La Germania in 15 giorni

Abbiamo visitato un paese bellissimo, ricco di cultura, visto città bellissime con centri storici pedonali e imparato tante cose; La Germania è un paese che va vissuto e visto in tutti i suoi vari aspetti in quanto il popolo tedesco è un popolo abbastanza ermetico che non vuole dimenticare ma che sa di avere avuto anche un passato glorioso,...
Scritto da: Albertgius
la germania in 15 giorni
Partenza il: 14/07/2007
Ritorno il: 28/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Abbiamo visitato un paese bellissimo, ricco di cultura, visto città bellissime con centri storici pedonali e imparato tante cose; La Germania è un paese che va vissuto e visto in tutti i suoi vari aspetti in quanto il popolo tedesco è un popolo abbastanza ermetico che non vuole dimenticare ma che sa di avere avuto anche un passato glorioso, romantico, intellettuale e potente oltre che la follia del nazismo. Risulta ancora più ermetico questo popolo poiché parla una lingua tutt’altro che facile e con inflessioni diverse a seconda del dialetto. Durante il viaggio abbiamo imparato almeno tre modi diversi per dire buon giorno e due modi diversi per dire grazie o prego.

Abbiamo avuto qualche difficoltà, soprattutto con la lingua e a farci comprendere perché soprattutto a est pochi parlano inglese, e poi la difficoltà di trovare gpl facilmente è stato un problema continuo per tutto il viaggio.

Un altra difficoltà è stata quella di tornare in hotel alla sera col buio. Collocati sempre fuori città tranne ad Augsburg e spesso in piccoli paesi, qualche volta ci siamo persi specialmente a Norimberga, Wurzburg e Dresda. Tutte le città che abbiamo visitato sono state bombardate nell’ultima guerra. Altra particolarità questa positiva, la mancanza di traffico in ogni città ad eccezione di Stoccarda. Abbiamo guidato senza problemi anche nelle ore di punta.

Sabato 14 Luglio 2007 Augsburg Siamo Alberto e Lucia con Dante il nostro labrador partiamo alle sette da Milano, usciamo dall’Italia passando da Chiasso, facciamo il passo del Piccolo San Bernardo e si guida fino al confine con l’Austria. La Svizzera nel frattempo ci ha offerto i suoi paesaggi verdi, ricchi di laghetti alpini e di cascate, qui sembra appena sbocciata la primavera. Si attraversa l’Austria in cui non prendendo l’autostrada possiamo evitare di comprare anche il relativo bollino. Dopo una breve sosta e qualche ora ancora di guida finalmente si entra in territorio tedesco. Arriviamo ad Asburgo, dove siamo alloggiati all’hotel Ibis in centro, all’incirca alle due del pomeriggio. Dopo pochi passi ci si apre davanti il centro storico, ricostruito il più fedelmente possibile all’originale, è accogliente e ordinato con una bella piazza, il Rathaus, e un monumento a ricordare i grandi che hanno fatto il passato di questo luogo. Dopo essere andati a zonzo un po’ per la città e averla appena assaporata, torniamo in hotel felici di essere finalmente in territorio tedesco.

Si esce al tramonto dove la luce offre sempre una visione migliore delle città perchè la luce più tenue gli restituisce i suoi colori, e le caratterizza con sfumature più dolci.

Nella camminata serale visitiamo la zona dove i Fugger costruirono un intero quartiere per i meno agiati in cambio di un loro impegno a pregare per loro. Il quartiere in sé non è strepitoso ma l’idea che ne sta alla base invita a visitarlo. Ancora oggi da quanto letto trovano qui alloggio i meno agiati per pochi euro di affitto al mese.

Davanti al Duomo un concerto viene ascoltato in religioso silenzio dalla gente seduta nei locali e sdraiata nei prati circostanti; è un momento magico per la bellezza della musica, per l’attenzione prestata dalle persone anche giovanissime, per le luci notturne che rischiarano la cattedrale circondata da resti romani. Non si sente volare una mosca nel raggio di 200 metri.

Domenica 15 Luglio Norimberga Si parte per Norimberga. Alle 11 siamo in città, riusciamo a parcheggiare vicino al centro e essendo domenica non paghiamo nulla. Tutto quello che c’è da visitare nel centro si vede abbastanza agevolmente a piedi. Come stile è molto più antico di quello che ci si aspetterebbe da una città completamente distrutta 60 anni fa. Ma come scopriremo durante il viaggio la ricostruzione fedele ai monumenti originali è stato uno degli aspetti che hanno caratterizzato il dopo guerra. Il centro è pedonale, acciottolato, con case medievali, chiese antiche distrutte ma ricostruite.

Nella piazza centrale c’è una cattedrale con un orologio le cui statue si muovono al battere del mezzogiorno; a quell’ora la gente si ferma, alza il viso e aspetta il battere dell’orologio. In piazza c’è anche una fontana barocca. La “fontana bella”.

La zona sud è molto carina con la chiesa di San Lorenzo, le vie sono piene di negozi, di posticini piacevoli dove fermarsi per mangiare qualcosa.

Poi siamo andati nella zona sud-est a cercare i resti di quel mostro chiamato Nazismo.

Norimberga infatti sarà associata per sempre al ricordo del nazionalsocialismo, non solo perché qui si è tenuto il più famoso processo di tutti i tempi al termine della guerra, ma perché in questo luogo si tenevano le adunate del partito.

Oggi la città ha scelto di non dimenticare. I resti imponenti ci sono ancora e basta intravederli per fare venire alla mente le immagini di adunate imponenti e inquietanti. C’è lo stadio, il grande viale delle adunate; sempre in questa zona Norimberga scelse di costruire un Museo del Documento in cui con fotografie e filmati mostra come sia nato il partito, come abbia costruito il consenso, e come sia riuscito a rendere fanatiche le masse.

Fin dal secondo giorno abbiamo capito che qui nessuno vuole dimenticare.

Il museo ti accompagna nel viaggio del Nazismo fino alle sue svolte più tragiche fino al processo in cui si definì per sempre che certe azioni sono delitti contro l’umanità e che meritano punizioni definitive.

Siamo solo al secondo giorno ma con la sensazione che questo paese ci donerà sensazioni e ricordi intensi e preziosi, perchè viaggiare e vivere sulla propria pelle certe emozioni non te le può regalare nessun libro o filmato.

Lunedi 16 Luglio Wurzburg Partiamo da Norimberga con calma in quanto siamo diretti a Wurzburg che le guide ci dicono si possa visitare in poco tempo. Arriviamo alle 11 del mattino. In luglio in Baviera fa caldo come in Italia ma il vento fresco rende il clima molto più piacevole. A vista d’occhio dall’alto della fortezza, abbiamo contato almeno 17 chiese. Il Meno, il fiume che poi ritroveremo a Francoforte la costeggia e sembra molto vissuto, infatti anche su questo lungo fiume c’è una zona di locali, e le merci viaggiano sull’acqua. Nella piazza centrale della cittadina c’è un mercato giornaliero molto grande. Le vie sono pienissime di negozi, di locali caratteristici, di gente che cammina, chiacchiera, beve, ma senza un rumore di fondo fastidioso come in molti centri affollati, e in gran parte dipende dal fatto che i centri storici sono pedonali e attraversati da mezzi pubblici silenziosi.

Il ponte pedonale sul Meno pieno di statue di santi, illuminato di sera è bellissimo, uno dei ponti più belli che abbiamo mai visto.

La Residenz ha un piazzale molto grande adibito a parcheggio ma non affollatissimo; anche in questa città i parcheggi non mancano. La Residenz è molto bella imponente di un colore tendente all’ocra che al tramonto risalta in modo particolare; La fortezza che dall’altro lato del fiume sovrasta la città è imponente, di un ordine e imponenza che scopriremo nel seguito del viaggio tipicamente tedesco. Da la sopra si gode uno spettacolo strepitoso sia di giorno …Ma soprattutto al tramonto. Si può arrivare fino alle basi della sua struttura in auto e poi arrampicarsi un poco; lo facciamo sia al pomeriggio che al tramonto e scattiamo foto bellissime.

Quello che ispira maggiormente di questa città sono i suoi colori al tramonto, la vista della città dalla fortezza, il ponte pieno di statue che porta in centro, i dettagli osservati dall’alto al tramonto con la magica sensazione che si prova quando ci si sente davanti a uno spettacolo. E’ bello poterla assaporare nel profondo e non solo per le bellezze artistiche e naturali, ma anche per l’armonia e la pace che trasmette.

Ritorniamo in albergo estasiati dallo spettacolo, perdiamo la strada a causa della stanchezza almeno tre volte ma alla fine arriviamo.

Martedi 17 Luglio Dresda Partiamo da Wurzburg alle 7,30 e alle 11 siamo in Turingia regione dell’ex Germania dell’est, vicino a Weimar la città dei lumi; stiamo andando al campo di concentramento di Buchenwald. Si varca la rete di recinzione e l’indicibile comincia. Piazzole lunghe piene di pietre nere raccontano di dove le baracche/blocco accoglievano un numero infinito di vite umane giunte alla fine del viaggio. A delimitare quelle baracche sono rimaste solo dei sassi con il numero dei blocchi. Poi si arriva all’infermeria dove venivano eseguiti ogni genere di esperimenti compreso inoculare il virus della febbre petecchia volontariamente, per studiare le reazioni, visto che era una malattia mortale. Quando gli esseri umani dentro i campi erano diventati cadaveri viventi qui in infermeria venivano tolti anche i denti d’oro.

Dopo di che si arriva alla zona di smaltimento cadaveri, qui tutti i cadaveri ridotti pelle ed ossa alcuni torturati in modo inimmaginabile, venivano cremati in modo sistematico.

La zona dei forni crematori era una catena di montaggio, precisa per svolgere in modo metodico lo smaltimento dei cadaveri, che presi dal mucchio venivano ancorati a dei ganci in fila fino al forno. Dentro il campo di concentramento vi è anche un museo che tramite foto, documenti, oggetti, racconta in modo dettagliato tutto questo orrore. Si passa attraverso tutto questo senza trovare risposte o spiegazioni accettabili a quanto si vede. Non so quale sia l’atteggiamento giusto per visitare un luogo che è stato campo di concentramento. Indignarsi, disgustarsi, soffrire, disperarsi… Non lo so. Fa sicuramente riflettere sul fatto che l’essere umano è sempre stato capace di atrocità disumane e inutili e sempre lo sarà. Troppo orrore…È stato doveroso passare di qui ma troppo orrore, usciamo con una brutta sensazione di vergogna come esseri umani. Ricordiamoci di questa esperienza anche perchè sarà difficile da cancellare ma andiamo avanti nel nostro viaggio, non vogliamo più parlare di Buckenwald. Ci aspetta Dresda.

Altre due ore di viaggio e ci siamo; alloggiamo 14km fuori città e subito andiamo a dare un’occhiata in centro.

E’ una città i cui antichi fasti e le antiche culture vengono raccontate dai suoi palazzi, dalle sue vie, dalle sue chiese, dai suoi ponti. Penso che la fatica e la volontà di ricostruirla fedele all’originale sia proprio l’orgoglio di non perdere e dimenticare periodi molto più gloriosi in termini di arte e cultura che gli ultimi 60 anni.

Il centro è molto vivo non è solo antico ci sono anche viali grandi e zone completamente moderne e piacevoli come quella vicino alla stazione centrale.

La prima sera Dresda ci ha offerto due ore di tramonto sconvolgente a partire dal rosseggiare del cielo pieno di mongolfiere, fino all’orizzonte che diventa completamente rosa e si specchia nelle acque dell’Elba.

Il lungo fiume è molto grande fatto di piste ciclabili, prati enormi dove la gente si ritrova per concerti, per bere qualcosa, per ritrovarsi insieme.

Intorno ai monumenti ci sono artisti di strada che suonano musica classica soprattutto con violini e questo rende l’atmosfera di questa città unica; spesso sono ragazzi giovani che suonano per ore strumenti da conservatorio; la gente si ferma, si siede sui gradini e li ascolta in silenzio, con molto rispetto e un po’ sognante.

Mercoledi 18 Luglio Dresda Dresda vista con calma ha molto da offrire, non solo per quanto scoperto un po’ velocemente ieri sera, ma per i suoi spazi i suoi monumenti a volte un po’ coperti dai lavori in corso, soprattutto per l’aria che si respira. Al di la del fiume ci sono viali alberati pieni di panchine, negozi, posti dove mangiare.. Siamo tornati nella zona della chiesa più antica e dietro si apre lo Zwinger che offre un cortile interno con fontane e monumenti. Ci sono decine di statue alcune ancora da pulire o restaurare; fare un giro sui bastioni fa scoprire altri scenari, si vedono da lontano i quartieri dell’edilizia russa ma si vedono anche le vie dell’antica Dresda, i suoi tetti e le sue chiese. Al tramonto da queste mura si apre uno scenario da cartolina con i colori del cielo che tinteggiano la città di colori romantici, tenui e a volte intensi, con le ombre dei monumenti che si allungano. La città ha anche un quartierino fatto di locali dove si mangia con poco e si gode di un atmosfera particolarmente accogliente e amichevole . La Firenze sull’Elba ci ha proprio conquistato con la sua bellezza antica che si mischia alla voglia di ricostruire. Quasi sul fiume c’è Furstenzug un capolavoro su un muro raffigurante un corteo di sovrani sassoni fatto da 24.000 piastrelle di porcellana.

Frauenkircke, la chiesa di nostra Signora è un capolavoro del barocco sia fuori sia soprattutto all’interno dove più che una chiesa sembra un teatro. L’atmosfera di Dresda, la sua bellezza, la sua eleganza rimarranno un ricordo indimenticabile di questa vacanza.

Giovedi 19 Luglio Potsdam – Berlino Arriviamo a Postdam, dove visitiamo una residenza molto grande non fastosa come quelle francesi, più pratica e austera, ordinata ma molto bella. Postdam è vicinissima a Berlino, così nonostante ci siamo stati solo 5 mesi fa, alla sera decidiamo di ritornarci; circolare a Berlino è facilissimo in auto tanto è vero che parcheggiamo facilmente dietro il parlamento (gratis).

Mi chiedo come sia possibile che una città con 3,5 milioni di abitanti non abbia traffico alle ore 18; ce ne eravamo già accorti in febbraio ma chiaramente guidandoci è un altra cosa; i mezzi pubblici devono funzionare davvero bene non c’è altra spiegazione.

Ritroviamo una città viva con i tigli non più spogli lungo viale unter den linden, e vediamo una magica Brandemburg tor illuminata, andiamo fino al Berliner dom che di sera con le sue fontane, le sue luci e i suoi fiori ci offre uno spettacolo che non dimenticheremo. Proseguiamo per l’isola dei musei e scopriamo che i Berlinesi amano passare le serate nei parchi lungo il fiume a bere birra. Ci accomodiamo anche noi tra loro, ci concediamo una birra sulla Sprea godendo di quell’atmosfera da crepuscolo, con gente che ride, ascolta musica, beve ed è magia.

Domani lasciamo la Germania dell’est e puntiamo a nord; direzione: mar Baltico Venerdì 20 Luglio Schwerin Si parte da Berlino e in due ore di auto siamo a Schwerin praticamente sul mar Baltico, siamo ancora nell’ex Germania dell’est. Come a Dresda la differenza si vede e si sente su pelle, difficilmente la gente capisce l’inglese o il francese e tanto meno ti rispondono in queste lingue.

Schwerin è una località bella, turistica, ma di un turismo esclusivamente tedesco e non giovane. Si adagia sulle sponde di un lago, ha un bellissimo castello che nulla ha da invidiare a certi castelli francesi, tra l’altro si vede chiaramente che hanno appena finito di restaurarlo. Oltre a colpire la fantasia vedendolo dall’esterno, ti accoglie con un parco immenso a bordo lago. Risulta molto piacevole per il vento, il sole, i prati, gli alberi, insomma si sta bene.

Si entra in città passando da una via molto austera anch’essa rifatta da poco, ma poi si aprono una serie di viette più antiche, piene di negozi e posti dove mangiare che portano all’altra sponda del lago e anche da questo lato il lungo lago offre scorci molto carini.

Sabato 21 Luglio Lubecca Oggi visitiamo Lubecca città dalla storia importante; la città ci offre scenari bellissimi, un lungo fiume fatto di locali, spazi aperti, viali alberati, vie del centro con negozi, piazze in stili diversi, che sembrano creare un contrasto armonioso, vie che salgono e scendono; nulla di spettacolare ma molto piacevole e armonioso, e soprattutto un altro volto ancora della Germania.

Alla sera la città si svuota in quanto a pochi chilometri c’è una spiaggia che si chiama Travenunde che sembra essere un misto tra una zona turistica spagnola e una della Camargue ma con un ordine tipicamente tedesco almeno fino a quando non si arriva alle spiagge sovraffollate di gente che le vive fino all’ultimo momento della sera (ovviamente il bagno è riservato ai tedeschi); si vedono partire grosse navi che vanno in Scandinavia c’è un bel festival sul lungomare con centinaia di chioschi che rappresentano le varie tradizioni culinarie tedesche. Una serata bellissima, fatta di mar Baltico, navi che solcano il mare, gente gioiosa, un tramonto dolce; si riparte per l’albergo con la consapevolezza che questo viaggio intenso e veloce ci sta regalando talmente tanti scenari diversi che se non li descrivi subito li dimentichi, non perché essi siano dimenticabili ma perché ci siamo imposti di vedere tutto ciò che volevamo in pochi giorni, e c’è l’abbiamo fatta, ma la nostra mente sarà in grado di stare al ritmo della nostra anima con i ricordi? Domenica 22 Luglio Brema Brema è una città antica e ordinata, sembra una città in attesa perenne del Natale, ti viene facile immaginarla in inverno sotto i fiocchi di neve e le luci natalizie. C’è un negozio che vende tutto l’anno addobbi natalizi elaborati con la cura di chi nel Natale vede ancora un momento di bellezza. Brema la città dei quattro musicanti…E il gatto singhiozzò: “ora non so proprio dove andare, non so proprio come fare!”. “Allora vieni a fare il musicista con noi a Brema” gli dissero insieme l’asino e il cane. Questa favola dei fratelli Grimm rappresenta bene l’atmosfera di questa città, e per le sue vie i musicanti ci sono davvero, suonano antichi strumenti a manovella oppure sono ragazzi che suonano per ore instancabili musica classica; tutti contribuiscono a dare l’impressione di inseguire un sogno antico, la musica che diventa arte, suonano quella parte della musica che tocca le note dell’anima senza bisogno di parole. Questo suono dolce che ti accompagna per le vie della città ricorda le radici della cultura europea, fatta di artisti che della malinconia, hanno saputo fare poesia allo stato puro. Perchè la poesia tocca la perfezione dei dettagli. Brema ha due quartieri particolari anche se piccoli, quello degli artisti dove risiedono botteghe artigiane e che sbuca sulla piazza centrale, e quello dei pescatori.

Questo quartiere si chiama Schoon… Che deriva da filo, come il filo dei pescatori, come il filo che unisce stili diversi. Qui, dove tra l’altro si trova il negozio degli addobbi natalizi è tutto particolarmente accogliente di giorno con i suoi negozietti antichi, pieni di oggetti particolari molti vecchi, alcuni frutto di un artigianato ormai perso, è accogliente anche per i suoi locali piccolissimi dove ci si siede l’uno vicino all’altro; ci sono un paio di vie dove si passa solo in fila indiana e anche li sbucano gli ingressi di localini; questo quartiere è magico al tramonto, e non importa se i negozi sono chiusi, si può sbirciare nelle vetrine e passeggiare nella sua tranquillità con passi lenti per assaporare una magia.

I quattro musicanti di Brema vengono rappresentati in tutti i modi per la città e fanno sorridere come una fiaba ascoltata nella sera di natale. Intorno al cuore della città c’è Weser un fiume che è luogo di lavoro e svago con i suoi locali, i suoi parchi attorno, a mezzogiorno anche noi tre ci siamo concessi una domenica sui prati ad osservare e riposarci.

Lunedi 23 Luglio Colonia Oggi andiamo a Colonia. Sono quattro ore di auto perchè anche se sono solo trecento km da percorrere la strada è piena di lavori in corso e si formano continuamente code. Arriviamo all’hotel etap dove il chek in automatico è una vera genialata, perché quando sei stanco non c’è nulla di meglio che poter arrivare in un posto e prenderti la tua stanza senza nemmeno dover parlare con quello della reception.

Arrivare in centro in auto è semplicissimo e anche questa città come quelle viste fino ad ora ha centri pedonali enormi serviti da efficienti mezzi di trasporto e piste ciclabili a non finire. Qui ancora più che a Dresda notiamo che i tedeschi quando piove non si fanno minimamente disturbare dal mal tempo, pochi ombrelli e tante biciclette con tanto di bambino nel sidecar.

Arriviamo in centro e andiamo a zonzo per le vie affollatissime anche con la pioggia, piene di negozi e di locali dove mangiare veramente di tutto.

Il duomo è di un imponenza impressionante, forse solo a Chartres ci ha dato la stessa sensazione di grandezza. E’ altissimo e imponente peccato sia cosi sporco, ma forse anche questo fa parte delle sue caratteristiche anche se abbiamo letto che ogni anno vengono spese somme impressionanti per la sua manutenzione.

Dietro al duomo passa la stazione centrale e questo obiettivamente crea degli spazi un pò inquietanti, si aggirano ragazzi un po’ stralunati e con aria da fantasmi ma assolutamente innocui. Può essere che la polizia qui sa essere estremamente dura quando superano il limite, obbiettivamente non danno alcun fastidio.

Subito alle sue spalle si sbuca sul Reno che si mostra imponente e sporco, solcato da ponti che collegano il centro alla vecchia Colonia quella che si considera il cuore originale di questa città.

Per questa giornata fatta di km in auto e pioggia può bastare dunque torniamo in albergo e ci programmiamo la giornata seguente che sarà completamente dedicata a Colonia. Martedi 24 luglio Colonia Andiamo a Dunstet, il cuore antico di Colonia; è una zona non turistica ma molto piacevole, piena di negozi, con tanti ma proprio tanti panifici e viette antiche e strette. Da questo lato si ha una bella vista su Colonia e il suo duomo da qui apprezzato nella sua imponenza; camminiamo sul lungo fiume accompagnati da un vento che non scherza affatto ma lo spettacolo merita perché da questo lato si vede insieme la città moderna e quella antica distese insieme come una signora elegante ma un po’ severa sulle rive del suo Reno.

Torniamo al di la del fiume nel centro della città, percorriamo a piedi tutte le vie commerciali che sono davvero tante e zeppe di locali e negozi moderni; sarà la gente che mangia per strada, sarà che qui l’eleganza non è un must ma è veramente bello il centro di Colonia.

Colonia da questo lato del Reno fa molto Europa moderna che lavora ma tiene le città a misura d’uomo. Abbiamo passato ore senza nemmeno rendercene conto a camminare per la città, ovviamente ritornando anche al duomo, e sul lungo Reno che quando non piove è pieno di tavolini dei locali che si distendono sulle sue rive o di attracchi dove battelli partono per arrivare a Dussendorf e a Koblenza.

Siamo tornati in albergo per un paio d’ore per tornare di notte a fotografare il duomo dalla riva opposta del Reno, ed è uno spettacolo magnifico, non sembra nemmeno reale come si staglia nella notte sul nero del cielo e sulle luci della città che al suo confronto sembra cosi piccola.

Mercoledi 25 luglio Francoforte Siamo partiti da Colonia alle 7,30 e alle 9,30 siamo a Koblenza per ridiscendere una parte del Reno costeggiando le sue sponde. Al Deutsches Eck si arriva tranquillamente a piedi attraversando la città vecchia rigorosamente pedonale e da qui si gode uno spettacolo particolare. E’ in questo punto infatti che la Mosella si incontra con il Reno.

Saliamo sulla collina sopra la città dove dalla fortezza (si paga 1,5euro e il parcheggio è gratuito) lo spettacolo è impagabile. Si apre uno spettacolo fatto di paesaggi dolci e romantici con i due fiumi di due colori diversi, azzurra la Mosella più tendente al grigio il Reno, entrambi solcati da battelli e ponti; ci fermiamo a bere una birra e a mangiare un pezzo di torta ma è solo la scusa per godere di quel paesaggio stupendo. Bisogna venire qui e immaginare Goethe che viaggia e scrive…

Decidiamo di costeggiare la sponda sinistra del Reno scendendo verso sud e passiamo rive molto accoglienti che ricordano un armonia che solo la natura sa creare; è la Germania dalle case bianche e dai tetti neri sulle rive del fiume.

Mainz la saltiamo perchè ci fa perdere un sacco di tempo nella sua periferia con indicazioni incomplete (nessun cartello indicante zentrum, abbiamo girato come trottole).

Arriviamo a Francoforte, oggi è stato un altro giorno di quelli tosti ma come al solito ne vale la pena, in fondo lo scopo è il viaggio.

Francoforte è stata una vera sorpresa, un toccasana alla stanchezza che un pò stava tentando di fare capolino.

La città della finanza offre una serie di scenari che fanno venir voglia di lei.

Il centro ricostruito con minuzia è antico e medioevale, con una piazza decorata da locali tipici, da fiori, e sovrastata dal duomo di colore rosso, che alla sera abbiamo sorpreso in una foto con la luna alle spalle.

La borsa risiede in un vecchio palazzo che ha davanti a se un monumento moderno che vuole rappresentare cosa succede all’interno delle sue mura: Un orso e un toro in bronzo si sfidano e si guardano negli occhi; un ragazzo, probabilmente uno di quelli che in borsa ci lavorano si avvicina e ci chiede in inglese se sappiamo il significato di quel monumento: gli rispondiamo che lo sappiamo e lui ci dice che allora è con il toro che bisogna fare la foto, poi sorridente ci saluta e se ne va: l’orso rappresenta la borsa di Francoforte quando butta giù i mercati, il toro quando li rialza.

Le vie commerciali sono grandi, alberate, piene di negozi; ovunque sopra la parte antica si stagliano i grattacieli moderni e non creano contrasto, anzi sembrano la perfetta unione di passato e futuro: questa è una caratteristica di Francoforte; abbiamo scattato una foto che rappresenta bene questa sensazione: è un grattacielo che si intravede attraverso i portici fioriti di un palazzo antico.

Le persone qui sono piu multietniche rispetto alle altre città tedesche che abbiamo visto.

Andiamo dall’altro lato del Meno passando attraverso uno dei ponti illuminati. Qui troviamo gente che corre, va in bicicletta, beve birra e chiacchiera allegramente ma senza chiasso, tutto in mezzo a musica a basso volume e al lume di candela dei vari chioschi. Sul lato sinistro del ponte si apre uno scenario strepitoso creato dallo skyline dei grattacieli di vetro e acciaio che al tramonto specchiano i colori riflessi del sole nelle acque del fiume, mentre sulla destra del ponte si specchia nel Meno la Francoforte più tradizionale fatta di chiese e palazzi antichi.

Per avere il tempo per riempirsi gli occhi e la memoria di questo spettacolo ci siamo fermati a bere a lume di candela. Serata memorabile.

Giovedi 26 luglio Stoccarda e Strasburgo Partiamo da Francoforte e andiamo a Stoccarda che visitiamo più per lo scrupolo di non perderci qualcosa di interessante che per reale convinzione. Ma non ne valeva la pena per la troppa coda trovata poi ad uscire dalla città e il traffico stesso della città, che tra l’altro a parte la residenza con una grande piazza davanti, non ha molto da offrire. Questa città è molto diversa dalle altre visitate, manca di ordine, di zone pedonali ed è più caotica.

Ma il viaggio continua, passiamo dalla Germania alla Francia semplicemente attraversando il Reno, qui alla domenica quando vai a fare un giro in bicicletta puoi dire che vai in un altra nazione. Potere dell’Europa unita, e pensare che questi due paesi si sono fatti la guerra per secoli! Si arriva a Strasburgo dove alloggiamo al quartiere delle istituzioni europee.

Visitando il centro, Strasburgo ci da l’idea di una piccola Parigi per i suoi angoli curati con la tipica delizia francese. Ma lo spettacolo più impressionante si deve ancora aprire davanti agli occhi di tre viaggiatori che devono ormai ammettere di essere un po’ sfiniti. L’ennesima magia del viaggio è la cattedrale che dalle dieci alla una di notte si riveste di colori e luci che vengono proiettati sulla sua facciata ma anche dal suo interno, al ritmo di musica classica. Risulta difficile descrivere questo spettacolo trasmettendone compiutamente le emozioni. Le luci mettono in risalto dettagli meravigliosi che con la luce del giorno non si notano, mentre le musiche accompagnano questo spettacolo strepitoso.

Torniamo in hotel più soddisfatti che mai ed entusiasti perché domani ci attende un angolo di Francia che avvertiamo sarà indimenticabile. Venerdi 27 Luglio Strasburgo Visitiamo la cattedrale e staresti ore a catturarne i particolari, al suo interno oltre a un Cristo in croce che sembra poterti guardare negli occhi, c’è l’orologio astronomico; alle 12,30 si mette in moto; ti fanno uscire e rientrare a pagamento; non potendo entrare entrambi Alberto rimane fuori con il nostro labrador.

E’ stato veramente un regalo indimenticabile. Quell’orologio rappresenta arte e scienza che si fondono, razionalità ed estro che insieme si uniscono per volontà degli uomini con l’intento di lasciare un messaggio all’umanità; per questa opera d’arte hanno collaborato matematici, orologiai, falegnami, pittori, scultori, tutti uniti in un solo obiettivo, lasciare all’umanità un opera d’arte che rappresenti il momento in cui l’uomo ha iniziato a capire e ad impossessarsi del concetto del tempo che scorre inesorabile.

Come hanno scelto di rappresentarlo è ancora più magico, non solo dando dimostrazione delle loro capacità tecniche e scientifiche e facendole arrivare fino a noi, ma anche utilizzando simboli come la morte che arriva per tutti, il bambino che nel mezzogiorno della tua vita ti chiede se stai sprecando il tempo, ma non il tuo, quello dell’umanità perché il tuo tempo è un pezzetto del tempo dell’umanità; e alla fine il Cristo che ci accoglie…

Ma lo scopo dell’orologio non è rappresentare che c’è sempre una fine, ma ricordare quante cose ci sono da fare, come umanità, prima della fine, e lo fa richiamando i grandi del nostro passato, le forze della natura, lo scorrere inesorabile delle fasi lunari, degli astri e del moto perpetuo della terra.

E’ un misto tra terrificante e mistico sentire nella cattedrale i colpi della morte che a mezzogiorno e mezzo danno via alla rappresentazione dell’inizio della fine. Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo non per grandiosità ma per parsimonia di questo dono che è la vita. Sono uscita con le lacrime agli occhi.

Poi siamo andati a zonzo per la cittadina, caratterizzata da vie piccole, e che rappresenta bene quella Francia che fa spazio al moderno senza sacrificare il suo passato fatto di arte e cultura.

Anche se le targhe delle sue vie oltre che in francese contengono indicazioni in tedesco essendo una città di confine, che differenza con le città tedesche, meno rigore e più armonia.

Abbiamo pranzato sull’Ill con una tarte e verdura fresca e acqua gentilmente offerta a Dante dalla signora del locale che vedendolo si è emozionata ricordando il suo labrador con il quale ha vissuto 17 anni.

Dopo questo momento sul fiume a goderci la pausa abbiamo fatto un giro in trenino e li devo ammettere che è stato dolcissimo, sarà stata la musica che ci accompagnava, sarà stato noi tre stretti stretti a vedere lo spettacolo di questa città, sarà stata la città stessa, ma non sarei più scesa.

Alla sera siamo tornati in centro per vedere i ponti illuminati e pieni di gerani, e soprattutto per rivedere lo spettacolo della cattedrale; lo abbiamo visto tre volte consecutive di cui l’ultima sdraiati per terra in prima fila e non ci bastava mai.

Sabato 28 Luglio Si torna a casa Dopo Strasburgo ad un viaggio non serve altro, e si riparte per casa con questi ricordi negli occhi.

Il viaggio di ritorno è stato un pò pesante, era un giorno di grande traffico, infatti per evitare ore di coda al tunnel del San Gottardo come aveva preannunciato la radio, abbiamo fatto il valico ma un po di apprensione c’è stata.

Alle cinque siamo a casa, Dante ha le piaghe sui piedi e guarda il divano come un miraggio, noi siamo stanchi ma felici, quante cose abbiamo visto, quante cose abbiamo imparato, persino ora che abbiamo finito di riscriverle sul diario abbiamo la sensazione che non possiamo avere visto tutto in cosi pochi giorni; a volte è stato faticoso, ma ogni giorno il viaggio ci ha fatto una sorpresa grazie alla quale ci siamo ricaricati riuscendo così a vedere tutto ciò che ci eravamo prefissati di vedere. E’ proprio bello essere cittadini del mondo.



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