Scozia 2007: Indimenticabile

Diario di Viaggio Scozia 2007 04 - 20 Maggio 2007 D&L Agosto – S&N Guglielmo Venerdì 04 Maggio - ore 15:10 - Cuneo Dopo 3 mesi di siccità e di previsioni catastrofiche sulla veniente estate italiana, ha deciso di piovere proprio a Maggio. Questo non ci rovina i piani, ma sicuramente ce li complica: attraversare le Alpi, si sa, non è una...
Scritto da: AgDAg
scozia 2007: indimenticabile
Partenza il: 04/05/2007
Ritorno il: 20/05/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Diario di Viaggio Scozia 2007 04 – 20 Maggio 2007 D&L Agosto – S&N Guglielmo Venerdì 04 Maggio – ore 15:10 – Cuneo Dopo 3 mesi di siccità e di previsioni catastrofiche sulla veniente estate italiana, ha deciso di piovere proprio a Maggio. Questo non ci rovina i piani, ma sicuramente ce li complica: attraversare le Alpi, si sa, non è una passeggiata.

E ora passiamo alle presentazioni: Danilo (22), chi vi scrive, e Lorena (21) che sta finendo di prepararsi.

Stefano (23) e Naomi (25) che si stanno occupando di ritirare il camper che abbiamo noleggiato da Skyrent a Carmagnola.

Prima tappa: Sommariva del Bosco, dove caricheranno il mezzo con i loro effetti personali.

Seconda tappa: Cuneo, dove noialtri provvederemo a riempire il camper con quel che ci compete (speriamo che ci stia tutto perché è solo un 4 posti!!).

Prepariamo da mesi questo viaggio e ora, finalmente, il giorno della partenza è arrivato. Non ci resta che goderci questo viaggio nonostante le difficoltà che presenterà.

La prima di queste è l’attraversamento delle Alpi; dato che siamo a Cuneo si è deciso di evitare il Frejus (con le sue tariffe elevate) ma di passare dal Colle della Maddalena. Pioggia a bassa quota significa neve più su, ma i Carabinieri di Pietraporzio (a cui ho telefonato stamattina) dicono che, nonostante il nevischio, la strada è pulita. Mio suocero Sergio, quale autoctono esperto delle valli cuneesi, ci ha suggerito di percorrerlo con la luce del giorno: la montagna diventa pericolosa col buio.

Appena arriveranno Stefano e Naomi caricheremo e partiremo: l’obiettivo è scendere dalle montagne francesi entro sera. Poi ci fermeremo per una cena veloce a base di focaccia, dopodiché via di nuovo verso Calais.

Partenza da Cuneo – ore 17:34 – km 0 Sabato 05 Maggio – ore 10:20 – Nei pressi di Reims Siamo sulla A26 che diventerà A4 e poi di nuovo A26: certo che sono strane ste autostrade francesi; strane ma ampie e scorrevoli, complimenti! Tra l’altro è da Lyon che non paghiamo pedaggi: se continua così fino a Calais chissà quanto sborseremo in una volta sola. Nel breve tratto tra Grenoble e Lyon (cca 100 km) ci sono partiti sui 15 €… Comunque ho un po’ da raccontare su quel che è successo nelle ultime 17 ore. Allora, vediamo un po’… Partenza in ottimo orario, verso le 17:30; abbiamo perso qualche minuti perché quelli della Skyrent si erano dimenticati di chiudere il rubinetto d’emergenza dell’acqua che scatta quando la temperatura è bassa da far gelare i tubi. Comunque, niente di grave: telefonatina, spiegazione in diretta e problema risolto.

Stefano, che ormai è entrato in simbiosi col camper, si rimette al volante. Io mi procuro le mappe e mi immergo nel ruolo del navigatore (per la precisione Ste ha portato il palmare col GPS; il TomTom installato, però, per ora lo facciamo riposare – il buon vecchio cervello, finché funziona bene, lo vogliamo sfruttare). Le ragazze, finito di sistemare le ultime cianfrusaglie, iniziano i loro interminabili discorsi. Io e Ste suggeriamo loro di non terminarli tutti entro sera, dato che ci sono altri 16 giorni di viaggio.

Ci dirigiamo verso il Colle della Maddalena; la pioggia ci accompagna imperterrita, anche se non è troppo forte. Man mano che si sale la strada si restringe e incrociare i tir rende più avvincente il tragitto. Entro un’oretta e mezza raggiungiamo la vetta: la strada è pulita ma bagnata, a lato troviamo neve in quantità e i tornanti si fanno stretti e ripidi, ma Stefano è inarrestabile. Come il Pantani dei tempi migliori si divora la salita, conquista il Gran Premio della Montagna e affronta in scioltezza la discesa dal versante francesa. Io, Lory e Naomi, nel frattempo, facciamo finta di fidarci ciecamente di lui.

Più tardi ci fermiamo per la cena veloce a Gap, considerandola la fine della zona montuosa. Con questo in mente e convinti che, dopo la breve salita davanti a noi, ci attenda una discesa agevole e una sconfinata pianura, mi accingo alla guida del camper per la prima volta nella mia vita.

Come esordio non è disastroso, ma quasi. Non finiamo giù per i dirupi, ma quasi. Non gratto le marce ogni volta, ma quasi. Non sudo sangue, ma quasi. Ovviamente anche gli altri sono in apprensione, soprattutto Ste, che comunque finge di mantenere la calma, dandomi consigli a tempo di musica. Sono i 60 km più brutti della mia vita, dato che la difficoltà non è dovuta totalmente alla mia inettitudine, ma il problema è che le strade si inerpicano su e giù per le montagne subalpine, con salite ripide, tornanti e discese infide. Il tutto farcito da un buio ingannevole e, a tratti, pauroso. A La Mure decidiamo di fare cambio alla guida, anche per recuperare un po’ di tempo, dato che la mia andatura inesperta ha un po’ penalizzato le ottime tempistiche conquistate precedentemente. A quel punto dichiaro pubblicamente le mie scuse per aver insistito a passare dal Colle: il Frejus sarebbe stato molto probabilmente meno traumatico.

Comunque, la notte è inoltrata e le ragazze mezze esauste cercano di dormire sedute nella dinette, ma l’impresa è ardua. Poverine!! Stefano regge bene nonostante l’orario e ci porta sani e salvi fino ad un’area di sosta sull’autostrada, dopo Lyon. Io sono mezzo morto, Stefano si rende conto di non essere concentratissimo e allora si decide di fermarsi a riposare un’oretta. Sono le 2:20 del mattino. Prepariamo i letti dopo una breve passeggiata e ci si butta esanimi sui “materassi”.

Apro gli occhi all’improvviso, guardo l’orologio: sono le 5:55!! Massì! Meglio così! Un po’ di riposo in più non guasta…Chiamo Stefano, ci ricomponiamo e ripartiamo.

Mi metto alla guida convinto, anche perché al mattino sono bello carico, mentre Ste ha i suoi tempi di ripresa. Oggi è tutta un’altra cosa!! Entro breve entro in simbiosi col “mezzo” e l’autostrada mi infonde coraggio: bella, diritta e spaziosa, anche se ancora sotto la pioggia. Le ore passano e il tempo alterna pioggia decisa a sprazzi di cielo sereno. Dopo 330 km, un paio di soste e un pieno di gasolio, Stefano mi da il cambio alla guida e così ho la possibilità di scrivere questa pagina e mezza di squadernino, mentre ascoltiamo i cd mp3 che ci siamo diligentemente preparati per il viaggio e mentre con Stefano discorro dell’impatto della civiltà sul paesaggio rurale francese.

Bene…Nel frattempo abbiamo passato il casello di Reims (€50 circa da Lyon) e siamo a 200 km da Calais. Il programma avanza senza intoppi (non parliamo troppo presto)! Il tempo è notevolmente migliorato: c’è il Sole!! Evviva!! E’ mezzogiorno… Calais – ore 16:00 Avevo parlato troppo presto!!! Ora ci troviamo sul traghetto della P&O Ferries che ci porterà a Dover, ma fino ad un’oretta fa eravamo nell’Ufficio Immigrazione del Regno Unito e per un pelo non ci saremmo imbarcati.

Ma comincio dall’inizio… Arrivare al Car Ferry di Calais è semplicissimo: basta seguire la strada principale che è la naturale prosecuzione dell’autostrada – a proposito, Reims-Calais € 28 – e si giunge dritto dritto alla zona di imbarco.

Comunque io e Ste scendiamo e, con quel che resta del nostro inglese, compriamo un biglietto della P&O per 4 adulti e un camper: € 158!! Torniamo e riferiamo alle ragazze; ci aspettavamo un po’ di meno, ma ci dobbiamo adeguare, non c’è molto da fare. Mentre siamo in coda, aprono un altro ingresso e ci precipitiamo convinti di accelerare le pratiche (secondo il tipo che ci ha venduto il biglietto, il traghetto partirà alle 16:10 mentre in realtà sul biglietto c’è scritto 15:50 e la nave è partita alle 16:00) e ignari del pastrocchio che ci aspetta.

Introduco il misfatto: circa una settimana fa, dopo essere tornato dal servizio, mi accorgo che il numero di carta d’identità della prima facciata è un po’ sbiadito, così ho la “buona” idea di ripassare con la penna alcuni caratteri, copiandoli dall’ultima facciata dove invece tutta la scritta è chiarissima.

Ora torniamo a Calais: dopo aver esaminato con successo le carte d’identità di Ste, Nao e Lory, la signorina al casello corruccia la fronte davanti alla mia carta e chiude lo sportellino. Vi lascio immaginare gli sguardi e le battute che iniziano a girare all’interno del camper. Qualche minuto dopo la signorina rende palese il suo dubbio e ci invita ad accostarci in un luogo che Lorena tradurrà come “dietro la ‘silver car’”, ovvero la macchina grigia. Ormai è evidente che quel mio accorgimento non era piaciuto alla polizia inglese di confine.

Ci accomodiamo nel suddetto ufficio e aspettiamo che qualcuno ci dica qualcosa o che mi permettano di spiegare, dato che non mi è stata data ancora la possibilità. Con la mente comincio a vedere sfumare la tanto agognata vacanza. Sapere che non solo io, ma anche gli altri 3 potrebbero veder infrangersi il sogno di arrivare in Scozia mi irrita, innervosisce e impaurisce.

Dopo una mezz’oretta d’agonia un ufficiale grassottello sulla cinquantina mi spiega molto gentilmente che la mia carta d’identità sembra contraffatta, ma che hanno appurato che non ci sono problemi (dopo avermi chiesto la patente e dopo aver compilato e firmato un modulino). Mi consiglia vivamente di cambiarla il prima possibile e di goderci il viaggio in Inghilterra, spiegandoci che nei prossimi giorni il tempo dovrebbe migliorare (almeno così dice di aver capito Lorena). Gli chiedo un attestato del fatto che posso girare liberamente nell’UK, ma mi dice che non può farmelo. Usciamo dall’ufficio sollevati, ma quest’esperienza si è abbattuta come un macigno sul mio collo e penso che mi perseguiterà per tutto il viaggio, sperando di non ripetere questa trafila anche al ritorno.

Dopo gli opportuni controlli al camper ci mettiamo in coda, aspettiamo un’altra mezz’oretta e carichiamo il veicolo sul traghetto. Cerchiamo un posto a sedere in quella che secondo Stefano dovrebbe essere la prua in modo da ammirare le scogliere di Dover (e che invece si rivelerà la poppa) e ascoltiamo i i primi messaggi audio per i passeggeri. Dopo aver fatto qualche foto per passare il tempo, Lory, Nao e Ste appoggiano la testa al sedile e provano ad appisolarsi, mentre io mi sfogo su questo foglio.

Arrivo nei pressi di York – ore 01:00 – km 1626 Domenica 06 Maggio – ore 19:00 – Tra York e Newcastle (A1) Ed eccoci ancora in viaggio, questo però dovrebbe essere l’ultimo in direzione Scozia. Siamo partiti da York diretti verso gli Scottish Borders ma prima abbiamo fatto una capatina al Castle Howard, poche miglia fuori da York, vicino a Malton. Quando siamo arrivati purtroppo era già chiuso ed erano solo le 17:20! Da queste parti si va a dormire con le galline a quanto pare… Comunque, dato che Ste e Nao non ne avevano molta voglia, ci siamo intrufolati solo io e Lory. Mi aspettavo che fosse una bella residenza, ma non così tanto; e dire che non siamo neanche entrati negli edifici!! Siamo rimasti totalmente affascinati dalla sua architettura del 18° secolo e dai paesaggi idilliaci che la circondano. Sicuramente da vedere!! Ho fatto qualche foto di corsa ma avremmo dovuto dedicarle più tempo.

In ogni caso, da Dover a York di certo non ci siamo teletrasportati, quindi mi sembra doveroso narrare gli avvenimenti delle ore trascorse ieri sera e stamattina.

C’è da dire che le famosissime scogliere di Dover sono davvero uno spettacolo!! La traversata effettiva della Manica è durata un’oretta. Dal ponte del traghetto io e Ste ci siamo sbizzarriti a fotografare questi bianchi e altissimi muraglioni naturali e i gabbiani onnipresenti sulle nostre teste.

Quale massimo esperto di guida di camper Stefano si appronta alla guida una volta approdati a Dover. I controlli degli ufficiali inglesi da questo lato sono meno puntigliosi così non c’è bisogno, per fortuna, di mostrare i documenti. Mentre Stefano brillantemente si abitua alla guida a sinistra, Naomi cade rovinosamente nel piccolo corridoio interno al camper durante una curva e si sbuccia le ginocchia: il tutto per prendersi un bicchiere d’acqua. Comunque dopo una risata mista tra isterico e disperato, Nao si riprende dal misfatto.

Io metto a frutto le mie ottime doti di navigatore, ma alla prima rotonda sbagliamo strada e prendiamo per Deal invece di Canterbury. L’errore però si rivela una bellissima opportunità di ammirare questi paeselli tipicamente “english-style”, con le villette a schiera e il praticello davanti. Notiamo che qui c’è l’abitudine di parcheggiare lungo la strada anche se è molto stretta: in Italia sarebbero tutti addirittura “divieto di fermata”.

Nonostante ciò, dopo qualche slalom, ci portiamo sulla M2 in direzione Londra. Sull’autostrada è molto più semplice guidare e il tutto è favorito dal fatto che non cade una goccia, ma il sole, che lentamente si abbassa, dipinge paesaggi colorati e rilassanti intorno a noi. Decidiamo di prendere la M25 (London Orbital) percorrendola dal lato meridionale in direzione M1 che ci porterà nel nord dell’Inghilterra.

Dato che Stefano guida da diverse ore, nonostante la traversata, e dato che abbiamo portato indietro l’ora, ma che per il nostro stomaco sono già le 19:30, decidiamo di fermarci a cenare presso un autogrill con un ampio parcheggio, un po’ dopo Sevenoaks. Finalmente una cena normale!! Lory e Nao si danno da fare e preparano una bella pastasciutta che ci divoriamo in fretta: altro che focacce e panini inghiottiti al volo…La cucina italiana ci ristora come si deve!! Dopo cena io e Ste ne approfittiamo per raderci la barba nei puliti bagni dell’autogrill che hanno anche l’acqua calda, pure troppo, dato che ogni volta ci scottiamo quando cerchiamo di sciacquarci.

Non passa molto e ripartiamo: stavolta guido io. E’ emozionante guidare a sinistra sull’autostrada di una delle città più popolose del mondo. Man mano il traffico aumenta ma non combino pasticci e dopo centinaia di km, a Leicester, Stefano mi da il cambio alla guida: sono circa le 22:00.

Stefano ci porta fino alla fine della M1, a Barnsley, ma è ovviamente cotto, come anche le ragazze che cercano di dormire anche se sballottate qua e là. Io, durante le 2 ore di guida di Ste, mi sono riposato una mezz’oretta e ho recuperato qualche energia, così, nonostante i miei 3 compagni non siano molto d’accordo, mi metto al volante in direzione York. All’1:00 di notte trovo un mega-parcheggio quasi del tutto vuoto e, anche se con un po’ di apprensione, decidiamo di pernottarvi.

Dato che c’è bisogno di dormire decidiamo di svegliarci alle 10:00 e saltare l’adunanza (abbiamo all’attivo solo 3 ore e mezzo di sonno decente).

La dormita, anche se non comodissima, è provvidenziale. Oltretutto non siamo più soli ma il parcheggio è pieno di inglesi che fanno colazione al McDonald’s qui davanti: ma come si fa?!? Comunque, da bravi Testimoni, ci studiamo la Torre (dopo la prima colazione mangiata in tranquillità) e poi ci dirigiamo a York, che dista pochi km. Cerchiamo un parcheggio ma sono tutti pieni tranne uno. Riusciamo ad entrare ma è tutto pieno! (più tardi capiremo che ha lo stesso nome di un altro parcheggio nella stessa via: alla faccia della concorrenza sleale). Entro pochi minuti si libera un parcheggio. A vederlo sembra stretto, infatti c’era parcheggiata una Micra, ma il pericolo è il nostro mestiere!! Scendo e grido a Stefano come fare manovra. Lui esegue alla perfezione ogni particolare delle mie istruzioni e il capolavoro è degno di lode! Un parcheggio in retro col camper tra una Porsche Carrera blu e una BMW X5 grigia! Caricati dalla buona riuscita dell’impresa ci incamminiamo verso il centro della città. Facciamo un paio di foto alla Clifford Tower e passeggiamo circondati dalle solite tipiche casette inglesi.

Col cibo vogliamo andare sul sicuro quindi entriamo da PizzaHut: buono senza dubbio, ma la cameriera non ha molta voglia di capirci e quindi non entriamo in sintonia.

Dopo pranzo ci dirigiamo al Minster, bellissima cattedrale gotica alla quale dedichiamo qualche foto ricordo, e poi alla Treasurer’s House di cui visitiamo il giardino e la tea-house, in quanto gratuiti.

Torniamo al parcheggio, paghiamo £ 5 e ci dirigiamo al Castle Howard di cui sopra.

Ora siamo quasi in Scozia, mancano pochissimi km. I paesaggi sono favolosi e la strada, seppur scomoda (A696), ci da la possibilità di goderceli in modo più pieno.

Mi permetto di dare un consiglio a chiunque voglia ripetere il nostro percorso: tra Malton e Thirsk, in zona Helmsley, a nord di York, c’è una spettacolare ma pericolosissima discesa con il 25% di dislivello. Ovviamente noi non abbiamo seguito le indicazioni che consigliavano un percorso più agevole per i camper e abbiamo dovuto ricorrere alla fede nel momento peggiore in mezzo ai ripidi tornanti, ma voi fatelo!!! Comunque è ora che smetta di scrivere, sta diventando buio e sono le 21:30. La Scozia è alle porte e la cena anche!! Arrivo a Jedburgh – ore 22:10 – km 1916 Lunedì 07 Maggio – ore 22:05 – Musselburgh Ah, oggi è stata una giornata più riposante rispetto a quelle precedenti.

Tutto parte da ieri sera: dopo aver oltrepassato il confine scozzese arriviamo al paesino di Jedburgh, abbastanza sfiniti dalle curve della zona collinare appena percorsa. Ci sistemiamo nel parcheggio principale all’ingresso del centro abitato e, dato che non vi sono segnalazioni che impediscano il pernottamento, decidiamo di cenare e poi passarvi la notte. Mentre Lory e Nao preparano la cena, io e Ste ci giriamo a piedi il paesino in cerca di una fontana dove rifornirci di acqua potabile, ma nada.

Il mattino seguente dovremmo svegliarci alle 9:30, ma gli operai che stanno imbastendo delle impalcature di legno intorno ai fusti ancora giovani degli alberi del parcheggio, ci svegliano coi loro rumori. Colazione e poi via, in direzione nord, verso i MidLothian.

Arriviamo a Melrose, sede di una famosa abbazia, ma i ruderi costano £ 5 a testa, quindi facciamo una foto da fuori i cancelli e ripartiamo. Ci dirigiamo alla Abbotsford House, residenza del famoso scrittore sette-ottocentesco Walter Scott, ma è in fase di ristrutturazione e costa £ 6 a testa. Preferiamo tenere i soldi per visitare la ben più celebre Rosslyn Chapel, così passiamo oltre e vi ci dirigiamo passando da Peebles, per non imboscarci in strade secondarie pericolose. Già che ci siamo proviamo a raggiungere la Traquair House, ma dato che la strada si restringe e diventa più ripida, desistiamo dall’intento.

Finalmente giungiamo a Rosslyn, verso le 13:30, e parcheggiamo vicino alla celeberrima chiesa. L’ingresso è di £ 7 a testa, e a Ste e Nao regalano una guida (che Ste sta ancora leggendo stasera). Rivediamo le minuziose opere d’arte degli scultori che si sono avvicendati nella decorazione dell’edificio religioso e che l’hanno riempita di immagini altamente simboliche, miste tra cristianesimo, paganesimo e superstizione. Già che ci siamo scendiamo nella cripta, giusto per sentirci come fossimo all’interno del libro e film “Il codice Da Vinci”. Dall’alto delle impalcature esterne si godono degli ottimi paesaggi, mentre le indicazioni che dirigono ad un improbabile castello, sembrano perdersi nella boscaglia trafitta da un sentiero terroso.

Si riparte alla volta di Edimburgo. Tramite la guide-map procuratami via internet sul sito dell’Ufficio Turistico Scozzese, scegliamo il Drum Mhor Caravan Park di Musselburgh e, solo dopo l’uso del palmare e dell’aiuto di una signora di mezz’età, lo troviamo. Sono quasi le 3:00 del pomeriggio e stiamo morendo di fame, quindi facciamo il biglietto (£ 18 per 4 persone con caravan su piazzola ghiaiosa; dotazione di elettricità, bagni, acqua potabile e scarico acque nere e grigie) e ci abbuffiamo a tavola.

Non passa molto e il cielo coperto si produce in una fitta ma sottile pioggia che raffredda l’aria e fa venire il mal di testa. Ci concediamo un’oretta di dormita dopo aver caricato il serbatoio dell’acqua ed esserci collegati ai cavi elettrici. Al risveglio provo a scaricare la cassetta del WC, ma ci riesco a stento, a causa dei frequenti conati di vomito provocati dalle “zaffate” d’aria fetida. Più tardi approfittiamo delle docce (10p) e, mentre le ragazze si lavano, io e Ste ci rilassiamo giocando a poker con fiches di plastica e sorseggiando Sprite, come fossimo in un saloon del far west. E’ di nuovo ora di cena, così liberiamo il tavolo e facciamo spazio nello stomaco.

Ora sono le 23:00. E’ ora di andare a dormire perché domani mattina visiteremo la capitale della Scozia, Edimburgo. Buona notte!! Arrivo a Stirling – ore 19:45 – km 2124 Martedì 08 Maggio – ore 23:30 – Stirling E’ tardi, sono stanco e un po’ assonnato per via della birra, ma tanto devo aspettare almeno la mezzanotte per addormentarmi: dopo spiegherò perché.

Stamattina ci siamo svegliati alle 7:30, nonostante Stefano abbia attentato al nostro riposo mettendo la sveglia alle 6:30 (in realtà semplicemente non aveva cambiato l’orario della sveglia adeguandolo al fuso inglese). Mi alzo subito, smonto il letto e, mentre gli altri si stirano e iniziano a preparare colazione, vado a radermi nel bagno del campeggio. Mi sento un bel po’ meno “profugo” rispetto all’ultima volta che mi sono raso la barba (autogrill Londra). Dopodichè colazione con Scrittura del giorno e via.

Ci copriamo bene perché, nonostante il tempo sia variabile senza pioggia, il vento tira forte. Ci facciamo cambiare le banconote in monete e andiamo in cerca del bus 26 rosso che dovrebbe condurci direttamente al centro di Edimburgo (sui bus non viene dato il resto quindi bisogna procurarsi i soldi esatti).

Usciamo dal campeggio e giriamo a destra: non l’avessimo mai fatto!! Lì inizia un’odissea che va avanti una mezz’oretta. Camminiamo e camminiamo, ma la fermata del bus latita. Inizia a piovere e siamo senza ombrello. Quando troviamo una fermata non è quella giusta. Vado in un vivaio a chiedere informazioni e due signore gentilissime mi danno spiegazioni. Proviamo ad attuarle ma niente: il 26 rosso non si trova. Ad un certo punto passa un bus e chiediamo al conducente se porta al centro di Edimburgo; lui dice di sì e per noi è più che sufficiente. Ci mettiamo d’accordo che ci avviserà quando arriveremo in Princes Street e così accade.

Subito rimaniamo affascinati da un altissimo monumento annerito dagli agenti atmosferici, ma Lory non sta bene, quindi cerchiamo un bagno pubblico: lì lei si sfoga e tutti procediamo più tranquilli. Ci dirigiamo verso il Royal Mile con le cartine procurateci al campeggio e ammiriamo i tipici taxi e le famose cabine telefoniche rosse.

Lungo il percorso che porta al castello ci imbattiamo in una cattedrale: St Giles. Da fuori è molto bella ma sembra piccolina; da dentro ammiriamo le splendide vetrate decorate con avvenimenti biblici: personalmente non ne avevo mai viste di così belle! Successivamente incontriamo tanti negozietti di kilt e simili, ma procediamo diritti al castello. L’ingresso è caro (£ 11 a testa) ma c’è molto da vedere ed è tutto molto ben tenuto; guai a saltare questa tappa obbligatoria! Non ve lo racconto nei particolari, ma i cannoni, le stanze buie, gli appartamenti reali, la sala con le armi, i gioielli della corona e il mausoleo dedicato ai caduti scozzesi sono molto interessanti e si fanno guardare con piacere. Alle 13:00, come da tradizione, c’è lo sparo del cannone e noi non ce lo facciamo sfuggire.

Dopo varie richieste a negozianti e passanti, riusciamo a trovare un McDonald’s in una traversa nella parte est di Princes Street e ci ingozziamo di schifezze gustose. Dopo pranzo ci dedichiamo per un’oretta e mezza allo shopping, con grande partecipazione delle ragazze. Compriamo souvenir e cartoline, come da manuale del turista. Ad un certo punto mi viene in mente che non abbiamo preso i francobolli, così mollo tutti e mi metto in cerca di qualche esercente che li venda, ma con scarsi risultati. Infine trovo l’ufficio postale e faccio la coda con circa 25 persone davanti a me.

Alt!! Il resto ve lo racconto domani, perché è mezzanotte e devo fare il biglietto del parcheggio. Poi dritto nel letto a fare la nanna.

Mercoledì 09 Maggio – ore 14:00 – Tra Stirling e Perth (A9) Eccomi tornato! Con la pancia piena ci stiamo dirigendo al maestoso Glamis Castle. Ma devo ancora finire di raccontare da ieri sera. Allora… Dopo aver comprato i francobolli torno di corsa dai miei 3 compagni scattando un paio di foto spettacolari agli ultimi scorci di Edimburgo. Passano diversi pullman, finché non arriva il nostro 26 rosso diretto a Trenent. Ci accordiamo col guidatore affinché ci porti effettivamente vicino al campeggio. Il breve viaggio sembra non finire mai, causa traffico congestionante e caldo estivo mediterraneo. Il bimbo scozzese seduto davanti a noi ci distrae, parlando da solo e alle sue sorelle. Stefano chiede un segnale al guidatore e lui molto gentilmente ci indica la strada da percorrere a piedi per arrivare a destinazione.

Una volta arrivati al campeggio (dopo quasi un’ora di bus) io mi precipito in bagno, mentre le ragazze vanno a lavare i piatti e a sistemare il camper, e mentre Stefano controlla acqua, elettricità e WC. Scarichiamo le acque sporche e restituiamo le chiavi del bagno.

Partiamo in direzione Stirling: sono le 17:40. Decidiamo di allungare leggermente per percorrere il famoso Forth Bridge: £ 1 per godere di un bello spettacolo. Costeggiamo il fiume fino a Stirling dove, dopo 2 o 3 parcheggi per auto in cui non possiamo entrare causa altezza, troviamo un parcheggio temporaneo in zona stazione ferroviaria. Costa £ 3,50 al giorno, indipendentemente dall’orario d’arrivo.

Le ragazze vogliono farsi “più belle” per uscire, quindi nel frattempo scrivo le cartoline. Usciamo con l’obiettivo di cenare in un tipico pub scozzese ma dopo aver girovagato per ¾ d’ora, ci arrendiamo al fatto che qui dopo una certa ora (tra le 19:00 e le 21:00 al massimo) non servono più cibo, ma solo bevande. Quindi ci rifugiamo in una poco invitante pizzeria d’asporto italiana, dove lavorano 2 italiani, che non sanno quasi più parlare italiano, e 2 cino-japo-coreani. Io e Lory prendiamo una pizza al prosciutto e Stefano una tonno-e-cipolle, mentre Nao è un po’ schifata e non prende niente. Mangiamo su una panchina e torniamo verso il camper, ma io e Lory decidiamo di andare lo stesso al pub mentre Ste e Nao hanno paura di aver a che fare con gli ubriaconi (questa è la versione ufficiale), quindi non entrano e tornano al parcheggio.

Il pub è molto carino, ci sono gruppi di uomini che discutono di chissà cosa ma anche coppiette che parlano sui divanetti. Ordino una pinta di Guinness Rossa e Lory prende un tè caldo al limone. Nonostante il cambio sfavorevole spendiamo poco e siamo soddisfatti. L’ambiente è accogliente e, per combinazione, siamo da “soli” a parlare nel giorno del nostro 5° anniversario dal momento in cui si mettemmo insieme.

Verso le 23:00 torniamo al camper e troviamo Ste e Nao già a letto che ci aspettano per dormire. Trasformiamo la dinette in letto e, mentre Lory inizia ad appisolarsi, io scrivo alcune righe in questo diario di viaggio. Vado a pagare il biglietto per il giorno successivo alle 00:04 e mi addormento anch’io.

Stamattina ci svegliamo alle 8:00 ma perdiamo tempo e tra sistemazioni, colazioni e lavaggi vari usciamo solo alle 9:40. Camminiamo per il centro storico, caratterizzato da un gotico non più curato, fino al castello. Stavolta è Nao che ha bisogno di un bagno così, mentre lei si “sfoga”, noi 3 organizziamo la giornata di visite: visiteremo il Castello e non la torre dedicata al grande William Wallace. Naomi torna, concorda con la scelta e acquistiamo i biglietti: £ 8,50 a testa ma non ce ne pentiamo. Il castello è davvero bello!! Forse si possono visitare più locali rispetto al castello di Edimburgo e quel che è certo è che si possono ammirare le splendide colline che circondano la città; le nuvole, che hanno sostituito il bellissimo sole di ieri, creano giochi d’ombra nei paesaggi vellutati tutt’intorno a noi; il Wallace Monument lo ammiriamo da quassù.

Dopo aver speso tutta la mattinata qui, torniamo al camper, pranziamo e partiamo subito per Glamis. Non vogliamo fare di nuovo l’errore di arrivare tardi e non poterlo visitare, come è successo col Castle Howard.

Ora sono le 14:55 e siamo tra Dundee e Forfar; tra non molto arriveremo, siamo abbastanza in anticipo. Meno male! Alla prossima… P.S. Nel viaggio verso Dundee pioveva ma ora sembra essere tornato il sole. Fa così da stamattina presto. Non si capisce mai niente con questo tempo così variabile! Arrivo a Pitlochry – ore 20:15 – km 2327 Giovedì 10 Maggio – ore 13:25 – Crathie Il castello di Glamis è Bello con la B maiuscola! Siamo arrivati alle 15:30. £ 7,50 a testa e parcheggio compreso, con una cartina del comprensorio per ognuno. Sole e pioggia fine continuano ad alternarsi. Facciamo 2 foto alle mucche lì intorno e un altro paio al castello elegantemente imponente.

Dopo 10 minuti inizia la visita guidata. Rimaniamo sorpresi quando ci vengono dati 4 raccoglitori (gratis ma da restituire) con tutte le informazioni dettagliate in italiano relative ad ogni ambiente che andremo a visitare. Stanza dopo stanza rimaniamo stupiti dalla bellezza e dalla cura con cui vengono tenute le stanze del castello, ancora in parte abitato dai discendenti della genia Lyon. I soffitti elaborati, gli arredi intarsiati, le pareti decorate: sicuramente questo è il più bel castello tra quelli visitati, in materia di camere interne. Ci sono alcune stanze con gli oggetti della Regina Madre, che qui passò la sua infanzia. Ci dispiace terminare la visita di questo castello, i cui bagni sono superlativi (li abbiamo provati). Tra l’altro si racconta che ci siano 3 o 4 fantasmi qui, ma ovviamente quando chiedo alla guida se lei ne ha mai visti, lei dice di no sorridendo.

All’uscita dall’edificio, dopo aver visitato anche il colorato e particolare “Giardino Italiano”, io e Ste cerchiamo la stanza segreta identificabile da una finestra non visibile dall’interno. Un’anziana signora distinta ci indica qual è, allorché capiamo che è la proprietaria di questa splendida dimora. Ci buttiamo nel negozio di cianfrusaglie e compriamo degli altri souvenir.

Lasciamo un po’ nostalgicamente il castello diretti a Pitlochry, quando ormai sono le 18:00 circa. La distanza non è eccessiva, ma le strade assumono sempre di più una connotazione montana, così la velocità si riduce e le ragazze soffrono un po’ il viaggio. Una volta a Pitlochry decidiamo di vedere la Queen’s View prima di cenare. La strada è ancora peggio di quelle precedenti, ma una volta lassù il panorama ripaga la sofferenza.

… Sono tornato! Prima ho dovuto interrompere per pranzare e poi siamo andati a vedere il Balmoral Castle. Dove ero arrivato? Ah, sì… Alla Queen’s View il paesaggio è paradisiaco: nella valle scorre il lago e sui crinali si estendono sconfinate distese di vegetazione.

Torniamo a Pitlochry e, dopo un paio di tentativi, ci fermiamo in un parcheggio vicino al Tourist Information Center. E’ gratis fino alle 8:00 del mattino. Mentre le ragazze si riprendono dallo shock intestinale dovuto al viaggio, io e Ste cerchiamo un posto dove prelevare i soldi (siamo totalmente a secco) e un pub. Preleviamo alla Bank of Scotland e riferiamo alle ragazze i risultati della ricerca. Si mangia in camper e dopo cena andiamo in un pub a prenderci una birrozza: l’unica Rossa è di una marca sconosciuta e il tè, che vogliono le ragazze per scaldarsi, non lo fanno più perché “the kitchen is closed”. Io e Steci accontentiamo mentre Lory e Nao restano a secco, purtroppo.

Passa un’oretta e torniamo al camper per dormire. Sono le 23:30.

Suona la sveglia alle 8:00. Mentre gli altri sbadigliano, stropicciano gli occhi e si stirano le braccia, io mi cambio in velocità e vado a pagare il biglietto per 2 ore, fino alle 10:00: £ 1. Facciamo colazione e ci sistemiamo solo in un’ora, così alle 9:00 andiamo a fare un po’ di spesa in una drogheria dato che stiamo consumando le provviste di cibo velocemente. Alle 10:10 lasciamo il parcheggio e facciamo il pieno di diesel. Non troviamo subito la A924 che, insieme alla B950, ci permette di tagliare abbastanza strada in modo da raggiungere la A93 che porterà ad Aberdeen, così non ci allontaniamo da Pitlochry fino alle 10:30. Anzi, in questi 20 minuti facciamo un salto al Blair Castle pochi km più a nord per fare qualche foto, ma solo per avvicinarsi bisogna pagare il biglietto d’ingresso. Scendo dal camper e corrompo il bigliettaio che mi permette di arrivare fino al parcheggio, fare una foto e andare via senza pagare. Salutiamo e ringraziamo questo gentilissimo signore di una certa età.

Le due strade che portano alla A93 sono di quelle “vomita tutto” ma è molto carino vedere greggi di pecore che brucano tranquillamente l’erba di questi verdi pendii e a ridosso della strada. Incontriamo bus, pullman turistici, fuoristrada e macchinine utilitarie, ma con un po’ di buon senso passiamo tutti. Ci immettiamo sulla A93 che percorre la Glen Shee e la Glen Clunie, il cui incontro è delimitato da un picco chiamato “Devil’s Elbow”: il nome potrebbe incutere timore ma l’esperienza delle Alpi francesi ci ha forgiato e questo 12% di salita è gioco da ragazzi. A parte l’aspetto stradale, non so come spiegare a parole il fascino di queste valli solcate da torrenti d’acqua torbida e da declivi brulli e colorati.

Verso Braemar intravedo un castello ma Stefano non parcheggia subito, così corro mezzo km indietro: la fatica è sprecata perché un cancello di legno sbarra l’ingresso al cortile e l’edificio sembra abbandonato e tenuto male. Faccio la foto solo per non rendere vana la corsa.

Ci dirigiamo a Crathie per vedere il Balmoral Castle ma, per non pagare il parcheggio, ci accostiamo in uno spiazzo lungo la strada e pranziamo. A tal punto torniamo al parcheggio, paghiamo 70p di sosta e giungiamo al castello a piedi. Costa £ 7 a testa: il prezzo ci spaventa un po’ ma la bigliettaia ci assicura che c’è la guida audio in italiano compresa nel prezzo; inoltre da fuori è un bel castello e, considerando che una residenza della famiglia reale britannica, pensiamo che lo sia anche dentro. Giungiamo in cima alla rampa d’ingresso che penetra i boschi, trasportati da un trattore adibito allo scopo: un po’ primitivo!! Ritiriamo le guide audio lasciando una cauzione di £ 5 per ogni “cornetta” e ci avviamo. Ben presto scopriamo che è stata un po’ una fregatura, perché si parla un po’ di tutto tranne che delle stanze interne del castello, che non si possono nemmeno visitare. Dopo aver fatto il giro tra gli orti e i prati che circondano la residenza, entriamo nella Sala da Ballo in cui sono stati appesi dei quadri qua e là e sono stati piazzati degli abiti regali nel centro della stanza. Usufruiamo delle toilette e usciamo un po’ delusi. Va giusto bene che ha smesso di piovigginare.

Recuperiamo il camper verso le 17:15 e ci dirigiamo ad Aberdeen dove finalmente assisteremo ad una adunanza nella Sala del Regno locale. Lungo la strada, poco dopo Banchory, diamo una sbirciatina al Crathes Castle che ovviamente è già chiuso (ore 18:00), così scendiamo solo io e Lory e faccio una foto dal cancello.

Ora sono le 18:15 e siamo all’ingresso di Aberdeen. Non ci resta che digitare l’indirizzo della Sala sul palmare e goderci la compagnia dei nostri fratelli cristiani, cercando di capirci l’un con l’altro. Abbiamo 40 minuti perché l’adunanza inizia alle 19:00: anche i TdG qui fanno tutto presto… Arrivo a Stonehaven – ore 23:50 – km 2550 Venerdì 11 Maggio – ore 12:15 – Nei pressi di Aberdeen (A90) Evvai!! Sono troppo contento!! Siamo riusciti ad assistere all’adunanza! Siamo entrati alle 19:25 perché ci abbiamo messo un sacco a trovare un parcheggio per il camper. Mentre Stefano si sbarba, noi 3 ci prepariamo. Quando arriviamo alla Sala stiamo quasi 5 minuti fuori, forse perché non notano che stiamo suonando il campanello già da un po’. Finalmente ci viene ad aprire un fratello alto e magro sulla cinquantina al quale diciamo che siamo italiani e glielo dimostriamo subito chiedendogli dov’è il bagno per prima cosa. Mentre Ste, Nao e Lory ne usufruiscono io entro nella sala principale durante la Scuola di Ministero e scrivo su un foglietto i nostri nomi e le congregazioni di appartenenza per dare i nostri saluti. Ci sono 2 congregazioni nella sala e noi stiamo assistendo all’adunanza della Aberdeen Deevale. L’usciere è ovviamente molto gentile: ci prepara 4 sedie in fondo e cerca di ripetere le scritte in italiano, cavandosela discretamente bene: si chiama George.

Riesco a seguire abbastanza bene i discorsi di esercitazione, ma intanto notiamo che nello stesso locale si radunano anche i gruppi cinese e polacco; infatti la famiglia seduta davanti a noi segue con le pubblicazioni in polacco. Diversamente da noi italiani, qui non ci si alza per il cantico finché non parte la musica. Agli annunci i nostri saluti non vengono letti dall’usciere amichevole ma da un altro fratello che, come diciamo noi istruiti, pronuncia un po’ a “muzzu”. L’adunanza per fare discepoli scorre velocemente e dopo il cantico conclusivo alcuni fratelli scozzesi vengono a salutarci. Tra loro ci sono: Diane, Sandra, Steve e Vicky. Proprio quest’ultima è estremamente gentile e disponibile. Dopo aver spiegato “chi siamo, dove andiamo e qual è lo scopo della vita”, le chiediamo se c’è qualche posto “carino ma non caro” dove cenare. Lei ci dice di aspettare e torna con un foglietto sul quale ha disegnato la strada per arrivare in zona ristoranti. Prima di andare via ci facciamo lasciare il suo indirizzo e-mail e vado a dare un ultimo saluto a George del quale ho avuto il piacere di fare la conoscenza (assomiglia un po’ al protagonista di Schindler’s List).

Seguiamo le indicazioni di Vicky e giungiamo in Union Street, la via centrale. Dopo aver esaminato accuratamente i prezzi di alcuni locali carini, decidiamo di entrare da Halo, un ristorante di cucina italiana in cui i camerieri parlano esclusivamente inglese. Pizza soffice e fragrante accompagnata da una Peroni. Alle 22:45 usciamo dal locale e torniamo al camper.

Dato che per il mattino successivo è prevista la visita del Dunnottar Castle, decidiamo di andare direttamente a Stonehaven per non fare di corsa il giorno dopo. Una volta arrivati, dato che il camper è ingombrante, non ci appostiamo nella piazza del mercato ma troviamo un posto lungo la strada. E’ quasi mezzanotte.

Durante la notte i gabbiani si divertono a gridare e a disturbarci, facendoci perdere il sonno ogni tanto.

Dopo colazione ci dirigiamo al castello: il tempo è nuvoloso e, purtroppo per le foto, il sole è contro ma il posto è entusiasmante. Il castello diroccato si erge su un alto promontorio che sporge sul Mar del Nord, schiaffeggiato dalle raffiche di vento gelido. Si paga solo l’ingresso alle rovine, che noi non visitiamo, così io e Ste ci inerpichiamo sui sentieri che portano alle alte scogliere ricoperta di erba verdissima, mentre le lepri corrono giù per i pendii verso le spiagge pietrose e le mucche ruminano annoiate dai gabbiani che volteggiano su questo paesaggio spettacolare. Gironzoliamo per un’oretta allorché decidiamo di andarcene con gli occhi, la mente e il cuore ancora pieni di panorami impressionanti.

Le ragazze hanno urgente bisogno di un bagno e, dato che il nostro WC è pieno, andiamo a cercare quelli pubblici a Stonehaven. Seguiamo le indicazioni ma non la troviamo subito. In totale perdiamo un’ora ma le ragazze si “svuotano” e si ricaricano di patatine e altre schifezze presso un mini-market.

Secondo il programma dovremmo passare dal Fyvie Castle prima di andare al Loch Ness, ma dato che dalle immagini dei depliant sembra molto simile al Blair Castle, decidiamo di saltarlo e piuttosto di passare dal Cawdor Castle a nord-est di Inverness.

Ora siamo sulla A96 a Huntly, diretti al Loch Ness, dove cercheremo un campeggio dove pernottare ed effettuare il carico/scarico per il camper. Le tipiche nuvole scozzesi ci accompagnano. Figürte!! Arrivo a Bunchrew – ore 19:45 – km 2800 Sabato 12 Maggio – ore 17:30 – Poco dopo Golspie (A9) Sarò un po’ ripetitivo ma i paesaggi sono davvero incantevoli!! Ora ci stiamo dirigendo a John o’Groats, la punta nord-orientale della Scozia. Ho appena visto sei o sette agnellini correre in una direzione e poi tornare indietro sempre di corsa: forse si credevano dei cavallini; erano proprio convinti: che teneri! Comunque ieri abbiamo pranzato sulla strada vicino ad Elgin e ogni camion che passava ci sballottava col suo spostamento d’aria. Dato che avevo un po’ di mal di testa mi sono buttato sul letto per riposarmi e gli altri ne hanno approfittato per farsi un riposino. Alle 16:00 siamo ripartiti e dopo un’ora siamo arrivati al Cawdor Castle. Ho dovuto di nuovo “corrompere” il bigliettaio che ci ha permesso di avvicinarci al castello per fare delle foto senza pagare. Un giretto anche nel negozietto e nei bagni adiacenti e poi via.

Prima di cercare il campeggio abbiamo raggiunto il Loch Ness nei pressi di Glackossian e siamo scesi io e Stefano al livello del lago per fare delle foto; purtroppo il tempo è bruttino e le foto non rendono bene.

Torniamo indietro e col navigatore raggiungiamo il campeggio trovato sulla guida: Bunchrew Caravan Park situato ai bordi dell’omonimo paesino a ovest di Inverness. Il gestore è gentilissimo: £ 15,50 per una notte col camper e 4 persone, elettricità, bagni, scarichi acque grigie e nere. Ci dice che possiamo metterci dove vogliamo così troviamo un bel posticino con vista ponte e Beauly Firth; purtroppo, però, non ci sono gli attacchi elettrici perché è la zona delle tende. Troviamo un altro posto fornito di elettricità e riforniamo il camper d’acqua e svuotiamo il WC mentre le ragazze fanno la doccia. Poi ci diamo il cambio: le ragazze preparano cena mentre noi ci laviamo. La doccia è calda e gratis così ne approfitto: è una goduria e ci metto più di mezz’ora prima di tornare alla “base”.

Poco prima di cena si rende evidente la difficoltà di far convivere 4 stili diversi di vita in uno spazio ristretto. Poi mangiamo e andiamo a letto.

Al mattino sveglia alle 9:00, ma ce la prendiamo comoda così usciamo dal campeggio alle 10:45 anche perché dopo colazione ci sono delle faccende da sbrigare, come: fare la barba (io), lavare i piatti (ragazze) e svuotare acque sporche (Ste).

Puntualizzazione sul campeggio: i bagni e le docce non sono puliti e la cosa non è di nostro gradimento.

Comunque arriviamo dove ci ha indicato il gestore: parcheggio vicino alla stazione di Inverness; si paga poco ma è all’aperto. La mattinata è dedicata allo shopping così ci infiliamo in una galleria di negozi e acquistiamo qualche ricordino. Stessa cosa successivamente nel centro commerciale EastGate lì vicino. Stefano e Naomi scelgono KFC (stile McDonald’s) e io e Lory preferiamo PizzaHut ma comunque mangiamo allo stesso tavolo.

Dopo pranzo entriamo nel Marks & Spencer e acquistiamo generi di prima necessità per i prossimi pasti. Per tornare al camper costeggiamo il fiume Ness ma io e Lory allunghiamo un po’ perché voglio immortalare la città da un ponte non molto distante. Faccio in tempo a scattare la foto che inizia a piovigginare. Entro breve quelle poche gocce diventano un forte acquazzone: ovviamente ho dimenticato l’ombrello al camper così Lory si alza il cappuccio della giacca a vento mentre io uso la cartina della città per coprirmi la testa. Arriviamo al camper fradici: fa parte del viaggio avventuroso, in fin dei conti… Paghiamo £ 3 di parcheggio e ci dirigiamo al ponte che conduce a nord, verso Wick (A9). Io mi cambio i jeans bagnati seguendo l’esempio e i consigli della mia mogliettina.

I ponti sul Moray Firth, Cromarty Firth e Dornoch Firth danno l’opportunità di godere della vista di queste lunghe insenature del Mar del Nord; l’alta e la bassa marea rendono paludose le loro coste.

La strada percorre il lungo mare di tutto il nord-est scozzese e in lontananza si vedono le piattaforme petrolifere, mentre sulla terraferma si alternano mucche e pecore in abbondanza. La pioggia va e viene e il cielo rimane ovviamente coperto.

A metà strada circa ci imbattiamo nel Dunrobin Castle, la cui visita è stata sacrificata per lasciare il posto allo shopping mattutino. Dal cortile esterno si presenta bene, ma ancora di più quando vediamo i giardini che, seppur non siano pienamente fioriti, sono curati e lasciano immaginare l’esplosione di colori che sicuramente ci incanterebbe se solo le giornate fossero più calde e il tempo più clemente. Dai depliant in nostro possesso, anche gli interni del castello devono essere carini ma ormai è “tardi”, essendo le 17:15.

A parte la discesa ripida e la irta salita in prossimità di Berniedale, il viaggio scorre tranquillo. Ora ci siamo fermati a fare gasolio ma il distributore è chiuso e stiamo per finire il serbatoio. Speriamo di arrivare a Wick e poterci rifornire. Sono le 18:40 e siamo in zona Thrumster. Bye.

Arrivo a Dunnet – ore 20:20 – km 3022 Domenica 13 Maggio – ore 16:00 – Leirinmore (vicino a Durness) Come in un bel giallo vi ho lasciati col fiato sospeso! Niente paura, eravamo vicino a Wick, infatti al primo distributore abbiamo caricato gasolio e scaricato le vesciche: peccato che se avessimo fatto altri pochi metri avremmo trovato altri 3 distributori più economici.

Poco alla volta ci siamo avvicinati finalmente a John O’Groats. Abbiamo raggiunto il faro e abbiamo goduto della vista intorno a noi: a sud le alte scogliere, a nord le isole Orcadi che il bellissimo sole calante ci permette di distinguere chiaramente. Il vento è forte e gelido così ce ne andiamo in fretta. Il giorno seguente Ste vorrebbe vedere foche o puffin o qualsiasi altro animale particolare, così decidiamo di pernottare a Dunnet. Ci appostiamo in uno spiazzo desolato all’ingresso del paese, davanti ad una delle solite immancabili cabine telefoniche rosse accompagnata da una buca per le lettere.

Dopo cena giochiamo a carte e, andando contro ogni regola razionale, Naomi vince 5 partite di scala quaranta consecutivamente. Lei va a dormire euforica e noi contrariati.

Stamattina sveglia alle 9:00. Alle 10:15 partiamo verso Dunnet Head e il panorama è di nuovo eccezionale ma il sole è crescente e non c’è quasi per niente vento. Non troviamo nessuna indicazione per visite di animali tipici e rimaniamo leggermente delusi.

Ora dobbiamo ripartire, più tardi continuerò questa cronaca.

Arrivo a Ullapool – ore 19:00 – km 3271 Riprendo questa cronaca alle 22:00. Ho appena scoperto di avere una sfortuna nera: 4 mani di scala quaranta di cui 2 vinte da Nao e una a testa per Ste e Lory. E dire che contro mia nonna vincevo quasi sempre!! Comunque stamattina abbiamo preso la strada per Durness, dove avremmo pranzato. Ho guidato io perché è da ieri che Ste sta male e stamattina ha addirittura preso la tachipirina a causa della febbre. La strada è di quelle secondarie piene di curve e ben presto si inizia ad aver a che fare con le “single-track road”, dove piccole ma frequenti piazzole a lato della strada danno la possibilità di incrociare altri mezzi e di farsi superare da chi procede più spedito. Ho l’onere e onore di guidare personalmente in queste strade particolari ed è un’esperienza entusiasmante: sicuramente ci vuole molta attenzione e prudenza.

Il momento peggiore è poco prima di Durness quando un tir decide di passare per queste stradine sperdute: per liberare lo spazio mi defilo addirittura sulla destra in un passing-place. Il tir passa per un pelo ma in fase di ripartenza tocco con la fiancata il cartello indicatore: Ste scende e lo tiene storto mentre io manovro il camper.

C’è un bellissimo sole che illumina gli angoli più nascosti del paesaggio circostante; quest’ultimo è radicalmente cambiato: dalle verdi colline al deserto roccioso e aspro che si affaccia sul mare.

Verso le 14:00 arriviamo a Leirinmore, dove una bellissima spiaggia ci invita a fermarci nel parcheggio panoramico. Pranziamo, dopodichè Ste si riposa e Nao l’accompagna mentre io e Lory scendiamo fino al mare provvisti di ciabatte apposite. L’acqua è ghiacciata ovviamente ma l’idea di avere i piedi bagnati dall’oceano atlantico mi convince a farmi una passeggiata coi jeans rimboccati e i piedi a mollo. Percorriamo in lunghezza la spiaggia dalla sabbia chiarissima, quasi bianca, e facciamo foto al mare cristalline circondati da alte e ruvide scogliere. Raccogliamo qualche conchiglietta come ricordo di questo posto incantevole.

Torniamo al camper e quando Ste si sveglia partiamo di nuovo, questa volta verso Ullapool. Le guide turistiche dicono che la strada tra Kylesku e Ullapool è la più bella della Scozia e noi vogliamo accertarcene.

Purtroppo il bel sole che ci ha accompagnato finora, ci abbandona poco prima di Kylesku per lasciare il posto a nuvole nere e rabbuianti che ogni tanto ci sputano addosso un po’ di gocce.

I paesaggi sono molto belli, tra loch veri e propri e insenature marine, ma il brutto tempo non valorizza il panorama e purtroppo non me la sento di confermare la definizione che si è guadagnato a livello internazionale.

Questo viaggio pomeridiano dura 2 ore e mezza, così ci fermiamo all’ingresso del paese di Ullapool in un parcheggio vicino ad un negozio, ma senza divieti. Vado a vedere se trovo qualche indicazione utile nelle vicinanze, ma quando torno sul camper mi ritrovo in mezzo ad una discussione animata tra Lory e Nao. I mutismi e le faccette che vanno avanti da una settimana finalmente si sfogano e poi si chiariscono tra tutti e 4 i presenti. Sinceramente me l’aspettavo: da una parte sono contento del chiarimento ma dall’altra sono molto deluso del comportamento che è stato adottato; pensavo che tra amici non sarebbe stato necessario arrivare a questo punto.

In ogni caso “facciamo la pace” e ceniamo “tutti contenti”. Mentre siamo alla frutta, sentiamo bussare alla porta: una vecchietta inglese ci spiega che siamo in un parcheggio privato e, anche se non c’è scritto, è privato. Col sorriso stampato sulle labbra ci indica, con la cartina di Ullapool alla mano, un campeggio per caravan poco distante.

Ringraziamo la signora per la puntualizzazione, sparecchiamo la tavola e smammiamo. Invece di andare al campeggio, ci dirigiamo ad un parcheggio “free”, ma dato che è “no camper” e “no overnight”, ci appostiamo nel parcheggio adiacente al supermercato dove non ci sono divieti.

Le ragazze lavano i piatti e io e Ste facciamo due partite a poker. Quando si liberano, si uniscono a noi e si cambia gioco: sapete come va a finire. Anzi, mentre io scrivevo, loro hanno continuato, e Ste ha risalito la china, vincendo altre due partite e terminando il “torneo della serata” al primo posto.

Ora sono le 22:45. Ci stiamo preparando per dormire, sperando che nessuno venga a bussare stanotte. Good night! Lunedì 14 Maggio – ore 18:10 – Nei pressi di Loch Cluanie (A87) Ed eccoci di nuovo in cerca di un distributore di gasolio. Ci stiamo dirigendo a Fort William arrivando dall’isola di Skye. Qui i distributori sono rari, carissimi e chiudono presto: speriamo che il serbatoio ne abbia almeno fino a Invergarry, dove è più facile che i prezzi scendano leggermente e i distributori siano aperti, data la vicinanza a zone più densamente abitate.

Nel frattempo narrerò le vicende della giornata odierna…

Al risveglio stamattina l’ampio parcheggio non era più vuoto ma contava di ben 5 o 6 auto, per lo più appartenenti a vecchiette che si rifornivano di viveri presso il supermercato. Nonostante nessuno sia venuto a svegliarci per dirci di sloggiare, stanotte non ho dormito benissimo e la mia schiena a pezzi stamattina mi implorava di continuare a dormire. Purtroppo il cervello ha vinto contro il resto del corpo, così ho ricomposto la dinette e, stranamente, sono riuscito a vincere 2 partite di scala quaranta pareggiando le 2 vinte da Stefano, mentre le ragazze si rifornivano di brioches fresche e di altre vivande presso il supermercato.

Oggi Ste stava meglio così si è messo al volante e siamo scesi fino a Dornie per vedere l’Eilean Donan Castle, prima percorrendo la A835 e poi deviando per A832 e A890: la strada è sempre a doppia corsia, tranne tra Lair e Stromferry, come segnala fedelmente la mia mappa Michelin.

Il castello è sicuramente scenografico grazie al ponticello di pietra che lo collega alla terra ferma, ma il biglietto costa £ 4,95 a testa e, sapendo che gli interni sono stati ricostruiti nel secolo scorso, decidiamo di saltarne la visita; piuttosto ripasseremo più tardi per fare qualche foto con l’alta marea e quindi con l’acqua che riempie le arcate del ponticello.

La tappa seguente è la distilleria Talisker, famosa ovunque per il suo whiskye, che tra l’altro è la causa scatenante di questo lungo viaggo in Scozia. Per raggiungerla a Carbost, sull’isola di Skye, attraversiamo il ponte di Kyle of Lochalsh e a Sconser, poco prima di Sligachan, ci fermiamo in un parcheggio panoramico per pranzare, godendo della vista delle acque del Loch Sligachan e del Caol Mor, che si incontrano davanti all’isola di Raasay.

Dopo pranzo andiamo alla distilleria e la visitiamo per £ 5 a testa; questo biglietto da la possibilità di acquistare una bottiglia di whiskye con lo sconto di £ 3, ma in Italia costa di meno, così evitiamo di sprecare i pochi soldi rimasti nelle nostre tasche.

In ogni caso la visita è particolare e carina, se non fosse per le…

Arrivo a Fort William – ore 19:30 – km 3643 Sun turna sì! Scusate, ho dovuto interrompere improvvisamente perché Ste non si sentiva di nuovo bene e, dato che abbiamo trovato un conveniente distributore aperto a Invergarry, ci siamo riforniti e mi sono messo alla guida. Ora Stefano è nel letto, bello sotterrato dalle coperte, che cerca di appisolarsi mentre le ragazze approfittano delle docce del campeggio. Eh sì, abbiamo anticipato la tappa al campeggio prevista per domani ad oggi, dato che il WC era di nuovo pieno e dato che domani sera vorremmo assistere allo Studio di Libro a Oban senza perdere tempo nei campeggi.

Comunque prima stavo spiegando che la visita alla distilleria è stata piacevole tranne che non si capiva molto quando la guida ci spiegava, perché usava delle parole tecniche per descrivere il complesso procedimento di trasformazione di acqua, orzo e torba in whiskye. Potevamo però leggere alcune brevi spiegazioni in italiano.

All’uscita abbiamo ripercorso al contrario il pezzo di strada cha ci ha condotto nel cuore dell’isola di Skye, fino di nuovo all’Eilean Donan Castle per fare la foto con l’alta marea.

Purtroppo si è rimesso a piovere e, dato che erano “già” le 17:30, stavano chiudendo i parcheggi, così sono sceso solo io dal camper e ho fatto un paio di scatti mentre Ste faceva manovra per rimetterci in viaggio.

In seguito ai “chiarimenti” di ieri sera, si è deciso di modificare il programma in modo da saltare alcune tappe e viaggiare di meno. Così oggi non abbiamo visto il Dunvegan Castle sull’isola di Skye e non abbiamo preso il traghetto che da Armadale ci avrebbe portato a Mallaig, dove avremmo proseguito domani per Fort William passando dal Glenfinnan Monument. In questo modo abbiamo sfruttato il tempo raggiungendo già oggi Fort William e risparmiando £ 40 di traghetto.

Comunque sulla guida dei campeggi ho trovato il Glen Nevis da 5 stelle e, dato che tutti erano d’accordo, l’abbiamo cercato e trovato, anche grazie alle chiare indicazioni stradali in centro città. Alla reception non c’era nessuno ma. Tra i fogli affissi all’ingresso e le spiegazioni in inglese ricevute da un’utente del campeggio, abbiamo capito che possiamo infilarci in una piazzola e pagare domani, quando passerà un addetto a bussarci tra le 8 e le 9.

Mentre le ragazze preparavano cena e Ste cercava di capire se era ancora vivo, ho fatto un giro nel campeggio e ho verificato le 5 stelle: se le merita tutte!! Ha lavanderia, stireria, scarico WC e acque sporche, elettricità, acqua potabile, docce e bagni pulitissimi e gratuiti, e oltretutto è estremamente ordinato e tranquillo. Dulcis in fundo la maestosità del Ben Nevis, il monte più alto della Gran Bretagna, che ci sovrasta e uno spettacolare arcobaleno vivido e completo dei suoi 180°, a segnare la pace tra la pioggia e il sereno.

Ora, dopo cena, sono le 22:00 e c’è ancora luce solare, tanto che sembrerebbero le 20:00, di una sera di questo stesso periodo, a Cuneo.

Adesso termino il racconto e mi godo la quiete, prima che arrivino le ragazze.

Arrivo a Dunbeg – ore 18:15 – km 3725 Mercoledì 16 Maggio – ore 13:20 – Inveraray Castle Vi sarete chiesti dov’è finito Martedì 15: beh, ieri è stata la giornata della “tranquillità”, quindi non ho nemmeno scritto.

Purtroppo l’altro ieri sera sono rimasto solo 10 minuti a godermi la quiete del Ben Nevis. Il ritorno delle ragazze, però, ha segnato un torneo a 3 di scala quaranta, perché Ste stava male, alla fine del quale, molto stranamente, sono uscito vincitore.

La notte è stata freddissima per tutti ed il mattino successivo è anche iniziato nel modo più traumatico: alle 8:10 avevo appena fatto in tempo ad allacciarmi i jeans che l’addetto del campeggio ha bussato alla nostra porta. Ho aperto con gli occhi socchiusi e, mentre la “vicina” di camper sorrideva amichevolmente sullo sfondo, ho pagato £ 19,40. Questo campeggio è stato il più caro di tutti, ma anche il meglio servito.

Dopodichè ho recuperato il necessario e sono andato a farmi una doccia calda e poi a radermi: ci ho messo un’ora, tanto il programma della giornata riservava ben pochi appuntamenti; oltretutto Ste stava male, Lory aveva sonno e Nao era andata a lavare i piatti del giorno prima.

Dopo colazione ho rifornito il camper d’acqua, allagando leggermente il vicoletto ghiaioso, così un altro camperista mi ha spiegato in inglese che c’era una pompa apposta nello stesso luogo dove si scaricavano le acque sporche. Ho ringraziato e ci siamo avviati dove suggerito. Dopo aver svuotato i rubinetti di scarico, siamo partiti per il centro di Fort William. Abbiamo parcheggiato vicino alla fermata dei bus, grazie all’ausiliario/controllore, e ho pagato per 2 ore (£ 1). Abbiamo passeggiato per la via centrale piena di negozietti di souvenir e ne abbiamo guardati e acquistati per tutto il resto della nostra permanenza nel paesino.

Dato che abbiamo deciso di pranzare al Subway, una catena di fastfood in cui ti fanno un panino come vuoi tu, sono andato a pagare altre 2 ore (£ 1) di sosta al parcheggio. Questo fastfood non è caro ma il servizio non ci è piaciuto molto e in linea di massima le porzioni non sono sufficienti per soddisfare le nostre bocche fameliche.

Dopo pranzo Nao e Ste sono tornati in camper (Ste era stanco e non aveva mangiato) mentre io e Lory abbiamo continuato lo shopping.

Alle 15:00 siamo ripartiti per Oban e sulla strada ci siamo fermati allo Scottish Sealife Sanctuary per vedere foche e otarie: l’unico solito problema è che l’ultimo ingresso era alle 16:00 e noi siamo arrivati alle 16:02; troppo tardi!! Peccato!! Già che c’eravamo siamo scesi tra i boschi fino al mare e così ci siamo goduti il paesaggio; di animali marini, ovviamente, niente…La cosa positiva di questa giornata è che è stata la prima di sole ininterrotto.

Siamo arrivati al centro di Oban alle 17:10, abbiamo pagato 60p di parcheggio per 40 minuti e siamo scesi a farci un giretto, tutti tranne Ste che non stava bene. Non c’è neanche più bisogno di dirlo, ma i negozi avevano appena chiuso! Che noia! L’unico negozietto aperto è stato preso di mira dalle ragazze mentre io scattavo qualche foto al lungomare illuminato dal sole calante. Siamo tornati al camper e ci siamo diretti a nord di Oban, a Dunbeg, dove si trova la Sala del Regno.

Abbiamo organizzato le giornate successive e poi ci siamo preparati per assistere allo Studio di Libro. Siamo arrivati in anticipo e abbiamo firmato il Visitors’ Book della congregazione.

Arrivo a Maybole – ore 19:00 – km 3951 Scusate la solita interruzione ma abbiamo pranzato e poi viaggiato sinora, che sono le 19:00. Ora stiamo aspettando che le ragazze preparino da mangiare.

Col racconto ero arrivato all’adunanza di ieri sera. I fratelli sono stati calorosi nelle presentazioni, in particolar modo il fratello Bob che avrebbe poi condotto lo studio. I nostri nomi pronunciati da lui erano: Dan (per abbreviare), Lorìno, Neiòmi e Stefàno: sbagliava ma era simpatico. Durante lo studio ci hanno prestato 2 libri in inglese dato che i nostri erano in italiano e albanese; siamo riusciti a seguire meglio e anche a commentare tutti. Al termine dell’adunanza ci hanno addirittura offerto torte e té, appositamente preparato nella cucina della Sala: che bella idea!! Dopo averne approfittato in senso buono, abbiamo salutato tutti, compreso Bob, nonostante avessimo appreso che tiene per il Liverpool (mentre noi per il Milan) a pochi giorni dalla finale di Champions League.

Tornati al camper abbiamo cenato e poi Ste e Nao sono andati a letto mentre Lorena mi batteva 5 partite a 2 di scala quaranta. Stanotte, invece, abbiamo dormito bene e stranamente senza patire il freddo di tutte le altre notti.

Stamattina sveglia alle 9:00 e poi alle 10:30 siamo partiti in direzione Inveraray, per visitarne il castello. Dopo un’oretta di viaggio siamo arrivati, ma nuovamente sotto la pioggia. Anche se preferivo fare la camminata che porta alla torre in cima alla collina, da cui si può godere dall’alto sia del castello che dei giardini, la maggioranza era d’accordo per visitare le stanze del castello, così abbiamo pagato £ 6,30 a testa e siamo entrati. In quasi ogni stanza ci sono delle spiegazioni in varie lingue, tra cui italiano, su fogli plastificati. Il castello è abitato e quindi non del tutto visitabile, ma gli interni sono carini e la stanza delle armi è impressionante. Alla fine del giro chiediamo se è possibile visitare i giardini, ma sono aperti solo il venerdì e si pagano a parte, così andiamo in camper a pranzare.

Dopo mangiato mi riposo un’oretta dato che devo guidare e, senza “pisolino”, mi addormento facilmente.

Alle 15:30 partiamo per Ayr e in un’ora arriviamo alle porte di Glasgow. Ci affidiamo al navigatore satellitare per imboccare la A77 ma ci mettiamo più di un’ora per attraversare la città, anche perché è l’ora di punta. Tra l’altro passiamo davanti allo stadio dei Rangers e, per ammazzare la noia delle grigie code d’auto e camion, gli diamo un’occhiata dal finestrino. Una volta usciti da Glasgow ci mettiamo un’altra oretta a raggiungere Maybole, il paesino a sud di Ayr, nei cui pressi si trova il Culzean Castle che vogliamo visitare domani, prima di lasciare definitivamente la Scozia.

Ora il languorino si sta fancendo sentire, dovuto anche ai profumi che pervengono dai fornelli. La pioggia battente non ci ha dato un attimo di tregua oggi: non la sopporto più!! Giovedì 17 Maggio – ore 14:30 – Nei pressi di Ayr (A70) Innanzitutto celebro con queste poche parole la mia vittoria schiacciante di ieri sera con 4 partite vinte di scala quaranta, contro le 2 di Lory e 1 di Nao.

Ma ora parliamo di cose serie: la nottata è passata tranquilla nonostante la pioggia battente. Non abbiamo neanche sofferto il freddo: forse l’idea di Ste di chiudere tutte le tendine funziona davvero e non c’è molta dispersione di calore.

Alle 8:00 è suonata la sveglia e alle 9:30 eravamo già all’ingresso del castello. I £ 12 a testa sono stati un duro colpo, ma ce l’aspettavamo dato che, per ogni luogo da visitare, mi ero già scritto prezzi e periodi d’apertura prima di partire per questo viaggio, recuperando le informazioni da internet. Dato che il castello vero e proprio avrebbe aperto solo un’ora dopo, abbiamo visitato l’immenso podere, comprensivo di parco dei cervi, giardino murato e stagno dei cigni. Verso le 11:30 ci siamo diretti al castello: esibiti i biglietti e lasciato le giacche. Non c’era una guida ma si seguiva lo stesso metodo dell’Inveraray Castle, cioè schede plastificate informative nella propria lingua, tra cui l’italiano. Le stanze erano ricche di arredamenti e di particolari interessanti. Dopo circa 2 orette di giri tra camere, saloni, armeria e cucina, siamo tornati al parcheggio a recuperare il camper.

Abbiamo deciso di saltare le strade panoramiche dato il brutto tempo – oggi non piove ma è tutto coperto e fino a poco fa c’era la nebbia – e imboccare l’autostrada che ci allontanerà da queste terre indimenticabili. Sono le 15:10 e abbiamo appena finito di pranzare, in un parcheggio davanti ad un supermercato Spar, probabilmente vicino a Coylton. Ora ripartiremo sulla A70 in direzione Douglas, dove ci immetteremo nella M74 verso Carlisle.

Arrivo a Worksop – ore 22:30 – km 4399 Venerdì 18 Maggio – ore 15:15 – Dover Ci troviamo sul traghetto della SeaFrance che è appena partito per Calais. Il mare è mosso e scrivo piano piano perché sto sballottando a destra e sinistra. Ci siamo infiltrati nella brasserie perché ci sono le poltroncine e i divanetti e non c’è la puzza di patatine fritte che dava fastidio a Nao nel self-service.

Ieri il viaggio è andato bene. Verso le 17:00 ho chiesto a Ste il cambio alla guida perché mi stavo abbioccando. A Penrith abbiamo preso la strada che ci avrebbe collegato alla A1, dove il traffico è diventato più scorrevole. Abbiamo continuato fino ad un autogrill in zona Doncaster dove ci siamo fermati 2 ore a cenare e giocare a carte (Dan 2, Ste 2, Lory 1). Dato che oltre le 2 ore di sosta si pagava £ 8 per 24 ore, ci siamo rimessi in viaggio verso sud intorno alle 21:40 e all’incrocio della A1 con la A57 ci siamo fermati nel parcheggio gratuito di un’area di sosta vicino ad un McDonald’s.

La notte è passata tranquilla e calda e stamattina sveglia alle 8:00 e partenza verso le 9:30. Alle 10:30 eravamo a Stamford, dove avremmo dato un’occhiata alla Bourghley House dato che abbiamo depennato dal programma Lake District, Bath e Stonehenge. Purtroppo il venerdì è chiuso ma il parco intorno è gratuito, quindi abbiamo parcheggiato il camper e io e Lory siamo scesi per ammirare dai cancelli questa elegante ma imponente dimora, dove sono state girate alcune scene del film “Orgoglio e pregiudizio” con Keira Knightley. Scattate un paio di foto siamo ripartiti per Dover.

Abbiamo raggiunto la M25 (London Orbital) nei cui pressi si è notevolmente intensificato il traffico. In particolare abbiamo fatto coda dal ponte sul Tamigi (dove si paga £ 1 di pedaggio) fino alla deviazione per Dover tramite la A2. Da quel punto in poi abbiamo velocemente raggiunto Dover all’imbarco dei traghetti.

Siamo andati a fare il biglietto alla P&O ma ci ha sparato £ 145, così l’ho lasciata con un “We’ll let you know” e siamo andati alla SeaFrance. Qui l’addetto ci ha preventivato £ 108 e abbiamo accettato al volo; forse avremmo potuto chiedere ancora alla Norfolk mi ci abbiamo pensato tardi.

Ci siamo sottoposti a tutti i controlli con la paura di essere fermati a causa dei miei documenti, ma l’unica ragazza che li ha presi in mano per controllare i nostri dati non ha fatto caso alla mia “opera d’arte”. Ci siamo messi in fila ad aspettare l’imbarco e nel frattempo abbiamo mangiato panini preparati da Nao e Lory. Verso le 15:00 siamo entrati nella pancia del traghetto e ora sono le 16:00: io scrivo, le ragazze giocano al “Paroliere” e Ste critica le loro risposte come un notaio. Tra un po’ arriveremo a Calais e porteremo avanti i nostri orologi. Per quanto riguarda il tempo, oggi c’è stato un sole caldissimo mentre ora la Manica è coperto della nuvole. Bye (per l’ultimo volta)…

Arrivo a Rouen – ore 21:30 – km 4950 Sabato 19 Maggio – ore 14:25 – Nei pressi di Evreux (N154) Sigh! Sob! Il viaggio in quanto tale non è ancora finito ma non c’è più niente da visitare. Stamattina abbiamo passeggiato per le vie della gotica Rouen e ora siamo diretti verso l’Italia, evitando accuratamente il caos delle autostrade parigine. Infatti siamo sulla strada per Orleans e poi seguiremo per Bourges, Moulins e Lyon, fino al traforo del Frejus e alle nostre case piemontesi.

Ieri sera da Calais siamo andati direttamente a Rouen, fermandoci ad Abbeville per fare pieno di gasolio: qui in continente il carburante costa sicuramente di meno!! Dato che avevamo i serbatoi delle acque sporche pieni e quelle delle acque fresche vuoto, abbiamo cercato un campeggio nelle vicinanze tramite il palmare di Ste, ma il più vicino lo segnalava a 50 km di distanza. Così abbiamo cercato il centro informazioni di Rouen e, anche se con qualche difficoltà, l’abbiamo raggiunto. Ovviamente era chiuso, ma sui vetri ho trovato gli indirizzi di alcuni campeggi della zona. Li ho annotati su un foglio e ci siamo diretti al primo della lista che distava a 5 o 6 km.

Il campeggio era comunale e la reception era chiusa fino a lunedì, così ho chiesto ad una coppia di mezz’età di camperisti inglesi, che vi si erano appostati, se secondo loro potevamo usufruire dei (pochi e primordiali) servizi del campeggio. L’uomo è stato molto gentile e ci ha anche dato una mano, mentre io svuotavo il WC chimico, e Ste, Nao e Lory caricavano il camper d’acqua con l’ausilio di 2 tubi di gomma tenuti uniti a mano. Come se non bastasse si è messo a piovere e mi sono infradiciato tutto facendo fare manovra a Ste col camper per appostarci sopra un tombino dove svuotare le acque grigie. Ho chiesto alla coppia se potevamo pagare qualcuno per aver usufruito dei servizi, ma loro ci hanno detto che non c’era problema e che avrebbe “offerto” il comune di Deville les Rouen.

Sul camper mi sono cambiato e ci siamo appostati in un parcheggio non a pagamento davanti ad un Ginnasio; abbiamo cenato, giocato a carte e siamo andati a letto. Lory ha vinto le sue 3 partite contro una a testa di me e Ste, e la notte è stata ancora più calda delle ultime scorse, tanto che me ne sono uscito dal sacco a pelo e sono rimasto in pantaloni e t-shirt.

Stamattina ci siamo diretti al centro città in camper, dato che la maggioranza era d’accordo nel non utilizzare i bus, e abbiamo parcheggiato lungo la Senna, davanti al Citè Amministrative. Ci siamo divisi al ponte dandoci appuntamento per le 13:45 al camper, dato che Ste e Nao vi sarebbero tornati per pranzo, mentre io e Lory avremmo mangiato in qualche ristorante, visto che domani è il nostro primo anniversario di matrimonio e lo passeremo in autostrada.

In un paio d’ore abbiamo visto la famossisima Cattedrale, anche visitandola all’interno, la Chiesa di St-Maclou, l’Abbatiale Saint-Ouen, i bagni pubblici a pagamento e la Chiesa di Santa Giovanna d’Arco. Nei pressi di quest’ultima abbiamo chiesto indicazioni in un negozietto di souvenir gestito da un cinquantenne genovese, per trovare un ristorante italiano, dato che gli altri ristoranti espongono prezzi spropositati e la cucina francese non ci convince affatto.

Nel frattempo abbiamo incontrato alcuni fratelli francesi in servizio per strada, provenienti dal sud della Francia, ma che erano andati alla Betel qui vicino a Rouen per visitarla. Dopo aver scambiato due parole abbiamo raggiunto la pizzeria “Taormina” che ci era stata suggerita dal negoziante: era gestita da un napoletano ma ora è di francesi che continuano a proporne l’italianità. Lory prende un piatto di lasagne e io una pizza oltre ad una bottiglia d’acqua Vittel, la quale costa € 3,50 e suscita il malcontento tra le nostre papille gustative a causa del suo saporaccio. Dopo pranzo l’ultimo sguardo lo dedichiamo al grande orologio dorato tra le viuzze del centro e poi via fino al camper.

Verso le 14:00 partiamo e ora siamo vicino a Chartres mentre Ste guida, io scrivo e le ragazze tentano di ammazzare la noia di queste strade dormendo sedute.

Arrivo a Chambéry – ore 00:30 – km 5710 Arrivo a Cuneo – ore 14:00 – km 5997 Domenica 20 Maggio – (scritto il 21) – Cuneo Prima o poi doveva finire, si sapeva! Quel giorno è arrivato, purtroppo.

In poco meno di un giorno abbiamo percorso circa 1000 km. Quei pochi pezzi d’autostrada sui quali abbiamo viaggiato li abbiamo strapagati, sia in Francia che in Italia. Dall’ingresso nel nostro Paese fino a Sommariva Bosco, Naomi ha sentito sempre più intenso il “profumo” della sua casa che non vedeva l’ora di raggiungere.

Questa notte l’abbiamo passata in un autogrill a Chambery, dopo aver cenato nel parcheggio di un autogrill a Lyon.

Stamattina il guidatore di un pullman di turisti francesi della terza età ha pensato bene di lasciare il motore acceso dalle 6:30 alle 7:00, così il sonno mattutino è andato a farsi benedire. Alle 11:00 siamo arrivati a casa di Ste e Nao e abbiamo scaricato le loro cose; alle 12:30 siamo giunti a Cuneo dove abbiamo scaricato le nostre. Dopodiché siamo andati all’autolavaggio e abbiamo pulito bene il camper dentro e fuori per poi consegnarlo alla Skyrent, dove l’abbiamo affittato. E’ stato solo problematico trovare un posto dove scaricare il WC, ma a quanto pare Ste deve aver trovato il modo di farlo dalle parti di Sommariva.

Il viaggio non è stato facile, ma ci ha dato la possibilità di entrare in contatto diretto con una natura e una storia straordinarie. Ora non ci resta che scaricare le foto, guardarle e sognare di essere ancora lì, in Scozia! P.S. Per fare un viaggio di questo genere bisogna essere ben informati e pronti ad adattarsi alle circostanze, armati di spirito di sacrificio. Purtroppo c’è chi non prende in considerazione questi aspetti importanti, trasformando un’esperienza irripetibile in un incubo, per sé e per gli altri viaggiatori.



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