Da Valencia a Tanger di Marocco passando per..
Nel mio racconto non mi dilungherò con descrizioni delle visite alle città visto che altri lo hanno già fatto in maniera egregia, mi limiterò solo a trasmettervi le sensazioni che ho provato nel lungo viaggio (circa 3.000 Km) e spero di riuscire nel mio intento.
Piccola premessa: 1. Le autostrade a pagamento si chiamano “Autopiste”, invece le “Autovie” spagnole, per chi non lo sapesse, sono delle vere e proprie autostrade gratuite con il limite di 120 Km orari che attraversano buona parte della Spagna e tante stanno in costruzione; sono identiche alle Autopiste anche nella qualità dei servizi offerti; le tratte a pagamento sono poche. Vi accorgerete che c’è molto rispetto nella guida e, meraviglia per noi italiani, i camionisti mantengono sempre la destra e si lasciano “educatamente” sorpassare.
2. La benzina (gasolina) costa € 0,95 al litro. 3. Nel diario ho omesso le soste per spuntini, caffè e necessità fisiologiche. Lascio a voi la libertà di metterle dove e quanto vi pare; ci stanno sempre bene! Bene, inizia il tour.
21 settembre. Alzataccia per il volo delle ore 07,05. Arrivati a Valencia alle 09,00 il nostro “coche rojo” nuovo fiammante ci stava aspettando al parcheggio, il tempo di installare il prezioso navigatore satellitare (vi garantisco che con tutte le nuove autovie vi servirà ben poco!) e partiamo in direzione ovest verso la prima tappa:“Campo de Criptana” distante 280 Km. Dove arriviamo alle ore 13,30 (si, in Spagna non si corre e c’è molto rispetto del codice stradale). Vi lascio immaginare l’emozione già nel vedere il profilo dei famosi mulini a vento donchisciottiani stagliati sul colle che sovrasta il pueblo …Mi affascinavano da quando ero bambino! Scattata qualche foto con la fantastica scenografia di nubi come sfondo (le condizioni meteo ci hanno aiutato molto in tutto il tour), scendiamo al paese per mangiare qualcosa alla Cafetería “El Encuentro” vicino al monumento a Don Chisciotte (ottime tapas, birra , dolce e caffè 18,00 euro in due). Ore 15,15 via, verso Toledo (121 Km. N.O.) dove arriviamo alle 16,30. Che meraviglia la città vecchia circondata dal fiume Tajo, si ha la sensazione non di “vedere” ma di “stare” dentro ad una cartolina. Ricerca casuale di un Hotel. “El coche rojo” ci conduce lungo una stradina che risale il paesaggio roccioso sul versante sinistro del fiume: inutile descrivervi il panorama la cui bellezza aumenta proporzionalmente alla salita. Toh! Guarda che bello quell’Hotel a sinistra e …Perbacco c’è un posto per parcheggiare, aspetta che vado a chiedere se hanno disponibilità. Hotel “Los Cigarrales” 2 stelle – Ctra Circunvalaciòn 32 (53 euro la doppia), peccato non potervi far vedere le foto di Toledo vista dalla finestra della nostra camera!). Nel pomeriggio classica visita turistica e per cena ristorantino che non merita menzione. In compenso tanta e tanta cerveza comodamente seduti nei giardini antistanti la porta principale d’entrata alla città vecchia. 22 settembre.
Ore 09,30 partenza per Cordoba (347 Km. Verso sud). Poco distante da Toledo, sulla destra ci appare su un colle un antico castello, bello, vale la pena fermarsi per una foto (Castillo de Almanacid); si prosegue, i Km sono tanti e non possiamo perdere tempo. Più avanti, sempre sulla destra, un paese bianco ai piedi di un colle con tanto di castello e fila di mulini a vento, leggiamo le indicazioni: “Consuegra”. Beh! Già ne abbiamo visti di mulini e poi … I Km sono tanti e non possiamo perdere tempo. Al limite dell’uscita per Consuegra …”non possiamo perdere tempo???” Ma io sto in vacanza, perbacco! Freccia a destra e ringrazio Iddio per quella decisione. Una vera emozione la visita al “Castillo de Consuegra” (2 euro) con tanto di descrizione storica da parte del responsabile del castello (persona veramente amabile e disponibile) e altrettanta emozione la visita all’unico mulino visitabile internamente (molino Bolero – visita gratuita). I tanti mulini che seguono la curviforme stradina in salita, visti dai merli del castello con la solita scenografia di nuvole come sfondo, mi trasportano a ritroso nel tempo e come per magia mi ritrovo in un’epoca di dame e cavalieri. Qualcuno mi tocca la spalla, mi giro, un turista tedesco mi chiede spazio per le sue riprese …Grrr… Sono di nuovo nel 2006! Caffeuccio e si prosegue per Cordoba dove a 40 Km dall’arrivo avvertendo una certa famina ci fermiamo in una area di servizio dove, per solo 8 euro a testa, consumiamo un lauto pasto comprensivo di dolce e bevanda (Abades P. Abad Fre – Autovia A-4 Km 367,80 Pedro Abad-Cordoba). Arrivo a Cordoba alle ore 17,00. Mai arrivare a Cordoba di venerdì senza aver prenotato un Hotel! Ah! E nemmeno il giorno dedicato alla chiusura del centro alle macchine! Vogliamo mettere pure il navigatore impazzito? Dopo aver girato come pazzi per quasi due ore decido di usare il mio mitico fattore “C”. Trovo un posto per parcheggiare. Di fronte c’è un Hostal con la scritta “Completo”; entro solo per chiedere informazioni al portiere il quale, con mia sorpresa, mi dice di aspettare fino alle 19,00 che probabilmente un cliente che aveva prenotato non si presenterà. Così è stato (Hostal Ronda, Avda. Ollerìas 45 Cordoba – 42 euro la doppia) e vista l’ora decidiamo per 2 notti. A piedi diretti verso l’incantevole centro e ritorno per cena in un bar-restaurante di fronte all’Hotel che prima aveva catturato la nostra attenzione. Spettacolare mangiata di pesce arrosto (piatto combinato più 4 birre) 15 euro a testa.
23 settembre. Su consiglio del Portiere dell’Hotel, ci rechiamo a visitare il “Palacio de Viana” (6 euro); vi consiglio di non perdere la visita di questo nobile palazzo abitato fino a pochi decenni fa, che conserva tutto l’arredamento d’epoca (stoviglie comprese) e che con i suoi 12 cortili e 1 giardino vi lascerà incantati. Usciti dal palazzo, chiedo informazioni ad un simpatico passante col quale iniziamo una bella chiacchierata che finisce seduti davanti ad un caffè in un bar nella ex Plaza de Toros alla quale ci conduce, da buon cicerone, passando di proposito attraverso affascinanti vicoletti e descrivendoli. La visita prosegue con l’imperdibile Mezquita e di seguito lasciandosi perdere nelle stradine del centro storico. La cena non merita menzione (forse potevo evitare la coda di toro!).
24 settembre.
Dopo colazione partenza per Almodóvar del Rio (25 Km a ovest) per visitare il Castello Arabo che tanto mi aveva incantato nelle foto. Devo dire che fino a quando non ho scoperto che è tutto ricostruito e cioè fino all’orario di apertura (ore 11:00), il fascino andava aumentando percorrendo il sentiero che circonda il maniero, anche perché da lassù si domina l’immensa pianura che accoglie il sinuoso percorso del Rio Guadalquivir (che ritroveremo a Siviglia dove diventa navigabile fino alla sua foce nell’Atlantico). La visita (5 euro a testa) merita solo per apprezzare l’ingegno umano che, unito ad una generosa dote di quattrini, è stato in grado di ripetere il miracolo “dell’araba fenice” e mai il termine “araba” è stato più appropriato. Potevano risparmiarsi la ricostruzione di scene di vita all’interno del castello (pupazzi di discutibile fattezza) o meglio potevano avvisare che la visita è consigliabile ad un pubblico under 14. Comunque, onori a chi ha speso la sua vita per la ricostruzione e vista l’ora (12:30) via verso Siviglia dove arriviamo alle ore 15:00. Senza pensarci troppo, questa volta lasciamo el coche in un parcheggio pubblico sotterraneo in pieno centro (Avda de Roma) per cercare un Hotel. Saliamo in superficie e subito immersi nella festosa atmosfera Sivigliana, gli occhi si posano sull’ “Hospederìa Dalì” (65 euro la doppia – una delizia!). Scendiamo nel Parking per prendere i bagagli e dopo una doccia …Via verso la Cattedrale dove di Domenica l’ingresso è gratuito. Era di Domenica. Non tralascio di riportare l’emozione alla vista della tomba di Cristoforo Colombo e di alcuni manoscritti. Di seguito giro nel barrio di S.Cruz per gustare una buona birra e per respirare quell’atmosfera unica. Al ritorno verso l’Hotel, incontriamo una moltitudine di persone in mezzo ad una stradina, ci avviciniamo …Eravamo davanti all’ingresso dei Toreri in Plaza de Toros e quella gente aspettava l’arrivo del loro “eroe”. Chiaramente ci siamo fatti coinvolgere e sentendoci un po’ spagnoli abbiamo aspettato e osannato pure noi il torero. Ho pure fregato (con molta soddisfazione) dalle mani di una signora che ne aveva prese due una foto dell’eroe locale, tale Sebastian Castella. Ancora non so se spinti dalla folla o dal desiderio di vivere la loro festa, ci siamo ritrovati in coda al botteghino ed abbiamo assistito all’orribile mattanza nella storica Plaza de Toros.
Cena a base di pesce fritto in uno dei tanti bar de tapas (20 euro in due, birre comprese). Molta delusione per la famosa “movida sivigliana”, forse non era il periodo giusto, ma i locali erano quasi tutti chiusi e quindi neanche un po’ di musica nell’aria! 25 – 30 settembre.
Visita all’Alcazar. Di lunedì è chiuso. Era di lunedì. Bene (grrr), direzione Plaza de España: sicuramente “incantevole”, di seguito autobus direzione Expò: tutto chiuso e abbandonato, teleferica compresa. Soffochiamo la delusione con un paio di bocadillos “queso y jamón serrano” e via di filato verso l’Hotel per recuperare le valigie.
Pagato il parcheggio (17,40 euro) partiamo verso sud diretti a “Conil del la Frontera” (150 Km. E 5 euro di pedaggio) dove arriviamo alle 17:00. Il “fido” navigatore ci conduce a stento in prossimità del paese, dopo, affidandomi alla memoria visiva di quanto avevo visto con Google Earth, trovo la strada che ci conduce al Camping “la Rosaleda”. La signorina della reception ci dice che fino al giorno prima era tutto completo, ma avendolo attivato prima il fattore “C”, ci vengono consegnate le chiavi dell’unico bungalow libero. Come da pubblicità il prezzo era di 30 euro al giorno (min. 6 notti) anticipati e in contanti + 60 euro di cauzione (non accettano carte di credito). Campeggio stupendo e pulito e bungalow su due piani con tutti i comfort. Conil è un concentrato d’Andalusia; c’è tutto quello che si desidera vedere sugli usi e costumi di questo amabile popolo, dalle costruzioni rigorosamente bianche alla vita socievole dei suoi abitanti. Nel periodo di permanenza non sono mancati i mercadillos (mercatini tipici), spettacoli di Flamenco e perfino lo spettacolo della “Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre” di Jerez (risparmiandoci la prevista gita fino a Jerez de la Frontera). La spiaggia sull’Atlantico è enorme, curata e con docce messe a disposizione dal comune. Non mancano incantevoli insenature con rocce stratiformi rosse piene di conchiglie fossili in località “La Roche”, raggiungibile comodamente in macchina fino al faro e dopo a piedi in direzione ovest. La notte, senza automobili, il centro storico si trasforma in una bomboniera e le viuzze diventano salotti e si riempiono di tavolini, di gente e di tanta musica e buona birra.
I giorni trascorsi a Conil, tra un riposo e un bagnetto in mezzo alle onde, sono stati ricchi di escursioni nelle vicinanze. Descrivo le due più interessanti: “Sancti Petri vecchio” (25 Km direzione ovest). Dopo essere giunti a Sancti Petri nuovo, che è un zona residenziale di lusso e dopo aver chiesto ai ricchi abitanti informazioni sul paese vecchio (pare che nessuno lo conosca!!!) una vecchietta ci ha fornito le indicazioni necessarie per raggiungerlo; sarebbe stato sufficiente chiedere “direzione porto”. Che meraviglia! Un villaggio costruito per i pescatori nel 1946 ed abbandonato a metà degli anni 70 perchè i tonni cominciavano a scarseggiare ). Con le sue costruzioni diroccate o fatiscenti con tanto di scuola, palazzo comunale, medicheria, Chiesa (restaurata e tuttora in uso), grande piazza con alte palme ecc.. Era il tipico villaggio spagnolo visto tante volte nei film d’epoca. Molto affascinante. Quel giorno si era deciso di pranzare solo con frutta. L’odore di pesce fritto proveniente dal capannone dell’Associazione Pescatori ha vinto 20 a 0 contro la nostra decisione e ci siamo ritrovati seduti davanti a giganteschi piatti di pesce fritto dei quali non ricordo e non voglio ricordare neanche il nome perchè, il solo ricordo, mi fa venire la voglia di prendere l’aereo e ritornare lì. Ah! Il tutto innaffiato da ottima cerveza al prezzo “impossibile” di 10 euro a testa.
Gibilterra (Km. 105 ) Vista la vicinanza tra Algeciras (imbarco per l’Africa) e Gibilterra, l’intenzione era di andare prima a “Ceuta” che è una enclave spagnola in Marocco ed al ritorno una visitina a Gibilterra. Di conseguenza rotta verso il porto di Algeciras dove arriviamo dopo circa 2 ore di viaggio. In quella zona l’Autovia è in costruzione fatta salva una piccola tratta già aperta, il resto è una vecchia strada non molto sicura che si inerpica per i monti. In compenso offre un paesaggio che vale il limite di velocità. Lo sguardo si perde fra i verdi pascoli dove le prossime vittime sacrificali delle corride scorrazzano indisturbate e una serie di pali, a volte inquietante, con gigantesche eliche per la produzione di energia eolica. In prossimità dello Stretto di Gibilterra, un piccolo cartello segnala un Mirador (Belvedere) appena in tempo per immettersi sul piazzale dove si trova un Bar con i bagni a pagamento. Inutile dire che la visione dall’alto dello Stretto e della costa africana lascia senza fiato. Proseguiamo per Algeciras; buone indicazioni ci conducono fino al porto. Mentre tentiamo di entrare in un parcheggio pubblico veniamo letteralmente “catturati” da un personaggio che inizia a perseguitarci con il suo “aiuto”. Saputo che intendevamo recarci a Ceuta, ci da indicazioni sul costo del Parking e ci guida in un’agenzia di viaggi dove il solerte compare/impiegato alla mia richiesta del prezzo “ida e vuelta” (andata e ritorno) per Ceuta si presenta con i biglietti già stampati. Guardo il prezzo “137,00 euro in due”. Protesto, su internet avevo visti prezzi di gran lunga più bassi. Nasce un piccolo diverbio e poiché non intendevo farmi fregare e per evitare spiacevoli conseguenze abbandoniamo l’agenzia con un mio deciso “Lo siento, pero no tengo dinero!” e inseguiti dalle “malas palabras” dell’impiegato ce la diamo guardandoci le spalle. In verità i prezzi delle altre Agenzie non differivano molto, di conseguenza decidiamo di evitare Ceuta e di proseguire per Gibilterra. Raggiunta la macchina veniamo riagganciati dal nostro personaggio il quale, con aria mesta ci da ragione sull’alto costo per una mini-traversata e ci propone qualcosa di veramente appetibile e molto economico. Gita di 1 giorno a Ceuta, Tetouan, Tanger e ritorno, comprensiva di Nave, guida turistica, pullman e pranzo in un ristorante tipico in Tetouan a soli 45 euro a testa. Chiaramente accettiamo il depliant ma ancora scossi per la storia del biglietto decidiamo di pensarci. Liquidato l”amico” con 3 euro, ringraziamo e via verso Gibilterra (per adesso vi dico solo che qualche giorno dopo, al rientro dal Marocco, ho cercato l’omino per gratificarlo più sostanziosamente). Arrivati a “La Línea De La Concepción” alle ore 12,00 e lasciata l’auto in un parking pubblico in prossimità della frontiera, ci avviamo a piedi al controllo passaporti (vi consiglio di non entrare in macchina per evitare lunghe code per controllo in uscita). Una bella passeggiata con la vista inebriata dalla visione di “The Rock”, superata la pista dell’aeroporto e un tunnel pedonale sulla sinistra …Eccoci proiettati in …Inghilterra! Tutto sa di Inghilterra, negozi, bar, lampioni, militari e per finire …I prezzi. Ci dirigiamo sulla strada principale respirando quell’atmosfera e giunti nei pressi della funivia per la Rocca, ci facciamo spillare £ 11,70 pari a 19,89 euro per due miseri toast e due birre (Piccadilly Garden Bar – avvisati). Prendiamo la ripidissima funivia (12,30 euro a testa andata e ritorno e ne vale la pena) arriviamo sulla sommità della Rocca e riceviamo il divertente benvenuto dalle tantissime scimmie dispettose che vivono lì. Da lassù sì che manca il fiato, vuoi per l’altezza vuoi per lo spettacolo che la natura offre in quel punto del mondo: Mediterraneo, Atlantico, Stretto di Gibilterra, Africa, Spagna. Dopo aver riempito la testa di meraviglie e gli zaini di sigarette comprate a porto franco (max 15 pacchetti a testa) lasciamo il posto e recuperata l’automobile (7,50 euro) ci dirigiamo a Conil. Ma la giornata non era finita. Giunti all’altezza di Tarifa (la città più a sud d’Europa) non ho resistito al richiamo ed ho deviato a sinistra verso il paese. La foto che ho messo come sfondo sul desktop del mio PC mi fa benedire ogni giorno quella decisione. Percorsa una stradina piena di sabbia si giunge ad un ponticello che porta ad un’isoletta/fortezza impenetrabile che mi è sembrata tuttora in uso. Dov’è la meraviglia? Due cartelli discreti a sfondo blu: uno sulla destra del ponte con su scritto “Oceano Atlantico” e l’altro sulla sinistra con su scritto “Mar Mediterraneo”, uniti alla luce dell’imbrunire, ai gabbiani, alle onde dell’Oceano, alla calma del Mediterraneo ed alla vista dell’Africa illuminata dal tramonto.
A Conil, chiedo al proprietario dell’Internet Point nonché posto telefonico (Locutorio) informazioni sulla gita in Marocco propostaci. La sua risposta è stata che, se la società era spagnola, ci si poteva fidare ad occhi chiusi. Quindi, decidiamo di andarci senza ritornare più al “campo base” e quindi il tour proseguirà da Algeciras. Telefono all’Agenzia del depliant per prenotare il giorno 1 ottobre e con molta cortesia ci prenotano pure l’Hotel Al-Mar (***) al prezzo scontato di 50 euro la doppia con prima colazione (Qui Non posso citare il nome dell’agenzia, ma vi assicuro che l’una vale l’altra, si appoggiano ad una unica organizzazione). Ah! Dimenticavo, ma per evitare perdite di tempo (vedi ricerca hotel a Cordoba) troviamo su Internet un Hostal al centro di Granada e lo prenotiamo (AB Hostal Sànchez – C.Da Infanta Beatriz tel. 958253129) 50 Euro la doppia compreso il garage.
1 ottobre.
La mattina alle ore 06:00 lasciamo il Camping per arrivare ad Algeciras alle ore 08:00. A parte la grossa mucca incontrata in mezzo alla strada (meno male che non corro!) abbiamo avuto anche il tempo per rifermarci al famoso Mirador per ammirare col buio lo Stretto (in Spagna alle 07:20 di mattina del 1 di ottobre è ancora buio). Arrivati ad Algeciras lasciamo la macchina al solito Parking e i bagagli in Hotel (si trova nella stessa piazza del porto, è sufficiente attraversare la strada), corriamo verso i botteghini del porto dove ci aspettava il nostro Agente e lì inizia la meravigliosa gita. Sintetizzo la descrizione narrando di cammelli, di deliziosi paesaggi Africani, di Berberi su per la montagna, dell’arrivo a Tetouan, dell’ingresso nell’antica medina, del lungo giro nel Suk tra odori di spezie e non-odori di altro, del pranzo in un ristorante da “mille e una notte” con tanto di musici, delle botteghe di erbe e di tappeti. Il tutto in un circuito non turistico (eravamo 8 stranieri) e seguiti da una guida locale (tale Mohammed) molto rispettata da tutti i frequentatori e mercanti del Suk e quindi con la massima sicurezza per noi. Il tour è proseguito per Tanger dove all’arrivo si è subito circondati da venditori di tutto e da bambini che non lasciano respirare e le nostre tasche, fortunatamente piene di monete da 1 euro, si sono svuotate rapidamente ma con molto gusto. Come si dice …“certe cose non hanno prezzo!”. Ritorno a Ceuta in ritardo per il nostro traghetto, nessun problema, ha pensato a tutto la nostra guida che ci ha lasciato solo dopo essersi assicurata che stavamo pronti all’imbarco …Se non è serietà questa! Una giornata vissuta intensamente o un sogno ad occhi aperti? Ancora ce lo stiamo domandando. Al rientro in Spagna verso le 21:30, il porto, come tutti i porti che si rispettino, non era ben frequentato. Ma l’Hotel stava lì e non avendo scelta siamo usciti per cenare nel primo locale utile, naturalmente arabo, senza infamia né lode 20 euro in due.
2 ottobre.
Dopo un’abbondante colazione in Hotel, alle 10:00 partiamo in direzione Granada (262 Km). Il navigatore ci conduce senza difficoltà all’Hostal dove arriviamo alle 13:30. Visto che dobbiamo stare all’Alhambra entro le ore 14:00 per non perdere la visita a “Los Palacios Nazaries”, lascio le chiavi della macchina al portiere/proprietario d’albergo il quale gentilmente si incarica di scaricare i bagagli e di parcheggiarla in garage e noi ..Via, alla ricerca di un Taxi. Si ferma uno dopo 15 minuti e visto il traffico in città il tassista ci propone un giro più lungo ma più veloce (sull’Autovia). Accettiamo e con solo 12 Euro di spesa alle 14:00 in punto stavamo davanti alla biglietteria. Interessante l’Alhambra, ma non come lo immaginavo dalle ritoccate foto pubblicitarie. Forse ha influito il fatto di aver visitato il giorno prima in Marocco i luoghi in cui la stessa arte araba è ancora vissuta e non un museo. All’uscita prendiamo un autobus urbano che dopo poche fermate ci lascia vicino alla Cattedrale. Però, Granada… Non si capisce se è più bella ed affascinante vista dall’alto dell’Alhambra o passeggiando per le sue viuzze dove l’armonia delle costruzioni si fonde con i colori e gli odori. Già, gli odori: a lato della Cattedrale c’è il Mercato delle Spezie. In quanto a traffico automobilistico, niente da invidiare a Roma. Cena a base di “pinchos” (spiedini di carne) e birra in uno dei tanti locali aperti fino a tardi nei dintorni dell’Università (i soliti 30 Euro in due). 3 ottobre.
Dopo colazione, verso le ore 11,00 partiamo in direzione Valencia (520 Km) dove contiamo di arrivare nel tardo pomeriggio. Percorriamo l’Autopista che inizia a salire su per le montagne. Uno spettacolo veramente affascinante per il paesaggio a volte desertico e per le sue rocce rossastre. Percorsi circa 53 Km. Vediamo sulla sinistra una lunga e grande formazione rocciosa che suscita la nostra curiosità. Poco più avanti un cartello con su scritto << Purullena “Ciudad Troglodita” >>. Inutile sottolineare che neanche l’ho pensato di deviare a destra per visitare la città, l’ho fatto. E ancora una volta ribadisco che, in un viaggio, le cose più belle e degne di ricordo sono quelle non programmate. Purullena è un paese dove circa 500 famiglie vivono ancora nelle grotte. Certo, case-grotte adeguate ai nostri tempi, con tutte le comodità di una casa moderna, ma sempre grotte dove la temperatura è costante tutto l’anno (20° C.). Qualche grotta si può visitare, noi abbiamo visitato la “Cueva La Immaculada” 3 euro il biglietto e visita libera. Dentro un arredamento povero ma ricco di fascino, per non parlare della terrazza da dove la vista delle altre grotte e della Sierra Nevada sullo sfondo lascia ammaliati. Chiaramente, all’uscita, non manca l’invito del proprietario della grotta a visitare il suo negozio di souvenir, d’altronde, visti i tanti negozi, ho avuto l’impressione che l’economia della zona conta molto sulla produzione e vendita di bellissime ceramiche artistiche.
Riprendiamo il viaggio per Valencia dove arriviamo in località “El Saler” in serata (pedaggio autopista 12,50 Euro). Conoscevamo già questa località sul lago de la “Albufera “Parc Natural de l’Albufera de Valencia “ a 8 Km dalla città di Valencia e dopo aver preso possesso di una doppia all’Hotel “Patilla **” Carrettera del Saler Km. 8 – tel. 961830443 (58 euro) ci dirigiamo verso il vicino Restaurante “ca Pepe” a mangiare una maestosa Paella Valenciana (ve lo raccomando di cuore se passate da quelle parti; per noi era la quarta volta!). 4 ottobre.
Sveglia all’alba e direzione aeroporto dove la consegna della macchina (rigorosamente con il serbatoio in riserva, come da contratto!) conclude questo intenso e meraviglioso viaggio in terra spagnola e …Non solo!.
Chi ha desiderio di avere maggiori informazioni, non esiti a scrivermi: mario_x@libero.It e sarà per me un piacere ricambiare l’aiuto ricevuto dagli altri viaggiatori di questo sito.
Ciao a tutti.
Mario