1000 Km di Andalusia
Muniti di Lonely Planet abbiamo deciso di effettuare un giro in tondo della regione, partendo da Siviglia per toccare Cordoba, Granada, Malaga, Gibilterra, Tarifa e Jerez de la Frontera prima di ritornare a Siviglia e da lì a casa attraverso Valencia.
Tutti gli hotel li abbiamo prenotati dall’Italia così come la macchina da ritirare all’aeroporto di Siviglia.
6 AGOSTO Sveglia di buon mattino e partenza da Roma Ciampino con volo RyanAir alle 7.05: destinazione Valencia. Da lì con volo Vueling partenza per Siviglia e arrivo nella capitale Andalusa alle 12,30, in leggero ritardo.
Ci rechiamo allo sportello CrownHire per ritirare la macchina prenotata e troviamo la prima piacevole sorpresa. La nostra piccola Ford Ka diventa una molto più spaziosa Peugeot 206, allo stesso prezzo, a causa dell’indisponibilità della vettura prenotata. Ottimo! Arriviamo in città verso le 14.30 e la prima impressione è desolante. Fa molto caldo e la strada dove parcheggiamo è deserta. Sospettiamo che l’intera città sia partita per le ferie. Il portiere dell’albergo ci spiega invece che a quell’ora i sivigliani si concedono la “siesta” nell’attesa che passi la calura. Ci adeguiamo immediatamente anche noi…L’hotel ha l’aria condizionata! Non dobbiamo neanche preoccuparci del parcheggio, visto che è domenica.
Usciamo verso le 19 per un primo giretto per le vie del centro, calle Sierpes e calle Tetuan. Purtroppo è domenica e molti negozi sono chiusi, però si vede che le strade cominciano a riempirsi. Ogni tanto sosta in un bar per assaggiare le famose tapas e sorseggiare una “cerveza”, la birra. La cattedrale essendo domenica è chiusa ai turisti per la celebrazione della messa. Il giorno dopo l’apertura è fissata alle 11.
Verso le 21 entriamo all’Alcazar, il palazzo reale che si trova proprio di fronte alla cattedrale, per una visita notturna. L’audioguida ci racconta la storia mentre noi rimaniamo a bocca aperta di fronte ai fregi ed agli interni dei palazzi arabi, ma soprattutto di fronte ai giardini: di notte sono un vero spettacolo. Ecco perché i sovrani di Spagna hanno scelto proprio l’Alcazar come loro residenza a Siviglia! All’uscita passeggiamo per il centro di Siviglia cercando un tablao, un locale dove si esibiscono ballerini di flamenco, ma i prezzi si rivelano proibitivi: fino a 40€ e bisognava prenotare. Decidiamo allora di rimanere in giro fino a tardi, e tra una tapas e una cerveza la serata trascorre rapidamente.
7 AGOSTO Dopo aver parcheggiato in un parcheggio sotterraneo convenzionato con l’hotel la 206, alle 11 siamo davanti alla cattedrale, fila per il biglietto, la solita audioguida ed entriamo. Dopo essere stati a San Pietro e St.Paul non potevamo farci sfuggire la terza cattedrale più grande al mondo. Delle tre è l’unica in stile gotico, il preferito di Fre. Di tutto ci colpisce maggiormente il monumento funebre di Cristoforo Colombo, le cui reliquie sono conservate proprio a Siviglia. Dopo un po’ di insistenza con Saretta la convinco a salire sulla Giralda, il campanile costruito sui resti del vecchio minareto e simbolo della città. L’ascesa è più semplice di quelle di San Pietro e di St Paul, dal momento che non ci sono gradini. La salita avviene superando 35 tratti in salita disposti internamente tutt’intorno al campanile e che nell’antichità venivano percorsi anche a cavallo. La vista dall’alto è, inutile a dirsi, molto bella. Uscendo dalla cattedrale attraversiamo l’onnipresente “patio de los naranjos”, il giardino degli aranci, una vera costante in Andalusia.
Il resto della mattinata è dedicata allo shopping per calle Sierpes, oggi molto affollato, alla ricerca di souvenir per amici e parenti. In particolare gli abanicos, i ventagli, sono molto belli. Un rapido pranzo e poi in hotel a fare la siesta come dei veri andalusi.
Si esce di nuovo in serata con destinazione plaza de toros. Siamo entrambi contrari alla corrida come spettacolo, ma a me piacerebbe assistervi per formulare un giudizio più completo. Purtroppo su questo Saretta non si lascia convincere e devo desistere. La plaza de toros è comunque molto caratteristica, anche se arriviamo troppo tardi per la visita guidata all’interno (fino alle 20).
La lonely planet ci indica nei paraggi il miglior posto dove gustare il famoso jamon jabugo de bellota, il prosciutto crudo ottenuto da maiali allevati allo stato selvatico solo con ghiande, il ristorante 5jotas, e non ci lasciamo scappare l’occasione. I prezzi sono molto elevati ma ci concediamo una media racion di jamon e un paio di tapas di cana de lomo (salsiccia). Fantastici. Nel resto della vacanza dei salumi così buoni non li abbiamo più mangiati.
Usciamo però ancora affamati ed allora il nostro giro dei bar di tapas continua. Arriviamo fino ad un locale ricavato da un’ex carboneria dove è in corso un’esibizione di cantanti di flamenco. Lo stile appare amatoriale ma la gente partecipa con entusiasmo e ci aggreghiamo volentieri. Si tira fino a tardi visto che è la nostra ultima serata a Siviglia. Domani si parte per Cordoba.
8 AGOSTO Partenza al mattino senza troppa fretta ed arrivo a Cordoba verso mezzogiorno dopo un viaggio di poco più di un’ora. Tutta “autovia”, autostrada che in Spagna non si paga. Sistemazione all’hotel Riviera, vicino a plaza de las tendillas, al centro della città. Lì vicino il portiere mi indica una zona dove si può parcheggiare a 0,90€ al giorno.
Sistemata la macchina ci concediamo un primo giretto per il centro della città, plaza de las tendillas e le stradine che portano fino alla mezquita, la moschea ed al quartiere arabo. Visitiamo la sinagoga ebraica, mangiamo qualcosina e poi torniamo in albergo per la siesta. Anche a Cordoba fa molto caldo.
A sera usciamo con l’intenzione di prenotare i bagni arabi. La guida suggerisce i bagni Amman e noi seguiamo il suo consiglio. Prenotiamo bagno ed idroterapia per il giorno successivo e poi cerchiamo un ristorante dove mangiare qualcosa. Sulla stessa strada dei bagni, allontanandosi dalla Mezquita, sulla destra troviamo “el Patio”, un ristorante gestito da uno spagnolo molto simpatico. Ci racconta di essere stato a Milano, mette alla prova il nostro spagnolo e ci offre tapas che a noi sembrano poco appetitose solo per farci scoprire quanto invece siano buone. Un’ottima scelta.
Per la serata abbiamo in programma uno spettacolo di flamenco nell’Alcazar. Il 2006 è stato nominato anno del flamenco a Cordoba e tutte le sere ci sono esibizioni. Alle 21 però il portone del palazzo reale è chiuso e non c’è nessuno nei paraggi. Aspettiamo un po’ poi ci arrendiamo. Ripieghiamo su un giretto nelle viuzze del quartiere arabo e poi a plaza de las tendillas dove c’è più movimento.
9 AGOSTO E’ il giorno della visita alla Mezquita. La lonely planet ci informa che l’ingresso è gratuito dalle 9 alle 10 per la celebrazione della messa.All’interno della vecchia moschea araba è stata infatti costruita una chiesa cattolica.
Arriviamo verso le 9,30 ed entriamo senza prendere l’audioguida, per mimetizzarci tra i fedeli. Per arrivare all’ingresso principale attraversiamo il patio de lo naranjos e, una volta messo piede all’interno, restiamo letteralmente senza fiato, travolti dalla bellezza di un edificio che sembra uscito dai racconti di “Le mille e una notte”. Lunghissime file di archi bianchi e rossi, scritte del corano intarsiate su fregi di fattura mirabile, fusione dello stile arabo con quello cattolico rinascimentale, realmente proviamo qualche attimo di smarrimento. Quando ritorniamo in noi ci accorgiamo che in realtà l’ingresso non è vietato ai turisti durante la celebrazione della messa e che invece in molti hanno l’audioguida. Allora usciamo a prenderla anche noi e ritorniamo dentro. La visita dura un paio d’ore ma ne vale assolutamente la pena. All’uscita ci accorgiamo che l’ingresso principale dal quale siamo entrati noi è ora chiuso ed i turisti sono tutti in fila davanti ad una porticina secondaria. Mitica lonely planet.
Nei pressi della Mezquita c’è l’Alcazar di Cordoba, quindi spendiamo il resto della mattinata nella visita dei suoi interni e, soprattutto, dei suoi giardini. Chiediamo anche informazioni sugli spettacoli di flamenco. Ci confermano che sono in programma tutte le sere, ma più tardi di quanto sapevamo, alle 22,30.
E’ ormai l’ora di pranzo e della irrinunciabile siesta, oggi un po’ più breve perché alle 16 abbiamo l’ingresso ai bagni arabi. Arriviamo puntuali e non rimaniamo delusi. Lo stile è esattamente quello della Mezquita, con diverse sale immerse nella penombra dove immergersi in vasche a differenti temperature, sempre sormontate da archi bianchi e rossi. Il massaggio con oli aromatici è la ciliegina sulla torta su due ore estremamente piacevoli.
Usciti dai bagni ci sembra giusto tornare nello stesso ristorante della sera prima. La scelta è azzeccata, ci accolgono la stessa cordialità e le stesse buonissime tapas. Stasera abbiamo fretta, perché non vogliamo assolutamente perdere lo spettacolo di flamenco in programma all’Alcazar. Ci hanno detto che gli ingressi, essendo gratuiti, si esauriscono in fretta.
All’ingresso troviamo un simpaticissimo signore cordovese, almeno settantenne, che proclama la sua passione per il flamenco e ci esorta a rimanere. Ci assicura che alle 22 apriranno, che lo spettacolo è gratuito e che lui, in questa estate 2006 dedicata al flamenco, di spettacolo non se ne è perso uno. Sono le 21, ma lui aspetta fiducioso.
Noi invece spendiamo l’ora rimanente passeggiando in direzione del secondo ingresso dell’Alcazar. Qui conosciamo un altro cordovese, anche lui appassionato di flamenco, il quale ci spiega che, per essere sicuro di trovare posto, si è appostato dinanzi a questa uscita secondaria lasciando la moglie all’ingresso principale. Quale sia la porta che si aprirà per prima avranno di certo i loro posti in prima fila. Gli diciamo che è il primo spettacolo di flamenco al quale assistiamo e lui ci rassicura: lo spettacolo previsto quella sera è il più classico flamenco andaluso, lontano dalle raffinate evoluzioni alle quali questo spettacolo è stato portato. Ci piacerà senz’altro. Ed è così. Nell’incantevole scenario dei giardini dell’Alcazar siamo rapiti anche noi dai virtuosismi alla chitarra, dalle struggenti melodie, dai costumi e dai maliziosi movimenti dei ballerini, oltre che dagli sguardi estasiati del pubblico, letteralmente in visibilio.
Questa giornata infinita finisce, e a noi domani un po’ dispiace lasciare questa incantevole città.
10 AGOSTO Prima di lasciare Cordoba ci concediamo una visita alla cittadella di Medina Azahara, residenza del califfo. Non ci colpiscono molto le rovine ma, come tutti gli edifici arabi, le meraviglie sono all’interno. La sala del trono e gli appartamenti del califfo rendono meritevole senz’altro la visita.
Quindi partiamo per Granada. Scegliamo di non percorrere l’autovia, più rapida, ma di attraversare i paesi. Ci fermiamo a pranzare in uno dei paesini incontrati ed arriviamo a Granada nel primo pomeriggio. Sistemazione in albergo, parcheggio della 206 in un parcheggio sotterraneo proprio di fronte all’albergo, giro a plaza Nueva tra i negozietti e poi, da bravi andalusi, siesta. Speravamo che a Granada, ai piedi della Sierra Nevada, le temperature fossero più sopportabili ma sbagliavamo. Fa ancora caldissimo.
In serata ci concediamo una piacevole passeggiata tra le viuzze dell’albayzin, il quartiere arabo, con i suoi negozietti e le sue teterie, ma per la cena preferiamo un kebab a plaza Nueva, più ariosa degli strettisimi e fumosi vicoli del quartiere arabo. Una californiana trasferitasi a Granada improvvisa uno spettacolo musicale proprio lì e si fa tardissimo senza neanche accorgersene. 11 AGOSTO Nel pomeriggio ci aspetta l’Alhambra, quindi di mattina visitiamo la Capilla Real, dove sono sepolti i sovrani Ferdinando ed Isabella, e la cattedrale di Siviglia. E’ in fase di restauro e forse questo contribuisce a non renderla particolarmente affascinante. Il resto della mattinata lo trascorriamo in giro per i negozietti di souvenir.
A pranzo mangiamo un panino, quindi decidiamo di concederci una breve siesta in albergo prima di salire in autobus fino all’Alhambra. Il nostro biglietto, comprato via internet prima di partire, è valido dalle 14, mentre l’entrata ai palazzi Nasridi è fissata per le 17,30. Arriviamo all’ingresso verso le 15,30, prendiamo l’audioguida ed iniziamo il giro partendo dal Generalife, i giardini dell’architetto, per entrare poi nella città vera e propria e trovarci alle 17,30 davanti ai palazzi dell’allora dinastia regnante, i Nasridi appunto. Lo stile almoade arabo ci lascia ancora una volta a bocca aperta. Palazzi all’apparenza irrilevanti nascondono all’interno tesori artistici inimmaginabili, tra i quali passeggiamo rapiti ascoltando i racconti dell’audioguida. Usciamo molto più che soddisfatti e decidiamo di bissare la cena araba del giorno prima. Solo che oggi è molto più tardi e trovare un tavolo libero a plaza Nueva non è facile. Alla fine ceniamo a base di kebab da Al-Andalus, indicato anche dalla lonely planet, ma il ristorante arabo al suo fianco, quello di ieri, ci aveva convinto di più.
12 AGOSTO Al mattino partiamo per Malaga. E’ sabato ed inizia il ponte di ferragosto e ciò, unito al fatto che a Malaga c’è il mare, fa sì che ci sia molto traffico sull’autovia. Arriviamo in città verso le 13 ed il primo termometro che incontriamo sulla strada segna 44 gradi! Neanche sulla costa troviamo refrigerio.
Il nostro albergo, trovato con molta fatica, è in realtà una residenza universitaria abbastanza lontana dal centro, circa 3 chilometri. Ci sistemiamo ed usciamo, per la prima volta usando la macchina essendo così distanti, per andare a mangiare qualcosa prima di andare a visitare, secondo quanto avevamo stabilito, il castello del Gibralfaro.
Al centro qualcosa ci sembra strano. L’accesso alle macchine è bloccato, tutti i parcheggi sotterranei sono pieni, troviamo posto solo ad un chilometro da plaza Uncibay, vediamo passare uomini vestiti da torero a cavallo e la guardia civil controlla tutti gli accessi.
Nei pressi della piazza capiamo tutto: oggi inizia la famosa feria de Malaga, la festa più importante della città. Ecco spiegate le difficoltà per trovare un albergo ed il traffico…Altro che città di mare! La feria, letteralmente, ci travolge. Abbandoniamo tutti i nostri piani e ci uniamo al fiume di gente in giro per la città: uomini, donne e bambini vestiti con costumi tipici, vestiti sgargianti, fiori nei capelli, balli dappertutto, negozi chiusi perché i proprietari sono in giro, locali aperti per ballare come se fossero le 2 di notte, tutti con il proprio bicchierino appeso al collo per brindare con tutti.
Vicino plaza Uncibay troviamo un ristorantino bellissimo dove vorremmo mangiare qualcosa ma è troppo pieno ed è tardi, abbiamo fame e non ce la facciamo ad aspettare. Ripieghiamo su un ristorante molto più turistico e poi torniamo ad unirci alla folla.
Saretta compra un fiore da mettere nei capelli, tira fuori il suo ventaglio sivigliano e sembra una perfetta spagnola, io non so più chi fotografare prima. E la cosa più incredibile è che siamo ancora nel primo pomeriggio e la temperatura è infernale.
Alle 19 siamo esausti, quindi decidiamo di tornare in albergo, infilarci il costume e concederci un bagno ristoratore. Alle 20 siamo sul lungomare a fare il bagno, sfruttando l’infinito giorno spagnolo (non fa buio prima delle 21,30 ad Agosto).
Per cena riproviamo nel ristorante strapieno a pranzo. E’ ancora pienissimo ma c’è un ultimo tavolino libero proprio di fronte al banco dove escono i piatti provenienti dalla cucina. Lo occupiamo e sfruttiamo il punto di osservazione privilegiato per chiedere i nomi dei vari piatti. Ordiniamo le cose che sembrano più appetitose e che non avremmo mai riconosciuto sul menù. I camerieri sono simpaticissimi e ci aiutano…Nonostante l’incredibile confusione regnante nel locale.
Dopo cena siamo indecisi se trasferirci nella zona del luna park, dove la feria vive durante la notte, o rimanere in giro al centro e non fare troppo tardi. Alla fine optiamo per questa seconda ipotesi, visto che domani si riparte già alla volta di Gibilterra.
Quasi ci dispiace aver pianificato una sola notte a Malaga. Credevamo fosse una città un po’ anonima invece ci ha sorpreso più di tutte. Siamo di certo stati fortunati nel capitare proprio il primo giorno della feria, ma non avremmo mai immaginato niente di simile.
13 AGOSTO Si preannuncia una giornata intensa: prima Gibilterra con la visita alla rocca e poi arrivo a Tarifa, sulla Costa de la Luz, in serata per trascorrere due giorni in tutto relax. Partenza di buon’ora e arrivo a Gibilterra verso le 11. Per la prima volta, dopo una settimana, troviamo un’autopista e paghiamo un pedaggio (circa 3€)…Per noi italiani è una notizia! Come da suggerimento della lonely planet parcheggiamo a La Linea, l’ultimo paese spagnolo prima della penisola di Gibilterra ed attraversiamo la frontiera a piedi. E’ domenica e non si paga neanche il parcheggio, sono solo 600 metri da percorrere a piedi fino alla dogana e si evita la fila di macchine. C’è da dire tuttavia che i controlli anche sulle auto sono stati molto veloci.
A Gibilterra attraversiamo tutta la Main Street ed arriviamo alla funicolare che sale sulla rocca verso mezzogiorno. Saliamo sperando di vedere almeno qualche scimmia di barberia ma all’arrivo capiamo subito che i timori erano infondati. Decine di scimmiette si aggirano liberamente per la rocca, senza alcun timore dei turisti. Ad Agosto le femmine partoriscono ed infatti moltissimi sono i cuccioli, sorvegliati strettamente dagli adulti.
Purtroppo c’è molta foschia e non riusciamo a vedere il profilo della costa africana, anche se il paesaggio dall’alto è comunque suggestivo.
Riscendiamo con la funicolare e, dopo una breve sosta anche nella stazione intermedia della funicolare, torniamo sulla Main Street dove ci concediamo un fish&chips in un pub inglese ed un po’ di shopping prima di attraversare nuovamente la frontiera e partire alla volta di Tarifa.
Qui arriviamo prima del previsto, verso le 17. Ci sistemiamo subito nello stupendo hotel Banti, sulla N340, e visto che la giornata è ancora lunga, decidiamo di fare subito conoscenza con l’oceano Atlantico. La spiaggia di Tarifa è splendida: bianca, lunghissima e molto larga e con un mare…Freddo freddo freddo. Ci avevano detto che la temperatura dell’oceano è molto più bassa di quella del Mediterraneo, ma mica potevamo arrivare fin qui e rimanere sulla spiaggia? In serata usciamo per cenare a Tarifa. Passiamo davanti al ristorante “La Paella”, proprio sul corso, e vediamo ad un tavolo una paella dall’aspetto molto invitante. Decidiamo di provarla ma il cameriere ci preannuncia un’attesa di almeno un’ora. Rinunciamo con dispiacere e ci addentriamo nella parte vecchia del paese attraverso la puerta de Jerez. Purtroppo ci imbattiamo in un bar, il cafè Central, segnalato anche sulla Lonely Planet, dove ci servono dei bocadillos, panini, orribili. Forse si accorgono che siamo stranieri e ne approfittano, ma fatto sta che il pane era vecchio almeno di due giorni ed il prosciutto immangiabile. Quando ci alziamo sentiamo un gruppo di ragazzi italiani che discute se fermarsi a cenare lì e li sconsigliamo vivamente. Si allontanano ringraziandoci ed almeno un po’ sentiamo di esserci presi una piccola rivincita. Peccato, fino ad allora ci eravamo sempre trovati benissimo dappertutto.
Tornati in hotel scopriamo che quella sera era in corso una festa. Ci uniamo volentieri, prendiamo una birra e conosciamo Adam, crediamo il proprietario, molto simpatico come tutti gli altri ragazzi dell’hotel.
14 AGOSTO Prima giornata di relax dopo 8 giorni fantastici in giro per l’Andalusia. Al mattino senza fretta e dopo un’ottima colazione bagno nelle acque della playa de la chica. Se la sera prima l’acqua era fredda al mattino è davvero gelida. Pranzo sulla spiaggia ed al pomeriggio escursione con la Turmares per l’avvistamento dei cetacei.
Saranno stati le fortissime correnti dello stretto, molto diverse a quelle del Mediterraneo alle quali siamo abituati eccome, sarà stata la barchetta da 150 posti sulla quale siamo saliti, fatto sta che ci prende quasi subito il mal di mare e l’escursione si rivela deludente oltre le più pessimistiche attese.
Contribuisce fortemente a questo giudizio anche il fatto che solo dopo due ore dalla partenza è avvenuto il primo ed unico avvistamento, tra l’altro di un gruppo di 4 delfini che ci ha mostrato solo la pinna dorsale, senza alcun tuffo o salto. Di balene nemmeno l’ombra.
Ci è piaciuta invece, mal di mare a parte, la navigazione nello stretto di Gibilterra. Superare le colonne d’Ercole ed avventurarsi nell’immensità dell’oceano con la terra che piano piano si allontana alle tue spalle dà un senso di avventura che colpisce ancora oggi.
Al ritorno, con lo stomaco in subbuglio, torniamo sulla spiaggia per riprenderci. Intanto Saretta comincia ad insistere per organizzare all’impronta una gita a Tangeri, in Marocco, per il giorno successivo. Col traghetto veloce i 14 Km dello stretto si attraversano in soli 35 minuti, e tutte le agenzie turistiche propongono viaggi di un giorno con escursioni varie e pranzo inclusi a 52€.
Fre non si lascia pregare più di tanto e prima di andare a cena i biglietti per il giorno dopo sono già stati comprati. Per festeggiare si ritorna nel ristorante “La Paella” dove il giorno prima c’era da aspettare troppo, stavolta però prenotando un tavolo. La paella è buona proprio come sembrava ieri, la cena ci dà ampia soddisfazione e si va a nanna col pancione in attesa di sbarcare in Africa.
15 AGOSTO Partenza dal porto di Tarifa alle 11 per arrivare a Tangeri alle 11,30, ore 9,30 locali. In realtà partiamo ed arriviamo con un’ora e mezza di ritardo, ma questo non scoraggia le guide marocchine che ci aspettano all’arrivo le quali, dopo averci diviso in gruppi più o meno omogenei per nazionalità, ci catapultano nalla parte vecchia della città tra souk, kasbah, medina, venditori di qualsiasi cosa ad ogni angolo, bambini, incantatori di serpenti. Bellissimo. Fre contratta ogni cosa con tutti, dalle collane, ai portafogli alle borsette. Saretta lo trascina via prima che venda anche lei per una manciata di cammelli.
Il pranzo nel ristorante marocchino è indimenticabile. Saretta chiede il nome di ogni portata e così scopriamo di aver mangiato ariri, una zuppa di verdure e pollo nella quale Fre inzuppa un’intera pagnotta di pane arabo, degli spiedini di carne che forse è cammello, shine, ossia the alla menta, kous kous e gateau au miel, una specie di bugia al miele. I nostri compagni di viaggio ci guardano inorriditi ma noi apprezziamo molto.
Il pomeriggio lo trascorriamo in giro per i negozi del quartiere vecchio. Altre contrattazioni da parte di Fre ed altri acquisti da parte di Saretta. Bellissimo.
Prima di partire inevitabile escursione sul cammello con foto ricordo. Torniamo a Tarifa tardissimo, alle 20.30, e dobbiamo ancora arrivare a Jerez de la Frontera, dove abbiamo l’albergo prenotato per la notte. Fortunatamente non è molto distante ed alle 22 siamo in albergo. La città sembra deserta, d’altra parte è ferragosto, quindi decidiamo di mangiare un panino velocemente e di andare a letto presto.
16 AGOSTO Da Jerez il programma è quello di tornare a Siviglia dove, alle 16.50, parte l’aereo che ci porterà a Valencia. Decidiamo però di trascorrere la mattinata alla riserva naturale de La Canada de los Pajaros, vicino Siviglia, dove sostano molti volatili durante le migrazioni estive. Ne vale la pena, incontriamo fenicotteri rosa, cicogne, cigni e molte altre specie. Pranziamo in una cerveceria su Avenida Pozo Concejo a Puebla del Rio dove mangiamo dei montaditos buonissimi. Alle 14 siamo in aeroporto, riconsegnamo la 206 compagna per 1003 Km, volo senza problemi ed arrivo a Valencia verso le 18. Il nostro B&B è vicino alla Estacio del Norte, ci siamo già stati 2 anni fa ed abbiamo deciso di tornarci per stanotte. Infatti il volo RyanAir da Valencia per Roma parte solo la mattina, quindi dobbiamo pernottare una notte a Valencia.
Per l’ultima serata spagnola della nostra vacanza ci concediamo ovviamente una paella valenciana al ristorante Generalife, vicino alla cattedrale. Arriviamo ad occupare l’ultimo tavolo giusto prima che si formi una fila notevole. 17 AGOSTO Sveglia all’alba per essere in aeroporto alle 8 e partire alle 9.30 con destinazione Roma Ciampino.
La vacanza è stata bellissima e l’Andalusia è una regione da scoprire assolutamente. L’unico neo è stato il caldo, a volte davvero insostenibile, con le uniche eccezioni di Gibilterra e Tarifa dove la frescura della costa si è fatta sentire di più. Tuttavia adeguandosi alla tradizione locale, la siesta, si può trascorrere anche ad Agosto una vacanza indimenticabile.