Lisbona: cordiale ed economica

Partire per un viaggio è sempre un’esperienza importante, perché permette di staccare la spina dopo mesi di lavoro, ci dà la possibilità di visitare posti nuovi e di venire a contatto con culture e abitudini diverse dalla nostra. Quest’anno, alle vacanze di fine anno, io e Fabrizio abbiamo iniziato a pensarci già da agosto, e, alla fine,...
Scritto da: seyra
lisbona: cordiale ed economica
Partenza il: 26/12/2006
Ritorno il: 02/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Partire per un viaggio è sempre un’esperienza importante, perché permette di staccare la spina dopo mesi di lavoro, ci dà la possibilità di visitare posti nuovi e di venire a contatto con culture e abitudini diverse dalla nostra.

Quest’anno, alle vacanze di fine anno, io e Fabrizio abbiamo iniziato a pensarci già da agosto, e, alla fine, la scelta è caduta su Lisbona, perché, almeno sulla carta, sembrava possedere tutti i requisiti giusti per noi: un clima mite in inverno, un bagaglio storico e culturale interessante, buone prospettive eno-gastronomiche e la possibilità di poter organizzare una bella vacanza senza spendere troppo.

Così, dopo un attento studio della nostra guida della città (consiglio l’Edizione della Rough Guides, che ho trovato precisa e puntuale, anche se non molto aggiornata: l’edizione che ho acquistato risale al 2003) abbiamo iniziato la ricerca del volo e dell’albergo.

Per quanto riguarda il viaggio, prenotando alla fine di settembre su eDreams, abbiamo trovato un volo piuttosto economico (nonostante il periodo festivo), con la compagnia spagnola Iberia (e conseguente scalo a Madrid) a soli 152 Euro andata e ritorno. Visto il largo anticipo con cui abbiamo fatto tutto, con pochi euro in più ci siamo fatti una piccola assicurazione che, in caso di mancata partenza per malattia, ci avrebbe permesso di ottenere il rimborso di una parte del biglietto…Ma per fortuna non ne abbiamo avuto bisogno e, il 26 Dicembre, alle 6 del mattino, è iniziato il nostro viaggio.

1° giorno (26/12) La nostra giornata, come dicevo, è iniziata alle 6 del mattino quando siamo saliti sul treno che dalla Toscana ci avrebbe portato a Milano, dove abbiamo potuto sperimentare in prima persona le pessime condizioni delle ferrovie italiane (treno sporchissimo e senza riscaldamento). Arrivati alla stazione centrale di Milano ci siamo messi subito alla ricerca di un autobus che avrebbe dovuto portarci a Malpensa; proprio accanto all’uscita principale della stazione, una serie di bus ci attendevano, con gli autisti che invogliandoci in tutti i modi, cercavano di farci salire ognuno sul proprio mezzo (evidentemente di compagnie diverse); noi abbiamo optato per Malpensa Bus Express; il biglietto costa 5,50 Euro a persona, ma prima di salire sul pullman, l’autista ce ne ha convalidato solo uno, regalandoci l’altro per il prossimo viaggio!! Arrivati in aeroporto, ed espletate tutte le pratiche necessarie per l’imbarco, finalmente siamo saliti sull’aereo e partiti alla volta di Lisbona.

Arrivati in perfetto orario e ritirati i bagagli senza troppa attesa, siamo usciti dall’aeroporto di Lisbona per cercare un mezzo che ci portasse in albergo. La guida suggeriva di prendere il bus 91 che fa da navetta dall’aeroporto al centro della città, ma alla fine siamo saliti su un bus di linea che passava da lì e che segnalava come capolinea Praça Marquês de Pombal che, secondo i miei calcoli, doveva essere a poca distanza dall’albergo. In effetti la distanza non era molta, ma tutta in salita (e con i trolley da trascinare non è stato proprio il massimo); così abbiamo iniziato a prendere confidenza con le caratteristiche salite di Lisbona! L’albergo, che avevo prenotato su internet (Residência Mar dos Açores – Rua Bernadim Ribeiro, 14) sembra molto carino; non è in una zona centralissima della città, ma il quartiere sembra molto tranquillo e poi è ben servito dai mezzi pubblici (che però non fanno servizio notturno) e, con una passeggiata di una mezz’oretta dalla piazza del Rossio, è raggiungibilissimo anche a piedi (noi lo abbiamo fatto molto spesso rientrando la sera e non c’è nessun problema). Le ragazze alla reception (se ne alternano diverse) sono tutte molto simpatiche e disponibili per qualsiasi informazione e alcune di loro parlano anche un accenno di italiano. Per il resto le camere sono molto pulite, anche se un po’ piccole (il bagno è ricavato all’interno della stanza), la colazione abbondante (ma le brioches non sono all’altezza di quello che si può trovare in qualsiasi bar della città), insomma direi che per chi non ha grosse pretese, questo albergo è un buon compromesso come rapporto qualità/prezzo (una camera doppia costa 45 Euro a notte) e noi ci siamo trovato bene.

Raggiunta finalmente la nostra camera, al terzo piano senza ascensore, il primo pensiero è crollare sul letto e non pensarci più: sono le nove di sera e siamo in piedi da 16 ore (contando l’ora di fuso) tra stazioni ed aeroporti e la voglia di andare a dormire è davvero tanta; ma siamo a Lisbona ed è il nostro primo giorno di vacanza e non possiamo certo farci prendere dalla pigrizia, così, una doccia veloce e usciamo alla ricerca di qualcosa da mangiare. Spulciando la guida, leggiamo che Rua Santa Marta (che si trova a pochi passi dall’albergo) è sede di alcuni dei ristorantini più tipici ed economici della città, quindi ci dirigiamo subito in quella direzione, ma, con grande delusione troviamo quasi tutti i ristoranti già chiusi (sono le 22 di un martedì sera e questa non è certo una zona turistica). L’unico della zona ad essere aperto, comunque ci ispira abbastanza (Marisqueria Santa Marta): grossi pesci e crostacei sono in bella vista in vetrina e dentro c’è ancora un po’ di gente, quindi, vocabolarietto alla mano, entriamo e ci facciamo dare un posto. Subito il cameriere, insieme al pane, ci porta un piattino di insalata di polpo che, scoprendoci affamati, iniziamo a mangiare con gusto, pensando che sia un gentile omaggio della casa; in realtà scopriamo che verrà messo nel conto: questa è un’abitudine che troveremo in tutti i ristoranti, ma basta rifiutare o, comunque, non assaggiare anche se è a tavola e non lo aggiungeranno nel conto. Comunque mangiamo del buon pesce alla griglia innaffiato con vino bianco e alla fine ci offriranno anche un bicchiere di buon porto, tutto per la cifra di 40 Euro in due. Rispetto ai prezzi italiani per una cena simile ci sembra molto onesto, ma ancora dovevamo scoprire molte cose e questo sarebbe stato il pasto più caro consumato in tutta la vacanza. Una volta rinfrancati non sentiamo più nemmeno la stanchezza e ci facciamo consigliare dai camerieri un locale nelle vicinanze dove finire la serata; ci indicano l’Hard Rock Café che si trova in Avenida Libertade: non è certo un locale tipico portoghese, ma c’è della buona musica, con meno di 3 Euro si può bere una birra grande e Fabrizio si diverte molto a curiosare tra i cimeli dei suoi miti musicali e a vedere le acrobazie del barman che, con bottiglie e bicchieri fa dei numeri davvero eccezionali. Così, l’hard Rock cafè di Lisbona diventerà il locale dove andare a finire le nostre serate portoghesi, fino alla fine della vacanza.

2° giorno (27/12) Ci svegliamo di buon’ora, carichi di aspettative e di entusiasmo, con la voglia di andare a scoprire la città. Io, che ho il compito di organizzare il programma della giornata, decido di cominciare andando a curiosare nella zona circostante l’albergo, dove pare ci siano posti interessanti ed alternativi da visitare. Prima tappa il Parque Eduardo VII che si trova proprio alla fine di Avenida da Libertade. E’ una bellissima giornata di sole e la vista che si gode da qui è molto suggestiva; facciamo così una bella passeggiata nel verde e visitiamo le serre che si trovano all’interno del parco (Estufa Fria ed Estufa Quente, prezzo € 1,53) , ricche di piante tropicali, alcune molto particolari. Dopo la visita al parco ci dirigiamo verso il centro della città scegliendo di percorrere, anziché Avenida da Libertade (ricca di negozi di alta moda italiana e francese), la parallela Rua de Santa Marta che poi diventa Rua de São José e iniziamo a conoscere qui la vera Lisbona: la via è piena di negozietti che vendono bottiglie di Porto e vino portoghese e Fabrizio inizia subito a fare acquisti. Passeggiando per questa strada si respira un’aria popolare e vera e ci incuriosiscono i ristorantini che si affacciano sulla via e nelle varie traverse, così decidiamo di sceglierne uno per il pranzo: la scelta è davvero difficile, visto che sono tutti invitanti e affollati (non di turisti, ma, deduciamo dall’abbigliamento, di impiegati in pausa pranzo). Sulla porta di ogni locale, su un foglio di carta sono segnalati i piatti del giorno (più economici del resto del menù), in genere due/tre piatti di pesce e altrettanti di carne e restiamo meravigliati dai costi economici di ciascun piatto. Entriamo, quindi in un ristorante e scegliamo il nostro piatto di pesce: con grande sorpresa scopriamo che non ci aspetta affatto un pasto misero, ma per la cifra di 13 Euro in due mangiamo un buon piatto di pesce con un sostanzioso contorno. Questo sarà il costo medio dei nostri pasti quotidiani (e dire che avevamo preventivato un panino al bar per il pranzo); ristorantini così se ne trovano in diverse zone di Lisbona: noi ne abbiamo trovati molti (e buoni) in Rua de Santa Marta e nelle zone intorno alla Sé (la cattedrale)…Basta cercare un po’, guardarsi intorno e scegliere quello che ispira di più! Di solito i piatti di pesce (noi abbiamo provato solo quelli) variano dal famoso Bacalhau, cucinato alla griglia, à brás o alla Minota (fritto) oppure le pasteis de Bacalhau (che sono delle frittelline di baccalà), ai Lulas (calamari) alla griglia, alla frittura di pesce o il polvo (polpo); molto gustoso è l’arroz de polvo (riso al polpo) o l’arroz de mariscos (riso ai frutti di mare). Ogni piatto è accompagnato da un contorno di riso o di patate che completano il piatto.

Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta per gustarsi un piatto tipico ed economico.

Finito, dunque il nostro pranzo ci permettiamo una famosa pasteis nella Pastelaria Anunciada segnalata dalla guida: la pasteis è buona, ma il personale poco simpatico (al limite dello scorbutico). Proseguiamo la nostra passeggiata lungo Rua Portas de S. Antão fino al arrivare al Largo de São Domingos e alla zona della Baixa. La città è illuminata in modo molto fantasioso con luci e colori di ispirazioni natalizie che rendono l’atmosfera molto particolare. Per la sera, abbiamo appuntamento con una coppia di miei amici che da poco si sono trasferiti in Portogallo; insieme andiamo a fare un aperitivo in un locale gestito da due signori di mezza età dove ci servono la birra accompagnata dai lupini: l’atmosfera è molto intima e rilassata e ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere in attesa di andare a cena; quando ci portano il conto, con grande meraviglia, scopriamo che per le otto birre che abbiamo bevuto dobbiamo pagare la bellezza di 6 Euro (incredibile: ben 75 centesimi a bicchiere!!!). Dopo aver cenato, ci spostiamo nella zona del Barrio alto, dove si possono trovare localini di ogni tipo, da quello più raccolto e intimo a quello più trendy, dal posto dove si può ascoltare musica jazz al locale più alternativo. Le vie sono piene di giovani che bevono una birra fuori dai locali e persone in fila davanti ai ristoranti (che sono in media più cari e un po’ più turistici, in molti è previsto anche uno spettacolo di fado, ma sono piuttosto costosi…Noi ad esempio abbiamo avuto modo di ascoltare il fado da artisti di strada che si trovano in zona). Anche qui si trovano posti molto economici e l’atmosfera è molto giovane e divertente. Piuttosto caratteristici sono gli spacciatori di fumo e cocaina che si possono incontrare ad ogni incrocio…Noi veniamo fermati da questi tipi con una frequenza impressionante, manco avessimo la faccia di chi è in crisi di astinenza!!!! 3° (28/12) Io e Fabrizio continuiamo a visitare la città, adottando come mezzo di trasporto preferenziale il famosissimo tram 28 che attraversa sferragliando il centro storico della città, dal quartiere dell’Alfama al quartiere dell’Estrela.

Il tram è senz’altro il mezzo più tipico e comodo per girare in città, anche se molto spesso è strapieno di gente e non si riesce a godere a pieno il paesaggio che sta attorno; resta comunque un buon compromesso per evitare alcune salite che, fatte a piedi, avrebbero messo a dura prova le nostre gambe! Per i trasporti ci consigliano una tessera chiamata 7colinas che con 3,30 al giorno (+ 50 centesimi per comprare la tessera che è ricaricabile) permette di girare liberamente su autobus, tram, metro, ed elevador. Da visitare senz’altro il quartiere dell’Alfama da cui si gode una vista strepitosa (fantastico il panorama dal Largo Portas Sol da cui si gode una bella vista del Tago) e ci si può perdere tra i vicoli e le stradine che si inerpicano fino ad arrivare al castello de São Jorge (noi lo abbiamo visitato, ma il biglietto costa 5 Euro e dentro si possono visitare solo le mura esterne: bel panorama sulla città, ma niente di più). Molto affascinante è il monastero di São Vicente de Fora, un colosso bianco che si staglia contro l’azzurro del cielo e la cattedrale, la Sé, attorno alla quale si trovano diversi ristorantini dove mangiamo più volte durante la settimana.

Il pomeriggio è dedicato alla visita di Belém (ci si arriva con il tram numero 15 da Praça da Figueira) dove si può ammirate una monumentale statua dedicata agli scopritori, la famosa torre e il monastero in stile manuelito che purtroppo non siamo riusciti a visitare. D’obbligo, invece è la sosta culinaria all’Antiga Confeitaria de Belém dove abbiamo assaggiato le tanto famose Pasteis de Belém: mangiate calde con una spolverata di zucchero a velo e cannella sono assolutamente da provare!!!! Purtroppo il locale è pieno di gente e non riusciamo a trovare un posto per sederci e gustarci le pasteis in santa pace, così ci accontentiamo di mangiarle fuori dalla pastelaria, tanto la temperatura esterna lo permette.

4° giorno (29/12) Anche il quarto giorno di vacanza è dedicato alla visita del centro di Lisbona, dove, ormai, riusciamo ad orientarci bene; stiamo imparando a conoscere meglio i vari quartieri e, soprattutto, ci stiamo abituando alle salite, tratto caratteristico della città. Partendo da Praça da Figueira, dove veniamo scaricati dall’autobus, ci dirigiamo a piedi verso l’elevador de Santa Justa, un ascensore in ferro dei primi del ‘900 che ricorda vagamente la Tour Eiffel (scopriremo poi che l’ingegnere che la costruì fu un discepolo dello stesso Eiffel); dall’alto si gode un uno splendido panorama sulla città, volendo c’è anche un piccolo caffè dove poter fare una sosta. Dall’elevador si arriva direttamente nella zona del Barrio alto, proprio davanti al Convento do Carmo, una splendida costruzione gravemente danneggiata dal grande terremoto del 1755 che distrusse Lisbona e miracolosamente rimasta in piedi, oggi sede di un museo di arte antica. Proseguiamo la nostra passeggiata rinunciando alla visita al museo e ci perdiamo tra i vicoli del Barrio alto alla ricerca dell’Instituto do Vinho do Porto dove pensiamo di fare una sosta per assaggiare del buon vino portoghese. Dopo diversi tentativi (che ci permettono di incrociare diversi monumenti e chiese del quartiere) e vari suggerimenti di gente del posto (tutti gentilissimi!!!) giungiamo alla meta. Il posto si trova all’interno di un palazzo e non è indicato da nessuna insegna; in realtà è una sorta di museo del Porto, ma all’interno c’è un locale molto accogliente e silenzioso, dove poter fare una sosta rilassante. Fabrizio sceglie il vino (ce ne sono veramente per tutti i gusti e per tutte le tasche) ed io mi faccio portare anche una pasteis (ormai non posso più farne a meno) e trascorriamo un’oretta tranquilla a gustarci il vino e a fare due chiacchiere. Per il pranzo cerchiamo un ristorante in zona, ma tutti quelli che troviamo sono decisamente più cari di quelli già provati in altri quartieri (anche se, comunque economici rispetto allo standard italiano), così andiamo a mangiare in un’altra piccola tasca (si chiamano così le osterie) in zona cattedrale e da lì torniamo al Rossio a prendere la metropolitana: destinazione Oriente! Oriente è la zona di Lisbona di recente costruzione, dove si trova l’Oceanario: è qui che pensiamo di trascorrere il pomeriggio. La fila che troviamo è abbastanza scorrevole e riusciamo ad entrare in poco tempo (il biglietto costa € 10,50). La visita è piuttosto interessante, anche se dal racconto della guida lo immaginavo più grande: si tratta di un’enorme vasca centrale dove si trovano i vari abitanti dell’Oceano divisi da lastre di plastica trasparente: girandoci attorno su due piani si vedono le diverse specie e si ha l’impressione che stiano a nuotare tutte insieme. Oltre alla vasca c’è una zona tropicale, un reparto polare con i pinguini e due lontre che nuotano nell’acqua giocando tra di loro. La visita completa dura un’ora circa e così abbiamo il tempo anche di fare un giro panoramico nell’ovovia che si trova sull’acqua e che costeggia tutta la zona. Per la sera andiamo a cena in una tasca vicino l’albergo (Rua de Santa Marta), dove una signora dall’aria molto materna ci serve una mega porzione di Arroz de polvo (riso di polpo) e del pesce fritto che sono una vera bontà; rinfrancati dalla cena ci avviamo a piedi verso il Rossio; in Largo de São Domingos siamo attirati da un minuscolo locale sempre affollatissimo che ci aveva già incuriosito nei giorni precedenti: vi servono la Ginjinha un liquore alla ciliegia, pare molto buono, vista la folla di gente che si assiepa davanti al bancone e all’esterno. Naturalmente andiamo anche noi ad assaggiare un bicchiere di Ginjinha al costo di 1 Euro e l’esperienza si rivela molto positiva e divertente tanto che decidiamo subito di fare un secondo giro…Comincia così la nostra serata “alcolica” che prosegue nel Barrio Alto dove facciamo il giro di diversi locali (c’è solo l’imbarazzo della scelta) fino a notte fonda quando, barcollando, ce ne torniamo in albergo, (non senza aver fatto un’altra puntatina all’Hard Rock Cafè) concedendoci anche il lusso di un taxi (che, comunque, è anche molto economico).

5° giorno (30/12) E’ sabato mattina, il sole, come sempre, splende sulla città e noi usciamo presto per andare a visitare il Mercado da Ribeira, un vivace mercato coperto proprio vicino alla stazione di Cais do Sodré; i banchi sono pieni di ogni ben di Dio: dalla frutta e verdura ai banchi di pesce a quelli di carne ai negozietti di alimentari in cui fanno bella mostra le bottiglie di Porto. Contrariamente a quanto segnalato dalla guida non c’è musica dal vivo, ma l’atmosfera è comunque vivace e popolare. Tra i banchi del mercato incontriamo anche i nostri amici, venuti a fare la spesa e con loro ci avviamo a prendere l’elevator da Bica che ci porta al Barrio Alto e da qui prendiamo l’ormai famoso Electrico 28 che ci conduce nel quartiere dell’Alfama: da lì, con una breve passeggiata, ci troviamo nel mezzo della Feira da Ladra, il mercato delle pulci che si svolge il fine settimana nel Campo de Santa Clara e lì ci perdiamo a curiosare tra banchi e banchetti che vendono davvero di tutto: dalle chincaglierie agli abiti usati, dai fumetti e i libri antichi agli oggetti di modernariato; c’è chi vende vecchi elettrodomestici, computer, lampadari, sellini di biciclette, insomma di tutto di più! Io e Fabrizio compriamo anche degli oggetti di artigianato tipico, delle belle ciotole in ceramica colorata che ci porteremo in Italia come ricordo della vacanza. Visto che ormai il giorno della partenza si fa sempre più vicino, dedichiamo il pomeriggio allo shopping e ci ritroviamo ad andare in albergo carichi di bottiglie di vino. La sera usciamo per cena carichi di aspettative: abbiamo deciso di ritornare dalle parti della cattedrale e di provare un altro dei tanti ristorantini che fino ad ora non ci hanno mai deluso. Purtroppo una brutta sorpresa ci aspetta: sono tutti chiusi!!! Probabilmente sono locali che lavorano più che altro per le pause pranzo nei giorni lavorativi e il sabato sera si godono il meritato riposo. Ormai siamo fuori e cerchiamo di trovare una soluzione: ci avviamo verso il Barrio Alto, ma i locali sono tutti affollatissimi, così iniziamo a camminare in lungo in largo, fino a quando, in una viuzza un po’ isolata, troviamo un piccolissimo ristorante dove mangiamo un arroz de mariscos (risotto ai frutti di mare) non particolarmente buono, ma a buon prezzo. La serata prosegue come d’abitudine tra i localini del Barrio Alto e l’Hard Rock Café che, essendo sabato sera, è davvero affollatissimo.

6° giorno (31/12) Come ogni domenica che si rispetti, anche questa è dedicata alla gita fuori porta: destinazione Sintra, un paesino a Nord Ovest di Lisbona, un tempo residenza estiva dei reali di Portogallo. Sintra è facilmente raggiungibile in treno, ma, contrariamente a quanto scritto nelle varie guide, non partiamo dalla stazione di Rossio, visto che in questo periodo è chiusa per lavori, ma la stazione di Sete Rios che si trova proprio sopra la fermata Jardom Zoológico della metropolitana (linea Azul). Per Sintra ci sono treni ogni venti minuti ed il tragitto è di circa 45 minuti. (costo del biglietto 1,55). Arrivati a Sintra si ha la sensazione di essere completamente in un altro mondo; la zona è verdeggiante, circondata da boschi dalla fitta vegetazione e la nebbia che ci accoglie subito fuori dalla stazione rende ancora più tangibile l’atmosfera fiabesca. Appena usciti dalla stazione troviamo l’autobus turistico che con un biglietto cumulativo di € 3,85, dà la possibilità di visitare le tre zone di interesse: la cittadina,il Castelo dos Mouros e il Palacio da Pena. Consigliati dall’autista, decidiamo di lasciare la visita della città alla fine del tour, visto che poi ci fermeremo lì a mangiare. Scendiamo, dunque, davanti al Castelo dos Mouros, decisi a visitarlo, ma una volta là scopriamo che ci sono solo le rovine del castello, in una bella posizione panoramica, ma vista la nebbia fitta che circonda la città non si vedrebbe proprio niente; così facciamo una piccola passeggiata a piedi (circa 5 minuti) fino a raggiungere il Palacio da Pena: abbiamo la certezza di essere arrivati solo per la folla di gente che si accalca alla biglietteria e per le indicazioni che ci confermano che siamo giunti a destinazione, ma la nebbia che circonda il castello ci impedisce perfino di vederlo, ed è un vero peccato! Comunque facciamo il biglietto che include (necessariamente) anche la visita del parco (€ 7 in tutto) e iniziamo la scarpinata verso il palazzo. A poco a dopo, continuando la salita cominciamo a scoprire questo stravagante castello tutto colorato e baroccheggiante, residenza di Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha che progettò egli stesso ispirandosi ai castelli della Baviera. In effetti sembra di stare in un castello delle fiabe e anche le stanze interne, curatissime nei minimi particolari, sono colorate ed estrose. Conclusa la visita al Palazzo, riprendiamo l’autobus per dirigerci nel centro della cittadina di Sintra (molto carina, tipicamente turistica e piena di negozietti di souvenir) dove iniziamo a cercare un posto per mangiare. Veniamo attratti da un piccolo ristorante quasi nascosto in una viuzza del paese, dove mangiamo le pasteis de bacalhau (delle polpette di baccalà molto gustose) accompagnate da un vino bianco fresco e leggero. Ma è fuori dal ristorante che un profumo molto invitante ci attira letteralmente verso una pasticceria, Casa da Piriquita che serve dei dolci di loro produzione, Queijadas da Sinora (sono paste ripiene di una buonissima crema al formaggio) che mangiati caldi non hanno nulla da invidiare alle Pasteis di Belém. Dopo una passeggiata digestiva visitiamo il Palácio Nacional, antica residenza estiva dei sovrani portoghesi, molto interessante (soprattutto le cucine dalle enormi cappe che danno la forma caratteristica a tutto l’edificio) e poi concludiamo il nostro giro tornando verso alla stazione dove troviamo il treno per Lisbona. Tutto sommato una visita a Sintra è fattibile in un giorno e con i mezzi pubblici si può visitare senza problemi.

Tornati in albergo ci prepariamo per la grande serata dell’Ultimo dell’anno: pare che la grande festa sia tutta in Praça do Comercio, dove ci sarà un grande concerto (la città è tappezzata dai manifesti che pubblicizzano la serata) e i classici fuochi d’artificio; sarà quella, dunque, la nostra destinazione, ma prima bisogna pensare alla cena. Come ci aspettavamo tutti i ristoranti di Rua de Santa Marta sono chiusi e quelli aperti offrono i classici cenoni costosissimi (e noi non abbiamo voglia di passare la mezzanotte al ristorante). Stiamo ormai perdendo le speranze quando veniamo attirati dalle classiche lanterne rosse di un ristorante cinese piuttosto affollato che ci sembra una soluzione originale per la cena dell’Ultimo dell’anno. In effetti mangiamo piuttosto bene in un’atmosfera tranquilla e soprattutto terminiamo in tempo per farci una bella passeggiata fino a Praça do Comercio dove sta cominciando la festa. La piazza è colma di gente (si dividono circa a metà tra portoghesi e turisti stranieri), ma l’atmosfera è molto tranquilla. In piazza ci sono diversi ambulanti che vendono birra e bottiglie di spumante italiano e l’ambiente è allietato dai cantanti (evidentemente molto famosi in Portogallo, tutti cantano le loro canzoni!!!) che propongono musica melodica. La mezzanotte arriva, ma si rivela un piccola delusione: i tanto decantati fuochi d’artificio non si dimostrano all’altezza e il tutto finisce molto presto: in poco tempo la piazza si svuota e la gente si riversa nei locali dove impazzano le feste: naturalmente i prezzi lievitano e anche per entrare nel nostro affezionato Hard Rock Cafè bisogna pagare un biglietto d’ingresso di 20 Euro. Così concludiamo la serata con una passeggiata notturna in una Lisbona illuminata dove a poco a poco si spengono gli echi della festa.

7° giorno (01/01) Questa mattina il risveglio è molto più tranquillo: non ci sono programmi né tabelle di marcia, ma solo una giornata rilassante e senza troppe pretese. Facciamo colazione ed usciamo per una bella passeggiata al Parque Eduardo VII: è una splendida giornata di sole e ci permettiamo anche il lusso di uscire senza giacche, finendo su una panchina del parco a prendere il sole e a goderci il silenzio di una mattina di festa. Per pranzare, dopo aver fatto alcuni tentativi invano (è ancora tutto chiuso) ritorniamo a mangiare nel ristorante cinese della sera precedente: visto che ci siamo trovati bene vogliamo premiare il posto che ci ha salvati dal saltare la cena del 31 Dicembre. Concluso il pranzo, però, ci facciamo tentare dalla grappa cinese alle rose, molto aromatica ma ad altissima gradazione alcolica che ci stende completamente per il resto della giornata facendoci crollare in albergo da dove non ci muoviamo più fino a tarda sera. Rinunciamo a malincuore alla nostra ultima cena portoghese e usciamo solo per salutare i nostri amici che ci aspettano in un locale del Barrio Alto (dove consumiamo esclusivamente analcolici!!!!) 8° giorno (02/01) E’ arrivata, purtroppo, anche la fine di questa meravigliosa vacanza. Chiusi i bagagli (non senza qualche difficoltà, viste le bottiglie di porto e tutti i souvenir che abbiamo acquistato durante la vacanza) riprendiamo l’autobus di linea n°22 in direzione dell’aeroporto. Lasciamo una città piena di fascino che non ha per nulla disatteso le nostre aspettative. Ricorderemo il calore e la gentilezza della gente, i pranzi succulenti a base di pesce e il buon vino; ricorderemo il sole che si riflette sul Tago nelle limpide giornate d’inverno e la bellezza di questa città resterà per sempre nei nostri cuori.

Carmen e Fabrizio (26/12/2006 – 02/01/2007)



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