Luna di miele australiana 2
Sposati da tre giorni abbiamo scelto il viaggio della vita nel continente australiano.
Partiti da Bologna, scalo a Francoforte e Singapore, approdiamo con i confortevoli aeromobili della compagnia australiana seconda al mondo, nella Terra Australis e precisamente nel Western Australia a Perth verso le 3.30 del mattino del 7 settembre, punto di partenza del nostro tour de force attraverso tutto il continente australe; siamo emozionantissimi… Ma tanto stanchi.
Poche ore di riposo, il fuso orario si fa sentire (7 ore avanti) e si parte alle 12…Per il tour della città e varie visite.
7-8-9 settembre Perth (Western Australia) La città capoluogo dello stato più ricco del paese (grazie alle risorse aurifere) ma con la densità più bassa, circa 1,5 abitanti per km quadrato. Ai nostri occhi appare molto ben curata, con molti giardini pubblici nei quali è possibile fare il barbecue utilizzando gratuitamente legna da ardere autoctona, immensa nella sua estensione ma non trafficatissima.
Il centro è costituito dalla zona degli affari – City business district (CBD), tutt’intorno deliziose case in stile vittoriano (per intenderci in stile inglese) ognuna con il proprio giardinetto. Da vedere, a parte il centro che racchiude all’interno di enormi edifici ultramoderni tantissimi supermercati e food center (zone con una piazzetta circolare e tutt’intorno ristoranti multirazziali – dove l’influenza del vicino Oriente la fa da padrone), vi è la Swan Bells (Campane del cigno – simbolo della città) il museo delle campane di forma curiosa, il giardino botanico Kings Park (giardino dei re) in posizione sopraelevata da cui si gode un’ottima vista sulla città. Al suo interno oltre a varie specie di eucalipti, vi sono bellissimi fiori e il monumento ai caduti Australiani delle grandi guerre, e il lago Monker paradiso per gli amanti del Bird-watcher. Da vedere infine anche la Zecca di Perth, purtroppo la visita è solo in inglese, e comprende oltre a reperti auriferi e medaglioni vari, uno spettacolino della colata dell’oro e la creazione di un lingotto, anche la possibilità acquistare per circa 80 dollari (48 euro) una medaglia (in oro o argento) con un disegno da scegliere e un’incisione a piacere.
I dintorni di Perth Il giorno seguente gita nei dintorni (si fa per dire, qui le distanze sono immense) a bordo di un pulmino fuoristrada, per visitare il giardino zoologico CAVERSHAM WILDLIFE PARK dove abbiamo avuto il primo incontro con i fantastici KOALA (significato: senza acqua). Questo delicatissimo animale, che sembra un peluche imbambolato, dorme per ben 20 ore (che bello..) e le altre tre mangia solamente alcune specie di foglie di eucalipto, e molte altre specie di animali come i WALLABY, un canguro di dimensioni inferiori rispetto a quello che immaginiamo e molti volatili e pappagalli dai bellissimi colori. Molto particolare è stato il WOOMBAT, un maialino tozzo, molto mansueto, marsupiale con la sacca sulla schiena e il CASUARIO uccello assomigliante allo struzzo, con zampe grosse, cresta (tipo dinosauro) sulla testa di colore azzurro, animale un po’ aggressivo dallo sguardo cattivo.
Dopo la pausa per il pranzo, preparato dall’autista, spartano ma molto buono, siamo partiti alla volta del PINNACLES DESERT (Deserto dei Pinnacoli). Dove in un paesaggio reso ancora più suggestivo dalla nuvolosità del cielo che colorava il deserto di un ocra quasi color oro, spuntano dal terreno formazioni a forma di cono, pinnacoli, di calcare. Queste formazioni si sono formate a seguito di vari incendi (L’Australia è soggetta agli incendi causa la sua aridità), del bosco sovrastante che era rigoglioso, e con il trascorrere del tempo e la desertificazione crescente, le radici sottostanti hanno “intrappolato” varie sostanze tra cui il calcare e il ferro. Scomparse anche loro (sono visibili i segni lasciati dalle radici) sono rimaste le sostanze che si sono solidificate; lasciando ai posteri un magnifico paesaggio “lunare”.Ora comincia il divertimento, perché nella zona delle DUNE DI LANCELIN dove la sabbia bianca e morbida al tatto fa da cornice ad un oceano dai colori caraibici ; ci siamo immersi in una tappa della Parigi-Dakar, saltando su e giù per le dune con il nostro potente pulmino 4×4 e facendo addirittura snow giù per le dune. Merito di nota anche la deliziosa cittadina di FREMANTLE, uno dei porti principali del continente, città che forse poteva prendere il posto di Perth come capitale dello stato, ma che per il suo aspetto delizioso meglio che non abbia subito l’eccessiva espansione delle città australi sedi di capoluoghi, con l’espansione verticale degli edifici adibiti agli affari. In effetti qui tutte le case sono basse e originali in stile vittoriano.
Prima impressione della fiacca “movida” australiana: Durante la settimana, strade deserte, pochissima gente in giro e ristoranti con cucine chiuse alle 21, delusione… Dal venerdì alla domenica sera, pub pieni e bande di giovanissimi in giro tutti ubriachi, una cosa impressionante, poi parlando con la guida ci ha spiegato che qui è la normalità – English Style. Per noi mediterranei non è facile abituarsi ad uno stile di vita così diverso dal nostro; allegro e solare..
10-11-12 settembre Adelaide (South Australia) fuso orario di 8.30 in avanti La città ideale – utopica, costruita seguendo un reticolato di strade perpendicolari, si dice che Adelaide è visitabile da qualsiasi strada in una mezz’ora, le strade del perimetro esterno dette Terrace sono a cinque -sei corsie ognuna. Costruita sul modello australiano, il centro i soliti grattacieli del (CBD) e tutt’intorno una distesa enorme di piccole casine vittoriane con giardinetto. Tutto ruota intorno alla Victoria Square (Piazza dedicata alla Regina Inglese Vittoria) , con una bella fontana e una statua a lei dedicata. La via dei ristoranti è Gouger Street, dove vi sono cucine per tutti i gusti; mentre la Rundle Mall Street, è la via pedonale dello shopping, con curiose sculture nella parte centrale.
Degno di nota anche la zona verde a nord di Adelaide, oltrepassato il Torrens River, dove una bellissima fontana a 12 zampilli la fa da padrone, le colline che abbracciano la città, immersa nei boschi e nel verde, e la statua del colonnello-geometra inglese Light, (chiamata Light’s vision) che raffigura la sua persona nell’atto di indicare il punto preciso dove sorgerà l’attuale cittadina.Se il clima lo permette, e avete una giornata a disposizione, vi consiglio di prendere il tram in Victoria Square e recarvi a GLENELG, circa a 20/30 minuti a sud- ovest della città. Vivace cittadina balneare di giorno, con un’enorme spiaggia (libera), ma di sera un mortorio pauroso, da evitare dopo il tramonto.
Kangaroo Island (South Australia) Adelaide è la tappa obbligata per chi vuole visitare la stupenda Isola di Kangaroo Island, parco naturale e marino del continente. Racchiude la flora e la fauna del continente, vi sono koala, canguri, leoni marini (fotografati a 10 metri di distanza), foche, oltre a specie protette di eucalipti e molte piante. Inoltre, possiede punti panoramici da mozzafiato su scogliere battute dalle onde e dal vento, oltre alle Remarkable Rocks, rocce su una scogliera a strapiombo sul mare (fare molta attenzione) che sotto la continua azione del vento hanno assunto forme di zoomorfe. Vale la pena soffermarsi una notte sull’isola, di sera vicino al residence vi erano i wallaby liberi, che si aggiravano nelle case e nei giardinetti intorno, alcuni se li sono trovati la mattina davanti alla porta della camera !!! La cucina Contrariamente a quello cha ci potevamo aspettare, la cucina oltre a soddisfare tutti i gusti, è meglio delle aspettative; per noi bolognesi (abituati molto bene) devo dire che la pasta era buona e anche la pizza (siamo molto tradizionalisti non amiamo molto sperimentare), la colazioni poi erano molto buone con diverse taglie di cappuccini (serviti nei classici bricchi di plastica in stile americano) molto schiumosi e dei muffin, di tutte le dimensioni. Per una colazione il costo medio era di circa 10-15 dollari Australiani in due, 1 dollaro è circa 60 centesimi di Euro; quindi circa 6 –9 euro (come da noi). Per i pranzi o cene circa 30 dollari (18 euro) dipende da cosa si ordina; noi prendevamo un piatto di pasta a testa (va molto di moda la carbonara) il bere (per me evitare i vini australiani come lo Shiraz che sono molto leggeri nulla a che fare con i nostri ottimi vini) e vedrete che vi basterà; qui tutto è di taglia grande (abbiamo visto confezioni di gelato da 10 Kg – succhi di frutta da 5 litri – pacchetti di sigarette da 50…)
13-14-15-16 settembre Sydney (new South Wales) 9 ore di fuso orario in avanti Sydney ci appare all’improvviso dalle nuvole da dove sbuchiamo con l’aereo e subito vediamo l’Opera House e l’Harbour Bridge, il cuore batte forte è questa una delle due immagini dell’Australia, ora ci siamo per davvero.La città è molto bella, piena di vita (solo fino alle 22 però…Non esageriamo) beh diciamo che il traffico è considerato caotico ma nell’ora di punta, le 17 (come da noi) è uguale al nostro traffico quotidiano di tutte le ore. La città più vecchia, ricca, grande e multirazziale del paese, è inserita in un’enorme baia naturale ed è questo il suo punto di forza. Qui le case hanno il prezzo più elevato di tutta l’Australia, ma si fa a gara per averne una. Man mano che ci si allontana dal (CBD) e si percorre la bella strada panoramica che costeggia l’insenatura, si scorgono magnifiche ville attorniate alle innumerevoli baie, fino ad arrivare all’oceano. Degna di nota anche la spiaggia di Bondi (chiamata Bondai dai locali) vero paradiso per i surfisti viste le grandi onde.
Meritano una visita l’Acquario, la Sydney Tower che con i suoi 293 metri di altezza domina il CBD. Al suo interno vi sono un ristorante e un self service, quest’ultimo scarso in qualità – dal quale gustando di tutto si può godere di una vista a 360° in movimento della città (consigliato di giorno) – per i più coraggiosi vi è la possibilità di un’esperienza da togliere il respiro; rimanendo sospesi – in sicurezza – su una terrazza di plexiglas, giudicate voi. Fate anche un giro sulla turistica monorotaia, che collega il Darling Harbour con il CBD. Per gli amanti del pesce, vale la sosta al Hay Market, dove in mezzo a pellicani e gabbiani vi cucineranno del pesce fresco, a costo di mercato. Passeggiando per il centro,lungo la Pitt Street, attraversato Hyde Park (il parco centrale della città, che ospita l’ANZAC war Memorial –monumento ai caduti dell’esercito australiano e neo zelandese da cui ANZAC; nella famosa battaglia del 25 aprile 1915 a Gallipoli in Turchia nella quale morirono circa 8500 uomini ), con una deviazione a destra incontrerete il Queen Victoria Building (QVB), bellissimo edificio originale vittoriano, originariamente nato come ricovero delle carrozze reali, ora trasformato sapientemente in un centro commerciale. Ritornando in Pitt Street, sempre diritto, si arriva a Circolar Quay, banchina pedonale sul molo, partenza e arrivo dei traghetti – non mancherà di vedere approdata una enorme nave da crociera per un giro del mondo, verso sinistra si arriva nella zona The Rocks, vero primo nucleo della città, con edifici originari sapientemente restaurati e ora sede di boutique alla moda, ristoranti e locali. Da qui si arriva all’ Harbour Bridge, chiamato dai locali attaccapanni (per la sua forma curiosa). Si può percorrere a piedi oppure scalare, partendo da uno dei piloni, e dopo prove, spiegazioni e firme, si sale legati ad una fune, in gruppi di 12 persone, con guida ma senza apparecchi fotografici (ti fanno loro la foto e se la vuoi paghi) si percorre l’esterno di un’arcata da un lato fino a metà e poi si scende dall’altro lato, il tutto dura tre ore; per chi non soffre di vertigini è consigliato. Ma per avere un’idea generale di Sydney, la cosa migliore è vederla dalla baia, noi abbiamo fatto una piacevole crociera con un catamarano e pranzo delizioso a buffet. Segnalo anche l’Opera House (Simbolo della città) bella costruzione in stile navale che ospita un teatro, e il sedile in pietra della moglie del governatore Macquaries (primi dell’ottocento, scozzese, riformista, stroncò lo strapotere dei Rums Corps, (mafia locale che gestiva i suoi traffici controllando il rum, merce di scambio con gli aborigeni locali) istituì le prime banche e una moneta propria della colonia, promosse le spedizioni nelle montagne interne Blue Mountains e diede avvio ad una serie di opere pubbliche e pianificazioni urbanistiche e propose il toponimo dell’attuale nome Australia). Lei era solita sedersi in riva all’insenatura a d ammirare il panorama.
Nei dintorni di Sydney Giornata di gita ed esplorazione. Abbiamo visitato il FEATHERDALE WILDLIFE PARK, dove ai soliti koala e Wallaby, abbiamo visto Il Kookaburra – uccello tozzo, dalla cresta folta e il becco lungo che emette una specie di risata rauca, il coccodrillo, il diavolo della Tasmania specie di topazzo, nervosissimo e pieno di cicatrici (la caricatura della Disney : Tazzi è uguale), la Blue Tongue o lucertola blu (marchio anche di una birra australiana), alcuni serpenti, l’Echidna una specie di riccio dall’andatura barcollante, il Platino o Ornitorinco animale con corpo da nutria e becco da papera, questi due animali sono monotremi cioè mammiferi; la femmina depone le uova e i piccoli vengono allattati, e il Dingo bellissimo cane selvatico di colore ocra.
Proseguendo l’escursione abbiamo raggiunto le Blue Mountains. Massiccio montuoso simile al Grand Canyon, ma ricoperto di foreste di eucalipto. Il nome è dovuto proprio all’olio di eucalipto, che evaporando lascia nell’aria un nebbia bluastra; sembra di vedere un paesaggio dipinto ad olio. Alle 17, da bravi inglesi ci siamo fermati su un piazzale a strapiombo per il “The delle cinque”, accompagnato dai pasticcini. Lungo la strada del ritorno abbiamo visto anche le Three Sisters (tre sorelle), speroni di roccia a punta che sorgono da un versante della montagna. La leggenda racconta che tre figlie reali sono state pietrificate temporaneamente dal padre per sfuggire alle grinfie di un demone malvagio, in attesa del ritorno del padre per poterle liberare. Il padre morì per mano del malvagio; così sono rimaste di pietra.
Di ritorno in città, ci siamo fermati un momento al villaggio Olimpico di Sydney 2000, per una brevissima sosta. Tutto il villaggio olimpico è enorme, e si è mantenuto in perfetto stato di conservazione, i palazzetti e gli stadi sono in perfetto stato di conservazione, la pulizia era quasi maniacale, bello davvero.
17-18 settembre Ayers Rock (Northern Territory) 8,30 ore di fuso orario in avanti Eccoci nel cuore del continente, dalle terre arse dal sole e dove il deserto la fa da padrone.
Siamo all’interno di ULURU – KATA TJUTA NATIONAL PARK; per intenderci siamo all’interno del parco dove si trova l’altro simbolo del continente australiano il MONOLITO DI ULURU. Esso simboleggia il Dio aborigeno; infatti le guide ci sconsigliano di scalarlo per rispetto alla fede aborigena e noi rispettiamo questo volere. La salita sarebbe molto difficoltosa; infatti il tratto in salita è molto ripido e privo di protezioni; se non una corda legata a dei paletti che parte a 50 metri dalla base. In media una persona all’anno muore per infarto; causato dallo sforzo o per aver sbagliato il sentiero. La proprietà del parco è ritornata in mano agli aborigeni dal 1985; che in cambio permettono le visite dei turisti e Tollerano chi vuole scalare il monolito. Quest’ultimo, visto all’alba assume un colore arancione brillante che varia a seconda dei momenti della giornata, alla sua base vi è un percorso circolare di circa 9,7 chilometri e all’interno dei siti permessi alla visita (alcuni dei quali sono vietati per motivi religiosi) vi sono incisioni rupestri, sia di vita quotidiana come la caccia, che di credenze popolari sulla creazione. Quasi a metà percorso tra il centro dove siamo ospitati e il monolito, si trovano anche i rilievi di arenaria di KATA TJUTA (Molte Teste) o Monti Olgas, che per la loro forma rotonda assomigliano a tante teste che spuntano dall’arido terreno. Qui il caldo si fa sentire, è secco ma molto forte, l’albergo ha la piscina ed è molto carino. La prima sera in mezzo al deserto, abbiamo partecipato alla cena chiamata “Sounds of Silence”;ovvero una cena nel pieno silenzio desertico, con spiegazioni (solo in inglese) delle costellazioni; molto suggestiva.
Piatti tipici Alcuni piatti tipici si ritrovano nelle carni: il canguro: assomiglia allo struzzo, il coccodrillo: misto tra carne e pesce, gommoso, il cammello: carne stoppacciosa e poco gustosa. Per il pesce molto apprezzato il Barramundi: pesce di acqua dolce che ha la caratteristica di poter essere conservato a lungo senza perdere il suo sapore; molto buono.
19-20-21-22 settembre Palm Cove – Cairns (Queensland) 9 ore di fuso orario in avanti.
Questa è la zona del Capitano inglese Cook, che di passaggio (1768-1771), urtò nella barriera corallina dell’odierno Cape Tribulation prima di fermarsi per le riparazioni nella vicina Cook Town. Questa zona è dominata dalla foresta pluviale (ormai, purtroppo, quasi del tutto abbattuta per far posto alle nuove abitazioni e ai campi di canna da zucchero), dal fiume Daintree River (nel quale per mezzo di una gita in battello abbiamo visto i primi coccodrilli vivi), ma soprattutto dalla stupenda barriera corallina, un mosaico di più di 2.900 reef diversi, che si estende per un’ampiezza di più di 233.000 chilometri quadrati e cambia le sue caratteristiche di tratto in tratto.Noi eravamo ospiti a Palm Cove, deliziosa cittadina a 25 Km. A nord di Cairns, il capoluogo. Degne di nota sono le escursioni nelle foreste vicine, a Cape Tribulation, e il giro in battello nel Daintree River per avvistare i coccodrilli, zone che si raggiungono percorrendo in auto la scenografica Captain Cook Highway, con scorci e scenari mozzafiato sulle numerose isole della baia (una delle quali fu teatro della morte del documentarista australiano Steve Irwin punto a morte da una razza); oltre all’escursione sulla barriera corallina. Un’altra bella escursione è stata La Kuranda Railway; un trenino che si arrampica sui rilievi boscosi di Cairns. Arrivati a Kuranda, deliziosa cittadina – non dimenticare di visitare il Australian Butterfly Sanctuary (La più grande riserva di farfalle del mondo) e il Kuranda Koala Gerdens dove è possibile essere fotografati con un koala in braccio (dietro compenso). Nel pomeriggio si scende con una cabinovia – la Skyrail- di circa 7,5 km. Di estensione, da cui ammirare la splendida natura incontaminata. Si giunge direttamente al villaggio aborigeno Tjapukai, costruito per i turisti; dove si assiste a danze popolari, si lancia il Boomerang e la lancia (usata per la caccia).
Infine volevo ricordare la giornata sulla barriera corallina, dove per mezzo di un mini-sottomarino, ci siamo immersi per vedere da vicino i coralli e i coloratissimi pesci che vivono nel reef . Per il rientro in città, non abbiamo scelto la nave come all’andata, ma un elicottero, così da poter godere dall’alto i colori della splendida barriera corallina.
Gli aborigeni Queste persone come tutti sanno sono i primi abitanti del continente; prima che gli inglesi arrivassero a conquistare e a stravolgere tutto nel 1788 con la First Fleet (18 gennaio 1788 11 navi inglesi arrivano nei pressi dell’attuale Sydney a Botany Bay con 778 prigionieri). L’Australia era popolata da ben 300.000 aborigeni; successivamente con il contatto europeo, si sono dimezzati causa anche dell’abuso di alcool, droga e malattie per loro mortali.
Oggi, appaiono a noi come gli zingari di casa nostra. Sono emarginati in villaggi di lamiera (come campi nomadi) si trovano soprattutto al centro e al nord. Spesso sono scalzi, hanno un odore forte (che per noi è puzza –secondo loro puzziamo noi bianchi). Il governo gli da un piccolo sostentamento ma purtroppo spesso utilizzato per l’acquisto di alcool o droga.
A volte si trovano in villaggi costruiti soprattutto per i turisti. Hanno lasciato stupende pitture rupestri e tutt’oggi vendono bellissimi quadri autenticati con foto e firma.
23-24-25 settembre Darwin e il Kakadu National Park (Northern Territory) 8,30 ore di fuso orario in avanti .
siamo nel Top End, cioè la cima finale, la punta estrema dell’Outback (letteralmente fuori dietro) per noi è solo la tappa finale di questo bellissimo Tour.
Arrivati a Darwin la sensazione di caldo è quasi insopportabile, ti assale, aria condizionata sempre accesa, poca gente in giro. Il primo impatto è devastante. Ricordo che l’Australia per la sua posizione geografica sotto all’Equatore è chiamata il continente sotto-sopra. Infatti al sud fa più freddo mentre a nord fa più caldo; al contrario dell’Italia ad esempio. La città di Darwin sorge su una penisola e per tre lati è immersa nell’Oceano. Non è molto grande, Il CBD è ridotto ad un paio di palazzotti non tanto alti, tutt’intorno parchi e giardini botanici, c’è molta natura. Degno di nota la casa del parlamento che per la sua forma e per il suo colore bianco candido è chiamato Bomboniera. Ma Darwin soprattutto è la porta di ingresso di una natura libera e incontaminata fatta di oasi; parchi fiumi, Billabong (laghetti naturali che sembrano innocui ma possono contenere molti coccodrilli, fare attenzione) e soprattutto il Kakadu National Park. Darwin e il suo lungomare L’Esplanade sono l’arrivo della Stuart Highway drive, la strada chiamata con il nome dell’arcigno scozzese John McDouall Stuart che nel 1861 dopo vari tentativi falliti, compì un’epica attraversata da sud (Adelaide) a nord (Darwin) dell’intero continente; un percorso di circa 2.735 km. Per arrivare al Kakadu National Park abbiamo percorso un tratto della Stuart, deviando poi per l’Arnhem Highway, passando per gli enormi termitai (alti anche 5-6 metri) che costeggiano la strada, abbiamo visto l’Oasi Window On Weatlands (paradiso per gli amanti del bird-watching), il South Alligator River (pieno di coccodrilli a detta della guida – noi non ne abbiamo visti) e siamo entrati nel parco, prima di terminare la giornata facciamo un salto ad Nourlangie Rock, dove appollaiati su un’impressionante formazione di arenaria di colore rosso ad un’altezza di circa 50 metri ci godiamo uno splendido tramonto con una vista a 360 gradi sul parco che si estende a vista d’occhio sotto di noi. Abbiamo dormito una notte nella cittadina (fantasma) di Jabiru, al Gagudju Crocodile Inn un simpatico albergo a forma di coccodrillo con piscina che rappresentava forma e posizione del cuore dell’animale e la reception posta nelle sue fauci, di notte gli occhi cambiano colore dal giallo al rosso, come nella realtà. Il mattino seguente siamo andati nella zona delle Yellow Water – acque gialle- una specie di palude dove nidificano migliaia di uccelli quali la cicogna nera, l’uccello serpente (per via del collo lungo con il quale caccia le sue prede), l’uccello chiamato Cristo per via delle sue ridotte dimensioni e peso che gli permettono di camminare sull’acqua appoggiato sulle foglie galleggianti ma soprattutto abbiamo visto molti coccodrilli, finalmente. Successivamente siamo andati nella zona di Ubirr, dove sotto un sole cocente abbiamo visitato molte pitture rupestri aborigene; di animali, del serpente arcobaleno (un potente personaggio della genesi aborigena, nonché soggetto ritratto di frequente) e dei cattivi spiriti mimi, che abitano le rocce.
Curiosità Lungo le strade soprattutto nell’Outback potrete vedere dei lunghi convogli composti da motrice e fino a 4-5 rimorchi che sfrecciano lungo strade diritte e lunghissime sollevando nuvolosi di polvere; sono chiamati i treni della strada.
La guida è a sinistra all’inglese e vi capiterà purtroppo di notare ai bordi delle strade, soprattutto quelle extraurbane e veloci, carcasse di animali morti; soprattutto di canguri; qui è un vero problema e molte auto sono dotate di paravacche.
Consiglio: il Kakadu National Park è bello, ma si può evitare potendo, consiglierei in alternativa un’ ultima tappa su un’isola della barriera corallina o addirittura per chi può permetterselo in Polinesia Qui si conclude la nostra fantastica esperienza australiana, è stato un viaggio molto faticoso, sono stati presi ben 13 aerei, oltre a funivia, sottomarino, elicottero e naturalmente pullman, ma devo dire che ne è valsa veramente la pena; un viaggio da consigliare a tutti.