Vedi Napoli di e Capri e non muori
Dunque una settimana a Capri e Napoli ad inizio luglio, mia moglie ed io. Tempo ottimo, bel venticello fresco, e pochissima gente appena lasci i punti da bollino rosso. A Capri siamo stati all’hotel Weber Ambassador a Marina Piccola (http://www.Hotelweber.Com/). Stanza confortevole, forse un po’ anonima e la speravo più caprese, ma l‘amplissimo balcone (da “scialacquare” direbbe una simpatica signora da cui ho comprato le scarpe a Capri) e la vista sui Faraglioni che da questo si gode ti rimane negli occhi e ti emoziona ogni volta che ti affacci. Ottimo e continuo servizio di navetta per Capri, convenzione con un ristorante a due passi dalla piazzetta dove si mangia bene, prezzo complessivo più che accettabile per un quattro stelle a Capri, insomma lo consiglio vivamente.
Dopo che su Capri è stato detto tutto (per capire meglio l’isola suggerisco il testo di A. Boralevi, CAPRI, Il Mulino, che trovate nella libreria vicino alla Piazzetta) ecco i miei appunti di viaggio.
-la Piazzetta è carina, ma sembra il cortile di un bar e trovo ancor più carine le viuzze attorno – Capri è carina come lo è molto anche Anacapri, dove andare senza pensare che sia tempo perso – appena ti togli dalla Piazzetta, dove effettivamente c’è sempre il pieno di gente che staziona per vedere qualche vip che poi non vedi, si fa il vuoto -non abbiamo preso il gelato, né l’aperitivo in Piazzetta, lo confesso ma siamo capitati in un vernissage di gioielli in un cortile molto chic, abbiamo visto le opere delle signore dell’UNITRE, abbiamo fatto un po’ di shopping prudente e poi…
– abbiamo fatto una delle più belle passeggiate che possa ricordare in vita mia (e ne ho fatte tante) , da Anacapri alla Cetrella, dislivello di 250 metri, sentiero ben segnalato, portare scarpe robuste e chiuse, buone info sul sito http://www.Giovis.Com/ Dopo circa un’ora di salita ti trovi da solo (quindi consiglio di partire già in due) in Paradiso.
La vista spazia dall’eremo a sinistra, purtroppo chiuso, allo strapiombo sotto di te sui Faraglioni, verso destra una balconata da meditazione monastica o pane e salame ( meglio entrambi) , con i gabbiani ed il vento a farti sentire in pace con la natura. Mi ha ricordato la Bretagna, oppure Giannutri o la Corsica. Invece sei a due passi dalla vippissima Piazzetta, dalle boutique che più boutique non si può, con una via che sembra l’expo del lusso. Ecco, forse questo contrasto di ambienti a così poca distanza è ciò che rende unica questa isola.
– altra passeggiata fatta, dalla Cetrella a monte Solaro, quello dove salgono tutti in seggiovia, bella ma sconsigliata per la pessima manutenzione del sentiero. Anzi il sentiero proprio non c’è più e ti fai largo tra rovi ed arbusti. Quindi non andateci in bermuda ma vestitevi come i viaggiatori di fine ottocento, munitevi di un bastone, un machete o qualche portatore. Comunque non lo rifarei, ma consiglio di tornare leggermente indietro dalla Cetrella e riprendere il sentiero che sale al Monte Solaro, evitando la foresta di rovi del sentiero diretto. Abbastanza mal tenuto anche il sentiero che scende dal monte Solaro, quello da dove tutti scendono in seggiovia, al belvedere della Migliera. Incontrate due persone in tutto il giro, ma molte lucertole e simpatici gabbiani.
A questo punto penserete che sia uno di quei fanatici amanti del trekking e montagna: per nulla affatto, sono un pantofolaio sessantenne che apprezza le comodità. Solo che non volevo vedere unicamente i tavolini della Piazzetta bensì ritrovare almeno in parte le sensazioni del viaggiatore, non il turista, che viene a Capri. Ci sono riuscito, anzi molto più di quanto pensavo, e ne sono lieto.
-molto più tranquilla è la passeggiata verso Tragara, tipo via dell’amore alle Cinqueterre, con bellissimo panorama, parecchia gente con tacchetti e borse shopping. Occhio a fermarsi in tempo, perché poi la strada scende ma soprattutto risale e se vuoi chiudere il cerchio andando all’Arco naturale ti devi fare parecchi scalini ripidi. Consiglio di fare questo giro da sinistra a destra, prima Arco naturale e poi scendere su Tragara. Visti una decina di turisti in tutto, oltre noi.
-Bellissima la Villa San Michele ad Anacapri: eravamo in cinque. La cultura langue.
Bellissimo il pavimento maiolicato di una Chiesa ad Anacapri: eravamo da soli. L’arte langue ancora di più.
Infine mi lascio andare ad alcuni commenti critici. Cominciamo dall’abbigliamento: uno prepara la valigia per Capri e dice, chissà che eleganza alla sera, ci metto un paio di pantaloni bianchi, camicia fine, magari non la giacca ma sì una cravatta.
Poi durante il giorno li vedi tutti sbragati e dici sarà la moda caprese ma alla sera, eh alla sera, a cena in ristorante mi metto un po’ elegante.
Che delusione! Sempre braghette ed infradito e se va bene la camicia anziché le polo e la canotta. Qualche signora prova ad alzare il livello, ma spesso le pance ed i tatuaggi rovinano tutto.
Sia chiaro, in Piazzetta bella gente la trovi, qualcuna anche fine, tutti firmatissimi, ma non corrisponde al mio concetto di eleganza. E comunque i più eleganti mi paiono i commessi e le commesse delle boutique più che i compratori.
Altra delusione? La musica, che uno in fondo si aspetta e invece non trova. Non dico un complessino in Piazzetta come al caffè Florian a Venezia, ma nei ristoranti un mandolino, una chitarra, un finto Peppino che cantasse Luna Caprese, insomma un pò di atmosfera me l’aspettavo. Tra l’altro abbiamo avuto sere di luna piena, meravigliosa. Invece a parte l’elegantissimo pianista al nostro Hotel, comunque apprezzabile anche se con un repertorio evergreen più da nave da crociera americana che da night caprese, abbiamo rimpianto, non dico Cuba, ma l’allegria dell’anno passato fatta poco più in là, ad Ischia con un allegro trio di vecchietti veraci che ci allietavano le cene.
Ah, dimenticavo: non per snobismo ma alla fine non abbiamo trovato il tempo per la diva dell’isola, la Grotta Azzurra. Ci aspetterà.
Da Capri siamo andati a Napoli per due giorni di ”acclimatamento” prima del rientro al lavoro. Avevamo prenotato il pacchetto “romantico” al Hotel San Francesco al monte ( http://www.Sanfrancescoalmonte.It/) , terrazza ristorante sul golfo, attico con piscina in quello che era l’orto e la vigna dei poverelli frati francescani, camera in ex cella con Jacuzzi, tutto molto bello, e finalmente raffinato e di classe. Soldi ben spesi.
A Napoli, come ho detto in principio, abbiamo girato tranquillamente visitando il centro, il Cristo velato del Sammartino, prendendo il caffè (ed imparando come si gira il cucchiaino nella tazza) al Gambrinus, visitando con pochi intimi, anche qui, il museo di Capodimonte, tra i più ricchi che abbia visto, e la Certosa di San Martino (avevo già visto il Museo archeologico, che varrebbe da solo il viaggio). Ora, tornato a casa, in una tranquilla città del Piemonte, aspetto che qualcuno mi chieda perchè ho scelto Napoli, con tutti gli scippi e la mondezza che ci sta. Vedrò di spiegarglielo.