Tour in bus e treno

Ciao, siamo Fabiana e Gabriele. Ecco finalmente il Tour per chi, come noi, vuole viaggiare per il Portogallo utilizzando i mezzi pubblici invece dell’auto a noleggio. Il vantaggio è che non si ha la preoccupazione della strada e del parcheggio ed è anche più economico. Inoltre ci si mischia con la gente del posto che è una cosa che...
Scritto da: agrumi
tour in bus e treno
Partenza il: 19/07/2006
Ritorno il: 02/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Ciao, siamo Fabiana e Gabriele. Ecco finalmente il Tour per chi, come noi, vuole viaggiare per il Portogallo utilizzando i mezzi pubblici invece dell’auto a noleggio. Il vantaggio è che non si ha la preoccupazione della strada e del parcheggio ed è anche più economico. Inoltre ci si mischia con la gente del posto che è una cosa che cerchiamo sempre di fare nei nostri viaggi. Da sostenitori del turismo sostenibile ci piaceva molto il fatto di contribuire al benessere dell’economia locale piuttosto che delle grandi compagnie internazionali.

È stato un po’ problematico reperire informazioni sui mezzi pubblici prima di partire, ed anche l’Ente per il Turismo Portoghese di Milano non era molto preparato a riguardo. Nonostante tutto, ora posso dire che non c’è da preoccuparsi e che organizzandosi prima è possibile girare senza problemi. Ovviamente non avendo la possibilità di lasciare i bagagli in auto e dovendosi appoggiare ad un hotel è difficile visitare più di una città al giorno; anche in stazione non troverete facilmente un deposito bagagli.

Mi sono documentata prima di partire scegliendo i posti che avremmo visitato (questa parte spetta sempre a me!). Ho consultato diverse guide tra cui la Lonely Planet che consiglio per la scelta di alberghi e ristoranti, ma che trovo povera nella descrizione delle attrattive. Mi sono anche rivolta ad Internet, fra cui spiccano il sito Turisti per Caso e www.Portogallo.Com. A malincuore abbiamo deciso di girare il Portogallo solo a partire da Lisbona e dirigendoci a nord fino a Viana do Castelo.

Per saperne di più sulle ferrovie portoghesi consultate il sito www.Cp.Pt. Purtroppo la rete ferroviaria non è sviluppata e diffusa come la nostra, ma il treno resta sempre la scelta migliore nel collegamento tra le grandi città. Ho trovato i treni comodi, abbastanza puliti ed economici.

Il mezzo che abbiamo utilizzato di più è stato l’autobus. Abbiamo reperito informazioni riguardo a orari e costi su www.Rede-expressos.Pt, oppure www.Scotturb.Com. Gli expressos sono mezzi per le tratte lunghe, rapidi e tenuti bene (durante una corsa l’autista si è fermato a lavare il bus in una stazione con tutti i passeggeri a bordo!), ma per questo un po’ più costosi. Volendo si ha la possibilità di acquistare i biglietti on line, ma noi non l’abbiamo fatto e posso dire di non aver mai avuto problemi di posti, pur viaggiano fra luglio e agosto. All’acquisto del biglietto si assegnano, infatti, i posti a sedere. Per questi viaggi è consigliato essere in stazione 15 minuti prima per avere il tempo di fare i biglietti in biglietteria.

Una volta in Portogallo non esitate a chiedere orari, costi e dislocazione della stazione autobus al Punto Informazioni della città. Tranne che in un caso ci hanno sempre aiutato e dato notizie corrette.

Tenete presente soltanto che nel fine settimana il numero delle corse si dirada e alcune tratte potrebbero addirittura non essere servite.

Consigli prima della partenza: – Portatevi una felpa molto calda o persino un maglione di lana, perché anche in agosto la sera può fare molto freddo, specie sulla costa (io non l’ho portato e stavo per congelare).

– In generale i portoghesi sanno poco l’inglese. Ho trovato più diffusa la conoscenza del francese.

Per farvi capire vi conviene parlare italiano o meglio spagnolo (anche se molti lo sconsigliano per via della proverbiale rivalità fra Spagna e Portogallo).

19.07.2006 MILANO – LISBONA Arrivo all’aeroporto di Lisbona con volo easyjet a 82 € a testa. Soprattutto se decidete di partire in luglio e agosto cercate di prenotare con largo anticipo, ottenendo così prezzi più bassi.

Da qui prendiamo l’Aero-Bus verso il centro della città. La fermata è appena fuori il terminal degli arrivi (3 €, bus ogni 20 minuti).

Ci fermiamo a Lisbona cinque giorni per visitare la città e usarla come base per esplorare i dintorni. Il vantaggio è di lasciare i bagagli sempre nello stesso posto. Ci sentiamo di consigliare il Residencial Alegria in Praça da Alegria 12, tel. 2130220670, doppia a 48 € bb. La piazza alberata su cui si affaccia è tranquilla, vicina al centro, al Bairro Alto, all’Alfama e alla stazione della metropolitana Avenida e la colazione è piuttosto abbondante. Ci si sente anche protetti perché vicini alla policia e ai bombeiros.

Lisbona è caotica ma ci è subito simpatica. È un mix di moderno, vie che sfoggiano le grandi marche internazionali, e vecchio; sembra di tornare indietro nel tempo. Passeggiando da Praça dos Restauradores a Praça do Comércio passando per il Rossio quello che più ci colpisce è la presenza per le strade dei lustrascarpe. Altra esperienza particolare è l’essere abbordati dai venditori occasionali di hashish, che guarda caso avvicinano sempre Gabri.

In generale posso dire che Lisbona è visitabile a piedi, tranne che per brevi tratte in cui abbiamo utilizzato tram o metro. La metropolitana è esteticamente tenuta meglio rispetto a quella di Milano e un biglietto per una zona costa 0,70 €.

Alla sera ceniamo al Bairro Alto, dove c’è molta scelta e i prezzi sono contenuti. Qui le tascas sono molto caserecce: tavoli attaccati l’uno all’altro, tovaglie di carta, brace sulla strada, e…Il lavandino per lavarsi le mani in mezzo alla sala! I posti migliori si riconoscono dalla clientela di portoghesi mista a turisti.

I piatti sono in genere abbondanti con carne o pesce compresi del contorno di patate e/o insalata mista. Per gli amanti della cipolla ne troverete in grande quantità, ma attenzione all’alito! Per ingannare l’attesa e stuzzicare la fame vi servono, senza che sia richiesto, un antipasto composto da formaggio, paté di tonno o sardine, burro e a volte olive e insalata di pesce. Pagate solo quello che consumate, quindi il consiglio è di consultare il listino. I prezzi in genere non sono molto alti e spendendo poco ci si lecca proprio i baffi! 20.07.2006 LISBONA: Alfama e Graça La giornata si apre con un siparietto interessante: stiamo per essere investiti da un autista pazzo mentre attraversiamo sulle strisce col semaforo verde. Sarà stato un caso, ma nulla ci è successo né prima né dopo, quando adeguandoci alle usanze del posto, attraversiamo col rosso. Trascorriamo la giornata vagando per i quartieri dell’Alfama e Graça, il cuore della vecchia Lisbona, e visitando alcuni dei loro gioiellini. Questa è sicuramente la zona della città che ci è piaciuta di più. Partiamo da Largo Martim Moniz dove prendiamo il tradizionale tram 28 che ci conduce tra le strette e antiche viuzze del quartiere. Qui incontriamo dei personaggi originali, come una vecchietta con gli stivali di gomma. Poi, da Largo da Graça, proseguiamo a piedi, anche se con un po’ di fatica per via delle salite. Questo, però, è il bello della zona: vagare per le stradine decadenti in un sali e scendi che non sempre sai dove ti porta. E infatti ci siamo persi.

Da non perdere è il Miradouro da Senhora do Monte, il punto più alto dove ammirare i tetti della città, le piazze del centro, il ponte Vasco da Gama e il fiume Tejo. Da qui si può anche vedere il Cristo Re che sovrasta la città a richiamo di quello di Rio de Janeiro.

Facciamo tappa all’Igreja de São Vincente de Fora, monastero famoso soprattutto per i suoi azulejos bianchi e blu, piastrelle decorate a mano che troverete in tutto il Portogallo (intero 4 €). Solo da fuori vediamo il Panteão Nacional, simile al nostro Pantheon ma coperto e pranziamo al sacco in un bel parco lì vicino. La calura si fa sentire, così, solo dopo un po’ di riposo, si parte alla volta del Castelo de São Jorge. Si raggiunge l’ingresso percorrendo la Costa do Castelo, una strada piuttosto panoramica ma tutta in salita. Entrare (intero 3 €) vale la pena soprattutto per il panorama di Lisbona che si gode dai bastioni e dalle torri. In particolare non perdetevi lo spettacolo della torre di Ulisse, dove un periscopio offre una vista di Lisbona a 360° in tempo reale. Essendo i posti limitati, di solito, c’è un po’ di attesa. Dal castello discendiamo per le ripide viuzze passando per altri punti panoramici come Largo das Portas do Sol, una delle antiche porte d’ingresso della città araba. In questa zona è possibile perdersi fra le vie e noi l’abbiamo fatto. Si possono vedere stradine attraversate dalla biancheria stesa o dai tralci d’uva, accanto a case vecchie e povere. La meta finale è il Sé, cattedrale romanica, piuttosto semplice ed essenziale all’interno come piace a Fabi. 21.07.2006 CASCAIS E ESTORIL Oggi per la mia gioia e meno per quella di Gabri, gita al mare. Ogni 20 minuti parte dalla stazione di Cais do Sodré un treno che in soli 30 minuti raggiunge le più famose località balneari vicino a Lisbona: Cascais e Estoril (1, 55 €). L’acqua è davvero fredda e solo i più coraggiosi riescono a tuffarsi, cioè io, ma almeno qui il mare è calmo e si può fare una nuotata. Le spiagge sono sabbiose e piuttosto ampie.

Cascais è molto carina, caratterizzata da negozi e ristoranti tipici di una località balneare, si dimostra vivace sia di giorno sia di sera. In piazza, infatti, assistiamo durante la sera ad un concerto di musica classica. Nella zona del porto si possono anche ammirare delle caratteristiche ville d’epoca color pastello ideale sfondo per una passeggiata. Estoril, dove abbiamo mangiato in un ristorantino sull’oceano, è un po’ più tranquilla e le spiagge meno belle. Qui, però, assistiamo alle prodezze calcistiche di un brasiliano sosia di Ronaldinho che gioca con gli amici.

I due paesi sono distanti un paio di chilometri ed è comodo passare da uno all’altro seguendo la passeggiata lungo il mare.

Dalla rimessa sotterranea dei bus dietro alla stazione ferroviaria di Cascais parte la linea Scotturb per Sintra che ferma a Cabo da Roca, il punto più ad ovest dell’Europa continentale (biglietto 2,45 €). È un luogo emozionante, pieno di suspense dove da un’irta scogliera alta 140 m si possono ammirare le onde che si infrangono sulle rocce. Rilassante anche l’insolito e selvaggio paesaggio circostante. Meno tranquillo è il viaggio in bus: l’autista credendo di essere Schumacher percorre le curve a tutta velocità. Per fortuna che siamo allietati dal paesaggio, perché la strada si snoda proprio sulla costa.

Attrezzatevi per il vento e il freddo soprattutto serale. Non essendo preparati siamo andati in giro con la serviettona da mare intorno alle spalle.

22.07.2006 SINTRA Sempre con il treno, ma dalla stazione di Sete -Rios (a/r 3,10 €) giungiamo a Sintra, paesino tra i boschi patrimonio dell’Umanità. Dalla stazione con una breve passeggiata si è nel centro del paese. Da visitare assolutamente il Palácio Nacional da Pena in stile manuelino, raggiungibile con l’autobus 434 che parte appena fuori dalla stazione o dall’Ufficio del Turismo (3,85 € a/r, 15 minuti). Il bus si infila in una stradina ripida a tornanti che porta prima al Castelo dos Mouros e poi al Palácio da Pena. L’autista si districa tra le curve a gomito con estrema agilità.

Il Palácio Nacional da Pena si erge su una collina, nascosto tra i boschi, che ne aumentano il fascino. Ci ha dato l’impressione di un palazzo da favola tra i colori rosso e giallo dell’esterno. L’insieme ha un qualcosa di arabeggiante e in particolare il portone ricorda a Gabri una delle entrate del gran bazar di Istambul. Oltre all’architettura, sono da ammirare gli originali arredi mantenuti intatti dall’inizio del ‘900.

Poi facciamo un rilassante ma faticoso, il ritorno è tutto in salita, giro per il parco per raggiungere dei laghetti, che non vale la pena vedere perché quasi del tutto a secco d’acqua.

Dopo aver ripreso il nostro bus, ora affollatissimo, ritorniamo nel centro del paese. Qui mangiamo in compagnia dei piccioni di fronte al Palácio Nacional de Sintra, che visitiamo subito dopo, ma, sarà per la stanchezza o per il sole caliente, non ci affascina più di tanto (intero 4 €). Degni di nota sono i due camini gemelli che caratterizzano la costruzione.

Quindi cerchiamo un po’ di ristoro nell’invitante Parque da Liberdade sulla strada verso la stazione. L’ameno parco offre una ricca varietà di flora il cui nome è segnalato su una targhetta. È proprio il luogo ideale per una pennichella e ci rimaniamo fino al momento di tornare a Lisbona.

23.07.2006 LISBONA: Belém Questa mattina rimaniamo a Lisbona con gita al quartiere periferico di Belém, raggiungibile dal centro, da Praça do Comércio o da Figueira, con il tram 15. La prima tappa è il monastero, Patrimonio dell’Umanità, con visita alla bellissima chiesa dove assistiamo alla messa in portoghese. Della funzione si capisce poco se non i passaggi uguali all’italiano, ma quello che più ci colpisce è che allo scambio della pace ci si dà due baci sulle guance. Siccome la domenica mattina fino alle 14.00 l’ingresso ai musei è gratuito, visitiamo liberamente il chiostro del monastero e il vicino museo archeologico, dove ammiriamo soprattutto i meravigliosi mosaici di epoca romana. Imprevisto piacevole è una lunga sfilata di barche a vela, che si dirigono verso l’oceano, facendo mostra delle loro bellezze. Ce ne sono di diversi tipi, sia moderne sia ricostruzioni di modelli antichi, e ovviamente le più spettacolari sono quelle del secondo tipo che ci riportano direttamente ai tempi in cui il Portogallo era una grande potenza navale. In effetti l’intero paese è rimasto molto legato a quell’epoca di splendore.

Proprio ai più famosi personaggi portoghesi è dedicato il monumento Padrão dos Descobrimentos. È a forma di caravella e vi sono rappresentati navigatori, poeti e pittori che hanno fatto grande la nazione, tra cui spicca Vasco da Gama.

Siccome Gabri è stanco e vuole mangiare facciamo pausa nella verde Praça do Imperio, appena fuori il monastero. L’ombra delle piante e la calura estiva ci spingono ad indugiare più del previsto con una bella pennichella sotto le piante.

Nel pomeriggio visitiamo l’affollata e monumentale torre di Belém (intero 3 €), altro monumento dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Qui Vasco da Gama aveva trascorso una notte di veglia prima di intraprendere il suo viaggio per le Indie. È interessante soprattutto come punto panoramico. Attenzione: è difficoltoso raggiungere i piani alti dove le scale si stringono e la gente si accalca.

24.07.2006 LISBONA – ÓBIDOS A malincuore diciamo addio a Lisbona e partiamo per Óbidos, cittadina medioevale. Dei bus rapidas della compagnia Rodotejo partono da Campo Grande per la vicina Caldas da Rainha e effettuano una fermata anche appena fuori dalle mura di Óbidos (partenza 9.30, arrivo 10.35, 6 €, biglietti a bordo). Quello che subito colpisce arrivando da lontano è la vista del castello che sovrasta il paese e delle alte mura medioevali. Óbidos, però, non è medioevale solo dall’esterno, infatti qui il tempo sembra essersi fermato. Le casine basse di colore bianco con i bordi giallo e blu, le strade a ciottoli adornate con fiori e piante di agrumi ci trasmettono un senso di pace molto diverso dalla capitale. Siamo ospiti a Casa Milena, rua Arco da Cadeira, tel. 919182563, proprio nel centro del paese dietro all’Igreja de Santa Maria, doppia 35 € senza colazione. Qui facciamo conoscenza della sig.Ra Maria Helena Perreira, un tipo gentile e originale, con capelli grigi ed extension colorate. La nostra stanza con bagno esterno privato, come tutta la casa, è arredata in stile new age: colori sgargianti, profumi, cuori e stelle alle pareti e nella nostra stanza un tappeto con scritto pace in tutte le lingue. La parte più caratteristica è sicuramente la Praça de Sta. Maria con la chiesa decorata da azulejos, il portico dove un tempo si radunavano i lavoratori a giornata per andare a lavorare nei campi e un monumento medioevale. Percorrendo la via principale, che attraversa tutto il paese dalla porta d’ingresso fino al castello, si può vedere l’Óbidos un po’ più turistica con la folla che assale i numerosi negozi di souvenir.

Le vere attrazioni sono però il castello, che ospita una famosa pousada e le mura che attorniano la cittadina. Da qui è possibile farsi un’idea della vita della città di giorno e di sera. Molto suggestivo è, infatti, ammirare il sole che cala all’orizzonte e le luci delle strade che mano a mano si accendono. Molti potrebbero considerare una perdita di tempo passare la notte qui ma a noi è piaciuto. Insieme al sole si spegne anche il rumore delle strade, i turisti si dileguano e rimane il tempo per assaporare delle piacevoli scoperte come i daini del Parque Cinegético. Altro punto panoramico è il Miradouro do Jogo da Bola che di sera si trasforma in un locale new age con lumini, cuscini e incenso (sarà la tendenza del posto). Si raggiunge attraversando stradine secondarie in salita, ma ne vale la pena.

La sera mangiamo in un ristorante consigliato da Le routard, che a nostra volta ci sentiamo di segnalarvi: O Conquistador, rua Josefa de Óbidos. Ci ha colpito soprattutto la cortesia del gestore, e, mangiando bene, si è speso poco. Una grigliata mista di carne per due persone con contorno a 15 €.

25.07.2006 ÓBIDOS – PENICHE Sempre spostandoci con la compagnia Rodotejo prendiamo il bus interurbano che ci porta a Peniche (partenza 9.40, arrivo 10.25, 2,50 €). Il consiglio è di scendere alla piazza del mercato e non al capolinea. Questa è l’unica tappa che non ci è piaciuta del nostro itinerario. È un’ex isola, ora penisola, conosciuta soprattutto per il mare e la natura. La sconsigliamo, però, se non avete la macchina per girare. Noi siamo, infatti, rimasti in paese e nelle spiagge lì vicine, che però non ci hanno convinto molto. La zona portuale, poi, è molto estesa.

Appena arrivati ci rivolgiamo all’ufficio del turismo per trovare alloggio presso privati e accettiamo subito quello che ci propone: una stanza doppia a 35 € con bagno in comune con gli altri inquilini della casa. Ci viene a prendere una signora coi capelli laccati che ci accompagna a casa sua. Ad accoglierci c’è un cane pulcioso che purtroppo fa subito amicizia con me, mi lecca e accompagna ovunque. Mentre aspettiamo di prender possesso della camera escono tre italiani totalmente ubriachi che ci raccontano della notte passata a festeggiare.

Dopo esserci sistemati decidiamo di andare in spiaggia e qui comincia la nostra odissea: le famose praias di Peniche non si manifestano ai nostri occhi e a poco a poco diventano un miraggio. Fidandoci solo del nostro intuito ci dirigiamo verso la bella fortezza di Peniche che però si trova vicino al porto e lontana dalle spiagge. Prima un vecchietto e poi un francese ci indicano come “crique sympa” una baia che non è di certo una delle meraviglie del mondo per via del cemento intorno. Allora decido di guidare Gabri verso delle belle spiagge in una traversata che ancora adesso mi rimprovera. Percorriamo diversi chilometri sotto il sole e alla fine ci troviamo in una strada a tre corsie. In realtà è anche una gita culturalmente rilevante perché vediamo una colonia di gabbiani a riposo su una rotonda.

Alla fine arriviamo alla praia e ci godiamo il meritato riposo. L’acqua qui è proprio quella dell’oceano e sguazziamo fra i cavalloni. Per fortuna non è così fredda così anche il freddoloso Gabri può fare il bagno.

Per non fuorviarvi ci tengo a sottolineare che in realtà la praia è molto vicina al centro e facendo un altro giro ci si impiega circa 15 minuti.

La sera mangiamo in uno dei molti ristoranti di pesce lungo Avenida do Mar con vista non eccezionale sul porto. In compenso ammiriamo l’immagine poetica di bambini che giocano a calcio sulla sabbia al chiaro di luna.

26.07.2006 PENICHE – NAZARÉ Sveglia all’alba per prendere l’unico bus Rede Expressos del mattino che collega Peniche a Nazaré (partenza 7.00, arrivo 8.25, 7,60 €). È la stessa linea che percorrendo la costa arriva fino a Braga. Attenzione perché l’autobus parte dalla rimessa e non passa dal mercato.

Questa è un’altra tappa di mare e a dispetto delle attese riscuote l’approvazione di entrambi. Siccome il paese si estende sulla costa, la spiaggia è vicina e questo ci sembra un sogno dopo l’esperienza di ieri. Il bello del paese è che per ora è riuscito a far convivere bene l’aspetto turistico di una ormai famosa località balneare con le tradizioni di un paese di pescatori, che sono ancora ben visibili nella vita di tutti i giorni.

Queste sono tenute vive dalle anziane del posto. Sono tantissime e attive dalla mattina presto fino alla sera tardi. Le vedi comparire il mattino sul lungomare e farsi il segno della croce guardando l’oceano. La maggior parte sono basse e robuste, ma ce ne sono anche di snelle. Si vestono in genere col vestito tipico: gonnella gonfia a pieghe sopra il ginocchio, grembiule, camicia e in testa un velo indossato come un turbante. Le vedove, invece, portano abiti simili ma tutti in nero. Nonostante l’età, le loro occupazioni sono svariate. Costantemente a caccia di turisti affittano camere sedendosi a gruppi sul lungomare con il cartello “quartos” sulle ginocchia. Altre cercano di vendere le cose più svariate, frutta secca, ricami, dolci e persino occhiali da sole e riviste erotiche. Altre ancora sulla spiaggia affittano le casette paravento.

Appena scesi dal pullman ci dirigiamo all’albergo che ho prenotato e che consigliamo vivamente a tutti: Pensão Ribamar, rua Gomes Freire 9, tel. 262551158, doppia 45 € bb. La pensione è situata sul lungomare e offre delle camere con una bella vista sull’oceano a un prezzo più elevato. Noi abbiamo la fortuna di avere ugualmente una camera con vista ma mansardata. In seguito ci dirigiamo a visitare il monastero cistercense di Alcobaça prendendo dalla stazione degli autobus il pullman Rodotejo (durata 15 minuti, 1,65 €). Sinceramente sono contenta di aver fatto visita a questo patrimonio dell’Umanità. È un luogo dove sacro e profano si mescolano, perché c’è stato un tempo in cui i monaci che lo abitavano si lasciavano andare agli istinti più sfrenati. Purtroppo la parte visitabile non è molto estesa, ma sufficiente per rendersi conto della vita condotta. La cucina soprattutto ci colpisce perché grandiosa. Caratterizzata da due grandi cappe per cuocere le vivande, lascia intravedere la quantità di cibo che doveva passare da lì. Il monastero era costantemente rifornito di pesce grazie all’acqua del fiume che entrava in una vasca della cucina.

Nella chiesa attigua meritano nota soprattutto le tombe molto ben lavorate di Dom Pedro e di Dona Inês, protagonisti di una storia d’amore dal finale tragico.

La visita occupa poco tempo, quindi torniamo presto per goderci un pomeriggio di mare.

Per oggi però niente bagno: fa freddo e le onde sono troppo forti. La spiaggia sabbiosa ed estesa si affolla durante il pomeriggio. Particolari le caratteristiche casette paravento che occupano la parte posteriore della spiaggia, costantemente abitate da famiglie con nonne intente al richiamo e mariti al riposino. Pullulano sulla spiaggia i venditori di cibarie. Tra gli altri ricordo il saraceno che offre bibite o la vecchina che vende merende fatte in casa portandole in un grosso baule sulla testa.

La sera cenetta in hotel con vista oceano: stupendo. Qui mangio delle sardine alla griglia molto buone, mentre Gabri si gusta due porzioni di patatine fritte.

27.07.2006 NAZARÉ Siamo talmente ansiosi di tornare in spiaggia che ci svegliamo abbastanza presto. Purtroppo anche oggi vorremmo fare il bagno ma per noi le onde e il vento sono troppo forti.

Quando le ore più calde si avvicinano decidiamo di visitare il centro storico di Nazaré che è situato su una scogliera sopraelevata di 110 m rispetto al mare e che raggiungiamo attraverso un elevador, una funicolare. Rilevante è soprattutto la piazza centrale dove si affaccia l’Igreja da Nossa Senhora da Nazaré e che pullula di turisti e venditori, fra i quali le ormai famose vecchiette con la frutta secca. Dall’alto si gode di una stupenda vista sulla parte bassa del paese e sulla scogliera.

Mentre mi viene l’idea di fotografare la piazza con le anziane venditrici accade un episodio divertente. Mi metto in posizione in modo da non farmi scorgere dalla più vicina, che però mi vede benissimo. Invece di protestare, come mi aspetto, si alza in piedi e si mette in posa canticchiando una canzone che forse ha imparato da piccola, ancheggiando in modo sexy. Ovviamente lo scopo della signora è di vendere la sua merce, quindi vedendo che non ottiene quello che vuole, incomincia ad inveire contro di noi in un tono che sa tanto di maledizione.

Dopo aver scampato il pericolo scendiamo dal centro storico e di torniamo in un luogo ameno: la praia.

La cena in hotel ci rende satolli. Prendiamo, infatti, il cacciucco di Nazaré, una zuppa di pesce con tantissime cipolle e patate, che impegna il nostro stomaco per diverse ore. La sera torniamo al cuore di Nazaré per assistere ad un’esibizione di balli tipici. È molto bello e coinvolgente. Giovani e soprattutto meno giovani si cimentano in danze movimentate che constano in una serie di balzi e saltelli veloci. Tutti a piedi nudi, indossano l’abito tipico. Complimenti per la resistenza ad una signora con grembiule rosa oltre la settantina, mentre tra gli uomini spicca un vecchietto rosso in viso per il vino che accompagna il ballo con gesti e mimiche divertenti. Mai come stasera il clima è così polare. 28.07.2006 NAZARÉ – COIMBRA Mentre io lascio Nazaré a malincuore, Gabri è molto contento perché la nostra meta è Coimbra, città voluta soprattutto da lui. Dormiamo un’oretta circa in pullman (Rede Expressos, partenza 8.25, arrivo 10.10, 9,90 €), arrivando più riposati a destinazione. Dal capolinea in Avenida Fernão Magalhães ci dirigiamo verso il centro e la città alta che si staglia ai nostri occhi sembra carina.

Il quartiere in cui passiamo per raggiungere la nostra pensione, invece, non ci fa una bella impressione. C’è molta povertà, barboni e ubriachi per le strade. Dopo essere passati per Rua Direita, via dei barbieri, giungiamo a Praça 8 de Maio e da lì imbocchiamo Rua de Moeda (via della moda). La via, in realtà, è piena di negozi che non c’entrano molto con la moda, tra gli altri macellai e pescivendoli.

Noi alloggiamo proprio in questa via al Residencial Moeda (rua da Moeda 81, tel 239824784, doppia 40 €), sopra un negozio di conchiglie gestito dagli stessi proprietari della pensione. La camera è di buon livello, semplice ed essenziale.

Dopo esserci sistemati torniamo in Praça 8 de Maio per la visita all’Igreja de Santa Cruz, che risale all’epoca rinascimentale e al vicino municipio. Quindi proseguiamo sulla rua Visconde de Luz che porta alla Coimbra alta e che è la classica via, presente in tutte le città, con negozi delle grande marche internazionali. Accanto alla via si estende la bella Praça do Comércio circondata da edifici d’epoca, dove mangiamo al sacco.

Dopo pranzo ci dirigiamo verso il quartiere universitario che è tutto un sali scendi e per questo sconsiglio di fare in pieno sole come abbiamo fatto noi. In effetti l’università di Coimbra merita proprio una visita ed è all’altezza della sua fama. Molto belle le sedi delle facoltà di Antropologia e di Farmacia interamente decorate con azulejos, ma il meglio è costituito dall’università vecchia. L’unica cosa è che il biglietto per la visita è piuttosto caro: intero 6 €. Permette l’ingresso alla biblioteca Joanina, dove spicca il dorato. Colpiscono i bei soffitti affrescati e il numero dei volumi qui raccolti. Grandiosa è anche la Sala Grande degli atti, ancora usata per le grandi cerimonie.

Degne di nota nel quartiere sono anche le due cattedrali, la Sé Velha di stile romanico, molto bella, e la Sé Nova.

Quindi troviamo riparo dalla calura nel giardino botanico, dove c’è una grande varietà di piante di tutti i tipi. Peccato che l’area tropicale non fosse accessibile al pubblico. Attraverso Praça da República e la verde Avenida Sá da Bandiera ritorniamo in camera per riposarci e prepararci per la sera.

La serata ci è allietata da un incontro originale. Dopo esserci seduti al tavolo di un ristorantino all’aperto si avvicina un francese di origine italiana con padre brasiliano e fratello venezuelano. È un maestro di piano che, da quanto abbiamo capito, è un giramondo e un po’ pazzo ma veramente divertente.

Dopo aver assistito ad uno spettacolo di folclore in Praça 8 de Maio decidiamo di andare a visitare il quartiere universitario di sera ma le vie strette e buie ci invitano a tornare indietro. Coimbra, però, che non ci ha entusiasmato di giorno, di sera, illuminata da una luce tenue ci appare più bella.

29.07.2006 COIMBRA (CONIMBRIGA) – AVEIRO A 15 Km da Coimbra c’è un interessante sito archeologico romano, Conimbriga, che raggiungiamo in 30 minuti con il bus della compagnia Joalto. Unica pecca è che la compagnia effettua due sole corse al giorno e addirittura una nel weekend (andata ore 9.00 oppure 9.30). Ci sono tre fermate lungo Avenida Fernão Magalhães, una presso Largo do Amado e una vicino alla stazione ferroviaria.

È una gita che consiglio di fare a tutti gli appassionati e non di storia romana, poiché Conimbriga è il maggior sito archeologico romano del Portogallo. Noi ci siamo andati per interesse personale perché facciamo parte del gruppo storico romano XII fulminata di Bareggio (Milano).

Conimbriga data la sua origine nel X secolo a.C., ma è con la conquista romana (I secolo a.C.) che raggiunge il suo massimo splendore sia come centro urbano che agricolo. Con le invasioni barbare del IV secolo d.C. La città cambia il suo assetto e inizia un lento declino fino ad essere abbandonata del tutto.

L’autista che ci porta al sito romano è fuori di testa. Prima si arrabbia con uno che ha lasciato la macchina in seconda fila e quasi scattata la rissa. Gettatosi all’inseguimento riesce a prendere la targa dell’auto, ma alla fermata successiva è talmente in trance agonistica che sta per aprire la porta del bus in faccia ad una ragazza che deve salire.

Finalmente giunti al sito archeologico (intero 3 €) abbiamo iniziato la visita dal museo molto ben strutturato. Questo espone ritrovamenti fatti a Conimbriga organizzati sapientemente in modo da mostrare non solo l’evoluzione della città, ma anche la vita ivi condotta. I reperti sono infatti suddivisi in aree tematiche come l’artigianato, la medicina, la lavorazione del vetro, la ceramica o le armi. Ampio spazio anche alla parte architettonica e alla ricostruzione del foro.

In seguito visitiamo anche le rovine dell’antica Conimbriga con le varie domus, le terme, l’anfiteatro, l’acquedotto e il foro. Entrati nel sito attira subito la nostra attenzione l’alto e robusto muro eretto per proteggere la città dalle invasioni. Anche il sito è ben organizzato, perché ci sono dei cartelli che riproducono la piantina delle abitazioni con l’indicazione delle diverse stanze e del loro utilizzo. La cosa che più mi stupisce è come le pavimentazioni si siano conservate molto bene. Bella soprattutto la casa delle fontane con pavimenti in mosaico quasi del tutto intatti.

Con soddisfazione troviamo il regalo di compleanno per mio cognato, presidente del gruppo storico, ovvero un gioco da tavolo romano tipo filetto.

Al termine della visita, che occupa solo la mattinata, ci aspetta un lungo tratto a piedi verso Condeixa da dove prender il bus per ritornare a Coimbra. Per fortuna facciamo a piedi solo un pezzo del percorso perché alle 13.00 passa un pullman che nel weekend non è previsto.

Dopo aver salutato l’allegra famigliola che ci ha ospitati partiamo in treno alla volta di Aveiro. A Coimbra ci sono due stazioni ferroviarie: la vecchia B, in periferia e la nuova A, in pieno centro. Qualora alcuni treni veloci fermino o partano dalla stazione B non c’è alcun problema perché A e B sono collegate da dei passanti interni. Noi, invece prendiamo il treno dalla stazione A alle 14.12 con arrivo alle 15.13 ad Aveiro a 4,80 €.

Purtroppo la stazione ferroviaria ad Aveiro si trova a più di un Km dal centro dove prendiamo alloggio all’Hospedaria dos Arcos, rua José Estevão 47, tel 234383130, doppia 35 € bb. La strada che conduce al centro è grande e costellata da molti negozi, ma da poca ombra. Quindi arriviamo stanchi a destinazione con i nostri zainoni sulle spalle e appena in camera ci addormentiamo subito. La pensione dove alloggiamo è piuttosto vecchia e ha un ambiente da casa della nonna con ricami appesi alle pareti. A dispetto di quello che dice la nostra guida la colazione non è per nulla abbondante e la camera piuttosto piccola. L’unica attrattiva è costituita dal gestore, un tipo molto bizzarro, che crediamo faccia turno unico di 24 h perché sempre presente.

Poi facciamo un giro per la città che è considerata l’Amsterdam portoghese con molti canali che la percorrono. Questa, infatti, era stata danneggiata da malsane paludi, ora bonificate e utilizzate come saline. Molto bella è la piazza principale Praça Humberto Delgado, rallegrata da fiori colorati, che dà una bella vista sul Canal Central dove sono ormeggiate le imbarcazioni tipiche della città. Altro punto tipico è il mercato del pesce che si anima soprattutto di mattina. Le intricate vie intorno alla piazza lasciano ogni tanto intravedere degli scorci piacevoli. Girando per le vie di Aveiro, che di sera è molto carina, giungiamo alla bella Praça Marquês de Pombal dove decidiamo di prendere un the caldo, ma l’impresa si rivela ardua. Qui apro una parentesi sul the in Portogallo, che si chiama “cha”. Questa bevanda non è molto diffusa e anche richiedendola col nome giusto non sempre si è serviti con quello che si vuole. Diverse volte c’è stata portata acqua calda e scorza di limone oppure camomilla. 30.07.2006 AVEIRO – PORTO Questa mattina facciamo ancora un giro per Aveiro ma la città è deserta ed è tutto chiuso visto che è domenica. Visitiamo alcune chiese della città che però non ci sono piaciute molto, anche per il cattivo odore di vecchio che caratterizza l’interno. Fra queste ci colpisce la Catedral de S. Domingos, che ha subito all’ingresso una tomba. Un vero colpo d’occhio, lontano dai nostri gusti, è la rappresentazione della passione con il Cristo caduto sotto il peso dell’enorme croce. Il dolore è chiaramente visibile nei lineamenti della statua con parrucca e tunica di color viola.

Alle 11.43 saliamo sull’Intercity per Porto che in 40 minuti circa ci porta a destinazione (intero 9 €). Anche a Porto ci sono due stazioni, una situata in centro, São Bento, e una in periferia, Campanhã, che sono collegate tra loro come quelle di Coimbra.

A pochi passi dalla stazione di São Bento ci si trova in pieno centro, tra la Praça da Liberdade e Avenida dos Aliados dominate dal municipio. Dalla piazza i due lati dell’avenida sono separati da uno spiazzo centrale molto frequentato. Porto ci appare da subito più imponente di Lisbona in quanto su questa piazza si affacciano dei grandiosi edifici d’epoca fra cui c’è anche il nostro albergo. Ve la consigliamo vivamente: in pieno centro ma tranquilla è la Pensão Chique, Avenida dos Aliados 206, tel. 222009011, tre stelle, doppia 35 € bb. La camera è spaziosa, pulita e offre un buon rapporto qualità – prezzo. Il nostro giro comincia con la visita al Sé, che è situata nella parte più alta della città. Un percorso tutto in salita ci conduce alla cattedrale che domina Porto e che quindi concede una splendida visuale dell’antico quartiere sul fiume Douro: la Ribeira. Proprio qui vicino assistiamo alla scena di una vecchietta che lava i panni in mezzo alla strada.

Questa zona di Porto ci ricorda un po’ l’Alfama di Lisbona per l’intrico delle stradine strette e la pendenza delle vie, la maggior parte in discesa verso il fiume. Le case, invece, mi sono sembrate addirittura in uno stato peggiore di quelle che avevo visto là. C’è capitato, infatti, di vedere edifici senza finestre o in stato pericolante. Come l’Alfama anche questo quartiere ha esercitato su di noi un certo fascino. Molto turistico è, invece, il lungofiume, con negozi di souvenir e turisti che affollano le banchine. Anche noi ci siamo lasciati trasportare e abbiamo deciso di fare la crociera dei 6 ponti del Douro, che permette di vedere Porto dal fiume (10 €, partenza da Cais da Estiva). Il tutto dura 50 minuti ma non mi entusiasma molto. Il motivo è che questa crociera è solo un ripiego perché il mio desiderio era di fare un’escursione in barca alla scoperta della valle del Douro, decantata come bellissima. Purtroppo per motivi economici (costo almeno 50 € cad.) e di tempo (durata di un giorno) abbiamo dovuto rinunciare.

Stanchi decidiamo di fare ritorno in albergo e ora la strada è tutta in salita. Facciamo quindi delle tappe, visitando da fuori alcune fra le attrazioni della Ribeira: l’Igreja de São Francisco e il Palácio da Bolsa che sono degli edifici piuttosto grandiosi. Sicuramente è un’esperienza quella di cenare da Pedro dos Frangos (Pedro dei polli! Rua do Bonjadim 219), re dei polli allo spiedo. Il locale è veramente popolare per la sua economicità e l’abbondanza delle porzioni. Spesso si forma una lunga coda in attesa di un posto a sedere. Per chi si accontenta si può anche mangiare al bancone. Siccome abbiamo molta fame vogliamo ordinare una porzione e mezza di pollo con patate, insalata e riso di contorno. Il cameriere sgrana gli occhi e ci chiede se dobbiamo portare a casa il pollo alla mamma (a richiesta si fa anche il dog bag). Alla fine su suo consiglio ordiniamo solo una porzione che corrisponde ad un pollo intero al prezzo di 7.50 € più i vari contorni. Il cameriere, che ci sottovaluta, ci porta quanto richiesto sogghignando all’idea che non avremmo finito tutto, mentre con agilità lo stupiamo.

Evitando la Ribeira perché quartiere piuttosto malfamato di sera, anche se vivace, rimaniamo a passeggiare per il centro ma c’è poca gente in giro.

31.07.2006 PORTO Oggi ci siamo concessi sveglia libera, ma senza esagerare perché resta sempre la colazione da fare. Scendiamo per le 9.30 e la sala colazioni ha un’aria abbandonata, se non fosse per due italiani che si sono appropriati delle caraffe del latte e del caffè. Probabilmente la cameriera è già proiettata verso la fine del lavoro e Gabri non riesce a veder accontentate le sue richieste.

Dopo la spesa dal “nostro” Pingo Doce, catena di supermercati che ha accompagnato la nostra vacanza, passeggiamo per le vie commerciali alla ricerca di un regalo per mia sorella. In questo modo approfittiamo per visitare un po’ il centro. Le Rua de Santa Caterina, con l’omonima chiesa interamente decorata da azulejos rappresentanti la vita della santa, e Rua de Sá da Bandeira sono vie piene di negozi dove è possibile trovare un po’ di tutto, dalle occasioni a 1 euro alle grandi firme. Tra le chiese che costellano il centro ci è piaciuta soprattutto l’Igreja de S. Ildefonso in Praça da Batalha.

Fatti i nostri acquisti decidiamo di andare alla vicina Vila Nova de Gaia, raggiungibile dal centro con gli autobus 32, 57 e 91. Situata sull’altra sponda del Douro, proprio di fronte a Porto, è famosa poiché qui hanno sede le più rinomate cantine produttrici di porto. Il vino è prodotto nella Valle del Douro, ma è trasportato qui per invecchiare.

Il lungofiume è molto carino, dà una bella vista su Porto ed è costellato dalle vecchie barcos rabelos, imbarcazioni tradizionali con cui avveniva in origine il trasporto del vino, ora ormeggiate solo a scopo promozionale. Troviamo anche un tavolino su cui mangiare comodamente prosciutto e melone e poi via al tour delle cantine.

Quasi tutte organizzano visita e degustazione, alcune sono a pagamento, altre gratuite. Per orientarsi basta rivolgersi all’ufficio del turismo sul lungofiume, che fornisce dettagli e una cartina. Iniziamo un po’ a caso da Wiese & Krohn. Dentro il posto è deserto, ma ci accolgono due ragazze molto simpatiche. La visita prevede prima degustazione del bianco, fresco e fruttato, poi tour per la cantina con qualche spiegazione ed infine assaggio di due tipi di rosso. Il tutto è stato molto interessante, ma anche difficoltoso per una come me non abituata a bere alcolici. Per fortuna che sono a stomaco pieno perché comincia a girarmi la testa. Il Porto non è, infatti, come gli altri vini, che non amo molto, ha un sapore particolare oltre ad essere ovviamente più alcolico (20 gradi). Quindi ci aspetta la scalata per Taylor’s, cantina consigliata dalla nostra guida, e che noi a nostra volta vi raccomandiamo. Lì c’è molta gente e l’accoglienza sembra più organizzata. Per la gioia di Gabri ci aggreghiamo ad un tour della cantina in inglese, che però è molto esaustivo. Ci spiega che l’idea di fare il porto è venuta nel XVII° secolo, durante le ostilità fra Francia e Inghilterra. I francesi tassavano molto l’esportazione dei loro vini costringendo gli inglesi a rifornirsi altrove, per esempio in Portogallo. Il trasporto del vino via nave richiedeva però diversi mesi e la merce rischiava di deteriorarsi. Ecco allora l’idea di aggiungervi dell’acquavite che l’avrebbe conservato più a lungo.

Ci sono tanti tipi di porto a seconda dei palati e delle occasioni. Il bianco è adatto come aperitivo. Il ruby, ovvero rosso, è un digestivo che accompagna formaggi o dessert dal gusto forte. Il tawny, ambrato, è un vino fatto invecchiare in piccole botti che ne alterano il colore e il sapore; è più liquoroso, forte è la concentrazione di alcool e si degusta con dessert delicati.

Il vintage è il più pregiato. Non è una miscela, ma il risultato della vendemmia di una sola annata che quindi deve essere particolarmente buona. E’ imbottigliato e venduto dopo solo due anni in botte poiché è l’acquirente che ne deve curare l’invecchiamento in bottiglia per 10, 20, 30 anni.

Il late bottled vintage, infine, è una forma di vintage meno pregiata. Imbottigliato dopo 4/6 anni in botte, ha una lavorazione che permette di berlo subito. Gabri ha preso una bottiglia di questo, che ci sembrava il migliore fra quelli con prezzo accessibile.

Ancora pausa sul lungo Douro, prima a Vila Nova de Gaia, poi attraversato il ponte a piedi, a Porto, dove facciamo un aperitivo al volo con pistacchi. Dopo soli 250 scalini in saliti arriviamo all’albergo.

Un po’ di relax e ci aspetta ancora Pedro dos Frangos, questa volta con la trippa, piatto tipico di Porto. Qui è cucinata con fagioli, pancetta e salamino. È molto saporita e il palato gradisce, ma non riusciamo a finire tutto. Stabiliamo anche il record per la cena più economica della vacanza con 12 € per trippa, riso, macedonia e bevande per due persone. 01.08.2006 PORTO – VIANA DO CASTELO Nonostante i brontolii di Gabri che cerca di rimandare il più possibile la partenza per un’altra praia, giungiamo a Viana Do Castelo, bella località balneare del Minho settentrionale. Treno regionale delle ore 10.30, arrivo a destinazione ore 12,37, cambio a Nine, 6,20 €.

Dalla stazione parte la via principale Avenida dos Combatentes da Grande Guerra che porta al Rio Lima, sulla quale, poco lontano dalla stazione, si trova la modesta Pensão Viana Mar, doppia 45 € bb. La camera è piena di centrini e ricami, tipici di Viana, è piuttosto ampia ed ha un grande balcone dove posso stendere il bucato.

Ci dirigiamo verso l’ufficio del turismo per sapere dove sono le famose praias, infatti Viana è alla foce del fiume, non lontano dall’oceano e dalle spiagge. Qui ci indicano non solo l’ubicazione ma anche i mezzi per raggiungerle.

Per la gioia di Gabri il prossimo bus parte alle 15.00, quindi resta un po’ di tempo per far visita al centro che si snoda intorno a Praça da República. Al centro della piazza c’è un’elegante fontana rinascimentale, mentre tutt’intorno si trovano antichi e caratteristici edifici quali il municipio e la Misericórdia, ex ospizio. Con il bus che parte dalla grande rimessa dietro la stazione ferroviaria, in soli 15 minuti, arriviamo alla Praia di Afife. Selvaggia, non ha delle grosse costruzioni alle spalle, ma è attrezzata di bar e qualche negozio. Ha una bella sabbia, scogli in acqua su quali s’infrangono le violente onde e ovviamente il vento.

Rimaniamo a riposarci per tutto il pomeriggio e poi con l’ultimo pullman delle 19.30 torniamo alla pensione.

La sera ceniamo in un bel posticino consigliato dalla guida, il Restaurante O Garfo, situato sul molo in Largo 5 de Outubro 28. Ci sono posti fuori ma fa freddo e dati i lavori in corso la vista non è delle migliori, quindi decidiamo di entrare. Il locale è piccolo ma arredato in modo molto personale e tipico. Visto che si mangia soprattutto pesce fresco, ordiniamo del pesce spada con contorno e bevande a 22,90 €.

Facciamo una passeggiata digestiva per Viana che di sera è ancora più viva che di giorno. C’è molta gente sia nella piazza principale sia per le strade e numerosi sono gli eventi. Nella Praça da República suona un gruppo rock, mentre al Jardim Marginal, vista fiume, è organizzata una fiera con dimostrazioni al suono di musica folk.

02.08.2006 VIANA DO CASTELO – SPAGNA Per la cronaca questa è la prima mattina che Gabri riesce a farsi portare il the.

Il programma del mattino è allettante perché andiamo alla Praia do Cabedelo, che ha la fama di essere una delle migliori di tutto il Minho. Da Largo 5 de Outubro partono dei traghetti che in soli 5 minuti portano alla spiaggia: in luglio e agosto la frequenza è dalle 8.10 alle 22.00, più o meno uno ogni ora.

La spiaggia, in effetti, è proprio bella: è una distesa immensa di sabbia selvaggia. Per noi l’unica pecca è il vento forte che ne fa una meta ideale per gli amanti degli sport d’acqua. È una spiaggia attrezzata per loro, infatti, la zona d’acqua è suddivisa fra area bagnanti, surf e kitesurf. Ci affascina soprattutto kitesurf, forse perché non l’abbiamo mai visto praticare prima. Spinti dal vento si raggiungono velocità impressionanti e si possono fare dei balzi strepitosi. Il vento forte, però, rende la vita di noi bagnanti davvero impossibile. La sabbia che si solleva finisce negli occhi oppure sul telo mare che in pochi minuti è totalmente ricoperto. Quindi per noi è fastidioso rimanere lì senza potersi sdraiare o camminare e perciò resistiamo solo un paio d’ore e poi andiamo a mangiare in uno snack bar vista oceano lì vicino.

Preso il traghetto torniamo in paese e passiamo la seconda parte del pomeriggio in modo tranquillo tra parco, panchina e negozi per prepararci al lungo viaggio della sera che ci porterà a Pamplona. Ci aspettano, infatti, ancora 10 giorni in Spagna…Ma questa è un’altra storia! Addio, o speriamo, arrivederci Portogallo! fabi78@tiscali.It e g_abris@yahoo.It



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