Week end a Berlino 2

Viaggiare è la nostra vera passione… J Siamo iscritti a molte newsletter legate ai viaggi, per sognare e tenerci sempre informati sui prezzi dei voli -non si sa mai!- …vista un’offerta interessante, abbiamo subito approfittato! Mio marito desiderava tornare a Berlino e mi ha proposto, per allettarmi, di vedere una città a me sconosciuta e...
Scritto da: Cat&Angelo
week end a berlino 2
Partenza il: 15/12/2006
Ritorno il: 17/12/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Viaggiare è la nostra vera passione… J Siamo iscritti a molte newsletter legate ai viaggi, per sognare e tenerci sempre informati sui prezzi dei voli -non si sa mai!- …Vista un’offerta interessante, abbiamo subito approfittato! Mio marito desiderava tornare a Berlino e mi ha proposto, per allettarmi, di vedere una città a me sconosciuta e i suoi famosi mercatini di Natale in dicembre, il tutto ad un costo veramente contenuto.

Quanto abbiamo speso: Volo + tasse + 2 notti in hotel –4 stelle centralissimo in super-offerta week-end- (149€, offerta su Expedia), cibo, abbonamenti per i mezzi pubblici, ingressi nei musei e parcheggio in aeroporto, per un totale di circa 200€ a testa, tutto incluso, per 3 giorni completi.

La data della partenza, in un periodo lavorativo molto intenso, è arrivata quasi senza che ce ne accorgessimo! Questo week-end è stato per noi un piacevole esperimento: di solito partiamo con un programma fittissimo di cose da vedere e da fare, in questa occasione, invece, abbiamo davvero fatto i turisti, rinunciano a “vedere il piu’ possibile” e decidendo cosa fare in base ai ricordi della precedente visita di mio marito (nel ’88) e all’ispirazione del momento. Venerdì 15 dicembre partenza da ORIO AL SERIO con il volo Air Berlin delle 8.25.

La sveglia suona alle 5!!! Dopo un periodo intenso ci sentiamo stanchi ma molto motivati a passare un bel fine settimana di relax: – ho fatto lo zaino tornata da una cena di lavoro e dormito 4 ore ma non importa: sto andando in vacanza! – penso mentre esco di casa. C’è già traffico, ma è scorrevole, sembra incredibile: la Milano-Brescia è notoria per essere sempre -SEMPRE!- molto trafficata. (Se arrivate in auto, uscita Bergamo o Seriate, poi ci sono le indicazioni per l’aeroporto. Il PARCHEGGIO esterno costa 8-9€ al giorno.) Arrivando molto presto, il nostro CHECK IN è praticamente istantaneo, mentre vediamo un notevole affollamento per i voli di Rayn Air: vivamente consigliato il check in via web…;). Il controllo dei primi voli è poco affollato e scorrevole, quando mi chiedono dove vado ho un momento di smarrimento… ho davvero dormito troppo poco! 😉 Nessun problema al controllo per la SICUREZZA: sono riuscita perfino a far passare lo spray per la gola alla propoli, messo in bella vista con gli altri liquidi nella bustina (in teoria non si dovrebbero poter portare liquidi con base alcolica: ero già pronta a spruzzarmelo in gola per dimostrare cosa fosse!); noi viaggiamo sempre solo con bagagli a mano, quando possibile (il trucco è infilare una borsa che eventualmente potrai imbarcare per contenere eventuali acquisti), quindi siamo ben organizzati con contenitori leggeri e salva-spazio per gli effetti personali. Se siete incerti su cosa si possa o meno portare rispetto alle nuove restrizioni sui liquidi, creme, cosmetici andate a verificare sul sito dell’ENAC: e Ci siamo trovati bene con questa COMPAGNIA AEREA: il volo ha un orario comodissimo e spacca il secondo, alle 10 eravamo già sul bus per il centro! Anche l’orario di rientro della domenica sera è decisamente tattico. Ancora trovo stupefacente che con l’avvento dei low cost sia diventato così facile ed accessibile ai piu’ raggiungere una capitale europea …E a me volare piace davvero molto! Sono previsti un panino e le consuete bevande calde/fredde. Il personale di bordo è cordiale. Al ritorno l’aeromobile ha avuto dei problemi ed è stato sostituito con uno fatto arrivare da Monaco, il tutto ha richiesto un’ora di ritardo in tutto, quindi direi abbastanza efficienti. Alcuni connazionali hanno solo lamentato che gli annunci per i voli per l’italia sono stati fatti solo in tedesco -ops! ;)- e in inglese… se non conoscete nessuna delle due lingue, state sereni: qualche altro passeggero vi aiuterà a tradurre. Il volo di ritorno è alle 7 di sera della domenica, calcolate 1h di autobus –attenzione: verificate gli orari della domenica pomeriggio!!! Sono meno frequenti dopo le 16- e di arrivare un ora prima. L’AEROPORTO DI BERLINO è piccolo ed efficiente, il che si rivelerà molto vantaggioso al momento degli imbarchi, perché ogni gate ha la sua sicurity e tutto scorre velocemente, imbarco per imbarco. È facile orientarsi: abbiamo subito trovato un info-point per acquistare un ABBONAMENTO AI MEZZI PUBBLICI. In attesa in fila –diciamo che gli addetti non hanno fretta…Ma i turisti sì, quindi si tratta di una coda di pochi minuti – abbiamo avuto tempo per decidere quale abbonamento fare, leggendo le varie brochure. Qui alcune opzioni http://www.Berlin-tourist-information.De/english/berlin-infos/e_bi_stadtinfos_nahverkehr.Php Per un consiglio, rivolgetevi agli addetti parlano anche inglese. (tutti parlano inglese…) Noi abbiamo optato per una city card, da 19€ a testa per 3 gg., quella che permette di raggiungere in centro dall’aeroporto e poi di muoversi liberamente con tutti i vari mezzi (zone A, B, C), che si è rivelata comodissima. Esistono e sono molto pubblicizzate anche altre card, che garantiscono anche sconti ai musei: fate 2 calcoli e valutate bene quanti musei volete visitare prima di prenderle, la differenza di prezzo non è poca.

L’AUTOBUS PER IL CENTRO, il TXL, passa ogni 10 minuti circa; in centro tutti gli autobus sono piuttosto frequenti, al massimo si aspettano meno di 10 minuti. Sono comodi e mediamente si trova sempre posto a sedere. Alcuni bus sono a due piani: adoro salire al secondo piano! così posso vedere meglio l’architettura dei quartieri… In genere preferiamo i mezzi di superficie perchè permettono di familiarizzare piu’ velocemente con le mappe delle città, rendendo piu facile orientarsi. A Berlino ci sono bus, tram, metro e treni. È sicuramente una città molto servita. Nel viaggio dall’aeroporto si nota subito che la città è ancora un enorme cantiere: eppure sono anni che sento dire a persone che tornano da Berlino che la città è un cantiere… dall’89 a oggi si è continuato ad abbattere e ricostruire, tanto che mio marito non riconosce nulla di ciò che aveva visto nell’88. La STAZIONE FERROVIARIA è una imponente costruzione avveniristica che cattura il nostro sguardo durante il tragitto, davvero notevole! È stata completata da pochi mesi ed è il risultato dell’unione di due vecchie stazioni. La sera della nostra partenza la vedremo in tutto il suo splendore, con le luci natalizie accese, e sarà l’ultimo ricordo della nostra piccola vacanzina. (se siete curiosi, http://it.Wikipedia.Org/wiki/Berlin_Hauptbahnhof e http://commons.Wikimedia.Org/wiki/Berlin_Hauptbahnhof ). Le strade sono ampie e scorrevoli, il traffico tutto sommato ha volumi accettabili (onestamente le strade ci sembrano deserte: sarà che siamo abituati al traffico di Milano?) Avvicinandoci al centro vediamo parecchi mercatini di Natale e un alternarsi di costruzioni antiche, appartenenti a stili ed epoche diverse: cattedrali imponenti e palazzi, originali e ristrutturati, coesistono accanto a strutture nuovissime ed avveniristiche, disegnate da importanti architetti. È piacevole ed armonico questo alternarsi di stili: anche se appare davvero forte il contrasto si nota l’impegno a far convivere in sintonia antico e contemporaneo da parte di chi ha ridisegnato la città dopo il crollo del muro. In poco tempo arriviamo in Alexanderplatz, dove si trova l’HOTEL che avevamo prenotato via web, il Park inn Berlin-Alexanderplatz (trovate molti feedback sui vari hotel con una semplice ricerca), impossibile perdersi: si vede da ogni punto della città ed è raggiunto da quasi tutti i mezzi. Secondo noi conviene decisamente soggiornare in questa zona della città.

La posizione eccellente e nel complesso ci siamo trovati bene: dotato dei classici confort di un hotel di buon livello (piu’ di un 3 superiore che di un 4 stelle direi, forse dovuto al fatto che l’albergo e’ stato di recente ristrutturato sulla base di una struttura pre esistente); pulito, camere molto spaziose ma non enormi, stanze non fumatori a richiesta (specificate durante le prenotazione), stanze in alto altresì a richiesta: noi abbiamo dormito al 31-esimo piano, con una visuale notevole (chiedete il lato Alexanderplatz ed avrete una vista indimenticabile su Berlino!). Spesso è in offerta, perché come tutti gli hotel biz, nei week end è semi vuoto. Sconsigliamo la colazione in hotel che costa molto (forse ne varrebbe la pena se il ristorante fosse sul piano panoramico, ma non è così). Non siamo purtroppo mai riusciti a entrare sulla terrazza panoramica: era sempre chiusa! Nel kit di benvenuto che trovate in camera, utili mappe e depliant turistici, su come muoversi, cosa vedere, etc. Una curiosità: avevamo letto come commento negativo che le camere hanno il bagno interno alla stanza, con muri di vetro, smerigliati solo in parte. Questo rende necessaria una particolare intimità, direi quindi che è perfetto per coppie, magari meno per amici… 😉 Svuotati gli zainetti, un rapido sguardo alle mappe prese in aeroporto e usciamo subito: la giornata è soleggiata e meno fredda del previsto. Oggi vorremmo perderci nella città, abbiamo dormito pochissimo e siamo troppo stanchi per affrontare i musei (soprattutto le lunghe code per entrarci che abbiamo visto fuori dal museo di arte egizia, molto noto, mentre raggiungevamo l’hotel) ed abbiamo bisogno di staccare per davvero, di spegnere il cervello. Quindi partiamo con l’idea di fare un giro di ricognizione, vagare per la città, quasi “per caso”, anche se in realtà qualche idea l’abbiamo.

Sotto l’hotel un primo mercatino di Natale, dove familiarizziamo con i cibi caratteristici, facendo un brunch alla berlinese… I MERCATINI DI NATALE sono come piccoli villaggi, costruiti all’interno dei vari quartieri, con suggestive decorazioni ed illuminazioni natalizie, che evocano atmosfere fiabesche. File di chalet in legno, piu’ o meno grandi a seconda che semplicemente vendano oggettistica tradizionale, oppure ospitino dei mini ristoranti, bar, etc. Alcuni sono dotati di forni elettrici, in un paio di casi, abbiamo visto dei veri forni tradizionali alti un paio di mt. Dove viene cotto il pane al momento; oppure classici bancarelle e stand, ma sempre caratteristici e festosi. Con un po’ di delusione abbiamo subito capito che principalmente ciò che viene venduto ai mercatini di Natale è commestibile: cibo, cibo e ancora cibo! Peccato… io speravo di trovare qualche oggetto interessante per presentini natalizi! Sono in vendita palline di natale e puntagli in vetro, portacandele, presepi in legno più ciò che si troverebbe in qualsiasi mercato del mondo europeo: tè, infusi vari, bigiotteria etnica, pashmine, guanti, cappelli, etc… Purtroppo non c’è una grande varietà: gli stand si somigliano in ogni mercatino.

I prezzi del cibo sono davvero molto contenuti, si mangia con pochissimi euro ed è possibile trovare anche i berlinesi: è stupefacente come siano affollati questi mercatini e praticamente a tutte le ore! studenti, anziani, impiegati ed operai in pausa, famigliole e tanti turisti ad ogni ora affollano le bancarelle che vendono cibo: wurstel a metro, grigliate di carne estese per metri e metri: wurstel con patate con pancetta, wurst und kartoffen, spinaci al curry con wurstel, currywurst (vita difficile per i vegetariani!); padelle gigantesche ospitano funghi con paprica e altre spezie, forni all’aperto producono a getto continuo il tipico pane speziato, con pistacchi, mandorle e altro. Sono molto diffusi anche i cibi orientali, come i noodles, molto ben cucinati di solito, spaghetti di soia e verdura, involtini veggie e con pollo. Ottima ed economica anche la birra. Anche dolci affollano gli stand: oltre a tortelli, venduti in cartocci, come la caldarroste, definite “all’italiana”, ci sono i famosi “Lebkuchen”; i più curiosi sono “palle” della dimensione di un pugno, composte di strisce arrotolate di pasta di tortello, ricoperta di cioccolato e a scelta nocciole, noci, mandorle, pistacchi, di tutto di piu! (mi raccomando provatene uno per iniziare… stancano dopo qualche morso e procuratevi qualche bevanda per accompagnarlo). Quello che ho preferito, però, che fa da pasto sostitutivo -anche perchè le dosi tedesche sono da americano!- è una sorta di pane lievitato bianchissimo e soffice, dolce, che viene posto caldissimo in un piattino fondo di plastica, ricoperto di crema di vaniglia e di salsa di ciliege o frutti di bosco. É molto particolare… la salsina di ciliege è buonissima! Ovviamente non è stato possibile esimersi dall’assaggio del vin brulè 😉 speziato, caldo e buonissimo! Viene servito in tazze natalizie, a richiesta con panna, con un sovrapprezzo di 2€ per la cauzione (potete in pratica comprarle per quella cifra se non le rendete) Ogni bancarella, ogni mercatino, ne ha di diverse, sono tutte molto carine. Vengono utilizzate anche per la cioccolata calda, alternativa per gli astemi e i piu’ piccoli.

È chiaro che non morirete di fame e che patirete meno il freddo grazie a questi *generi di conforto*; il tutto a prezzi molto amichevoli e dosi abbondanti. Da qui si capiscono molte cose… …Ma torniamo al tour della città.

Ristorati ci dirigiamo alla fermata dell’autobus, il 100 e il 200 sono linee molto comode: girano intorno al centro da due lati e vi permettono di avvistare (sono a 2 piani) i principali punti dove è interessante fermarsi. Su una guida abbiamo poi letto che sono i 2 autobus con cui si può fare un giro della città economico e completo. Prima tappa nella zona del LUNA PARK, che dopo il tramonto diventa fiabesco con la cattedrale sullo sfondo, anche qui un mercatino di Natale. La ruota panoramica sfavilla di luci che variano in una girandola di sfumature. Procediamo a piedi verso un altro mercatino (come anticipato…Sono tutti molto simili!), ed un altro ancora, riprendiamo l’autobus 200 ed arriviamo fino alla Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche (“Chiesa commemorativa dell’imperatore Guglielmo”), conosciuta anche come la Gedächtnis-Kirche (cito i nomi in tedesco, così se dovete fare ricerche è piu’ facile), che durante la seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiata in un bombardamento alleato; si è scelto di lasciarne i resti, detto dai berlinesi “der hohle Zahn” (“IL DENTE CAVO”) e di costruire accanto una struttura moderna, detta “CIPRIA E ROSSETTO”, una chiesa a pianta ottagonale con un campanile annesso. Davvero lascia perplessi questa nuova costruzione (personalmente non amo le chiese moderne), invece è senza dubbio una scelta dolorosa, ma giusta ed efficace quella di lasciare il rudere della chiesa antica originaria, peraltro bellissima, che doveva essere un gioiello prima di essere bombardata, e resta a monito dell’umana Stupidità. Ci attardiamo nelle vie del quartiere, nel girare per l’ennesimo mercatino, e di nuovo prendiamo un autobus, ancora il 200. L’idea era di prendere il primo che passasse per esplorare un nuovo quartiere, ma dopo pochi minuti, anche per il gran caldo, la stanchezza di ore ed ore a passeggio, e la poca aria che circola nei bassissimi secondi piani dei bus (occhio alla testa: se superate il metro e 60 non potrete mai stare eretti), quasi ci appisoliamo… Sono quasi le tre: se tornassimo in hotel per un riposino? Persuasi che ci occorra recuperare un po’ di energie, ma che tornare ora in hotel sarebbe controproducente, scendiamo e ci fermiamo a prendere un po’ d’aria, nel cuore del grande parco Tiergarten, che occupa una superficie di 200 ettari; siamo vicinissimi alla famosa COLONNA con “l’angelo”, che motiva la nostra sosta. In realtà la statua rappresenta Victoria, la “dea romana DELLA VITTORIA”, uno dei simboli della città, ripreso nel noto film di Wenders. Si tratta della Waterloosäule (“COLONNA DI WATERLOO”) “commemorativa della vittoria nella battaglia di Waterloo del 1815, quando i prussiani, gli inglesi e gli abitanti di Hannover si unirono per sconfiggere Napoleone”. Angelo mi convince a entrare a visitarla, malgrado la stanchezza; scopriamo che è ora possibile salire, a piedi, per una vorticosa scala a chiocciola –se soffrite di vertigini evitate!- composta da oltre 300 scalini che portano sotto la statua della Vittoria, da vicino decisamente meno affascinante, e ci permettono di vedere la città dall’alto al tramonto. Sono senza fiato: tra la stanchezza pregressa, e gli infiniti scalini, arrivo boccheggiante in cima, ma quando mi riprendo mi accorgo che la vista è valsa lo sforzo. Dall’alto possiamo vedere tutta la città, sotto di noi avvistiamo una ex dimora reale, ora residenza del presidente, la Potsdamer Platz, che dal viale “Unter den Linden” porta in Alexanderplatz e tanto altro… La discesa è interminabile, ma miracolosamente ci riprendiamo una volta all’aperto e nuove energie ci animano. Il colpo di sonno è ora un ricordo.

Le luci della città sono ora tutte accese e ci invogliano a procedere nel nostro giro. Optiamo per un ritorno verso Alexanderplatz, sempre con il bus 200, ormai una sicurezza, e dopo essere passati oltre la porta di Brandeburgo, che questo autobus costeggia, ma non attraversa, ci fermiamo nel viale “Unter den Linden”, all’incrocio con FRIEDRICHSTRAßE. La imbocchiamo a piedi: è un mix tra via Montenapoleone e Buenos Aires per intenderci, e ci appare in tutto il suo splendore con cascate di illuminazioni natalizie accese. Questa tappa nella via dello shopping, principalmente per curiosità, ci regala la possibilità di fotografare palazzi ricoperti di addobbi natalizi sfarzosi e luminosissimi e a me di curiosare. -Comunicazione di servizio per le shoophahoolic: lasciate ogni speranza di poter acquistare abiti! Quelli tedeschi sono decisamente lontani dal gusto, senza offesa, e sarebbe quasi paradossale acquistare degli stilisti italiani e poco interessante da H&M e simili, che ci sono ormai ovunque; anche se… può essere interessante sapere che a metà dicembre ci sono già i saldi e che le taglie sono davvero diverse dalle nostre; anche le linee piu’ modaiole sfrondano la barriera della 42 di parecchi taglie: chiunque là si sentirà magrissima… (ma anche bassina rispetto alle tedesche che spesso svettano oltre il metro e ottanta, considerate che io sono alta un metro e settantacinque!) Invece sarà curioso ed interessante, come entrare in una sorta di laboratorio etnografico, visitare il piano dell’intimo nelle Galeries Lafayette; vi lascio la sorpresa, non descrivendo nel dettaglio cosa troverete, ma anticipando solo che i vs accompagnatori maschi vi ringrazieranno e rimarranno colpiti sia dal reparto, con i suoi allestimenti ammiccanti, i suoi addobbi in lattice e manichini davvero inusuali rispetto alla nostra abitudine, che dalle commesse, che sembrano modelle e sono vestite e truccate a tema in ogni reparto. Esistono anche famosi centri commerciali, dedicati agli stilisti piu’ famosi, miniature raccolte delle grandi vie della moda di Milano e Parigi, che hanno però tutto un altro fascino. Tornati su “UNTER DEN LINDEN” percorriamo l’isola pedonale centrale, dove un viale di tigli, tutto illuminato, rappresenta con grande effetto scenico una foresta incantata e crea un’atmosfera davvero magica, con la grande ruota panoramica e la cattedrale sullo sfondo. Piccola sosta al mercatino del Luna Park per rifocillarci e ingerire qualcosa di caldo –ormai sono le 7 e qui tutto è anticipato di un ora o due sugli orari italiani!- e questa volta ci dirigiamo davvero verso l’hotel. Siamo a pezzi! come si dice in questi casi, “stanchi ma felici” e con gli occhi ancora pieni delle tante cose viste, ci ritiriamo. Le luci della città pulsano sotto di no, la vista è notevole! La ammiriamo direttamente dal letto, dove, dopo una doccia ristoratrice, crolliamo… e ci risveglieremo quasi 12 ore dopo.

Sabato 16 dicembre il risveglio è piacevole: il cielo è terso e mantiene qualche sfumatura del sole sorto da poche ore. Facciamo colazione al centro commerciale di fianco all’hotel per recuperare dell’acqua e scoprire che è munito di un banco pasticceria, con angolo caffetteria molto tranquillo, che offre, tra le varie opzioni, sacker torte e strudel servito con crema di vaniglia calda e cioccolata bollente, una *coccola* per iniziare bene la seconda lunga giornata che ci attende. La temperatura, anche oggi, è mite rispetto a ciò che ci aspettavamo, ma ci concediamo comunque una buona dose di zuccheri vista la nostra abitudine a camminare per ore, ore ed ore… Attraversiamo il mercatino accanto, rinunciamo a salire sulla TORRE DELLA TELEVISIONE -chiamata affettuosamente dai berlinesi Telespargel (asparago)-, causa coda chilometrica, di almeno 2-3 ore (non fatevi ingannare da ciò che vedete all’esterno, il serpentone umano prosegue all’interno e sulle scale…), esploriamo la stazione della metro (niente di che) che decidiamo di non prendere per continuare a osservare la città in superficie, anche se alcune fermate lo sono, attraversiamo la piazza e il parco annesso, passiamo oltre, raggiungiamo la zona del luna park, superiamo alcune gallerie e centri commerciali, osserviamo le vetrine e i berlinesi e turisti che affollano le strade, in cerca di cose curiose e caratteristiche. Si tratta di una bella passeggiata, ma ormai ci sembrano distanze minime e strade familiari. Camminiamo per un’oretta, per puro caso arriviamo davanti al Radisson e per l’esigenza di una sosta entriamo per cercare il bar e perchè ricordiamo vagamente qualcosa riguardo a questo hotel lussuoso, una bella sorpresa che ci attende, a ripagare il cassettino della memoria che si è aperto al momento giusto: un enorme ACQUARIO di pesci tropicali campeggia davanti a noi, è di forma cilindrica, è alto piu’ piani dell’hotel –non scherzo, cercate le foto in internet- ci appare nella sua maestosità con tanti pesci colorati, piccoli e grandi, e tanti turisti in ammirazione. C’è un ascensore turistico per fare le foto all’interno del cilindro. Davvero notevole questa suggestione sottomarina. Se vi piace il genere etno chic, sotto l’acquario un sushi bar, adeguato all’ambiente… Usciamo e procediamo, siamo praticamente arrivati alla BASILICA, che alla sera ospita concerti e rappresentazioni, purtroppo la cattedrale risulta al momento deficitaria della cupola, attualmente adagiata nel giardino del Duomo per consentirne i lavori di restauro. E’ possibile visitare la cattedrale in determinati orari e a pagamento. Dall’esterno sembra quasi un teatro: importanti lampadari campeggiano su scalinate che ricordano i palazzi dei film della principessa Sissi.

Sul ponte sul fiume, che scorre lì accanto, c’è un crocchio di persone che vociano; rimaniamo colpiti da ciò che vediamo: ancora ci sono persone così ingenue –voglio essere buona, visto che è Natale!- da farsi coinvolgere nel gioco delle tre carte! incredibile!!! È sabato, accanto c’è il mercato dell’antiquariato, ma decidiamo di non fermarci, certi di ritrovarlo al nostro ritorno, poi decidiamo di prendere un autobus e scendere appena avvistiamo un quartiere nuovo. Avvistiamo GENDARMENMARKT, definita come una delle più belle piazze di Berlino, purtroppo poco visibile nel suo insieme, in quanto occupata dall’ennesimo mercatino, che ne impedisce uno sguardo d’insieme, si scorge quasi a fatica anche la statua che la caratterizza; questo è decisamente famoso ed è a pagamento. Sinceramente non ci va di girarlo, non tanto per il prezzo ridicolo dell’ingresso, ma per la coda per il biglietto, la ressa, il caldo, e la quasi certezza che, purtroppo, i manufatti sono tutti simili (ci resterà il dubbio che magari questo fosse diverso, chissà…) e siamo stufi di cibo… Dubbio: ma i tedeschi mangiano continuamente? 😉 Proseguiamo e finalmente raggiungiamo CHECK POINT CHARLIE. Angelo mi racconta come era quel luogo quando ancora c’era il muro, mi dice che nulla è come allora, quando sembrava di vivere in un libro di storia; c’erano i minacciosi militari della DDR a vigilare, i vopos; lui e i suoi amici, come tanti ragazzi, erano andati là per lasciare una segno proprio sul famigerato muro, increduli che nel 1988 ci fosse ancora traccia di quella tragica soluzione che aveva diviso in due la città, spezzato famiglie, cambiato per sempre i connotati alla città e il destino dei suoi abitanti. Continua il suo racconto tentando di spiegarmi la sensazione provata nell’attraversare i settori in metropolitana, in silenzio e nella penombra, con 3 stazioni abbandonate e murate, in prossimità del muro: il treno passando in quella tratta rallentava, così si potevano vedere, dal finestrino, illuminati da una luce fioca, le scritte originali. D’epoca precedente al muro, con i nomi delle stazioni. Nell’89 aveva seguito con grande partecipazione la caduta del muro, ed ancora oggi è stupito di come allora molti non si rendessero ben conto di cosa stesse accadendo e di come la gente abbia dimenticato in fretta, e che generazioni intere non ne sappiano granchè (per chi non ne ricordasse o volesse saperne di piu’: http://it.Wikipedia.Org/wiki/Muro_di_Berlino). Io ero alle superiori e vedevo quell’evento come qualcosa di molto lontano, appartenente ad una realtà distante. Di quel passato che sembra ancora piu’ lontano oggi, ora rimangono alcune testimonianze tangibili, ma secondo me *fredde*: qualche pezzo di muro, con i graffiti piu’ interessanti, alcuni di artisti famosi, nell’omonimo museo, l’inquietante messaggio “You’re living the American sector”, che riproduce quello originale, e un lotto ancora libero –tutto intorno costruzioni moderne- contornato da cartelloni con foto d’epoca e percorsi didattici perchè i turisti non dimentichino…O apprendano come era la vita allora. È strano vedere due giovani figuranti vestire le divise dei militari Americani, sorridere in posa per le foto. Il loro atteggiamento è tutto fuorché solenne, sono giovanissimi e allegri. Non è l’effetto Disneyland (o minItalia) a colpirmi -la ricostruzione era meno finta di quelle viste in alcuni importanti musei, gli abiti erano originali d’epoca e il baracchino del controllo documenti era probabilmente quello originale, come i cartelli di avviso che si stava oltrepassando il confine di un settore- ma il fatto che in un certo senso non stridesse affatto con il passato pesante che apparteneva a quei luoghi, ma anzi ne rappresentasse una naturale continuità. La città ha svoltato, ha superato un passato che l’ha stravolta, brulica di giovani e di turisti, ed è ora piena di atelier di artisti giovani dove un tempo c’era il muro a spaccare in due la città e la vita di molti: “prima e dopo”. Si dice spesso che sia una città di contrasti ed accostamenti forti: è così. Gli architetti di tutto il mondo hanno potuto contribuire a ricostruirla, a darle una nuova identità, a cambiarne il carattere. Difficile oggi capire come fosse allora, se non appunto da queste ricostruzioni, che permettono di non dimenticare, impossibile concepire come fosse anche solo 20 anni fa, se non andandoci con qualcuno che ci è stato. E che la gente non dimentichi, è una volontà che pervade tutti i luoghi storici della città. Dalla torre della vittoria, avevo potuto notare che del muro non resta quasi segno. È davvero impressionante, eppure ovunque sono in evidenza rovine, monumenti restaurati, tracce evidenti del passato. Camminiamo lungo l’ex perimetro del muro, riprendiamo la mappa e decidiamo di recarci ad una attrazione panoramica che ci ha incuriosito: si tratta di una MONGOLFIERA che rappresenta un mappamondo, che si innalza sulla città. È chiusa per il troppo vento e scopriamo anche molto costosa… Volete vederla? Cercate la parola “mappamondo” in questa pagina http://www.Jrgoogleearth.Blogspot.Com/ Camminiamo ancora, prendiamo di nuovo il bus, sempre il 200, e ci avventuriamo in un nuovo quartiere, che esordisce con un viale ampio, contornato da giardini, palazzi, costruzioni moderne. Capitiamo quasi per caso davanti al museo di arte moderna, che amo molto, è la NUOVA GALLERIA. Ci trascino mio marito, che invece è di gusti classici, e ne vale la pena; l’allestimento è decisamente interessante, la struttura è molto aperta, semplice da fruire anche per i non appassionati, sale immense con opere molto grandi, si alternano a piccole stanze, corridoi, anfratti, scorci sul giardino che ospita ancora opere, come tessere di un mosaico che induce il visitatore a immergersi nel percorso spaziale in un’alternanza di autori tutti importanti. Ovunque comode poltrone Barcellona -sembra un’esposizione milanese piu’ che un museo!- mi viene da pensare… che permettono pause confortevoli. È permesso fare fotografie, è una cosa che mi stupisce. C’è un po’ di tutto, quasi un bignami dei principali movimenti e stili dell’arte moderna classica: un kandinsky, un Munch (il suo ritratto è il quadro che mi ha colpito di piu’), alcuni Picasso, il blu di Klein, le sculture di Fontana, cui sono particolarmente legata perché mi ricordano una piazza dove ho trascorso molte ore della mia infanzia, solo per citarne alcuni e molti molti altre esponenti di cubismo, espressionismo, bauhaus, surrealismo… il prezzo del biglietto è di 8€, compreso il guardaroba (perché nei musei italiani ce lo fanno sempre pagare a parte?), secondo me decisamente ben spesi http://www.Neue-nationalgalerie.De/ Superiamo a piedi il Philharmonie und Kammer Musiksaal, la FILARMONICA di Berlino, che abbiamo avuto modo di ammirare più volte passando col bus, e camminiamo fino al SONY CENTER, siamo in POSTDAMERPLATZ. Anche qui un mercatino, dove è sempre un piacere rifocillarsi, ancora una volta siamo in giro da ore e nemmeno ci siamo accorti che sono già la 3! C’è una pista di pattinaggio, ce ne sono molte in città; ascoltiamo per qualche minuto musicisti vestiti da babbo natale, guardiamo distrattamente le bancarelle – mi ripeto, ma sembrano proprio vendere tutte le stesse cose! – riscaldandoci con un ottimo vin brulè e cibo caratteristico, in questa occasione ho provato il dolce a forma di pane, ricoperto di ciliege giganti in salsina dolce e crema di vaniglia, vi assicuro che non avrete fame per ore! Lo riconoscerete perché viene conservato in una specie di teca in vetro che in realtà lo conserva al caldo. La struttura del Sony Center cattura gli occhi: sotto la cupola avveniristica, alcuni stand natalizi, un grande albero di Natale, e non aspettativi di trovare chissà chè se siete amanti della tecnologia della Sony c’è solo un piccolo punto vendita… siamo abbastanza stanchi, decidiamo di ritornare in centro. Un autobus ci riporta verso la PORTA DI BRANDEBURGO, dove ci fermiamo; è l’occasione per vederla bene e fare qualche foto. “Segnava il confine tra il settore Est ed Ovest e richiama l’ingresso all’acropoli di Atene, il colonnato è dorico, i bassorilievi rappresentano scene della mitologia greca e la porta è sormontata da una scultura denominata Quadriga, considerata simbolo di pace. Nel 1806 Napoleone portò la Quadriga a Parigi e solo nel 1814 la scultura fu restituita, in segno di resa ai vincitori”. La attraversiamo, giriamo nel quartiere, infine ritorniamo dal lato pedonale. È stata completamente ristrutturata, infatti ora è perfetta e troverete ottime angolature per foto suggestive al tramonto. Le luci che illuminano ora la grande porta le danno un tocco spettacolare e un enorme albero di Natale, riccamente decorato, sembra minuscolo in quegli spazi enormi. Altrettanto suggestivo fotografare da qui il viale alberato che conduce in Alexanderpltatz, che ormai conosciamo bene, eppure ad ogni passaggio si nota qualche particolare nuovo, gli spazi sono ampli, e poi la suggestione di quel viale incantato invoglia a ripercorrerlo per l’ennesima volta, questa volta completamente, fino alla cattedrale, che è illuminata dalle luci del luna park e della ruota panoramica che cambia colore. Quando arriviamo sul fiume dopo le 5 di pomeriggio, stanno smontando il mercatino dell’antiquariato: peccato! È ormai ora per una cena alla berlinese, ancora una volta consumata nei mercatini: ci vogliono parecchie occasioni per testare ogni specialità e non ci teniamo a rinchiuderci in un ristorante, probabilmente ci addormenteremmo, e perderemmo l’allegra energia di questi luoghi di incontro all’aperto. Dopo cena esploriamo il quartiere tra il Pergamo e Alexanderplatz, questa volta stando oltre il canale. È una zona molto tranquilla, sembra un borgo, tutto è ricostruito con uno stile da piccola cittadina di provincia: corti, ristoranti e negozi sotto i portici, con decori natali di pizzo al tombolo in vetrina, piccole piazze con addobbi natalizi molto curati, case a massimo 2-3 piani, una piccola chiesa è al centro di questo quartiere, è molto bella dall’esterno. Torniamo in hotel attraversando il parco da un lato diverso e ammiriamo l’albero natalizio gigantesco che ne decora un angolo. La zona è tranquilla. La città ci è sempre parsa molto tranquilla e sicura, distante dai i cupi scorci del film di Cristiana F che avevano popolato i miei incubi. Una noiosa pioggerellina ci convince a tornare in hotel, anche se siamo attrezzati di ombrellino e cappuccio, ma la giornata è stata lunga, cominciamo ad accusare una certa stanchezza e non siamo interessati alla vita notturna, (in hotel ci sarebbe il casinò, ma non è di nostro interesse e purtroppo la terrazza panoramica è ancora chiusa!), quindi è il momento di abbandonarci al morbido giaciglio e farsi cullare da Morfeo… Domenica 17 dicembre Al mattino è tornato il sole, salvo qualche ora nella giornata di sabato, il tempo è stato molto clemente con noi, tanto che mi sono davvero pentita di non avere con me degli occhiali da sole, il meteo dava brutto tempo ed ero preparata al peggio. Mi spiegava Angelo che, senza una catena montuosa a proteggere, il CLIMA cambia repentinamente, infatti può piovere improvvisamente anche se al mattino vedi solo sereno all’orizzonte, quindi è buona cosa munirsi di ombrellino. Se fate solo bagaglio a mano è permesso (questo era un dubbio che avevo). Rapida colazione in mezzo ai berlinesi, questa volta in una bancarella pasticceria-panetteria del mercatino sotto l’hotel, -è impressionante che possano aver installato dei forni veri in mezzo alla strada!- accompagnata da bevande calde tradizionali. Ci si deve secondo noi immergere negli usi della città, per coglierne l’essenza, anche se crauti a colazione è davvero impegnativo…Almeno per me! ma per chi volesse una full immersion nei costumi locali, a tutte le ore ne troverete e vedrete persone mangiarne con l’immancabile wurst! Curioso e tipico il venditore di hot dog, che porta, come la piccola fiammiferaia delle favole, una tracolla fornelletto, una sorta di barbecue portatile, e cuoce al momento i wurstel…Impressionante. Ultima sosta in camera, check-out, e sfruttiamo la possibilità di poter lasciare i nostri zainetti in custodia, fino al momento della partenza. Ci dirigiamo al Pergamo ed abbiamo modo di rivedere il MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO dove acquisto una spilla di bigiotteria stile liberty, di falsi (diversamente ho fatto l’affare della mia vita, pagandola 14€!) rubini che indosso all’istante e un portacandele caratteristico. Non ho resistito pur sapendo che potrei avere qualche problema al controllo in aeroporto… invece anche se i controlli sono severi, e addetti di sessi diversi ti perquisiscono accuratamente come in India, indossandola non ho avuto problemi, essendo la spilla in se’ davvero piccola. È interessante anche solo vedere chi espone la merce, gli espositori sono personaggi con cui è piacevole scambiare due battute. Purtroppo io non parlo tedesco, quindi è preclusa la possibilità di acquistare libri –è state quasi una sofferenza fisica non poter comprare nulla nelle tante librerie viste-, ma è comunque affascinante frequentare questi mercati. Per chi ha piedini da cenerentola, ottime occasioni: scarpe vintage, praticamente nuove, se non nuove, anni ’50, femminilissime con i loro fiocchi e punte arrotondate, attuali nei colori sgargianti, sconvolgentemente identiche a quelle proposte quest’anno dai principali stilisti, è proprio vero, come dice sempre una mia zia d’età, attenta osservatrice degli stili e del costume, che tutto torna nella moda. La zona è quella dei musei, Angelo ci teneva a farmi vedere il PERGAMO, di cui conservava un ricordo molto nitido. La maestosità della struttura si manifesta anche all’esterno. Esistono vari siti dove potete trovare la genesi del museo, sinteticamente, giusto per inquadrarlo: “il Pergamon Museum è stato inaugurato solo nel 1930, ma le sue origini risalgono al 1878, a sette anni dalla fondazione del nuovo Reich e di Berlino nuova capitale dell’impero guglielmino. Berlino voleva avere in Europa non solo un ruolo politico, ma anche una leadership culturale. Fu dato il via quindi a campagne di scavo in numerosi luoghi dell’Asia minore…” “il Pergamon Museum trae il suo nome dal fatto di ospitare la ricostruzione in grandezza naturale dell’altare di Pergamo, capolavoro assoluto dell’arte ellenistica, risalente alla prima metà del ii secolo avanti Cristo. Solo il fregio è originale, però: l’opera ha avuto vicissitudini varie. Nel 1945 fu portata perfino in Unione Sovietica, requisita dai generali dell’Armata Rossa. Solo nel ’58 fu parzialmente restituita.” Siamo sorpresi dal fatto che non ci sia praticamente coda, alle due casse solo una coppia di ragazzi, davanti a noi, e dall’altra un addetto che chiacchiera con una collega. Decidiamo di lasciarli chiacchierare, anche perchè non sembrano badare al fatto che ci siano dei clienti, e qui la legge di Murphy colpisce impietosa: i ragazzi davanti a noi ci metteranno 15 minuti!!! incuranti del fatto che si sia formata una lunga coda. Non stupitevi, tutti sono davvero tranquilli e flemmatici… non ci è mai accaduto di vedere un berlinese muoversi freneticamente! Ricordatevi che siete in vacanza!!! (a proposito: magari se avete fretta fate check-out presto dall’hotel, le code che si formano sono mostruose e potrebbe venirvi l’ansia di perdere l’aereo). Il museo ha spazi immensi. Interi templi, scalinate in marmo, colonne alte decine di metri, pareti, statue, sono stati trafugati tra le due guerre, principalmente dall’allora Mesopotamia. il colpo d’occhio è impressionante. Mi pervade una rabbia molto forte: come è possibile ipotizzare di trasferire fisicamente, segare, smontare, trasportare via nave e poi ricostruire, i resti di intere città antiche? Considerando che in alcune di quelle zone, i talebani, pochi anni fa, hanno addirittura fatto esplodere opere d’arte che avevano centinaia di anni, ci si chiede cosa sia peggio e viene in parte mitigato il senso di disagio che si prova nel pensare alla violenza –anche- culturale che ha accompagnato quel regime, che portava “il progresso” e rapinava arte secolare… Purtroppo molti importanti musei sono pieni di opere trafugate, con incredibile prepotenza, la casistica è ampia, a testimonianza di come ogni epoca e parte politica abbiano avuto parte in questa barbarie, e purtroppo ce ne sono di piu’ gravi perchè attuali, ma non voglio perdermi in facili retoriche. Tornando a questo museo, vi assicuro che vederlo dal vero, nella sua imponenza, lascia veramente basiti ed entrando nelle varie sale, valutando il valore e la quantità dei pezzi incredibili che ne fanno peraltro qualcosa di unico, il disagio non mi abbandona, anzi, quasi mi sento in colpa, per aver dato 14€ ed esserne diventata correa, però ormai sono qui e la storia non si può riscrivere e l’unico aspetto positivo di questa situazione è che questi capolavori sono ora patrimonio dell’Unesco e a disposizione di tutti. Qui ha luogo un divertente siparietto, che mi distoglie da queste mie riflessioni cupe: un bambino urla a squarciagola, emette un suono simile ad una sirena di una fabbrica! Gli strilli continuano per alcuni minuti, amplificati dal silenzio assoluto che le rovine di civiltà antiche e lontane inducono in chi le visita; i genitori lo ignorano, fingendosi rapiti dall’audioguida! Flemma teutonica? Estrema capacità di concentrazione ed estraneazione? Sindome di Stendhal? i bambini non pagano mai l’ingresso nei musei visti, ma se sono piccolissimi, per esperienza diretta, si annoiano parecchio, specie in mezzo a resti tombali… invece se hanno già dimestichezza con i computer si troveranno a loro agio, piu’ di molti adulti, con i molti desk informatici a loro disposizione. Dopo questa visita interessante, perlustriamo il quartiere: i musei sono davvero imponenti, sembra di essere tornati indietro di oltre 2 millenni, fuori dai musei alcune statue alimentano la suggestione. Ci concediamo un ultimo momento di passeggio per la città, acquisto finalmente alcuni portacandele souvenir, boules in vetro decorato, con rappresentazioni della città, sia come piccoli presenti natalizi sia come ricordi di questa città da aggiungere alla mia collezione domestica. Un ultimo sguardo alla sky-line della città, per memorizzarla bene e serbare il ricordo del contrasto tra antico e nuovo, tra pre o post muro e suo abbattimento, tra gotico, romanico, barocco, moderno e contemporaneo ed altro ancora, e rivedere ancora un volta il meraviglioso effetto scenico delle luminarie natalizie che rendono magica la città, del luna park illuminato tra cattedrali, ponti sull’acqua, musei imponenti e la torre della tv, che sembra appartenere alla scenografia di un film di fantascienza, fin da quando la noti atterrando. Sono molto contenta di avere visitata questa città che non conoscevo e ringrazio mio marito per questa bella idea. Anche se non eravamo particolarmente organizzati ed abbiamo scelto una linea rilassata, in 3 giorni pieni, principalmente “on the road”, a piedi come piace a noi, abbiamo visto i segni indelebili della storia e moltissime realtà diverse – mercatini, monumenti, musei, lavori in corso…- e colto i molti contrasti che animano questa città, in continua evoluzione. Mentre mi dirigo in autobus verso l’aeroporto, vedo la stazione contornata da una cascata di stelle blu, un decoro natalizio degno di un film holliwoodiano, e mi abbandono a romantiche riflessioni, pensando che viaggiare e visitare una città che non si conosce, sia davvero meraviglioso, il modo ideale per passare qualche giorno di vacanza, senza dubbio il nostro preferito.



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