PORTUGAL maravilhoso
Sono partita con la mia famiglia (marito e due bambine di sette anni e mezzo) lo scorso 6 agosto 2007, con volo diretto TAP Bologna-Lisbona. Siamo arrivati a destinazione nel primo pomeriggio ed abbiamo subito ritirato la nostra auto a noleggio presso l’ufficio Herzt dell’aeroporto. Avevamo già pianificato il nostro itinerario qualche tempo prima, grazie all’immancabile guida Lonely Planet, alla consultazione del sito internet ufficiale del turismo portoghese e al tour operator Allegro Tour di Modena (specializzato, fra l’altro, nel Portogalla), prenotando già le tappe per i vari pernottamenti, oltre al volo a/r e all’auto.
All’arrivo, siamo subito partiti per il nostro itinerario di 10 giorni, da Lisbona al nord e ritorno, lungo la costa atlantica. La prima tappa è stata Obidos, splendido paese medioevale abbarbicato e circondato ancora dalle antiche mura. Abbiamo alloggiato presso la Casa d’Obidos, solares situato nella campagna ai piedi del centro storico. Abbiamo apprezzato tantissimo questa sistemazione: tutto era molto ben curato, benvenuto con il porto incluso. Le camere arredate con gusto e un buon richiamo al passato, che si poteva trovare anche negli arredi antichi della sala per la colazione e del salotto con biliardo. La prima colazione si consumava seduti, insieme agli altri ospiti, attorno ad un bel tavolo ovale, potendo così fare anche conoscenza delle altre persone (noi eravamo gli unici italiani).
Il secondo giorno, siamo andati a Peniche, località situata sull’Oceano Atlantico, dove abbiamo potuto godere appieno dello spettacolo dell’oceano mosso dal vento, con le sue onde maestose che si infrangevano sulla scogliera.
Il terzo giorno, lasciata la Casa d’Obidos, abbiamo proseguito verso Coimbra, fermandoci a visitare Alcobaça, sede di un antico monastero e di una bella cattedrale, dove aleggia ancora la storia del principe, innamorato di una nobildonna spagnola, al quale il padre negò il matrimonio, per timore che la corona portoghese potesse essere oggetto di pretesa spagnola. Il principe la sposò in segreto, il padre arrivò a farla uccidere, ignaro. Alla morte del re, il principe fece ammazzare gli esecutori dell’omicidio, mangiandone poi il cuore, e fece riesumare la salma dell’amata, facendola vestire da sposa e costringendo la corte ad una cerimonia durante la quale ognuno le rendeva omaggio, baciandole la mano da regina. Entrando nella cattedrale e vedendo le tombe di lui e di lei, una di fronte all’altra, si ha come la sensazione che il loro amore avesse trovato la pace e la realizzazione, alla fine, con la morte.
Dopo Alcobaça, abbiamo visitato la splendida cattedrale di Batalha, con le sue colorate vetrate che fanno filtrare bellissimi giochi di luce.
Poi abbiamo raggiunto la nostra sistemazione in albergo a Miranda do Corvo, situata ad una ventina di chilometri da Coimbra. Qui abbiamo avuto modo di vivere in una località non turistica, dove c’è un unico ristorante, grande e a gestione familiare, che suggeriamo per la genuinità e la convenienza: si chiama “Teja” e merita davvero un pasto.
Il giorno dopo, abbiamo raggiunto e visitato la città universitaria di Coimbra, con la sua parte alta, alla cui sommità si trova la sede di una delle Università più antiche del mondo, e il sito archeologico romano di Coninbriga, che conserva magnifici mosaici.
Una volta lasciata Miranda do Corvo, abbiamo proseguito verso Porto, concedendoci una deviazione nel verde entroterra montuoso, dove si trovano alcune località di villeggiatura come Penacova.
Arrivati in città, abbiamo raggiunto il Grande Hotel do Porto, situato lungo una bella via pedonale e risalente all’Ottocento. Porto è una città interessante, abbastanza rude e con una zona, ai piedi della cattedrale verso il fiume, che ricorda un po’ i Quartieri Spagnoli di Napoli. Qui, più che in altri luoghi che abbiamo visto, abbiamo avuto il maggior richiamo al passato recente del Portogallo, quello del Novecento, prima degli Anni 70. Mentre negli altri luoghi la ristrutturazione e la conservazione del patrimonio artistico hanno avuto già un corso e, quindi, il Portogallo che ne fuoriesce è quello del periodo d’oro, delle colonizzazioni e della ricchezza artistica e culturale, a Porto (nella parte vecchia) si ha ancora a tratti la sensazione di vivere durante gli anni di Salazar.
Da qui, siamo partiti poi per una giornata al nord. Prima tappa, Barcelos, cittadina da dove ha origine il simbolo portoghese del galletto colorato, grazie ad una leggenda, secondo la quale un condannato a morte, per un furto non commesso, venne salvato dal canto di un galletto già cucinato nel piatto. Interessanti le rovine dell’antico palazzo fortezza sul fiume. Seconda tappa, Braga, con la sua cattedrale, la sua passeggiata pedonale e la grande piazza dove sedere e ammirare da lontano il santuario con la sua enorme scalinata, sulla collina. Terza tappa, Guimaraes, cittadina medievale molto ben conservata, con due suggestive piazze su cui si affacciano alcuni ristoranti, un castello ed un palazzo ducale che merita sicuramente una visita.
Rientrati a Porto, il giorno successivo siamo ripartiti per ridiscendere fino a Fatima. Che dire di un luogo così? Nonostante sia stato certamente sfruttato anche in termini commerciali, non ho trovato che la cosa fosse però così spinta da far dimenticare il vero significato del luogo. Personalmente, una volta arrivata nella grande piazza davanti alla Basilica e alla Cappella dell’Apparizione, devo confessare che mi sono sentita spiritualmente molto coinvolta, perché l’atmosfera da pellegrino mi ha assorbita e il silenzio che c’era, nonostante le tante persone, mi ha permesso anche un momento di sincero raccoglimento. Qui, veramente, l’animo religioso portoghese trova la sua massima espressione.
Ma dopo l’arte, la cultura e la religione, non potevano mancare almeno due giorni al mare! Così abbiamo raggiunto Sesimbra, a sud di Lisbona, località relativamente nuova, dove abbiamo soggiornato nello splendido Sesimbra Hotel & Spa.
Al termine del nostro tour, siamo rientrati a Lisbona, abbiamo lasciato l’auto e trascorso altri quattro giorni a visitare la capitale, spostandoci con gli efficientissimi mezzi pubblici (metropolitana e tram) e i taxi, che costano praticamente un terzo rispetto a quelli di Bologna! Dopo aver dedicato una giornata alla classica visita della zona centrale del Castello e dell’Alfama, utilizzando anche i tipici piccoli tram gialli che si arrampicano per le strette e ripide vie, il secondo giorno ci siamo spostati nel quartiere di Belem, per vedere la Torre, simbolo della città, e il magnifico Monastero di San Geronimo, esempio eclatante dello stile manuelino, all’interno della cui cattedrale vi è la tomba di Vasco De Gama, esploratore portoghese e orgoglio nazionale.
Il terzo giorno è stato dedicato alle bambine: visita al Parco delle Nazioni, nuovissima zona dell’Expo, dove abbiamo visitato l’Oceanario (il secondo più grande del mondo), il Palazzo della Conoscenza (con una sala interamente dedicata alla sperimentazione dei fenomeni da parte dei bambini, dove abbiamo trascorso due ore, fra esperimenti vari e prove del letto di chiodi da fachiro!) e fatto un giro in teleferica lungo il fiume Tago verso il Ponte Vasco De Gama. Abbiamo poi trascorso la serata in un buon ristorante del quartiere Bairro Alto, ascoltando fado.
Il quarto e ultimo giorno a Lisbona, abbiamo raggiunto Sintra con un comodissimo treno, e visitato il magnifico Castello, ex monastero, dove tutti gli stili architettonici hanno trovato spazio. Diciamo, una Neuschwanstein portoghese! Il 20 agosto, a malincuore, siamo rientrati a Bologna. Cosa ci è rimasto del Portogallo, oltre ai bellissimi posti che ho descritto e alla cortesia e genuinità della gente? La sensazione di un paese con voglia di fare e di riscatto; una efficiente organizzazione delle infrastrutture, che può solo essere invidiata da noi italiani; una rete di trasporto pubblica che può anche farti pensare di vivere senza automobile. Paese scandinavo? No, Paese Mediterraneo!!!!