Punta Cana e dintorni
Inizi a renderti conto del viaggio e della distanza che percorri semplicemente alzando la tendina del finestrino… Siamo partiti di notte, ma andavamo incontro al giorno, dopo qualche ora c’era un tale sole.., occorre abbassare la tendina per chiudere occhio.
Premetto che i sedili in seconda classe non si abbassano del tutto, mentre quelli in prima diventano un vero e proprio letto… Consiglio a chi può e a chi se lo vuol permettere di pagare il supplemento in prima per un volo che sarà certamente un sonno lungo 10 ore..
Arrivo a Punta Cana verso mezzanotte, 6 ore di fuso orario. L’aeroporto è costituito da strutture con tetti altissimi in legno e paglia… Sembrano delle grandi capanne. Il clima è più che umido… È tropicale. Non troppo caldo, ma a causa dell’umidità la percezione è maggiore.
Ci hanno trasferito al villaggio Veraclub, il Coco Bavaro. Tuttavia, la struttura non è soltanto italiana. In realtà, si tratta di un villaggio internazionale molto grande, l'”Ocean Bavaro”, all’interno del quale, a ns giudizio, le strutture e le attività erano migliori (ben 5 ristoranti stranieri – tra i quali raccomandiamo lo spagnolo – bar, piano bar, piscine, intrattenimenti serali…
Una piccola parte di questo villaggio è gestita, invece, dalla Veraclub, con animazione e ristorante, piscina e spiaggia a parte.
In realtà, l’ospite ha accesso all’intero villaggio, grazie al magico braccialetto che ti mettono al polso appena arrivi. Noi, personalmente, consigliamo di dirigersi spesso e volentieri verso la parte internazionale, e di bazzicare le zone intorno alla pizzeria a taglio (aperta 24h su 24) e al bar vicino alla reception dell’internazionale perchè i cocktails di quei baristi sono decisamente ottimi. L’atmosfera è più piacevole e la gente attorno non è costituita da coppie di connazionali in viaggio di nozze che non hanno mai messo piede prima d’ora fuori dal perimetro di casa loro, tanto per intenderci. Altrimenti rischiate di ritrovare una piccola italietta anche a migliaia di chilometri di distanza.
L’animazione è molto presente, e si fa notare. Ma con un semplice “no, grazie” tiri dritto per la tua strada.
Nelle vicinanze c’è una discoteca, da raggiungere con dieci minuti a piedi lungo la spiaggia scortati dagli animatori. Noi non ci siamo stati.
Il ristorante presso il Veraclub è ben curato, ma questo non significa che sia pulito. Ve ne renderete conto… Ma è comprensibile, è esposto, è all’aperto, e occorre proteggere il proprio piatto da visitatori alati piuttosto grandi simili a merli o gazze ladre. Prestate attenzione nella scelta dei cibi. Evitate maionese, burro, yogurt… La catena del freddo viene interrotta continuamente e irrimediabilmente. La conseguenza: dissenteria. Preferite il piatto di pasta cucinata al momento e al dente dal cuoco italiano, le ottime banane da staccare dal casco, cibi cotti ma non intrugli.. Per il resto adeguatevi, come è giusto che sia quando non si è a casa propria.
Camere grandi e spaziose. Aria condizionata molto alta, ma necessaria per evitare la condensa e le lenzuola umide.
Il ns intento era quello di avere una base sicura, il villaggio, e da lì visitare mediante le escursioni alcuni luoghi già prefissati prima di partire.
Vi proporranno tutta una serie di GITE e gitarelle abbastanza costose. Le più gettonate e alle quali parteciperà quasi l’intero villaggio saranno: l’isola di Saona, il bagno con i delfini e le stelle marine… Si, perchè a quanto pare la gente crede davvero di giocare a palla in acqua con la stella marina di turno… Mah…
Personalmente, l’idea di vivere una sorta di scampagnata di ferragosto tra connazionali all’insegna di mangiata, bevutina, e prese in giro rivolte alla gente del luogo, non ci andava proprio giù.
Abbiamo scelto come prima escursione quella a SANTO DOMINGO CITY. Neanche 200 km dal villaggio, ma a causa delle condizioni delle strade, ci son volute circa 4 ore e mezza per raggiungerla.
Una guida ti segue per tutto il viaggio, e parla dalle 4 alle 5 lingue, switcha il cervello dall’italano, allo spagnolo, all’inglese, al francese, al tedesco, al russo. E non sarà l’unica guida preparata che incontrerete nel corso del viaggio. La visita nella capitale, la prima città del Nuovo Mondo, dove tracce e riferimenti a Cristoforo Colombo sono ovunque, è stata doverosa e interessante attraverso tutta la zona coloniale. Avremmo potuto evitare l’ingresso al museo dell’ambra, e il pranzo al ristorantino italiano della situazione, ma eravamo comunque in gruppo organizzato e ci siamo dovuti adattare… Ed è comunque un modo per scambiare impressioni con alcuni commensali che come noi avevano optato per questa visita.
Per ogni momumento troverete una guida locale che vi spiegherà nella vostra lingua quanto c’è da sapere. Le guide non sono pagate da enti o altro. Quindi chiedono una mancia. Munitevi di spiccioli, possibilmente di biglietti da un dollaro, perchè è corretto ringraziare e ripagare per le informazioni ricevute. E ricordate che noi turisti ci siamo potuti permettere di andare in vacanza fin laggiù, loro invece chiedono un dollaro a ciascuno per vivere ogni mese, e non per mettere da parti i soldi per una vacanza…
La seconda escursione ha previsto una visita dell’ENTROTERRA, per raggiungere piantagioni di canna da zucchero, di caffè, di tabacco e cacao.
Il percorso viene fatto in Jeep. Hanno aderito in molti. E da una parte è negativo, perchè in realtà sono stati attirati dal titolo della gita “JEEP SAFARI”, ma in realtà l’80% dei partecipanti poi si è lamentata di tutto ciò che ha visto nel corso della giornata ed è stato pesante sopportare tanta superficialità messa insieme. Dall’altra, invece, è positivo, perchè da qualche anno si sta tentando di incentivare il turismo verso l’entroterra, dove vivono le famiglie e i bambini che lavorano nelle paintagioni. E l’arrivo guidato, più o meno quotidiano, di camionate di turisti porta loro qualche soldo, anche se da un lato hai la sensazione di non contruibuire concretamente. Ti preparano alla vista di ragazzini le cui testoline sbucano fuori da queste alte piante di canna da zucchero e si riversano scalzi, semi nudi e sporchi in strada elemosinando soldi, cibo.. Ti dicono di portarti dietro pacchi di caramelle, e ti ritrovi lì a lanciare pugni di caramelle dalla jeep in corsa… Ti senti sbagliato, senti che stai sbagliando. Ti senti fortunato. Ti senti a disagip. Ti diaspiace. Ti sembra talmente ingiusto. Poi svolti l’angolo. Resta comunque importante recarsi in quei luoghi e portare nella propria vacanza anche quelle immagini e acquisire effettiva consapevolezza di altre realtà. Poi ognuno maturerà le scelte che riterrà opportune, doverose o inevitabili per la propria vita. Oppure non cambierà di una virgola.
Avremmo voluto partecipare anche all’escursione all’isola di CATALINA, poichè avevamo letto all’interno di alcuni forum degli ottimi commenti sul luogo. Ma per questioni di cattiva organizzazione locale non è stato possibile e ancora oggi ci dispiace. La consigliamo, quindi, a Voi! Preferite Catalina piuttosto che Samana (isola dei famosi), Saona e stelle marine che si spaventano alla vista di una massa di scalmanati che si butta in acqua. La gita prevede anche una risalita del fiume fin nell’entroterra, fino ad Altos de Chavon.
Altri CONSIGLI: Merita una visita la cittadina di HIGUEY. Potreste organizzare l’escursione in un piccolo gruppo e affittare un mezzo. Dista circa 30 km da Punta Cana. Fate una passeggiata al CORTECITO, è il villaggio accanto alla spiaggia del veraclub, lo raggiungete appunto dalla spiaggia e lo riconoscete dalla quantità di dipinti colorati esposti e dalla concentrazione di gente del luogo che tenterà di avvicinarvi in tutti i modi, rivolgendovi la parola in almeno 5 diverse lingue fino ad azzeccare la vostra. Comunque, è proprio al Cortecito che potrete acquistare dei souvenir a buon prezzo, ma solo presso un negozietto che si trova all’inizio di queste “palafitte” in legno ed è distante dalla riva… Se non ricordo male, fuori c’è un insegna con scritto Ocean, e c’è anche una gabbia con dei pappagalli. Sono molto onesti.
I souvenir più “tipici”: dipinti di pittori haitiani, tainos, olio di cocco, rum (Brugal pare sia la marca migliore), sigari.
CONTRATTATE, CONTRATTATE SEMPRE… Ci hanno chiesto 75 dollari per un quadro, l’abbiamo comprato a 25. Sarà estenuante, ma diversamente spendereste davvero troppi soldi in cianfrusaglie. E, infine, vi raccomando l’ARAGOSTA. Rigorosamente sulla spiaggia, ristorante Il Bucanero. E’ proprio in riva al mare, avrà si e no 6 tavoli, illuminati scarsamente. Per 30 dollari mangiate primo, antipasto e 1 KG di aragosta a testa cotta alla brace.. Deliziosa. Prenotate nel primissimo pomeriggio e poi verso le nove, vi accomodate, piedi sotto la sabbia e buon appetito.
Si trova esattamente tra la spiaggia dell’internazionale e la spiaggia italiana, comunque all’interno del ns villaggio.
Spero che la descrizione per grandi linee del ns viaggio possa essere utile per invogliare chi di Voi è ancora indeciso o per confermare la scelta di chi ha già pagato la propria quota.
Non fatevi attrarre dagli specchietti per le allodole, quando siete lì pensate alla distanza che vi separa da casa Vostra e tentate di scoprire quanto più possibile di quel luogo che non conoscete.
Non vi aspettate nient’altro che musica, ad ogni angolo delle strade, colori accesi, una natura meravigliosa, palme che toccano il cielo, disposizione differente delle costellazioni, gente che vive di poco o di niente, ma con il sorriso stampato sulla bocca. Viaggiate nel posto in cui andate. E questo vale per tutti i luoghi del mondo.
World Traveller