Rio e Iguassù
Effettuato il controllo dei passaporti e ritirati i bagagli, all’uscita, in mezzo ad una moltitudine di persone che cercavano altre persone, individuiamo il cartello con i nostri nomi in mano ad un giovane alto più di un metro e novanta: Gianluca. Il nostro riferimento in Brasile.
Conosciuto attraverso la raccolta di racconti in “Turisti per caso” e contattato via mail
Prima di tutto il transfer con il suo Land Rover blu abbiamo raggiunto Rio e la abbiamo attraversata sino ad Ipanema dove, nella rua Prudente de Morais, la prima parallela al lungomare, praticamente a 100 metri dalla spiaggia in prossimità del celebre “posto 9”, Gianluca ci ha affittato per l’intero periodo (12 giorni) un appartamentino con soggiorno, cucina, due camere da letto e due bagni che si è rivelato conforme alle aspettative.
Prima uscita alla casa di cambio e poi al supermercato per acquistare qualcosa di utile nel soggiorno. Spesa abbondante e pesante (acqua, bibite, succhi di frutta, caffè latte e biscotti per la colazione, salviette di carta e carta igienica, … etc … ) che ci verrà consegnata direttamente a casa senza sovrapprezzi nel giro di un’ora. Altro acquisto, all’edicola: un paio di “hawaianas” … le infradito che un tempo noi chiamavano giapponesine (costo 16 reais).
Poi un po’ di relax in casa. La spesa è arrivata, puntuale, ed è ora di pranzo.
Siamo stati in un locale al “kilo”. Grande buffet con grande varietà: si sceglie, si mette nel piatto e quando è completo si paga in base al peso. Con l’equivalente di 8/10 euro si mangia veramente alla grande. E la qualità è veramente ottima.
Nel pomeriggio giro in auto in città per una prima occhiata alla città “maravilhosa” che, credeteci, è veramente tale. Del resto, quante sono le città (non capitali di uno stato) che richiamano il turismo come Rio? Nei giorni successivi visite guidate (da Gianluca) a tutto ciò che a Rio si può e si deve vedere: il Corcovado con la maestosità del Cristo Redentore (alto ben 30 metri …), la foresta di Tijuca, il Pan di Zucchero, il giardino botanico, la Cattedrale di San Sebastiano, Santa Teresa con il suo caratteristico trenino (o meglio, tram), la biblioteca nazionale, il Maracanà, il Sambodromo, Sao Conrado, Barra di Tijuca, Niteroi, un escursione di una intera giornata a Petropolis, la città imperiale, … etc … Pranzi e cene in numerosi locali caratteristici: churrascarie, bar, la bellissima “Confeitaria Colombo” vari “al kilo”, ed un’ottima cena alla “garota de Ipanema”, a pochi passi da casa, locale dove Vinicius de Morais ha composto la celebre omonima canzone. Non ci dilunghiamo in descrizioni che ripeterebbero quanto si legge nella maggior parte dei resoconti. Meritano, invece, una segnalazione particolare due attività: – prima, la visita alla favela di Rocinha: con i suoi 245.000 abitanti la più grande di Rio e dell’intera America Latina. Contrariamente a quello che si dice e che molti pensano, visitarla, a patto di rispettare le “prescrizioni” impartite di volta in volta dalla guida, non è affatto pericoloso. Noi abbiamo fatto così: con Gianluca e Maurizio (un ingegnere elettronico italiano che ha abbandonato la professione scegliendo di vivere a Rio dove fa la guida turistica) siamo andati in auto all’ingresso della favela. Da lì abbiamo proseguito a piedi per una mezz’ora accedendo anche ad una terrazza panoramicissima messa a disposizione, dal proprietario, del circuito turistico. Poi altro breve tratto in auto e quindi di nuovo a piedi attraverso il coloratissimo mercatino. Sino all’uscita dalla parte opposta. In tutto un paio d’ore durante le quali, grazie alle precise indicazioni ed esaurienti spiegazioni di Maurizio, abbiamo potuto avere una visione realistica di quella che è la vita in favela. Povertà, certo, a volte estrema, ma anche tanta dignità. Un solo brivido, durato un attimo, quando un giovane (avrà avuto 18-22 anni) ci è passato a fianco con un mitra a tracolla. Pare comunque si tratti di un particolarissimo servizio d’ordine interno alla favela che, anche per la tutela della sicurezza, al suo interno ha regole proprie.
– seconda: siamo stati al mercato del pesce di Sao Pedro, a Niteroi che si trova dall’altra parte della baia di Guanabara e guarda Rio. Secondo i Carioca Niteroi è una delle più belle città del mondo perché da lì si vede Rio. Allora, tornando al mercato del pesce, la particolarità consiste nel poter acquistare pesce freschissimo (veramente per pochi soldi, dal nostro punto di vista) che poi può essere cucinato, secondo le nostre indicazioni, in uno dei ristoranti al piano di sopra. In altre parole, noi abbiamo acquistato gamberoni, gamberetti, trance di ricciola e sardine (almeno 2 chili e mezzo) con una spesa di 50 reais (più o meno 20 euro). Per trenta reais li hanno cucinati e ci hanno servito a tavola con acqua e vino. In tre. Non male, vero? Il nostro soggiorno a Rio ha avuto una variante di tre giorni a Foz de Iguassu con visita alle celebri cascati che, per quanto viste in film (Mission … per tutti), documentari, fotografie, innumerevoli racconti, veramente mozzano il fiato per la maestosità e la potenza che la natura esprime. Arrivati alla una con un comodo volo da Rio (scalo a Curitiba ma senza scendere dall’aereo) e, cosa molto importante, con il solo bagaglio a mano che conteneva il necessario per i tre giorni, ci ha accolto Netto, la guida che abbiamo avuto a disposizione per tutto il soggiorno. Abbiamo subito visitato il lato Brasiliano. Stupendo. Qualcuno afferma che in fondo è solo acqua: ma quanta così tutta insieme. Al termine della visita abbiamo fatto il tour in elicottero (70 $ a persona): dieci minuti di volteggi davvero emozionanti sopra la giungla e le cascate.
Il giorno dopo visita del lato argentino: decisamente il migliore e più spettacolare , nel pomeriggio, interessante visita al “parco des aves” dove “in cattività” si può ammirare ogni coloratissima specie di uccello. Il giorno dopo l’abbiamo dedicato alla visita della centrale idroelettrica di Itaipù: la più grande del mondo con una produzione di energia che soddisfa il 95% del fabbisogno del Paraguay ed il 25% del fabbisogno dell’intero Brasile. Un’opera monumentale che merita una visita anche per quello che rappresenta: la capacità dell’uomo di utilizzare tanta forza della natura.
Nessun problema con il Portoghese che ha numerosissime parole uguali o simili al Sardo sebbene pronunciate con il tipico accento brasiliano che ricorda un po’ quello carlofortino.
In conclusione bellissimo viaggio che consigliamo a tutti gli indecisi. Un ringraziamento “pubblico” a Gianluca per la sua professionalità e disponibilità veramente oltre ogni aspettativa.