In viaggio con i grecisti: 2a parte in grecia
Dobbiamo trascorrere la prima notte a Metimnos (Molyvos), a circa un’oretta da Mitilene.
Ci fermiamo lungo la strada, in una località di mare chiamata Petra, vicino alla nostra destinazione, e praticamente invadiamo entusiasti un piccolo ristorantino sulla spiaggia, per la gioia (si fa per dire), dell’unica coppietta presente. Una delle cuoche è la moglie dell’autista, Giorgio (tipico nome greco). Morale: mangiamo qualunque cosa, buonissima, spendendo davvero poco.
Ringalluzziti dalla cena, malgrado la stanchezza, ci rimettiamo in pullman e arriviamo verso le 23 in albergo, una struttura molto carina con camere e bungalow sul mare, comprensiva di campi da tennis, piscina, alberi e relativi scoiattoli (nonché belati di pecore in lontananza).
Guardando gli scoiattoli a colazione, appunto, molti di noi si sono inteneriti, fintantoché Mirella, una signora over 70, ma in gran forma, ci racconta di una scena raccapricciante in cui ha prima cercato di avvelenare, poi strangolato, alcuni ghiri che “infestavano” la sua casa… Da quel momento è diventata segretamente bersaglio delle battutacce dei giovani del gruppo, che tra vedere e non vedere se ne sono tenuti ben lontani… Il giorno dopo una parte di noi (la maggior parte delle signore) si scaraventa sulla spiaggia, mentre io e Ste, che di mare ne abbiamo a disposizione quanto vogliamo, e qualche altro, andiamo in esplorazione della deliziosa Molyvos…È tutto un arrampicarsi di viuzze nella Plaka, fino ad arrivare alla fortezza che domina il paesino, purtroppo chiusa per lavori di restauro.
Pomeriggio al mare e in piscina, poi cena in ristorante sulla spiaggia e festeggiamento a sorpresa di compleanno di Claudia, con torta e spumante.
Stiamo benissimo, non vorremo più andar via… E invece la mattina dopo nuovamente sul pullman, e la destinazione è Sigri, con il suo geoparco, il museo e la foresta pietrificata.
Al museo troviamo Matteo, un ragazzo di Genova che trascorre lì 6 mesi, praticamente in mezzo al nulla, lavorando come guida. Ci illustra superbamente il museo, con i suoi alberi pietrificati e i cristalli coloratissimi, tanto che ce lo trasciniamo fino alla foresta pietrificata, a circa 10 km da lì.
Chiaramente si è fatta la mezza, c’è un sole che spacca anche gli alberi-pietra, siamo in una sorta di valle desolata in cui non cresce praticamente nulla, e solo una parte di noi ha il coraggio di scendere, seguire Matteo e fare le foto di rito.
Gli altri ci accolgono all’ombra del chioschetto, dove approdiamo, completamente distrutti, circa un’ora dopo.
Matteo condivide con la guida turca soltanto il nome, di certo non la grande professionalità ma soprattutto l’enorme passione con cui svolge il suo lavoro, e che ci trasmette con il sorriso, sotto un caldo terribile! Ormai in riserva energetica ci dirigiamo in pullman verso Skala Eressos, località marina poco distante che diede i natali alla famosissima poetessa Saffo.
Il luogo è delizioso, una serie di ristorantini sul mare, con i classici polpi appesi ad asciugare, e i colori bianco e azzurro che spiccano su tutto.
Sono presenti sul luogo molte coppie al femminile, anche perché sull’Isola non mancano le iniziative e i festival in merito.
Rinfrancati dal pomeriggio marino accogliamo volentieri la seconda lezione di Claudia su Saffo, fino a che raggiungiamo alcune saline con i tipici “flamingos”, i fenicotteri rosa che noi isolani conosciamo piuttosto bene.
Avremmo dovuto visitare anche il sito archeologico di Kleopede e di Messa (luogo di adorazione della Triade lesbia di Zeus, Era e Dioniso) ma era tutto chiuso…Peccato.
La sera torniamo a Mitilene.
L’albergo è sul porto, non è niente di che e nemmeno troppo pulito, però il personale è molto gentile, e la posizione è comodissima…Peccato che abbandonando la stanza refrigerata la cittadina ci accolga con un caldo umido assurdo, e migliaia di rumorosissime macchine e motorini che sfrecciano per le viuzze del centro: un incubo! Solo in alcuni punti si intravedono scorci carini e insegne di negozi particolari, per il resto è solo una girandola che vortica impazzita con noi in mezzo…Sarà che siamo stanchi… Cena sul solito ristorantino sul porto (per la verità un po’ caro rispetto allo standard medio); la cena si protrae clamorosamente a lungo, poi a nanna.
Il giorno dopo siamo sempre in città e ne approfittiamo per visitare la splendida fortezza che la sovrasta, con i suo verdi alberi di pino. Seconda tappa: visita alla “Casa di Menandro”, con i suoi splendidi mosaici e gli unici esempi di capitelli eolici rinvenuti in Grecia (non oso ripensare a quante colonne e capitelli di varie fogge abbiamo visto in questi giorni…Aiuto!).
Con gli occhi ancora pieni di tesserine colorate andiamo a visitare al volo il teatro ellenistico, luogo in cui, finalmente, anche Ste fa la sua piccola lezione (a braccio, perché si è dimenticato tutto il materiale a casa).
E’ un piccolo momento delizioso, ma abbiamo fretta di buttarci al mare, magari mangiando qualcosa e scappiamo via.
Ancora una volta il gruppo si scinde tra chi si reca direttamente sulla spiaggetta vicino al piccolo aeroporto e chi (sempre noi, sempre gli stessi), decidiamo di strappare ancora un’oretta per visitare due piccoli musei stranamente posizionati in mezzo alle villette per le vacanze.
C’è la collezione del pittore naif isolano, tale Teophilos, nonché il museo d’arte contemporanea Teriade, contenente diverse opere di Chagall, Giacometti, Ricasso, Matisse, Mirò.
Ne valeva la pena, soprattutto per il secondo, ma quando arriviamo (verso le 15!) alla spiaggetta e troviamo chi spaparanzato al sole, chi sulle seggiole al ristornati, un po’ ci viene male… Comunque sia, il pomeriggio in spiaggia è comune a tutti, e alla sera si ritorna in albergo.
E’ l’ultima sera a Mitilene, e il gruppo si scinde ancora.
Alcuni propendono per un panino in giro, altri per il ristorante della sera prima ma verso le 20, noi come al solito, accompagnati dai più “goderecci”, scoviamo verso, le 22 una taverna con portico e pergolato dove ancora una volta diamo da fare al cuoco…
Due passi per tornare in albergo, poi a nanna.
Ultimo giorno: il gruppo è ormai spaccato praticamente a metà. Un parte rimane a Mitilene, mentre la maggior parte di noi arriva a Mantamados, dove c’è un piccolo hotel sulla spiaggia, con annessi servizi e bar, un’acqua incantevole e fresca.
Trascorriamo lì la giornata, sguazzando e prendendo il sole, e rendendoci conto che i pochi greci intorno a noi sono rumorosi e casinisti come gli italiani… Abbiamo la camera pagata fino a sera, perché dovremo imbarcarci sul traghetto, direzione Pireo, verso le 22.
Illusi, crediamo, una volta tornati in albergo verso le 17, di poter fare un giro in centro per le ultime compere. Peccato che il sabato pomeriggio lì sia tutto chiuso. Non crediamo ai nostri occhi, e dobbiamo rassegnarci a prendere d’assalto le pasticcerie, uniche attività insieme ai servizi di bar e ristorazione ad essere aperti.
Ultima doccia, ultimo gyros pita e poi andiamo all’imbarco…Noi 25 e altre centinaia di persone che si accalcano per prendere l’unico mezzo di trasporto che li porterà, dopo una breve sosta a Chios, comodamente tra l’una e le due del mattino, direttamente sul continente greco, riarso dai molteplici incendi le cui notizie e immagini ci hanno accompagnato quotidianamente sugli schermi televisivi.
L’asfalto del porto è bollente anche di notte, c’è un baccano infernale e la fila per salire sembra non finire mai…Quando arriva il nostro turno (siamo lì molto in anticipo ma come gruppo saliamo per ultimi) siamo già devastati.
La notte, però, è ancora lunga, e solo all’inizio.
Abbiamo la famose poltrone vip per passare la notte, ma la nave sembra mezza vuota e almeno all’inizio non si sta poi così male.
Io svengo intorno alle 23.30, cotta dal sole e dal mare.
La sosta notturna su Chios riempie definitivamente la nave, e la mattina dopo alle 5 il paesaggio è decisamente diverso da quello con cui mi sono eufemisticamente “addormentata”.
Uomini e animali (questi ultimi per fortuna quasi tutti volatili in gabbia) invadono pressocchè tutti gli spazi sulle poltrone, e molti dilagano sui pavimenti.
L’arrivo è previsto per le 6, ma siamo svegli da prima per le luci, il freddo, il rumore.
Ci mettiamo in fila per scendere da subito perché la nave arriva in porto con quasi due ore di ritardo, e noi dobbiamo essere stavolta tra i primi a scendere, se no rischiamo di perdere l’aereo.
Fatica, sonno, una corsa pazzesca ma alla fine ce la facciamo e prendiamo al volo l’aero per Milano Malpensa, dove il gruppo si separa.
Baci, abbracci, scambi di mail, miracolosamente nessuno perde il bagaglio. Io e Ste abbiamo un altro aereo nel pomeriggio a Linate per tornare nella nostra Isola. Per fortuna abbiamo degli amici milanesi che si prendono cura di noi per il tragitto e il pranzo.
Siamo a casa verso le 20.30, con tutte le valigie, solo poco più di un’ora di ritardo, ma una stanchezza assurda addosso.
Crolliamo nel sonno alle 23.30, e così si conclude il viaggio dei grecisti del 2007.