Week end lungo a Marrakech
Arriviamo all’aeroporto Menara di Marrakech alle 19.45, in perfetto orario. Le file al controllo passaporti sono interminabili, e, appena arrivati al nastro, i nostri bagagli sono gia’ li che ci aspettano.
Fuori dalla sala arrivi ci sono sia il bancomat che l’ufficio cambio, entrambi aperti, nonostante fosse sabato. Facciamo pazientemente la fila al bancomat; chiaramente tutti i passeggeri dell’aereo hanno avuto la nostra stessa idea, visto che non e’ possibile ottenere i Dirham fuori dal Marocco. Il bancomat ci da’ tutte banconote da 200 dirham – ma alla fin fine non e’ tragico cambiarle.
A Marrakech ci sono due tipi di taxi, i petit taxi (per un massimo di 3 persone) e i grand taxi (per un max di 4 persone). I primi sono macchine piu’ piccole e scassate, mentre i secondi sono perlopiu’ Mercedes. Essendo in 4, optiamo per i grand taxi. E paghiamo 150dhm la corsa per l’hotel. Abbiamo prenotato il Ryad Mogador Opera, un 4 stelle deluxe, molto economico, ed il prezzo e’ equiparato al servizio, visto che non e’ esattamente paragonabile a un deluxe europeo.
Lasciamo i bagagli in camera, ed usciamo subito verso il centro per cenare e visitare subito la piazza principale, Djema El Fma, che tutti descrivono come unica. Sono ormai le 10 e, siccome il centro e’ a 20 minuti dal centro, decidiamo di fermarci per strada a un ristorante che si specializza in pizza e in tajine. Nonostante le pizze sembrino appetitose, optiamo per il tajine che e’ una specie di spezzatino con tanta verdura, cotta in un recipiente di terracotta, col coperchio simile a un cono rovesciato, e che si vede nelle vetrine di quasi tutti i negozi. Non ricordo il nome di questo ristorante, ma solo che e’ su Av. Mohammed VI, che e’ la stessa via dell’hotel.
Stiamo tutti decisamente meglio, e ci rimettiamo in cammino per il centro. Attraversare le strade e’ un vero incubo, perche’ arrivano macchine e motorini da ogni dove, e non si ferma nessuno alle strisce pedonali. Ogni tanto per fortuna c’e’ un’anima pia che vede gruppi di turisti spaventati e li fa passare. Tranquilli, dopo un giorno ci si fa l’abitudine a fare i kamikaze!!! La vista della piazza ci lascia a bocca aperta. Il fumo degli stand culinari rende l’atmosfera ancora piu’ suggestiva. Un brulicare di persone, colori, odori, musiche, danze. Passiamo in mezzo a decine di persone e spettacoli e arriviamo vicini ai “tavoli”, come vengono chiamati questi stand all’aperto. I camerieri cercano in tutti i modi di convincerti ad andare a mangiare al loro stand. E occhio a promettere che ci andrete la sera successiva, perche’ poi si ricordano e si arrabbiano se non ci andate! Nonostante avessimo gia’ cenato, il cameriere del TAVOLO 42 ci convince a sederci per bere un te’ alla menta. Diamo un’occhiata ai prezzi: irrisori! E cosi’ ci prendiamo 2 cous cous in 4 per soli 25 dhs l’uno. E il te’ ce lo offre Simo, il cameriere. Troppo simpatico! Torniamo in albergo distrutti …
25 febbraio Ci svegliamo col sole! E fa anche caldo, maniche corte e via, verso la colazione. Sara’ l’aria, ma mangiamo tutti tantissimo! Andiamo di buon passo ad esplorare Marrakech di giorno. Dalla piazza principale partono mille stradine con infiniti negozietti che vendono di tutto. Gli articoli piu’ gettonati sono coperte, tessuti, scarpette di cuoio (babouches), oggetti di terracotta, abiti tipici, narghile’, ecc ecc. Appena ci si ferma a guardare qualcosa, arriva subito il commesso che chiede cosa si desidera e insiste perche’ si compri. Il trucco e’ esser gentili con tutti, sorridere, anche se non si vuol comprar nulla. E dire anche che si torna la prossima volta. Oppure che si sono finiti i soldi. Se no non ti lasciano in pace! Devo ammettere che ero partita molto prevenuta, essendo una ragazza, anche se viaggiavo con 3 ragazzi. In realta’ anche se ero vestita “estiva” (canotta e pantaloni lunghi), non ho ricevuto commenti pesanti, o comunque, forse gli stessi che si ricevono in Italia. Ti salutano tutti, e vabbe’, basta rispondere o sorridere, e basta, nessuno ti importuna piu’. Pero’ bisogna essere cortesi, quello si’! Compro della tela bellissima per fare le tende a 470 dhs – me ne avevano chiesti ben 900 – e anche un bel paio di scarpe a punta, di cuoio, fatte a mano, a 120dhs (prezzo fisso)!!!! Ric compra 2 vestiti per 400 dhs, Massimo un narghile’ e John dei saponi naturali.
Usciamo dalle viuzze e ci ristoriamo con un succo d’arancia nella piazza per soli 3dhs! Penso che ormai siano abituati ai turisti, e nessuno ci mette l’acqua. C’era pero’ il ghiaccio dentro, ma nessuno di noi e’ stato male … I musei ed i palazzi chiudono per pausa pranzo dalle 11.30 alle 14.30, quindi anche se non abbiamo troppa fame, andiamo a pranzo in un ristorante consigliato su un sito internet, Dar Mimoun/Chez Mimoun. E’ un po’ complicato da raggiungere, ma ne vale troppo la pena, perche’ oltre ad esser davvero carino da un punto di vista estetico, abbiamo mangiato divinamente. L’indirizzo e’ 1, Derb ben Amrane. Da Djema el Fma, prendete la stradina che e’ tra l’hotel CTM e la Cremerie Toubkal (l’insegna e’ in alto), nell’angolo destro della piazza. Il ristorante e’ all’inizio della quarta stradina sulla sinistra. Vedrete una bella porta di legno con l’insegna del ristorante. Sembra di entrare in una giardino privato … Consiglio il cous-cous: il piu’ buono di Marrakech! Un po’ appesantiti dal pranzo e dal caldo, ci rechiamo al museo Dar Si Said, che e’ in una stradina li’ vicino (ci sono le indicazioni). L’entrata costa solo 20 dhm, ma dentro non c’e’ moltissimo da vedere, e in 20 minuti siamo fuori.
Cerchiamo di arrivare alle Saadian Tombs da soli, ma senza riuscirci. Cosi’ chiediamo a dei bambinetti, che ci chiedono ben 20dhm di mancia. E alla fine ci portano fuori da un negozio di souvenir, che attraversiamo e arriviamo all’entrata delle tombe. Sono decisamente piu’ interessanti del museo, soprattutto da un punto di vista architettonico, ma anche queste si visitano in massimo mezz’oretta. Usciamo e torniamo verso Djema el Fna e ci concediamo una coca sulla terrazza di un bar che da’ sulla piazza. Davvero suggestivo vedere gli spettacoli che si svolgono nella piazza, i vestiti colorati degli abitanti del luogo, e poi gli stand culinari che vengono montati, ed i fornelli che si accendono ed iniziano a riempire la piazza di fumo. Chiaramente la coca costa 20 dhm, quasi come un piatto di cous cous! Pero’ lo spettacolo vale la pena, e anche le foto che abbiamo fatto sono bellissime.
Torniamo in albergo giusto per una doccia, e per metterci vestiti pesanti, perche’ la sera fa freschino, e poi di nuovo in centro. Cena al tavolo 42 da Simo, che ci riconosce e saluta a braccia aperte. E ci porta il pane con la salsa di pomodoro, una specie di antipasto. Ordiniamo un po’ di tutto. Patatine fritte, melanzane alla griglia, peperoni alla griglia per soli 5 dhm la porzione. Poi proviamo i calamari fritti, salsiccia alla griglia, spiedini (kebab) e gamberetti fritti, per soli 25 dhm la porzione. Vi consiglio i calamari e le melanzane. A fine cena, Simo ci offre il te’ alla menta. Non ci vuole fretta per il conto, anzi, aspettiamo una vita. Finalmente arriva il boss, e, quando lui non sente, Simo ci dice: “Bill to the boss, tip to Simo!” Ok, e cosi’ facciamo … Facciamo un giro per la piazza per smaltire la cena, anche perche’ ci sono ancora negozietti aperti. Non sapendo quanto sia sicura la Medina, non ci spingiamo in zone buie e poco frequentate, onde evitare spiacevoli inconvenienti.
26 Febbraio Escursione ad Essaouira Siccome il servizio pullman “veloce” della Supratours non aveva corse la mattina, abbiamo optato per il taxi. Siamo andati alla stazione dei treni, che e’ vicinissima al Mogador Opera, e abbiamo chiesto al primo taxista che abbiamo trovato quanto costava per Essaouira. Avevamo letto che un prezzo accettabile per le 3 ore di viaggio era 600 dhm, quindi quando ci offre 500 accettiamo senza contrattare.
Il paesaggio e’ immutato: deserto, deserto, deserto. Fatta eccezione per qualche mini paesino che attraversiamo di tanto in tanto. Sembra di essere in un film.
Il taxista cerca di convincerci a fermarci a visitare una cooperativa dove producono olio, ma restiamo fermi sulle nostre posizioni e proseguiamo per il mare, dove arriviamo dopo 3 interminabili ore. Il taxista ci consiglia il tavolo 4 per il pranzo. E ci andiamo, anche perche’ sono tutti uguali i ristorantini (o meglio stand tipo fiera) con esposto il pesce fresco. E quando dico fresco, intendo veramente fresco, perche’ nel nostro ristorante c’e’ un granchio enorme a pancia in su che muove minacciosamente le chele! Un cameriere ci fa scegliere il pesce che vogliamo (seppie, gamberi, e altri pesci grossi che non ho idea di cosa fossero), poi lo mette su una bilancia e ci dice il prezzo, che include gia’ le bevande, il pane e l’insalata. Per una cifra irrisoria, mangiamo tantissimo, e poi andiamo a fare un giro in spiaggia. Purtroppo c’e’ un gran vento che alza la sabbia, ed e’ impossibile mettersi in costume per il freddo. L’acqua e’ gelida. Cosi’ optiamo per un giro della citta’. Gli edifici sono quasi tutti bianchi con le porte di color turchese (proprio come la mia pashmina, che e’ perfettamente intonata col paesaggio!). Notiamo che Essaouira e’ molto piu’ tranquilla di Marrakech, perche’ i motorini non possono entrare nelle stradine: fantastico! Ci sono un sacco di negozietti di souvenir, un po’ tutti uguali, ma e’ bello camminare per le stradine ravvivate dai colori delle coperte e dei tessuti. Alle 5 torniamo al porto, dove il nostro taxista ci aspetta nel punto prestabilito, ed iniziamo il viaggio di ritorno. Sarebbe stata una giornata davvero piacevole, se non fosse stato per il finale a dir poco tragico. Avevamo lasciato gli zainetti nel baule del taxi. All’arrivo il taxista li tira fuori e ce li da’. Tira fuori anche un sacchetto di plastica, credendo che fossero nostri souvenir, mentre in realta’ non era nostro, ma conteneva il suo estintore di metallo pesantissimo, che esce dal sacchetto e cade esattamente sul mio alluce! Ho visto le stelline tipo cartone animato … Si e’ scusato tanto, ma il male e’ restato. Niente di rotto per fortuna – niente ospedali o simili! Ma che fatica camminare! Per fortuna fa caldo e posso mettermi i sandali.
Ci riprendiamo un attimo e poi usciamo per cena.
Andiamo in un ristorante sulla piazza, che sembra molto caro, ma in realta’ non lo e’ per niente e mangiamo benissimo! Si chiama Chez Chegrouni ed e’ vicino all’entrata del mercato, nell’angolo nord-est.
27 febbraio Caldo e sole. Ci avviamo verso il centro, diretti al palazzo Badi. Ci sono solo le rovine, ossia muri esterni e fondamenta varie all’interno, ma tutto a cielo aperto. La cosa fantastica sono le cicogne che popolano il palazzo e hanno fatto i nidi un po’ dappertutto sulle mura. E anche il paesaggio delle montagne innevate e’ mozzafiato. E’ proprio dall’alto delle mura che vediamo la terrazza molto invitante di un baretto. Non ricordo il nome, ma la si vede dalle mura, e basta seguire la strada. Ci si trova in un vicoletto super trafficato, ma se si seguono le indicazioni per il ryad si trova questa oasi di tranquillita’. Te’ alla menta con pasticcini: proprio quello che ci voleva dopo un’intensa mattinata. Andiamo poi a zonzo nella medina. Per pranzo abbiamo a disposizione pochi dirham, e ci accontentiamo di un ristorantino sulla piazza. La qualita’ non e’ ottima, e soprattutto l’igiene e’ quello che e’, ma nessuno sta male .. Quindi, come si dice, quel che non ammazza ingrassa! Un ultimo giro nella medina, e poi torniamo a casa a riposarci un pochetto prima della serata, anche perche’ siamo tutti arrossati dal sole potentissimo. Mi raccomando, la crema!!!! E l’ultima sera non potevamo non tornare al nostro fantastico tavolo 42, da Simo, e prendiamo i calamari e le melanzane. Che buoni!!! 28 febbraio Facciamo colazione e andiamo in strada a fermare un taxi. Questa volta non ci facciamo fregare e contrattiamo un prezzo piu’ che onesto. Ai controlli di sicurezza non dicono niente nonostante le bottiglie d’acqua nel bagaglio a mano. Tornare al freddo grigiore di Londra dopo tutto il sole e il caldo di Marrakech e’ un vero shock!