Bula Bal
Abbiamo coinvolto nel progetto una coppia di amici che hanno gia’ condiviso con noi alcuni viaggi, e a poco a poco il viaggio ha iniziato a concretizzarsi, tanto che, senza quasi rendercene conto, il giorno della nostra partenza e’ arrivato e ci siamo ritrovati al Terminal 1 di Milano Malpensa.
Un primo scalo a Londra ed uno successivo a Los Angeles, dopo 31 ore finalmente arriviamo a destinazione (abbiamo volato con la Air New Zealand e ci siamo trovati molto bene).
Siamo atterrati a Nadi alle 3 del mattino con l’aeroporto semi – deserto ma abbiamo trovato ad attenderci le assistenti del tour operator locale con il quale abbiamo prenotato.
Ci hanno fatto accomodare nel loro ufficio e in un modo o nell’altro siamo riusciti a tirare avanti fino alle 7 quando il nostro autista e’ arrivato per condurci a Denarau Marina dove ci attendeva la barca per raggiungere le Mamanuca.
La mia amica patisce il mal di mare quindi abbiamo cercato nel limite del possibile di accorciare i tempi di trasferimento in barca e per questo motivo abbiamo prenotato tutti trasferimenti privati.
Difatti, in 1 ora, una barca ci ha portati al Matamanoa Island Resort appunto sull’isola di Matamanoa.
Siamo arrivati molto presto rispetto al normale orario di check in ma lo staff e’ stato molto gentile e non abbiamo dovuto attendere molto per avere le nostre camere.
Senza perdere troppo tempo, ci infiliamo subito i costumi e ci dirigiamo immediatamente in spiaggia per andare a sdraiarci e a smaltire un po’ il fuso orario.
Quel giorno c’era molto vento ed e’ stato davvero faticoso stare in spiaggia.
Di solito ci vogliono le cannonate per smuovermi da li’ ma quel giorno e’ stata dura anche per me ! Innanzitutto bisogna dire che in spiaggia ci sono pochi lettini e tra l’altro sono rigidi con lo schienale rialzato quindi si puo’ stare solamente a pancia su … e poi il vento soffiava talmente forte che avevamo le orecchie piene di sabbia e nonostante fossimo davvero stanchi per il viaggio, non siamo riusciti a chiudere occhio.
Abbiamo provato a fare le barricate per ripararci ma ad un certo punto abbiamo ceduto. Abbiamo fatto due passi intorno all’isola e quando si sono liberate delle sdraio ci siamo finalmente appisolati nella terrazza della piscina dove invece i lettini sono molto comodi ! Il giorno seguente siamo andati in escursione a bordo della Seaspray, una specie di veliero.
La prima tappa e’ stato il villaggio di Yanuya dove pero’ non abbiamo avuto modo di entrare in contatto con la gente del posto xche’ era domenica ed erano tutti a messa.
Non siamo entrati in chiesa ma abbiamo sentito i canti da fuori e devo dire che erano molto invitanti ! Essendo un giorno festivo e non volendo disturbare eccessivamente, la visita al villaggio e’ stata molto breve (niente rito della Kava).
Abbiamo solo avuto modo di fare un paio di foto a dei bambini che erano davvero dolcissimi. Hanno sempre un gran sorriso sulla bocca e sono sempre tutti molto educati.
Tornati in barca abbiamo trovato il pranzo: un po’ di tutto, molti piatti freddi “a mo’ di insalatone” e naturalmente carne e pesce alla griglia il tutto accompagnato dalla musica locale in sottofondo.
Con la pancia piena siamo approdati all’isola di Modriki famosa x aver fatto da sfondo al film Cast Away con il celebre Tom Hanks.
Devo dire che nel film mi era sembrata un’isola piuttosto ostile, con molta vegetazione e non la classica isola tropicale che tutti si aspettano (beh, ovvio che vista la trama non poteva essere cosi’ xo’ …). Invece mi sono ricreduta xche’ha davvero un fascino particolare e anche il mare li’ e’ davvero bello.
Facendo snorkeling non lontano dalla riva, si riescono a vedere tantissimi pesci.
E’ venuto a farci visita anche uno squaletto ! A dir la verita’ io non l’ho visto, ho solo sentito la mia amica che diceva: “C’e’ uno squalo, c’e’ uno squalo … ”. La sua voce non era proprio tranquilla e senza che avessi il tempo di ragionarci sopra le mie gambe automaticamente hanno iniziato a pedalare mentre da sotto l’acqua cercavo di far gesti a mio marito facendogli capire che io me la sarei data a gambe.
E’ strano xche’ l’anno scorso in Polinesia abbiamo fatto diverse volte il bagno con gli squali, quindi non era la mia prima esperienza, ma stavolta mi sembrava diverso, eravamo soli e non con qualcuno del posto che ti rassicura tirando i pesci x sfamare e allo stesso tempo tenere gli squali lontani … E’ giunto il momento di risalire a bordo e di rientrare al Matamanoa giusto in tempo per l’appuntamento pomeridiano con il te’! Mentre aspettavamo che sfornassero i biscotti, ho dato una sbirciatina x vedere cosa proponeva il menu’ della cena e mi e’ caduto l’occhio su: “ Scallops with lime”.
Premetto che a me il pesce non piace e che tutte le volte che visito questi fantastici posti sono un po’ in difficolta’ col cibo xche’ naturalmente il pesce e’ all’ordine del giorno. Ho sempre trovato qualcosa da mangiare, difatti non torno mai dimagrita dai viaggi, ma chissa’ xche’ quando ho visto quella pietanza mi e’ venuta l’acquolina in bocca.
Continuavo a ripetere ai miei compagni di viaggio: “ummhhmmm, stasera mi mangio una bella scaloppina al limone … Non vedo l’ora …”.
Tanto che quando e’ arrivato il momento di cenare, non ho nemmeno guardato il menu’ e ho ordinato tranquilla.
Quando e’ arrivato il mio piatto lo stomaco invece di aprirsi mi si e’ chiuso. C’era una cosa molla, bianchiccia, che assomigliava vagamente a del pollo ma aveva la consistenza di un budino.
Non aveva affatto l’aspetto di una scaloppina al limone !!! Ho chiesto a mio marito di assaggiarlo che detto sinceramente non ne aveva assolutamente voglia, ma dopo mie ripetute insistenze mi ha accontentato.
“E’ pesce !” esclama un po’ mezzo schifato pure lui (vi faccio notare che lui adora il pesce).
A questo punto sono un po’ confusa, si saranno sbagliati oppure la scaloppina al limone per loro si fa cosi’ ?!? Chiamo il camerieri e gentilmente gli chiedo se il piatto che mi ha portato e’ pesce e gli spiego che invece io mi aspettavo fosse carne … E’ sparito dietro la cucina (probabilmente x farsi una grassa risata) e quando e’ tornato mi ha detto: “It’s not fish, it’s seafood … scallop is like mussel”.
Ma porca miseria … Come ho fatto ad essere cosi’ stupida ?! E’ ovvio che scallop non potesse essere scaloppina tradotta in inglese !!! Fatto sta che son rimasta talmente delusa che ho saltato la cena ! Il giorno dopo ci siamo rilassati alla grande (non che fino ad oggi avessimo faticato).
Noi donne ci siamo “spalmate” sul lettino e abbiamo contribuito ad aumentare la tintarella. Gli uomini invece si sono cimentati in diverse attivita’ acquatiche … tra cui un giro in canoa che ci ha fatto sbellicare dalle risate nel momento in cui si sono cappottati ! Tra un sudoku e l’altro, un po’ di lettura, due chiacchiere e qualche bagno, siamo giunti al tramonto.
Per concludere la serata, ci siamo divertiti assieme allo staff del Matamanoa e agli altri ospiti in una serie di giochi e gli uomini hanno avuto il coraggio di assaggiare la Kava, la bevanda tipica fijana dal gusto un po’ fangoso, che gli ha intorpidito per un po’ la lingua con grande gioia di noi donne ! Naturalmente essendo la nostra ultima serata siamo stati calorosamente salutati con il tradizionale Isa Lei, la canzone di addio che tutta l’equipe canta agli ospiti che se ne vanno.
Prima di partire avevo sentito parlare del Fiji Time e del fatto che i figiani non avessero la “puntualità” nel sangue … sono quindi rimasta favorevolmente stupita del fatto che non si siano mai fatti aspettare e siano sempre arrivati in tempo agli appuntamenti.
In perfetto orario difatti ci imbarchiamo sul nostro gommone per raggiungere le lontane Yasawa.
Queste splendide isole distano da Viti Levu 4 ore di barca ma il nostro trasferimento privato ci ha permesso di raggiungere l’isola di Nanuya in solamente 1 ora e mezza.
Bisogna proprio dire che queste isole Yasawa sono davvero belle e il fatto che siano cosi’ lontane fa’ si’ che non siano affollate di turisti (come ad esempio e’ il Matamanoa).
La maggior parte della gente non si spinge fino qua xche’ gli unici due hotel che vengono pubblicizzati e venduti nelle agenzie costano cifre da capogiro ma in realta’ ci sono tantissime altre opzioni a prezzo modico dove poter alloggiare.
Tra le diverse possibilita’ noi abbiamo prenotato al Nanuya Island Resort che possiamo considerare di un livello leggermente piu’ alto degli altri ma comunque ad un prezzo abbordabilissimo.
Sono stata veramente contenta di aver scelto questo posto xche’ e’ davvero un gioiellino. Vi sono solamente 8 bungalow, di cui 4 sulla spiaggia e gli altri 4 sulla collina.
La nostra scelta, puramente economica, e’ caduta appunto su questi ultimi. Ma siamo rimasti ampiamente soddisfatti. I bungalow sono piccolini ma arredati con gusto. Hanno una splendida vista sul mare e l’atmosfera e’ calda e romantica. Non hanno assolutamente nulla da invidiare ai resort piu’ costosi ! Nei 3 giorni che abbiamo trascorso qui ha piovuto 1 giorno intero dalla mattina alla sera e abbiamo quindi passato tutto il nostro tempo in camera ;-).
Non abbiamo rimpianto l’atmosfera un po’ piu’ “festosa e turistica” del Matamanoa, anzi, abbiamo apprezzato la solitudine e il fascino di un luogo veramente isolato dal resto del mondo.
Nei giorni di sole abbiamo gradito ancora di piu’ il fatto di aver scelto questa isola xche’ lo spettacolo era da mozzare il fiato. Non abbiamo visto le altre isole delle Yasawa, quindi non possiamo fare paragoni, ma la laguna blu (dove tra l’altro e’ stato girato il film omonimo con Brooke Shields) e’ davvero strepitosa.
Vi e’ anche la possibilita’ di fare diverse escursioni ma i colori del mare e l’atmosfera magica e intima di questo posto ci hanno trattenuto dall’abbandonare la nostra piccola oasi di paradiso e quindi siamo rimasti li’ a godere appieno di questa bellezza.
Senza parlare dello staff, davvero caloroso e accogliente, sempre pronto a venire incontro alle nostre richieste.
Per coloro che cercano il fascino di un posto ancora naturale e poco sfruttato dove difficilmente capita di sentir parlare italiano xche’ fuori dalla solita rotta turistica, consiglio di trascorrere un paio di giorni qui al Nanuya Island Resort, vi garantisco che non rimarrete delusi ! Il giorno della nostra partenza avevamo l’idrovolante (essi’, abbiamo risparmiato sulle sistemazioni ma non sui trasferimenti !!!) schedulato per le 16 quindi ci abbiamo guadagnato un giorno in piu’. Siamo stati trasferiti in barca al Turtle Island dove pero’ abbiamo finalmente conosciuto “il fiji time”.
Siamo partiti con piu’ di un’ora di ritardo xche’ il passeggero che avrebbe volato assieme a noi si era addormentato. Ovviamente non eravamo felicissimi ma dal momento che costui era il padrone dell’isola non abbiamo potuto fare altro che aspettare all’ombra delle palme sorseggiando la fresca limonata offertaci x il disturbo.
A causa di questo ritardo, non siamo riusciti ad arrivare in tempo per poter andare a vedere i Fijian Firewalkers e di questo sono rimasta molto dispiaciuta.
L’ultimo giorno alle Fiji lo abbiamo trascorso a Nadi.
A dir la verita’ io avrei voluto visitare il villaggio di Navala ma non abbiamo trovato un’auto a noleggio (quelle rimaste costavano veramente troppo) e cosi’ abbiamo ripiegato sull’autobus e siamo andati a vedere il Festival in citta’.
Abbiamo assistito alla parata con tanto di banda e abbiamo comprato un po’ di souvenir al mercato.
Nel pomeriggio siamo ritornati in aeroporto a recuperare i bagagli che avevamo parcheggiato nell’ufficio del tour operator e dopo esserci salutati siamo saliti sull’aereo per le Cook.
(chi vuole seguire il resto … Vada sotto la sezione Cook)