In Turchia da solo

Affascinato dalla Turchia probabilmente da sempre, quest’anno ho deciso di mollare le mete tipiche del turismo rivierasco per dirigermi verso questo paese a metà fra l’Asia e l’Europa. Ho resistito ai numerosi timori di affrontare un viaggio da solo, senza assicurazione sanitaria ne aver effettuato alcun tipo di profilassi e sono partito...
Scritto da: Korowa
in turchia da solo
Partenza il: 08/08/2006
Ritorno il: 21/08/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Affascinato dalla Turchia probabilmente da sempre, quest’anno ho deciso di mollare le mete tipiche del turismo rivierasco per dirigermi verso questo paese a metà fra l’Asia e l’Europa.

Ho resistito ai numerosi timori di affrontare un viaggio da solo, senza assicurazione sanitaria ne aver effettuato alcun tipo di profilassi e sono partito l’8 agosto 2006 con un volo CSA (380 Euro) su Praga, ho poi aspettato la coincidenza per Istanbul godendomi il via vai degli aerei (e non solo) su un terrazzone assolato.

1° Giorno: Milano Malpensa – Praga – Istanbul Arrivato all’aeroporto Atatürk verso le 22.00, ho acquistato la VISA per 10 Euro e ho passato la dogana (ci vogliono circa 10 min. Se non c’è coda), ma ho dimenticato di cambiare almeno qualche Euro in YTL (Nuova Lira Turca). Uscito ho trovato una lunga fila di tassisti disponibili ad un pagamento in Euro, io ho scelto quello apparentemente più mite e dimesso, ma arrivati a Sultanahmet prima ha tentato di applicarmi un cambio degno del peggior strozzino e poi di darmi un resto inferiore con la scusa di non avere abbastanza soldi. Me la sono cavata con 20 Euro, anche se poi ho saputo che molti hanno speso meno.

Da questo momento ho cominciato a calcolare i prezzi non più in un rapporto Euro YTL, ma, rispolverate le vecchie Lire italiane, mi sono comportato come se fossi tornato indietro di 5 anni (1936 Lire Italiane = 1 Euro = 1,806 YTL), questa soluzione mi ha reso più avaro, ma sicuramente più veloce nei calcoli.

Avevo una singola prenotata su internet all’Orient International Hotel, ma per uno strano fraintendimento ho dovuto cercare una nuova soluzione: che è arrivata quasi subito incarnata nella figura di Ibrhaim che mi ha offerto una camera al 2° piano del Backpackers Bar per 40 YTL (3 letti e bagno a mia disposizione: visto l’orario non me la sono sentita di dire no, e così ho cominciato ad esplorare Sultanahmet verso l’una di notte).

Aya Sofya, Moschea Blu e Palazzo Topkapi, sono tutti in un raggio di 500 m (anche l’ostello), quindi alle 2.30 ero già di ritorno, ma vista la grande presenza di turisti lungo la via ho deciso di fermarmi al Cheers Bar per bere qualche Efes (la birra locale) insieme a Ibrhaim e due ragazzi tedeschi. 2° Giorno: Istanbul Alle ore 6.00 (circa) mi sono svegliato al canto del Muezzin e un sonno agitato dai rumori della strada mi ha accompagnato fino a mattina. Dopo un rapido taglio di capelli (speravo di risparmiare rispetto all’Italia, ma non è stato così) ero pronto ad una nuova esplorazione. Il Gran Bazar è un‘enorme trappola per turisti e i commercianti sono quasi estenuanti (hanno anche il vizio di scambiarmi per francese e a volte per inglese: questo è anche più fastidioso). In ogni modo ne sono uscito indenne (leggi: senza aver comperato nulla), forse solo un po’ stomacato dai 4 bicchieri di tè. Nelle prime ore del pomeriggio, vista la calura, è quasi impossibile muoversi, quindi sono rimasto sulla terrazza dell’Orient Hotel a chiacchierare con un gruppo Bulgaro – Rumeno.

Il cameriere è un po’ rompiballe e mi ha convinto a esibirmi con il mio bastone (sono un giocoliere di flower stick, per la verità piuttosto scarso, ma lui ha gradito molto i miei tricks) durante la serata di belly dance la sera stessa. Come ha fatto a convincermi: mi ha allungato qualche Efes e mi ha promesso la cena per il 50% del prezzo.

Verso le 17.00 ho preso il tram e sono sceso a Kabatas, quindi la funicolare sotterranea fino a Piazza Taksim. Qui, dopo qualche vasca lungo la via pedonale e uno spettacolo in inglese niente male, mi sono seduto e ho provato a comunicare con 5 ragazzini curdi molto attratti sia dalla mia macchina fotografica che dal bastone. Nonostante le insistenze degli ambulanti per allontanarli (una loro iniziativa) sono almeno riuscito a pagare il gelato a tutti. Quindi sono tornato verso il ponte di Galata dove ho provato ad acquistare un Rolex falso (troppo caro, si può avere uno swatch originale per la stessa cifra). Non ho resistito alla tentazione di un panino con il pesce pescato in diretta dal Bosforo e sono tornato verso l’ostello.

Avevo dimenticato la mia promessa, loro no e la mia cena è stata subito pronta insieme alla prima birra (tutto for free).

La giovane ballerina (molto bella, molto) era un po’ imbarazzata dalla novità, anche se non lo dava a vedere (me lo ha detto dopo) io invece imbarazzato lo ero e si vedeva anche: il bastone mi sarà caduto 3 volte in meno di due minuti. In ogni caso il pubblico mi è sembrato soddisfatto, spero solo che tutte le foto che mi hanno scattato non finiscano su qualche sito conosciuto da amici e colleghi, anche perché sono un po’ vecchio per queste cose (soprattutto le foto a torso nudo quando, mollato il bastone al cameriere e indossata una cintura di campanellini, mi sono cimentato a mia volta nella tanto temuta danza del ventre: con risultati molto scarsi).

Questa esibizione mi ha permesso di conoscere diverse persone con qui siamo saliti sul tetto a bere ancora qualcosa (ignorando i divieti in inglese). Qui mi sono fatto convincere a tornare a Taksim da due padovani molto simpatici e durante il tragitto uno dei due si è mangiato un panino con un grosso pesce del Bosforo (avventuriero).

3° Giorno: Istanbul Veloce visita al Topkapi (meriterebbe più tempo, ma personalmente non amo molto i lunghi tour all’interno di grossi palazzi di sultani ormai morti da secoli), la calura saliva quindi mi sono spostato verso la Cisterna Basilica che avrei voluto addirittura più grande (vista la frescura) e che vale tutte le 10 YTL del biglietto. Ormai era giunto il momento, la moschea era a pochi passi (e prometteva bene a frescura), sono entrato: ovviamente senza scarpe ed è stato bellissimo camminare scalzo su tutti quei tappeti con il naso rivolto verso l’alto. Anche qui il mio bastone ha destato parecchio interesse, soprattutto fra le guardie che lo osservavano, forse sospettose. Pomeriggio fra il bazar delle spezie (bellissimo e profumatissimo) e le vie vicine, che pare siano la parte islamica più fondamentalista della città. Tornato in ostello ho conosciuto un a coppia simpaticissimisssima: Ben (Quebec) e Yolande (Brisbane – Australia) e ho scoperto avremmo fatto il viaggio insieme fino a Pamukkale. I biglietti li avevamo acquistati in due agenzie diverse (io: 48 YTL, loro: 40 YTL), ma siamo stati sullo stesso Dolmus fino all’Otogar e anche sullo stesso bus fino a Pamukkale.

Il pullman (compagnia: Aydin) era eccellente, con tanto di schermi LCD, steward, acqua minerale e bibite gratis: peccato faccia 12 fermate durante la notte e ogni volta accendano le luci (non si riescono a fare sogni molto lunghi).

4° Giorno: Pamukkale Arrivati a Denizli alle 9.30m del mattino ci siamo trasferiti a Pamukkale con un Dolmus che ci ha portati di fronte al 4 Season Hotel (che non è il Four Season) e mi è piaciuto subito: sono una famiglia molto accogliente e disponibile, dormire in singola + colazione costa 20 YTL, e c’è anche qualcuno che cucina molto bene.

Insieme a Ben e Yolande ci siamo fatti qualche Efes (sometimes is nice to drink in the morning) e sotto il sole cocente abbiamo camminato verso le cascate di travertino, per poi renderci conto che il sole era ormai troppo alto. Ci siamo fermati da Mustafa Pension per il pranzo, il cibo è buono ma non eccezionale, però il padre del gestore (è lì solo qualche giorno la settimana) è un comico nato e se si parla anche solo un po’ di inglese non bisogna assolutamente perderselo (vedi Routard).

Dopo il pranzo, qualche birra e il Raki (qualcuno di troppo) ci siamo avviati verso le cascate. Qui noi tre, più una coppia di Belluno, abbiamo accettato il consiglio del proprietario del Livera (un night club di Pamukkale) onde risparmiare le 18 YTL dell’ingresso alle piscine in cima alle cascate.

Basta non essere claustrofobici e con questa mappa si può raggiungere un tombino aperto che porta ad una piccola grotta di acqua termale piena di candele esaurite (con una torcia ci si può andare anche la notte).

Questa mappa l’ho disegnata anche sul GuestBook 2006 del Mehmet’s Heaven (11 agosto).

Una volta arrivati al tombino, e fatto il bagno ci siamo goduti il tramonto dal teatro di Hierapolis (dista circa 100m), da qui siamo scesi lungo il travertino e abbiamo conosciuto una coppia super simpatica di Bologna, la sera abbiamo mangiato tutti insieme in una delle locande più economiche del paese per 10 YTL (il cibo era gustoso, ma non avevano nè Southern Comfort nè Ginger Ale).

Siamo tornati al 4 Season con la macchina cabrio dei ragazzi di Bologna (noleggiata alla hertz per 68 euro al giorno che sono tanti: ma per una cabrio forse ne vale la pena).

5° Giorno: Pamukkale Mattina dedicata al riposo. Pomeriggio anche, l’unico intoppo: dover salire ancora una volta in cima alle cascate per fare un bancomat (non ce ne sono in paese). Gita in macchina fino ad Aydin. Serata al Livera (la discoteca del tizio che ci ha indicato il tombino). Il posto non è male, però era quasi vuoto quindi verso le 2.00 me ne sono andato. Mi sono fermato in un altro club (il Blue Star) per comperare una bottiglia d’acqua: all’ingresso mi hanno perquisito e io con il sorriso sulle labbra li ho mandati a f… 6° Giorno: Pamukkale – Goreme Ho comperato il biglietto per la Cappadocia (40 YTL): partenza alle ore 22.00.

Il trasferimento da Pamukkale a Denizli me lo sono fatto su un autobus di linea (a spese della compagnia dei bus), 30 in compagnia di un bel gruppo di donne e uomini turchi non proprio profumati. A Denizli ho aspettato per un’ora, il bus non aveva niente a che vedere con la compagnia Aydin, la Sivas è sicuramente meno interessata al look dei suoi pullman. Ho quindi viaggiato per 9 ore in una landa desolata (presumo sia tale perché la luna piena lasciava intravedere solo un’immensa pianura vuota) insieme a 50 turchi, dei quali nessuno parlava inglese. Esperienza interessante. Il pullman purtroppo non era un diretto per Goreme (come mi avevano più volte promesso) e quindi mi aspettavo di dover scendere a Nevsehir e trovare un Dolmus disposto a portarmici. Invece l’autista, con mia enorme sorpresa, ha deviato dalla strada per Kayseri e mi ha lasciato nella piazza principale del paese (non ho idea di cosa abbiano pensato gli altri passeggeri).

Ho mosso il mio primo passo in terra di Cappadocia alle 8.00 del mattino.

7° Giorno: Goreme – Cappadocia Su consiglio di alcuni ragazzi italiani conosciuti a Pamukkale ho subito cercato il Traveller’s Cave Pension (Lonely Planet) ma non avevano posto quindi mi sono spostato di pochi metri: al Keles Cave Pension dove ho trovato posto in una singola scavata nel tufo per 25 YTL a notte (due letti, ma bagno sulle scale). Qui ho conosciuto una simpatica famiglia di viaggiatori inglese (i due figli hanno rispettivamente 12 e 14 anni), ho passato la mattina con loro girando per il villaggio, parlando delle loro avventure in giro per il mondo, di politica, guerre e della loro sicuramente singolare (per degli inglesi) visione della vita. Verso le 15.00 ci siamo seduti in una tipica bettola turca per giocare a backgammon e bere numerose tazze di tè. La sera sono rimasto solo e me ne sono andato all’Alaturca, che pare essere uno dei ristoranti migliori dell’Anatolia, io non posso che confermare: ho mangiato davvero bene per 34 YTL (ho bevuto anche un Gin Tonic).

8° Giorno: Goreme – Cappadocia Mi sono alzato verso le 11.00 e ho deciso di visitare il museo all’aperto per 10 YTL (merita ma bisognerebbe andarci al mattino presto o verso il tramonto perché verso le 13.00 fa veramente caldo nonostante i 1370m sul livello del mare).

Nel pomeriggio ho camminato per un paio d’ore nei dintorni del paese con un caldo torrido. Serata in compagnia di 4 milanesi di Sesto, insieme abbiamo provato il Narghilè per la prima volta.

9° Giorno: Goreme – Amasya Sveglia presto e check out dalla pensione (non volevo perdermi la colazione). Acquisto del biglietto per Amasya (40 YTL) e taglio della barba per 7 YTL.

Ore 14.00 partenza per Amasya. Alla fermata dell’Otogar ho conosciuto due italiani (Mishanu e Paolo) di Padova e abbiamo fatto il viaggio insieme attraverso Kayseri e Sivas: siamo arrivati ad Amasya verso le 23.00. A quest’ora la città ci è sembrata un po’ squallida e deludente (fatta eccezione per le enormi tombe illuminate sul fianco della montagna), ci siamo sistemati in una tripla al Konfor Palace Hotel (veramente squallido e deludente: nonostante quello che dice la Lonely Planet).

10° Giorno: Amasya Sveglia alle 8.00 per la colazione. Visita alle bellissime tombe dei re del Ponto arroccate sulla montagna (già qui la delusione della sera prima è svanita: forse il Konfor Palace Hotel ha avuto su di noi un impatto negativo).

Scesi dalla montagna ci siamo seduti in un bar a caso per poi scoprire che si trattava di una delle tipiche case ottomane presenti in città. Abbiamo quindi chiesto di poterla visitare per poi scoprire la fantastica opportunità mancata: dormire in un letto di 110 anni fa con una cassapanca di 400 anni sul fianco, in una soluzione con bagno e vasca idromassaggio per 100 Euro (c’è anche un salottino e una stanza per i bambini inclusa nel prezzo). Forse non sarebbe stata l’ideale in questo viaggio, ma magari la prossima volta. Pranzo in una casa ottomana restaurata (è annessa ad un albergo lussuosissimo).

Abbiamo quindi deviato verso il museo nella speranza di trovare un po’di frescura: ma le mummie non sono così terrificanti come dice la Lonely Planet (ne sconsiglia la visita ai troppo impressionabili).

Ore 17.00. Partenza per Ankara (30 YTL), obiettivo Amasra. Dopo sette ore di viaggio (ero seduto dietro l’autista e, visto lo stile di guida, sconsiglio questa esperienza ai troppo impressionabili), arrivati all’Otogar di Ankara, abbiamo trovato un pullman per Bartin (25 YTL).

11° Giorno: Amasra A Bartin ci siamo arrivati verso le 5.00, quindi con un pulmino (eravamo gli unici turisti) ci siamo trasferiti ad Amasra dove ci siamo goduti l’alba dall’alto del piccolo promontorio che da sul paese.

Su consiglio di una coppia di italiani conosciuti ad Amasya abbiamo cercato la pensione Kusna Pension, un posto carino e pulito: ideale dopo il Konfor Palace Hotel. Giornata fiacca: fra pisolini, spiaggia e baretti. La sera ci siamo attivati per goderci una bella cena di pesce al Mustafa Amca’nin Yeri, dove per la verità non siamo rimasti così soddisfatti: aringhe al forno e calamari non ci hanno saziati.

12° Giorno: Amasra Abbiamo pagato la stanza anche per oggi, nonostante questa sera si parta, visti i diffusi problemi intestinali. Giornata in spiaggia, fra pide, birre e il tentativo fallito di beccare qualche ragazza (le ragazze turche non sono diffidenti, lo sono però cugini, fratelli, zii e amici maschi: che nel bel mezzo della conversazione spuntano dal nulla).

La sera triglie rosse (ottime) e calamari al Cesm I Cihan Restaurant, che nonostante l’aspetto dia squallida locanda ci ha molto soddisfatti dal punto di vista culinario. Ore 22.30 partenza per Istanbul (il biglietto è costato 35 YTL).

13° Giorno: Istanbul Arrivati all’Otogar di Harem (Istanbul orientale) verso le 5.30 abbiamo aspettato il traghetto per Sultanahmet fino alle 8.00 (abbiamo si evitato la grossa Otogar, ma il tempo guadagnato lo abbiamo perso nell’attesa del traghetto). Avevamo prenotato una tripla all’hotel Almina, dove Paolo e Mishanu erano già stati all’arrivo dall’Italia, da Amasra. Il pomeriggio lo abbiamo passato in zona Eminou e ponte di Galata. La sera abbiamo cenato sulla terrazza al quarto piano del famoso Doy Doy Restaurant, quindi backgammon e narghilè al terzo.

Fine della serata sulla terrazza dell’hotel Almina parlando delle future vacanze.

14° Giorno: Istanbul – Praga – Milano Sveglia alle 10.00; ho preso il tram da Sultanahmet per Zeytinburnu e qui la metropolitana fino a Havaalani, l’aeroporto Ataturk.

Sono arrivato a Milano verso le 22.30.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche