Hasta siempre comandante
…Direi che era quasi in fondo alla lista dei miei viaggi dei sogni, cioè di tutti quei viaggi mentali che mi faccio quasi ogni giorno leggendo i racconti degli altri Turisti per Caso.
In compenso, tutti gli anni, in occasione della scelta delle vacanze, mio marito, Roberto, mi riproponeva questa destinazione:”…Prima di morire voglio andare a Cuba!” Onestamente, in fatto di vacanze, io non sono molto democratica; visto che l’organizzazione è tutta sulle mie spalle, generalmente la decisione finale sulla destinazione è la mia, però il fatto che già per diversi anni fossi riuscita a glissare, mi imponeva di sentirmi un po’ in colpa nei suoi confronti e quindi di cominciare a prendere in considerazione la sua insistente richiesta.
Lo scorso anno, avendo a disposizione uno sconto per un rimborso da parte di un tour operator, avevo trovato un pacchetto fly and drive con open voucher pre pagati che ci sarebbe venuto a costare abbastanza poco e ci avrebbe dato la possibilità di fare una vacanza itinerante abbinandovi due/tre giorni al mare, in quanto essendo previsti due voli sull’Avana, uno di giovedì ed uno di domenica, sarebbe stato possibile riuscire a fare undici giorni anziché la solita settimana (noi causa problemi familiari difficilmente riusciamo a fare due settimane) Arrivati al dunque, cioè in agenzia con libretto degli assegni in mano per prenotare, il tour operator pur avendoci fatto il preventivo con le notti supplementari e i giorni in più per la macchina rispetto alla quota da catalogo, si è rifiutato di accettarci la prenotazione: o una o due settimane…Niente periodi sgaffi! A quel punto abbiamo pensato in barba a tutto e tutti di fare due settimane, ma a mio marito, che sul lavoro era appena stato “venduto” ad altra azienda, quindi con nuove mansioni e nuovi capi (quelle belle privatizzazioni, tanto in voga ultimamente), non sono state concesse le ferie e così il viaggio è saltato.
…In compenso gli ho promesso che a Marzo 2008 in occasione del suo 50 compleanno, cascasse il mondo, l’avrei “portato” a Cuba.
Lui non vedeva l’ora di invecchiare! Io invece ho cominciato a leggere i racconti dei turisti di ritorno da Cuba con più attenzione e ce ne sono stati alcuni davvero illuminanti per il mio modo di pensare e che mi hanno portato a modificare il mio modo di vedere questo paese e a desiderare a mia volta di andarlo a visitare. (“Io te miro el coche” …Bellissimo!) Ho cominciato anche ad abbandonare l’idea dell’Hotel, a fronte di un soggiorno in casa particular per riuscire a entrare più in contatto con la gente del posto, parlare con loro, sentire quello che loro davvero pensano, della rivoluzione, di quello che è stata e di dove li ha portati, per farmi davvero un’idea della realtà di un paese che spesso solo per ideologie (a favore o contro) viene stereotipata nel bene o nel male.
Per fare questo occorreva parlare lo spagnolo e così mi sono attrezzata: già in previsione del viaggio dello scorso anno avevo cominciato un corso con il quale avevo imparato sì e no quattro parole, e così quest’anno ho continuato fino ad arrivare a un medio livello che mi permettesse di sostenere una conversazione un minimo articolata.
Lo scorso 7 marzo il caso ha voluto che io entrassi in un sito che a parte un paio di estemporanee visite, non avevo mai consultato, e vi ho trovato un’offerta a dir poco sensazionale: 630 euro volo + hotel all inclusive a Varadero.
Varadero non era mai stata nei nostri piani in quanto abbiamo sempre sentito dire che è una Rimini cubana e che con Cuba quindi, non ci azzecca quasi niente.
C’è da dire però che si trova in una posizione molto favorevole per poter visitare anche altre località nella parte nord dell’isola, con escursioni organizzate , con mezzi propri o anche con i mezzi pubblici.
In due e due quattro ho chiamato Roberto, al quale ho chiesto: “vorresti andare a Cuba il prossimo maggio?” Quando si è ripreso dallo svenimento, ha controllato la disponibilità delle ferie e così ho prenotato.
Purtroppo, come al solito, solo per una settimana, ma essendo a mala pena il costo del solo volo, abbiamo preso lo stesso l’occasione al balzo pensando per questa volta di non andare al mare ma di dedicarci alla visita delle città più importanti e caratteristiche, anche considerando che probabilmente a Cuba sta per cambiare tutto ed era nostro interesse vederla prima che questo accadesse. (vorrei far notare che esattamente la settimana dopo a quando ho prenotato io, il costo del medesimo pacchetto era salito a 900 euro!) Abbiamo cominciato a ristudiare un itinerario, le varie tappe in base alle quali, avremmo provveduto a prenotare le casas particulares: saremmo arrivati a Varadero il sabato sera, domenica mattina alle 8 (o alle 11.00) avremmo preso il pullman Viazul che in 3 ore ci avrebbe portati all’Avana, alla quale avremmo dedicato la domenica e il lunedì.
Auto a noleggio dal martedì per andare nella regione di Pinar del Rio e ritorno all’Avana.
Mercoledì partenza per Trinidad, con permanenza fino al venerdì mattina quando saremmo partiti per Santa Clara e poi tornati a Varadero con riconsegna della macchina e per ripartire poi sabato sera verso casa.
Quindi il programma prevedeva: prima notte a Varadero, tre notti all’Avana, due notti a Trinidad e ultima notte a Varadero.
Stabilito questo sono passata alle prenotazioni delle casas particulares: avrei voluto comprare la guida Lonely Planet, in quanto, ho letto spesso, una di quelle più complete, ma era in ristampa e quindi anche le copie della vecchia edizione erano state ritirate e così mi sono affidata ai consigli di Franco (Particulares, gite e mare con due bambini…Il suo racconto), al quale, poveretto, ho rotto le scatole non poco, per avere qualche informazione in più, e che ringrazio ancora per avermi aiutato, mi ha mandato foto, e dato tutti gli indirizzi e numeri di telefono per poter contattare le case dove loro erano stati ospiti. (Grazie Franco!…Ti salutano tutti!) Jesus y Maria – Aguacate n. 518 entre Sol y Muralla – Habana Vieja jesusmaria2003@yahoo.Com Tel 53 861 1378/53 866 7765 Hostal « Las Mercedes » Ing. Yasser R. Leon Borrel – Camino Cianfuegos n. 272 entre Maceo Y Francisco Cadahia – Trinidad – tel. 53 41 993107 Per la prenotazione ho dovuto dar sfoggio per la prima volta del mio spagnolo perché dopo alcuni tentativi via mail, ho dovuto contattare le case telefonicamente, cosa che in un primo momento mi aveva fatto venire il mal di pancia per l’angoscia (capirsi al telefono è mooooolto più difficile che di persona), ma che si è risolto tutto per il meglio.
Altra incombenza che volevo espletare già prima di partire era il noleggio della macchina: non prendetemi per una pianificatrice totale, solo che non volevo sprecare il poco tempo a disposizione dovendo andare a cercare da dormire o girare mezza giornata per noleggiare un’auto! Dopo qualche preventivo richiesto via internet ho prenotato la macchina, el coche, un’auto di media categoria a 54 € al giorno a cui aggiungere 10 euro di assicurazione e naturalmente il carburante! A quel punto mi sentivo davvero a posto! Ci rimaneva solo il conto alla rovescia fino al giorno della partenza, cercando di sopravvivere al lavoro…Finchè il 2 maggio, a soli 24 giorni dalla partenza, solo per curiosità, volendo vedere se gli orari erano rimasti invariati, ho scoperto che Neos, la compagnia aerea che avrebbe dovuto effettuare il volo, aveva soppresso tutto il lungo raggio (Cuba, Messico, Santo Domingo, ecc) da maggio a ottobre! Ho chiesto spiegazioni al Tour Operator, che me lo ha confermato, rassicurandomi però che il volo era già stato sostituito da un altro vettore (Blue Panorama) e che gli orari sarebbero rimasti invariati rispetto a quelli comunicati al momento della prenotazione (naturalmente con i fisiologici cambiamenti e ritardi dell’ultimo minuto a cui tutti i charter sono soggetti!) A questo punto avevo controllato, sia sul sito di Blue Panorama che su quello dell’Aeroporto di Milano, ma non risultava nessun volo per Varadero in partenza di sabato; solo un volo la domenica mattina.
Un controllo anche sulle partenze da altri aeroporti, ma non c’è niente, neanche da lì.
Presa dal panico, ho cominciato a scrivere nei vari forum per sapere se c’era qualcun altro nelle mie stesse condizioni, finchè mi ha risposto un ragazzo in partenza per il Messico al quale era stato anticipato il volo dal martedì alla domenica.
Mi sono preparata al peggio, il brutto era che se il volo fosse stato spostato di un giorno tutte le mie prenotazioni sarebbero andate a quel paese. Ho continuato a tartassare il Tour operator chiedendo di poter essere informata al più presto possibile di eventuali nuovi orari (e alcuni forum, dove avevo trovato altre persone in difficoltà con lo spostamento dei voli…Ho rotto talmente tanto che c’è stato anche chi mi ha mandato al diavolo, dicendomi che visto che avevo voluto spendere poco, me lo dovevo aspettare!) ma senza alcuna news (né good, né bad!).
Ad una settimana dalla partenza telefonando al call center del Tour Operator (un 899!), mi hanno confermato che saremmo partiti di sabato, ma con destinazione L’Avana, e che sarebbe stato effettuato un transfer un pullman per Varadero per raggiungere l’albergo.
A quel punto mi sembrava ridicolo, arrivando all’Avana nella migliore delle ipotesi verso le 22.30 ora cubana, farci portare a Varadero per poi solo poche ore dopo ritornare in capitale: ho ricontattato la signora della casa dell’Avana informandola della possibilità di pernottare da loro anche la notte del sabato, naturalmente previa loro disponibilità della stanza: lei mi ha confermato di avere posto e che non ci sarebbe stato nessun problema qualsiasi orario fossimo arrivati ma raccomandandoci di essere ben sicuri che il taxi ci portasse proprio alla loro casa.
I taxisti, come molti altri cubani, cercano di prendere provvigioni dalle casas particulares e dai ristoranti, portando clienti e sembra che spesso non si facciano scrupoli a portarti in un posto diverso da quello richiesto, anche solo per provarci…Se gli va bene…!!! Certo che pensare di essere in giro per L’Avana, una città di cui eravamo assolutamente profani, a tarda ora, in balia di uno sconosciuto, ci metteva un po’ in crisi, ma ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare! Rimaneva comunque un dubbio, quello se il tour operator, si sarebbe preso la responsabilità di non portarci in albergo, ma di lasciarci in aeroporto: comunico loro la nostra intenzione, non mi rispondono e così applico la norma del silenzio assenso! (c’è anche per il TFR!) Finalmente arriva anche il 26 maggio, il volo è previsto alle 14.50 (il sito di Malpensa dice alle 16.20, ma ormai non voglio più preoccuparmi di niente, stiamo partendo!) Partiamo da casa (vicino a Cesena) sulle 8.30 del mattino, ce la vogliamo prendere comoda, spesso a Bologna c’è la coda anche se non è un giorno lavorativo al 100%, per non parlare poi del traffico che potremmo trovare a Milano (quando arrivi alla barriera di Melegnano, ti sembra di essere arrivato ma in realtà di strada ce n’è ancora un bel po’!), ma siamo fortunati, e non troviamo ingorghi, incidenti, o intoppi vari.
Lasciamo l’auto al parcheggio (scoperto 30 €. Per 9 giorni, il più a buon mercato che abbia trovato!) e ci portano in aeroporto, dove ci informano che anche se segnato alle 16.20 il volo partirà alle 14.50. Meno male! Tutto bene al check in (l’ultima volta che siamo partiti da Malpensa i nastri che trasportano i bagagli erano rotti e così siamo stati in fila per ore!), siamo anche tra i primi e chiediamo i posti vicino al finestrino: visto che faremo scalo a Cayo Largo voglio proprio vedermi il panorama! Passaggio con sacchettini di plastica per i liquidi al controllo del bagaglio a mano, controllo passaporti (guardano se c’è la marca da bollo ma non la timbrano!), e poi sala di attesa, ci dobbiamo imbarcare alle 14.30 circa, ma quando si fa l’orario, ci annunciano con l’altoparlante che si cambia gate! Mi sa che si parte alle 16.20…E infatti!!! Difficilmente il nostro posto finestrino servirà a qualcosa perché a questo punto l’atterraggio a Cayo Largo sarà al buio! Ho letto tanti, tanti, tanti commenti negativi su Blue Panorama, noi era la seconda volta che volavamo con loro, ma per onestà voglio dire che non posso parlarne male, sedili molto stretti (e questo era previsto) ma aereo pulito, personale gentile, cibo nella norma (non buonissimo, ma mangiabile!): sono passati quasi continuamente ad offrire da bere, acqua, bibite… Il volo è andato bene, non ho fatto troppa attenzione ai programmi di intrattenimento, io sono fortunata, in aereo dormo, in più da quando mi sono comprata il cuscino per il collo e la mascherina, ancora meglio (consigliatissimi!).
Buoni entrambi gli atterraggi (quindi due applausoni!), abbastanza rapide le operazioni di controllo dei documenti (non ti timbrano il passaporto, ma solo il visto, per non mettere in difficoltà il turista che dopo Cuba, voglia visitare gli USA) e anche il ritiro dei bagagli.
Usciamo e troviamo Angelo, il responsabile per il nostro operatore, al quale diciamo che non abbiamo intenzione di andare a Varadero, ci guarda con aria sbigottita, e ci chiede se abbiamo avvisato in Italia della nostra defezione e io rispondo: “Certamente” (infatti io li ho avvisati, se loro non mi rispondono…!!!) Gli chiediamo di avvisare l’hotel che arriveremo solo venerdì pomeriggio Si segna il mio numero di cellulare in modo da chiamarmi se ci dovessero essere dei problemi.
Mentre stanno arrivando gli altri villeggianti con destinazione Varadero, noi ci avviamo allo sportello dove cambiamo i nostri primi 400 euro in cuc, in modo da avere almeno i soldi da pagare il taxi.
Chiediamo a un rappresentante di un Tour qual è un prezzo giusto da pagare per un taxi fino all’Avana vecchia: 20 cuc.
Usciamo e di taxi non ce ne sono più, è buio, e da soli, come noi, non c’è nessuno; ci chiamano un pulmino che ci porterà alla nostra casa, 25 cuc, ma visto, il mezzo nuovissimo, l’orario e la stanchezza non mi metto a tirare sul prezzo, carichiamo tutto e partiamo per l’inizio della nostra avventura.
Do al taxista il mio malloppo di fogli dove è segnato l’indirizzo della casa particular, per essere ben certa che ci porti lì, secondo le raccomandazioni della signora Maria, che, speriamo, ci stia aspettando.
La strada è buia e ci rendiamo subito conto cosa intendevano dire tutti coloro che sconsigliano di guidare la notte, ci sono molte persone che camminano in mezzo alla strada, oggi è sabato e c’è molta confusione ed i loro corpi in maggioranza scuri si confondono con la notte.
Attraversiamo quartieri di palazzoni e casette basse, in un quarto d’ora circa e arriviamo in centro, cominciamo a notare le auto da cartolina, palazzi fatiscenti e in mezzo a tutto questo scorgo il Capitolio: cavoli siamo proprio all’Avana! Facciamo qualche giro attorno al quartiere dove siamo diretti: le stradine sono un po’ incasinate e facciamo due o tre giri prima di trovare la traversa giusta (e ce ne accorgeremo pure noi quando due giorni dopo beccheremo due sensi unici in fila nel tentativo di tornare a casa con la macchina!), ma arriviamo.
La prima impressione della strada dove si trova la nostra casa particular è stata davvero brutta: scarichiamo le valigie in fretta e furia e le mettiamo in casa, pago il taxista e come questo riparte, mi accorgo della prima coglionata della vacanza, gli ho lasciato i miei fogli con gli indirizzi (anche quello della casa di Trinidad!), le foto che mi ha mandato Franco, e un po’ di appunti che mi ero presa per sicurezza.
Per fortuna che anche la Signora Maria ha indirizzo e numero di telefono dell’altra casa e mi rassicura: lei e il marito si presentano e poi ci mostra la stanza: niente di particolare, ma molto pulita, bagno con una bella doccia grande e acqua calda a tutte le ore, aria condizionata e ventilatore (la stanza è piccola, meglio il secondo) e cassaforte (1 cuc al giorno).
Visto che siamo in condizioni “fatiscenti” (intonati al “barrio”, quartiere, dove siamo capitati), ed essendo quasi mezzanotte (in Italia le 6.00 di mattina) ci facciamo una bella doccia e via a letto.
Spero che il fuso orario non mi distrugga come l’anno scorso in Messico, ma forse visto che è già così tardi, riusciamo a fare una tirata di sonno fino alle sette del mattino.
Ci svegliamo col profumo del caffè della signora Maria, che ci sta preparando l’abbondante colazione (3 cuc).
Espletate le funzioni alimentari, siamo pronti per partire alla scoperta dell’Avana: di sicuro il fatto di avere una mezza giornata in più di quanto in principio previsto, è cosa buona e giusta.
Facciamo conoscenza con tre ragazzi di Trieste, anche loro ospiti della nostra casa, e che ci precederanno a Trinidad di un paio di giorni, i quali ci dicono che nonostante le apparenze, il quartiere è molto tranquillo e sicuro visto che loro sono usciti e rientrati a qualsiasi ora e non sono mai stati importunati. Sarà…, la signora Maria, vede la mia voluminosa borsa dentro la quale ho, oltre alle guide (la Lonely, finalmente ristampata, ed un’altra particolarmente improntata sull’Avana), portafoglio e saponette…Mi hanno detto che la gente le chiede…, e mi consiglia di tenere di lasciare più soldi possibile a casa e tenere ben stretta la borsa…Non si sa mai! Finalmente usciamo, apriamo la porta di casa, sulla soglia sporgiamo la testa in avanti, e guardiamo a destra e a sinistra, quasi a volerci rassicurare su quella “strana umanità” (strana per noi che abitiamo in una cittadina piccola, ma magari molto meno per chi vive in una periferia di qualche grande città italiana) che ci sta aspettando.
La strada è davvero brutta, palazzi fatiscenti, sporcizia, non c’è moltissima gente per la strada, ma in fondo è domenica! 4 passi, stranamente in direzione giusta, e sbuchiamo davanti al Capitolio (mi ricordavo un pressappoco la direzione dove l’avevo visto la sera prima), è uguale al Campidoglio di Washington (i cubani dicono che è un po’ più alto, ma figurati se gli americani gliel’hanno fatto uguale e pure un po’ più grande!), in strada passano quei bei macchinoni anni ‘ 50 tutti colorati, alcuni davvero ben tenuti, altri che sembrano stare su con sputo e fil di ferro! Ogni tanto dagli scarichi escono delle nuvole densissime di fumo nero e ti chiedi come riescano ancora ad andare: la differenza con le nostre auto probabilmente è che mentre queste ultime, sono programmate per morire il prima possibile (la società “gira” solo se il soldo “gira” e quindi incentivi sulle auto nuove con la scusa dell’inquinamento!…E allora perché incentivi minimi su impianti a metano o GPL?), mentre qua devono assolutamente durare il più possibile.
Visti i risultati, credo che a Cuba ci siano i meccanici d’auto più bravi del mondo.
Inoltre ci sono bici taxi (tipo i risciò che si noleggiano sulla riviera romagnola, qui uno pedala e trasporta fino a due persone), con musica a manetta, coco taxi, ricavati da ape car modificate, e carrozze coi cavalli. Tutti ti chiamano per chiederti se vuoi fare un giro: naturalmente ci sono anche i taxi tradizionali che passano e suonano per chiedere se hai bisogno.
Noi al momento pensiamo di girare a piedi.
Il Capitolio è chiuso e così ci incamminiamo verso l’hotel Inglaterra con la bella piazza davanti, (è qui che martedì ci consegneranno la macchina prenotata), svoltiamo a sinistra e ci incamminiamo a zonzo per le viuzze dietro il Capitolio.
Sappiamo che non dobbiamo dare confidenza a nessuno, l’abbiamo letto in tutte le salse, la zona è piena di jiniteros (come si scrive?), persone che non fanno altro che cercare profitto dal turista, procacciandogli case, ristoranti, donne (uomini!), sigari o magari facendosi anche solo una offrire da bere.
Noi giriamo con lo sguardo fisso in avanti, ma con telecamera e macchina fotografica, siamo presto individuati, e imbroccati da un ragazzo e una ragazza: Ciao amico? di dove? ah italiani! Milano? Amici di Berlusconi! (Ah, questo poi no!) Italiani bravi, cuore grande (ecco, ci siamo!) Ti piace la salsa? (quella di pomodoro, un po’ piccantina molto!) Conosce Buena Vista Social Club? Le solite domande, le solite risposte, non cagarli mi sembra dopotutto cattiva educazione, non è nel mio carattere trattare male le persone… Iniziano a parlare delle difficoltà dei cubani, la ragazza dice di avere una bambina e di essere senza madre, lei è insegnante di salsa, ma (guardacaso), se ci interessa hanno dei sigari da venderci! (strano no?!?) “Mio marito non fuma, ha smesso da poco e ha paura di riprendere il vizio”.
“Non mandare in giro tuo marito da solo qua a Cuba, perché è “pericoloso”, ci sono tante signorine…” “Lui può andare dove vuole… è senza soldi!” (…A lui, soprattutto in vacanza, scoccia portarsi dietro portafoglio e cellulare, anche a casa fa sempre pagare me!) A questo punto capiscono che il compratore di sigari è al verde e ci portano al Barrio chino (quartiere cinese), ristoranti, bar; …Si infilano in un bar e ci dicono che qui fanno dei mojito buonissimi (vabbè, finche ci scroccano una bevuta…).
Sono le nove e mezza del mattino, io non bevo quasi mai alcolici, figuriamoci di mattina, e prendo una Coca cola (quella originale!), mio marito e gli altri due, tre mojito.
Ci riprovano con la storia dei sigari, della mamma morta, della troppa polizia a Cuba (ho notato che tutte le volte che per strada incrociavamo un poliziotto, i due si allontanavano da noi!), beviamo e sto già pensando di “telare” appena fuori! Chiedo il conto: 17 cuc!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 1 cuc vale come un dollaro, e circa 24 pesos cubani e un cubano guadagna mensilmente attorno ai 240 pesos! Rapina!!! Tento di protestare, ma la cinesina barista, mi dice che questi sono i prezzi (naturalmente gonfiati dalla “parte” per i nostri amici!) Ciao, adios, auf wiedersehen, a mai più! Ci allontaniamo e torniamo davanti al Capitolio, dove chiediamo quanto sia lontana la Piazza della Rivoluzione; troppo lontana per andarci a piedi, chiediamo a un taxista quanto vuole e per 4 cuc ci porta.
Arriviamo, notiamo subito, qualche gruppo di turisti, ma a dir la verità poca gente! Il taxista cerca di scaricarci davanti a un palazzo,quello con l’immagine di Che Guevara che tutti abbiamo visto tante volte in TV, ma il poliziotto gli fa segno che non può fermarsi lì, si sposta un po’ più avanti, gli do 5 cuc, mi dice che non ha il resto.
In un’altra situazione glieli lascerei, ma dopo la fregatura di poco fa, porca miseria, NO! Insiste che non li ha, ci fa risalire per andare a cercare da cambiare, mi sento tanto idiota! A quel punto scovo nel portafoglio una banconota da 3 cuc, il resto dei famosi 17, e una moneta da 1 e così pago e scendiamo! La piazza non è granchè, direi che è abbastanza squallida, chiediamo a un altro poliziotto se il palazzo col Che sia quello del Governo, questo ci guarda, alza le spalle e dice che non lo sa! Possibile?!? A questo punto notiamo un mercato gremito di persone, tutti (o quasi) locali e ci infiliamo nella mischia.
Questo sì che è tipico! Cipolla, aglio, ananas, peperoncini, patate (tipo americane) i prodotti più venduti.
Ci sono tutti container alleneati dai quali si sporgono i venditori che (come ovunque) urlano a squarciagola le loro offerte speciali! Poi ci sono i banchetti che vendono i panini con l’arrosto di maiale, birra o refrescos (lattine di bibite molto gassate, un po’ come la spuma che mi pagava mio nonno quando da bambina lo accompagnavo al bar!), dolci dall’aspetto molto “dolce”, c’è anche in palchetto con uno spettacolino, due belle ragazze che saltano la corda sedute su un monociclo, naturalmente con musica sparata a manetta! Ci facciamo largo tra tutti questi volti, bianchi, neri, mezze vie, gente di tutte le età, nessuno con l’aspetto particolarmente benestante, ma forse vista l’atmosfera della giornata di festa, sorridenti: arriviamo in fondo al mercato e vediamo l’indicazione per il Cementerio Colon: certo visitare un cimitero non è una delle mie massime aspirazioni ma ci hanno detto che è molto monumentale, e ne vale la pena.
Ci avviamo, è un gran caldo dopo circa 500 metri ci affianca un signore con una cartella tipo 24 ore, e ci dice: Italiani? (…Scusa cos’abbiamo, la targa?!?)…A me piacciono gli italiani, italiani cuore buono, no come francesi, no come tedeschi, di dove Italia? Milano? (…Ecco ci siamo con la storia di Berlusconi, se lo nomina mi incazzo!) …Vi voglio fare un regalo (…No, strano, niente Berlusconi! “NO GRAZIE NON C’E’ BISOGNO!), una cosa piccola …E tira fuori una moneta con la faccia di Che Guevara: Roberto si illumina…GRAZIE!!!!! Allora tira fuori una pubblicazione con Fidel Castro, anzi due copie, una per uno, anzi…Hai figli in Italia? Sì una figlia di 20 anni!…Una copia anche per lei! Gli offro una moneta da 1 cuc: Assolutamente non voglio niente, io regalo perché amo italiani, italiani meglio di francesi, meglio di tedeschi (…Che culo!!!), oggi sono felice perché mia moglie ha partorito e sto andando in ospedale da mio figlio! A questo punto gli offro le saponette per la moglie: Assolutamente no!…Io ho il sapone! …L’unica cosa, se mi volete aiutare (…E qui casca l’asino!)…Mia moglie ha l’asma e questa medicina (e tira fuori un inalatore con una bomboletta un po’ arrugginita) si trova solo nelle farmacie che vendono in cuc, ce n’è una qui vicino, se me la potete comprare! …In fin dei conti ci ha dato una preziosissima moneta di Che Guevara! …OK! Parte di marcia veloce, …Ho fretta devo andare subito in ospedale, …E noi dietro! Aumenta la velocità, …E noi dietro! Io non vedo che manca un pezzo di marciapiede mi storco un piede e quasi stramazzo in mezzo alla strada! Lui si ferma , è gentile, mi fa anche un massaggio alla caviglia! Bene ora si può ripartire, io zoppico e rimango un po’ indietro rispetto ai due che stanno tentando di battere il record del mondo sul chilometro lanciato! Forse il male alla caviglia, forse il fatto di essere più indietro e di non sentire più i suoi discorsi, mi fa venire in mente che sta storia dell’asma, l’ho già sentita da qualche parte…!!! Improvvisamente si ferma e ci dice che non può più aspettare, ha troppa fretta deve andare subito all’ospedale: …Però se gli diamo i soldi andrà da solo nel pomeriggio a comprare la medicina.
…Quanto? 50 dollari! EEEEEEEEEhhhhhhhhhhhhhhhh?!? …Ma io non li ho! (mentendo spudoratamente) …Guarda Roberto, ma lui ha solo la moneta di Che Guevara! Beh, anche 25, (scuoto la testa), 15, …Beh io ne ho 5, tu mi dai 10.
A quel punto per cavarmelo dal mezzo gli do 5, e lui, che ci rimane male e a questo punto mi chiede il sapone! Gli do le tre saponette, e se ne va! Ci guardiamo in faccia! Due fregature nelle prime due ore, sono una buona media! Certo che siamo davvero due fessi! …Adesso basta, da oggi in poi non ci fregheranno più!!!! Andiamo a visitare il cimitero, effettivamente molto bello, vorremmo vedere la chiesa, ma ahime!, c’è un funerale, e non ci sembra il caso! Usciamo e cerchiamo di orientarci, torniamo un po’ indietro nel percorso fatto prima e ad un incrocio, guardando all’orizzonte, mi sembra di scorgere il mare! Laggiù!!!! Roby è dubbioso, ma io mi incammino, (guardo la cartina) …Se arriviamo al mare siamo a posto.
Sì sembra proprio il mare, anche se è lontano, la strada ha un po’ di salite e un po’ di discese e spesso il mare non si vede più…Ma sei sicura che fosse il mare?!? …Ma certo! (Boh!) Cammina, cammina, cammina, e cammina, …IL MARE! Siamo arrivati al Malencon, da un lato della strada gli albergoni a grattacielo e dall’altra il famoso lungomare con gli spruzzi, che il telegiornale ci fa vedere tutte le volte che a Cuba c’è un uragano! Il mare non è particolarmente mosso e gli spruzzi non sono molto alti, però è bello lo stesso, assolato ma bello! Ci facciamo un po’ di foto e ci incamminiamo verso il centro della città. Dove arrivano le onde, per terra è scivoloso, si è formata una patina di alghe, e bisogna fare attenzione a non cadere.
E’ davvero caldo, è ora di pranzo, ma io non ho fame e Roberto ha già mangiato un panino al mercato alle 11.00 e così continuiamo il nostro cammino.
Roberto dice che vuole tornare alla piazza della Revolution, visto che io l’ho trascinato via subito per vedere il mercato! Secondo lui si può salire sulla torre dedicata a Josè Marti e di lì vedere tutta la città.
Gli do retta, passiamo la zona dell’Università, un vialone molto lungo, lungo la strada vediamo molti busti e murales dedicati a eroi della rivoluzione finchè arriviamo quasi stremati dal caldo in piazza della Rivoluzione e ci fermiamo all’ombra di una pianta davanti al Palazzo del Governo da dove, notati da un militare, ci viene chiesto di andare via.
Gli faccio notare che lì c’è l’ombra e lui mi dice che lì non si può stare e mi indica un albero un po’ più in là.
Ci avviamo allora verso la torre che anche dalle guide risulta visitabile, ma a me sembra strano, non c’è nessuno all’ingresso! …Infatti come ci avviciniamo, arrivano due militari che ci fanno segno di andare via! Basta, andiamo da qualche altra parte! Notiamo un coco taxi, al quale chiediamo di essere riportati al Capitolio (5 cuc), il ragazzo che lo guida ci illustra i palazzi che incontriamo durante il percorso, quando stiamo per scendere, ci chiede: Italiani? (…Oddio ci risiamo!) …Ssssiii?!?! …Prossima domenica gran premio motociclismo a Italia, Mugello! Valentino, grazie a te questa volta ci è andata bene! Facciamo ancora un giro per l’Avana Vecchia, e poi decidiamo di andare al museo della Rivoluzione, dove chiediamo se è possibile avere una guida in Italiano, ma come dovunque non troviamo nessuno che parli la nostra lingua.
Prima di partire tantissime persone mi avevano detto che imparare lo spagnolo sarebbe stato inutile perché a Cuba tutti parlano la nostra lingua: niente di più falso! E’ vero che lo spagnolo si capisce bene, ma noi abbiamo sempre trovato guide in spagnolo o in inglese.
Tutte le didascalie dei musei ho dovuto tradurle io, un po’ dallo spagnolo e quando non capivo neanche io, confrontando con la traduzione in inglese scritta sotto.
Inquietanti le statue di cera di Camillo Cianfuegos e del Che: gli occhi di quest’ultima sembrano proprio veri! Usciti dal museo andiamo in ricognizione per trovare il ristorante “La Dominica” sulla calle O’Reilly, vedere dov’è, e tornarci più tardi dopo essere tornati a casa ed esserci fatti una bella doccia.
Abbiamo letto che c’è sempre la musica dal vivo, con un gruppo molto bravo sullo stile Buena Vista Social Club ed è ora di sentire un po’ di buona musica.
Individuato, decidiamo di prendere un bici taxi (4 cuc) per tornare a casa visto che siamo cotti, sfiniti.
Io a dir la verità non avrei proprio più voglia di uscire; domani sera mangiamo in casa, ma per stasera ormai, non avendo avvisato la cuoca, ci tocca! Non fidatevi dei prezzi indicati sulle guide perché non sono per niente aggiornati, tutti molto più cari, soprattutto se rivolgete la vostra attenzione alla mitica “Langosta”.
La cena è stata buona, pizza con l’ananas per mio marito, camarones all’aglio per me, ed un dolce tipico cubano: Flan . (è talmente tipico che è uguale al creme caramel!) Il complesso suona bene e ci sono persone che hanno cominciato a ballare in mezzo alla strada; in compenso per strada ci sono anche persone anziane che chiedono la carità: onestamente i vecchi che vivono di pensione mi sembrano quelli più in difficoltà: tutti gli altri in qualche modo riescono ad arrangiarsi, per loro la vedo molto più dura! Quando dai loro qualcosa ti ringraziano davvero sentitamente, augurandoti fortuna e ogni bene: mi hanno fatto molta tenerezza.
Siamo davvero stanchi e torniamo alla nostra casa: ci mettiamo un po’ sulla terrazza dove la signora Maria ha messo dei lettini prendisole in mezzo alle piante e ci godiamo l’ultima vista della giornata sulla strada: nel palazzo di fronte c’è un signore su una sedia dondolo in terrazza con una bottiglia di rum tra le gambe, che sta lì a prendersi un po’ di fresco (!?!) e ad ascoltare la musica che viene da qualche altra casa.
Buona notte! Il mattino successivo, mi sveglio col pensiero che oggi rimaniamo solo nell’Avana Vecchia, andiamo a vedere la cattedrale e i monumenti più importanti e conosciuti: oggi dovrebbe essere una giornata meno faticosa di ieri di cui faccio un bilancio: non posso dire che quello che ho visto non mi sia piaciuto, ma onestamente neanche il contrario, la decadenza nelle cose è palese come forse anche quella dei valori delle persone! Prima di uscire, informiamo la signora che stasera ceniamo a casa, salutiamo i ragazzi di Trieste che vanno a Trinidad nella casa che anche noi abbiamo prenotato, ha telefonato la nostra padrona di casa che però mi rassicura sul fatto che Yasser, il ragazzo con cui avevo parlato per telefono, sa di avere una nostra prenotazione per il mercoledì e giovedì notte.
Ho portato da casa una borsa piena di vestiti da uomo e da donna (tutte cose ancora nuove ma che noi solo perché ne abbiamo troppa, non usiamo più!), mi era stato detto che le persone li chiedono insistentemente: a me ieri hanno chiesto solo soldi, e onestamente non mi va di girare per l’Avana con un borsone pesante di roba che magari nessuno mi chiederà e così decido di lasciare tutto alla signora Maria chiedendole se conosce qualcuno che ha bisogno, e di distribuirli un po’ (magari qualcosa possono tenere anche loro, ma mi vergogno di essere io a offrirgleli!).
Abbiamo un po’ di quaderni e penne che lasciamo in una scuola primaria sulla calle Obispo, e porto con me un po’ di saponette.
Scendiamo per la calle Obispo che uno dei centri nevralgici dell’Avana vecchia, qui si trovano negozi di tutti i tipi, all’apparenza riservati ai cubani, ma nei quali si paga in pesos convertibili (quindi riservati a quei cubani che lavorando coi turisti possono disporre della moneta forte), e con prezzi decisamente europei.
Qui si trovano bei locali, hotel eleganti e molti palazzi sono in restauro: tutto ha un’aria più nuova delle strade dove siamo passati ieri.
Oggi è lunedì e c’è molta vita in strada, studenti con le loro divise di colore diverso a seconda dell’età, muratori, donne in costume tipico con sigaroni di 30 cm. Che se ne stanno lì per farsi fotografare…In fondo alle calle Obispo si trova la bella piazza Des Armas. Mentre cerchiamo di raggiungere la Cattedrale, ci fermiamo a comprare un po’ di cartoline e veniamo avvicinati da un ragazzo che ci offre un giro in carrozzella: 25 cuc per un giro di un’ora, gli dico che tutti gli altri mi hanno chiesto 20 e così cala immediatamente il prezzo, tento di tirare ancora, ma è irremovibile.
Adesso siamo in bassa stagione, ma secondo me i locali, invece di abbassare i prezzi, cercano di sfruttare al massimo i pochi turisti che ci sono! E’ da ieri che il giro col cavallo mi attira ed accettiamo: dopo la scarpinata di ieri oggi, dev’essere una giornata più rilassante! Ci portano a vedere, Piazza San Francesco, la stazione, la casa dell’onnipresente Josè Marti, il Capitolio, il Floridita ed altri bellissimi palazzi, passiamo di fronte alla fortezza del Morro… Ci facciamo anche una bella chiacchierata con il nostro cocchiere, Renato, parliamo di Cuba, dei cubani, dell’embargo, di Fidel, del dopo Fidel (visto che nessuno sa come stia!), della speranza e della paura del futuro.
Il giro è valso il suo prezzo.
Ci rimettiamo alla ricerca della Cattedrale e ben presto la troviamo: bellissima, bellissima la piazza, molto suggestiva , piante di buganville ornano i palazzi.
Ragazze con vestiti variopinti si offrono per fare foto; in un angolo della piazza c’è anche una signora su un letto che fa la medium proprio come quelle dei film! Di fronte alla cattedrale c’è il museo coloniale in un palazzotto molto bello, con camere arredate di tutto punto con mobili e suppellettili del periodo coloniale; non è un museo grande, ma è davvero molto bello.
Usciamo e ci fermiamo ad ascoltare un complessino di cinque elementi (sui cinquecento anni in 5) che suonano canzoni tradizionale: mio marito ha un lampo di genio…Scusate conoscete la canzone del Comandante Che Guevara?!? Questi lo guardano con un’espressione tipo “Ci prendi per il culo?!?” “Hasta sempre comandante” è una canzone che da quel giorno in poi scopriremo essere la colonna sonora della vita dei cubani, ogni tre per due, te la propongono, e un gruppo musicale così datato deve averla suonata dei due ai tre milioni di volte (un po’ come se a noi che abbiamo una orchestra di liscio ci venissero a chiedere se conosciamo Romagna Mia!) Mentre aspettiamo il solista che si è allontanato un attimo (gli altri forse non sanno tutte le parole!) inizia la processione delle donne che vengono a chiedermi le magliette, purtroppo dico loro che ne avevo una borsa piena ma che le ho già regalate tutte, e così distribuisco le saponette anche queste molto richieste, oltre al mio cappellino nuovo (l’ho portato solo un giorno ma mi sono sentita così in colpa di avere più niente da dargli che ormai mi toglievo la maglietta che avevo indosso!) Ascoltiamo la canzone e ci avviamo verso la Bodeguita del Medio, il famoso bar dove Hamingway prendeva sempre il mojito (il daiquiri invece al Floridita), che abbiamo scorto prima dalla gradinata della Cattedrale, alla sua sinistra.
E’ piena di turisti che fanno a turni per entrare.
Foto di rito e poi decidiamo di seguire un percorso consigliato dalla Lonely Planet partendo dalla chiesa di San Francesco d’Assisi fino alla Plaza Vieja, lì attorno è tutto molto bello, i palazzi sono tutti colorati e quasi tutti restaurati: l’Unesco ‘sta fornendo i soldi per rimettere a posto tutto e un po’ per volta la città sta tornando agli antichi splendori. Giriamo senza una meta precisa.
Non sembra neanche la stessa città di ieri! Ci fermiamo a mangiare al ristorante “La Mina” in calle Obispo dove sta suonando un gruppo musicale molto bravo! Certo che qua ci sono davvero dei signori musicisti! Ci fermiamo a un mercatino che avevamo visto montare al mattino sempre sull’Obispo dove si vendono articoli di artigianato locale, un salto a casa e poi decidiamo di andare a vedere l’interno del Capitolio che oggi è aperto: davvero molto bello.
Quando usciamo ce ne stiamo un po’ a goderci il venticello seduti sulle scalinata, come molti altre persone, turisti e cubani, quasi come Trinità dei Monti, a guardare il passeggio.
Stasera si cena in casa, la cuoca è la figlia della signora Maria e devo dire che è davvero brava, c’è qualità e quantità (anche troppa!) e poi il prezzo è accettabile (8 cuc a testa + le bevande) e così decidiamo subito di cenare lì anche la sera dopo.
Nonostante che domattina si parta presto decidiamo di andarci a fare un Cuba libre al Bosque Bologna sulla Obispo (lo abbiamo visto chiuso al mattino e per campanilismo decidiamo di tornarci!): in realtà con Bologna non ha proprio niente a che fare ma il complessino è bravo, compriamo anche il CD (ci hanno lasciato il loro tavolo visto che il locale era pieno!).
Abbiamo detto con la signora Maria che domattina sulle sette facciamo colazione visto che alle 7.30 andiamo a ritirare la macchina: sul voucher sono segnate le 8.00 ma sono rimasta d’accordo che se anche ci fossimo andati un po’ prima non ci sarebbero stati problemi…Infatti come arriviamo all’Hotel Inglaterra , mostro il voucher al portiere che mi dice che non l’addetto di Cubacar non arriverà prima delle 8.30! Ci accomodiamo nella immensa e lussuosissima hall dell’hotel sperando di non esserci alzati presto invano! Per fortuna, alle 8.00, la persona che stiamo aspettando arriva, e riusciamo ad espletare tutte le formalità abbastanza velocemente: so che devo pagare 40 cuc per l’assicurazione e versare la cauzione di 200 cuc, però mi chiede in contanti anche 45 cuc per la benzina più 15 per il disturbo! Ha fatto cifra tonda 100 cuc, se i giorni di noleggio fossero stati 3 forse il disturbo sarebbe stato da 25! Vogliamo partire, si sta facendo tardi e visto che ho letto che per arrivare a Pinar del Rio ci vogliono 3 ore (con buone condizioni atmosferiche), dobbiamo andare subito, visto che poi è buona norma tornare prima che faccia buio.
Ci spiegano la strada per uscire dall’Avana e ci riusciamo abbastanza agevolmente: questo ci farà illudere che tutta la storia sulle indicazioni stradali sia stata un po’ romanzata, invece dopo una trentina di chilometri di autopista, ci accorgiamo che di autopiste ce ne sono due, una va a Pinar del Rio e l’altra è un tronconcino che parte dallo stesso posto ma che finisce in una stradaccia tutta buche in mezzo a un paesino! Ieri abbiamo comprato una cartina stradale, ma la più dettagliata che abbiamo trovato era enorme, e abbastanza difficoltosa da aprire in macchina, e così abbiamo scelto quella un po’ più piccola , ma ci accorgiamo che è stato davvero un errore perché a parte le strade principali, tutte le altre non sono segnate, e non essendoci indicazioni è molto facile prendere una strada per l’altra.
… ci siamo accorti di aver sbagliato strada, e anche quando abbiamo visto gli avvoltoi insistentemente volteggiare sopra le nostre teste.
Non sono d’accordo con chi dice che l’autopista di Cuba sia messa male, è vero che si possono incontrare carretti, (anche in contromano!), e biciclette e animali, ma di sicuro il manto stradale non è dei peggiori, … La nostra Statale Romea è molto, ma molto peggio! La cosa più pericolosa sono le persone che fanno l’autostop, perché con soldi alla mano , si buttano sotto le auto che arrivano sperando che li carichino, in realtà così facendo prima o poi li caricano sul cofano! La signora della nostra casa ci ha consigliato di non dare passaggi a nessuno (la stessa cosa che mi avrebbe detto la mia mamma!), noi le diamo retta ma ci sentiamo un po’ in colpa, visto come ci guardano, noi in due soli dentro la nostra “lussuosissima” Hunday! A una sessantina di chilometri da Pinar del Rio , vediamo un pullman fermo con un omone nero in mezzo alla strada che si sbraccia, più del normale: ci fermiamo e questo ci dice che gli si è rotta la macchina e ci chiede un passaggio.
Ci vergognano a rifiutare e lo facciamo salire.
Tante chiacchiere finchè Roberto gli dice che va a Vinales per comprare i sigari: SIGARI, …Ha detto la parola magica, e così questo comincia a raccontarci che lavora presso la piantagione di Alejandro Robaina dove si fanno alcuni tra i sigari cubani più pregiati, ci racconta che il suo titolare è stato anche a linea verde, ci mostra un biglietto da visita e ci convince che non possiamo andare laggiù senza visitare la piantagione.
In realtà io ne farei anche a meno, vorrei andare a vedere le classiche cose che tutti vedono a Vinales, la cueva dell’indio (il murales della preistoria no, perché se lo faccio la mia amica Salyma mi infama, visto che mi ha ripetuto smilanta volte che è una cagata pazzesca!!!), magari farci anche un giro a cavallo…(non sappiamo andare a cavallo ma di solito quelli destinati ai turisti sono telecomandati…) Invece andiamo a vedere la piantagione, ci infiliamo in una stradina sterrata e abbastanza dissestata, finche voltiamo verso un piccolo casolare con a fianco un capannone dove sono seduti alcuni uomini, mentre una donna sta stegamando in mezzo alle galline.
Siamo arrivati, ci dice (…Siamo arrivati, penso io, adesso ci danno una bella botta in testa e addio fichi!…).
In realtà, io sono sempre diffidente, ma tutto è andato come doveva, hanno dato un bel sigarone cohiba da fumare a Roberto, mentre ci hanno mostrato la piantagione, spiegato con quali foglie si fanno i sigari, dove e come le fanno essiccare, e per ultimo abbiamo assistito proprio alla fabbricazione di un sigaro, dal mucchietto di foglie fino al prodotto finito come lo vedi in tabaccheria.
Naturalmente il fine ultimo, è vendere i sigari, prima di noi era arrivata anche una coppia di belgi che sembrano molto interessati, io invece faccio la parte di quella che non li vuole comprare, faccio mille domande sul fatto che siano originali, mio marito scalpita (come i due poliziotti dei film, uno che fa il buono e uno il cattivo!) Ci chiedono 6 cuc a sigaro se ne compriamo meno di 25, da 25, 5 cuc cadauno.
Naturalmente ne compriamo 25 senza scatola in quanto ci hanno detto che senza la ricevuta, non se ne possono portare più di 23.
100 euro + 5 cuc (visto che quello dell’autonoleggio mi ha quasi pulito): appena arriviamo a Vinales devo andare in banca a cambiare i soldi. Domattina devo pagare la casa e in 3 giorni ho già finito i 400 euro di cuc, non sappiamo come ma sono decisamente finiti! Salutiamo, e ripartiamo verso Vinales.
Ci fermiamo a fare foto lungo la strada, il paesaggio è bellissimo, come quello che si vede sulle guide, natura a perdita d’occhio. Quando arriviamo a Vinales è ora di pranzo e ci fermiamo in un barettino, proprio all’inizio del paese, dove secondo la nostra guida, si può pagare anche in pesos cubani: io ho cambiato 20 euro il primo giorno, ma fino ad oggi non li ha voluti nessuno! Hanno solo arroz negro (riso con fagioli neri) e tortillas ma a noi va super bene accompagnati da due refresco de cola; dopo un po’ arrivano anche i due belgi di prima ai quali (con la mia solita faccia da c…) vado a chiedere quanto abbiano pagato i sigari: 5 cuc (come noi), ma solo se ne compravano più di 50!!! (Ah, ah, ah!) Paghiamo (in tutto circa 3 cuc, pochissimo!), chiediamo se possiamo lasciare la macchina parcheggiata lì davanti e facciamo un giro per il paese, molto carino, casine basse colorate, una bella piazzetta dove facciamo un po’ di compere.
La gente è gentile soprattutto quando sente che siamo italiani (…Strano non è che succeda proprio dappertutto!) Dopo un po’ ripartiamo, vogliamo andare anche a Pinar del Rio, ma verso le 15.30 come ci entriamo il cielo diventa nero, nero e ci viene il dubbio se sia il caso di tornare verso casa e così riprendiamo l’autopista in direzione Avana.
Dopo un po’ comincia a piovere fortissimo, non si vede più niente, dove c’è qualche avvallamento nella strada, si sono già formate delle piscinette, e sembra di essere su un motoscafo.
Aggiungiamo pure il fatto che le gomme dell’auto sono piuttosto liscie… Continua a piovere, ora per fortuna un po’ più piano, siamo comunque contenti di aver deciso di tornare indietro.
Arrivati alla fine dell’autopista sbagliamo clamorosamente strada e ci infiliamo in una zona (che non è, ma ci sembra quella dove siamo passati al mattino) incasinandoci sempre di più e senza capire dove siamo né come possiamo fare per tornare indietro: chiediamo due o tre volte, un signore in macchina ci fa segno di seguirlo per un po’ e poi ci consiglia di chiedere ancora.
Siamo nel panico, andiamo piano cercando inutilmente qualche cartello, le altre macchine ci suonano e i guidatori ci mandano pure a quel paese…In realtà se anche volessimo andarci non sapremmo da dove passare!!! A un certo punto, ci fermiamo a chiedere per l’ennesima volta a due tipi che quando parlano non si capisce proprio niente, in compenso, capiamo solo che devono andare sul Malencon e se li portiamo, ci guidano loro.
Per fortuna perché eravamo davvero distanti, sta cominciando a imbrunire e c’è un gran traffico! Arrivati circa all’altezza della fortezza del Morro, loro scendono e a questo punto dobbiamo arrivare a casa, ci siamo informati e c’è un garage proprio di fianco alla nostra casa dove potremo lasciare la macchina, il problema è arrivarci, ci incasiniamo ma alla fine col rischio di sbattere arriviamo a destinazione anche se dalla parte sbagliata! Siamo sfiniti, non vediamo l’ora di infilarci sotto la doccia, poi prepareremo le valige , prima di andare a cena.
Anche stasera, tutto ottimo, rifiutiamo il dolce, visto che siamo pienissimi e la cuoca ci rimane un po’ male e chiediamo i conti; domattina partiamo presto perché ci sono più di 300 chilometri da percorrere per arrivare a Trinidad.
Di fianco alla nostra casa si sta celebrando un rito di santeria con tamburi, e musiche: una voce di donna urla “Hermano, hermano” ( o hermanos…Anche per noi durante la Messa di dice “Fratelli”), e quando qualcuno dalla strada le dice di stare zitta, volano fuori dalla finestra piatti e bicchieri! Decidiamo per l’ultima uscita all’Avana, il bicchiere della staffa in un locale dove ci eravamo già fermati due sere fa: il tempo di una bevuta e poi torniamo a casa: domani ci aspettano un sacco di chilometri.
La mattina dopo facciamo colazione, paghiamo, ringraziamo e salutiamo tutti: siamo stati davvero bene, la signora Maria, ci ha coccolati, sua figlia ci ha rimpinzati, ci siamo davvero sentiti a casa.
Il signor Jesus, il marito della signora Maria, ci spiega la strada più semplice per raggiungere l’autopista per Trinidad, me la dice due volte, me la fa ripetere, ma è tutto inutile perché sbagliamo qualcosa e come d’incanto siamo di nuovo dispersi! Siamo anche quasi senza benzina e così ci fermiamo a un distributore dove facciamo il pieno (30 cuc…Il noleggiatore ci ha fregato alla grande e si è fatto una bella mesata!) e chiediamo informazioni.
Un ragazzone che lavora lì comincia a spiegarci prima a voce, poi ci scrive delle indicazioni sulla cartina, poi si rende conto che non ce la faremo mai e così si offre di accompagnarci: ci dice che gli è successa la stessa cosa due anni fa in Olanda e visto che il mondo piccolo potrebbe essere lui un giorno ad avere bisogno di noi e quindi lascia il lavoro per indicarci la strada.
Effettivamente la strada che percorriamo è veramente allucinante, niente indicazioni, si passa in mezzo ai paesini, quando finalmente arriviamo all’autopista sarà passata una buona mezz’ora: il ragazzo scende, gli chiediamo cosa gli dobbiamo dare per il disturbo, e lui dice “ Per me assolutamente niente se non i soldi per il taxi per ritornare al lavoro: 25 cuc …E poi magari 10 cuc per mangiare…” visto che proprio lì di fronte c’è un baracchino che vende i soliti panini con l’arrosto di maiale! Effettivamente visto che sarà almeno 150 chili è uno che mangia molto!!! Gli diamo quello che ci ha chiesto e ripartiamo ( ci consoliamo pensando che in questi giorni stiamo facendo felici molte persone e che quei soldi li avremmo spesi tutti in benzina girando a vuoto!) Quando sull’autopista vediamo il cartello Cianfuegos, svoltiamo in direzione di questa cittadina, anche qui sulla strada ci sono molte persone che chiedono passaggi, anche stamattina la signora Maria ci ha ribadito di non caricare nessuno (noi non le abbiamo confessato di avere già dato!), ma quando vediamo un ometto vestito da poliziotto , ci fermiamo e lo facciamo salire.
A lui chiedo da quanto tempo stava aspettando e mi risponde solo da mezz’ora, ma che a volte si aspetta anche un’ora, due ore… Cominciamo a parlare del più e del meno, di tutta la polizia che c’è a Cuba, lui è un investigatore (…Ha una faccia da tutto fuori che da investigatore!!!) ed è stato in missione a Matanzas e ora sta tornando a casa a Cianfuegos.
Ci parla dell’hermana di sua moglie che abita a Roma che però sente tanta nostalgia di Cuba perché chiama sempre e torna tutte le volte che riesce.
Gli facciamo la fatidica domanda che abbiamo fatto a molti anche all’Avana: Como esta Fidel? Bien, bien, esta bien! …Scrive tutti i giorni, manda messaggi ai cubani, è stato molto malato ma ora si sta riprendendo e ben presto riprenderà in mano le redini del paese! In verità tutti all’Avana ci hanno risposto che non si sa ed è talmente tanto tempo che i cubani non vedono el Lider maximo, che molti pensano sia già morto ma che la notizia non sia stata data per paura di sommosse e disordini.
L’unica cosa che hanno in comune le due versioni, quella di fede e quella dubbiosa, è la totale antipatia per il fratello di Fidel, Raul Castro, che al momento ricopre la carica di Presidente “supplente” in quanto tutti pensano che non sia il successore adatto al fratello in quanto, caratterialmente, troppo poco diplomatico. Ho sempre sentito dire che i cubani non possono parlar male del Governo (per paura) ma in realtà anche se abbiamo sentito commenti di persone stanche di una situazione economicamente troppo pesante, non abbiamo mai sentito parlar male di Fidel Castro.
C’è stato un signore che ci ha detto che i cubani non sono comunisti: sono Castristi. (a parte gli esuli cubani che stanno preparando una grande festa nello stadio di Miami che esploderà appena verrà data la fatidica notizia!) I cubani, tutti, sono coscienti che alla morte di Fidel, tutto a Cuba cambierà. Il problema è che non si rendono conto ancora se in meglio o se in peggio…La loro paura è di perdere ancora quei pochi “lussi”, come sanità e istruzione, che gli vengono concessi gratuitamente.
Quando abbiamo raccontato che anche in Italia la sanità è gratuita (per modo di dire, ma diciamo gratuita!), ma per un’ecografia è necessario aspettare almeno sei mesi, la gente rimaneva incredula…”e se pagate?” “Ce la fanno il giorno dopo!”.
Forse chi già oggi sta un po’ meglio, potrà ancora migliorare, per tutti gli altri ho dei seri dubbi! Quando stiamo per arrivare a Cianfuegos, chiediamo della strada per Trinidad, e il nostro ospite ci dice che è interrotta, un ponte è pericolante e saremo costretti a tornare indietro a Santa Clara, di lì a Sancti Spiritus e poi a Trinidad.
Nooooo! E’ impossibile, tutta questa strada in più per niente,…Ma ormai siamo arrivati e ci conviene fare un giro a vedere questa bella cittadina…Ehi, è proprio carina, ha un bellissimo lungomare, case molto caratteristiche e ben tenute.
Ci fermiamo a pranzo proprio sul mare, all’aperto.
Camarones per me e filetto di pescado per Roberto: 48 pesos…Cubani (2 cuc, sono i primi che ci chiedono i pesos cubani, solo per il cibo, la cerveza e il refresco si pagano in cuc) Facciamo una altro giretto per il paese e chiediamo in giro se la strada per Trinidad è davvero chiusa… non si sa mai…E infatti in due ci confermano che solo i camion non possono passare, con la macchina è praticabile. Yahooo! Chiediamo indicazioni e troviamo la strada abbastanza agevolmente fino a che a Rancho Luna (un posto molto carino dove sarebbe valso la pena fermarsi a fare un bel bagno visto il bellissimo colore del mare, non essendoci indicazioni diverse, proseguiamo per qualche chilometro rendendoci però conto che siamo in direzione contraria a quella dove dobbiamo andare noi! …Ma altre strade non ne abbiamo viste!!! Dietro front! Chiediamo a due signore le quali ci confermano che dobbiamo tornare indietro ed una ci chiede di essere accompagnata a Rancho Luna. Ok.
Quando la scarichiamo ci dice che dobbiamo arrivare a un Cupet (i distributori di benzina sono solo di due tipi Cupet e Oro Negro) e poi andare a sinistra: arrivati lì per sicurezza richiediamo, e un signore anziano ci conferma la giusta direzione e ci chiede se possiamo portarlo a casa a Trinidad:…Beh, in fondo è una persona anziana… Chiacchieriamo anche con lui, di quello che fa, ci dice che lavora 24 ore di seguito e poi tre giorni a casa, e questo è meglio per lui visto che non ha neanche una bicicletta per potersi spostare (e poi una cinquantina di chilometri in bici con quel caldo…!).
Stava aspettando un passaggio dalle nove di mattina, e ora sono le 14.30! Di sicuro ai cubani mancano molte cose, tra queste non figura di sicuro il tempo!!!! Si fanno un po’ i soliti discorsi, ci dice che mancano beni di prima necessità che vengono tenuti per i turisti, lui ha un bimbo piccolo per il quale gli viene fornita una quantità di latte, finita la quale, deve comprarne altro al mercato nero dove i prezzi sono alti, troppo per gente che guadagna 240 pesos al mese! Io gli chiedo se lui si ricorda com’era prima, ( …Prima di che?!?) …Se ha visto la rivoluzione?!? “No io sono nato nel 1964!” …Che figura di m…! Ha solo due anni più di me! Io e mio marito ci guardiamo in faccia e cominciamo a pensare che vivere in questo paese sia davvero dura se ci si riduce così! Mi chiede quanto paghiamo nella casa che abbiamo prenotato ed io che non l’ho neanche chiesto, gli rispondo sui 20/25 cuc: lui si offre di portarci in una casa più economica o di parlare con il padrone di casa per farci avere lo sconto, ma a noi “ricconi” non ci sembra una cifra esagerata e così rifiutiamo.
“Beh, sono soldi suoi!” mi risponde.
Verso le 15.00 arriviamo a Trinidad, il nostro amico ci lascia proprio di fronte alla nostra casa dove Yasser, ci sta aspettando sulla porta: ha sentito poco fa la signora Maria che gli ha detto che eravamo partiti sulle nove e conoscendoci ci hanno già dato tutti per dispersi! Entriamo in casa, una casa coloniale molto bella con mobili antichi, vetrinette con porcellane e cristalli, un bel cortile: in realtà avevo già visto tutto in foto, ma dal vivo è meglio: l’unica cosa negativa è che le camere non hanno le finestre, ma delle porte altissime con un finestrotto in cima, ma credo che questa sia proprio la caratteristica di questo tipo di casa: nel bagno meraviglia, delle meraviglie, il bidet (ma che famiglia chic doveva essere stata questa!), purtroppo non collegato ai tubi! Ci accomodiamo, una doccia velocissima e siamo già fuori, chiediamo con Yasser se è possibile cenare in casa, (visto che ho saputo che lui è un cuoco molto bravo), ed acconsente.
Come usciamo incontriamo i tre triestini, che sono stati sfrattati dalla nostra camera per lasciarci il posto! Hanno tentato anche di far trasferire noi, ma questa volta abbiamo avuto la meglio! Ci facciamo un bel giro di Trinidad, qui la macchina non serve, si può girare a piedi, siamo anche vicini al centro, alla piazza, alla casa della musica, dove vogliamo andare questa sera dopo cena! Una signora mi avvicina e mi chiede se ho una camiseta da darle: …Putroppo ne avevo una borsa piena, ma le ho già regalate tutte all’Avana… Mi mette una mano sulla spalla e mi dice: “non ti preoccupare, sei stata brava lo stesso!” I vicolini sono proprio come si vedono nelle cartoline, casine tutte colorate, stile coloniale, le porte sono aperte, hanno inferriate in modo da fare entrare l’aria, ma non gli estranei, ma spesso aperte anche queste.
Camminiamo e sbirciamo dentro, un po’ mi vergogno, ma credo sia abbastanza normale.
Veniamo subito abbordati da un signore in bici che ha dei sigari da vendere, li ha già veduti anche ai nostri amici.
I scatola da 25 cohiba, 30 cuc!!! Cavoli, anche se non fossero originali, da regalare andrebbero benissimo! Gli diciamo che domani ci passiamo, intanto siamo interessati alla città, passiamo un mercatino dove si vendono tovaglie ricamate a mano, molto belle, non le ho viste all’Avana! Un bel souvenir! Chiedo il prezzo, e poi comincio a chiedermi se saranno della misura giusta per le tavole della mia mamma e di mia suocera , quando la signora della bancarella dietro mi dice che le ha anche lei e mi fa un prezzo più basso, e così quella della bancarella successiva, e così un’altra e un’altra ancora! Onestamente mi imbarazzano, faccio fatica a dire di sì a una, e no a tutte le altre: tiro fuori la storia della misura e prometto di tornare domani dopo essermi informata.
Roberto, mi guarda e ride (soddisfatto…Soprattutto perché non ho comprato niente!) Ce ne stiamo un po’ in giro e poi torniamo a casa dove Yasser ha davvero preparato una cena buonissima! Conosciamo la sua mamma, Maristella, una signora con la S maiuscola.
Forse è sulla cinquantina, è molto elegante anche con il turbante fatto con l’asciugamano dopo aver fatto la doccia! Parla in un modo così pacato che ti mette davvero a tuo agio. Le piace tanto stare a parlare con i suoi ospiti, noi le raccontiamo dei nostri viaggi, e si vede che le piace ascoltare queste storie, quasi come favole, di quei paesi dove probabilmente lei non potrà mai andare. Ci dice che le piacerebbe visitare la Grecia, l’Egitto e il Brasile (…E naturalmente l’Italia).
Alla fine alla casa della musica non siamo andati, siamo rimasti tutta la sera a fare delle belle chiacchiere con Maristella, “…Magari andiamo domani e tu Maristella vieni con noi!” Purtroppo lei lavora in un ufficio “economico” e il 31 in tutto il mondo è giorno di “chiusure e quadrature” e farà molto, molto tardi.
Giovedì mattina ci alziamo ed è proprio nuvoloso, difficilmente migliorà, di solito in questa stagione piove di pomeriggio, un scroscio forte di una mezz’ora e poi torna il bel tempo, ma oggi è proprio una brutta giornata.
Per oggi si era pensato di andare in spiaggia! Usciamo lo stesso, tiriamo fuori la macchina dal garage e ci avviamo verso il mare, chissà che non venga fuori il sole… Yasser ci consiglia anche di fare un giro a Manaca Iznaga, una piantagione di canna da zucchero del periodo degli schiavi, dove c’è una torre molto alta, sulla quale si può salire, e vedere tutto il panorama.
Noi ci avviamo verso playa Ancon, se ci fosse il sole sarebbe proprio un bel posto, c’è anche la barriera corallina abbastanza vicina a riva: ma purtroppo comincia a piovere.
Seguiamo il consiglio di Yasser e andiamo a vedere la torre, il posto è carino ma visto il tempaccio ci sono pochi turisti e molti venditori, collanine, tovaglie, maracas… Rimedio un ombrello da una signora con la promessa di andare, DOPO, a vedere la sua mercanzia.
Il panorama da lassù in cima è proprio bello: da quassù si controllavano gli schiavi e nel cortile della casa c’è una campana con la quale venivano radunati.
Quando scendiamo devo tener fede alla mia promessa: compro qualcosa e mi lamento che in soli quattro giorni di Cuba ho speso come in 20! “Cuba es el pais mas caro del mundo!”, dico.
La mia amica dell’ombrello mi risponde: “Pero Cuba es el pais mas rico del mundo!” “Nooo, mas rico?!?”, ribatto, “el menos rico!!!” …E lei : “No, es el pais mas rico de libertad!” …Un paese che ha vissuto così tante schiavitù, colonizzazioni, spagnola, americana, e ora la schiavitù all’embargo! Quando senti certi discorsi, ti dimentichi tutte le cose che fino a quel momento ti sono sembrate “storte” e cominci a pensare che forse, tutto non è stato invano! Di sicuro questi sentimenti ci sono sembrati ancora molto sentiti nelle campagne, di sicuro, molto più che all’Avana! Nelle campagne la gente sta davvero aspettando “il ritorno” di Fidel, di un Fidel che non si vede, ma che pur gravemente malato e ora in convalescenza, è vicino al suo popolo al quale scrive tutti i giorni! Non ce la sentiamo di contraddirli, anche se noi, occidentali disincantati, non siamo più abituati a credere a niente di quello che i nostri politici ci raccontano! E’ ormai ora di pranzo, abbiamo visto vicino alla spiaggia un ristorantino con aragostone gigante di cemento davanti come insegna e pensiamo di andare a mangiare lì visto che siamo a Cuba da 5 giorni e ancora sta benedetta langosta non l’abbiamo ancora assaggiata! PESSIMA SCELTA! La parillata di pescado dovrebbe essere una grigliata invece, per ben 12 cuc a testa ci hanno portato un piatto con un filetto di pesce, lessato, gamberi indecifrabili e una mezza coda di aragosta durissima e cattivissima, tutto secondo me cotto da almeno due o tre giorni, da intossicazione alimentare! Per digerire (sarebbe stato necessario l’idraulico liquido!) siamo tornati in un bar molto carino con internet point dove eravamo stati anche il pomeriggio precedente a farci un gelato…E a questo punto suona il mio cellulare…MA CHI SARA’! “Salve sono di todomondo, vi volevo chiedere visto che ci sono ancora dei posti sul volo di domenica, se volete rientrare il giorno dopo” Cooosa? Ma certo che sì, tantopiù che non dobbiamo neanche più tornare all’Avana perché partiamo direttamente da Varadero a notte fonda o quindi ci regalano un giorno proprio intero in più! Che botta di c…!!!! Ha anche smesso di piovere e ci facciamo un giro per andare a cercare le bancarelle di ieri.
…Ma non ci sono più! Causa la pioggia oggi niente vendite! Però in fondo alla stradina veniamo notati da due di quelle signore di ieri che ci chiamano per farci vedere quello che hanno da vendere.
Oggi i prezzi sono più alti, purtroppo affari non se ne sono fatti e così strappiamo un prezzo non proprio all’altezza di quello che avremmo potuto comprando ieri! Ma non ho scelta, domani partiamo e quindi o ora o mai più! Passiamo anche da quello dei sigari e li compriamo: anche lui non ci fa la ricevuta e ora abbiamo il dubbio: ci faranno passare alla dogana? Torniamo a casa e diciamo a Yasser del fatto che partiremo un giorno dopo e ci invita a rimanere un giorno in più da loro, ci facciamo un pensierino…Ma sabato mattina dobbiamo riconsegnare la macchina e poi onestamente un giorno in più a Varadero è un giorno davvero regalato, rimanere in giro tra macchina, casa, e pasti vuol dire spendere almeno altri 100 cuc! A questo punto ormai è deciso che domani andiamo e andiamo!…Anche se ci piacerebbe davvero tanto restare un altro po’ qui con loro. Ieri abbiamo regalato loro i medicinali che avevamo portato con noi e loro per sdebitarsi ci hanno regalato uno scacciaspiriti molto bello come quelli che anche loro anche nel cortile e un portapenne con lo stemma dell’Havana Club; io regalo a Maristella una collana che ho comprato a Sharm, è senza valore, ma come augurio che anche lei un giorno possa andare in Egitto.
Intanto ricomincia a piovere, anche oggi niente casa della Musica; invitiamo Yasser a mangiare con noi, stasera non c’è neanche sua madre e farci servire mentre lui mangia solo in cucina ci pare proprio brutto.
La cena è come sempre proprio buona, come gradevole la conversazione; Yasser è ingeniere meccanico, ma preferisce occuparsi della casa che gli dà un guadagno un po’ più alto finchè Maristella che ha un buon lavoro, non andrà in pensione…Allora si vedrà! E’ venerdì mattina, oggi si va a Santa Clara a salutare il Che: prima però salutiamo i nostri amici, promettiamo loro che se torneremo a Cuba, anche facendo un altro giro, torneremo sicuramente da loro, e per un po’ più di tempo. A proposito di tempo anche oggi è penoso, piove, un po’ più forte, un po’ più piano, ma non smette: avremmo voluto passare dalle Topes de Collantes per andare a Santa Clara, che ho letto essere una zona montuosa molto bella, ma con un tempo così ce lo sconsigliano vivamente.
Via Sancti Spiritus, arriviamo a Santa Clara: qui oltre al mausoleo del Che non c’è molto da vedere! Arriviamo nella piazza di fronte al monumento, dagli altoparlanti arrivano le note di “Hasta sempre comandante”, vista la bassa stagione e la pioggia, siamo una decina di persone in tutto, visitiamo il museo e poi la tomba, vicina a tutte le tombe dei suoi compagni (anche una ragazza) caduti con lui in Bolivia nel 1967: i loro corpi sono stati restituiti sono nel 1997, e da allora, in loro memoria, è stata accesa una fiamma eterna.
Devo dire la verità: io non sono una di quelle con il mito del Che, io non l’ho “conosciuto”, non sapevo niente o quasi di lui a parte le cose che mi sono state raccontate da mio marito.
Ma al momento in cui mi sono trovata davanti alla sua tomba, …Mi sono commossa.
Usciamo e andiamo a cercare l’autopista per l’Avana sulla quale poi troveremo (forse) le indicazioni per Varadero.
Yasser ci ha segnato sulla cartina tutti i paesi che dobbiamo passare: questa volta è abbastanza semplice.
Arriviamo verso le 18.00, sappiamo che il nostro albergo rimane all’inizio della penisola.
Giriamo un po’ per trovarlo, so che per quello che ho pagato non sarà un granchè, ma a dir la verità non mi interessa molto: effettivamente da fuori è proprio brutto! Possiamo lasciare la macchina domattina per le 8.00 ma Roberto è stanco di guidare: in quattro giorni abbiamo percorso più di 1300 km. E così decidiamo di lasciarla subito, tanto l’ufficio di Cubacar è proprio nel parcheggio di fronte al nostro albergo.
Pago il drop off (cioè il supplemento per aver preso la macchina in una città ed averla riconsegnata in un’altra): in Italia mi avevano detto 15, all’Avana 20, qui mi chiedono 25 cuc, protesto ma poi pago.
Entriamo nell’hotel Hotetur Sunbeach, ci presentiamo alla reception e diciamo che abbiamo una camera riservata, controllano e a loro non risulta niente.
Visto che non siamo arrivati sabato, la prenotazione è stata cancellata.
Ma come noi abbiamo pagato anche l’albergo! Forse al tour operator, l’hotel, quando il cliente non arriva non incassa niente! Comunque si offrono di contattare il responsabile, il sig. Angelo, quello che ci ha ricevuti il primo giorno in aeroporto per chiedere come intende comportarsi il tour operator, se ci paga la camera o no! A dir la verità ci devono pagare la camera due giorni e non uno visto che loro ci hanno proposto di partire domenica anziché sabato! Se proprio devo pagare io vado a cercarmi un posto meglio! Dopo un bel po’ di telefonate, riusciamo a parlare con Angelo, il quale mi assicura che metterà tutto a posto al più presto facendo una mail all’hotel con un impegno a pagarci la stanza.
Intanto ci chiedono a garanzia 103 cuc di 1 giorno in all inclusive, che ci restituiranno appena riceveranno la mail.
Siamo stanchi e non abbiamo più neanche la macchina, e così paghiamo, entriamo in possesso del nostro braccialettino magico, e ci accomodiamo di sopra.
Le camere non sono brutte, sono grandi, anche il bagno, ma l’hotel ha un’aria molto decadente e c’è puzza di umidità! Nella hall piove dentro! Dopo essere stati nella casa di Trinidad, questo posto mi mette solo tristezza! In più il fatto che continui a piovere ci fa piombare in uno stato depressivo! Certo che finendo qui questa bella vacanza, rischiamo proprio di rovinarcela! Andiamo a cena, il ristorante è triste, ma non si mangia male. Il personale è gentile.
Nonostante questo, non vorrei ripetermi, però non c’è confronto con la cucina e l’atmosfera delle case dei nostri amici dell’Avana e di Trinidad! L’hotel è quasi vuoto, è enorme avrà 500 camere o più ma le occupate saranno al massimo una trentina! Ospiti quasi tutti tedeschi.
Dopo cena un mortorio, a due passi da noi c’è un barettino con spettacolo di cantanti con basi musicali, donnine truccatissime con ombretti metallizzati (sembrano quasi uscite da un film di fantascienza!) e qualche uomo solo in cerca di compagnia.
Passiamo lì un’oretta giusto per non andare a letto subito ma come tentano di coinvolgerci nei balletti, insieme ai settantenni “palpatori” tedeschi, andiamo via.
Aiuto, “arridateci”il nostro volo di domani!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sabato mattina il tempo è così così, non piove, ma minaccia! Ci informano che è arrivata la mail di Todomondo, due giorni pagati e ci restituiscono i nostri soldi.
Facciamo un giro a vedere la spiaggia, il mare è davvero molto bello come si vede dalle foto di questa località, …È il resto che fa pena! Torniamo sulla strada e troviamo un noleggio di scooter: 4 ore 18 cuc.
Lo prendiamo, si può andare in due e così ci facciamo un giro fino alla fine della penisola.
E’ sbucato pure il sole, il mare è diventato ancora più azzurro, anche dalla parte della laguna dove ci sono le mangrovie, e c’è la possibilità di affittare anche delle barchette: ci piacerebbe, entro a chiedere il prezzo ma 39 cuc a testa per due ore, è troppo, in più abbiamo appena preso il motorino è meglio che lo sfruttiamo! Più ci allontaniamo dalla zona del nostro albergo, troviamo hotel molto lussuosi, altri con architetture orrende tipo ospedale (un po’ come abbiamo visto lo scorso anno a Cancun!) ma altri decisamente belli.
Certo che venendo in vacanza per stare solo a Varadero, almeno un 5 stelle lusso bisogna scegliere! Mentre siamo passati sul lungomare ho visto dei mercatini e così cominciamo a fare compere: qui suona quasi a ciclo continuo “Hasta sempre comandante”, ma allo svenimento, chiedo a una signora da cui sto comprando un po’ di ricordini per i nostri amici, quante volte abbia sentito questa canzone, e lei alza lo sguardo, e scuote la testa! Certo che in un posto come questo non mi dice davvero niente! Nonostante anche qui ci siano i soliti murales e sia pieno di banchetti che vendono magliette e cappellini del Che, questo luogo rappresenta davvero quello in cui la rivoluzione ha fallito, basti pensare che i cubani non possono villeggiare a Varadero! Dopo pranzo pennichella, ma quando mi sveglio c’è il sole:Via , via, via in spiaggia al più presto!!! La spiaggia è proprio appena attraversata la strada…Dieci minuti di sole e viene giù un acquazzone, che non abbiamo nemmeno il coraggio di lasciare in nostro fitto ombrellone di paglia.
Qui devono essere abituati; c’è chi continua a fare il bagno, e chi anche a giocare a pallavolo! Ma lo scroscio aumenta e il nostro ombrellone non tiene più, scappiamo sotto un altro più riparato, e poi tentiamo di raggiungere il bar appena, la pioggia rallenta un po’ saltellando da un ombrellone all’altro tipo Pantera Rosa! Io rido come una pazza, siamo bagnati annegati davvero ridicoli! Torniamo in albergo, doccia, un po’ di Rai international (l’ ultima puntata dei Pacchi!!!) e poi cena.
Questa è l’ultima notte, stasera davvero vogliamo andare da qualche parte, la scelta è tra la casa della Musica, la casa del Mambo e la cueva del pirata (ci sono altri locali ma si balla solo coi dischi e noi vogliamo musica dal vivo).
In hotel ci consigliano l’ultimo, ma quando ci arriviamo alle 22.00, scopriamo che apre solo alle 23.00!!! Il taxista, impietosito, ci porta in un altro bar, calle 62, dove fanno musica, c’è un bel po’ di gente, forse in tutta Varadero l’unico locale pieno, gli stranieri, seduti ai tavoli a bere, i cubani in strada a ballare.
Il taxi viene a riprenderci a mezzanotte come stabilito, gli faccio notare il mortorio in tutta Varadero…Ci sono più zanzare che turisti!!! (zanzare e anche cattive!!!) Domenica, ultimo giorno, stasera ci vengono a prendere alle 22.00 quindi la giornata è proprio tutta a nostra disposizione: c’è il sole, anche se ancora qualche nuvola che però scompare dopo qualche ora.
Andiamo in spiaggia e facciamo il bagno, il mare è un po’ mosso, ma l’acqua è proprio bella! Al pomeriggio, idem: per fortuna oggi è stata una bella giornata, bisogna proprio dire che è tornato il sole sulle nostre vacanze! Possiamo tenere la stanza fino alle 22.00, abbiamo pagato un day use di 15 cuc, e così ce la prendiamo comoda, …Ci lasciano anche il braccialetto.
Alle nove faccio una telefonata a Maristella per salutarla e ringraziarla, forse un giorno ci rivedremo.
All’orario stabilito arriva il pullman, che ci porta in aeroporto, finalmente sentiamo parlare in italiano dopo una settimana in cui ho usato tutte le parole spagnole di mia conoscenza.
Arriviamo in aeroporto, siamo in fila per il check in e davanti a me ho un gruppo che non fa altro che lamentarsi (questa è la quinta volta a Cuba, ma adesso basta, tutti questi controlli, i liquidi, i sigari…), dopo due minuti mi hanno già rotto! Voglio tornare indietro! Viaggio di ritorno con scalo ad Holguin, lungo, ma tranquillo! Quando stiamo per atterrare in Italia dico a Roberto: “Adesso che hai visto Cuba puoi anche morire!?!” “Eh, no prima di morire devo vedere TUTTA Cuba!” (…Al nostro ritorno in Italia ci informano che durante la settimana, le televisioni internazionali hanno finalmente mostrato Fidel Castro, a colloquio con un leader straniero…) Adios Cuba, anzi Hasta luego! …
Aqui se quede la clara la entrenable trasparencia de tu querida presenzia Comandante Che Guevara Qui rimane la chiara penetrante trasparenza della tua cara presenza comandante Che Guevara