Senegal, Saly
Partiti con un minimo di preoccupazione avendo letto alcuni racconti di “Turisti per caso” non del tutto soddisfatti, abbiamo invece trascorso una splendida settimana. L’albergo è bello, nuovo e con dei bellissimi baobab nel giardino. Le stanze sono grandi, curate, pulite e tranquille. Ci siamo trovati molto bene anche da un punto di vista alimentare, un buffet con una infinità di portate, ottimo pesce, una grande varietà tra carne, pesce, verdura, formaggi e dolci che non poteva non accontentare i gusti di tutti.
La nostra scelta è stata di alternare giornate al mare con escursioni e si è rivelata azzeccata, permettendoci di rilassarci in spiaggia (bella spiaggia, acqua un po’ fredda trattandosi di oceano “aperto” senza barriera corallina, anche se protetto nella insenatura e quindi senza onde) ma anche di andare a scoprire l’Africa, i mercati, i villaggi, la vita della gente comune. L’idea vincente è stata di evitare le escursioni organizzate, ma affidarci a ragazzi locali che passano in spiaggia alla ricerca di turisti per portarli a scoprire le bellezze della loro terra. Nei giorni che passavamo in spiaggia verso sera andavamo all’interno di Saly, il piccolo borgo di pescatori vicino all’albergo, per vedere la vera vita del piccolo paese, le loro modeste case, i bambini, le feste locali e i loro negozietti.
Saly è poco più di un villaggio con molti hotel, qualche negozio, un casinò, pub e qualche ristorantino, ha una bella e lunghissima spiaggia dove si possono fare interminabili passeggiate.
Raccomandiamo di fare le due principali escursioni, una a Dakar, isola di Gorè e Lago Rosa (da non perdere il giro in 4×4 sulle dune dove arriva la Lisbona-Dakar e lungo la Grand Coste a nord di Dakar con le infinite spiagge e le onde dell’oceano), l’altra a Sud fino al delta del Saloum.
In quest’ultima gita siamo partiti dall’hotel su di un fuoristrada 4×4, abbiamo attraversato Mbour e il suo mercato e poi ci siamo diretti all’interno in pista in mezzo alla savana, ammirando i baobab millenari fra cui uno di 37 metri di circonferenza dentro al quale si poteva anche entrare. Arrivati al delta del Saloum, abbiamo fatto un giro in barca a vedere il parco ornitologico, poi siamo andati a mangiare in una casa locale. Bruno ci ha cucinato sulla brace il pesce che aveva comperato al mercato di Mbour: ottimo, assieme a cipolle il tutto cucinato ottimamente. Ripartiti nel primo pomeriggio, ci siamo fermati di tanto in tanto per visitare qualche capanna dei locali e qualche accampamento dei nomadi, ammirato i giganti termitai e poi abbiamo visitato una scuola lasciando ai bambini caramelle, penne e matite che avevamo portato dall’Italia. Un suggerimento finale: portatevi caramelle, magliette, pantaloncini e quant’altro di leggero potete poi lasciare ai ragazzi del posto: li farete felici! Anna, Enzo, Elena, Riccardo