Mauritius, qualche consiglio
Il giorno successivo lo trascorriamo nella minuta spiaggia dell’albergo, situato nella costa nord-est dell’isola, a Grand Gaube, piccolo villaggio di pescatori. Il paesaggio è davvero incantevole, la folta vegetazione di tanto in tanto lascia posto a qualche sottile lembo di sabbia, raggiungibile più facilmente via mare. Qui la presenza del turismo non è massiccia come in altre parti, sembra proprio il posto ideale per chi vuole concedersi una vacanza di vero relax. Anche i tre animatori dell’hotel sono “soft”, rispettano chi desidera rilassarsi ma propongono ai meno pigri qualche attività ricreativa.
Martedì mattino insieme a Marco e Silvia, giovane coppia milanese conosciuta in hotel, prendiamo un taxi, poco meno di venti minuti e raggiungiamo Trou Aux Biches, Tana delle Cerve, anche se, in realtà, non ci sono affatto cerve ma belle spiagge di sabbia con stupende palme da cocco. Niente scogli, si può tranquillamente fare il bagno nell’acqua turchese o starsene sdraiati nei suoi tre chilometri di spiaggia. Nonostante il sole venisse spesso coperto dalle nuvole dopo poche ore ci si accorge che la crema solare non è mai troppa e che va ripetutamente applicata! Nel ritorno facciamo tappa a Cap Malheureux, un tranquillo villaggio che si distingue per una pittoresca chiesa, Notre Dame Ausiliatrice, fatta di vivaci travi color rosso acceso, con un bel panorama sull’isola Coin De Mire. Cap Malheureux, ovvero capo della sfortuna, deve il suo nome alle diverse imbarcazioni che in passato si son viste naufragare…Beh, meglio non pensarci troppo! L’indomani a svegliarci è un sole splendido, decidiamo di ritornare nella stupenda spiaggia di ieri. Oltre a Marco e Silvia a farci compagnia quattro simpatici fiorentini: Simone ed Elena, Marco ed Agnese. Il colore del mare ci invita a visitare la barriera corallina, parliamo con Giorgio, il nome in italiano di un simpatico mauriziano che per 300 rupie a testa (pari a 7,50 euro) ci porta con la sua barca dal fondo di vetro che ci permette di osservare non solo il corallo ma tutti i colorati pesci che l’abitano. Nel pomeriggio con una passeggiata di venti minuti lungo la spiaggia ci spostiamo a nord, località Mont Choisy, le palme hanno lasciato il posto alle piante di casuarina, sotto la loro ombra durante il week end i mauriziani consumano picnic, durante la settimana, invece, sono poco frequentate e davvero tranquille. E’ sera e sentiamo la stanchezza delle ore di sole, meglio riposare, l’indomani ci attende la giornata più bella, all’isola dei Cervi. Chiunque, a Mauritius, propone escursioni di ogni genere. Nei resort o strutture alberghiere i prezzi sono altissimi, anche i tassisti si offrono con prezzi più competitivi ma è in spiaggia che si fanno i veri affari, spendendo molto meno. Tenete presente che dal prezzo iniziale si scende almeno del 30%, io sono riuscito, a volte, a spuntare anche il 50% e questo è bastato perché Marco mi definisse “the inside man, il negoziatore”. In spiaggia conosciamo Cliff, una stretta di mano, qualche euro di caparra e ci si dà appuntamento al mattino successivo.
Arriva Jean, autista di un pulmino da dodici posti che ci porta fino a Trou D’Eau Douce (buco d’acqua dolce) piccolo paesino dal quale partiamo a bordo un un motoscafo da 175CV verso l’attesa Ile Aux Cerfs. Il cielo è coperto, la giornata non sembra delle migliori ma il vento spazza via le nuvole e in un batter d’occhio ci troviamo immersi in un Paradiso: fine sabbia bianca, mare cristallino, qualche scoglio di origine vulcanica, la classica pietra scura, e la verde vegetazione tipica dell’isola. Una passeggiata e poi tutti a bordo, si riparte verso la barriera corallina, la giornata è ideale per lo snorkelling (consigliamo di portare maschera e boccaglio ma soprattutto le pinne, per evitare che la forte corrente vi spinga alla deriva come è successo ad Alice!). Una veloce visita alle cascate del fiume Grande Riviere e poi tutti dall’altra parte dell’isola, dove ci attende un fantastico barbecue a base di pesce, pollo ed aragosta. Qui domina sovrana la quiete, c’è chi si rilassa all’ombra, chi ne approfitta per un altro bagno nelle limpide acque e chi si gode il sole. Io prendo la macchina fotografica e decido di immortalare alcuni angoli di questo Paradiso. Verso le 17 rientriamo, stanchi ma entusiasti e soddisfatti della meravigliosa giornata trascorsa insieme. E’ già venerdì, il solito pulmino ci viene a prendere. Jean, soprannominato Schumi, ci accompagna a Port Luis, la capitale di Mauritius, un giro tra i negozi e poi al decantato mercato dove si viene letteralmente rapiti da colori, profumi, odori e venditori che fanno di tutto per convincerti ad acquistare i propri prodotti: spezie, tessuti, borse, ma anche maglie, camicie e capi “firmati”, le virgolette sono d’obbligo perché non abbiamo ancora capito se si tratti di merce originale o contraffatta. Tra i souvenir non può mancare il dodo, un tozzo piccione che nella seconda metà del 1600 pagò con l’estinzione la sua docilità. E’ diventato il simbolo di Mauritius, presente persino nel timbro fatto nel passaporto! Lasciamo la caotica capitale, attraverso distese di campi coltivati a canna da zucchero raggiungiamo un’altra stupenda spiaggia, nella costa occidentale dell’isola: Flic en Flac, letteralmente terra libera e piatta, la costa è bella, sabbia fine, poco frequentata. La cosa più piacevole è la barriera corallina che si raggiunge facilmente a nuoto con poche bracciate, senza dover ricorrere ad alcuna imbarcazione. Da questa spiaggia si scorge un promontorio, simile ad un panettone, spiccano i 540 metri di altezza di Le Morne, ma bisogna camminare troppo per raggiungerlo! Viene sera in un attimo ed il paziente Jean ci riporta all’albergo ma già prendiamo accordi per il giorno successivo.
Sabato mattino, la pioggia ci dà un triste risveglio, ma nel pomeriggio smette di piovere, cielo coperto, decidiamo di visitare Grand Baie, un tempo minuscolo villaggio di pescatori, oggi località molto frequentata sia dai turisti che dai mauriziani, con boutique costose e decine di ristoranti, bar, internet cafè. Noi puntiamo la nostra attenzione sul bazar, dove facciamo gli ultimi acquisti prima di rientrare. Come corre il tempo… siamo già a domenica, un sole che spacca le pietre ci tiene compagnia finchè non carichiamo tristemente le valigie sul pulmino che ci porterà in aeroporto. A parte il periodo non proprio ideale consigliamo la visita di quest’isola, magari a novembre o dicembre, quando un clima più secco rende le precipitazioni molto più scarse. Anche se sarete ospiti di un resort o di un grande albergo con formula all inclusive non perdete la voglia di visitare l’isola, è lunga meno di 60 Km, organizzandosi come abbiamo fatto noi la spesa per un minubus diventa accessibile, con meno di 10 euro a testa il caro Jean ci portava in giro per un giorno intero. Si può prendere un auto a noleggio, ma attenzione, come in Inghilterra si guida a sinistra! Un particolare ringraziamento ai simpatici Ricky, Lino e Martina, con la loro simpatia ci hanno fatto sorridere anche quando il cielo grigio improvvisava un acquazzone, molto professionali in tutto (anche l’animatore che di cognome fa Trombatore…”) Concludiamo il nostro reportage con il link dove abbiamo inserito alcune foto, le più caratteristiche, sperando di aiutare nella scelta chi ancora avesse qualche dubbio sull’affascinante vacanza che abbiamo vissuto.
E così anche questa esperienza ha rafforzato una nostra convinzione: i soldi utilizzati per viaggiare sono i meglio spesi!Nessuno potrà mai rubarti il bagaglio di ricordi che porti a casa da una vacanza. Buon viaggio a tutti Andrea e Alice