Diario: safari a Zanzibar
Non ci sono parole adatte per descrivere la bellezza dell’Africa e in modo particolare della Tanzania e di Zanzibar, che ho avuto la fortuna di visitare. Cercherò di descrivere questi meravigliosi luoghi attraverso una sorta di diario, anche se nessuna parola o commento potrà mai rendere giustizia ai colori, ai tramonti, ai sorrisi delle...
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Non ci sono parole adatte per descrivere la bellezza dell’Africa e in modo particolare della Tanzania e di Zanzibar, che ho avuto la fortuna di visitare. Cercherò di descrivere questi meravigliosi luoghi attraverso una sorta di diario, anche se nessuna parola o commento potrà mai rendere giustizia ai colori, ai tramonti, ai sorrisi delle persone, alle emozioni provate perché sono indescrivibili. E’ stato come vivere in un sogno, ho passato dei giorni senza pensare a nulla se non a vivere il viaggio appieno e non mi sono mai pentita di aver speso molti soldi per affrontarlo. Prima di partire avevo delle riserve per quanto riguarda la possibile situazione insetti, ma in realtà ho visto ben peggio sui navigli di Milano che non in Africa. Bisogna sempre ricordarsi che si tratta del cosiddetto “terzo mondo” e le condizioni igieniche, il cibo e che la vita in generale non può in nessun modo essere paragonata alla nostra; bisogna visitare questi luoghi ed apprezzarne gli aspetti positivi, così come le contraddizioni e imparare da queste persone che nonostante i numerosissimi problemi hanno sempre il sorriso stampato in faccia, che fanno tutto “pole pole” (piano piano) e che hanno come slogan costante “Hakuna matata” (non ci sono problemi!)…Le strade sono in terra battuta, i trasporti difficoltosi, le tasse turistiche esose, la corruzione è alle stelle, i rifiuti, la povertà…È vero…Ma tutto passa in secondo piano davanti alla meraviglia che suscita la Tanzania nei nostri occhi e nel nostro cuore. Il mal d’Africa esiste eccome e anche se sono rientrata da solo una settimana rivedere le foto mi fa molto male e la nostalgia è fortissima. E’ un’avventura da vivere che ti cambia, si rientra più ricchi e con un bagaglio di emozioni mai provate prima. Sabato 09/09/06 – Domenica 10/09/06: partiamo con un pacchetto Francorosso da Milano Malpensa alle 22.00 puntualissimi e viaggiamo con la compagnia Neos, tutto perfetto. E’ stata un’emozione indescrivibile fare colazione sorvolando il Kilimangiaro innevato, osservare dall’alto i villaggi e le strade rosse in terra battuta di Zanzibar…Il tutto ascoltando Lights degli Archive, il più bel risveglio della mia vita. Arrivati a Zanzibar le nuvole sono pesanti, l’aria sa di spezie esattamente come ho sentito dire, il clima è umidissimo. L’aeroporto è uno stanzone davvero fatiscente, con un banchetto su cui vengono posate le valige. Per il “controllo bagagli” vogliono una mancia, che non si è obbligati a dare, ma se si vuole togliersi il disturbo è l’unica cosa da fare. Chiunque vi chiederà soldi, sapranno essere molto fastidiosi ma basta un “no” secco per essere lasciati in pace. Veniamo accolti da una guida italiana che ci porta al Mbweni Ruins Hotel perché è troppo presto per andare a visitare Stone Town, la capitale di Zanzibar. Sorseggiamo the nero (fortissimo) osservando l’oceano e la bellissima vegetazione del parco dell’hotel. Verso le 9.00 una guida locale ci accompagna a Stone Town, dove visitiamo il mercato locale, le viuzze con le case adornate dai famosissimi portoni zanzibarini, che sono a dir poco spettacolari. La città è composta da case fatiscenti in sasso e da persone che girano scalze, tantissimi bambini, motorini ad alta velocità…Gattini randagi. Ci si pente di non avere mille occhi per poter osservare tutto, ma purtroppo avendone solo due la visione è limitata! La cosa che mi colpisce di più è la bellezza delle donne, anche se molto coperte dai vestiti, si intravedono volti e occhi davvero affascinanti. La guida ci chiede se vogliamo visitare l’antico mercato degli schiavi, ma preferiamo risparmiarcelo. Visitiamo invece la “casa delle meraviglie” chiamata così perché è stata la prima ad avere l’acqua corrente in casa e l’ascensore. Ovviamente non ha nulla a che vedere con le nostre strutture museali ma in ogni caso è interessante da vedere, specialmente per la vista che da sul porto e su Prison Island. Dopo il pranzo veniamo trasferiti di nuovo in aeroporto dove ci attende il volo interno per il parco del Selous, in Tanzania. Si atterra in un campo sterrato nel bel mezzo della savana, il clima è secco e caldissimo…Un caldo indescrivibile, che ti penetra dentro ma non ti fa sudare, una sensazione meravigliosa. Comincia il nostro primo safari, con una guida simpaticissima e da soli, su una jeep scoperta. Abbiamo la fortuna di vedere tutti gli animali; ci sono tantissime giraffe, ippopotami, impala, zebre, bufali, babbuini, varietà infinite di uccelli e anche un gruppo di leoni che avevano appena finito di pasteggiare con una giraffa e numerosissimi avvoltoi. Che emozione! La vegetazione è splendida, dai colori così tenuti, ci sono tutte le sfumature del verde e del marrone…Il cielo ci offre tutti i colori dell’azzurro e quando arriva il tramonto c’è da perdere il fiato. Quello che si dice dei tramonti africani corrisponde a verità, sono indescrivibili e magici, non puoi smettere di guardare il cielo, così sconfinato e altero, senza un punto di inizio e di fine. Mentre ci dirigevamo verso il campo tendato una leonessa ci è venuta incontro, elegante e sofisticata come solo la regina della savana potrebbe essere. Il Selous Impala Camp è spettacolare, molto più bello di quello che si può vedere dalle foto su internet. Costeggia il fiume Rufiji, è composto da pochissime tende tutte arredate in stile coloniale e dotate di doccia con acqua calda e fredda e corrente elettrica fino alle 23.00. Il campo è perfettamente integrato nella natura e gli splendidi Masai sorvegliano il campo di notte in quanto, non essendo recintato, gli animali sono liberi di vagare come vogliono. Nei momenti della giornata in cui è buio per accedere alle tende bisogna farsi accompagnare da un Masai, che con passo leggerissimo (sembra che levitino) ci conduce alla tenda (le tende infatti sono costruite su palafitte di legno e sono piuttosto distanti l’una dall’altra, per una privacy assoluta). Lunedì 11/09/06: al mattino veniamo svegliati da un cameriere che ci serve nella veranda di fronte tenda del the caldo, e sorseggiandolo possiamo ammirare la spettacolare luce del mattino e la vista sul fiume Rufiji, la pace dei sensi! Dopo colazione facciamo un safari sul fiume e abbiamo la possibilità di vedere tantissimi uccelli, piante e fiori da vicino, così come i coccodrilli e gli ippopotami. E’ bellissimo, specialmente nelle prime ore del mattino dove la luce è incantata, sembra di vivere in una favola. La pace che il fiume di infonde non ha eguali ed è un punto strategico per osservare gli animali. Dopo pranzo ci rilassiamo nella piscina del campo tendato, il sole è caldissimo e l’aria ha un odore mai sentito prima. Avvistiamo delle scimmiette che vivono sugli alberi del campo e degli scoiattoli davvero deliziosi! Nel pomeriggio facciamo una passeggiata nella savana, accompagnati da un ranger armato (l’arma in realtà servirebbe solo per allontanare i possibili animali sparando un colpo in aria) e una guida, che ci da alcune informazioni sulla vegetazione. Il caldo è forte ma quando si ha la fortuna di poter passeggiare nella savana, non esistono scuse. Restiamo incantati dalle bellissime “rose del deserto”, dei punti di un rosa accesissimo che spicca in mezzo tutte quei colori verdi e marroni. Arriviamo al fiume, dove veniamo fatti accomodare su due sedie, su un tavolino in legno ci vengono servite delle bibite e la possibilità di sorseggiarle osservando un tramonto incantevole, che non vorresti mai smettere di guardare. Ritorniamo al campo con la jeep e un gruppo di elefanti ci taglia la strada…Al Selous sono abbastanza piccoli ma comunque belli. Si cena nel ristorante del campo tendato, una struttura in legno perfettamente integrata con la vegetazione, coperta solo da un tipico tetto “makuti”; su ogni tavolo c’è una lampada ad olio…È bellissimo…L’atmosfera è incantata! Attorno al campo si sentono i versi delle iene, attirate dal cibo ma purtroppo non siamo riuscite a vederle. Dopo cena rientriamo nella tenda, dove il Masai ha già acceso la lampada ad olio e ci ha preparato il letto per la notte, e su due bigliettini ha posato due biscottini al burro e un augurio. Durante la notte diverse giraffe vengono a mangiare degli alberi affianco la nostra tenda, la luna piena fa da cornice e se non fossimo stati stanchissimi avremmo potuto osservarle anche per tutta la notte. Martedì 12/09/06: al mattino facciamo l’ultimo jeep safari in compagnia di una coppia di inglesi di mezza età, molto carini entrambi! La guida è meno esuberante delle altre ma spesso ferma la jeep, scende e ci mostra frutti, foglie e ossa, spiegandoci per bene un sacco di cose. Facciamo una pausa a metà mattina vicino a un Baobab enorme, il sole è caldo e la compagnia è davvero piacevole. I signori inglesi si complimentano con noi per la vittoria ai mondiali, non avrei mai pensato che si sarebbe potuti arrivare a parlare di calcio anche in mezzo alla savana! Nel pomeriggio ci trasferiamo alla pista Mtéméré per il trasferimento a Zanzibar; la guida, un ragazzo di 26 anni mi chiede una piccola lezione di italiano, mi scrive delle frasi in inglese e vuole che io gliele traduca. (Per le guide locali sia in Tanzania che a Zanzibar studiare l’italiano è importantissimo, i turisti italiani sono davvero tanti e per loro conoscere la lingua è un modo per lavorare. Apprendono facilmente tutte le lingue, sanno il francese, il tedesco, lo spagnolo abbastanza bene e sono davvero tanto intelligenti!). Arrivati a Zanzibar veniamo trasferiti nell’hotel in circa un’ora, attraversando le vie nell’ora del tramonto, osserviamo i ragazzi che escono da scuola, le capanne di fango, i negozi, i motorini…La vegetazione lussureggiante e vastissima, le strade battute in terra rossa, i profumi, i colori, gli animali che vagano…I cumuli di rifiuti. Tutto rende Zanzibar affascinante, nel bene e nel male. Noi abbiamo scelto il Seaclub Kiwengwa Village (di gestione italiana) che ci ha delusi da morire! Primo: pienissimo di italiani e spagnoli (caos enorme e sfilate d’alta moda a cena davvero fuori luogo…); cibo scadente e pulizia terribile. Fortunatamente ci siamo riscattati con diverse gite e con la compagnia di adorabili gattini randagi che giravano nel villaggio. (nb: dando da mangiare ai gattini, tra cui diverse gatte incinte, abbiamo destato lo scandalo dei nostri connazionali, che si sono lamentati con la direzione…Per “questioni igieniche”…Ma nessuno batteva ciglio per la muffa nelle stanze…). Mercoledì 13/09/06: decidiamo di rilassarci e di goderci la spiaggia, impresa impossibile! Appena si mette piede fuori dalla spiaggia si viene “assaliti” dai zanzibarini e dai Masai che vogliono venderti qualsiasi cosa…La cosa è anche divertente perché hanno un sorriso per tutti e sono simpaticissimi. Sulla spiaggia ci sono diverse baracche-negozi con artigianato locale davvero bellissimo, oggetti in legno, quadri, ecc…È impossibile resistere dal comprare qualcosa! La gente locale ti sta addosso, è vero, ma è comunque bello, ti salutano tutti con un grande sorriso a suon di Jambo-Jambo e Hakuna matata! Si fidano degli italiani e ti vendono gli oggetti anche se non hai soldi dietro, sanno che ritornerai a pagarli! La cosa triste è che spesso si danno nomi italiani (specialmente i Masai che sono cristiani per differenziarsi dai Zanzibarini che sono tutti musulmani).Alle 18.00 diventa buio e tutti i venditori e i beach boys “staccano”, ma esistono anche alcuni villaggi di pescatori pieni di bambini bellissimi, che giocano con pezzi di plastica e che ti fanno un sorriso enorme per una caramella! Ho visto bambini in spiaggia mangiare la sabbia, è impossibile resistere alla tentazione di portare loro qualcosa da mangiare dall’albergo. I Masai sono bellissimi, hanno una pelle di velluto e i loro bambini vogliono essere presi in braccio e coccolati, vogliono che li porti in acqua per giocare con loro…Non potrò mai dimenticare quegli occhioni scuri! Durante la giornata organizziamo le gite per i prossimi giorni con i beach boys, su consiglio di una coppia che era già uscita con alcuni di loro; il passa parola è utilissimo! Giovedì 14/09/06: con i beach boys capitanati da L. (il capo) abbiamo organizzato un Jeep safari nei villaggi dell’isola accompagnati dal mitico A. E non essendo un’attività molto “pop” facciamo l’escursione solo con un’altra coppia, Tiziana e Paolo (persone splendide che ci faranno compagnia per tutto il resto della vacanza), passando dai villaggi, osservando le loro capanne di fango, la bellezza indescrivibile dei bambini; i prodotti in legno e gli artigiani al lavoro. Nei villaggi i bambini ti prendono per mano e ti fanno dei gran sorrisi, vogliono le caramelle e qualche coccola. Fortunatamente avevamo portato da casa quaderni, matite, giocattoli e vestiti; li diamo alla Mami su consiglio della guida (è sempre meglio non dare queste cose direttamente ai bambini per non farli litigare tra loro…). Nel villaggio ci viene mostrata una capanna tipica, anche all’interno e la lavorazione del cocco. Ho tenuto in braccio per tutto il tempo una bellissima bimba dal vestitino verde acceso, è stato durissimo lasciarla. Facciamo lo Spice tours nelle piantagioni, un’esperienza grandiosa! Dal tour si imparano tantissime cose e si possono toccare con mano le spezie, annusare le foglie e capire le modalità di coltivazione ed estrazione di tutte le principali spezie che anche noi usiamo e osservare il re delle spezie (chiodi di garofano) e la regina (la cannella). Per pranzo ci trasferiamo in spiaggia, dove mangiamo il barracuda (incredibile ma vero, è ottimo!) e dopo una pausa al sole ci spostiamo nella fantastica spiaggia di Nungwi per osservare prima una piscina naturale con le tartarughe, e per ammirare il più bel tramonto io abbia mai visto. E’ stata una delle giornate più belle della mia vita, la compagnia era ottima e A., uno studente di biologia zanzibarino, ci ha fatto letteralmente morire dalle risate e spiegato tantissimi aneddoti che non sono scritti in nessuna guida! Venerdì 15/09/06: abbiamo fatto il famoso Blue Day, bellissimo per gli amanti del mare e del sole…Ma noi siamo rimasti un po’ delusi perché c’era troppa gente (pur avendo ancora organizzato con i beach boys ed essendo cmq un gruppo più piccolo di quelli dei tour operator). Abbiamo mangiato su una bellissima spiaggia con pesce appena pescato e pulito direttamente sul posto, calamari, polipi, aragoste cicale di mare, totani, tonno, mai mangiati così buoni! Abbiamo fatto il bagno in una piscina naturale che appare e scompare a seconda delle maree e con l’acqua limpidissima, un sogno! Al ritorno ci siamo fermati in una lingua di sabbia in mezzo al mare, il sole picchia tremendamente e pur avendo messo la protezione 60 mi sono ugualmente scottata (persino le orecchie!). Il mare è splendido ma subisce le maree quindi in alcuni momenti della giornata diventa molto difficile fare il bagno ma in compenso si possono fare delle bellissime passeggiate! Sabato 16/09/06: insieme ai nuovi amici Tiziana e Paolo abbiamo trascorso una giornata in spiaggia, facendo amicizia con i Zanzibarini ma specialmente con i Masai, che sono simpaticissimi e sempre sempre sorridenti e allegri. Ci siamo divertiti e abbiamo riso così tanto! Abbiamo cercato di godere al massimo di quest’ultima giornata, ma il tempo è volato così velocemente. Verso il tramonto abbiamo camminato sulla spiaggia, visto un villaggio di pescatori e la casa di una signora che vive lì sei mesi all’anno, aiutando tantissimo la popolazione locale. Casa sua è sempre piena di bambini, che lava e nutre con amore. I bambini…Verrebbe voglia di portarli via e liberarli da tutta quella miseria! Domenica 17/09/06: il triste rientro, sul pulman per l’aeroporto sento già nostalgia ma sono grata a questa meravigliosa terra per avermi regalato tanto, arricchito culturalmente e umanamente avermi dato la possibilità di conoscere due persone splendide (Tiziana e Paolo) che hanno reso la mia vacanza ancora più eccezionale. Grazie di cuore! Jambo Jambo da Nadia!