Perdersi in Mozambico. Perdersi in Africa
E’ perdersi dentro i propri pensieri, le emozioni, dentro le proprie paure, dentro quell’assetata voglia di conoscere, di capire, di confrontarsi, di crescere.
Mi perdo ancora tra i vasi sanguigni, le arterie ed i capillari di una terra ormai conosciuta, di una terra rossa e pulsante come il sangue, calda come il sole che la infiamma. Mi perdo nei suoi aliti, nei suoi respiri, eppure mi sembra di respirare di più, o forse ho solo più tempo per farlo o più tempo per ascoltarmi.
Mi perdo dentro i miei passi, dentro le ore, i minuti, provo a saltare e ballare dentro lo spazio, cercando di rispettare i ritmi della terra che mi ospita.
Mi perdo nel mio sguardo, mi sforzo di osservare più che di vedere, concedo ai miei occhi la libertà di soffermarsi su ogni piccolo particolare e mi inebrio dei volti, della luce degli sguardi, dei gesti e di brevi attimi di storia e di vita che riesco ad interpretare.
Mi perdo dentro al mio sentire, le parole diventano superflue, quasi assordanti, mi perdo dentro ruscelli di lacrime quando riconosco quell’odore di Africa ormai familiare, quando torno ad essere bambina tra i bambini, quando ci vedo piangere.
Mi perdo dentro i giudizi altrui che ogni volta cerco di superare, per ritrovarmi e riconoscermi, che la verità spesso è così lontana… Mi perdo nella mia Africa, che mi dipinge come un quadro dei suoi colori al tramonto, mi veste delle sue stoffe urlanti, mi culla con i suoi suoni ed i suoi odori e mi fa tornare a sognare con i suoi cieli ricamati di stelle.
I diamanti, sono sicura, sono caduti proprio da lì…Lentiggini di stelle…Per trovarli basterebbe sedersi a terra e perdersi di nuovo.