Malindi
Kenya, la mia prima volta nella vera Africa…Deciso! Una settimana a Watamu per il costo di 1100 euro.
Partiamo da milano malpensa, stipatissimi, su un aereo che non mi ispira particolare fiducia. Riesco a dormire qualche minuto e poi comincio a conversare con la mia vicina di posto. Ha una casa sulla costa (come altre centinaia di italiani), la tempesto di domande, ma non pare vogliosissima di fare conversazione, quindi mi immergo nella lettura della lonely planet.
Arriviamo alle 8, aspettiamo che arrivino tutti e poi 3 comode ore di pulmino da Mombasa a Watamu. La prima impressione è il contrasto tra la gente poverissima che corre trascinando un carretto lungo la strada e le ville immerse nel verde alla periferia di Mombasa. Mentre il nostro accompagnatore ci racconta delle varie gite che l’albergo organizza io sono rapita dal panorama. Abbiamo deciso di andare al jacaranda perché non c’è animazione nei mesi estivi e perche abbiamo sentito che la spiaggia è veramente bella.
Dopo gli ultimi infiniti 5.2 Km di sterrato in mezzo al bush (dove ogni tanto spunta qualcuno dal nulla e che forse si dirige anche verso il nulla), arriviamo in albergo. Veniamo investiti dai sorrisi e dai jambo del personale e finalmente otteniamo anche la nostra camera…Tutti sono gentilissimi, fin troppo, ed ho la sensazione che mi vedano come un grande dollaro che cammina! Bene, si va a mangiare. Con orrore vedo davanti al ristorante il cartello con tutte le attività giornaliere:ore 10 risveglio muscolare, ore 12 acqua gim…Il mio fidanzato mi guarda con odio…E anch’io mi odio già un po’! Dopo pranzo (nota decisamente positiva si mangia benissimo), ci becchiamo subito la lavata di capo da parte del capo animazione del villaggio, siamo in ritardo per la riunione di presentazione delle attività del villaggio. Sopportiamo e poi una volta liberi andiamo a fare due passi sulla spaggia. Sulla spiaggia si aggirano le guardia dotate di manganello, che ci dovrebbero difendere dagli insistenti beach boys, o meglio dovrebbero impedire che i turisti comprino le escursioni da loro invece che dall’albergo.
Mi sento in prigione…Guardie nell’albergo, beach boys fuori e 5.2 km di sterrato che ci separano dalla strada asfaltata! Il mare, quando ricompare dopo la bassa marea, è abbastanza agitato perché tira un forte vento e purtroppo ci sono un po’ di alghe!!!la temperatura non supera i 26 gradi.
La sera ci aspetta lo spettacolino nel villaggio. Resistiamo poco ed andiamo a fare due passi sulla spiaggia. Il cielo è incredibile e le stelle sono enormi. Già mi sento meglio! Il giorno dopo ci facciamo chimare un taxi e per circa 12 euro a testa ci facciamo portare a Gede, la città scomparsa. Ci affidiamo ad una guida locale che ci spiega la storia della città abbandonata nel XVI sec., probabilmente per l’esaurimento delle scorte di acqua dolce. Veniamo subito assaliti da un gruppo di cercopitechi, non faccio in tempo nemmeno a tirare fuori una banana dalla zaino che una sveltissima scimmia mi salta addosso e mi ruba l’oggetto!! Il posto è molto particolare, le rovine immerse nella foresta, le scimmie e i serpenti. Sulla strada del ritorno incontriamo tantissimi bambini che tornano da scuola, tutti sorridendi ci salutano e corrono dietro alla macchina. Ci fermiamo a fare un giro a Watamu e andiamo a vedere la spiaggia.
Il pomeriggio lo dedichiamo al relax cercando di prendere un po’ di sole e di non essere portati via dal vento.
Giovedi prendiamo il solito taxi per andare a Malindi, dobbiamo pagare il safari e il nostro amico ci ha invitato a pranzo a casa sua. Malindi è una colonia di italiani con quartieri dai nomi suggestivi tipo milano 2. Ad un certo punto mi sembra quasi di essere ancora in Italia. Ritirare i soldi in banca si trasforma in un’impresa titanica. Alle 13 e dopo 3 code in 3 banche diverse non ci siamo ancora riusciti, si in effetti forse siamo ancora in Italia! Per ora rinunciamo e andiamo a pranzo. Dopo pranzo guardiamo le foto dei safari con annessa spiegazione dei comportamenti dei vari animali della savana…Dobbiamo riuscira a ritirare i soldi!!!Per fortuna hanno aggiustato il bancomat e vittoriosi possiamo andare in agenzia a pagare.
La sera a letto presto, la sveglia suonerà alle 3! Incredibilmente vista l’ora siamo sveglissimi ed eccitatissimi per il safari. Ci facciamo aprire il cancello dalla guardia e ad attenderci c’è il pulmino con l’autista di nome J. E due militari muniti di kalasnikov!!!!Dopo il consueto shakeramento arriviamo a Malindi, dove montiamo sulla jeep e incontriamo i nostri compagni di viaggio, due simpaticissimi ragazzi di milano. E’ buio e la strada per lo Tsavo è lunga e costellata di voragini…Alle 7 arriviamo all’ingresso del parco. Sosta caffè e andiamo a fare un giretto lungo il fiume. Ci attendono le scimmie e sulla riva del fiume si avvicinano i coccodrilli. Spero che abbiano già fatto coloziane! Entriamo a piedi nel parco e ci troviamo subito immersi nella natura. Davanti a noi gruppi di zebre, giraffe e antilopi. J. Dove sei con la macchina????mi sembra che ci stiano guardando con sguardo interessato! Si parte.
Dopo poco non riusciamo a trattenere un urlo di gioia…Un elefante vicinissimo ci attraversa la strada. E’ un esemplare vecchio e per questo motivo é da solo. Costeggiando il fiume vediamo i primi ippopotami. E’ bellissimo essere solo in 4 sulla jeep ed avere ognuno il proprio comodo posto per l’osservazione. Più ci inoltriamo nel parco più animali vediamo. Tantissimi elefanti, gazzelle di grant, impala, kudu, bufali, dik dik, struzzi, gufi, babbuini e le giraffe che piacciono a tutti con il loro buffo modo di camminare. Prima di pranzo finalmente vediamo i leoni, un gruppo di circa 5 esemplari i quali hanno la pancia piena e stanno cercando di digerire un bufalo. Andiamo al campo tendato per pranzo e mangiamo osservando elefanti, bufali e antilopi che si abbeverano in una pozza proprio di fronte a noi. Dopo il pisolino pomeridiano ripartiamo per il game drive del pomeriggio; J.-vistadifalco, non so come, riesce a vedere un leone con criniera mimetizzato nell’erba alta. Emettiamo gridolini di gioia ad ogni suo sbadiglio e incredibilmente c’è anche la leonessa con il cucciolo. Rimaniamo non so quanto tempo ad osservarli. Poi ancora una coppia di leoni che si accoppia…Caspita che velocità! E gli avvoltoi e gli sciacalli dalla gualdrappa che finiscono il pasto dei leoni…Del bufalo sono rimaste solo le corna! Ci fermiamo dove ci sono già dei pulmini e a pochi metri da noi compare una leonessa. Confesso che nel vederla così vicina mi sono venute le lacrime agli occhi!!! Ci dirigiamo verso la pozza di Aruba, in un silenzio quasi irreale. Siamo solo noi e tre ippopotami che giocano nell’acqua e una famiglia di elefanti che si abbevera. La luce della sera rende tutto incredibilmente bello. Rientriamo al campo per la cena e ci fermiamo intorno al fuoco a chiacchierare, siamo stanchissimi ma con un cielo così bello è difficile decidere di andare a dormire. Veniamo scortati alle tende e ci fermiamo ancora un po’ ad osservare la pozza. All’improvviso tutti gli animal scompaiono e compare il re…Un leone a pochi metri dalla tenda. Beh direi che per oggi abbiamo visto abbastanza! Sveglia alle 6 e partenza alle 6:30. Ci dirigiamo verso il fiume galana. Il paesaggio è mozzafiato si alterna terra rossa a terra più chiara, punti dove la vegetazione è rigogliosa alle praterie tipiche della savana. Improvvisamente facciamo un incontro incredibile…Un branco di 20-25 licaoni con cuccioli!!!!!Al nostro ritorno ci diranno che erano 15 anni che non se ne vedevano più allo Tsavo e in effetti è una specie a rischio estinzione!!! Proseguendo ci imbattiamo in un branco immenso di bufali, siamo sulla strada che li separa dal fiume. J. Spegne il motore e cominciamo ad osservarli. Il capobranco sta cercando di decidere cosa fare…Proseguire anche se ci siamo noi tra i piedi oppure tornare indietro? Gli diamo una mano e decidiamo di proseguire! Sul fiume Galana osserviamo gli ippopotami e i coccodrilli e sulla strada del ritorno ci salutano i babbuini, i facoceri e i dik dik, a guardarli viene fame…Andiamo a pranzo dove mangiamo giusto appunto facocero. Dopo pranzo stanchi morti seguiamo un masai lungo la riva del fiume, fa un verso strano ed accorrono i coccodrilli, sono vicinissimi, il masai ce li presenta uno si chiama riccardino e l’altro vittorino, poveri coccodrilli anche loro vittime del turismo di massa! Ci prepariamo per il rientro a Malindi. Lungo la strada piccoli villaggi pieni di bambini, donne con i figli sulla schiena e le taniche dell’acqua in testa, devono percorrere chilometri per raggiungere la fonte più vicina. Tantissima poverta e l’idea che la donna conti meno degli animali mi fa venire i brividi. Penso a tutte le contraddizioni che ho visto, la povertà e i superalberghi con tutte le comodità possibili ed immaginabili! Quando torniamo in albergo l’intrattenimento serale mi risulta particolarmente insopportabile.
Il giorno dopo, approfittando della bassa marea, facciamo due passi lungo sardegna due e conversiamo un po’ con i beach boys, anche la loro vita è molto difficile, c’è chi arriva da Malindi percorrendo 10 km di spiaggia senza scarpe e senza cappello per proteggersi dal sole…I loro ex colleghi beach boys che ora lavorano in albergo se la passano decisamente meglio. Ci mettiamo d’accordo con uno di loro per la nostra ultima gita. Lunedi si parte, come al solito presto, verso la spiaggia dorata. Facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia e dopo pranzo ripartiamo. Riusciamo anche a vedere i dromedari! Andiamo verso Marafa o cucina del diavolo. Sono solo 30 km ma impieghiamo quasi due ore per arrivare. Attraversiamo paesaggi bellissimi; terra rossa e vegetazione lussureggiante. Finalmente arriviamo a marafa, un luogo che è stato creato dall’erosione provocata dalle pioggie. Facciamo una passeggiata tra i canaloni che separano le guglie e avvistiamo dei babbuini. Quando la luce comincia a scendere la valle si accende di colori bellissimi, dal bianco a tutte le tonalità del rosso. E’ ora di tornare in albergo per l’ultima notte ma ci attende una brutta sorpresa: la sveglia sarà alle 2!! Meno male che eravamo venuti qui per riposarci! Il giorno dopo stanchi morti veniamo caricati sul pulman e portati a Mombasa. Ho sonno ma ma non posso fare a meno di guardare fuori, piove e c’è un gran via vai di persone a piedi lungo la strada. I matatu si riempiono e ripartono e anch’io sto per partire; Una settimana è passata troppo in fretta ma ho tante immagini negli occhi, gli spazi infiniti ed incontaminati, il cielo stellato e gli sgurdi dei bambini, credo che tornerò…