Luna di Miele in Malaysia e Borneo

Ci siamo sposati quest’anno, e il nostro regalo di nozze è stato un fantastico viaggio in Malaysia. Abbiamo volato con Malaysia Airlines, volo diretto da Roma, e i servizi e la cortesia della Malaysia si cominciano a conoscere appena si sale sull’aereo. Noi siamo partiti con un viaggio organizzato dall’Italia, però individuale: avevamo...
Scritto da: Katia_73
luna di miele in malaysia e borneo
Partenza il: 25/04/2006
Ritorno il: 12/05/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Ci siamo sposati quest’anno, e il nostro regalo di nozze è stato un fantastico viaggio in Malaysia.

Abbiamo volato con Malaysia Airlines, volo diretto da Roma, e i servizi e la cortesia della Malaysia si cominciano a conoscere appena si sale sull’aereo. Noi siamo partiti con un viaggio organizzato dall’Italia, però individuale: avevamo prenotato le nostre guide e gli spostamenti tramite un’agenzia, e abbiamo soggiornato in strutture di categoria elevata, tenendo conto di questo possiamo dire che non abbiamo speso molto (2200 euro per il viaggio, a testa, più le spese fatte là, per mangiare si può spendere veramente poco!), ma vi assicuro che potete organizzarvi senza appoggiarvi ad agenzie, e poi là affidarvi alle varie agenzie locali che organizzano ogni tipo di escursione! Era la nostra luna di miele e ci siamo fatti viziare! Siamo arrivati a Kuala Lumpur il 26 aprile, al mattino. Dopo aver lasciato le nostre cose in albergo, abbiamo iniziato a prendere confidenza con questa metropoli. E il suo biglietto da visita sono le KL Petronas Twin Towers. Dominano il panorama della città: da qualunque parte ci si avvicini, svettano sopra tutti i palazzi e i grattacieli di Kuala Lumpur. Di notte sono un affascinante spettacolo di luci, sono di un’imponenza notevole. Una sera ci siamo seduti nel parco adiacente, osservandone in silenzio la maestosità, in un’atmosfera quasi irreale. Una città così non l’avevamo ancora vista.

Kuala Lumpur è una metropoli incredibile. Grattacieli in ogni dove, palazzi incredibili, centri commerciali da dieci piani, e poi templi di ogni religione, coloratissimi, accanto a edifici di epoca coloniale, vecchie dimore del sultano, la monorotaia sopraelevata, ettari di giardini…

C’è il quartiere di Chinatown, pieno di bancarelle e negozi e cibo, di giorno e di notte. Ci fu un periodo in cui il governo malese favorì l’ingresso dei cinesi per impiegarli nella nascente industria malese. Per questo ora ci sono moltissimi abitanti di origine cinese in tutta la malesia: la popolazione di origine cinese mi pare si attesti attorno al 30%, mentre quella malese è attorno al 50%. Il governo poi è dovuto intervenire nuovamente per arginare l’ingresso dei cinesi, ci fu un attimo in cui la popolazione cinese era superiore numericamente a quella locale e le cariche più importanti nel settore industriale erano tutte o quasi occupate dai cinesi. Il cibo: A KL ci sono interi quartieri dedicati al cibo, con file di bancarelle dove si cucina all’aria aperta, e si mangia ad ogni ora del giorno. Tipicamente, un piatto di riso bianco e poi tutto quello che ci si vuole mettere sopra: carne, pesce, verdure, tutto rigorosamente piccante e speziato. Il riso è il cibo di base, a colazione pranzo e cena. Poi ci sono le fantastiche Laksa, le zuppe piccantissime! Con spaghetti di riso e verdure, carne, pesce, quello che c’è. C’è l’influenza di tutta la cucina asiatica, qui, quindi potete assaggiare qualsiasi cosa! Si può mangiare tranquillamente alle bancarelle, noi non abbiamo avuto nessun tipo di problema di salute, e a volte ci siamo anche bevuti il succo di frutta con il ghiaccio… Succedeva che ci scordassimo di chiederli senza: il più delle volte poi ti guardano con tanto d’occhi quando chiedi “without ice”, loro mettono il ghiaccio ovunque! Una volta mi è capitato in un bar che mi portassero il thè caldo… (solo perchè lo avevo chiesto senza ghiaccio!) Gli abitanti del luogo mangiano spesso alle bancarelle, pare che mangino a qualsiasi ora del giorno! Si spende pochissimo e si mangia di tutto. La cosa che a noi può sembrare incredibile, è che in questi “locali all’aperto” vi sia una pulizia superiore a quello che ci si può immaginare. Si passeggia in mezzo agli odori di una cucina speziata e saporita, e molto colorata! Noi siamo partiti avendo già l’idea di incontrare una popolazione che non stava affatto nel terzo mondo, e la cosa che più mi fa arrabbiare quando racconto del viaggio è la gente che mi apostrofa subito dicendo “Chissà che sporcizia, chissà quanta poca igiene…”. E invece sono molto più puliti e ordinati di noi, e rientrando in Italia, tristemente, si nota subito quanto la pulizia delle città sia di nuovo un sogno…

La prima sera abbiamo cenato al ristorante girevole, sulla torre delle comunicazioni, da cui si gode il panorama di tutta la città, veramente a 360°. E’ il posto migliore per dominarla e ammirarla dall’alto. Si mangia anche discretamente. In realtà è una cena che ci siamo goduti un pò a metà, eravamo un pò stonati per il fuso orario e ci sentivamo ancora un pò disorientati, ma guardavamo fuori dalle vetrate con aria stupita, forse era anche il fatto che stavamo guardando una città veramente sorprendente.

Sotto al ristorante ci sono anche dei binocoli per osservare i vari punti della città, Merdeka Square, le KL twin towers, la zona degli hotel, i giardini… La piazza principale di KL è Merdeka Square (Dataran Merdeka in lingua malese, dove Merdeka significa Indipendenza). E’ una piazza molto grande, occupata da un grande prato circondato da palme, alla cui estremità svetta la bandiera Malese, issata sul pennone che dicono essere il più alto del mondo. Da un lato della piazza ci sono i vecchi edifici coloniali che erano dimora degli inglesi, e a guardarli pare proprio che da un momento all’altro debba uscire un gruppo di inglesi ben vestiti con in mano le mazze da cricket! Di fronte c’è la bellissima residenza del sultano, (che ora in parte è diventata sede del palazzo di giustizia) su cui dominano i grattacieli di KL.

E’ bello fare una lunga passeggiata attorno a questa piazza, l’atmosfera è sospesa tra il moderno presente e un passato coloniale e un pò da mille e una notte.

Tutti gli edifici e la vita amministrativa di Kuala Lumpur si stanno spostando verso quella che è la capitale amministrativa della Malesia, Putrajaya. E’ una città costruita recentemente alla periferia di Kuala Lumpur. C’è un’enorme moschea che si specchia nel lago artificiale, residenze dei sultani e dei ministri, giardini e uffici. Sembra un villaggio dei film di Tim Burton, con i giardini geometrici, ben rasati, verdissimi. Ha un’atmosfera un pò finta, e non mi è piaciuta molto. E’ una città costruita sulla carta, della quale non si riesce a capire l’anima, la personalità. Ma vederla è necessario per capire un pò questo paese, sospeso tra tradizione e modernità, e non è un modo di dire! Il Sarawak.

Kuching è la capitale del Sarawak, la regione meridionale del Borneo malese. E’ adagiata sul fiume Sarawak, languida come un gatto… E infatti sembra che Kuching in lingua locale significhi “Città dei gatti” perchè quando arrivarono gli inglesi, trovarono una città piena di gatti. Il gatto è ora il simbolo di questa città così affascinante.

Arrivati a Kuching, è un’esperienza impagabile passeggiare per le vie della città vecchia: ci sono piccoli negozi che si susseguono uno accanto all’altro, sotto i portici, e vendono ogni cosa, dagli oggetti di artigianato del Borneo, ai telefonini di ultima generazione, alla frutta, alla verdura, alle spezie… Qui le case sono edifici su due piani, solitamente sotto c’è il negozio, sopra c’è l’abitazione, e il colpo d’occhio è su una successione di insegne colorate, luminose e allegre. Indian Street è una delle vie pedonali di negozi della città vecchia, è una via acciotolata e ordinatissima, affiancata da file di palme, e vi si trovano molti negozi che vendono tele, sete e vestiti.

Facendo qualche passo, ci si imbatte poi nell’esplosione di colore dei templi cinesi, il più antico della città è quello di Tua Pek Kong. L’accesso è libero, e ci si ritrova in un paradiso di colori e profumi.

Il lungofiume è forse la parte più romantica e affascinante, completamente impregnata di atmosfera coloniale, come tante altre città malesi, ma che qui si respira in modo prepotente. Gli edifici della piazza sono chiaramente risalenti all’epoca della colonizzazione inglese, e si tocca con mano la riconoscenza e l’affetto nei confronti di Charles Brook, il rajah bianco, che governò la regione nel rispetto delle usanze, della cultura e delle abitudini delle tribù locali.

Il Borneo Sulla strada che da Kuching porta al lago di Batang-Ai, nel cuore del Borneo malese, ci si può fermare al centro di riabilitazione degli Orang-Utan, il Semonggok Rehabilitation Centre. Qui gli Orang-utan recuperati da una vita in cattività (illegale), vengono reinseriti alla vita selvaggia, riabituati a vivere nella foresta in completa autonomia. All’interno del centro si può assistere al momento in cui gli Orang-utan vengono nutriti: gli addetti portano il cibo, e aspettano che gli Oranghi vengano a prenderlo. E’ interessante sapere che c’è una precisa gerarchia per prendere il cibo, le madri porgono il cibo ai figli, e quando sta mangiando il maschio dominante, nessuno si può avvicinare, a meno che non sia lo stesso capobranco a porgere il cibo. A Semonggok abbiamo visto Richi, un maschio dominante, nato nel 1981, del peso di più di cento chili! Faceva un certo effetto a vederlo! Siamo stati fortunati perchè non ogni giorno esce dal folto della foresta per venire a mangiare quando c’è “orario di visita”! Dopo la visita al Centro di riabilitazione degli Orang-Utan ci siamo messi in viaggio per raggiungere l’Hotel che si trova a Batang-Ai, un parco naturale nell’est del Sarawak; l’Hotel sorge sulle rive di un lago, ed è costruito in stile locale, come una tipica longhouse (ovvero una casa costruita su palafitta, completamente in legno, con una lunga veranda comune).

Lungo la strada ci siamo fermati in un paese dove si svolge un mercato, credo giornaliero, dove vengono gli abitanti dei villaggi sparsi nel Borneo a vendere i prodotti della foresta. Questi mercati, tutti quelli che ho visto in Malaysia, sono veramente belli da vedere. Tante bancarelle una accanto all’altra, con tanti tipi di prodotti esposti con ordine, in un’allegra commistione di colori. Tutto è organizzato precisamente, i mazzetti di peperoncino, i cipollotti, le spezie… Non c’è una cosa fuori posto! E se ci si ferma a chiedere informazioni, sono tutti gentilissimi. Se non conoscono l’inglese, si fanno aiutare dal vicino di bancarella. Si ha la sensazione di far parte del posto, non ci si sente fuori luogo, seppur con una macchina fotografica al collo e la faccia un pò stupita da turista! Ci siamo poi fermati in un’altro paese, dove abbiamo conosciuto una coppia italiana, con una bimba di tre anni, ormai avvezza ai viaggi, che ci avrebbe fatto compagnia nel nostro tour per quei tre giorni. Finalmente potevamo parlare in italiano con qualcun’altro, e poter discutere e chiacchierare di questo paese per condividere il punto di vista “europeo”. La mamma di famiglia si occupa proprio di viaggi in Malesia, quindi il paese lo conosce molto bene. E’ stato un piacere chiacchierare con loro! Infine siamo arrivati al nostro hotel, dopo una lunga navigazione fluviale.

L’albergo è tutto in legno, immerso nella foresta, ed è un perfetto punto di partenza per le escursioni.

L’indomani siamo partiti per la visita a una tipica longhouse della tribù Iban. Sulla Lonely Planet è spiegato perfettamente come si svolge una visita in questi villaggi, intanto cercherò di raccontare al meglio quello che abbiamo visto e capito noi.

Le tribù del Borneo sono diverse, le più note e più “popolose” sono gli Iban, gli Orang-Ulu e gli Orang-Asli, i Bidayuh, i Malay… Tendenzialmente i rapporti sono buoni, anche se scambi diretti sono rari, tranne per chi si incontra nelle cittadine dove studiano i ragazzi o si commerciano i prodotti della foresta.

Le longhouse sono delle lunghe case costruite su palafitte, con una lunga veranda in comune. Ogni famiglia vive in una stanza, e la vita comunitaria si svolge su questa veranda. Davanti c’è poi lo spazio per lavorare i prodotti della foresta, pepe, bamboo, canna da zucchero…

Ogni longhouse è un villaggio, in ognuna longhouse c’è una precisa gerarchia, c’è il capovillaggio e ogni famiglia ha un suo ruolo. La vita qui si basa sullo scambio e sulla comunità.

Se si vuole visitare una longhouse bisogna rivolgersi a una qualsiasi agenzia del posto per organizzare la visita, perchè non ci si può presentare da soli. Ci sono usi e costumi che vanno rispettati. In genere, non si può visitare una longhouse se non invitati, e nel caso ci sia una famiglia in lutto, la longhouse non riceve visite per un certo numero di giorni… E’ importante conoscere le regole, per rispettare un modo di vita che non conosciamo! L’ultima tappa prima dei giorni di completo relax al mare è stato il Mulu Park.

L’arrivo in aereo già toglie il fiato: si arriva con piccoli aerei, visto che l’aeroporto è molto piccolo, e si sorvolano spazi immensi di foresta, un mare di alberi che non finisce mai, solcato dai corsi dei fiumi, una distesa di foresta pluviale che mi ha emozionato. Il Borneo è la più estesa e antica foresta pluviale esistente sul pianeta, e ha un fascino ancora quasi del tutto intatto.

Il Mulu Park è uno dei più importanti ed estesi parchi nazionali della Malaysia , immerso nel Borneo. Ci si può trascorrere tranquillamente una settimana, è un’intera regione dove si trova la foresta, le montagne, ponti sospesi, fiumi, grotte… Noi abbiamo fatto una breve visita a un tratto di foresta e una visita al famoso sistema di grotte del parco. E’ il sistema di grotte più grande al mondo, ogni ingresso sembra l’ingresso a una cattedrale! La Deer Cave ospita milioni di pipistrelli, e la sera, al tramonto, abbiamo assistito all’uscita di stormi di pipistrelli che andavano alla ricerca di cibo, per tutta la notte. Escono in lunghe scie, a milioni, e sembra che il cielo sia solcato da nuvole mutevoli e sinuose, e mentre eravamo lì in mezzo ad alberi immensi, si sentiva il fruscio del battito d’ali che non aveva fine. E’ uno spettacolo impressionante! Purtroppo al Mulu Park ci abbiamo passato solo due giorni, e quindi ne abbiamo avuto solo un piccolissimo assaggio, ci è rimasta semplicemente la voglia di tornarci…

Il nostro viaggio si è concluso con qualche giorno di completo relax al mare di Kota Kinabalu, in un resort spettacolare, dove ci siamo viziati nella spa del resort e in riva allo splendido mare.

Katia e Cesare bk.Katia@libero.It



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