La suerte es de todos
Protagonisti: io (Bianca), la mia dolce metà (Basilio) e una coppia di amici (Giuseppe e Stefania).
PREMESSA: La scelta della meta risale addirittura ad un anno fa, quando leggo sul giornale che nell’estate 2007 Valencia ospiterà l’America’s Cup (piccolo antefatto: un paio di giorni prima una cara amica mi aveva fatto vedere le foto dei mesi dell’Erasmus, trascorsi a Valencia, arricchite da racconti entusiastici che già mi avevano stuzzicato la curiosità…). Colgo l’occasione al volo, mentre tutti e quattro siamo impegnati con una bella granita, e la butto lì: “Certo che la città sarà tirata a lucido… e se magari si andasse dopo le gare di vela i prezzi non dovrebbero essere alle stelle…”. E’ un attimo, un’occhiata fugace che ci scambiamo in quattro (non chiedetemi come) e il giorno dopo sono già su internet per organizzare il tutto: voli, itinerari, alloggi, spostamenti. E’ così che trovo questo splendido sito, ed entro a far parte della combriccola dei tpc! Spulciate per bene le pagine della gpc di Barcelona (grazie ancora, Annarita!) e i tanti itinerari di viaggio presenti sul sito (davvero utili), mi faccio un’idea abbastanza precisa di cosa vedere. L’itinerario prende pian piano corpo: decidiamo di abbinare a Valencia la visita di Barcelona (l’Andalusia è solo rimandata!) e a febbraio (si, si, 6 mesi prima) prenotiamo il volo con Ryan air Trapani – Girona ad una cifra ridicola (intorno ai 50€ a testa, mi pare). Poi è la volta degli alberghi: Hotel Toledano a Barcelona (dietro consiglio di vari tpc), e Hotel Silken Puerta Valencia, un quattro stelle trovato su booking.Com (ottimo portale, completo di foto e feedbacks). Entrambe soluzioni valide: la prima per l’ubicazione centralissima, la seconda per il rapporto qualità/prezzo.
07/08/07: E’ il giorno della partenza, finalmente! Raggiungiamo con la macchina di Giuseppe l’aeroporto di Trapani; è minuscolo, ma proprio per questo è fantastico. Niente code massacranti, parcheggio facile facile, imbarchiamo i bagagli (già pesati a casa) e con un pò di ritardo, poi ampiamente recuperato, decolliamo. Il volo è stupendo, grazie alla vista di un tramonto costante che dura due ore, e alle 21.30 circa atterriamo a Girona, che, vista dall’alto, sembra essere la cittadina con la maggiore concentrazione di piscine del mondo… una cosa che neanche a Beverly Hills! Compriamo in aeroporto i biglietti del Barcelonabus (21€ a/r a testa), aspettiamo i bagagli (ovviamente il borsone di Peppe è l’ultimo ad uscire, e qui la fortuna già tentava di farci capire che non sarebbe stata dei nostri, in quei giorni…). Fa freschetto, tocca aprire le valigie per prendere le felpe…Ad agosto?! Prendiamo il bus e facciamo la conoscenza del primo catalano d.O.C., Jesus (l’autista). Ci sediamo in prima fila e chiacchieriamo tutto il tempo di politica, di musica, di sport, è un tipo un po’ sui generis ma davvero simpatico. Durante il tragitto inizia pure a piovere (ad agosto?!), tanto che, arrivati al capolinea, preferiamo prendere un taxi per l’albergo, nonostante sia abbastanza vicino. L’hotel è proprio all’inizio della rambla; il personale è gentile e disponibile, la camera pulita ma piccolissima (la nostra), sembra di stare in tenda… ma ci accontentiamo, del resto è solo un appoggio per dormire; tutto il resto delle giornate le trascorreremo a zonzo per la città.
08/08/07: Ci svegliamo sotto una pioggia battente (ad agosto??!!) ma, intrepidi, usciamo e cominciamo a prendere un po’ di confidenza con la rambla che, di primo acchito, non ci entusiasma particolarmente. Arriviamo al mercato della boqueria, dove filmiamo e fotografiamo l’unica esplosione di colori in una giornata tanto grigia. Proseguiamo verso il mare, arrivando al monumento dedicato a Cristoforo Colombo, e qui nasce una diatriba sulla direzione indicata dal nostro navigatore, che tiene l’indice puntato verso il mare (ma lui non è partito in direzione opposta? mah!). A quel punto il temporale si scatena, le nostre orribili mantelline colorate non bastano e ci rifugiamo dentro il centro commerciale Maremagnum, per la gioia mia e la contemporanea disperazione del mio amore! Risaliamo la rambla passando davanti al museo delle cere e al museo dell’erotica e giriamo a sinistra perché ci accorgiamo di aver saltato all’andata il Palau Guell, definito dalla guida “il primo, stupendo esempio di modernismo della città”. Lo troviamo completamente coperto dalle impalcature… è in restauro! “va bè – pensiamo – un motivo in più per tornare a Barcelona!” (l’ottimismo ancora pervadeva l’atmosfera). Decidiamo allora di inoltrarci dalla parte opposta, nel quartiere gotico. Passiamo davanti ai palazzi dell’Ayuntamiento (il municipio) e della “regione” catalana e proseguiamo per una serie di stradine che regalano scorci sorprendenti; è questo il bello di viaggiare senza cartine: prevedere dei punti d’interesse senza però programmare un itinerario preciso, perdendosi nei vicoli e scoprendo con stupore le meraviglie che una città ti sa regalare dietro ogni angolo. Continuiamo il nostro giro e arriviamo davanti alla cattedrale… indovinate un po’? La facciata è in restauro! (comincio a pensare chi potrebbe averci lanciato questa sfiga, e il sopracciglio comincia a tremolare…). Decidiamo di rinviare la visita dell’interno perché l’ora del pranzo è passata da un pezzo e la fame si fa sentire. Prima però visitiamo anche un altro mercato, di cui non ricordo il nome: lo riconoscete dalla tettoia ondulata e coloratissima. Salto i dettagli relativi ai pasti (trovate alla fine del racconto qualche consiglio pratico). La prima parte della giornata è stata abbastanza faticosa, e dato che prevediamo ritmi serrati, decidiamo di optare, nel tardo pomeriggio, per doccia e riposino. Usciamo per andare a comprare i biglietti del bus che ci porterà a Valencia. Passiamo così davanti all’Arc de Trionf e torniamo in centro in cerca di un locale carino; ho segnato in agenda i nomi di alcuni ristoranti consigliati da tpc per il rapporto qualità/prezzo e, dato che siamo in zona Jaume, optiamo per il rinomato Cal Pep, disposti a fare un po’ di fila, ma fatichiamo un po’ a trovarlo… perché è chiuso per ferie! Ad agosto?! Con orde di turisti che invadono la città?! Inizio ad avere degli strani tic nervosi… Va bè, ripieghiamo sul Princesa 23, dove mangiamo tanto e bene e beviamo un’ottima sangria (la prima di una lunga serie, testate con cura per affinare la ricetta). Siamo stanchi, ma decidiamo di fare un ultimo sforzo: domani la giornata sarà dedicata unicamente a Gaudì, ma vogliamo pregustare la meraviglia della Sagrada Familia illuminata (sai che spettacolo!). Prendiamo la metro – efficientissima – e sbuchiamo fuori proprio davanti alla maestosa opera… completamente buia!! Non ci posso credere (ci spiegheranno poi che è per ragioni di risparmio energetico, un paio di settimane prima c’era stato un black-out)! Sto per perdere la pazienza…Sconsolati ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus, dove troviamo, beffardo, il cartellone pubblicitario della lotteria spagnola che recita “La suerte es de todos, y si cae aqui?” Ci guardiamo quasi a dirci “ma è una candid camera?” e rispondiamo al cartellone (immaginatevi la scena) che questo rischio – che la fortuna ci venga incontro – proprio non c’è, possiamo stare tranquilli! 09/08/07: Ci svegliamo di buon mattino e iniziamo il nostro tour di Gaudì partendo da Casa Batllò; che dire? È semplicemente geniale: un insieme di linee rigorosamente curve, sfumature di colori ed espedienti architettonici mai visti prima, un vero spettacolo. Proseguiamo con Casa Milà (la Pedrera); qui però la fila ci scoraggia, così decidiamo di non visitare l’interno. Facciamo un tragitto piuttosto lungo, per poter vedere una serie di edifici, riportati anche sulle guide, dalla facciata molto bella. Pranziamo e raggiungiamo la Sagrada Familia; l’oscurità della sera prima non rendeva giustizia alla magnificenza di quest’opera, e neanche le foto ci riescono. Basta dire che con lo sguardo il campo visivo non riesce a coglierne la cima, bisogna quasi buttare la testa all’indietro per vedere fin lassù. Entriamo e iniziamo un’interminabile fila per salire sulle guglie in ascensore (ci dicono che in questo periodo la salita a piedi è vietata per motivi di sicurezza… e te pareva!). Il panorama ripaga comunque la lunga attesa. Usciamo dalla parte opposta, quella della facciata della natività, e qui… non ci sono parole, stupenda! C’è ancora un’ultima tappa da fare: il Parc Guell, che sulla cartina sembra fuori mano, in realtà è molto peggio. Scesi dalla metro infatti una serie interminabile di scale mobili (anche se qualche rampa è fuori uso…La suerte..) ci portano ad un ingresso laterale; la salita è dura, ma la vista è stupenda. Ci tocca scendere per raggiungere la famosa lunghissima panchina decorata con mosaici multicolori, che però in parte è transennata…Mi viene in mente il cartello della lotteria, e cerco invano di scacciare il pensiero. Chiedo informazioni ad un poliziotto, il quale mi spiega che Woody Allen è lì per girare il suo nuovo film e pertanto il parco, oggi, è parzialmente chiuso al pubblico. Ma che zella! Sono sull’orlo di una crisi di nervi… ma giusto qui? Giusto oggi? Non poteva girare stamattina? Scendo giù al colonnato e lo vedo, cappellino in testa, con a fianco la moglie-figliastra (non ricordo com’è contorta la relazione): forse il buon senso, forse la stanchezza, mi impedisce di urlargli dietro tutta la frustrazione che provo in quel momento… io volevo solo una foto col lucertolone simbolo di Barcelona! Ci tocca aspettare la fine delle riprese, che quattro comparse fanno durare un’ora e più perché non sanno neanche scendere una scalinata senza avere l’atteggiamento di chi sfila a Trinità dei Monti… bah! Anzi, sapete che vi dico? Scarlett Johansson non è neanche un granchè! E dopo questa spruzzatina di veleno andiamo avanti col racconto… 10/08/07: Dopo averne assaggiato solo una parte nelle sere precedenti, oggi ci dedichiamo alla visita della Barceloneta. Lungomare bellissimo, estremamente curato e pulito, diverse le strutture costruite o recuperate in occasione dei giochi olimpici del ’92. Il nostro giro ci porta al Parc della Ciutadella, dove – ahimè – Basilio vede un campo di basket e, come ipnotizzato, si stacca dal gruppo e organizza in quattro e quattr’otto un remake di Italia-Spagna “de noartri”, trascinandosi anche Giuseppe. A me e Stefy non resta che guardare ed assistere alla vittoria dei nostri “atleti”… se mi avessero detto che a Barcelona sarei stata a bordo campo a guardarli giocare non ci avrei mai creduto! Dopo una bella doccia la serata prende il via, accompagnata come sempre dall’immancabile “giara” di sangria.
11/08/07: Decidiamo di salire al Tibidabo, il colle che sovrasta Barcelona. Clamorosamente sbagliamo mezzo di trasporto (c’è un trenino diretto da Plaza Catalunya), così ci tocca anche oggi una bella scarpinata. Prendiamo il famoso tramvia blau (anche se quello dell’andata è rosso!) che è talmente pieno che siamo fuori, aggrappati come Fantozzi; e poi il funicolare del Tibidabo, che ci porta fin su in cima, dove si trova un grande parco divertimenti e il bel tempio del Sacro Cuore, con in cima una grossa statua del Cristo che ricorda un po’, anche se in piccolo, quella brasiliana. Nel pomeriggio torniamo in albergo per una rinfrescata e ripartiamo alla volta di Plaza d’Espanya, destinazione Montjuic. Qui, la sera, assistiamo allo spettacolo stupendo della font magica, un gioco di zampilli, luci, colori e musica che lascia davvero senza fiato! 12/08/07: Oggi partiamo per Valencia, ma abbiamo ancora tutta la mattinata libera per poter visitare con calma la cattedrale ed il suo famoso chiostro con le 13 oche, molto bella. Aspettiamo invano che arrivino nella piazza antistante coloro che, come da tradizione, tutte le domeniche ballano in costume la sardana, la tipica danza catalana. Insospettita dal ritardo, chiedo ad un vigile, il quale mi risponde gentilmente che ad agosto la tradizione salta! Mi basta dire agli altri “la suerte es de todos” perché tutti si alzino, consapevoli che lo spettacolo non ci sarà. Un’ultima passeggiata sul Passeig de Gracia e sulla via parallela (la parte alta della rambla centrale) e un’ultima sosta a dar da mangiare ai piccioni in Plaza Catalunya, si va in albergo a prendere i bagagli e ci si dirige verso la stazione degli autobus per la partenza. Dopo circa quattro ore siamo nei pressi di Valencia, accompagnati da un temporale di proporzioni incredibili, te pareva… eppure, caso strano, appena entriamo in città smette di piovere e si allargano non uno, ma due arcobaleni!! Stanchi ed infreddoliti, prendiamo un taxi per raggiungere l’albergo (i costi sono decisamente più accessibili rispetto a Barcelona). Appena scesi dall’auto, ci rendiamo conto del salto di qualità al quale andremo incontro: l’albergo è bellissimo; entriamo attraverso una gigantesca porta ruotante automatica (anche le luci nei corridoi sono azionate da sensori ottici, non bisogna toccare nulla) e ci sentiamo un po’ quattro pesci fuor d’acqua, quasi intimoriti da tanto lusso, dopo l’albergo un po’ più spartano che avevamo scelto (pur trovandoci bene) a Barcelona.
13/08/07: Dedichiamo questa bella giornata di sole alla visita del centro storico. Pur essendo la terza città della Spagna per dimensioni, Valencia è una città estremamente vivibile, ricchissima di verde (è anche la città mondiale degli alberi) e con un centro abbastanza raccolto. Raggiungiamo in autobus Plaza de la Reina: bellissima la cattedrale ed il museo annesso, nel quale è esposto quello che la tradizione considera essere il Santo Graal; evitiamo di salire sul Miguelete (il campanile) e proseguiamo verso Plaza de la Virgen, dove visitiamo la chiesa della Virgen de los desamparados – per quanto ci è possibile, dato che, manco a dirlo, è in restauro-. A questo punto ci tuffiamo nei piccoli e tortuosi vicoli del centro, passiamo davanti all’antica orxateria Santa Catilina e sbuchiamo davanti al mercato, famoso per le ricche decorazioni in ceramica, che purtroppo possiamo ammirare solo parzialmente dal momento che…Va bè non lo dico, uso una perifrasi, sono “sormontate da grosse impalcature”. La suerte es de todos! Continuiamo il nostro giro arrivando casualmente alla caratteristica Plaza Redonda, piena di negozietti di souvenir, nastri e merletti; passiamo anche da Plaza dell’Ayuntamiento, molto bella, ed arriviamo alla stazione ferroviaria, anche questa decorata in ceramica sia sulla facciata esterna sia all’interno. Passiamo a vedere l’arena (solo da fuori) e, subito dietro, il museo taurino, che naturalmente il lunedì è chiuso! E’ una disfatta psicologica, decidiamo di tornare in albergo per una rinfrescata e poi uscire nuovamente per la cena. Torniamo in centro, ma stavolta a piedi: ammiriamo così un arco sovrastato da un pipistrello (è il simbolo della città, lo si trova abbastanza di frequente sui palazzi istituzionali ma anche sulla facciata dello stadio) e una stupenda magnolia gigante, tanto enorme che far entrare tutto il tronco in una foto è un’impresa! Passiamo a fianco anche al sito archeologico dell’Almoina e, dopo cena e passeggiata alle Torres de Serranos, decidiamo di restare ancora un po’ a Plaza de la Virgen ad ammirare gli artisti di strada, in un clima quasi surreale per una città, tale è la quiete che si respira.
14/08/07: Oggi la giornata è dedicata alla visita della Città delle Arti e della Scienza. Probabilmente avrete già visto qualche immagine di questo immenso e magnifico complesso, ma vi assicuro che, visto dal vivo, vi sentirete piccoli come formiche… Decidiamo di visitare solo l’oceanografic (e meno male, perché le ore scorrono via senza accorgersene). Una curiosità: avevo letto che all’interno della struttura è presente un ristorante subacqueo, ma quando ho chiesto al banco informazioni mi hanno risposto: “Lascia stare, è caro!” Questa sì che è sincerità! La struttura è molto organizzata, ricca di attrazioni e davvero interessante; non perdetevi i tunnel subacquei e lo spettacolo al delfinario (non credevo che mi sarebbe piaciuto tanto!). Usciamo dalla struttura alle 17,30 ma, nonostante la stanchezza, io e Basilio non vogliamo darla vinta alla sfiga del giorno prima (vendicarle tutte era impossibile) e decidiamo di tornare in centro per visitare il museo taurino, con annessa visita dell’arena: struttura molto bella; un po’ meno, a mio avviso, gli spettacoli che vi si tengono… Torniamo in albergo distrutti, dopo aver fatto un po’ di spesa e una capatina al forno poco distante dal nostro hotel. Decidiamo quindi di prendercela con comodo: usciamo verso le 22, ceniamo in un ristorante cinese (lo so, direte: il cinese in Spagna? Ma dalle nostre parti non c’è ed io non ci andavo da oltre un anno…). Non contenti della scarpinata di oggi – casomai gli altri giorni…- passeggiando arriviamo nuovamente fino alla Città delle Arti e della Scienza, dove la sera l’Humbracle si trasforma in un enorme locale metro-minimal-chic. Bellissima atmosfera e buona musica, il tutto in una cornice che, credo, non ha eguali al mondo! 15/08/07: Oggi è ferragosto, e decidiamo di dedicarci unicamente ad un po’ di meritato relax! Prima di andare a fare le lucertole in spiaggia, però, voglio vedere la sagoma gigante di Gulliver di cui ho tanto sentito parlare. Si trova nei giardini del Turia, il vecchio fiume che attraversava la città e che, dopo essere stato deviato, è diventato un polmone verde di oltre 6 Km, attrezzato con campetti per qualunque sport, piste ciclabili, giostre, aiuole curatissime e quant’altro. Ci saremmo passati davanti una decina di volte, in questi giorni, senza mai accorgercene. Dalla strada infatti non è minimamente visibile, ben nascosto com’è dagli alberi; si tratta di una grande figura di Gulliver disteso, i cui capelli, mani, cintura ed altri dettagli sono scivoli e pedane in cui i bambini, come tanti lillipuziani, si divertono a giocare, scivolare ed arrampicarsi. Superata questa breve regressione infantile, raggiungiamo gli altri in spiaggia (bellissima) e ci ustioniamo oziando tutto il giorno. La mega-paella che ci facciamo preparare al ristorante dell’albergo ci ripaga, a cena, di tanta fatica! 16/08/07: Oggi si torna a casa. Chiamiamo un taxi (specificando di volere una monovolume: all’andata ci hanno fatto storie per due trolley, un mini e un borsone) e arriviamo alla stazione degli autobus. Purtroppo del nostro non c’è traccia, neanche sul display che indica le partenze! Nessuno sa darci informazioni né spiegazioni, e si profila un bel problema se saltiamo la coincidenza con l’altro bus che va da Barcelona all’aeroporto di Girona… In poche parole, veniamo a sapere che il nostro bus delle 8,15 è stato cancellato, senza alcun preavviso, perché in parte vuoto. Dovremmo avere la precedenza, rispetto ad altri passeggeri (siamo segnalati su una lista appesa al parabrezza della vettura) per accedere al bus successivo, alle 9,30. Ma l’autista inizia a fare storie, parlando scortesemente in un valenciano tanto stretto che non so come faccio a capirlo e rispondergli, in italiano. Corriamo comunque a farci sostituire i biglietti, e riusciamo miracolosamente a beccare 4 degli ultimi 6 posti rimasti. Sconsiglio vivamente di affidarsi ai trasporti ALSA! Viaggiamo come sempre accompagnati dalla pioggia, ma due autobus (in totale cinque ore e trenta) e due ore di volo sono un po’ pesanti da smaltire. In più da Trapani sono quasi tre ore di strada prima di arrivare a casa, quasi alle 23, completamente esausti! Stanchi, ma felici… CONSIGLI PRATICI: I pasti: La città di Barcelona è cara, ma si può risparmiare se si abbandonano le strade principali e ci si addentra in qualche traversa (avrei voluto strozzare Stefy e Peppe, quando si sono fermati a comprare 6 panini e tre lattine sulla rambla, 40€!!). Per il pranzo ci siamo sempre trovati bene con i panini comprati al mercato o in una delle catene spagnole (bogatta, pan’s & company…).
Per cena lasciate stare le tapas, almeno a Barcelona (sono carissime, se vendute singolarmente), e provate la carne: la cucinano davvero bene. A Valencia la paella è d’obbligo, ma lasciate stare quelle pronte nei ristoranti di massa; ordinatela qualche ora prima, per essere sicuri che non sia congelata e vedrete la differenza. Ah, dimenticavo:scordatevi di bere qualcosa che possa essere definito anche lontanamente un caffè espresso! I mezzi di trasporto: a Barcelona abbiamo optato per il T10, un miniabbonamento che consente 10 corse e va ogni volta obliterato, ma ci sono diverse formule a seconda delle varie esigenze dei viaggiatori. A Valencia non abbiamo mai preso la metro, solo qualche autobus; per questo abbiamo fatto due ticket da 10 corse (uno a coppia). Per 4 giorni a noi è bastato, anche se abbiamo camminato davvero tanto, ormai eravamo allenati… CONCLUSIONI: Il bilancio del viaggio è assolutamente positivo. Nonostante la suerte non ci sia sempre stata amica, le tante opere di restauro e gli innumerevoli cantieri aperti sono indice della grande cura che gli spagnoli hanno non solo dei loro beni culturali, ma più in generale delle loro città. Dispiace dirlo, da italiana, ma sono anni luce avanti a noi per educazione, rispetto e senso civico. Non una carta per terra, non un’aiuola senza fiori, non un cestino privo si sacchetto, non un bagno sporco, anche nei luoghi pubblici.
A Barcelona abbiamo visto impiegati della nettezza urbana al lavoro a qualunque ora del giorno e della notte, impegnati a ritirare immondizia e lavare le strade che, invase da vere e proprie orde di turisti (alcuni davvero barbari), non sempre regalano odori piacevoli. Una nota di merito credo la meriti anche il sistema dei trasporti urbani: efficienti, puntuali e ben snodati. Credo che Barcelona sia una città da visitare a qualunque età: un’ottima meta per i giovani a caccia di divertimento, ma anche per le persone un po’ più mature, che vi possono trovare arte, cultura, punti di interesse e di svago.
Valencia è molto diversa, ma ugualmente bella: pulita, ordinata, verdissima; pittoresca nel centro storico e modernissima in altri punti, anche qui gente cordiale e simpatica e costo della vita decisamente più basso, forse non solo rispetto a Barcelona, ma anche a noi in Italia.
Insomma due splendide città, che consiglio vivamente a tutti di visitare! Alla prossima, Bianca