Missione in Guatemala
Siamo partiti il 18 luglio da Linate con un volo della Iberia per Madrid e, dopo aver fatto una lunga corsa per non perdere la coincidenza (l’aeroporto di Madrid è davvero immenso!), abbiamo affrontato la trasvolata oceanica per giungere a Guatemala city (detta Gaute dagli abitanti) dopo circa 9ore e mezza. All’aeroporto ci aspettava il vescovo e con un pulmino mezzo rotto abbiamo attraversato tutto il Guatemala (circa 5 ore) per spostarci sulla costa atlantica e precisamente a Puerto Barrios che è stato il nostro punto di riferimento per tutte e tre le settimane. Puerto è una città portuale affacciata sul mar dei Caraibi, ma non fatevi illusioni: niente spiagge bianche e mare cristallino, solo tantissime navi merci che salpano dal porto cariche di banane per gli Stati Uniti. Durante la prima settimana di permanenza abbiamo visitato alcuni posti turistici del Guatemala: prima di tutti TIKAL che è un bellissimo sito archeologico Maya completamente immerso nella giungla; è questa infatti la caratteristica che lo differenzia dai siti messicani: qui per andare da un tempio all’altra si attraversa la giungla e può capitare, come è successo a noi, di vedere le scimmie urlatrici e altri animali (si dice che ci sia anche il giaguaro!). Inoltre il panorama dall’alto delle piramidi è fantastico: una natura incontaminata e sconfinata. Di Tikal bisogna assolutamente vedere il “Mondo perduto” e la “Gran Plaza” dove c’è il tempio Maya simbolo del Guatemala (è rappresentato perfino sulle targhe delle auto). Il giorno dopo siamo andati a vedere un altro sito archeologico Maya, a QUIRIGUA, dove sono presenti delle antichi stele alte anche 8 metri. Anche questo sito è molto bello anche se mi ha colpito il fatto che quel giorno non c’era nessuno a visitarlo… Un altro posto da vedere è il lago Izabal con le sue spiagge molto belle e pulite come la Playa Dorada oppure si può andare a fare il bagno nell’oceano alla spiaggia Punta de Palma.
Un’ altra attrazione turistica è il villaggio di Livingstone che si può raggiungere solo in barca. Appena scesi sembra subito di essere in Giamaica: moltissimi neri rasta, case coloniali coloratissime, tantissimi suonatori di borghi e tamburi… A Livingstone vive una delle due comunità di garifuna che esistono in Guatemala; i garifuna sono i discendenti degli schiavi africani che sono stati porta in America e qui si cercano di far conoscere e apprezzare la loro cultura. La sera Livingstone si anima di gente e l’atmosfera diventa molto coinvolgente.
Un altro luogo da visitare in barca è il Rio Dulce, un fiume che attraversa una parte del Guatemala sulle cui rive vi sono moltissimi villaggi del popolo quetchi, ovvero i discendenti dei Maya. Il Rio Dulce è fantastico, la sua natura è ancora incontaminata e si possono avvistare numerose specie di uccelli e anche un particolare tipo di leone marino che è in via d’estinzione.
Da visitare anche ANTIGUA, l’antica capitale del Guatemala, una cittadina coloniale, molto colorata con una splendida cattedrale.
Le restanti due settimane le abbiamo spese viaggiando con le jeep tra i villaggi sperduti nelle montagne a portare degli aiuti o con la barca sulle rive del Rio Dulce fino al confine con il Belize. In queste due settimane ho capito il vero spirito dei guatemaltechi: gente disponibile, accogliente, generosa, che dà tutto quello che possiede per farti sentire uno di loro.
Il Guatemala mi è davvero rimasto nel cuore e spero un giorno di ritornarci.
Ah dimenticavo…Il clima torrido è stato un altro dei nostri compagni di viaggio: il clima in Guatemala varia molto in base a dove ci si trova: a Puerto Barrios il clima è tropicale, ci sono 30 gradi fissi dalle 7 di mattina alle 11 di sera con un’umidità che si aggira all’80%; ad Antigua invece o a Guatemala city il clima è molto più sopportabile e la sera fa addirittura freghino (ricordiamo che là in questo periodo è inverno, è la stagione delle piogge.