Sulla via di casa: Uluru & Sydney

Viaggio a Uluru e Kings Canyon (dal 02-05-2006 al 10-05-2006) Protagonisti: io (Manuela) e mio marito (Clint) Email: gli_orsi@libero.it Il titolo di questo racconto di viaggio, “Sulla via di casa… Uluru & Sydney”, non è stato scelto a caso: è proprio quello che abbiamo fatto. Io e mio marito (australiano) ci trasferiamo a Sydney –...
Scritto da: pankarita
sulla via di casa: uluru & sydney
Partenza il: 02/05/2006
Ritorno il: 10/05/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Viaggio a Uluru e Kings Canyon (dal 02-05-2006 al 10-05-2006) Protagonisti: io (Manuela) e mio marito (Clint) Email: gli_orsi@libero.It Il titolo di questo racconto di viaggio, “Sulla via di casa… Uluru & Sydney”, non è stato scelto a caso: è proprio quello che abbiamo fatto. Io e mio marito (australiano) ci trasferiamo a Sydney – Australia, per lavoro! Il trasloco è sfiancante, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Quindi decidiamo di fare una breve vacanza, prima di cominciare la nostra nuova vita. Avevamo pensato di andare al mare, sulla barriera corallina o alle Fiji, ma poi ci dicono che la stagione non è la migliore e in più alle Fiji ci saranno le elezioni… quindi meglio evitare. E allora?? Allora decidiamo di fermarci a Singapore (per chi fosse interessato, vedere il racconto di viaggio “Singapore Stopover” nella sezione Singapore di questo sito) per 3 giorni e poi, dopo una giornata a Sydney per lasciare qualche valigia ad alcuni amici, di ripartire per il Red Centre: Uluru… il simbolo dell’Australia. Quale posto migliore da cui cominciare la nostra avventura?? E dopo esserci stati, possiamo anche dire di avere scelto il periodo migliore per visitare questa parte del deserto australiano. Il clima era perfetto: abbiamo avuto il sole tutti i giorni, cielo limpido con poche nuvole e temperatura mite (intorno ai 22°C di giorno, che però scendeva sugli 8°C di notte). Tempo perfetto per camminare e visitare posti che in estate sono quasi impraticabili, visto il caldo insopportabile. E in più, maggio è considerato ancora bassa stagione, quindi si riesce a risparmiare un po’, il che non guasta mai. In effetti, visitare Uluru e Kings Canyon è piuttosto caro. Il motivo è semplice: tutti gli alberghi e i ristoranti di Ayers Rock e di Kings Canyon appartengono alla stessa società (Voyages: www.Voyages.Com.Au)… quindi non c’è concorrenza e possono permettersi di tenere i prezzi alti. Per fortuna che almeno i servizi sono di buona qualità. Per informazioni sugli alberghi di Ayers Rock: http://www.Ayersrockresort.Com.Au/ e sugli alberghi di Kings Canyon: Ad Uluru abbiamo scelto di dormire al Lost Camel Hotel (250AU$ a notte). L’albergo (3 stelle) è carino, le camere standard sono un po’ piccole, ma luminose e il design è moderno. E soprattutto è molto pulito, c’è una bella piscina all’aperto ed è dietro lo shopping centre del complesso dove ci sono negozi, ristoranti, take away e il supermercato. Noi siamo stati fortunati… probabilmente perché siamo stati molti giorni (5 notti in totale a Uluru), ci hanno fatto un upgrade gratuito per la suite! Stanza numero 234… secondo piano all’angolo e molto più grande delle stanze standard: avevamo una piccola zona giorno col televisore (le stanze standard non ce l’hanno), un bel letto grande e un bagno grande.

A Kings Canyon, dove c’è solo il Kings Canyon Resort, abbiamo invece optato per una stanza standard (3 stelle, 238AU$). Il resort e le stanze non sono niente di che (soprattutto visto il prezzo)… stile motel nel mezzo del nulla, ma per una notte è più che decente.

Per quanto riguarda i voli Sydney – Ayers Rock – Sydney, li abbiamo comprati direttamente sul sito della Qantas (www.Qantas.Com.Au) perché, per arrivare in Australia avevamo scelto Singapore Airlines e avevamo un biglietto di sola andata. Per chi vola Qantas dall’Europa con un biglietto di andata e ritorno però forse è più conveniente prendere i voli interni insieme a quello intercontinentale perché la compagnia aerea ha delle buone offerte. Ma veniamo al racconto vero e proprio.

02/05 – Partiamo dall’aeroporto di Singapore alle 20:30. Prima dell’imbarco ci siamo rilassati nella lounge della Singapore Airlines ), visto che voliamo Business Class. Questa è molto più bella e meglio organizzata di quella della Lufthansa a Francoforte… Qui ci sono anche molte più cose da mangiare (tramezzini con salmone affumicato, tonno – ottimi, uova, formaggio; piatti di carne e pesce, sia asiatici che europei; formaggi; salumi; insalate; zuppe…) e da bere (anche liquori).

Stavolta abbiamo i posti 19H e 19K, sempre al piano superiore del 747 megatop, ma non più in prima fila… e, strano ma vero, questi posti sono ancora più comodi perché lo space bed (la poltrona che diventa un letto!) si “incastra” con quello davanti e rimane in una posizione più orizzontale di quello della prima fila! Ah! Prima dell’imbarco ci hanno consegnato una scheda per collegarci ad internet dall’aereo con il nostro portatile wireless… 30 minuti gratis! Niente male! Come al solito, appena saliti a bordo, le hostess ci prendono le giacche e i bagagli a mano e poi, appena ci siamo sistemati ai nostri posti, vengono a portarci la coperta e il cuscino in raso rosa e lo champagne. Poi ci portano i menu per la cena e la colazione, le calze, la mascherina e la tovaglietta bollente per pulirsi le mani. E ancora, subito dopo il decollo, l’aperitivo. Io prendo il famoso Singapore Sling (dry gin, DOM Benedicine, cointreau, cherry brandy, angostura, grenadine, lime e succo d’ananas) e Clint un whisky. Si sta veramente comodi su queste poltrone! Cominciamo anche a guardare i film e io questa volta mi faccio prendere dalla nostalgia (cominciamo bene) e mi guardo un film italiano tra i tantissimi tra cui scegliere: “Manuale d’amore” (spero di ricordare bene il titolo… comunque è quello con Verdone, la Littizzetto e Muccino). Clint invece guarda Syriana con Gorge Clooney. Nel frattempo ci portano la cena. Si inizia con l’antipasto: insalata e salmone affumicato con pane e burro. Come portata principale io prendo il pollo tailandese (red curry) con riso e verdure… proprio come sul volo tra Francoforte e Singapore. Buono, ma quello dell’altro volo era meglio! E Clint prende dell’agnello al forno con puré di patate e verdure. E per finire un buon gelato alla ciliegia. Ovviamente il tutto accompagnato da ottimi vini (bianchi, rossi, porto). Stavolta non prendiamo né formaggio, né frutta, né caffé… dopo tutto quello che abbiamo mangiato nella lounge siamo veramente pieni! Prima di fare un riposino decidiamo di usare la connessione ad internet gratuita. Quindi accendiamo il portatile, seguiamo le istruzioni della carta che ci hanno dato e in 2 minuti siamo in rete! Incredibile… collegati ad internet da un aereo! E così controlliamo la posta e mandiamo un’email ai nostri rispettivi genitori da qualche parte in volo tra la Papua Nuova Guinea e l’Australia!!!! Dopo la nostra mezz’ora gratis spegniamo e andiamo a nanna nel comodissimo space bed. Peccato che dopo poco più di un’ora sia già ora di svegliarsi!!! I viaggi in Business Class durano TROPPO POCO!!! E’ già tempo di colazione… e non abbiamo nemmeno digerito la cena!!! Per fortuna che c’è qualcosa di leggero: succo di frutta, caffé/tè (io prendo un espresso), brioche, pane, burro e marmellata e frutta. Dopo poco più di 6 ore arriviamo a Sydney. E’ l’alba del 03/05 e la città dall’alto è proprio bella… la baia è tutta illuminata.

03/05 – All’arrivo all’aeroporto passiamo prima dall’ufficio immigrazione, dove sono gentilissimi, e poi andiamo a prendere le valige. Non avendo niente da dichiarare (sapendo come sono severe le leggi sulla quarantena non abbiamo portato nessun oggetto che poteva creare problemi), usciamo con le nostre valige. Siamo in anticipo di circa 30 minuti, ma tanto dobbiamo cercare il punto da cui parte lo shuttle bus dell’albergo (Holiday Inn di Mascot http://www.Holidayinnsydneyairport.Com.Au, vicino all’aeroporto). I negozi sono già aperti (sono le 6 del mattino!), così ne approfittiamo per comprare una scheda telefonica e la Lonely Planet dell’Australia. E poi andiamo al centro Vodafone per comprare le sim australiane. In 30 minuti abbiamo già i numeri attivi! E mentre sbrighiamo queste formalità vediamo arrivare una persona… che ci sembra di conoscere! E’ proprio lui: Roman, l’amico tassista di Clint che dovevamo incontrare più tardi in hotel… e invece è venuto a prenderci in aeroporto per portarci in albergo! Sono anni che non lo vediamo, ma è sempre lo stesso ed è sempre più gentile! Così andiamo in albergo, dove ci concedono un early check in gratis e lasciamo alcune valige a Roman. Così partiremo più leggeri per Uluru! Dopo aver salutato Roman (lo rivedremo al ritorno da Uluru), ci rinfreschiamo un po’ e poi usciamo per andare in centro. La metropolitana è a 2 minuti a piedi dall’albergo (stazione di Mascot). A dire la verità i mezzi pubblici a Sydney costano parecchio… ma non abbiamo scelta! Facciamo un giro in centro (Martin Place), andiamo a vedere l’ufficio di Clint, e poi andiamo a piedi a Circular Quay dove mangiamo un panino nella foud court del Gateway (il palazzo dove si trova il Consolato italiano). Suggerimento: mangiare nelle food court è economico e si trovano dei posti molto buoni! C’è una food court praticamente in ogni centro commerciale della città (e ce ne sono MOLTI). Si può scegliere di mangiare cinese, tailandese, giapponese (per i fan del sushi), italiano (ma io non l’ho provato…), indiano, fish & chips, panini di ogni tipo (scegli gli ingredienti e te li fanno davanti), messicano, turco (kebab)… Per non parlare dei caffé, dei locali che vendono gelati, yogurt, succhi di frutta, dolci. Insomma, ce n’è veramente per tutti i gusti e i costi vanno dai 5 ai 10AU$.

Dopo pranzo, andiamo a fare una passeggiata a Circular Quay e a fare qualche foto all’Opera House e all’Harbour Bridge. La giornata è bellissima: sole e 25°C… ed è autunno! Ma siamo veramente stanchi e quindi decidiamo che per oggi può bastare. Così torniamo in hotel a riposare. Ci svegliamo poco prima di cena e, prima di andare a mangiare al ristorante dell’albergo, andiamo al bar a bere una birra (Clint) e un bicchiere di vino bianco (Manuela) come aperitivo (offerto dalla casa perché siamo membri del priority club). E poi la cena: zuppa di cipolle con pane e formaggio e 2 belle bistecche (veramente ottime) con patate. Il tutto per 90AU$. E poi a nanna, perché domani mattina dobbiamo prendere lo shuttle per l’aeroporto alle 7! 04/05 – Siamo all’aeroporto prima delle 7:30… l’aereo della Qantas per Ayers Rock parte alle 8:20. Facciamo il check in e poi andiamo a fare colazione. Qui è tutto molto caro, quindi andiamo da Burger King e prendiamo pancakes (Manuela) e panino con uovo e bacon (Clint) e un cappuccino (si fa per dire). E poi di nuovo su un aereo (questa volta in Economy Class!). Il volo non è pieno e appena decollati ci spostiamo all’uscita di sicurezza così stiamo più comodi. In ogni caso si tratta di sole 3 ore. Guardiamo il film che proiettano (“King Kong”) e mangiamo lo snack: un panino con petto di tacchino, insalata, pomodori e gelatina di frutti di bosco… buono. Il paesaggio che si vede dall’aereo è impressionante. Subito dopo il decollo, sorvoliamo tratti di foresta verdissima. Poi, a poco a poco, il panorama cambia e diventa sempre più marrone. Vediamo molte outback farms, fattorie nel nulla con chilometri e chilometri di terra da coltivare e pascoli. Poi passiamo sul deserto che cambia colore in continuazione fino a diventare rosso. Vediamo anche chiaramente i laghi salati, il lago Eyre. Sono paesaggi quasi lunari, bianchi e beige. Quando ci avviciniamo a Uluru la terra diventa molto rossa e la vegetazione bassa e verde: dall’alto sembrano quasi pitture aborigene… tanti punti verdi in cerchio su una tela rossa. Ma la cosa che ci ha colpito di più è stato vedere la linea di confine tra il New South Wales e il South Australia nel bel mezzo del deserto… ed è una linea vera e propria, dritta, come una strada. Mentre atterriamo abbiamo una visuale fantastica di Uluru e dei monti Olgas! Arriviamo in perfetto orario alle 11:15 (qui ci sono 30 minuti in meno di fuso orario rispetto a Sydney). L’aeroporto è molto piccolo e siamo l’unico aereo per il momento. I bagagli arrivano praticamente subito e poi saliamo sullo shuttle per l’hotel (incluso nel prezzo). Il cielo è blu, l’aria trasparente e non c’è nemmeno una nuvola… e la temperatura è di 22°C. Appena arriviamo in hotel, facciamo il check in e chiediamo di farci spostare la prenotazione per la cena Sound of Silence per stasera (145AU$ a persona), vista la limpidezza del cielo. Siamo fortunati e c’è posto, così andiamo in camera tutti contenti. Per oggi non abbiamo altri programmi, possiamo riposarci un po’ nella nostra bella suite. Compriamo un hamburger di pollo al take away (non molto buono e servizio pessimo per ben 22AU$. Suggerimento: mangiate da un’altra parte!) e lo portiamo in camera: fuori ci sono troppe mosche! Infatti, questo è il problema principale di questa zona dell’Australia… appena il sole comincia a diventare caldo arrivano centinaia e centinaia di mosche che ti si appiccicano addosso. Noi avevamo comprato a Sydney una rete (una specie di zanzariera) da mettere sui cappelli (15AU$ a rete), ma vi do un consiglio: compratele direttamente al supermercato del resort, costano meno (circa 10AU$ per un cappello con la rete già montata)!!!! Dopo pranzo ci siamo riposati in attesa dell’escursione della sera: verranno a prenderci alle 17:30. E poi, via. Ci vengono a prendere alla reception e ci fanno salire su un autobus già pieno di altri viaggiatori. Ci vogliono 20 minuti (di cui 5 di sterrato) per arrivare al luogo dove si svolgerà la cena: una collinetta nel mezzo del deserto, con una vista spettacolare su Uluru e gli Olgas. Appena arriviamo comincia lo spettacolo: il tramonto, il primo che vediamo ad Uluru. Rimaniamo quasi senza parole e facciamo qualche foto… siamo così presi dal panorama che quasi ci perdiamo l’aperitivo: champagne e tartine (ottime, soprattutto quelle al salmone affumicato). Mentre facciamo le foto sentiamo anche parlare in italiano! La prima volta da quando siamo partiti. Facciamo subito la conoscenza di una simpaticissima coppia di Torino (Paolo e Sonia) in viaggio di nozze e di un’altra coppia molto simpatica, sempre di Torino, anche se lei è australiana (purtroppo non ricordo i loro nomi). Dopo l’aperitivo, i camerieri ci portano al nostro tavolo e noi italiani ci sediamo tutti insieme, con 2 sfortunate (per loro, visto che abbiamo parlato italiano per tutta la sera!) turiste tedesche. La serata è molto piacevole (ceniamo a lume di candela), non fa neanche tanto freddo, e passa chiacchierando piacevolmente dell’Italia, dei rispettivi viaggi e dei progetti futuri. La cena è un buffet. Ci sono piatti di carne (tra cui anche il coccodrillo e il canguro, che a me non sono piaciuti particolarmente, ma non tanto per il sapere della carne, quanto per il modo in cui erano cucinati – troppe spezie) e pesce (il famoso barramundi), verdure, patate, insalata… il tutto accompagnato da vini australiani bianchi e rossi. A dire la verità, la cucina non è il massimo, ma non siamo venuti per mangiare. Subito dopo aver finito i piatti principali, i camerieri spengono tutte le candele e rimaniamo al buio. Beh, veramente non siamo proprio al buio, infatti, il cielo è pieno zeppo di stelle e la luna, quasi piena, ci illumina un po’. Che spettacolo! E adesso arriva l’astronomo che ci aiuta ad individuare le varie stelle e costellazioni (quelle visibili nell’emisfero australe) con una torcia. Si vede la via lattea e, tra le tante stelle, riconosciamo chiaramente la croce del sud (che è rappresentata nella bandiera australiana), e alcuni segni zodiacali (vediamo molto bene la vergine, la bilancia e lo scorpione). Mentre osserviamo il cielo in assoluto silenzio, vediamo anche alcune enormi stelle cadenti e, ovviamente esprimiamo i nostri desideri! Individuiamo anche giove e saturno, ma la cosa più emozionante è quando, alla fine della chiacchierata sulle stelle, l’astronomo posiziona i telescopi e noi riusciamo a vedere chiaramente giove, saturno con i suoi anelli e la luna (si vedono benissimo anche i crateri!). Veramente bellissimo! E poi le candele vengono riaccese: è l’ora del dolce, o meglio, dei dolci. Anche questa parte è a buffet, ma stavolta, secondo me, la cuoca è stata più brava. Ci sono varie torte, tra cui una di pere e mandorle, un meraviglioso crumble di frutti di bosco, brownies, mousse di cioccolato, bread pudding… e del buon vino caldo speziato. E per finire tè e caffé. Verso le 21:30 la cena finisce e ci riportano ai rispettivi alberghi. Salutiamo i nostri nuovi amici e andiamo a letto. Un’esperienza molto romantica e sicuramente da provare! Vivamente consigliata! 05/05 – La sveglia suona alle 5:15!! Abbiamo in programma il giro completo a piedi di Uluru e dobbiamo arrivare prima dell’alba per vedere come la roccia cambia colore con il sorgere del sole. Alle 6:15 vengono a prenderci (EcoTours, 115AU$ a persona) per portarci ai piedi del monolite e cominciare i nostri 10 km di passeggiata intorno alla base. Ma prima ci fermiamo qualche minuto all’ingresso del parco nazionale Uluru – Kata Tjuta per comprare i biglietti (25AU$ a persona per 3 giorni). La camminata non è molto faticosa, anche perché a quest’ora del mattino non fa caldo e non ci sono mosche. Le cose cambiano quando arriviamo all’altezza del posto da dove si può scalare Uluru… adesso sì che fa caldo, ma per fortuna siamo ormai verso la fine. Non abbiamo scalato il monolite per rispetto degli aborigeni che non gradiscono la dissacrazione di un luogo che per loro è sacro. Durante il giro si vedono anche molti cartelli che segnalano luoghi sacri e il divieto di scattare fotografie di quei tratti. Basta solo un po’ di rispetto. Abbiamo fatto anche il Mutitjulu e il Mala Walk. Soprattutto il primo è molto bello perché porta ad una grotta con pitture rupestri aborigene e ad un water hole (una specie di stagno) in cui si riflette una parte del monolite. Purtroppo la nostra guida non è molto brava: è qui da poco e non conosce molto bene le storie aborigene legate a questi luoghi, ma abbiamo intenzione di rifarci appena sistemati a Sydney e di comprare qualche libro in proposito. Alle 11:30 torniamo in hotel esausti… mangiamo una pizza con pollo (Clint) e una Ceasar Salad con salmone (Manuela) al Gecko’s Café (circa 20AU$ a piatto). Ci riposiamo un’oretta in stanza e alle 14:30 è ora di un’altra escursione: il Kunya Sunset Tour (98AU$ a persona). Anche questa volta ci vengono a prendere in hotel e ci portano nel parco nazionale Uluru – Kata Tjuta. Ci lasciano una mezzora nel centro culturale (dove a dir la verità non c’è molto da vedere) e poi incontriamo le nostre 2 anziane guide aborigene (Anangu) e il loro interprete (anche se loro parlano e capisco l’inglese). Andiamo di nuovo al Mutitjulu Walk dove ci raccontano qualcosa del serpente Liru e Kunya. Ci mostrano anche qualche pianta medicinale del bush e alcuni attrezzi che usano (più probabilmente usavano) per macinare le erbe e le piante. In realtà ci aspettavamo qualcosa in più da questo tour… come da quello della mattina. Le guide non sono un granché… Penso che un buon libro avrebbe aiutato di più! E avremmo risparmiato! Comunque, poi ci portano al Sunset point per vedere il tramonto su Uluru. Peccato che oggi ci sono un po’ di nuvole e il tramonto non è molto chiaro… quindi Uluru non cambia colore come potrebbe. In compenso però il tramonto è spettacolare e crea dei giochi di luce fantastici con le nuvole! Pazienza per Uluru… torneremo domani! Ora torniamo in hotel e, dopo una bella doccia, andiamo a cena all’Arnguli Grill al Desert Gardens Hotel. Mangiamo veramente bene: ottima bistecca con una salsa di funghi e bacon e una tempura di anelli di cipolle. E poi, finalmente, a letto! 06/05 – Oggi sveglia alle 7. Dobbiamo andare all’aeroporto a ritirare la macchina a noleggio prenotata all’AVIS attraverso Voyages. Qui dobbiamo aprire una parentesi. Sui cataloghi Voyages online c’è scritto che AVIS ha un ufficio nel resort da dove si possono ritirare (e riconsegnare) le macchine, ma NON è vero! AVIS è l’unico vettore che non ha un ufficio a Yulara e bisogna andare all’aeroporto!!! Il problema è come arrivarci! Non ci sono taxi e lo shuttle che fa la spola all’interno del resort non arriva fino all’aeroporto. Abbiamo 2 alternative: la prima è prendere lo shuttle gratuito che porta i turisti a prendere il volo di ritorno, ma di mattina ce n’è solo uno e oggi è stato cancellato perché il volo previsto è stato spostato nel pomeriggio! Quindi dobbiamo optare per la seconda opzione, a pagamento: prendere l’Uluru Express che ci costa 10AU$ a testa. Ritiriamo la macchina: una Toyota Corolla blu con a/c e cambio automatico. Torniamo al resort per comprare qualcosa da mangiare al supermercato e poi andiamo agli Olgas. Ma prima ci fermiamo a fare benzina… altro problema, ci siamo accorti che il serbatoio non era completamente pieno e quest’altro scherzetto dell’AVIS ci costa altri 18AU$! Piccola parentesi sulla benzina. In Australia costa molto meno che in Italia. Nel deserto (che è il posto dove ovviamente costa di più) è 1,62AU$ al litro (poco meno di 1€), mentre in città è circa 1,45AU$ al litro! Arriviamo agli Olgas dopo una mezzora di macchina all’interno del parco nazionale e decidiamo di affrontare subito la camminata più lunga: la Valley of the Winds. Purtroppo siamo arrivati tardi (grazie all’AVIS) e con questo caldo non riusciamo a fare il giro completo (circa 7 km). Quindi arriviamo alla valle e torniamo indietro per la stessa strada. Il percorso è un po’ accidentato ed è piuttosto pesante. Gli Olgas sono belli, ma la valle non è grandiosa. Tornati alla macchina mangiamo un panino… all’interno della Toyota, per via delle mosche. Dopo pranzo, ci spostiamo in un altro punto degli Olgas per il Walpa Gorge Walk… questa passeggiata è sicuramente più corta (1,6 km) e più facile, ma non è spettacolare: ci si addentra in una insenatura tra le montagne. Alla fine torniamo in albergo per una doccia e poi di nuovo ad Uluru per vedere il tramonto. Questa volta sì che il monolite cambia colore e passa dal ruggine, all’arancione, al rosso fuoco, all’oro, al viola fino quasi a spegnersi. Che spettacolo! Non riusciamo a smettere di fare foto e di riprendere i cambiamenti con la telecamera… siamo come ipnotizzati e cerchiamo di catturare tutte le sfumature di questo straordinario fenomeno naturale! Per cena decidiamo di andare all’Outback Pioneer Hotel dove c’è un locale molto caratteristico. Si passa prima a comprare la carne o il pesce (si può scegliere tra manzo, pollo, canguro, emu, coccodrillo, gamberi…) e poi ognuno si cucina quello che ha comprato su un grande barbecue. Oltre alla carne c’è il salad bar con varie insalate, patate al cartoccio, mais, bread pudding, frutta… (25AU$ a persona). Ottimo e non troppo caro! E in più c’è un ottimo cantante che intrattiene i clienti. Mangiamo in fretta e poi via a letto! 07/05 – Oggi facciamo il check out dall’hotel alle 9:30: destinazione Kings Canyon. Andiamo a fare un giro ad Uluru per vederlo ancora tutto e fare qualche altra foto in modo da sfruttare a pieno il biglietto del parco nazionale che è valido fino ad oggi e poi prendiamo la strada per Kings Canyon. La strada è molto stretta, ma per fortuna non c’è quasi nessuno. Si incontrano così poche macchine che quando se ne vede una, si saluta! Il paesaggio è tipico dell’outback: terra rossissima e vegetazione bassa, molto spinifex, anche se vicino a Kings Canyon si trovano più alberi (li chiamano querce del deserto). Siamo nel “middle of nowhere” e si vede! Non c’è campo per il cellulare e la radio non prende più. Non siamo riusciti a vedere canguri liberi e vivi che saltellano nel bush… ma purtroppo ne abbiamo visto qualcuno morto ai margini della strada e qualcuno vivo, ma in un recinto ad una stazione di servizio. Sulla strada ci siamo fermati a Curtin Springs per prendere un caffè. Si tratta di una tipica stazione di servizio dell’outback, con motel e recinto con cammelli (ce ne sono molti in questa zona) inclusi. Ci siamo anche fermati in una piazzola panoramica da cui si vedeva Mount Conner e poi in area per picnic per mangiare. Clint se la cava bene con la guida a sinistra anche se all’inizio anche lui deve riprenderci la mano! Anch’io provo a guidare e per essere la prima volta sia con la guida dalla “parte sbagliata” della strada che con il cambio automatico non me la cavo affatto male. Dopo un po’ però mi viene un po’ di panico perché la strada è molto stretta e io non so bene come fermarmi!!! Hehehehe Avrò tempo per migliorare! Arriviamo in hotel (Kings Canyon Resort – stanza 112) alle 16:30 dopo poco più di 300 km e poi andiamo subito al Canyon per sgranchirci le gambe con il Kings Canyon Creek Walk… breve passeggiata (2 km) all’interno di una delle voragini del canyon. Piuttosto riposante e all’ombra, ma anche non particolarmente grandiosa, tranne qualche bello scorcio (niente a che vedere ad esempio con il Bryce Canyon negli USA). Ci sono moltissimi eucalipti… ormai ho imparato a riconoscerne l’odore! Torniamo in hotel perché alle 19:00 abbiamo prenotato la cena Sounds of Firelight (135AU$) e prima vogliamo mandare un’email a casa (2AU$ per 10 minuti!). Si comincia con l’aperitivo intorno ad un bellissimo fuoco con champagne e tartine con: risotto con funghi shitake e canguro affumicato e pomodoro, salmone affumicato e avocado e gamberi piccanti con conserva di limone. Molto buone. Poi ci portano nel posto dove ceneremo. Si tratta di alcuni tavoli da 2 disposti tutti intorno ad un grande falò. Anche questa sera mangeremo a lume di candela sotto un meraviglioso cielo stellato. Questa volta però siamo in pochi, il che rende la serata ancora più romantica. Forse questa cena è più romantica della Sounds of Silence! C’è veramente un’atmosfera magica! Anche il cibo è più buono. Si comincia con una zuppa di zucca, cocco e papaia con frutti di mare, prosciutto croccante e pane e burro. Poi gnocchi di patate con gamberi saltati e burro al tartufo bianco, seguiti da un sorbetto al lime e lemongrass. Come portata principale ci portano dei medaglioni di manzo marinati in pepe e salsa szechwan con rosti di patate, verdure grigliate, insalata, anelli di cipolle al pepe di cayenna e salsa al porto. Wow! Anche il dolce non è niente male: Flambé di frutti di bosco selvatici con frutto della passione e panna al miele selvatico! Ovviamente il tutto accompagnato dal vino australiano giusto per il piatto (un bicchiere diverso per ogni portata). Proprio una serata memorabile! Esperienza assolutamente da raccomandare a chi va a Kings Canyon! Mentre camminavamo verso la nostra camera, poi abbiamo anche visto delle bellissime lucciole!!! Non mi succedeva da 15 anni di vederle! E poi a letto perché domani ci aspetta una bella camminata.

08/05 – Sveglia presto perché, dopo aver fatto il check out, dobbiamo andare al Canyon per il Kings Canyon Rim Walk (6 km) e poi tornare in macchina ad Ayers Rock. Arriviamo verso le 8. La giornata è bella, ma c’è molto vento. La prima parte del percorso (circa 100 metri) è piuttosto faticosa, visto che si tratta di arrivare in cima al canyon e la salita è molto ripida (per fortuna però ci sono delle specie di gradini). La scalata non è difficile, ma è un po’ pesante… comunque, basta andare piano e si arriva. Noi eravamo un po’ preoccupati perché soffriamo di vertigini (soprattutto Clint), quindi ci siamo accodati ad una coppia (non molto giovane) di Melbourne e al fratello della signora (Tom) che ci ha dato una grossa mano. Dopo la salita, infatti, si deve fare un tratto di strada che segue il bordo del canyon ed è ovviamente senza protezione, il che vuol dire che il sentiero è a strapiombo sul precipizio. La strada, infatti, è molto stretta e il forte vento rinforza la sensazione di essere quasi sospesi nel vuoto… sembra che il vento ti sposti e ti faccia cadere di sotto! Clint è paralizzato. Anch’io ho paura, ma cerco di non guardare. Provo a dargli una mano, ma lui non si muove… per fortuna c’è Tom, che riesce a convincerlo a camminare mettendosi tra lui e il precipizio! Altrimenti saremmo ancora lì!!! Dopo il sentiero è meno “stressante”. Si cammina sempre sul bordo del canyon, ma quasi sempre all’interno dove ci sono delle spettacolari formazioni rocciose e piante fiorite bellissime. Sembra quasi di stare sulla luna! Ogni tanto facciamo una deviazione verso un punto panoramico vicino all’orlo del precipizio (sempre grazie a Tom): è bellissimo, le rocce sono tra il rosso e l’arancione e una parte delle pareti del canyon è totalmente liscia! A metà del percorso, poi, c’è il “Giardino dell’Eden”, una pozza d’acqua circondata dalle rocce e da una vegetazione rigogliosa (molte palme ed eucalipti). Ci si potrebbe anche fare il bagno, ma oggi c’è troppo vento. E’ proprio un posto rilassante e assolutamente da vedere, anche se bisogna fare una deviazione dal sentiero principale e scendere (e poi salire) delle scale molto ripide e attraversare ponticelli sospesi nel nulla… Ma anche qui Tom ci ha aiutato molto. Tra l’altro Clint e Tom hanno fatto amicizia perché entrambi sono appassionati di fotografia ed hanno passato tutto il tempo a parlare di macchine fotografiche, lenti ecc… Alla fine la camminata risulta essere molto piacevole (e un po’ stancante, anche visto il sole), e in più non ci sono mosche: probabilmente il vento le tiene lontano. Arriviamo al parcheggio verso le 12:00 e, dopo aver salutato Tom, la sorella e il cognato, ci rimettiamo in macchina per tornare a Uluru. Ma non prima di aver fatto benzina (poi non ci sono stazioni di servizio per un po’) ed aver comprato qualcosa da mangiare per la strada. Il ritorno sembra più veloce dell’andata. Ci fermiamo a mangiare nella stessa area per picnic dell’andata e poi di nuovo a Curtin Springs per un caffé. Arriviamo in albergo (ancora il Lost Camel) verso le 16:30 e quando facciamo il check in, ci ridanno la stessa bellissima stanza: 234! Ci dicono che il tour per Cave Hill che avevamo prenotato per il giorno dopo è stato cancellato perché eravamo gli unici a volerlo fare e il tour operator ha bisogno di un minimo di 4 persone per farlo… Piccola parentesi: se potete, evitate di prenotare tours con Odyssey perché sono assolutamente inaffidabili. Durante tutto il tempo che siamo stati all’Ayers Rock Resort abbiamo cercato di contattarli per avere notizie di questo tour e non erano MAI in ufficio. Abbiamo anche telefonato varie volte e non hanno mai risposto. Abbiamo lasciato messaggi nella segreteria telefonica e non ci hanno mai richiamato… insomma, erano dei fantasmi! Solo la sera prima hanno lasciato un messaggio per noi alla reception dicendo che il tour era saltato! Peccato, perché avevamo prenotato una notte in più proprio per fare questa escursione nel cuore del deserto, in territorio aborigeno del South Australia! Comunque, pazienza… faremo altro. Ci riposiamo un po’ e facciamo una bella doccia rilassante e poi torniamo all’Outback Pioneer BBQ per cena.

09/05 – Anche oggi sveglia alle 7… riusciamo anche a vedere il TG1 delle 20:00 (di ieri sera in Italia) che si vede tutti i giorni alle 7:25 su SBS, e poi via… Dobbiamo andare all’aeroporto per riconsegnare la macchina… potevamo lasciare le chiavi in aeroporto, ma vogliamo la ricevuta (visto l’andazzo non ci fidiamo molto). Stavolta riusciamo a prendere lo shuttle gratuito sia per andare che per tornare. Appena arrivati in hotel decidiamo di informarci sui voli panoramici con gli elicotteri. Non siamo mai andati su di un elicottero prima d’ora e, anche se io ho un po’ paura, ci sembra il posto perfetto per provare: la vista di Uluru dall’alto che abbiamo intravisto dall’aereo ci convince… vogliamo vederlo meglio! Così prenotiamo il Grandview Tour con Professional Helicopter Services (230 AU$ a persona) che per 35 minuti ci porterà a sorvolare Uluru e gli Olgas. Vengono a prenderci in hotel alle 11:25 per portarci all’aeroporto, da dove parte il tour, e siamo in 4. Il pilota che guida il minivan per l’aeroporto è molto giovane e mi viene un po’ da pensare… ma non sarà lui alla guida del “nostro” elicottero. Appena arrivati, incontriamo il nostro pilota che ci fa un briefing sulle misure di sicurezza e ci dice che ci parlerà attraverso le cuffie per raccontarci qualche curiosità su quello che vedremo in volo. E poi via… ci “imbarchiamo”. L’interno è molto più piccolo di quanto pensassi… quasi non riusciamo a muovere le gambe e la parte peggiore è che io e Clint siamo seduti uno di fronte all’altra e io do le spalle alla direzione di volo!!! Cosa che solitamente mi fa star male… per fortuna che avevo preso la xamamina!!! Anche perché, subito dopo un decollo perfetto e senza scosse, si comincia a ballare parecchio. Ci sono molti vuoti d’aria, tanto che anche Clint e la signora che sta accanto a me si sentono quasi male. Io ho un po’ paura, ma la medicina aiuta molto e anche il fatto che sono l’incaricata di filmare il panorama mi aiuta a concentrarmi su qualcos’altro. La vista è fantastica… facciamo centinaia di foto sia di Uluru sia degli Olgas (che sono venute molto bene), peccato che non possiamo avvicinarci troppo perché non si possono sorvolare alcuni luoghi sacri. Che meraviglia però! Abbiamo avuto proprio una buona idea! Alla fine del giro ci riportano in albergo e torniamo in camera a mangiare un panino. Dopo pranzo andiamo in piscina a prendere un po’ di aria e di sole. Oggi pomeriggio, finalmente, ci riposiamo. Per stasera abbiamo prenotato al ristorante migliore del resort: il Kunya (al Sails in the Desert Hotel)… dobbiamo festeggiare la fine della nostra bellissima vacanza e l’inizio della nostra nuova vita a Sydney da domani! La cena sarà cara, ma altrettanto buona. Come antipasto io prendo una quaglia arrosto con miele, spezie e insalata mentre Clint prende una zuppa di pesce e mais con crostini (ottima). Poi io prendo un filetto di manzo con patate al forno, pomodorini arrostiti, asparagi e vino rosso, mentre Clint ordina dell’agnello arrosto con verdure miste e asparagi. E poi il dolce: mousse di cioccolato bianco, al latte e fondente, mascarpone e insalata di arance e un bel bicchiere di porto… assolutamente fantastico! E così, strapieni, ce ne andiamo a letto.

10/05 – Oggi si torna a Sydney. Lo shuttle per l’aeroporto parte alle 12:00, quindi ce la prendiamo comoda. Ci riposiamo un po’ di più e poi alle 10:00 facciamo il check out. Stiamo un po’ nella hall dell’hotel e giochiamo ad una specie di scarabeo per un po’, facciamo qualche altra foto e poi si va all’aeroporto. Al check in chiediamo (e otteniamo) di essere messi all’uscita di sicurezza (pare che qui si debba richiedere specificamente, altrimenti le lasciano vuote!). Partiamo in orario e durante il volo guardiamo il film “Casanova” e mangiamo un insalata (Manuela) e un panino con petto di pollo e formaggio (Clint). Il paesaggio è lo stesso dell’andata: il nulla dell’outback. Quando ci avviciniamo a Sydney e cominciamo la discesa siamo accolti da una coltre fittissima di nuvole. Si balla molto e quando finalmente ne usciamo vediamo tutta la città dall’alto, compresa la bellissima baia, l’Opera House e l’Harbour Bridge! Appena atterrati comincia a piovere e subito dopo spunta l’arcobaleno: che bel benvenuto! Subito dopo aver ritirato i bagagli incontriamo di nuovo Roman che è venuto a prenderci per portarci nell’appartamento dove staremo per un mese. Facciamo il check in ai Medina Gran Harbourside Apartments a Cockle Bay/Darling Harbour (proprio di fronte all’Acquario, http://www.Medinaapartments.Com.Au). L’appartamento ha tutto quello che serve: una zona giorno con cucinotto (fornito di tutto, dal piano cottura in vetro resina, al forno, al microonde, al frigorifero, al tostapane… piatti, bicchieri, posate, pentole… Tutto, persino lo scolapasta!), tavolo, divano, TV. Una camera da letto con armadio e TV e un bel bagno grande. E poi è in una posizione perfetta: in 5 minuti a piedi siamo nel centro del centro e la sera, quando il resto della città si svuota (i negozi chiudono alle 17:30), possiamo scendere a Darling Harbour per passeggiare, cenare o bere qualcosa. E stasera è proprio quello che facciamo! Andiamo a mangiare in un ristorante asiatico fantastico: Chinta Ria , è anche citato dalla Lonely Planet), che diventerà il nostro preferito (ci torneremo spesso). Si trova a Cockle Bay, al livello del Pyrmont Bridge e all’entrata c’è la statua di un enorme Buddha! Io consiglio di ordinare le curry puffs (7AU$ – delle specie di panzerotti fritti ripieni di verdure e spezie) come antipasto e poi il curry di agnello o pollo con roti (una specie di pane, molto sottile, come sfoglie): è uno dei piatti che costa meno (16,50AU$), ma dopo aver provato diverse pietanze, posso assicurarvi che è il migliore. Ed è davvero ottimo!!! Un altro consiglio: non andateci troppo tardi perché è un locale molto amato dagli abitanti di Sydney e si riempie in fretta. Se quando arrivate non ci sono più posti e vi dicono di aspettare una mezz’ora, fatelo… il locale si riempie velocemente ma anche i tavoli si svuotano in fretta (il servizio è ottimo). Quindi non fatevi spaventare dalla folla. Altri ristoranti che ci sentiamo di consigliarvi sono: Tony Roma’s (www.Tonyromas-mms.Com). Non fatevi ingannare dal nome, non è un ristorante italiano. E’ molto simile nello stile ai diners americani e si mangia soprattutto carne. La specialità della casa sono le “ribs”, costine di maiale fatte al barbecue. Una vera delizia! Il ristorante si trova vicino Darling Harbour (121-123 Sussex Street).

Per bistecche eccezionali (e non solo) andate da Kingsleys Steakhouse (www.Kingsleyssteak.Com.Au). Noi siamo stati in quello di 17 Lime Street al King Street Wharf (vicino a Darling Harbour), ma ce ne sono altri 2 (uno in 7 Bridge Street e un altro in 29a King Street). Dicono che abbia le bistecche migliori della città… e in effetti è assolutamente da provare! Noi abbiamo preso ostriche kilpatrick (Clint) e paté di pollo e tartufi con composta di cipolle in agrodolce (Manuela) come antipasto (circa 17AU$ l’uno). Poi 2 belle bistecche con patata al cartoccio (i prezzi vanno dai 25AU$ ai 40AU$ a seconda del taglio di carne, del peso e del tipo di manzo…) e, come dolce, un tortino di cioccolato con cuore di cioccolato fondente caldo e gelato alla vaniglia (13AU$)… WOW. E la vista su Darling Harbour illuminato è impagabile! Se vi piace il cibo asiatico un altro posto molto buono è I-Thai (www.Ithai.Com.Au), proprio di fianco a Kingsleys Steakhouse in Lime Street/King Street Wharf. È un po’ più caro di Chinta Ria, ma le porzioni sono più generose. Inoltre è cibo tailandese. Noi abbiamo preso curry puffs (ne danno 4 invece di 2 come a Chinta Ria e qui sono ancora più buone!) e fish cutlets per circa 9AU$ a porzione. Poi abbiamo preso del macinato di manzo con verdure e spezie (Clint) e del pollo saltato con verdure e anacardi (Manuela): circa 20AU$ a piatto (più 2,50AU$ a persona per il riso). Volevamo provare anche il dolce, ma non ce l’abbiamo fatta!!! In realtà una porzione potrebbe andare bene per 2! Un ristorante dove non torneremo più è invece La Bora in Barrack Street. Avevamo una voglia matta di pizza, ma non era molto buona… e il cuoco era Indiano! C’era così tanto aglio sulla pizza da far scappare qualunque vampiro nel giro di 100 chilometri! E la pasta della pizza non aveva nessun sapore… I dolci erano un po’ meglio. Clint ha preso un profiteroles (a dir la verità i bigné non erano molto freschi) e io una pera cotta nel vino rosso speziato con crema chantilly (che in realtà era semplice panna montata). Ci hanno detto che i migliori ristoranti italiani sono a Leichhardt (abbiamo già preso qualche indirizzo da altri Italiani che vivono qui da un po’ di tempo e presto li proveremo). Quindi se quando siete in città avete proprio una voglia insaziabile di cibo italiano andate a Leichhardt! Che dire di più? Ah sì, la gente. Le persone qui sono veramente molto gentili… se ti vedono un po’ spaesato si avvicinano per chiederti se hai bisogno di aiuto. In effetti, cercano di aiutarti sempre e in tutti i modi possibili. Sono sempre sorridenti e poi hanno un modo di vivere totalmente diverso. Sydney è una città cosmopolita ed è il posto a più alta concentrazione di uffici, istituti finanziari… insomma è il centro degli affari in Australia. Al mattino, se si passeggia per il centro (Martin Place, Pitt Street…), si vedono migliaia di persone di tutte le razze vestite elegantemente (molto elegantemente) che vanno al lavoro. Le stesse persone, all’ora di pranzo si cambiano, si mettono la tuta e le scarpe da ginnastica e si mettono a correre o vanno a giocare a rugby nei vari parchi della città! Poi tornano in ufficio (hanno le docce!) e continuano a lavorare. Nel weekend invece, se si va nei sobborghi, si vede gente che cammina scalza (per strada, nei centri commerciali e persino sull’autobus!)… C’è proprio un’altra concezione della vita… c’è meno stress, anche se si lavora comunque molto.

Da quando siamo qui abbiamo girato molto nel centro (soprattutto io, mentre Clint era al lavoro). Sono diventata un’esperta di negozi e centri commerciali… ma abbiamo visitato anche il quartiere di “the Rocks”, i giardini botanici (bellissimi) dove ci sono piante bellissime, ma anche uccelli come i cacatua e le volpi volanti (enormi pipistrelli). La vista dai gardini botanici è fantastica. Si vedono i grattacieli del centro, l’Opera House e l’Harbour Bridge e la baia! Assolutamente da non perdere (e l’ingresso è gratuito). Siamo andati ancora all’Opera House, a Town Hall… Ma abbiamo ancora tanto da scoprire… soprattutto le bellissime spiagge dei dintorni e le Blue Mountains. Ma il tempo non ci manca… visto che ormai viviamo qui! Se avete bisogno di informazioni o aiuto sia su Uluru/Kings Canyon, sia su Sydney, non esitate a contattarci e saremo felicissimi di aiutarvi! Sicuramente mi sento di dirvi: venite in Australia perché è un posto fantastico e molto vario! Non abbiate paura di organizzarvi da soli il viaggio, perché è un Paese molto facile da girare, con delle ottime infrastrutture, prezzi buoni (tranne Uluru!) e gente sempre pronta ad aiutarvi. L’unico piccolo problema che incontrerete sarà probabilmente capire l’accento australiano… ma ci si fa l’abitudine!!! BUON VIAGGIO A TUTTI!



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