Spagna: Barcellona, Andalusia e Castiglia
Il secondo giorno (con la pioggia e 17° gradi, ma siamo o non siamo in Spagna?!?) facciamo un giro sulla funicolare che porta dal porto al Montjuic, la vista dall’alto è molto bella, peccato che il cielo fosse così grigio. Arrivati sul monte prendiamo la teleferica che porta al castello (consiglio A/R.. Farla a piedi è una pazzia), da cui si può godere di una bella veduta sul porto (sia la parte turistica che quella commerciale). Torniamo in centro facendo la classica passeggiata che attraversa la Cittadella Olimpica e Plaza Espana.
Il pomeriggio lo spendiamo visitando la Sagrada Familia (non so voi ma a me piace sempre più ogni volta che ci ritorno) e il Park Guell (Gaudì stava proprio fuori di testa!!!).
Durante la terza e ultima mattinata giriamo tranquillamente per Barcellona: ci regaliamo un po’ di shopping, visitiamo la cattedrale e andiamo a vedere gli edifici progettati da Gaudì (comodamente raggiungibili a piedi seguendo Avenida de Libertad). Nel pomeriggio andiamo sul Tibidabo, monte a qualche km da Barcellona raggiungibile con la linea marrone ed un treno apposito (la vista da lì sopra è veramente spettacolare, peccato solo per il parco giochi che non c’entra proprio niente con il panorama circostante! Straconsigliato).
Il quarto giorno affittiamo una macchina e ci spostiamo a Valencia. Dedichiamo il pomeriggio (purtroppo solo poche ore visto che abbiamo trovato tutta l’autostrada bloccata) alla visità della città. Carina ma rimaniamo abbastanza delusi a dire la verità, dal momento che tutti me ne avevano parlato molto bene. La sera andiamo a mangiare al porto: una paella eccezionale (i ristoranti più buoni sono due/tre, basta chiedere a qualcuno del posto e saprà indicarvi i migliori). Il porto è facilmente raggiungibile con la metro blu: unico problema chiude molto presto, poco male prendiamo un taxi che con 6-7 euro ci riporta al nostro albergo in centro.
Piccola informazione per chi va in macchina: a Valencia esistono pochissimi parcheggi lungo la strada (con sosta massima consentita di due ore, come un po’ in tutta la Spagna) rassegnatevi a pagare una quindicina di euro al giorno di parcheggio altrimenti sarete costrettia dover tornare ogni due ore per rimpinguare il parcometro.
La mattina successiva partiamo per Alicante: carinissima località di mare dal cui castello si gode di un bellissimo panorama su tutta la costa. Scesi giù in paese facciamo una passeggiata lungomare in un caldo afosissimo, vediamo un paio di chiesette e ci rimettiamo in viaggio (con un paio di ore la si vede praticamente tutta).
Ci dirigiamo verso Murcia dove arriviamo con un’oretta di macchina. Ad eccezione della cattedrale (molto bella soprattutto la sera quando è illuminata) questo posto è un vero schifo. La città è praticamente deserta e quei pochi soggetti che ci sono in giro per il centro sono o ubriachi o fatti. Decidiamo di tornarcene in albergo. La sera ceniamo in un ristorante vicino l’hotel, ci affacciamo nella piazza per vedere la cattedrale di notte e ce ne andiamo subito a dormire desiderosi più che mai di andarcene in un’altra città.
La mattina seguente andiamo a Granada. Raggiungiamo il nostro albergo posizionato sul corso principale (Hotel Atenas: molto spartano ma costa poco ed è a 5 minuti a piedi dalla cattedrale). Dedichiamo il pomeriggio alla visita della Cattedrale e del centro cittadino.
La città è a dir poco stupenda. Un piccolo confetto. Probabilmente la più bella (Alhambra compresa) dell’intero viaggio. Si gira comodamente a piedi in mezza giornata e nella zona della Cattedrale ci sono tantissimi vicoletti pieni di negozietti arabi ricchi di colori e profumi… aggirandosi per queste viuzze non sembra nemmeno di essere in Europa… Verso le 17 prendiamo un autobus che ci porta all’Albaicin, cartteristico quartiere in salita, ricco di vicoletti strettissimi e composto solo da case bianche. Dalla terrazza di san Nicolas si gode di una veduta meravigliosa sull’intera Alhambra.
Ceniamo in uno dei tanti ristoranti sulla piazza principale dove a, differenza di Ele, azzardo assaggiando il “rebehon granadino” piatto caratteristico della città. Piatto a base di arance (sì arance!!!) con tonno, uovo sodo, baccalà, olive nere e cipolla. Una mezza schifezza (poco digeribile e nemico dei baci post cena) ma quant’è bello provare i piatti tipici!!!. E poi almeno la sangria è buona dappertutto. Un litro in due per cena e passa la paura!!! La mattina seguente ci svegliamo alle 6 per prendere il primo bus che porta all’Alhambra (un CONSIGLIO: prenotate i biglietti via internet qualche giorno prima o acquistateli presso le banche autorizzate, era domenica e noi non abbiamo potuto farlo, perché sono disponibili solo un tot di biglietti al giorno e si rischia di non trovarne per il giorno in cui sarete a Granada). Alle sette siamo in fila e abbiamo già davanti a noi circa duecento persone (alcuni ragazzi italiani hanno addirittura passato la notte lì pur di avere i primi biglietti, ma dico io!!!). Fa fresco, l’attesa è molto lunga ma alle 11 entriamo e lo spettacolo ripaga le poche ore dormite e il freddo preso. Una cosa eccezionale: l’Alcazar e i giardini del Generalife sono qualcosa di indescrivibile. Stupendi, non posso aggiungere altro. Vanno assolutamente visti. Concludiamo la giornata (ci vogliono circa quattro ore per visitare l’Alhambra) gironzolando per la città.
Una nota: la città dalle 13 alle 18 è deserta. Si immobilizza. Tutto è chiuso e le strade sono deserte (il gran caldo stimola gli abitanti a rimanere nelle case). Terminata la siesta la città si ripopola ed esplode la vita… L’ottavo giorno ce ne andiamo a Malaga. Dopo una grande arrabbiatura perché grazie a Booking siamo finiti in un albergo a 20 km dal centro (cosa non scitta) su una montagna in mezzo al parco nazionale (va detto però che è l’unica volta in cui siamo rimasti delusi). Arriviamo in città e capiamo subito che non è una giornata come le altre, c’è un’aria festosa. Costeggiamo il porto ed entriamo nella Cattedrale (bella). Durante il tragitto abbiamo incontrato delle donne vestite con abiti tipici ma la cosa era passata abbastanza inosservata… Usciamo dall’uscita posteriore della chiesa e ci ritroviamo in una strada interna in mezzo ua una folla di gente festosa che beve e balla. E’ la Feira, la fetsa di Malaga. Mettiamo via la guida, abbandoniamo i nostri intenti turistici, ci compriamo ognuno un bicchierone da un litro di sangria (a soli 2 euro e 50!!!) un cappello di paglia colorato e ci buttiamo in mezzo alla gente a ballare… Non ci siamo mai divertiti così tanto… Dal bambino di 5 anni alla signora di 90 tutti erano per le strade a ballare e cantare… Altre sangrie… Neuroni che si spengono… Sempre meno ricordi… La giornata vola via senza che nemmeno ce ne accorgiamo… Ancora un po’ storditi per i bagordi del giono prima la mattina dopo ci incamminiamo per Cadice. Allunghiamo un po’ il tragitto: decidiamo di costeggiare il mare e di fermarci a Gibilterra. Saliamo sul picco d’Europa dove veniamo accolti dalle famose scimmie che popolano la montagna dalla quale si gode di una meravigliosa vista su tutto lo stretto: peccato ci fosse un po’ di foschia che non ci ha fatto godere a pieno del panorama. A fatica riesco ad individuare Ele nel branco delle scimmie (in cui si era ambientata senza problemi ) e riprendiamo il nostro viaggio. Arriviamo a Cadice nel primo pomeriggio. Purtroppo è tutto chiuso visto che è il 15 agosto. Vediamo la cattedrale (su cui ovviamente saliamo) e facciamo una passeggiata intorno a tutti i bastioni (circa 4 km!!!). Carina ma non eccezionale. Anche per mangiare non troviamo molta scelta di ristoranti: mangiamo in un posto dove ci spacciano per fatta in casa una paella che difficilmente lo era… Ci rifaremo… Il 16 agosto andiamo a Siviglia. E’ una città molto carina. Visitiamo la cattedrale (bellissima nel suo inteno e da non perdere il panorama dalla torre), la Capilla Real, Plaza Espana (maestosa, immensa!!!) e l’Alcazar (bello ma dopo aver visto l’Alhambra di Granda tutto sembra poca cosa…). La sera ci regaliamo uno spettacolo di flamenco al Gallo (quartiere Santa Cruz ) consigliatoci alla Feira da un ragazzo di Siviglia (costo sui 20 euro: è meno commerciale e più intimo degli altri più pubblicizzati). Bello e sicuramente caratteristico.
Il giorno successivo andiamo a Cordoba. L’unica attrattiva, oltre al Ponte Romano (ma cavolo noi veniamo da Roma, come fa a farci effetto???) è la Mezquita. E’ vero che è solo una ma l’interno è eccezionale. Si entra e si rimane senza fiato. L’occhio si perde nel mare di colonne che sorregge l’intera struttura. Vale da sola l’intero viaggio.
La mattina dopo ci mettiamo in viaggio per Toledo, un bellissimo borgo medioevale ricco di storia. Affascinante, ricco di viuzze (tutte in salita: incredibile è in salita sia all’andata che in discesa… faticosissimo anche per noi che camminiamo un bel po’…) e pieno di negozi con dei buonissimi dolci al marzapane… nella piazza principale, vicino alla bella cattedrale, c’è una pasticceria che è la fine del mondo… da provare… noi ci siamo presi 10 euro di dolcetti che ci siamo divorati in un secondo… La sera ho provato la pernice stufata (piatto caratteristico di Toledo): è molto buona e la consiglio vivamente agli amanti della carne.
I due giorni successivi abbiamo interrotto il nostro tour de force e ci siamo fermati a Madrid. Abbiamo visitato con calma la città il pomeriggio del 20 e la mattinata del 21 l’abbiamo dedicata alla visita del palazzo reale e della cattedrale (dalla cui torre non si vede praticamente nulla visto che sono aperti al pubblico solo i balconi che danno sulla campagna e non quelli verso il centro cittadino). Purtroppo il Prado il lunedì è chiuso e quindi non abbiamo potuto visitarlo, in compenso abbiamo passato il pomeriggio nel parco alle spalle del Museo (di cui purtroppo ora non ricordo il nome) che è bellissimo e curatissimo… Altro che i nostri parchi!!! In conclusione Madrid non ci ha entusiasmato particolarmente… è carina… niente di più… ah se volete mangiare senza spendere una fortuna scordatevi di mangiare vicino plaza Mayor (abbiamo trovato solo un ristorante in cui i prezzi erano al di sotto dei 30 a testa euro per mangiare una fettina di carne, tapas escluse ovviamente!). Per i giovani consiglio l’Hostal Tijcal (anche se non c’è spazio per posare le valigie in terra tanto sono piccole le stanze è proprio dietro plaza Mayor e costa davvero poco) La mattina del 21 partiamo per Avila e lungo la strada ci fermiamo all’El Escorial, molto bello, maestoso. Se si ha un po’ di tempo vale la pena fermarsi per vederlo (ricordare che il lunedì è chiuso). La visita ci ha preso un paio d’ore (ci siamo dovuti unire ad un gruppo di spagnoli per poter vedere il Pantheon degli Infanti, bello però!) All’ora di pranzo arriviamo ad Avila(uno dei pochi posti in cui non ci sono problemi a parcheggiare la macchina gratuitamente, dai parcheggi sotto le mura al centro ci vogliono 5 minuti: è agevole farlo anche con le valigie): deliziosa cittadina circondata dalle mura. Abbiamo visto la cattedrale e fatto l’immancabile e panoramico giro dei torrioni.
A cena ho mangiato il “Chuleton di Avila”: una bisteccona di non so cosa di almeno mezzo chilo. Molto buona (io amo la carne) : non smetto di consigliarla a chiunque. Le natillas (una crema che si mangia come dolce) vanno assolutamente assaggiate.
L’indomani partiamo per Segovia, ma prima di lasciare Avila facciamo un salto al mirador delle “tre colonne” da cui si possono fare delle bellissime foto della città raccolta nelle sue mura.
In poco meno di un’ora si arriva a Segovia (abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio pubblico nella parte bassa e arrivare nel centro storico con i bagagli è stata una faticaccia!!!) e iniziamo subito con la visita: la cattedrale bellissima dall’esterno (soprattutto la notte quando viene illuminata con luci molto tenui), l’acquedotto romano. E’ piccolina ma comunque molto graziosa.
Consiglio culinario: assaggiate il cocinillo (coniglio) al forno e il “ponche”, dolce tipico a base di crema, pesantino ma da leccarsi le dita.
Il 23 agosto, vedendo ormai la fine del viaggio ci spostiamo a Burgos. Onestamente non è un granchè. Vista la cattedrale (abbastanza bella) non c’è più nulla da visitare. Se non vi è di strada evitate di passarci. L’unica nota positiva oltre a una sosta in una meravigliosa pasticceria è la cena consistente in un pezzone di maiale da latte cucinato al forno (davvero niente male!!!) accompagnato da un buon vino locale.
Purtroppo siamo arrivati al 24 agosto… Si fanno 700 km… si taglia un bel pezzo di spagna e si torna a Girona dove lasciamo la macchina presa in noleggio e si prende il volo per Ciampino (sempre con la ex amica Ryan che decide bene di farci pagare ogni chilo di eccesso dei bagagli rispetto ai 15 concessi).
Ore 24 atterriamo a Roma… Con negli occhi ancora le immagini di queste due belle settimane passate a Barcellona, Castiglia e Andalusia…