col passare del tempo diventano sempre più indolenti e assopite. Quelli che sono costretti a lavorare fanno una fatica assurda.
Verso le sette tutti i volti sono rivolti, con aria impaziente, al tramonto. Soprattutto nei posti di mare o in quelli desertici, può sembrare una scena pittoresca e intima, si potrebbe immaginare ad una sensibilità straordinaria dei tunisini…Ma …Non si tratta di un impulso romantico né di un comune anelito all’infinito: si tratta di FAME!!! Poco prima che il sole scompaia completamente le strade iniziano a svuotarsi, in maniera veramente surreale, inutile sperare di trovare un tassì o un bar alle sette perché tutto quello che qualche minuto prima era trafficato e vociante si trasforma in un luogo deserto che sembra non avere mai conosciuto anima viva. Poi nel silenzio risuona come uno sparo, uno scoppio di bomba: è il segnale che si può interrompere il digiuno.
Subito si ingurgita qualche dattero e un po’ di liquidi e già parte la preghiera che dai minareti avvolge tutta la città con la sua voce severa e ritmata.
Alla fine della preghiera inizia la vera “mangiata” dove cous cous, brik e carni varie sono all’ordine del giorno. Si continua a fumare e mangiare fino a notte inoltrata, normalmente si mangia da un unico pentolone, con le mani. A poco a poco, poi, i bar e i locali all’aperto si riempiono di gente che beve qualcosa (di non alcolico) e fuma.
Ho notato tra l’altro che i tunisini hanno un concetto del tempo del tutto particolare: così come l’inizio e la fine del digiuno è regolata dal ciclo del sole, anche ogni loro attività pare condizionata dalla natura più che dallo scorrere dell’orologio.
Così se non avete la macchina e viaggiate, come abbiamo fatto noi con i louage (una sorta di grande tassì comune che parte quando si riempiono tutti i posti), non potrete mai dire con esattezza l’orario di partenza o di arrivo, dipenderà da quando si riempiono da dove si fermano e da un milione di altre circostanze.
Stessa cosa per le colazioni: non mi è mai capitato di avere avuto imposto un orario di inizio o fine del servizio, semplicemente “quando vi svegliate!” Sembra insomma che siano le necessità dell’individuo a scandire e condizionare il tempo e non viceversa! Il nostro itinerario è stato deciso (come ogni volta) giorno per giorno, durante il viaggio.
In una settimana siamo stati (nell’ordine) a Tunisi, Kairouan, Tozeur, Douz, Matmata, Gerba, Mahdia e Sidi Bou Said. In realtà però i primi due giorni abbiamo corso un po’ troppo.
Un consiglio che mi sento di dare è anche quello di provare ad interagire il più possibile con le gentilissime persone del luogo e di cercare di evitare le mega organizzazioni turistiche mordi e fuggi. Un esempio per tutti: siamo andati a Matmata (il luogo dove hanno girato guerre stellari) in maniera indipendente, il resto dei turisti era arrivato con un’escursione organizzata in Tunisia o con il gruppo che avevano formato già nella loro città. Scendevano dal bus, ammiravano le case trogloditiche, pranzavano in quella dove avevano girato il film e ripartivano.
Noi, dopo essere stati invitati a casa di un gentile vecchietto proprietario di una di queste inconsuete e affascinanti abitazioni costruite sotto terra (è abitudine che i bimbi richiamino qualche turista per fargli visitare la casa in cambio di qualche regalino-a noi in realtà non hanno chiesto niente), abbiamo deciso di esplorare un poco la cittadina.
Ebbene, ci guardavano come degli extraterresti, a pochi metri di distanza da uno dei luoghi più turistici della Tunisia, non erano abituati ad avere stranieri fra loro! Inutile dire che ci hanno coperto di mille gentilezze e di mille inviti e indirizzi dove andare! Stessa cosa per Mahdia splendida località balneare la cui costa è invasa da mega hotel all inclusive e invece la medina e la zona circostante sono luoghi magici e fermi nelle proprie tradizioni, genuini e calmi come un paesino lontano dalle grandi realtà turistiche! Insomma, in fin dei conti, andare in Tunisia durante il Ramadan è sicuramente più faticoso e spesso si può rischiare di rimanere senza cena ma è comunque molto interessante e affascinante!