Turchia a due velocità
Quindi, salvo qualche eccezione, non mi soffermerò tanto sui luoghi, che già altri hanno più volte descritto, quanto piuttosto su alcune impressioni. Se poi qualcuno vorrà contattarmi sarò ben lieto di dargli info più precise.
Ma prima alcuni dati logistici con i relativi consigli e sconsigli.
Trasporti: Volo low cost da Bergamo a Istanbul effettuato con MYAIR (210 a persona A/R); puntuale e buon servizio. Estremamente disorganizzato lk’aeroporto di Bergamo in partenza quando, con due voli extra UE in partenza e due soli varchi aperti per controllo passaporti, non sono state create due file separate per cittadini UE ed extra UE, con conseguente formazione di coda selvaggia e rischio per quelli in fondo alla fila di perdere il volo. All’aeroporto di Sabiha a Istanbul è tutto molto caro; un primo assaggio di come parte della Turchia vede il turista.
Trasferimento da aeroporto Sabiha a Istanbul con navetta Havas (19 lire turche, 1 YTL=+/- 0.60 €), ma è comodo anche prendere l’autobus 10E x KadiKoy e poi in traghetto si arriva a Sultanahmet. Costa meno, ma soprattutto si comincia ad apprezzare la città dal mare e non si rischia di restare imbottigliati all’ingresso dei ponti sul Bosforo.
Per gli spostamenti interni abbiamo utilizzato gli ottimi pullman a lunga percorrenza, a volte anche le corse notturne; non si dorme a meraviglia ma si ammortizzano tempo e denaro. Per alcune destinazioni meglio prenotare qualche giorno prima perché i pullman si riempiono in fretta e si rischia di dover prendere i successivi. Sempre divertenti, anche se per brevi tratti, i dolmus (pulmini locali).
Taxi: contrattare sempre la tariffa prima di partire.
Mezzi pubblici di Istanbul: ottimi ma a mezzanotte fine servizio. Se riuscite, procuratevi il gettone AKBIL: si acquista presso baracchini dedicati: costa 6 YTL di deposito, che saranno restituite a fine utilizzo, e poi si ricarica presso gli stessi baracchini. Oltre a essere comodo, le corse costano il 10% in meno. A Sultanahmet è praticamente introvabile, ma si trova + facilmente sulla sponda asiatica.
Volo interno Pegasus da Istanbul a Kayseri, prenotato in internet a 45 YTL a persona: un’ora di ritardo ma nel complesso è OK.
Noleggi: se volete noleggiare due ruote a Urgup, troverete solo scooter di piccole dimensioni e di piccola cilindrata. Se siete in due, con lo stato delle strade non li consiglio. Trovate più scelta a Goreme.
Alberghi; il migliore ed il peggiore: A Urgup in Cappadocia: Assiana House a 45 €; un sogno: casa nella roccia magnificamente ristrutturata, terrazza su cui cenare e fare colazione, proprietari deliziosi e cuoca sopraffina. Aperto da poco, forse i prezzi non rimarranno questi a lungo.
Ad Antalya: ALP Pasa a 80 € (mezza pensione). Vivamente sconsigliato; nonostante sia in pieno centro storico e in un bellissimo antico palazzo ristrutturato. Il personale è piuttosto scortese e si paga tutto come extra a prezzi esosi quel che altrove è disponibile gratuitamente (connessione internet, bevande a tavola).
In generale, per mangiare e dormire i prezzi sono più che abbordabili, ma attenti che qualche “pettinata” a sorpresa può sempre capitare. Chiedere sempre (e contrattare) i prezzi, se sono in YTL o €, e se il pagamento con carta di credito è accettato e se c’è commissione.
Sono a disposizione per chi volesse i dettagli più precisi su ristoranti, alberghi e pensioni.
Venendo invece alle riflessioni che hanno ispirato il titolo, direi che la Turchia l’ho vista come un luogo in parte ancora autentico, dove il turista è semplicemente uno straniero con cui fare quattro chiacchiere (a gesti, visto che l’inglese parlato è poco, come pure tedesco e francese) o da aiutare se chiede indicazioni o a cui servire le proprie specialità. Questa anima del paese mi è stata particolarmente cara; ho trovato persone onestissime e disponibili sia nei luoghi meno frequentati, sia in città. Questa è anche la faccia del paese della grande natura; mare, montagne, fiumi e laghi ancora poco rovinati dalla presenza umana, o dove questa è ben inserita. L’altra faccia del paese riflette invece l’invasione della modernità e della corsa al benessere, con tutti i suoi pro e contro. Tra i pro trasporti e servizi spesso moderni e professionali, tra i contro un’industria del turismo cresciuta in modo disordinato: quindi coste devastate da pensioni e seconde case abusive (veramente brutte), prezzi impazziti che raddoppiano un anno con l’altro, luoghi in cui, se non si chiede e contratta il prezzo in anticipo, ti sparano un prezzo 5 volte il normale. Con la conseguenza che l’offerta di servizi (pensioni, ristoranti, noleggi) è paradossalmente talmente vasta da non permettere di scegliere il meglio e che il turista è pollo da spennare per definizione sfruttando la non conoscenza della lingua ed a cui servire cibi standard. Il che, a prescindere dagli aspetti strettamente economici, ti fa conoscere un paese diverso da quello che stai visitando. Comunque, forte della prima esperienza, mi piacerebbe tornare, in Turchia in generale ed in alcuni luoghi in particolare, ma sicuramente fuori stagione. Non che in agosto si faccia fatica a trovare trasporti e sistemazioni, ma la caccia al turista in questo periodo è un po’ troppo intensiva.
Ma d’altronde c’è poco da criticare, sotto molti di questi aspetti i turchi hanno gli stessi difetti degli italiani.
Infine due puntualizzazioni.
La Lonely Planet, edizione italiana 2004 ma in Francia è disponibile la 2007, si è dimostrata ancora una volta (come già in Siria) poco affidabile. Sicuramente per quanto riguarda i prezzi (ma vabbè, sono passati 3 anni) ma soprattutto alcuni suggerimenti su ristoranti e alberghi ignorano molta dell’offerta disponibile e si rivelano buone indicazioni una volta su due. Posso capire l’immensità del paese, ma certe recensioni sembrano fatte per sentito dire o su ricerche indirette e non sulla base di esperienze dirette. Inoltre comincio a pensare che i redattori, prevalentemente anglofoni, sui paesi del vicino oriente abbiano gusti poco compatibili col lettore europeo medio.
Gli Hammam turchi sono stati una delusione. Avevo fatto la prima esperienza estremamente gratificante in Siria e pensavo che la patria del bagno turco non poteva che confermare l’impressione. E invece no. A Istanbul i bagni turchi meglio tenuti sono essenzialmente una delle tante mete turistiche, e fin qui poco male, ma soprattutto i prezzi sono ormai prezzi europei. Anzi, più cari ad esempio di quello di Madrid. Nelle altre città i prezzi sono più abbordabili, ma gli edifici non sono così ben tenuti né particolarmente frequentati. E per frequentati intendo dire che forse è una tradizione che va perdendosi e che sopravvive solo per i turisti. Anche il servizio non regge il paragone con la Siria.
Buon viaggio in Turchia