Italiani alle Azzorre
www.Windguru.Com ci è stato utile per vedere le previsioni del tempo.
Il nostro viaggio Quando Dal 22 giugno all’ 8 luglio Quanto 1.600,00 € a persona Voli Volo TAP Roma Fiumicino / Lisbona /Horta Volo TAP Sao Miguel / Lisbona / Roma Fiumicino Voli interni Volo SATA Horta / Flores Volo SATA Flores / Sao Miguel Trasporti Faial – Auto Faialense (Ford Fiesta a 32 € al giorno – assicurazione base) Pico – Auto Tropical (Renault Clio: 123,00 € per 4 giorni – assicurazione base) Flores- Auto (Matiz: circa 100 € per 2 giorni – senza assicurazione) Sao Miguel – (Cat C 233,00 € per 5 giorni – senza assicurazione) Traghetto Horta – Maddalena (6,60 x 2 pax) Alloggi Faial – Castel Branco – Quinta De Meia Eira (80 € al giorno) Pico (Prahinja – da Maria Serpa) – casa tipica in pietra lavica con vista oceano (80 € al giorno) Flores – Faja Grande da Argonauta (75 € al giorno) Sao Miguel – Caloura – Quinta de Altamira – villino a 300 € per 5 giorni Ristoranti consigliati Horta – Capitòlio (28,50 € x 2) Horta – Canto da Doca (36,00 € x 2) Horta – Capello- Vista de Baia (24,55 € x 2) Pico – S. Roque Aguas Cristallina (32,60 € x 2) Sao Miguel – Atlantico al Porto di Vilafranca do Campo (36,85 € x 2) Altro Horta – Whale watching da Norberto 54 € a persona Sao Miguel – Whale watching al Porto di Vilafranca do Campo (dei due posti affiancati, dando le spalle all’oceano, quello di sinistra) 45 € a persona (da non perdere!) Le nostre foto http://picasaweb.Google.It/marrapino/AzzorreGiugnoLuglio2007 Ma ecco il dettaglio del nostro resoconto di viaggio.
Venerdì 22 giugno 2007 Volo TAP Roma Fiumicino/Lisbona e poi Lisbona /Horta (sull’isola Faial) Volando sulle isole non possiamo fare a meno di notare Pico, il vulcano dell’isola omonima che si erge sopra le nuvole (con i suoi 2,250 mt è la cima più alta del Portogallo) con la sua punta perfettamente triangolare di lava scura.
A Horta prendiamo la macchina che abbiamo affittato da Roma all’agenzia Auto Faialense (una Ford Fiesta a 32 € al giorno). Sono le 18.30 (qui siamo due ore indietro rispetto all’Italia) e andiamo all’RT (turismo rurale) Quinta De Meia Eira in campagna con allevamento di mucche. Qui la tradizione vuole che le mucche siano legate al collo con una corda lunga 5-6 mt che si pianta con un paletto in terra. Così loro si possono muovere con un raggio d’azione limitato e non distruggono le coltivazioni. Periodicamente vengono spostate per avere erba nuova.
Cena da Capitòlio, un ristorante a Horta molto carino. Ah! alle Azzorre si mangia carne e pesce con poco: due tonni grigliati (piatto unico più che sufficiente sempre portato con contorno) e due birre per 28,50 €. Pioviggina, ma dura poco.
Sabato 23 giugno Auguri Marco! Un compleanno alle Azzorre … ci si può stare! Ore 7,00 cielo parzialmente nuvoloso, ma le previsioni non sono buone.
Ore 8,00 colazione dolce e salata con marmellata, uova strapazzate e formaggio dell’isola.
Giro con la macchina verso Ovest verso MORRA DI CASTEL BRANCO delle rovine di un castello dove si riesce ad arrivare facendo una passeggiata (in salita) tra eriche rigogliose con una bella vista sull’oceano. Superiamo delle piscine naturali (il cielo è molto coperto e non viene voglia di bagnarsi) e arriviamo a CAPELINHOS, zona formata dall’ultima eruzione che ha allungato l’isola di 2 Km. Qui il paesaggio è desertico, molto suggestivo. Si può passeggiare oltre il faro (che prima dell’eruzione era sul bordo dell’isola) fino al bordo della scogliera per apprezzare i colori della lava e le spiagge nere sottostanti oltre ai nidi delle sterne. E’ un posto lunare che contrasta assai con il resto dell’isola che è stata ormai ripopolata dalla vegetazione ed è lussureggiante. Proseguiamo il giro e arriviamo ad una bella spiaggia (BAIA DI RIBEIRA) nera e ci fermiamo a prendere una pizza (la pizza alle Azzorre è di quelle alte, molto condite di 3 formati, ma basta quello piccolo!): due pizze e due birre per 13,10 €! Proseguiamo per Horta ma giriamo verso l’interno per provare ad andare alla caldera da dove parte un trekking che gli gira intorno, ma ci sono troppe nuvole basse e non si vede quasi nulla. Cena a Horta a CANTO DA DOCA dove ti portano carne e pesce che ti cucini su una pietra rovente.
Domenica 24 giugno Il tempo è bruttino e decidiamo di andare ad Horta per vedere il porto con i suoi caratteristici murales fatti dai naviganti che sono approdati qui, tappa d’obbligo per chi fa le traversate oceaniche. Ci fermiamo a fare uno spuntino alla Baia di PORTO PIM con vista sulla fabbrica museo dove lavoravano i poveri capodogli. Alle 15,00 una volontaria ci fa una visita guidata (solo per noi!) e ci racconta la vita dura degli uomini dell’isola, agricoltori di mestiere, all’occorrenza cacciatori di capodogli. Quando dalle capannine di avvistamento si alzava la bandiera, dai campi correvano alle imbarcazioni per la caccia al capodoglio. L’olio che si ricavava dalla loro testa era merce preziosa molto richiesta dai tedeschi che lo usavano come combustibile. La carne invece veniva trattata per usarla come concime perché non era buona da mangiare. Le ossa, ma soprattutto i denti venivano decorati dai pescatori stessi durante le lunghe ore passate nelle navi durante la pesca e ovunque si possono vedere queste “lavorazioni”. C’è una bella spiaggia nera vicino alla baia (ALMOXARIFE) sempre attrezzata con cabine per cambiarsi e docce e bagni perfettamente funzionanti.
Il tempo sembra migliorare e torniamo alla CALDERA per fare il giro. Inizialmente godiamo di una bella vista: l’interno è completamente ricoperta dalla vegetazione e c’è un laghetto formato dall’acqua piovana. Presto scendono le nuvole e con molta difficoltà riusciamo a tornare al punto di partenza. Cena a Capello da Bella Vista.
Lunedì 25 giugno Il whale watching che avevamo prenotato per questa mattina non parte perché non ci sono le condizioni (nessuna avvistamento da terra!) e decidiamo di partire per PICO alle 10.00, l’isola subito di fronte. Lasciamo la macchina e ci imbarchiamo (6,60 € per due pax) e appena arriviamo affittiamo una Clio (che ci danno per classe A pur essendo di categoria superiore) all’agenzia Tropical vicina al porto: 123,00 € per 4 giorni. C’è un ufficio turistico proprio al porto e prendiamo un po’ di informazioni. Per 80,00 € al giorno (per dormire i prezzi si avvicinano molto di più ai nostri) affittiamo una casa in pietra lavica un po’ fuori PRAHINJA, con vista oceano da una signora (Maria Serpa) emigrata in California e poi tornata al paese natio.
Prendiamo la macchina e andiamo verso sud passando tra le coltivazioni di vite striscianti tra i muretti a secco di pietra lavica, patrimonio dell’Unesco. Ci troviamo sul tragitto una splendida piscina naturale (prima di porto CALHAN 5 Km a sud di Madalena) ed è uscito un po’ di sole: bagnetto! Cena da O Rochedo un ristorante dopo St Roqos dove beviamo vino locale (Basalto) fatto proprio sull’isola.
Martedì 26 giugno Stanotte le berte “piangevano” come bambini, un suono veramente particolare che nel cuore (e nel silenzio) della notte faceva il suo effetto! Il whale watching da Pico non parte, ma da Faial ci vengono a prendere (ormai ci conoscono) con un gommone (54 € a persona, ma ne vale la pena) e andiamo parecchio fuori fino a che non avvistiamo due femmine con un piccolo che soffiano e si immergono e poi tanti, tantissimi delfini che ci saltano incontro! Passando per le strade interne arriviamo a LAJOS per vedere il museo della pesca alla balena. 2 € a persona con foto e filmati d’epoca oltre a strumenti e oggetti recuperati. Bello. Riprendiamo la strada e andiamo a vedere i laghetti interni. Esce il sole e ci regala colori indescrivibili: tutte le tonalità del verde, erica e ginepro la fanno da padroni. Scendiamo per la strada forestale fino a Prahinja e ceniamo in pizzeria per non allontanarci dal paese (11,60 € per una pizza, un hamburger con patate fritte e due birre in bottiglia). Nel pomeriggio chiamiamo i pompieri di Pico per avvisarli che domani saliremo sul vulcano. E’ la prassi che va seguita per stare sicuri; il tempo è dato buono, ma se scendono le nuvole è facile perdere il sentiero e, se quando torni telefoni nuovamente ai pompieri non partiranno le squadre di soccorso per venirti a cercare. Al telefono mi dicono che preferirebbero vederci, ma sono lontani e li convinco che siamo abituati alla montagna e siamo tranquilli. Mercoledì 27 giugno Ci alziamo alle 6,00 e arriviamo all’attacco del sentiero alle 7,30. Il VULCANO è libero da nuvole a parte un anello stretto che lo circonda per metà altezza. C’è una luce meravigliosa e abbiamo due compagni di “scalata”. La salita non è difficile a parte la pendenza in 2 tratti (intorno ai 2000 mt e gli ultimi 70 mt per raggiungere il cono centrale). Il sentiero è segnato da rari paletti in cemento e da altri in plastica bianchi e c’è qualche “ometto” qua e là, se ci fosse la nebbia in alcuni punti sarebbe difficile orientarsi. In 2,30 ore arriviamo in cima dove c’è un’area con delle fumarole calde, se ci si allontana da lì fa freddino perché, anche se c’è il sole, ci sta molto vento. E’ consigliabile infatti attrezzarsi con pantaloni lunghi, scarponi, antivento e racchette da montagna. Dopo la classica foto di vetta riscendiamo fino al cratere centrale da dove si erge il conetto che porta alla cima e lì facciamo una passeggiata sui detriti dove incontriamo delle costruzioni in pietra lavica improvvisate dagli scalatori che hanno deciso di passare la notte lì per fare l’ultima salita all’alba e godere delle luci del mattino già i vetta. In 2 ore scendiamo e torniamo a Madalena da dove telefoniamo ai pompieri per avvisarli del nostro rientro. Andiamo a salutare la signora Maria. Questa sera ceniamo in un ristorante a S. Roque “AGUAS CRISTALINA”dove mangiamo bene e come al solito a buon prezzo. Questa notte Marco, svegliato dal pianto delle berte particolarmente rumorose, decide di registrarle.
Giovedì 28 giugno Colazione in un bar di Prahinja dove a fatica riesco a capire che il thè non c’è (!!!) e, dopo aver ordinato due cappuccini ci spostiamo ai tavoli fuori perché il bar è invaso da una fitta nebbia di fumatori. Si riparte e andiamo al porto passando per le strade interne dei laghi anche se il tempo è bruttino e i colori non rendono giustizia al posto… Accidenti piove di brutto!. Scendiamo dal versante della forestale che arriva a sud (S. CAETANO) e arriviamo alle piscine naturali tra le vigne laviche. Pausa e poi si prosegue per Madalena e poi al porto di CACHORRO dove c’è un camminamento tra la lava, che qui arriva al mare, parzialmente cementato e nonostante questo in parte distrutto dalla forza dell’oceano. Poi continuiamo per St. Luzo a e St. Antonio e prima di S. Roque ci fermiamo in un posto (FURNAS) con delle splendide piscine naturali (subito accanto a quelle artificiali) in un tratto di oceano ben riparato da una muraglia di rocce e scogli di lava pieni di sterne. Andiamo poi a visitare il museo del vino vicino a Madalena. E’ gratuito, ma non è un gran che a parte una stanza dove si può vedere una grossa pressa per pigiare l’uva.
Traghetto per Faial (30 minuti) dove avevamo prenotato una clio per un giorno con la quale andiamo dal nostro amico Francisco a Quinta De Meia Eira per passare un’altra notte prima di volare per Flores. Cena al miradouro sotto Capello al ristorante VISTA DE BAIA dove per 24,55 € riusciamo a mangiare pollo alla brace, cernia grigliata con numerosi contorni 1 caffè e 1 gelato con vino della casa.
Venerdì 29 giugno Sono le 8,30 e facciamo colazione con la famiglia di Francisco. Salutiamo, facciamo un giro dell’isola in macchina sotto una leggera pioggerella. C’è una casa dove c’è una esposizione di artigianato locale dove una signora anziana ricama e fa dei quadretti utilizzando il midollo della pianta del fico. Poi deviamo per la riserva forestale dove troviamo in un recinto dei cerbiatti di taglia piccola e dei giardini molto ben tenuti Alle 14,00 siamo in aeroporto, facciamo il check-in, ma non siamo certi di poter partire per Faial a causa del vento. Dopo 2 ore ci dicono che non si parte e la compagnia aerea ci paga il soggiorno in albergo 4 stelle a Horta dove arriviamo con un autobus privato. L‘albergo è molto accogliente e c’è una bella piscina e facciamo amicizia con una coppia di giovani tedeschi (Jimmy e Susanna) e una ragazza (Simona) anche lei tedesca di Francoforte che va a trovare delle amiche a Faial e ci mette in guardia sulla possibilità che l’inconveniente vento possa persistere. Tuffo in piscina, cena a buffet e passeggiata al porto. Passiamo da Norberto al porto (per il whale watching) che ci dice di provare la mattina dopo per fare un’uscita e ci prendiamo un caffè DA PETER, birreria al porto punto di incontro di tanta gente e di tutti i naviganti che sono di passaggio dalle traversate oceaniche.
Sabato 30 giugno Colazione alle 7,30 con Simona e poi da Norberto che però ci dice che oggi non si esce … Niente balene per oggi. Ci mettiamo in piscina a studiare la mappa di Flores con la speranza di essere lì questa sera. Pranzo a buffet e quando arrivano le 18.00 arriva l’autobus che ci porta in aeroporto. Alle 20,30 ci dicono che il volo non partirà e noi, un po’ titubanti, andiamo a prenotare l’ultimo tentativo che abbiamo deciso di fare per andare a Flores: domani alle 14,00. Ci danno un voucher di 16 € a testa da spendere per la cena e torniamo ad Horta al nostro albergo. Andiamo a mangiare con i nostri amici di “attesa” da Capitòlio dove, alla fine della cena, verso le 11,00 ad un tavolo arrivano le note di un ritmo coinvolgente … dei musicisti un po’ “allegri” cominciano a percuotere strumenti ma anche oggetti …Bicchieri ..Bottiglie… di tutto … e che musica ne esce… che bravi! Dopo il concerto torniamo in albergo.
Domenica 1 luglio Colazione, giro in città e poi alle 12,00 si parte per l’aeroporto. Arriviamo finalmente a Flores, ma non arrivano i bagagli. Salutiamo Simona e andiamo con Jimmy e Susan a denunciare il mancato arrivo dei nostri bagagli. La mancata partenza di alcuni voli ha fatto accumulare le persone e i bagagli e hanno fatto un po’ di casino, qualcosa è rimasta ad Horta… Andiamo comunque con la macchina affittata in aeroporto fino a FAJA GRANDE perché, ci hanno detto, i bagagli li porteranno lì nella migliore delle ipotesi la sera stessa (speriamo perché noi du giorni dopo ripartiremo!). A Faja Grande andiamo all’Argonauta dove Pierluigi (un italiano di Bologna trasferitosi lì molto tempo fa) ha avviato un’attività di affittacamere che ha funzionato. Il tempo non è bello, ma andiamo comunque a fare una bellissima passeggiata sull’oceano, quella che va verso Ponte Delgada. Tornando arriviamo a piedi fino alla base di una bella cascata subito prima dal paese. Assistiamo ad una mini processione tra due chiese e ceniamo all’Argonauta con stuzzichini vari tra cui una pianta che cresce sulla lava lessata e aromatizzata, formaggio affumicato da Pierluigi con il legno di cedro (lì non manca), crema di melanzane al sesamo, schiacciata al mais, insalata con rughetta dell’orto, melone bianco con prosciutto, poi tortellini (ricetta importata da Bologna) alla ricotta con erbette e parmigiano e carne stufata alla portoghese con riso e patate dolci. Una coppia di inglesi di Bristol che cena con noi ci parla d Sao Miguel dove dovremo andare … Dopo cena arrivano i nostri bagagli .. Meno male! Lunedì 2 luglio Il meteo non è incoraggiante, ma noi partiamo per un giro esplorativo dell’isola. Visitiamo ALDEIDA DA CUADA, un villaggio fantasma recuperato allo svuotamento degli anni ’60 per l’emigrazione e perfettamente ricostruito per l’accoglienza turistica (non ci abbiamo dormito, ma lo consigliamo – costo intorno a 75 € al giorno). Proseguiamo e ci fermiamo al bivio per Poco da Algoinha, lasciamo la macchina e prendiamo il sentiero che, percorrendo una foresta, porta ad una parte di cascate che si gettano in un laghetto immerso nel verde. Proseguiamo per FAJAZINHA, villaggetto abitato con chiesetta tipica. Poco oltre inizia la passeggiata che scende alla grande spiaggia nera. Nel frattempo esce il sole e ci sembra di essere due naufraghi su un isola deserta, se alziamo lo sguardo alle nostre spalle incombono alte pareti rocciose, davanti a noi l’oceano. Prima di risalire proseguiamo oltre la casa abbandonata e scopriamo piantagioni di banani e di ananas ! Risaliamo e proseguiamo per Lajes e riproviamo a vedere i laghi interni ma riusciamo a vedere solo quello di Lomba a causa delle nuvole basse. Torniamo verso il mare e arriviamo al paesino di LOMBA dove facciamo la passeggiata fino al porto vecchio abbandonato (vista spettacolare!). Poi arriviamo alle piscine naturali di Santa Cruz e facciamo un bel bagnetto e poi proseguiamo per Punta Delgada fino al faro. Cena a Santa Cruz in una pizzeria e al ritorno diamo un passaggio a due svizzeri conosciuti a Faial ma ci perdiamo nella nebbia e allunghiamo un po’ la strada.
Martedì 3 luglio Il tempo sembra bruttino, ma abbiamo capito che non si può mai dire. Paghiamo Pierluigi 2 notti e 1 cena (219,25 €) e andiamo a visitare Santa Cruz: il convento di San Bonaventura, la cattedrale e la casa più antica di Flores, costruita nel XVII secolo per il governatore di Flores/Corvo di allora, ora in restauro per farne una biblioteca pubblica. Ci allontaniamo dal paese verso est per andare ad un miradouro sulla costa: veramente molto bello e penso che un giro in barca dall’oceano qui meriterebbe! Alle 12,40 si parte per Sao Miguel. In aeroporto affittiamo la macchina (5 giorni cat C con il 20% di sconto per 233,00 €) e ci consigliano di andare a dormire a Quinta De Altamira a CALOURA ed è lì che andiamo. E’ un’area verde gestita da tedeschi dove sono sparsi un certo numero di cottage immersi in giardini molto curati, con una piscina e un campo da tennis. Dopo una breve trattativa riusciamo ad avere un villino per 5 giorni a 300,00 €. Pomeriggio al lago FOGOS all’interno verso nord: è molto bello, dall’alto si intravedono spiaggette bianche che sfumano nelle acque verdi del lago veramente entusiasmanti ma il tempo non è clemente e non conviene scendere. Continuiamo per Ribeira Grande e sulla strada ci fermiamo a CALDERA VELHA, un punto termale con cascate, fanghi bollenti e piscine naturali nel verde. Un semplice spogliatoio ci permette di cambiarci al volo e di fare un bagnetto nel vascone per arrivare fino sotto alle cascate. Proseguiamo per la città con la solita chiesa con una facciata più barocca e continuiamo per Porto Formoso. Cena a Vila Franca do Campo.
Mercoledì 4 luglio Sveglia tranquilla. Andiamo dai custodi del villaggio per guardare su internet le previsioni: il primo giorno bello dobbiamo riservarlo al cratere con i laghi. Oggi è bruttino e conviene andare a FURNAS. Prima di arrivare in città c’è un lago con una chiesetta gotica un po’ diroccata e tante fumarole dove hanno scavato delle buche per cucinare: calano i pentoloni dentro le buche, le ricoprono con la terra e le fanno stare per 5/ 6 ore (mattino per pranzo). A Furnas ci sono tante altre manifestazioni vulcaniche e l’acqua minerale ferrosa sgorga da cannelle. Entriamo al parco Terranostra ( ingresso 4 € a persona) con giardini molto curati e con una grande vasca di fronte alla villa padronale con acqua ferro-sulfurea calda con getto d’acqua bollente per il ricambio. Ci cambiamo agli spogliatoi e facciamo un bagno.
Proseguiamo sulla strada a Nord per GORREANA dove visitiamo la fabbrica del the (si può acquistare dopo aver assaggiato le varietà) dove possiamo girare tra macchinari d’epoca ancora funzionanti. Proseguiamo verso est fino a RIBEIRA DAS CALDEROIES, un posto dove, nel 1986, una mareggiata ha spazzato decine di mulini ad acqua di cui 7 sono stati salvati e restaurati. Facciamo una passeggiata tra fiori, cascate e mulini.
Torniamo verso casa passando per Salga, con le case disposte ai lati della strada principale tutte colorate e ci affacciamo al miradouro di Pico do Ferro con vista sul lago di Furnas. Po andiamo verso sud, scendiamo per la valle di LOMBADAS, un posto selvaggissimo con acqua ferrosa rosso arancio e pareti scavate ricoperte di vegetazione endemica. Torniamo indietro verso nord fino a Caldeiras dove troviamo una grande vasca termale dove però non è consigliabile immergersi. Ottima cena al ristorante Atlantico al porto di Vilafranca do Campo! Giovedì 5 luglio C’è il sole! Puntiamo verso il cratere dove sembra che qualche nuvoletta ci sia ma è la giornata più bella finora e andiamo comunque. Arriviamo ai laghi Empadadas, è una riserva ma si può entrare con la macchina e vedere i laghi (noi comunque la lasciamo fuori per fare quattro passi!). Lungo la strada c’è anche un acquedotto abbandonato! Deviamo al miradouro de Rei (bello ma è meglio arrivarci in giornate limpide) e poi indietro sulla strada bianca che dai laghetti porta a Lomba do Pico da dove scendiamo fino a Pilar da Bretanha. Da lì proseguiamo per Mosteiros: bella spiaggia nera con vista faraglioni e splendide piscine naturali dove si infrange l’oceano. C’è il sole e restiamo a fare qualche bagno e poi torniamo alla caldera per la strada bianca bordocratere. Questa volta non ci sono nuvole e arriviamo a Sete citades nel cratere, avvolti da una luce bellissima passando per il lago di Santiago circondato da alberi e vegetazione fino sul bordo.
Cena a Mosteiros e poi a vedere il tramonto dal miradouro di Ponta do Escovado.
Venerdì 6 luglio Oggi il tempo previsto è meglio di domani e decidiamo di prenotare il whale watching per il pomeriggio a Francavila do Campo. La mattina prendiamo il barcone (3 € a persona) che ci porta all’isola di fronte dove c’è nel cratere al centro una grande piscina naturale. Arrivati lì saliamo al belvedere con una guida che cerca di farsi/farci largo nella folta vegetazione. Passiamo vicino a dei nidi di kangaroo (berta). Questi uccelli infatti fanno il nido a terra e rimangono fedeli per tutta la vita! Volendo per arrivare all’isola si può affittare una canoa al porto nuovo e in 30 minuti circa si arriva. L’isola è punto di nidificazione per molte sterne che, avendo i piccoli, sono particolarmente cattive e se ti avvicini fanno delle rumorosissime picchiate sulle teste.
Si parte per il whale watching e il nostro skipper e un giovane che conosce l’italiano per aver fatto l’Erasmus in Italia. Avvistiamo due femmine con un piccolo, sono capodogli (sperm whale come li chiamano … Già … Proprio per quel motivo lì …) che girano la loro grossa testa qua e là per la difficoltà che hanno ad osservare le cose laterali e ogni tanto spruzzano dalla testa. Una delle femmine ha una segno sul dorso e sembra sia una cicatrice procurata durante la caccia ai calamari giganti di cui si nutre e di cui l’oceano è pieno (non c’è piattaforma e si va subito profondissimi).
Poi ci spostiamo e incontriamo decine di delfini, quelli dell’Atlantico maculati, di taglia piccola, ma molto socievoli (Atlantic squotted dolphin). Fanno salti incredibili anche di 3 mt ! L’oceano sembra tranquillo e ci propongono di nuotare in mezzo a loro. Io ci penso un attimo, Marco è gia pronto con la maschera. Dobbiamo scendere senza far rumore dal gommone ed evitare comunque movimenti bruschi nuotando per non allontanarli e rimanere tra loro. Non so come, mi ritrovo in acqua, è fredda ma non ci penso, sto con la testa sott’acqua e li vedo schizzare velocissimi sotto di me, sento chiaramente il loro suono, che bello … Sono tantissimi! Dall’altro gommone si tuffano altre persone ma fanno troppo rumore e i delfini se ne vanno. Facciamo il giro dell’isolotto, ci offrono un dolcetto e torniamo (45,00 € a persona). Raggiungiamo una bella spiaggia nera a Caloura dove l’oceano aperto infrange le sue onde e quasi ricopre la spiaggia: molto bello … da guardare! Torniamo a casa e andiamo alla piscina per fare un bagnetto tranquillo e decidiamo di fare anche due tiri a tennis per vedere se ancora ci ricordiamo come si fa …
Cena in pizzeria a Punta Delgada.
Sabato 7 luglio Il tempo è bello, prendiamo la macchina e andiamo verso est. Ci facciamo incuriosire da alcune tende piantate ai bordi della strada al bivio per RIBEIRA QUENTE e facendo la strada per il paese scopriamo che ce ne sono centinaia: è la settimana del festival della pesca che richiama persone di tutte le età da tutte le isole. Facciamo una strada sterrata senza vista perché tra foreste di criptomeria e quando, alla fine, si apre, arriviamo a NORDESTE, splendido paesino molto ben tenuto con piscine naturali un po’ esposte ai venti. Andiamo poi a visitare il faro di ARNOL e il guardiano ci fa entrare e ci fa visitare la struttura. Vediamo il generatore che viene utilizzato in mancanza di energia solare, foto d’epoca, la vecchia radio che è quella funzionante che resiste all’umidità e al sale. I fari delle Azzorre, ci dice, sono tutti ad energia solare per non disturbare la nidificazione degli uccelli con il rumore del generatore. La lampada del faro (ce ne sta una di riserva) è protetta da un telo quando c’è il sole per non creare fenomeni di combustione.
Torniamo a sud facendo la costa est molto fiorita e con bei miradouri. Cena a St Barbara dopo Capelos al ristorante Castelo Branco riportato sulla guida per avere un menù ad assaggi di prodotti tipici. Buono, molto rustico e non sapendo ho finito per mangiare un trito di carne al sugo che poi ho scoperto essere sanguinaccio di maiale!!!!!! Un po’ appesantiti torniamo a casa.
Domenica 8 luglio Si torna a casa. Il volo TAP è in ritardo e noi speriamo di partire alle 14.00 (invece che alle 12,00 come doveva essere). Tap ci paga il pranzo e poi ci imbarchiamo alle 15,00 senza la certezza di avere poi la coincidenza da Lisbona per Roma. A Lisbona c’è un volo per Roma in ritardo (meno male!) dove siamo inseriti d’ufficio perché anche la coincidenza era comunque TAP (e questa è stata una “furbata” perché forse qualche passeggero che aveva la coincidenza con un’altra compagnia non ha trovato posto …) . Purtroppo però a Roma, dopo 6 ore di ritardo e 1 ora di attesa ai bagagli scopriamo che non sono stati imbarcati e, ancora peggio, che le nostre chiavi di casa erano in valigia … A Lisbona!!!! Ciao a tutti Lucia e Marco