La fresca Danimarca
Domenica 16 luglio- sveglia ore 7,15. Nottata tranquilla e risveglio al profumo di caffè, italiano ovviamente.
Si riparte. Il traffico molto più intenso rispetto a ieri, ma essendo domenica evitiamo i mezzi pesanti. Purtroppo però strada facendo ci accorgiamo che guidare tra gli automobilisti tedeschi della domenica è forse più complicato che farlo con i TIR. Il caldo sta avendo la meglio su di noi. Ricordo le parole dei commentatori sportivi dei mondiali appena terminati che in continuazione facevano riferimento al caldo asfissiante e al continuo ricorso da parte dei giocatori a liquidi per dissetarsi. Era proprio vero. Oltretutto stiamo guidando con il sole dalla sinistra che ci sta lentamente cuocendo spalla, braccio e gamba. Sosta per il pranzo in un’area nei pressi di Kassel, circa a metà della Germania. Si riparte, ma il caldo e il traffico ci stanno massacrando. Superato Amburgo, circa le 19,45, anziché tirare ancora per entrare in Danimarca già stasera (saranno ancora un centinaio di km), decidiamo di uscire e cercare un camping per riposarci ma soprattutto per farci una santa doccia. Rapido consulto tra i due equipaggi e si decide di uscire alla successiva e dirigerci verso Neumunster dove troviamo un camping che ai nostri occhi è un piccolo paradiso dotato di ogni comfort oltre che di un grande lago artificiale per la balneazione degli ospiti. Data l’ora, sono quasi le 21, rinunciamo al bagno al lago, ma non certamente alla “santa doccia”. Cena con gli ultimi residui dei cibi già pronti cucinati a casa e meritato riposo, non prima però che Giovanni, Michele e Matteo si siano sgranchiti le gambe con un pallone dopo una giornata intera tra il letto della mansarda e la dinette. Sono quasi le 23, e qui ancora non è proprio notte. I km oggi sono stati 920, ma di gran lunga molto più pesanti dei 720 di ieri a causa caldo impossibile e del traffico sostenuto.
Lunedì 17 luglio- Solita colazione italiana, camper service e partenza per l’agognata Danimarca. Uscendo dal camping per dirigerci verso l’autostrada iniziamo ad assaporare l’urbanistica del nord Europa, con le meravigliose piccole casette unifamiliari dotate rigorosamente di giardino verde e ben curato. Sono le 11, e finalmente attraversiamo il confine danese tra gli schiamazzi di Michele e Matteo e quelli via walkie-talkie di Giovanni. E’ strano; nonostante la Germania sia proprio lì, 10 km più sotto, la differenza tra i due paesi la notiamo immediatamente. Tutto sembra più rilassante, il traffico è praticamente inesistente e quel poco che c’è è calmo e ordinato;i colori sono più netti e i mostri (i generatori eolici) che ci hanno accompagnato per tutta la Germania, qui sembrano far parte da sempre dell’ambiente con il loro quieto girare.
Arriviamo a Tonder, sono le 11,30. Visitiamo il paese dopo aver lasciato i mezzi in un parcheggio fuori dal centro storico, tra due supermarket. Il centro della cittadina è antico e pieno di turisti. Ci dirigiamo verso la Den Gamle Apotek, antica farmacia trasformata in un negozio di oggettistica dove si può trovare di tutto; dalle candele ai modellini di macchinine, dagli oggetti in ambra alle tovaglie, dalle navi in bottiglia alle costruzioni Lego. Cristina sta impazzendo in mezzo a tutti quegli oggetti e per circa una mezz’ora la perdo completamente di vista. Intanto anche i bambini non sono da meno. Usciti finalmente da questo luogo rovinafamiglie, ci dirigiamo all’ufficio turistico di Tonder dove per 80 DKK acquistiamo la Camping Card, un documento necessario per accedere ai camping danesi. Per strada notiamo le strane fattezze dei tombini di questo posto. Sono a immagine e somiglianza dei mattoncini Lego. Mi viene la malaugurata idea di invitare Miki a fare una foto; da quel momento tutti i tombini danesi saranno preda della sua fotocamera. Primo incontro con la bakerei-konditorei e ovviamente primo acquisto di dolcetti danesi. Torniamo ai camper per il pranzo, ma prima si passa al supermercato a fare conoscenza della birra danese.
Partenza per Mogeltonder, piccolo villaggio a 6 km da Tonder e residenza estiva del principe di Danimarca. Questo è un posto da favola; sembra di essere entrati nel paese dei Puffi. Le case, quasi tutte lungo l’unica via di questo paesino sono piccolissime e ricoperte da tetti di paglia. Porte e finestre sono piccolissime e ci chiediamo come accidenti facciano i danesi, che proprio piccoli non sono ad abitare in quelle miniature. Visita al parco della residenza del principe e rimaniamo colpiti oltre che dalla varietà delle piante, da un platano gigantesco al centro del giardino con chioma sicuramente oltre i 30 metri di diametro per un’altezza di almeno di 40 m. Visita alla chiesa dove è conservato l’organo più antico di Danimarca e partenza alla volta di Ribe. Il programma prevedeva il pernottamento all’isola di Romo, ma siccome si tratta di una località esclusivamente balneare e il mare avendocelo a casa ed avendone già fatto circa un mese, decidiamo di evitarla.
Andrea ha la buona idea di prendere la litoranea per trasferirsi verso nord, così almeno Romo la vediamo dalla terraferma ma ad un bivio sbaglia strada e ce ne accorgiamo solamente dopo circa 20 minuti di cammino, quando del mare… Neanche l’ombra.
Arriviamo a Ribe, antica capitale danese. Sono le 18,30. Parcheggiamo vicino all’ostello dove ci sono anche i bagni. Si potrebbe anche stare qui per la notte dato che c’è anche un prato con dei tavoli per mangiare, ma le mogli decidono che si deve andare in camping, per il solito motivo della doccia. E pensare che siamo venuti fin qui per trovare un po’ di fresco e invece è caldo come da noi!!! Il parcheggio è a 50 metri dal centro storico, così prima di trasferirci al camping si va a fare un giretto di perlustrazione. Il paese è grazioso, circondato e attraversato da numerosi canali che vengono regolati da chiuse. Nel corso dei secoli ha subito numerose inondazioni causate dal fiume che poco più avanti, circa 3 o 4 km, ha la sua foce. Domani ci renderemo conto del perché di queste devastazioni. Ci muoviamo e raggiungiamo il camping appena fuori Ribe, ma c’è il rischio di non poter pernottare a causa dell’affollamento. Riescono a trovarci due piazzole ma in una posizione che peggio non si può: vicino al passaggio per i bagni. E’ un via vai continuo. Era sicuramente meglio il parcheggio!! L’unica cosa positiva è il parco giochi interno in cui i fantastici tre si sfogano per una buona ora prima della cena. A proposito della cena: stiamo cominciando ad abituarci ai tempi solari, non a quelli dei danesi che cenano come tutti i popoli del nord relativamente presto; sono le 22 e dobbiamo ancora cominciare a mangiare. Ma come si fa col sole ancora alto? A domani. Buonanotte.
Km percorsi: 144 da Neumunster a Tonder; 51 da Tonder a Ribe Martedì 18 luglio- la mattinata prevede la visita dettagliata di Ribe. La sveglia è comoda, 8,30-9,00 e dopo colazione si parte per raggiungere il comodo parcheggio di ieri sera nei pressi dell’ostello. Visitiamo subito la cattedrale con il suo campanile che per raggiungere la sommità necessita la salita di ben 245 gradini. Ne vale sicuramente la pena per il panorama che si gode da lassù in alto. Il paese sottostante sembra finto; tutto qui è ordinato e non si vede una cosa fuori posto. Attorno è tutto, tutto completamente piano e il mare, che dista circa 3 o 4 km in linea d’aria è allo stesso livello del terreno. Ecco spiegato il motivo delle ripetute devastanti inondazioni: lunghi periodi di pioggia, sommati alle alte maree che qui non scherzano bloccano il deflusso del fiume al mare, e il gioco è fatto. Lungo uno dei canali della città è posta una colonna in legno in cui sono stati segnati i livelli raggiunti dall’acqua delle inondazioni nel corso degli ultimi tre secoli. Il livello più alto raggiunto se non ricordo male attorno alla metà dell’800 arriva quasi a 3 metri. Considerando che le abitazioni sono al 90 % costituite dal solo piano terra, quella volta finirono sicuramente tutti sott’acqua.
La visita per Ribe prosegue lungo le viuzze del centro storico in cui si rimane colpiti dalla delicatezza delle case, anche qui tutte monofamiliari, ed in particolare dai loro colori e forme. Armonia è il termine esatto per descrivere questo posto. Tra le altre cose troviamo una birreria artigianale dove Andrea non resiste alla tentazione e se ne esce con 2 bottiglie. Torniamo a pranzo in camper non prima però che Cristina e Sabrina abbiano fatto acquisti di oggetti in ambra, qui veramente a buon mercato, lungo la via principale del centro. Nel pomeriggio visita al museo vikingo, ma non prima di esserci presi la prima spaurita del viaggio: chi ha visto Michele e Giovanni? Nessuno; non si trovano. Allora con Andrea parto per effettuare il percorso a ritroso e infatti li troviamo seduti in una panchina a 400 metri di distanza tranquilli come le pasque a giocare con le loro macchine fotografiche. Il museo è uno dei tanti della cività nordica, e personalmente già visti e rivisti in passato nei viaggi in Svezia e Norvegia. Interessante per chi li vede per la prima volta, ma poi sono quasi tutti uguali. Quì in più c’è una stanza al piano superiore dove i bambini possono travestrirsi con abiti vikinghi, e allora non perdiamo occasione per giocare una mezz’ora e scattarci qualche foto.
Ore 17 circa: si parte alla volta di Billund. Un’oretta di strada tranquilla nella campagna danese.
Arriviamo alla meta più ambita dai pupi: Legoland. I parcheggi nei dintorni sono tutti a pagamento, per cui non entriamo a pagare 40 DKK per poco più di un’ora. Ci dirigiamo pertanto verso il parcheggio dell’aeroporto, circa 300 m. Dall’ingresso di Legoland. Con Andrea partiamo in perlustrazione per informarci sul costo e gli orari di ingresso per domani. Incontriamo una famiglia di fiorentini, anche loro in cerca di informazioni. Una bella mazzata!! 225 DKK gli adulti, 195 DKK i bambini, quasi 120 € in totale. Ma siamo qui per questo, che facciamo? Ovvio, facciamo i biglietti! Comunque dalle 19,30 alle 21,00 si può accedere al parco liberamente, quindi torniamo ai camper a chiamare il resto della truppa e ci dirigiamo tra l’euforia dei ragazzi verso l’ingresso in attesa dell’apertura dei cancelli. Appena entrati al parco ammiriamo le ricostruzioni di alcuni zone famose delle più importanti città del nord Europa: Copenaghen, Amburgo, Stoccolma, Bergen. Proprio quest’ultima, visitata qualche anno fa durante il viaggio in Norvegia, mi lascia letteralmente esterrefatto; la ricostruzione è estremamente fedele nei minimissimi particolari. Ricordo una panetteria posta in un punto, e lì c’è; ricordo una farmacia posta in un punto, e lì c’è; ricordo una bancarella al porto posta in un punto ben preciso dove avevamo acquistato il pesce e… incredibile, c’è pure quella!!! Un’ora e mezzo passa velocemente così, dopo aver visitato questa prima parte del parco tra Abu Simbel, Casa Bianca, savana, Copenaghen, Bukingam Palace, ce ne usciamo anche perché le altre attrazioni sono ormai tutte chiuse. Domani mattina salteremo a piè pari questa zona per dirigerci direttamente al parco divertimenti. Cena al parcheggio dell’aeroporto e spostamento verso il centro di Billund per trovare un posto per la notte. Il paese sembra molto tranquillo. Sono le 23 e qui non c’è più nessuno per strada. Troviamo posto nel parcheggio di un supermercato dopo averne cercato invano un altro nei pressi di un centro commerciale segnalato da altri camperisti e dotato di bagni. Ma anche questo va bene! Buonanotte. 80 oggi i km percorsi.
http://www.Risorseinrete.Net/atlante%20mondiale/Atlante%20Mondiale/index.Asp?Stato=Danimarca&B=ribe Mercoledì 19 luglio- sveglia ore 8,15. La tensione nei ragazzi è tangibile e cresce di minuto in minuto. Si parte per Legoland e soltanto ora passiamo davanti al centro commerciale che cervavamo ieri per trascorrere la notte. Al parcheggio siamo tra i primi e all’ingresso al parco siamo in pole-position. Sono le 9,15, manca un quarto d’ora all’apertura ma già stiamo cercando disperatamente l’ombra perché il sole sembra quello di Sicilia!! Incredibile!!!! Al primo gioco, primo pianto disperato di Matteo che non raggiungendo il metro e 10 non può salire a bordo della canoa del River splash. Fortunatamente passa subito grazie a tutte le altre occasioni che ci permettono di farlo distrarre. La mattinata fin verso le 11 passa tranquillamente tra un’attrazione e l’altra, dopo di chè il parco inizia a riempirsi e le code di attesa si allungano man mano che trascorre il tempo. La gente è tanta, e gli occhi bisogna tenerli molto ben aperti, soprattutto per non perdere di vista Matteo che da anarchico com’è ogni tanto scappa via attratto da tutto questo ben di Dio. A scanso di tutti i pericoli gli scrivo il nome e il numero di cellulare sul braccio: non si sa mai! E infatti, come volevasi dimostrare, verso le 15,30 ormai alla fine della visita, all’interno dello shopping del parco, io convinto che fosse con Cristina, Cristina convinta che fosse con me… Matteo non c’è più. Un giro veloce tra gli espositori del negozio e fortunatamente lo ritroviamo alle casse con le cassiere che cercavano di consolarlo mentre lui piangeva a dirotto. Seconda spaurita! Abbastanza stanchi, soddisfatti ma provati dal caldo, torniamo ai camper per guadagnare la strada verso nord. A nostre spese ci accorgiamo che non sempre la numerazione delle strade riportate in carta corrisponde a quella reale, per cui a Grindstad, seguendo proprio la numerazione, anziché salire in direzione di Viborg ci accorgiamo di andare a est, verso Aarhus. Poco male, rapida inversione di marcia, ritorno a Grindstad e strada giusta ma con altra numerazione. E’ un bel tratto quello che stiamo per affrontare, ma nonostante la stanchezza preferiamo farlo stasera per avere domani una giornata tranquilla. Unica condizione posta dalle signore che si sosti obbligatoriamente in un camping. Si sale, si sale percorrendo sempre la E45 e attraverso gli walkie-talkie decidiamo di fare tappa verso il mare. Così, giunti a Hobro lasciamo l’autostrada per dirigerci verso Logstor dove sulla carta stradale risulta esserci un camping, mentre sulla guida dei camping di Danimarca, consegnataci all’ufficio turistico di Tonder, con estremo disappunto di Cristina, neanche l’ombra. Mi fido della carta stradale (nonostante la minaccia di divorzio nel caso in cui non dovessi trovare il camping) e tiro diritto verso Logstor. Giunti in paese, di camping nemmeno la minima indicazione, così, giunti al molo decido, sempre sotto minaccia di divorzio, di chiedere informazioni. Scendo e fermo un signore in bicicletta contento di incontrare italiani in quanto tornato da poco da una vacanza al lago di Garda. Ho quasi paura a porre la fatidica domanda: “there is a camping in this village?” ma per fortuna la risposta è “yes!”. Indicata la strada ci dirigiamo verso quello che è poi risultato essere il più bel camping e anche il più economico in assoluto (193 DKK) in cui abbiamo soggiornato durante il viaggio. Tranquillo (non per altro perché vicino al cimitero!), ombreggiato, fresco, spazio a volontà, docce con acqua in abbondanza, parco giochi per bambini eccezionale. Che desiderare di più? Una bella cena, visto che il pranzo all’interno di Legoland è stato a base di panini. Sempre coi tempi solari, dopo aver fatto le docce e sistemato il camper, verso le 21 mi piazzo ai fornelli per preparare una carbonara da urlo. Ovviamente gli ingredienti sono tutti esclusivamente italianissimi. Un kg di spaghetti in 6 persone e mezzo che scompare in poco più di 5 minuti, accompagnati da buona birra danese. Matteo poi ne combina una delle sue che rimarrà agli atti di questo viaggio; tutti e tre si sono messi a giocare con un bambino, figlio del gestore del camping. Ovviamente parla danese. Allora il nostro genietto chiede a Giovanni il motivo per il quale non capisca una parola di quanto il bambino sta dicendo. Giovanni risponde: “lui ha un’altra lingua!” Teo si avvicina al bimbo danese e candidamente gli chiede:”Fammi vedere la lingua!” La giornata volge al termine, ma nonostante la stanchezza decidiamo di fare un salto veloce verso la spiaggia attraverso un sentiero in mezzo al bosco che dal camping vi arriva direttamente. Dall’inizio del sentiero, cica 500 metri più in giù, si vede la luce all’uscita del bosco e così, camminando nella penombra, tra rumori di animali e uccelli notturni in questo posto quasi da favola, giungiamo alla spiaggia dove ci si presenta uno spettacolo mozzafiato! Il sole è già tramontato, sono le 23,15, ma il cielo e il mare hanno una colorazione che va dal rosa al rosso al viola all’azzurro. Incantevole è dir poco. Scattiamo alcune foto e dopo un quarto d’ora in mistica contemplazione, ce ne torniamo ai nostri camper. Buonanotte! Oggi abbiamo fatto 230 km.
http://www.Legoland.Dk/ Giovedì 20 luglio- è un vero dispiacere lasciare questo posto, ma il viaggio continua con la certezza di ammirare oggi altri posti fantastici. Dopo aver fatto c.S., partenza alla volta di Rubjerg Knude Fjr, il faro sommerso dalle dune di sabbia. Lungo la strada ci si ferma per la spesa, dove acquistiamo i primi wurstel in terra danese. Si prosegue verso il faro. Lasciamo la strada principale seguendo le indicazioni per Rubjerg Knude e qui le cose si fanno più complicate. Saliamo verso le dune coscenti della presenza di un parcheggio che in effetti c’è, ma è abbastanza complicato entrarci col camper dato che le auto presenti sono parcheggiate in maniera indecente. Andrea che non ha molta pratica col mezzo ha grosse difficoltà ad effettuare le manovre, cosicché decidiamo di tornare alla strada asfaltata a parcheggiare. Ma nel frattempo arriva una signora che sale in auto per andarsene. Decidiamo quindi di sistemarci lì e mentre occupiamo la carreggiata in attesa di parcheggiare tra quelli che salgono e quelli che scendono riusciamo a creare un ingorgo degno del centro di Roma la vigilia di Natale con pioggia e sciopero dei mezzi pubblici. E qui scopriamo che il mite popolo danese, così paziente non è. Nonostante la strada sia bloccata cercano in tutte le maniere di passare, aumentando ancora di più il caos, e tra chi esce e impreca e chi si improvvisa vigile urbano, la signora in Mercedes che avrebbe dovuto lasciare il posto per farmi entrare ha la faccia tosta di scendere dall’auto e con un sorriso a 64 denti mi dice “just a moment”. Apre il cofano e inizia a maneggiare nel motore, mentre dall’altra parte un altro mite danese, dopo aver guardato la targa del mio camper rivolgendomisi in inglese, mi dice che debbo entrare nel posto che sta liberando la signora. Ringrazio del consiglio e poi alquanto alterato, perché anche i santi alla fine perdono la pazienza, gli comunico di aver avuto anch’io casualmente la stessa idea ma se la signora non si toglie dalle scatole non posso certo salirgli sopra. Finalmente la Mercedes mi lascia il posto cosicché riusciamo a liberare la strada ai frenetici automobilisti danesi. Sabrina ha pensato di rinominare il posto Just A Moment, in onore della signora in Mercedes. Scendiamo e finalmente ci dirigiamo a piedi verso le dune. Arrivati ad un certo punto bisogna proseguire a piedi nudi in quanto la sabbia entra da tutte le parti. Il faro è qualcosa di irreale, ma quello che colpisce di più è il contrasto tra il mare e il cielo turchini e la sabbia di un giallo inconsueto. Mi fermerei qui incantato per ore. I ragazzi non resistono a lanciarsi di corsa giù dalle dune; così ci buttiamo anche noi. Scendere è divertentissimo con le gambe che si affondano fino alle ginocchia; risalire è complicato proprio per il fatto di affondare e per l’elevata temperatura della sabbia. Dopo esserci sbizzarriti con le macchine fotografiche risaliamo in camper con l’idea di dirigerci a Lonstrup per il pranzo. Arrivati lì ci accorgiamo subito che non è il caso di restare dato il caos che regna in quella cittadina prettamente turistica-balneare e senza un posto libero per parcheggiare. Proseguiamo così in direzione Hirtshals. Poco prima della città vediamo l’indicazione per il faro, cosicché effettuiamo la deviazione sperando di non trovarci nella situazione di Rubjerg Knude. Arriviamo all’ampio parcheggio di fronte alla costruzione e davanti a noi si apre lo sconfinato mare del Nord o meglio lo Skagerrak. Visitiamo così anche un museo a cielo aperto con i resti dei bunker della seconda guerra mondiale proprio ai piedi del faro. Pranzo veloce e alle 15,30 riprendiamo la strada per Hirtshals dove ci attende la visita all’acquario. Proviamo a parcheggiare vicino al porto, ma una solerte cameriera di un ristorante ci scaccia in malomodo dicendoci “no camper!” Alla faccia della proverbiale cortesia dei danesi! Oggi tra Just A Moment e No Camper mi sto completamente ricredendo. Troviamo comunque posto vicino al centro e ci dirigiamo verso la via principale alla ricerca di indicazioni per l’acquario. Si torna in camper in quanto c’è da fare circa 3 km per arrivarci. Sono le 16,30 e all’ingresso la signora che sta alla cassa ci ricorda che le visite terminano alle 18,00. Il biglietto costa ben 80 DKK, oltre 11 € e i bambini 50 DKK, circa 7 €. Non è poco per una visita di corsa ma ormai ci siamo e decidiamo di entrare. E’ un bell’acquario indubbiamente, ma nulla a che vedere con quello di Genova La cosa che colpisce maggiormente è un vascone centrale dal potere ipnotico posto di fronte ad una gradinata Tutt’attorno è buio e all’interno della vasca illuminata direttamente dalla luce solare, girano con moto lento e regolare pesci di tutte le forme, tipi e dimensione, compresi gli squaletti. Divertente è anche la vasca delle foche, visibile sia dall’interno dell’edificio che dall’esterno, nel parco dell’acquario. Sono le 18,00 e per noi è il primo pomeriggio! Che si fa? Già che ci siamo si fa un po’ di strada: direzione Skagen. Sono circa 70 km, in un’oretta ce la caviamo. Proviamo a trovare posto nei due camping cittadini, ma sono entrambi al completo. Molto probabilmente anche perché in questi giorni a Skagen vi è un grande moto raduno. Ci dirigiamo verso il porto turistico dove troviamo un bel parcheggio che fa al caso nostro: centralissimo, tranquillo e vicino al mare. Così stasera abbiamo anche l’occasione per fare una paseggiata dopo cena per la cittadina; un po’ di Danmark by night non l’abbiamo ancora mai vissuta. Ceniamo e usciamo e ci rendiamo conto subito che Skagen è una cittadina turistica non certo per tutte le tasche; potremmo paragonarla con le dovute proporzioni alla Capri di Danimarca. Gelato per i bambini, una vasca della via principale e ritorno al camper. Sono le 23 e 30: è ancora giorno!! A domani. Abbiamo fatto circa 100 km.
Venerdì 21 luglio- Stanotte è piovuto. Ieri sera quando siamo andati a letto nulla l’avrebbe lasciato immaginare. Colazione e partenza verso Grenen, la punta più estrema a nord di Danimarca. Il punto dove si incontrano il Mare del Nord e il Baltico (o meglio: lo Skagerrak con il Kattegat). Siamo tra i primi ad arrivare e se l’avessimo saputo ieri sera stanotte avremmo dormito qui, se non altro per vedere il tramonto sul mare. Parcheggiamo il camper per dirigerci verso il Sandorman, il trattore con annesso vagoncino che trasporta le persone sulla punta della Danimarca. Dando un’occhiata rapida però, ci accorgiamo che la punta sta ad una decina di minuti a piedi dal parcheggio, quindi decidiamo di farci una passeggiata lungo la spiaggia. I 10 minuti diventano però piacevoli ¾ d’ora in quanto lungo il tragitto ci fermiamo ad osservare le meduse piaggiate, a raccogliere bei sassi di granito e a mettere i piedi a bagno, anche se la giornata non è proprio delle migliori. Ogni tanto infatti prova a piovere. Arriviamo in punta e lo spettacolo è veramente unico. I due mari litigano! Tutto potevo immaginare, ma non certo di vedere le onde provenire da destra e da sinistra dar vita a giochi d’acqua. Non resistiamo alla tentazione e ci facciamo la foto classica del posto, con un piede nel Baltico e l’altro nel mare del Nord. Visto il tempo, non è giornata da bagno, poi proprio alle spalle della battigia c’è un poco rassicurante cartello con su scritto in 4 o 5 lingue “pericolo di morte” a causa delle particolari correnti marine. Torniamo ai camper sotto una fastidiosa pioggerellina che potremmo definire novembrina. A Skagen ci fermiamo a fare la spesa in un supermercato lungo la via principale della città. Di ritorno ai camper per pranzo, decidiamo di cambiare strada e transitare lungo il porto. L’idea è fantastica in quanto le casupole rosse proprio a ridosso dei moli sono adibite a bettole, trattorie, che oltre a servire direttamente piatti pronti, vendono pesce già cucinato da asporto o fresco da cuocere. Non cercavamo di meglio. C’è solo l’imbarazzo della scelta: aringhe in tutte le salse, gamberetti lessati, polpette di pesce! Prendiamo un po’ di tutto, tanto per assaggiare più cose possibili. Ce ne torniamo al camper con una sacchettata di pesce pronto da mangiare avendo speso una cifra veramente ridicola: noi 3 e mezzo più Andrea, Sabrina e Giovanni che hanno assaggiato di tutto per la modica cifra di 93 DKK, vale a dire poco meno di 13 €. Ieri sera mentre passeggiavamo per il centro ho dato un’occhiata ai menù dei ristoranti e notavo che per un piatto di pesce si partiva da una cifra minima 150 DKK (21 €).
Ripartiamo, con il programma che prevede la visita alle dune mobile di Rubjerg Mile. Arriviamo sul posto dove ci sono diverse auto parcheggiate, ma per fortuna non c’è il caos di ieri a Rubjerg Knude e troviamo posto agevolmente. Saliamo su verso la vetta delle dune. Qui sembra veramente il deserto; a differenza di Rubjerg Knude, dove qualche segno antropico era presente, qui nulla. Un susseguirsi di dune di sabbia finissima senza l’ombra minima di vegetazione. E’ proprio per questo che si spostano, per la totale assenza di vegetazione e arretrano di circa 15 metri l’anno verso l’entroterra. Comunque l’effetto non è quello magico di ieri, probabilmente a causa del cielo grigio e carico di umidità e soprattutto per l’assenza del mare che ieri ci aveva regalato un contrasto indimenticabile. Si riparte. Direzione Ebeltoft, dove domani mattina speriamo di imbarcarci sul traghetto per l’isola di Sjælland, quella di Copenaghen. Sono circa 240 km, ma scorrono via bene dato il percorso per buona parte in autostrada. Cristina stasera vuole assolutamente un camping, e di problemi non dovrebbero essercene dato che l’area è abbastanza turistica e la guida dei camping danesi ne riporta almento tre. Arrivati a Ebeltoft ci dirigiamo direttamente al porto per fare i biglietti per domani. Purtroppo siamo colti da sconforto: a Ebeltoft non imbarcano mezzi più alti di 2 metri e 20. Bisogna raggiungere Arhus, a circa 70 km da lì. Poi in ogni caso, non è possibile imbarcarsi prima di domani alle 17. La tegola è pesantissima. E adesso chi glie lo dice alla truppa in camper? Rapido consulto tra gli equipaggi e decisione inevitabile di prenotare per domani sera alle 17 con partenza da Aarhus. Vorrà dire che modificheremo programma aggiungendo la visita di Aarhus! Tornati in stazione per prenotare, veniamo accolti da una notizia che addolcisce un po’ la pillola: l’impiegata avendo controllato velocemente non si era accorta della possibilità di imbarcarsi domani mattina alle 8. Prenotiamo in tutta fretta e via di corsa ad Aarhus alla ricerca di un camping, che troviamo a circa 5 km dal porto della città, oltretutto comodissimo poiché lungo la stessa strada. Arriviamo alle 20,30.Il camping è strapieno di villeggianti stanziali, comunque un paio di piazzole ce le trovano ed in posizione anche soddisfacente. Facciamo subito c.S. Poiché domani mattina non ne avremo il tempo e ci dirigiamo verso i posti assegnatici. Ciascuna piazzola è dotata di acqua corrente ed in più sono grandissime, tanto che, non essendomene reso conto mi sistemo ad un paio di metri dal camper di Andrea, all’interno della stessa piazzola. Basta, non mi sposto più. È tardi e abbiamo fatto più di 300 km oggi pomeriggio. E poi domani mattina la sveglia ci suonerà alle 6,15. Doccia, cena e subito a nanna. Oggi la strada è stata tanta: 307 km.
Sabato 22 luglio- Sveglia presto, colazione veloce per essere al porto di Aarhus almeno per le 7,30. Michele e Matteo li lasciamo dormire ancora un po’, almeno fino al porto. Ci dirigiamo verso l’uscita del camping che sono le 7,15 e lì ci fermiamo ad aspettare Andrea Sabrina e Giovanni. Il tempo passa, sono le 7,20 e ancora non si vedono. 7, 25: ma che cavolo stanno facendo? Scendo per andare a vedere cosa stia succedendo. Giovanni non si trova. E’ andato in bagno e Andrea gli ha detto che lo avrebbero aspettato all’uscita del camping, invece lui è tornato alla piazzola. Sono le 7,40. Via di corsa verso il porto. Per fortuna sono tutti ancora in fila per imbarcarsi. Facciamo i biglietti e rimaniamo piacevolmente sorpresi dal costo della traversata: il camper + 2 adulti e 2 bambini 295 DKK (meno di 41 €). Se avessimo fatto il percorso stradale avremmo sarebbero stati oltre 360 km e almeno 2 pedaggi di ponti, per un totale di circa 100 €. Questa è sicuramente la soluzione ideale. Appena salpati, Michele inizia a dar segni di mal di mare. Ce l’aspettavamo. Andiamo fuori, sul ponte a fare una passeggiata, e fortunatamente l’aria buona rimette le cose a posto. Arriviamo puntualissimi a Kalundborg e ci apprestiamo ad affrontare i poco più di 100 km che ci separano da Copenaghen che sono da poco passate le 11. Dalla nostra carta stradale non si capisce gran ché la strada per il centro, ma seguiamo tranquillamente le indicazioni. Incontriamo lungo il percorso un camping, ma avendo letto le indicazioni sui diari di altri camperisti ci dirigiamo verso il centro che più centro non si può. Passiamo tra il Tivoli e la stazione ferroviaria e capiamo di essere giunti a destinazione, anzi, di averla già superata. Infatti il parcheggio si trova attaccato al palazzo delle poste, prima della stazione. E’ vastissimo e quasi vuoto. Non si capisce se si debba pagare in quanto c’è una sola colonnina che distribuisce i ticket e il fondo è completamente dissestato. Abbiamo l’impressione che ci stiano lavorando per asfaltarlo. Intanto facciamo la conoscenza di una coppia di camperisti, giovani pensionati romani (lei è di origine marchigiana, nostra corregionale) reduci da un viaggio in Islanda. Sono partiti dall’Italia nientepopodimenoché il 4 giugno. A sentire i loro racconti sto letteralmente sbavando!! Verrà il giorno che ci andrò anch’io in pensione!? Almeno spero!! Pranziamo abbastanza velocemente e ci prepariamo ad affrontare la capitale danese. Prima però ritroviamo la famiglia di fiorentini che avevamo conosciuto a Legoland. Non c’è niente da fare, il mondo è davvero piccolo! E dopo aver scambiato 4 chiacchiere si parte alla conquista di Copenaghen. Il Tivoli si trova proprio vicinissimo al parcheggio e anche i pupi se ne accorgono, ma per fortuna nessuno dei tre insiste più di tanto nel voler entrare. Passiamo prima di tutto all’ufficio turistico per qualche informazione e soprattutto le cartine toponomastiche del centro. Poi via, verso Stroget, la via principale dove si trovano artisti di strada, negozi e anche il museo dei Guinness dei primati dove Michele pianta una grana e vorrebbe entrare a tutti i costi. Riesco a convincerlo dicendogli che poi a casa lo visiteremo con internet. Cammina che ti cammina, arriviamo a Nyhavn. E’ uno spettacolo, sicuramente la zona più caratteristica della città con il canale su cui si affacciano le meravigliose case di tutti i colori. Le strade parallele al canale sono piene di gente ed anche i locali che vi si affacciano sono gremiti. Passeggiando tranquillamente arriviamo a piedi fino in fondo, poi torniamo su per salire a bordo del battello turistico che effettua il giro dei canali della parte più antica della città. E’ un bel giretto di circa un’ora e mezza, ma purtroppo a causa della massiccia presenza di russi e polacchi, la guida parla quasi esclusivamente in queste lingue e qualcosa in inglese. Vediamo la Sirenetta, sinceramente nulla di speciale e poi secondo me è oggetto di maledizione in quanto tutte le foto che gli abbiamo fatto dal battello sono venute sfocate; Christiania, l’ultimo baluardo hippie in Europa e quartiere davvero particolare dove da 30 anni circa 1000 persone sperimentano un sistema di vita in cui la proprietà privata è inesistente e tutti concorrono al bene e alle necessità comun. Hanno la scuola, l’asilo, l’ufficio postale, l’ufficio turistico. Hanno abolito le droghe pesanti ma il fumo circola abbastanza liberamente. Si esce dal quartiere oltrepassando un portale su cui è scritto: “qui inizia l’Unione Europea”. Mi sarebbe piaciuto visitarlo, ma purtroppo la mancanza di tempo non ce lo permette. Christiania proprio in questi giorni è oggetto di un contenzioso tra i residenti e le istituzioni che vorrebbero espropriarlo per realizzarci un quartiere esclusivo. Tutto il mondo è paese!! Un’occhiata veloce all’esterno del palazzo reale. Sono quasi le 19, il centro è quasi spopolato. E’ curioso; a quest’ora in giro si sente parlare quasi esclusivamente italiano!! Torniamo attraverso Stroget verso i camper, ma non prima di aver visitato un pub ed aver assaporato una splendida birra rossa Carlsberg, che qui è di casa. Arriviamo ai camper che sono quasi le 21. Siamo abbastanza stanchi perché nonostante tutto di strada ne abbiamo fatta e l’ora e mezzo sul battello ci ha cotto sotto il caldo sole danese (non ho parole!!). Una bella spaghettata italiana in pieno centro di Copenaghen non ce la toglie nessuno. Dopo cena altre 4 chiacchiere con i nostri vicini di camper e poi alle 23 a nanna. Sentiamo a stento i fuochi d’artificio che partono dal Tivoli alle 23,30. La stanchezza ha la meglio su tutti quanti.
Oltre alla traversata oggi abbiamo percorso 115 km.
http://www.Bananiele.It/danimarca/Copenaghen.Htm Domenica 23 luglio- Dormita ottima! Spostiamo i camper in un parcheggio di fronte poiché abbiamo scoperto che li dove siamo stati stanotte si pagava sia ieri che oggi, nonostante il giorno festivo, mentre negli altri circostanti, oltre tutto asfaltati e non polverosi, il pagamento è fino alle 18 del sabato. C’è andata bene, ma valli un po’ a capire sti Copenaghesi!! Visitiamo il Ny Carlsberg Glyptotek, situato in un palazzo a 150 metri da noi. Oggi l’ingresso è libero essendo domenica. Il Carlsberg nasce come museo privato della famiglia Jacobsen, i fondatori della Carlsberg, la famosissima fabbrica di birra. Jacob Christian Jacobson iniziò la raccolta d’arte con pezzi di provenienza dall’area mediterranea. Grecia classica, Roma, Egitto, reperti etruschi, piceni. C’è anche una statua proveniente da Montecalvo in Foglia (PU), a pochi km da casa nostra. Ci sono inoltre delle sale che raccolgono tele di Renoir, Van Gogh, Monet; non mancano inoltre Gauguin e Picasso. Da alcuni anni l’intera raccolta è stata acquisita dallo stato danese. Unico neo, il caldo, che anche qui è asfissiante. Abbiamo constatato che in Danimarca non usano l’aria condizionata neanche negli edifici pubblici; è evidente che in condizioni normali non ne hanno bisogno. Infatti la media delle temperature del mese di luglio si aggira attorno ai 15 gradi; in questi giorni ce ne sono il doppio e con tassi di umidità da fare invidia alla pianura Padana! La visita a Copenaghen prosegue con il museo del design, a pochi passi dalla Gliptoteca. Gli oggetti più strani , ma anche quelli di uso comune fanno bella mostra di se in questo luogo particolare. Rimango colpito dalla sala centrale adibita a luogo di ritrovo e caffè, arredata molto semplicemente con seggiole multicolore, tavolinetti in legno di faggio e lampadari bianchi che emanano una luce soft. Vista dalla terrazza che la circonda al primo piano è veramente un’armonia di forme e colori. Usciamo che sono quasi le 13 e, su pressione dei pargoli e considerato che stamattina gli abbiamo fatto sorbire la bellezza di due musei, si pranza al Mc Donald. Ultimi acquisti nei pochissimi negozi oggi aperti e salutiamo così il centro di Copenaghen dirigendoci verso la birreria Carlsberg, visitabile fortunatamente anche di domenica. L’ingresso costa 40 DKK (circa 5,5 €) per gli adulti mentre è gratuito per i bambini; ma sono ben spesi poiché danno diritto a ben due consumazioni di birra a scelta tra le molteplici di produzione Carlsberg ed anche due consumazione per i bambini ovviamente di bibite analcoliche. Purtroppo, dovendo poi guidare, non ce la sentiamo di usufruire della seconda consumazione e, molto a malincuore, vi rinunciamo. Di nuovo “on the road” per quella che sarà l’ultima tappa in terra danese: le scogliere di Mons Klint. I km che ci separano da questa località sono 140 che percorriamo in un’ora e mezzo. Lasciata l’autostrada ci dirigiamo tramite la strada n. 59 verso l’isola di Mon. Dopo sette giorni che siamo in Danimarca soltanto ora attraversiamo il primo ponte sul mare. Sono le 18,00 e visti i tempi possiamo anche tentare di visitarle stasera le scogliere. E infatti così si fa. Dopo aver individuato il camping, proprio alla fine della strada asfaltata, iniziamo a salire verso il parcheggio che dista circa 3 km. Lungo la strada incontriamo parecchie auto che scendono, quindi arrivati su non troviamo particolari problemi di parcheggio. Iniziamo la salita del sentiero che in pochi minuti ci porta su, sopra le bianche scogliere di gesso. Sinceramente mi aspettavo di meglio leggendo racconti di alcuni diari di viaggio. Noi abbiamo il Conero a 30 km da casa e sicuramente non è da meno rispetto alle scogliere di Mons Klint. Apprezziamo molto invece il bellissimo bosco di faggio secolare a monte con bellissime vedute sul mare. Il sentiero per salire è abbastanza tranquillo, ma ogni tanto il tracciato si affaccia a picco sul mare protetto da una staccionata poco affidabile e con i bambini, in particolare Matteo che non ci pensa proprio a farsi tenere per mano non vorrei ricordare l’ultimo giorno di vacanza in Danimarca con qualcosa di poco piacevole. Per fortuna tutto ok. Ci avviciniamo al camping e qui, visto l’ambiente, immagino che non sarà proprio a prezzi popolari. Infatti sono ben 340 DKK (circa 47 €) per una notte, sistemati oltretutto in piazzole rimediate per l’occasione. Il gestore del camping ci accoglie salutandoci in italiano. E’ la prima persona in Danimarca che sentiamo parlare nella nostra lingua. Ci racconta di aver vissuto per un anno a Palermo. La giornata volge al termine, e dopo una bella doccia e una cenetta a base di spaghetti al pomodoro, aspettiamo il buio che qui si fa attendere meno rispetto a Skagen bivaccando sul prato con un’ottima bottiglia di birra di provenienza, manco a dirlo, Carlsberg. Km percorsi 150 http://www.Glyptoteket.Dk/ http://it.Wikipedia.Org/wiki/Ny_Carlsberg_Glyptotek_di_Copenhagen
Lunedì 24 luglio- Stamattina la sveglia è tranquilla dato che siamo una mezza giornata in anticipo rispetto al ruolino di marcia. Facciamo c.S. E poi via con tutta tranquillità allo volta di Rodbyhavn dove lasceremo il territorio danese. Lungo la strada ci fermiamo a Stege, un bel paesino sull’isola di Mon, a fare gli ultimi acquisti ed anche un po’ di spesa di alimentari. Io faccio scorta di aringhe marinate che qui costano una sciocchezza (un barattolo da 800 g. 14,50 DKK, 2 €) e sono di casa! Risaliamo in camper e riprendiamo la strada per Rodbyhavn dove arriviamo alle 12,30. La coda per l’imbarco è praticamente inesistente e in una mezz’ora siamo a bordo. Qui non è necessario prenotare in quanto i traghetti arrivano e partono in continuazione, a distanza di circa 20 minuti l’uno dall’altro. Il costo della traversata per Puttgarden ammonta a 530 DKK (74 €), un’esagerazione rispetto a quella interna Arhus-Kalundborg; quasi il doppio per 1/4 del tempo di traversata. Mangiamo qualcosa a bordo dove ne approfittiamo anche per terminare gli ultimi spiccioli di DKK.
45 minuti di traversata e via, verso Lubecca. E’ la terza volta che visito questa città, ma è sempre un piacere tornarci, poi non so perché, ma ogni volta la trovo più bella. Troviamo posto in un parcheggio grandissimo servito anche da wc, vicino al palazzo della musica, con bella vista sul canale e sulla città vecchia. Una stanza di albergo in questa posizione la farebbero pagare almeno 200 € a persona!! Invece qui il parcheggio è gratuito dalle 18 alle 10 del mattino seguente. Ci dirigiamo verso il centro dove visitiamo la cattedrale e ci concediamo una passeggiata tranquilla lungo il corso e nella piazza del mercato. Contavamo di far visita alla bellissima birreria situata nelle cantine di un palazzo antico dove eravamo stati di ritorno dal viaggio in Svezia-Norvegia, ma non riusciamo assolutamente a ritrovarla nemmeno chiedendo informazioni; sembra come svanita nel nulla. Ad Andrea sarebbe sicuramente piaciuto, sia il locale che la birra; allora, nel 1993, veniva direttamente prodotta da loro. Si torna al camper per la cena che stasera si fa all’aperto dato che il parcheggio è semivuoto e la veduta su Lubecca da qui è veramente stupenda. Dopo cena si esce, di nuovo direzione centro città, piazza del mercato che di notte sembra veramente una quinta teatrale, per un gelato ai bambini e una birra agli adulti. Peccato che anche stavolta siamo di passaggio; mi piacerebbe visitarla e conoscerla meglio questa città! Torniamo ai camper che è quasi mezzanotte e Michele inizia ad avere mal di gola. Ci risiamo, l’ennesima tonsillite? Era andato tutto troppo bene fin quì. E infatti la notte la febbre sale fino a 39,5. Per fortuna abbiamo dietro di tutto: antipiretici, antinfiammatori, antibiotici.Non abbiamo neanche più bisogno della pediatra, sappiamo per fortuna gestirle da noi queste situazioni. 193 km percorsi Martedì 25 luglio- La notte non è stata delle migliori, ma sembra che stamattina la febbre sia scesa. Partiamo alle 10 in direzione di Wurzburg, non prima però che Cristina e Sabrina abbiano fatto nuovamente un salto in centro per fare degli acquisti. La giornata è caldissima e afosa, il traffico sostenuto, ma si procede sicuramente meglio del viaggio di andata quando per strada c’erano gli autisti della domenica. Verso l’1,30 ci fermiamo per pranzo Michele intanto è di nuovo sui 39! Riprendiamo il cammino con l’intenzione di fermarci a Wuerzburg. Stasera viste anche le condizioni di Miki il camping è d’obbligo. Oltretutto è anche di facile individuazione se solo si azzeccasse l’uscita giusta! E infatti, così non è! Oltrepassiamo Wuerzburg ed usciamo al casello successivo dove prendiamo un altro tratto autostradale per rientrare in città. Ma da questo momento inizia il caos più totale. Il traffico è praticamente paralizzato, sono le 17 e la gente sta uscendo dagli uffici e dalle fabbriche. Si va a passo d’uomo e per di più le indicazioni sono quasi del tutto inesistenti. Ci fermiamo un attimo per fare il punto della situazione, ma non è così semplice non avendo una carta un po’ più dettagliata di quella stradale. Gira che ti rigira si arriva nei pressi del centro. Ci fermiamo a chiedere informazioni ad un gruppo di ciclisti i quali ci indicano la strada per il camping e che da qui non è così semplice da raggiungere. Nel risalire in camper, salgo dalla porta posteriore e sollevandola leggermente nella speranza di farla chiudere meglio, mi fuoriesce dai cardini rimanendomi in mano. Non c’è modo di farla rientrare. Mentre siamo in quella situazione con Miki a 39,5, la strada che non si trova, la porta in mano che non vuole tornare al suo posto e marci di sudore ci si avvicina un ragazzo chiedendoci se abbiamo da accendere. Mai come in questo frangente un vaffa sarebbe più opportuno; a stento riesco a trattenermi. Finalmente la porta rientra e possiamo riprendere la strada. Dopo circa un’ora che camminiamo tra andirivieni, direzioni sbagliate e indicazioni completamente assenti, riusciamo ad intravedere come il miraggio di un’oasi nel deserto le indicazioni per il camping che raggiungiamo finalmente dopo una decina di minuti. Qui i prezzi sono molto più abbordabili che in Danimarca e infatti ci sono sufficienti 20 € per una notte. Non vediamo l’ora di buttarci sotto la doccia. Anche Miki ne ha bisogno, forse più di noi. Nel frattempo Sabrina, Giovanni e Teo si fanno un bagnetto nel fiume che costeggia il camping. Peccato che stasera non riusciamo a vedere la città! Si cena, poi si sta al fresco fin verso le 23 in compagnia di un’altra bottiglia di birra di provenienza Carlsberg. Intanto Miki sta meglio, la febbre è scesa sotto i 37,5; i medicinali iniziano a fare il loro dovere.
Abbiamo percorso ben 585 km, quelli ufficiali, più una 40 di quelli sbagliati per un totale di 625.
Mercoledì 26 luglio- Nottata tranquilla e sveglia alle 8,30. Miki sta decisamente meglio anche se ancora ha un po’ di febbre. Ci dirigiamo verso il centro cittadino dopo aver fatto c.S. Ed aver scambiato due parole con dei camperisti di Camerano, anche loro di ritorno in Italia dopo aver fatto la Romantiscke Strasse. Entrare in centro anche stavolta non è semplice; più volte infatti prendiamo direzionio sbagliate. Ieri sera eravamo stanchi e provati da tutta una serie di cose, ma le strade le sbagliavamo non per quel motivo ma proprio perché le indicazioni sono totalmente inesistenti! Finalmente dopo vari tentativi raggiungiamo un parcheggio lungo il fiume a 200 metri dal centro. Miki resta in camper con Cristina, mentre noi partiamo per una rapida ricognizione. Non c’è dubbio: Wuerzburg è proprio una gran bella città. E se questa è la città che chiude la Romantiscke Strasse, immagino che cosa possa essere il resto. La lasciamo con l’idea di tornare da queste parti per il prossimo viaggio. Riprendiamo l’autostrada alle 12,00 e con il solito caldo che non ci lascia da 11 giorni ci dirigiamo verso Monaco. Giunti nei pressi della capitale bavarese decidiamo di deviare per Garmish-Partenkirken anziché percorrere il tracciato autostradale più classico. E’ sicuramente meno trafficato e monotono, ma certamente molto più impegnativo per la guida. Da Partenkirken infatti si inizia a salire per una decina di km, dopo di chè la discesa verso Innsbruck è a dir poco allucinante. In 3 km circa si scende a capofitto per riprendere l’autostrada con pendenze del 16-18%. Ogni 200-250 metri ci sono le vie di fuga in salita, dove buttarsi (buttarsi è il termine che rende meglio l’idea) in caso di problemi ai freni o cose simili. L’Italia è ormai dietro l’angolo. Il traffico inizia a diventare insostenibile a causa anche dei cantieri lungo il tratto autostradale austriaco. E il tempo sta cambiando. Il paese del sole ormai a pochi km da noi sta per accoglierci con dei nuvoloni temporaleschi impressionanti. Attraversiamo il Passo del Brennero e poco dopo inizia il diluvio universale. Giungiamo a Bressanone verso le 19,30, giusto in tempo per fare la spesa. Sistemiamo i camper al camping Loewenhof sotto un temporalone che andrà avanti quasi per tutta la notte. Dopo undici giorni di astinenza Miki e Teo chiedono un po’ di televisione, ma non si riesce a vedere nulla a causa della posizione del camping e dell’antenna poco sensibile del televisore stesso. Comunque non ci perdiamo d’animo, e dopo cena ci vediamo in tv tutte le 250 e passa foto del viaggio. Andiamo a dormire con il fresco finalmente, quello delle nostre montagne.
I km di oggi sono stati 500.
http://www.Wuerzburg.De/system/international/italienisch/ Giovedì 27 luglio- Inizia l’ultimo giorno di viaggio. Il tempo stamattina è bellissimo dopo che per quasi tutta la notte è diluviato. Facciamo un salto al centro di Bressanone in negozi a noi ben noti per fare scorta di wurstel e strudel, poi prendiamo la strada per quest’ultimo tratto che ci separa da casa. Il traffico è sostenuto ma scorrevole e più scendiamo più aumenta il caldo. Ci fermiamo poco sotto Modena per pranzo dove possiamo riassaporare le temperature nostrane che nonostante tutto sono di gran lunga più infernali di quelle danesi. A Bologna come al solito c’è coda e da Borgo Panigale a Castelbolognese è quasi tutta a passo d’uomo. Arriviamo a Jesi alle 18,00 dopo aver percorso 535 km.
Considerazioni La Danimarca è sicuramente un bel paese sotto tutti gli aspetti, dove apparentemente la vita è vissuta a dimensione molto più umana che da noi. Girarlo in camper agevola sicuramente nel visitare luoghi che diversamente sarebbe quasi impossibile raggiungere. 13 giorni però sono troppo pochi per un viaggio che alla fine ha assommato circa 4650 km. Altra nota negativa le spese di viaggio: con il gasolio a 1,20 €/l, abbiamo superato i 900 € di carburante.
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