Passaggio a Casablanca

Un meeting aziendale a Casablanca era proprio quello che ci voleva per spezzare il gelido inverno. Assieme ai colleghi mi sono ritrovato a Fiumicino destinazione Marocco. Devo ammetterlo, la meta mi aveva molto stuzzicato e mi aspettavo di trovare il classico caldo africano all’arrivo. Purtroppo la temperatura di Casablanca, non molto diversa da...
Scritto da: pifracal
passaggio a casablanca
Partenza il: 18/03/2007
Ritorno il: 21/03/2007
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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Un meeting aziendale a Casablanca era proprio quello che ci voleva per spezzare il gelido inverno. Assieme ai colleghi mi sono ritrovato a Fiumicino destinazione Marocco. Devo ammetterlo, la meta mi aveva molto stuzzicato e mi aspettavo di trovare il classico caldo africano all’arrivo. Purtroppo la temperatura di Casablanca, non molto diversa da quella del nostro sud, è stata la prima delusione. Si la prima, perché dopo appena un giorno di soggiorno più volte ho rivolto ai miei colleghi la stessa domanda: come fa una città come questa a godere di tanta fama.

18/03/2007 Arrivo all’aeroporto Mohamed V alle ore 12,00. Giornata interamente dedicata agli arrivi dei colleghi provenienti dalle altre parti d’Italia e dal resto dell’Europa e trasferimento in città. Abbiamo subito capito che sull’asfalto non si scherza con le automobili e che le strisce pedonali esistono solo per finta. Guai, attraversando da una parte all’altra la strada sulle strisce, a non dare la dovuta precedenza alle automobili ma, soprattutto ai taxi. Ti passano rasenti, strombazzanti, e anche se sei sempre sulle strisce, ti segnalano di toglierti, ma poi si scusano… Comunque più che l’indisciplina degli automobilisti, mi ha subito colpito la donna marocchina, e non per il colorato abbigliamento, quanto per la loro sudditanza nei confronti dell’uomo. Non tentare di darle la precedenza in un corridoio o in un marciapiede, si fermerà ed attenderà tutto il tempo necessario, con gli occhi rivolti in basso, che tu ti decida finalmente a passare. L’albergo assegnato, Hotel Casablanca, decisamente buono, ma in perfetto stile nordafricano, cioè riccamente decorato, ma lontano dai nostri standard igienici europei.

19/03/2007 Dopo un lungo meeting di lavoro, verso l’una decidiamo di non aderire al pranzo aziendale e di girovagare un po’ per la città. Una veloce colazione in uno dei caratteristici bar del centro godendoci il tiepido sole, e poi via a piedi verso la medina dove ci siamo immersi nel caratteristico mercato africano pieno di profumi e colori. Sfatando quanto solitamente si attribuisce a questi mercati, e alla pericolosità delle loro viuzze, ci siamo mossi con tranquillità ed autorevolezza in mezzo alle bancarelle e affrontato con grande serenità la miriade di ragazzini e potenziali mercanti che cercano di propinarti la loro mercanzia. Dopo aver fatto incetta di piccoli cadeau per la famiglia, decidiamo di recarci alla Grande Moschea. La strada per arrivarvi è davvero brutta, sporca e maleodorante, ma lo spettacolo della Moschea, la terza più grande del mondo islamico, ti fa riprendere da tanto squallore. La costruzione è davvero bella, finemente decorata. Impressiona la quantità di operai addetti alla manutenzione, ma soprattutto colpiscono i riti legati alla religiosità del popolo musulmano. La sera abbiamo cenato in un caratteristico locale marocchino dopo averne girato una decina prima di trovare quello nel quale si serviva la birra.

20/03/2007 Dopo alcune ore dedicate al programma aziendale, abbiamo deciso di visitare Rabat. Quindi ci siamo recati alla stazione e da lì abbiamo preso il treno. Il viaggio dura più o meno un’ora. All’arrivo noti subito che Rabat, la capitale del Marocco, è davvero una bella città. Si presenta pulita ed ordinata, ed anche il suo mercato ricalca questo stile. Quasi tutti abbiamo acquistato delle belle giacche di pelle, morbidissime ed a ottimo prezzo, ma soprattutto utilissime vista la temperatura. Dopo un rapido pasto, abbiamo fatto ritorno a Casablanca. La sera abbiamo cenato in uno dei più belli e ricercati ristoranti di Casablanca dopo esserci accertati che servissero la birra.

21/03/2007 Ritorno in Italia. Trasferimento in taxi verso l’aeroporto e dopo un discreto volo, arrivo a Fiumicino. Per tutto il viaggio ho tormentato i miei colleghi con la medesima domanda: che cosa rende una città così grande, disorganizzata, piuttosto sporca e brutta come Casablanca così famosa?. Abbiamo molto scherzato ovviamente sulle rinomate operazioni chirurgiche che si attribuiscono alla città, ma ritengo che la vera risposta sia esclusivamente legata alla sua collocazione geografica. Casablanca è, infatti, il primo porto africano oltrepassando lo stretto di Gibilterra e l’ultimo risalendo l’Africa. E’ dotata di un accogliente e trafficatissimo aeroporto intercontinentale. Se vuoi farti il tour delle città imperiali, devi atterrare a Casablanca, e così via. E’, quindi, un luogo di snodo da e per l’Africa. Insomma dispone di tutti gli elementi necessari e sufficienti per lo sviluppo, anche indiscriminato, di un territorio. Comunque, tutto sommato, anche se un po’ deluso proprio per l’aspettativa mancata, la pausa si è rivelata salutare.



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