Roatan, relax senza tentazioni
Mi sono sempre ritenuto un viaggiatore con in mano esclusivamente il biglietto di andata/ritorno, perciò quando Claudia quest’Inverno mi ha chiesto di concederci il lusso di una fuga ai tropici di una settimana, ho storto parecchio il naso. Alla fine, dopo parecchie insistenze e trattative, ho acconsentito ad una sola condizione: il posto dove ci saremmo recati non doveva offrire nessuno spunto alle escursioni.
Forse a voi questa richiesta potrà sembrare il vaneggiare di un pazzo, ma in realtà ha una sua logica: io non riuscirei mai a chiudermi dentro un villaggio sapendo che all’esterno ci sono meravigliosi posti da visitare, mi sentirei limitato sia dal punto di vista logistico che dal tempo a disposizione. Per fare un esempio pratico, non riuscirei mai a imprigionarmi per 1 settimana dentro un villaggio in Messico, sapendo che all’esterno ci sono antichi siti archeologici e caratteristiche cittadine coloniali. Molto meglio un’isoletta in mezzo all’oceano dove posso, senza rimorsi, farmi un’overdose di immersioni subacquee.
Se cercate un’isola latina che offra la possibilità di fare belle immersioni e nello stesso tempo sia lontana da altre attrattive turistiche, Roatan salta all’occhio quasi immediatamente. Le grandi isole caraibiche tipo Jamaica o Hispaniola, non offrono grandi fondali. Ambergris Caye è certamente uno dei posti più belli al mondo per fare immersioni, ma è troppo vicina alle meraviglie naturalistiche e archeologiche del Belize (e poi ci eravamo già stati). Un ottimo compromesso è invece l’isoletta Honduregna di Roatan, che si trova in prossimità dell’inizio della barriera corallina del Belize (la più grande al mondo dopo quella Australiana). Dunque, mentre dal punto di vista subacqueo siete in una botte di ferro, l’attrattiva turistica più vicina è il sito Maya di Copàn con le stele meglio conservate del Centroamerica, ma comunque sufficientemente lontano da scoraggiare anche il più frenetico dei viaggiatori. Bene! Il dado è tratto! Si va a Roatan! Tanto per rendere noto subito il finale di questa breve storia, siamo rimasti tutti molto soddisfatti della nostra scelta, passare una settimana invernale a Roatan è stato assai appagante. I ritmi sonnolenti e le meravigliose spiagge bianche ci hanno permesso di ricaricare le batterie, alternando il torpore del sole tropicale ai meravigliosi fondali da cartolina… e già che c’eravamo, abbiamo rispettato anche il nostro solito copione di viaggiatori, organizzandoci un’esplorazione dell’isola in piena autonomia. Un giorno a zonzo ———————- Volendo “saltare la staccionata”, l’isola di Roatan con i suoi 45 Km di lunghezza e 5 Km di larghezza, vi permette di farvi anche una giornata di escursione viaggiando sull’unica strada che la percorre (parliamo di una settantina di chilometri). La capitale, Coxen Hole, è un piccolo agglomerato di case disposte lungo la strada principale, ma come ogni paesetto latino che si rispetti, è dotata di una vivacità quasi eccessiva per la sua dimensione. Molto più pittoreschi sono i piccoli paesetti di case di legno che si incontrano abbandonando la strada asfaltata nei punti più remoti dell’isola. Il paesetto di Oak Ridge vi darà la possibilità di fare un simpatico giro in barca in mezzo ai canali, circondati dalle mangrovie e dalla natura selvaggia; se siete in spirito di avventura, chiedete di Capitan Esmeraldo: l’allucinato capitano, che si ciba solamente di rhum e canne (non quelle da zucchero), conduce una traballante bagnarola kitsch, con appesi qua e là i più strambi ammennicoli. Ah, un consiglio: non vi sognate di chiamarlo semplicemente Esmeraldo, ci tiene molto al titolo di Capitano, poiché probabilmente nel suo permanente viaggio psichedelico è convinto di condurre un transatlantico… chi siamo noi per arrogarci il diritto di svegliarlo per riportarlo alla realtà! La vita notturna è forse l’unica nota dolente, ci saremmo aspettati di più da un’isola caraibica. Roatan è invece molto pigra e sonnacchiosa, si anima solamente il Venerdì sera che è giorno di paga: la popolazione festaiola si riversa a West End per ballare, bere e sperperare il proprio salario al punto che Sabato sera non ha più una lira in tasca e West End ritorna ad essere una città fantasma.
I vicini illustri —————– A Canyon Reef, come praticamente in tutti i punti di immersione, si nota la vicinanza con l’illustre barriera corallina del Belize, la conformazione del fondale è caratterizzata da enormi spaccature e canaloni tipici dei cayes, impossibile resistere alla tentazione di infilarsi in ogni anfratto, sia che siate dotati di bombole, sia che siate in apnea.
I relitti ai Caraibi sanno essere particolarmente emozionanti, se non altro perché la visibilità subacquea rende possibile vederli a colpo d’occhio nella loro interezza; non fa eccezione il relitto El Aguila, ideale per essere esplorato con calma utilizzando una miscela Nitrox.
L’immersione più famosa di Roatan è Cara a Cara (faccia a faccia), si tratta di una punta corallina che si protende al largo dell’isola a 20 metri di profondità e proprio per questa ragione è battuta da costanti correnti; ogni subacqueo sa che dove c’è corrente c’è vita, infatti la zona è abitata da una numerosa famiglia di squali grigi avvistabili con molta facilità, accompagnati spesso da grosse cernie stanziali. Il problema è che data la peculiarità unica del sito, i prezzi sono levitati oltre misura: tanto per farvi capire abbiamo dovuto sganciare 180 ritratti di George Washington a testa, per fare le 2 immersioni di rito.
Se avete dunque solo una settimana a disposizione, per non spendere molto volete andare in un posto non troppo esclusivo, volete isolarvi dal resto del mondo in un ambiente rilassante ma che sappia offrire anche emozioni… beh, Roatan potrebbe essere una scelta da considerare seriamente.
Se volete vedere le foto del viaggio: http://www.Andataritorno.Com/Reportage/Honduras_Roatan/Gallery