La brigada seraphin sanchez a sancti spiritus

ESPLORANDO CUBA CON UN CAMPO DI VOLONTARIATO AMBIENTALE resoconto di Silvia Agabiti-Rosei Dal 5 al 26 giugno 2006, Legambiente Marche e l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba organizzano un campo di lavoro volontario nell’Isola caraibica, con lo scopo di collaborare allo sviluppo gestionale del Parco Nazionale di Caguanes, nella Provincia di...
Scritto da: procaguanes
la brigada seraphin sanchez a sancti spiritus
Partenza il: 05/06/2006
Ritorno il: 26/06/2006
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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ESPLORANDO CUBA CON UN CAMPO DI VOLONTARIATO AMBIENTALE resoconto di Silvia Agabiti-Rosei Dal 5 al 26 giugno 2006, Legambiente Marche e l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba organizzano un campo di lavoro volontario nell’Isola caraibica, con lo scopo di collaborare allo sviluppo gestionale del Parco Nazionale di Caguanes, nella Provincia di Sancti Spiritus, bagnata a Nord dall’Oceano Atlantico e a Sud dal Mar dei Caraibi, caratterizzata dalla presenza, oltre che dell’area protetta, di due estesi centri abitati: il capoluogo Sancti Spiritus e Trinidad.

Il Parco di Caguanes è stato istituito nel 2001, esteso 20.490 ha, di cui terrestri 8.590 e 11.900 marini, è riconosciuto dall’UNESCO per la sua importanza come Riserva della Biosfera e sito Ramsar.

Partecipiamo a questa avventura in dodici, armati di voglia di aiutare il popolo cubano nel suo percorso di sviluppo ambientale e di vivere un’esperienza coinvolgente dai punti di vista umano e sociale.

E’ allegra la mattina del 5 giugno, si respira l’aria carica dell’eccitazione di chi si prepara a un viaggio, un viaggio che sarà del corpo e dell’anima e che ne accompagnerà i protagonisti con i suoi ricordi per sempre.

Dopo l’appuntamento all’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino, partiamo alle ore 18.45, alla volta dell’isola più grande e famosa dei Caraibi, trascorrendo dodici ore di volo per lo più sopra il blu dell’Oceano Atlantico, tra un sogno a occhi chiusi e un altro a occhi aperti. La nostra Brigata, chiamata“Séraphin Sanchez”, giunge finalmente a L’Avana, all’aeroporto “Josè Martì”, nome del grande poeta nazionale. Sono le ore 19.00 locali (mezzanotte in Italia) e ci accolgono, nel caldo umido che ci investe e al quale dobbiamo abituarci, coloro con cui lavoreremo a stretto contatto all’interno del Parco Nazionale di Caguanes, per due settimane.

Terminato il discorso di benvenuto all’Hotel Vedado e dopo un doveroso riposo notturno, partiamo l’indomani per la nostra destinazione: il villaggio di Mayajigua, dove alloggeremo in un bel residence caratterizzato dalla presenza di un lago allietato dal rosa di cinque fenicotteri! Hanno inizio le due settimane in cui lavoreremo come volontari all’interno dell’area protetta, collaborando al percorso di sviluppo gestionale del Parco, con la messa a punto di opere di pubblica utilità.

Istituito nel 2001, il Parco Nazionale di Caguanes offre allo sguardo dello spettatore una natura ancora incontaminata, rifugio per le numerose specie animali e vegetali che ne costituiscono la ricca biodiversità, come il tocororo (uccello nazionale di Cuba) o il murcièlago pescador, il maggiore pipistrello dell’isola, che popola le numerose grotte freatiche.

E’la stagione delle piogge, della lluvia, e il paesaggio ne risente, accogliendoci con alcuni giorni di pioggia torrenziale e continua che rende il percorso fino al Parco piuttosto accidentato, effettuato sui pick-up dei governativi, tra scossoni e brividi d’avventura, ma ben superato grazie alla competenza degli autisti! Durante le prime due settimane, il nostro lavoro si alterna tra le grotte in cui dobbiamo costruire una passerella per i visitatori e la sede amministrativa e museale di Yaguajay, dove ci occupiamo della messa a punto della sentieristica. Imparare, per quanto possibile, a lavorare il legno per la segnaletica, disegnarlo, intagliarlo e dipingerlo; apprendere lo spirito di adattamento a un clima difficile, alla mancanza di comodità, all’incredibile abbondanza di zanzare… Ma soprattutto cooperare con i nostri amici cubani, con la loro disponibilità, la loro umanità e il loro calore… Tutto questo è il bagaglio di tesori che abbiamo riportato con noi, dentro di noi, in Italia.

Ma le sorprese nella provincia di Sancti Spiritus non finiscono. Le esplorazioni dei vari ambienti del Parco, gli incontri con la Casa della Cultura di Mayajigua e l’ospedale di Yaguajay, la visita al Museo dedicato all’eroe nazionale Camilo Cienfuegos, le lezioni di spagnolo e di balli caraibici ci trasmettono l’orgoglio di questo popolo, il suo attaccamento alla propria storia e il desiderio di valorizzarla e di comunicarla alla nostra Brigata, la voglia di crescere e di andare avanti, di progredire e di fare in modo che questo progresso arrivi a tutti.

Inizia la terza settimana di permanenza nell’Isola e ci trasferiamo nel capoluogo, Sancti Spiritus, dove l’accoglienza è altrettanto calorosa. Oltre a vedere la città, svolgiamo attività con i ricercatori dell’Orto Botanico, visitiamo il museo dedicato all’eroe nazionale Séraphin Sanchez, dal quale ha preso il nome la nostra Brigata, nonché un’Azienda Agricola biologica. In un pomeriggio indimenticabile, assistiamo alla proiezione del documentario “La verdad de frente al mundo”, di Roberto Di Fede, dedicato ai cinque eroi nazionali condannati all’ergastolo e all’isolamento dal Governo degli USA. Un altro tassello di Cuba che entra a far parte di noi per completare il mosaico della società dell’Isola e farci sentire vicini al suo popolo.

Due sono le esperienze importanti fuori da Sancti Spiritus. La prima è la visita a Santa Clara, al Mausoleo del Che: toccante, è come tenere in mano una pagina di storia… L’altra è il giro turistico di Trinidad, dove non si può restare indifferenti alla bellezza della città, non a caso dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, né allo spettacolo delle acque cristalline del Mar dei Caraibi sui cui essa si affaccia.

Il viaggio sta terminando, le nostre belle emozioni legate all’esperienza nell’Isola si confondono con la malinconia di sapere che presto non apparterranno più al presente, al presente temporale, perché in realtà la sua influenza su di noi continuerà.

Gli ultimi due giorni a L’Avana, vissuti con le vesti dei tradizionali turisti, rappresentano per noi un modo di mettere a confronto la realtà della Provincia con quella della Capitale, certamente più appariscente e controversa.

E’ il 26 giugno, è giunto il momento di tornare indietro, di compiere a ritroso il cammino, partendo dall’aeroporto Josè Martì, attraversando di nuovo l’Oceano Atlantico e atterrando in Italia, con un fuso orario differente e con i bagagli pieni: di abiti molto usati, di libri, di cd, di souvenirs, di storie da raccontare… E come colonna sonora le percussioni della “conga” che abbiamo ballato per le strade del villaggio, insieme al pueblo, in mezzo a tanta umanità.



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