Thailandia e Cambogia 2006: una cronaca divertente

Protagonisti: Daniele detto Mela o Dany Roberto detto Roby o Io 15 AGOSTO MARTEDI’ (DA MILANO A BANGKOK VIA ZURIGO) SI PARTEEEE!!Da Malpensa. Ci ha accompagnato da Milano gentilmente la sorella di Mela. 18.25 ca volo Milano-Zurigo (Swiss air) Dopo che ci hanno semplicemente offerto 1 bicchier d’acqua e 1 cioccolatino (se non altro...
Scritto da: RobyGava
thailandia e cambogia 2006: una cronaca divertente
Partenza il: 15/08/2006
Ritorno il: 05/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Protagonisti: Daniele detto Mela o Dany Roberto detto Roby o Io 15 AGOSTO MARTEDI’ (DA MILANO A BANGKOK VIA ZURIGO) SI PARTEEEE!!Da Malpensa. Ci ha accompagnato da Milano gentilmente la sorella di Mela.

18.25 ca volo Milano-Zurigo (Swiss air) Dopo che ci hanno semplicemente offerto 1 bicchier d’acqua e 1 cioccolatino (se non altro svizzero..), il mitico Mela chiede spudoratamente 1 birra ad una splendida hostess che con un sorriso diplomatico lo liquida senza molti complimenti, affermando che sulle tratte brevi non servono birra (c’è da dire che perlomeno ha fatto finta di chiedere un’eccezione alla collega…). Vabbé, ci siamo ampiamente rifatti all’aeroporto di Zurigo, sparandoci senza indugio 1 heineken (Mela) e 1 Weiss (io, da 50 cl!!). Un’ora dopo altra heineken in 2…L’inizio promette bene! Comunque comincio già a godere dei benefici per aver lasciato a casa il cellulare…

Cominciamo fin da subito a renderci conto che urge assolutamente ripassare l’inglese. Personalmente, dopo aver usato solo lo spagnolo alla grande nelle ultime vacanze latine degli ultimi anni, mi ritrovo a dover arrancare nel mio arrugginito inglese scolastico…Ma non demordo, mi conosco, dopo che ingrano un po’ riesco a far uscire il meglio di me (e speriamo che esca al più presto!) Volo Zurigo-Bangkok (Swiss air) Cenetta veramente buona, l’aereo è uno dei più belli mai visti. Mi sono intrippato subito a smanettare con il telecomando che regola il televisore (1 per ogni passeggero!!!) e tante altre cose. Decido di vedere “V for vendetta” (in italiano) e magari di darmi alla lettura di Lonely Planet e Morelli (ben due libri suoi mi son portato). Dopo ½ ora di visione però cado secco nel sonno fino a due ore prima di arrivare e quindi ciao peppo al film e ai libri!! (Mela quasi mi rimprovera per le mie facce strane e le le posture scomposte durante il sonno..Che sia l’invidia perché lui non riesce a dormire?) 16 AGOSTO MERCOLEDI’ (ARRIVO A BANGKOK) Eccoci atterrati, siamo in Asia!! Controllo passaporti, ritiro bagaglio (e questa volta per fortuna c’è. L’ultima volta, di ritorno dal Perù, mi avevano rubato tutto!), cambio denaro euro/bath (Mela ha fatto in tempo ad innamorarsi subito della cambista) e con un taxi meter ci dirigiamo al nostro hotel (TWIN TOWERS) dove ci aspetta un bel bagno tonificante nella piscina al 5° piano, sebbene non faccia comunque così caldo. Ci accorgiamo subito che l’aria di Bangkok è irrespirabile! Dopo aver fatto la nostra prima figuraccia (subito dopo esserci vantati della asciuttezza del nostro fisico con tanto di pose da balestrati, non ci accorgiamo mica che dietro al vetro dove ci stavamo specchiando c’era la sala fitness, con tanto di “tapis roulant” rivolti verso l’esterno, ovviamente piena di gente?), ci docciamo e via verso un curioso ristorantino (Sallim Restaurant) definito dalla Lonely apparentemente come il più sudicio della Thailandia, ma dove si mangia bene. In effetti in questo covo di Pakistani – a parte un paio di cavallette/scarafaggi sotto i miei piedi – si è mangiato veramente bene: pane arabo (nan?), salse speziate con carne e piatto di riso.

Infine passeggiata per Pat Pong (quartiere un po’ equivoco pieno di locali a luci rosse e mercatini) da cui torno non con una giovane Thai (a differenza di gran parte dei turisti occidentali) bensì con un trolley nuovo di zecca, fornito di ruote, pagato solo 930 bath (meno di 20 euro) 17 AGOSTO GIOVEDI’ (BANGKOK) Colazione e via verso il centro principale di Bangkok. A piedi per un po’, poi prendiamo lo skytrain (una metropolitana sopraelevata) fino ad una fermata vicino al fiume. Lì prendiamo il battello/vaporetto (il Chao Phraya river Express è un servizio di navigazione del fiume omonimo comodissimo!) che ci porta nella zona desiderata. Dopo aver fatti rimbalzare i soliti furbacchioni che si offrono come guide turistiche (con tanto di tesserino fasullo) e che cercano di portarti in un altro posto dicendo che oggi “sfortunatamente” i siti che ti interessano sono chiusi o sono in pausa, decidiamo di incominciare dal Wat Pho (ovviamente apertissimo con orario continuato!). Qua visitiamo un enorme Buddha disteso e altri monumenti veramente grandiosi e colorati che non mi aspettavo. All’interno ci concediamo un massaggio veramente tonificante fatto dal personale della scuola nazionale di massaggi (erano 2 vecchie bacucche, ma che forza nelle mani!) dopodiché andiamo al Wat Phra Kaeo-Grand Palace. Ovviamente, secondo la tradizione Buddista, ogni volta che entriamo in qualche tempio dobbiamo toglierci le scarpe (ci abitueremo a questa incombenza nel giro di pochissimo tempo). Dopo mangiato visitiamo il terzo sito: l’imponente Wat Arun.

Facciamo poi un salto alla nostra agenzia di viaggio di fiducia raccomandataci da amici di Mela in Italia (A&F TOUR), in zona Silom, dove lavora un gentilissimo ragazzo di nome “Pong”, per prenotare il volo Chang-Mai/Bangkok e il pacchetto viaggio A/R in Cambogia.

Alla sera, dopo aver cercato invano un bel ristorantino scovato sulla lonely che però in zona ci dicono che ha chiuso da poco (e questa volta non è un trucco!), ci imbuchiamo dalla disperazione e dalla fame in un barettino situato in una via inspiegabilmente piena di parrucchieri. Purtroppo, oltre all’aria condizionata a palla che ci costringe a cambiare di posto in quanto il flusso d’aria veniva sparato direttamente sul nostro collo, non si può parlare di una cena “pantagruelica”, al ché optiamo per una puntatine anche da “pizzahut”.

Infine navigata nell’internet point del nostro albergo alla ricerca di una prenotazione on-line per il 25 agosto …Per il nostro albergo!! Roba da matti, alla reception ci hanno detto che sono pieni, ma che tramite internet potremmo trovare qualcosa (?!) e quindi siamo costretti a giocarci questa carta..Avremo la risposta nei prossimi giorni.

18 AGOSTO VENERDI’ (AYUTTAYA: ESCURSIONE IN GIORNATA DA BANGKOK) Levataccia alle 6 meno 10 in quanto alle 6.45 passa un minivan a prenderci. Meno male che fortunatamente avevamo letto le avvertenze sul look più adatto per le visite dei templi. E infatti Mela esce dall’albergo così: canotta, shorts e…Ciabatte da mare! Siamo un gruppo di 7: io Mela, Hiro (un giapponese che abita vicino Tokio), una coppia (lei canadese, lui inglese tifoso del Liverpool, ostrega!! Per noi 2 milanisti uno schiaffo morale..) e due ragazze canadesi (per niente carine).

Ovviamente la prima cosa che si nota è che io e Mela arranchiamo scandalosamente nel nostro inglese (durante la giornata Hiro avrà modo di affermare che Mela è un “creative speaker” dopo che Dany si era definito un creativo italiano per la sua abilità nel trovare scorci particolarmente adatti per le foto), mentre gli altri parlano fluentemente “british”, compreso il nostro nuovo amico giapponese.

La giornata scorre tranquilla – in mattinata si è visitata una sorta di deludente Milano 2 Thailandese artefatta – girando in lungo e in largo questo fantastico parco storico, mentre cresce sempre più la frustrazione per il discorso “british” di prima. Per fortuna dopo il pranzo una canadese propone di andare a vedere un sito non compreso nel giro da noi pagato ma famosissimo e immortalato in più cartoline, proposta accettata dalla guida e dagli altri, scelta che si rivela ottima perché il posto è veramente bello.

Il ritorno a Bangkok è contrassegnato dal “japanese boy” che mi costringe a cambiare posto “infilandomi” in mezzo alle due canadesi, in quanto lo stesso, seduto di fianco a me abbioccatissimo, continuava a far cadere la testa inanimata dal sonno sopra la mia spalla destra.

Quasi arrivati, alla periferia di Bangkok il minivan gira improvvisamente verso una fabbrica di gemme (c’era da aspettarselo!) dove veniamo quasi sequestrati per il solito giro di visione delle pietre preziose. All’uscita ci aspetta una sorpresa: non c’è più il minivan che ci ha trasportati fino ad Ayuttaya, bensì diversi pulmini (probabilmente gestiti dalla stessa fabbrica) che dovrebbero riportare i visitatori dei vari tour organizzati (già, non eravamo i soli “rapiti”!)nei loro alberghi. Purtroppo io e Mela avevamo lasciato 2 guide nel tascone del sedile (con all’interno fogli e dati importanti), ragione per cui nell’ordine: 1. Stupore della guida; 2. Tentativo dello stesso di richiamare indietro l’autista del minivan; 3. Probabile “mandata a quel paese” di quest’ultimo, considerata l’ora di punta e il traffico bestiale di Bangkok (erano le 16.30..); 4. Tentativo della guida di glissare sul nostro problema e conseguente arrabbiatura dei sottoscritti; 5. Proposta di Mela di raggiungere in taxi il “rent a car” dove stava tornando il minivan; 6. Proposta accettata dalla guida e recupero libri; 7. Ritorno in albergo, sempre in taxi (dopo 2 ore dall’inizio del disguido!!!) e ultimo tentativo di fregarci da parte della guida che pensava di farci pagare il taxi: abbiamo fatto gli indiani e l’ha pagato lui! Conclusa l’avventura, bagno in piscina e cena sul fiume in un ristorante/molo galleggiante segnalato dalla Lonely (Ton Pho) Mezz’ora per capire cosa diavolo cucinano con l’aiuto del vocabolario e via, sotto con una zuppa piccantissima che blocca lo stomaco di Mela fino al mattino seguente e mi fa colorare il viso di un violetto funerale. Meno male che con i due pesci che mi mangio poco dopo va meglio..

Finiamo la serata, dopo aver appreso via internet la mancata conferma della prenotazione dell’albergo per il 25, con un giretto nella famosa th Kao San, piena di giapponesi. Una birra veloce e ritorno in taxi in albergo.

19 AGOSTO SABATO (DA BANGKOK A SUKHOTHAI) Colazione abbondante e via con un taxi verso la stazione degli autobus “Mon chi”, a nord della città. Il terminal è veramente enorme e capire quale diavolo è lo sportello giusto per fare i biglietti (visto che sono più di 50 e con il 99%di scritte Thai!!) è veramente dura. Con l’aiuto del vocabolarietto nelle ultime pagine della Lonely e un gentile signore addetto alle informazioni ce la caviamo: partiamo alle 11 e alle 18 dopo una sosta con pranzo, arriviamo a Sukhothai.

Ci facciamo accompagnare da un grosso tuk tuk alla guest house (BAN THAI , 9/10 € per camera) che abbiamo scelto sulla Lonely e per fortuna c’è posto: bungalow con aria condizionata. Ceniamo divinamente nel ristorantino della guest house, poi facciamo un giro a piedi per il paese dove non c’è veramente un diavolo di niente. Troviamo un internet point da dove riusciamo ad avere la conferma per l’hotel a Bangkok per quando torneremo da Chang Mai. Il tempo di due birre e parlottare al bar della g.H. Con due ragazze italiane de Roma e Firenze, e quindi a nanna.

20 AGOSTO MARTEDI (SUKHOTHAI HISTORICAL PARK) Colazione e via verso il parco storico prendendo il bus (oddio, un camioncino con un cassone coperto dietro..Si chiamano sawngthaew) Appena arrivati affittiamo la bicicletta, indispensabile per visitare il sito nella sua globalità. Al momento di fare i biglietti non posso fare a meno di ridere per le avvertenze descritte in un manifesto vicino alla biglietteria, sul look da evitare durante la visita dei siti sacri: il disegno di uno vestito da truzzo da spiaggia (shorts, canotta, ciabatte e peli di fuori) è praticamente uguale a Mela! Il sito è fantastico, facciamo una marea di foto e ovviamente incrociamo i vari italiani e non che stanno facendo più o meno il nostro stesso itinerario della Thailandia.

Dopo aver visitato un sito posto su una collinetta alta 200 m (per me erano molto meno..), la cui salita ha letteralmente sfiancato Mela, ci coglie improvvisa la pioggia. Quando diminuisce un po’, “convinco” Mela a tornare al sito principale proseguendo per la strada, che secondo la piantina ci avrebbe riportato lì (allungando un po’), e non tornando da dove eravamo arrivati, la cui distanza era già notevole (circa 4 o 5 km). Beh, grande ideona che ho avuto!! Praticamente vaghiamo e ci perdiamo per almeno un’ora in mezzo a risaie e strade sconosciute, come colonna sonora le decine di bestemmie di Mela, che si chiedeva perché mai mi aveva dato retta. Riusciamo alla fin fine in qualche modo a ritornare all’ingresso (dopo aver tentato inutilmente di comunicare a gesti con una sciura locale da cui avevamo comprato da bere), giusto in tempo per evitare 1 mega acquazzone, che avrebbe sicuramente convinto definitivamente Mela – qualora ci avesse sorpreso mentre ancora pedalavamo – a procurarsi una spada khmer e usarla contro di me in un modo che non posso descrivere per motivi di censura..

Torniamo alla g.H. E mentre ci docciamo la pioggia continua incessantemente.

Dopo la cena alla nostra g.H. (sempre squisita!) facciamo un giretto, durante il quale riusciamo, con non pochi problemi, a chiamare il parentado in Italia, poi nanna. 21 AGOSTO MARTEDI (DA SUKHOTHAI A CHANG MAI) Mannaggia! I panni che avevamo dato da lavare non sono asciugati, dobbiamo metterli via umidi. Inoltre contrariamente agli accordi del giorno prima (ovviamente fatti nella ormai nuova lingua thai/english), la g.H. Non accetta carte di credito! Per cui sono costretto a pagare con tutto il contante che mi era rimasto: tutti preziosissimi pezzi di piccolo taglio faticosamente raggranellati nel corso dei giorni prima, che fastidio!! Una mia mania infatti è quella di utilizzare a inizio vacanza i pezzi grossi per avere come resto i pezzi di piccolo taglio, comodi per le piccole spese.

Bus per Chang Mai alle 9.15, dopo 6 ore arriviamo a destinazione. Dopo la solita feroce trattativa con i tassisti, ci facciamo portare in una g.H. Segnalata dalla Lonely (SMILE HOUSE, 12 € al giorno camera con aria condizionata) Inizialmente sembra andare bene ma poi ci deluderà.

1 boccone fuori in un bar, 1 giro veloce, doccia ,poi una cena squisita a base di noodle in un localino non molto distante dalla g.H., il cui ristorante non ci convinceva per niente.

Infine giro al famoso bazar notturno (night bazar), da dove me ne esco con l’ennesimo borsone da viaggio (speriamo sia l’ultimo..) pagato 1750 bath (circa 35 euro), puntatina veloce in un go go bar e poi a nanna. Ovviamente durante tutta la passeggiata abbiamo dovuto “dribblare” decine di inviti da parte di giovanissime sirene tentatrici Thai, ma ormai siamo adeguatamente vaccinati… 22 AGOSTO MARTEDI’ (CHANG MAI) Giornata dedicata quasi interamente alla visita dei wat della città, un bel sacco di km macinati a piedi, visitando templi con colori e decorazioni fantastiche, sotto una leggera pioggerellina.

Dopo uno spuntino decidiamo di andare a vedere un wat situato su una collina a 13 km dalla città (Doi Suthep) da dove si gode una vista splendida della città.

Ci dirigiamo verso la periferia in una via da dove sappiamo che partono i taxi collettivi per il luogo prescelto. Dopo un’estenuante trattativa (aspettavamo altre persone con cui dividere ma a quell’ora non c’era nessuno interessato alla nostra stessa meta e quindi dovevamo pagare tutto il taxi in 2!) riusciamo a concordare un prezzo andata/ritorno + attesa del guidatore di ben 300 bath (circa 7 euro), ed è il sigillo definitivo della nostra sopraggiunta spilorceria (in ½ ora abbiamo trattato per scendere da 600 a 300 bath, praticamente da 14 a 7 euro!), conseguenza dell’ormai abituale trattativa che si è costretti ad effettuare con la gente Thai.

Riusciamo per un pelo a vedere il panorama prima che arrivino le nuvole e a non prendere la pioggia successiva.

Al ritorno…Massaggio thai!!! 1 ora di contorsioni, molto rilassante dopo una giornata di camminata.

Cena in un “kebab”, che contrariamente a quanto pareva dal nome, non era gestito da turchi bensì da indiani. Cibo buonissimo.

Puntatine al solito bazar notturno e al ritorno 2 chiacchiere con 3 ragazze de Roma della nostra g.H. Coincidenza vuole che una di loro fosse la figlia del colonnello che comandava la caserma di Milano dove ho fatto il militare!! 23 AGOSTO MERCOLEDI’ (CHANG MAI–PARCO NAZIONALE DOI INTHANON) Escursione organizzata al parco nazionale del Doi Inthanon, a 1 ora e ½ circa di macchina da Chang Mai. Siamo un gruppo di 4 turisti: Io, Mela e 2 arabi, marito e moglie, dell’Oman. La nostra guida parla finalmente un inglese capibile: è però un sergente donna inflessibile sui tempi, rompe le scatole in una maniera bestiale! Purtroppo la giornata è molto nuvolosa e ciò avrà modo di rovinarci la gita per tutto il giorno.Vediamo cascate, vita delle tribù e coltivazioni d’oppio convertite a frutta e vegetali. In vetta alla montagna (2700 m. Circa) fa veramente freddo, meno male che mi sono coperto.

Al ritorno mega abbiocco sul minivan. Arriviamo il pomeriggio tardi e ovviamente si opta per 1 massaggio. Mela scalpita per tornare dalla massaggiatrice di ieri per via di un gioco di sguardi (e non solo..) che prometteva bene. Io invece (che ieri mi aveva massaggiato una vecchia bacucca) decido di spendere un po’ di più e andare in un centro massaggi più raffinato e costoso, cambiando il tipo di trattamento: scelgo quello con l’olio per 1 ora e ½. La massaggiatrice è deliziosamente brava e competente.

Ci facciamo 1 pizza (La Villa-pizzeria, nulla di eccezionale), poi decidiamo di andare al mercato notturno ognuno per conto proprio, dandoci appuntamento più tardi.

Quando ci ritroviamo trovo Mela che ha incontrato una sua collega (com’è piccolo il mondo) che avevamo già incrociato il giorno prima. Con lei scambiamo 2 chiacchiere e ci facciamo una birra insieme. Poi a nanna.

24 AGOSTO GIOVEDI’ (DA CHANG MAI A BANGKOK) Considerato che alle 5 pm dobbiamo essere in aeroporto per tornare a Bangkok, (volo NOK AIR, 35 € a persona) decidiamo di optare per 1 gitarella “leggera” andando allo zoo, lasciando il bagaglio pesante alla g.H.

La “gitarella” si rivela una sfacchinata pazzesca in quanto lo zoo è immenso e siamo costretti a macinare km al suo interno. Non sapendo le sue dimensioni non abbiamo pensato a noleggiare una macchina o qualcosa di simile, sta di fatto che alle 14 e passa siamo costretti a finire il giro tralasciando più di metà zoo, senza contare che la giornata dal punto di vista della calura e dell’umidità è stata la peggiore finora.

Arrivati all’aeroporto in tuk tuk, dopo una “breve” sosta durante la quale il ridicolo ma simpatico vecchiettino conducente si è fermato a pulire le candele visto che eravamo rimasti in panne, decido di regalargli il borsone comprato a Bangkok, in cui avevo faticosamente inserito quello comprato a Chang Mai riempito di tutta la roba: il tutto pesava veramente troppo!! Dopo alcuni tentativi (infruttuosi) di procurarci i biglietti aerei per gli ultimi giorni della vacanza in cui probabilmente andremo al mare, andiamo al nostro gate dove ci accorgiamo che il volo è già slittato di una ora circa.

Al controllo passaporti e bagaglio a mano scopro di aver fatto la “cavolata”: mi blindano subito perché mi sono dimenticato il temperino svizzero nel marsupio!! Fortunatamente una poliziotta gentilissima e sorridente me lo sequestra ma dice che a Bangkok lo posso ritirare insieme al borsone grosso. Speriamo! Intanto il volo è slittato di un’altra mezz’ora.

A Bangkok (recuperato anche il temperino) troviamo una fila incredibile ai taxi. In coda, ci aggancia un mafiosetto che ci offre per 300 bath di saltare la coda e di prendere il taxi di un suo amico (in coda anche lui nella sua fila di macchine..). Accettiamo (sale anche il “mediatore” con noi) ma a metà strada scopriamo che vogliono 100 bath in più e si fermano minacciosamente a lato dell’autostrada. Decidiamo saggiamente al momento di dire ok, ma una volta giunti a destinazione diamo solamente i 300 bath pattuiti inizialmente e intavoliamo, sotto gli occhi increduli della security dell’albergo, una accesa discussione con i 2 furboni (consapevoli di essere stati abilmente ripagati con la stessa moneta) che rischia quasi di degenerare, dalla quale ne usciamo vincenti.

Mangiamo qualcosa in zona Silom prendendo il metrò, poi torniamo in albergo presto, stesso mezzo, perché domani ci aspetta la Cambogia..

Sapevamo sarebbe stata dura ma non come nel modo in cui sono andate le cose..

25 AGOSTO VENERDI’ (DA BANGKOK – Thailandia – A SIEM RIEP – Cambogia) Sveglia alle 5.45!! Colazione e via che si parte verso il confine in minivan. Fino alle 11.30, momento in cui arriviamo a 2 km dalla Cambogia, tutto bene…Poi un’esplosione di casini!! Pacchi e truffe a non finire, attenuate in parte grazie alla nostra sagacia.

Il “pacchetto” viaggio di trasferimento si rivela veramente …Un pacco! Abbiamo rischiato di pagare la tassa d’ingresso più del dovuto (Mela ha smascherato un trucchetto di un furbo “mediatore”…A proposito, utilissime le foto tessere portate dall’Italia per il visto), io per poco non vengo borseggiato da alcune bambine mentre attraversiamo il confine con tutti i bagagli…A piedi! In un postaccio chiamato Poipet (una sorta di far west asiatico brulicante di faccendieri/mafiosetti e carretti trainati a mano) aspettiamo tre, dico tre ore il bus sgangherato (n.B. Doveva essere un minivan) che ci deve portare a Siem Riep, il quale a metà strada, piena di buche e disastrata, proprio mentre incomincia un nubifragio pazzesco, ci pianta in asso fermandosi “casualmente” nell’unico villaggio presente nel tragitto, e non ripartendo più! Dopo averlo fatto ripartire con un cavo di fortuna, gentilmente donato dagli abitanti del posto (Eh sì, facciamo finta di credere che in ogni villaggio sperduto c’è sempre quello che ti serve..), riusciamo finalmente ad arrivare alle ore 21.00!! Guarda caso colui che pensavamo fosse il controllore del bus, ma che alla fin fine si rivela essere un abile faccendiere, suggerisce a tutti i viaggiatori del bus una guest house scandalosa (D & D, una sorta di comune gestita da furbissimi ragazzi giovani..), dove ci accompagna.

Sull’autobus abbiamo conosciuto una coppia di simpaticissimi italiani: Sonia, di Roma, e Gio’, di Bologna ma che vive a Milano. Con Sonia andiamo a cercare qualcosa di meglio assieme a “Cris” – il faccendiere del bus, che scopriremo col tempo essere uno dei gestori della D & D – e ad un suo amico, ma ovviamente non troviamo inizialmente altre g.H. Che abbiano posto (penso preventivamente avvisate per telefono da Cris sotto i nostri occhi, ma che ci crede, fessi?) . Anche in questa occasione a un certo punto non riparte più la macchina che stanno usando per accompagnarci, cosa che ci fa venire il sospetto che lo facciano apposta, come con il bus, per farci perdere tempo e farci accettare per “sfinimento” la loro g.H.. Tornati da Mela e Gio’ si decide quindi di accettare “il suggerimento” nonostante manchi l’acqua calda nelle camere e tante altre mancanze (siamo lontani dal centro, le camere non sono pulitissime ecc.).

Dopo aver mangiato nel piccolo ristorantino annesso (cucina veramente squisita, l’unico aspetto positivo della g.H.) contrattiamo per l’ennesima volta anche l’affitto per l’indomani di 2 tuk tuk per visitare il sito archeologico. Poi finalmente a dormire.

26 AGOSTO SABATO (ANGKOR) Dopo la colazione ci avviamo con 2 tuk tuk cambogiani (moto che trainano dei carretti coperto) verso la nostra agognata meta. La contrattazione per il noleggio continua: è stata estenuante ma alla fin fine arriviamo all’accordo di 20 dollari al giorno per 2 giorni. Su uno saliamo io e Mela, sull’altro i nostri nuovi amici Gio’ e Sonia. Saggiamente non ci sogniamo nemmeno per un istante di seguire ciò che irresponsabilmente ipotizza la lonely: sarebbe un esperienza traumatica fare il giro in bici o addirittura a piedi!! Il sito è meraviglioso! E’ distante pochi km da Siem Riep. C’è la possibilità di visitarlo in 2 modi: 1 giro più veloce detto piccolo circuito, l’altro molto più lungo è il grande circuito.Optiamo per fare quello piccolo oggi, impegnandoci a fare quello grande domani, visto che vedremo l’alba e avremo quindi più tempo. Ah, l’ingresso costa 20 dollari al giorno, con 40 dollari si può comprare un ingresso particolare che vale per 3 giorni, ma servono le foto tessere, ricordate! Oggi riusciamo a vedere dettagliatamente i tre siti più importanti più qualcos’altro di interessante: un fascino indescrivibile! L’immensità dell’Angkor Wat, le enigmatiche “facce”del Bayon, la foresta che si sta “mangiando” il Ta Prohm… Ci illudiamo di vedere anche il tramonto, progetto puntualmente sconvolto dall’arrivo di un acquazzone che ci costringe a fermarci sotto una serie di alberi ad aspettare che finisca di scrosciare.

Alla sera ci facciamo portare in centro (PSAR CHAA, zona del mercato), mangiamo bene, 2 passi veloci e poi a nanna presto perché l’indomani ci svegliamo prestissimo per vedere l’alba all’Angkor Wat.

27 AGOSTO DOMENICA (ANGKOR) Sveglia alle 4.30!! Alle 5.00 coi avviamo verso l’Angkor Wat per osservare la famosa alba: riusciamo a goderci uno spettacolo indescrivibile! Per non parlare delle foto! Finita l’alba colazione e via per il grande circuito. E’ venuto fuori il sole e fa già un gran caldo di prima mattina! Ci sciroppiamo ancora per qualche ora altri templi e siti. Purtroppo sulla strada del ritorno si rompe il tuk tuk di Gio’ e Sonia, quindi aspettiamo più o meno 40 minuti prima che ci riescano a riportare alla g.H. Nel frattempo dobbiamo ovviamente respingere gli assalti dei numerosi bambini che, con vari raid alternativamente strategici, ci propongono in serie magliette, cartoline, gingoletti di qualsiasi stampo ecc. Hanno degli sguardi troppo teneri però, non possiamo non cedere in un paio di occasioni… Riusciamo a raggiungere la nostra g.H. Giusto in tempo per non beccarci il solito diavolo di acquazzone del tardo pomeriggio, e che acquazzone!! Quando ormai ci eravamo messi in testa di saltare il tramonto, ecco che il cielo si apre e quindi si decide in fretta e furia di ritornare al sito per osservare anche il “sunset”, che si rivela però una delusione rispetto all’alba.

Mentre gli altri si docciano (io lo avevo già fatto prima del tramonto) vado da solo al mercato in centro, dove compro di tutto: magliette, calamitine ecc. Torno contrattando a fatica con un locale un passaggio in moto. Ceniamo nel ristorante della g.H., siccome Mela e Sonia sono stanchi, io e Gio’ decidiamo di farci una birra in centro, ma nel tragitto veniamo fermati dal solito faccendiere di turno che ci vuole proporre donnine, gay ecc. Gio’ si diverte nel polemizzare, discutere e prenderlo in giro (1/2 ora circa), ma purtroppo si fa tardi quindi saltiamo la birra, torniamo indietro e a nanna.

28 AGOSTO LUNEDI’ (DA SIEM RIEP A BANGKOK) Come volevasi dimostrare, mentre facciamo colazione arriva come per incanto il nostro pullman sgangherato (guarda caso!) e improvvisamente ci sollecitano a saldare il conto e a partire in fretta e furia: chissà se il totale di 32 dollari di cibo, che non abbiamo fatto chiaramente in tempo a controllare, era giusto.. Ovviamente a me e a Mela ci chiedono anche i soldi per il biglietto fino al confine (9 dollari), che erano invece compresi nel pacchetto che avevamo pagato a Bangkok (Arrivano addirittura a dichiarare di non riconoscere come veri i nomi delle agenzie scritti sulle ricevute che esibiamo..). Provano anche a farci pagare a tutti e 4 6 dollari a notte anziché i 4 concordati faticosamente due giorni prima.

Discussioni con insulti, ci riusciamo però a calmare ripromettendoci di chiedere i danni a “Pong” una volta tornati a Bangkok.

Il viaggio è caratterizzato dalla polvere rossa che entra dai finestrini e dalla scomodità di dover sistemare ogni 3 o 4 buche le valigie che puntualmente mi cadono in testa, essendo ammassate sul retro del pullman proprio dietro di me e ai 3 francesi seduti assieme a me negli ultimi posti. Essendo in fondo, ci prendiamo tutta la terra rossa che entra dai finestrini, che mi riduce i vestiti in uno stato pietoso, come se mi fossi rotolato per ore sul campo centrale del Roland Garros!! Al confine nessun problema…(per certi versi fuori dalla Cambogia sembra quasi di essre usciti da un incubo..) tranne il fatto che io e Mela non abbiamo la minima idea di come torneremo a Bangkok, in quanto non vediamo nessun minivan che ci aspetta oltre il confine..

Fortunatamente con la gentilissima collaborazione di Gio’ e Sonia che se la cavano decisamente in inglese meglio di noi (quanto tempo gli abbiamo fatto perdere, loro avevano in programma di raggiungere Ko Samet direttamente dal confine senza perdere troppo tempo), riusciamo a chiamare “Pong” e a stabilire che da lì a 1 ora prenderemo un minivan per Bangkok.

Dopo gli arrivederci con Sonia e Gio’ (ci rivedremo a Ko Samet) e dopo essermi cambiato la maglietta lercia, all’ora stabilita riusciamo finalmente a salire sul nostro mezzo, non senza aver modo di discutere anche con il tipo che ci accompagna riguardo al fatto che non voleva restituirci il foglio di ricevuta della nostra prenotazione/pagamento del viaggio (fondamentale per far valere le nostre ragioni a Bangkok).

Viaggio di qualche ora di una comodità indescrivibile (nonostante fossimo abbastanza ammassati) rispetto agli spostamenti fatti in Cambogia: aria condizionata, bagagli che non cadono in testa ecc.

Arrivati a Bangkok (Hotel Classic Place, vicino alla fermata del metrò “Petchaburi”) doccia rigeneratrice e via subito in metrò da “Pong”, il quale, molto onestamente, dopo aver sentito il resoconto delle nostre disavventure, ci rimborsa i 40 dollari (sì, abbiamo un po’ gonfiato la nostra richiesta) che avevamo abilmente dichiarato di aver speso in più.

Pizza, giro al mercato degli “originali” di Pat Pong dove compro 1 rolex per me e 1 Gucci da portare a Anna in Italia, poi nanna.

29 AGOSTO MARTEDI’ (DA BANGKOK A KO SAMET) Arriviamo in taxi alla “Ekamai”, la stazione degli autobus diretti a est (Bangkok ha 3 stazioni dei bus a seconda della posizione cardinale della destinazione), riusciamo a trovare con un po’ di fortuna un bus che parte subito e che ci porta direttamente al porto (Ban Phe) da cui si deve prendere la nave per l’isola. Durante il tragitto Mela riesce anche a rompere la porta del bagno situato dentro l’autobus (bello! 1 paradiso in confronto alla Cambogia: aria condizionata, sedili comodi e 1 bottiglietta d’acqua regalata alla partenza).

Ci imbarchiamo sulla “nave” (praticamente 1 peschereccio riconvertito a trasporto passeggeri dove è caricato di tutto..) e dopo aver trasbordato a terra, compresi i bagagli, in una maniera tipo giochi senza frontiere (siamo dovuti passare sopra 3 barche ormeggiate una di fianco all’altra per accedere alla banchina), abbiamo mangiato un boccone. Durante l’insolito trasbordo abbiamo conosciuto Gabriella, una simpatica ragazza di Bergamo che ha fatto un lungo corso di massaggi Thailandesi a Chang Mai.

Mentre eravamo su un grosso tuk tuk collettivo che ci avrebbe portato alle varie spiagge per cercare una sistemazione, chi ti incontriamo? Ma Gio’ e la Sonia ovviamente, con i quali avremo modo di fare tante altre cose carine.

Dopo un po’ di ricerche di camere, infruttuose, riusciamo a trovare una sistemazione al “Jep’s bungalow”, spiaggia di Ao Hin Khok, proprio lo stesso alberghetto di Gio’ e Sonia! 1 bagno in mare (peccato sia una giornata nuvolosa), una cena a base di pesce alla griglia sulla spiaggia e infine una “seratona” nell’unica squallida discoteca dell’isola nella spiaggia di Ao Phai.

30 AGOSTO MERCOLEDI’ (KO SAMET) Finalmente riusciamo a riposarci un po’! Dormita fino alle 10, colazione e via ad affittare un motorino. Peccato che il nostro hotel ci proponga solo moto con le marce (e acceleratore a sinistra!), per cui si spostiamo in un “rent” vicino dove ne troviamo una con marce automatiche.

Durante la giornata riusciamo a vedere una bellissima spiaggia sulla costa occidentale, dove stiamo circa 3 ore scroccando le sdraio di un resort e consumando qualcosa ad un bar costosissimo!!! Ci godiamo pure un’altra spiaggia situata sulla costa orientale (Ao Wong Deuan), dove ci spariamo un paio di birre distesi su dei lettini in legno con materassi, comodissimi. Il mare è bellissimo, il dolce peso di Mela quando sta dietro sulla moto mentre guido un po’ meno: mi fa un po’ sbandare.

La sera cena sulla spiaggia insieme a Gio’ e Sonia. Mi strafoco cozze, pesce alla griglia + gelato: non posso non offrirmi di pagare a parte il mio salatissimo conto personale e far dividere agli altri 3 il resto..

Nel frattempo arriva un diluvio pazzesco che ci inchioda in hotel fino a sera tardi. Giusto il tempo di mandare a nanna Mela e tediare Gio’ e Sonia leggendo loro parte di questo diario che il diluvio finisce e quindi alla fine un salto in un bar vicino riusciamo a farlo.

(Per tutta la permanenza sull’isola non riusciamo a capire che diavolo di animali siano quelli che “gracchiano” fastidiosamente per tutto il giorno, soprattutto vicino alle nostre camere!..E non sono rane…) 31 AGOSTO GIOVEDI’ (KO SAMET) Il risveglio promette bene: alle 8 già filtra dalle finestre una incoraggiante luce mattutina…E come volevasi dimostrare nel giro di poco arriva il solito mega acquazzone che ci rovina il programma della giornata! Gio’ e Sonia nel frattempo sono partiti felici e contenti con una moto per andare a vedere la spiaggia sula “west coast”: speriamo abbiano trovato un riparo lungo la strada, non oso pensare a come tornerebbero fradici in caso contrario! Dopo aver inutilmente cercato di usare internet per prenotare l’albergo per Bangkok (causa pioggia tutta l’isola non ha il collegamento), restituiamo il motorino affittato il giorno prima e mentre stiamo tornando verso la nostra spiaggia incrociamo la Gabriella, con la quale concordiamo un appuntamento per uno scambio alla pari: io e Mela ci offriamo volontari per un massaggio (gratis) così lei nel frattempo fa un po’ di pratica. Nel pomeriggio quindi, sulla spiaggia, Gabriella ci manipola a turno con i suoi primi “veri” massaggi tailandesi.

Il tempo è un po’ ballerino, ogni tanto sole, ogni tanto nuvolo. Passiamo così la giornata fino a spararci un simpatico aperitivo sulla spiaggia in 5.

Ceniamo insieme sulla spiaggia io, Mela e Gabriella. Gio’ e Sonia proveranno un ristorantino diverso. Ci raggiungono dopo, proprio quando veniamo invitati da uno dei camerieri del nostro hotel ad andare in una sorta di piccola “disco” piena di Thai, (ubicata vicino alla spiaggia di Hat Sai Kaew) dove a un certo punto, dopo orrende canzoni tecno molto datate, incomincia suonare un gruppo dal vivo (bravini), il cui batterista fa sobbalzare dalla sedia il Mela-batterista ad ogni passaggio sbagliato.

Fuori dal locale ad un gioco di freccette riesco a centrare 7 palloncini su 12 tiri, quindi mi merito il giusto premio del campione: un ridicolo minuscolo pluto blu agganciato ad un portachiavi!! Poi nanna.

1 SETTEMBRE VENERDI’ (DA KO SAMET A PATTAYA) Appena svegli un’arrabbiatura: la giornata è stupenda ma proprio il giorno prima, visto l’andazzo degli acquazzoni, avevamo deciso di vederci la famosa Pattaya prima di ritornare a Bangkok. Peccato, magari riusciamo a goderci un po’ di mare lì, visto che arriveremo a inizio pomeriggio. Dopo esserci accordati con Gio’ e Sonia (ormai inseparabili amici) su quando trovarci a Pattaya, partiamo.

Il viaggio tutto ok. Arrivati a Pattaya ecco la “madre di tutte le nostre gag thailandesi”: subito dopo scesi dal minivan, Mela, nel cercare una sigaretta, si accorge di aver lasciato il marsupio sul sedile! Il tempo di un suo bestemmione gigante ed ecco che in un nanosecondo mi lancia il suo zaino e me lo vedo sparire a 1000 all’ora in canotta e ciabatte da mare all’inseguimento a gambe levate (come Zenigada con Lupin!) del minivan, facendosi largo tra prostitute di giorno e bazzieri locali, abbandonandomi lì come un bacucco a curare 80 tonnellate di bagagli…Senza cellulari per comunicare! Fortunatamente dopo 25 minuti interminabili me lo vedo arrivare trionfante con l’agognato marsupio a tracolla, scena accompagnata dall’applauso ammirato di alcune “ragazzine” locali…E inchino di Mela… Troviamo una sistemazione decente all’AA PATTAYA RESIDENCE, qualche ora in spiaggia, lunga e stretta, di stile romagnolo – compreso il mare, abbastanza bruttino qui –, doccia e cena in un buon ristorante. Giro nella walking street in cui è situata la maggior parte dei locali a luce rosse e go go bar: una cosa impressionante, praticamente una Boca Chica elevata a 10.000! Incrociamo per caso Gio’ e Sonia, con i quali avevamo un appuntamento più sul tardi, e decidiamo di buttarci dentro ad un go go bar, dove conosciamo una barista thailandese che parla italiano, e suo marito veneto. Veniamo quindi informati su come funziona il giochetto di essere accompagnati da una ragazza per una sera: nessuna sorpresa, si poteva intuire! Senza far troppo tardi ci spariamo una birra poi a nanna.

2 SETTEMBRE SABATO ( PATTAYA) Giornata tranquilla: colazione, qualche giro per bancarelle, molta spiaggia e finalmente molto sole. Dopo che a metà pomeriggio salutiamo Gio’ e Sonia che tornano a Bangkok, ceniamo in un hotel dove si mangia a buffet.

Sul tardi giro veloce nella zona dei go go bar e a letto presto, domani si ritorna a Bangkok.

3 SETTEMBRE DOMENICA (DA PATTAYA A BANGKOK) Finita colazione, con un sawngthaew arriviamo alla stazione dei pullman. Dopo appena 20 minuti riusciamo a prendere un buon bus con “air con” molto comodo.

Arrivati a Bangkok raggiungiamo l’albergo con un tuk tuk economico.

Andiamo a vedere Chinatown (un brulicare di bancarelle, gente ecc. Nonostante sia domenica) e la montagna dorata, da cui vediamo Bangkok a 360 gradi dall’alto.

Serata con pizza e puntatina a Pat Pong dove proviamo ad entrare in uno di quei locali dove le ragazze ballano mezze nude: siamo abili nel respingere richieste di bevute gratis, scroccaggio a 1000 e non solo…Non facciamo tardi, quindi riusciamo a prendere in orario il metrò per poi farci una birra nel locale sotto l’albergo. Senza saperlo il nostro hotel è nel cuore di Sukhumvit, pieno di occidentali e locali equivoci dove il “giochett”o preferito delle Thai è diffusissimo ma molto meno palese.

Infatti, poco prima di entrare, scambiamo 2 chiacchiere con 2 thai apparentemente normali, ma che subito dopo ritroviamo “casualmente” di fianco a noi nel locale..Quello che una di loro propone dopo pochi minuti è inequivocabile… Andiamo a nanna non troppo tardi, domani sarà l’ultimo faticoso giorno.

4 SETTEMBRE LUNEDI’ (BANGKOK) Ci è venuta la brillante idea di tenere la camera fino alle 8 di sera pagandola metà prezzo, il ché ci consente di goderci la giornata con calma e di sistemarci prima di andare in aeroporto la sera tardi.

Al mattino programmiamo di fare il giro dei klong (canali) andando a piedi o usando le boat pubbliche. Purtroppo scopriamo che esistono solo dei servizi privati con costi abbastanza esagerati (o meglio, forse esistono quelli pubblici, ma chiediamo ad almeno 7/8 operatori e sembra che ci vogliano tutti comunque indirizzare verso il servizio più costoso, sviando sempre le nostre precise domande). Decidiamo quindi di fare da soli e raggiungere e visitare i canali in qualche modo. Il giro è abbastanza deludente: i canali non sono così facilmente raggiungibili come pensavamo e non hanno delle “riverside” tipo Venezia lungo le quali camminare.

Torniamo in zona albergo, giro di bancarelle, piscina e (io) massaggio rigenerante nel centro massaggi del nostro hotel.

Completiamo i bagagli: a me viene l’ideona di fare un mega bagaglio a mano, formato da uno zaino + uno zainetto legati insieme, dove ripongo tutti i regali e gran parte delle cose preziosi e pesanti, giusto per evitare furti e sovrapprezzo sul peso del bagaglio principale.

Mangiamo un boccone veloce poi via in taxi all’aeroporto. Siamo in largo anticipo (più di tre ore prima dell’ora prevista!) eppure riusciamo in qualche modo nell’impresa di imbarcarci all’ultimo momento e di corsa! Ma stavolta non è colpa nostra, abbiamo aspettato quasi 2 ore in piedi davanti ai monitor aspettando il numero di postazione dove fare il check in.

L’aereo (volo Thai), parte con più di 1 ora di ritardo per non si sa quale problema tecnico. Va beh, meno male che c’è un televisorino per ogni passeggero che mi consente di vedere film, ascoltare musica ecc, speriamo che in volo si recuperi il ritardo iniziale perché dobbiamo fare scalo a Zurigo e da lì abbiamo un altro volo per Milano (Swiss air).

Durante il volo gli abbocchi di Mela con russata sono numerosi: meno male che diceva di non riuscire a dormire in aereo!! La vacanza è finita, spero di ritrovare tutto il bagaglio all’arrivo, visto quello che mi è successo 2 anni fa di ritorno dal Perù..

Mi mancheranno molte cose: la Thailandia, le dinamiche con Mela (ottimo, fedele e abilissimo compagno di viaggio), i bath, le graziose Thai, le feroci trattative, i sorrisi dei bambini ecc.!!!



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