Tra oriente e occidente 2
LUNEDI 23/05/2005 (ITALIA/ISTANBUL) Ore 5:00 partenza per l’Aeroporto di Milano Malpensa Terminal 2, dai calcoli di “Autoroute dovremmo giungere all’aeroporto con un bel po’ di anticipo e avere un’po di tempo per un’ultima colazione all’italiana; In men che non si dica siamo all’entrata del casello autostradale di Bergamo e ancora più velocemente, senza nemmeno avere il tempo di rendercene conto, ci troviamo imbottigliati nel solito traffico tratto Bergamo – Milano autostrada A4! L’aereo non aspetta, iniziano le discussioni.
Alle 8:00 giungiamo finalmente a Malpensa cerchiamo il banco check-in e ci mettiamo “nuovamente” in coda questa volta con valigie alla mano; consegno i documenti e un gentilissimo assistente di terra vuole pesare il bagaglio a mano; secondo lui siamo fuori di chili e dimensioni quindi non ci resta che imbarcare il borsone con le valigie sperando in bene! 5 minuti di tempo per bere un caffè e subito l’imbarco. Prima di salire sull’aereo però un altro intoppo; il solito gentilissimo assistente di terra (sempre lui) non riesce a far funzionare il computer per l’obliterazione dei biglietti e si attende.
Finalmente alle ore 11:45 si parte! Ore 14:00 arriviamo a Istanbul, uno sguardo dall’oblò e già si scorgono centinaia di minareti sparsi per la città, si scende dall’aereo inebriati dai sapori delle spezie e ci si dirige agli sportelli per il rilascio del Visto d’ingresso. Incontriamo la nostra guida, Cem Dindar, che ci accompagna in hotel. La prima sorpresa, non molto positiva, è il cambiamento dell’albergo, non un 5 stelle come da noi prenotato ma un 4 stelle circuito Turistico; dopo le scuse da parte di Cem in nome del Tour Operator scopriamo che il tutto e dovuto alla partita di Champions League Milan – Liverpool ( le nostre stanze sono state assegnate ai tifosi disposti a pagare qualsiasi cifra per assistere ad una partita dal risultato scontato in partenza).
Il Color Hotel tutto sommato si rivela molto grazioso, superate le prime perplessità e polemiche iniziali ci accingiamo a degustare una cena apprezzabile presso la sala panoramica dalla quale si può ammirare una Istanbul di sera con le sue moschee illuminate e una luna che si riflette sul Bosforo. La cortesia e disponibilità della nostra guida si può intuire già dal primo approccio quando, avendo fatto presente la mia “intolleranza” verso la carne, si preoccupa di farmi cucinare qualcosa di alternativo, privilegio che avrò per tutta la durata del viaggio.
Un caffè Turco presso il piano bar dell’hotel e poi subito a riposare in vista di una settimana massacrante.
MARTEDI’ 24/05/2005 (ISTANBUL) Sveglia alle ore 7:00, prima colazione in Hotel e inizio della visita di questa splendida città, unica al mondo a cavallo tra due continenti; Istanbul è sicuramente una città caotica con i suoi 14.000.000 di abitanti, 50.000 taxi che sfrecciano senza rispettare le segnaletiche stradali e migliaia di negozi sparsi ovunque ma è forse per questo ancor più affascinante e da scoprire.
La visita della città inizia dalla moschea di Solimano il Magnifico progettata dall’architetto Sinan; nel rispetto della cultura locale e più in generale di quella Musulmana, togliamo le scarpe ed entriamo in questo luogo di culto; la moschea è splendida, imponente e accogliente; tra le particolarità che la distinguono da altre vi sono dei globi neri sospesi… sono delle uova di struzzo prive di significato religioso ma pare efficaci nel tenere lontano con il loro cattivo odore ragni e ragnatele. Appresso alla moschea si trova un antico cimitero ben curato che visitiamo velocemente prima di ripartire per la visita della Basilica di San Salvatore in Chora.
Presa dalla voglia di raccontare questo viaggio stavo per dimenticare la cosa più importante..Il tempo! Il cielo è grigio, Istanbul non ci ha accolti come avrebbe dovuto visto che siamo a primavera inoltrata e proprio mentre stiamo per entrare a visitare la Basilica di San Salvatore in Chora inizia a piovigginare. Ricca di mosaici e affreschi questa Basilica è solo un assaggio della Istanbul cristiana, la vera tappa a cui nessun turista può mancare è infatti la maestosa Basilica di Santa Sofia.
La Basilica maestosa lo è veramente dato che pare essere la quarta al Mondo per grandezza dopo San Pietro di Roma, Il Duomo di Milano e San Paolo a Londra. Ricca di mosaici e iconografia cristiana è stata “musulmanizzata” dai Turchi che hanno ritenuto opportuno appendere simboli islamici, aggiungere logge e fontane per le abluzioni.
Saliamo sull’autobus e attraversiamo il ponte di Galata ammirando le decine di pescatori che pazientemente restano in attesa di qualche pesciolino che decida di lasciare il Bosforo.
E’ ora di pranzo e ci dirigiamo verso un locale affacciato sul Bosforo dove ci vengono serviti vari antipasti, del cous-cous (immancabile!), e un’ottima orata alla griglia.
Ore 14:30 si parte per una crociera; a distanza si intravede il Mar Nero, ci avviciniamo alla costa asiatica e ammiriamo le ville che da una parte e dall’altra della città si specchiano sul Bosforo o fanno da cornice al “Corno d’oro”, braccio di mare che divide in due la Istanbul europea. Fa freddo, il vento non accenna a placarsi ma nulla riesce a rovinare questa splendida atmosfera, Istanbul è comunque una città romantica con il sole, con la pioggia o il vento… La crociera dura circa due ore e al nostro attracco ci attendono le altre due ore a Istanbul a cui nessun visitatore può mancare…IL GRAND BAZAR! labirinto di piccole stradette e passaggi, il più grande mercato coperto al mondo con i suoi 5000 negozi divisi per categorie (tappeti, antichità, argento oro, rame ecc). La prima cosa che si nota entrando (e dico entrando perché fuori le cose sono diverse!) è la cordialità e la correttezza dei suoi commercianti; nulla a che vedere con il mercato di Kahn el Kanili del Cairo; nessuno ti inopportuna, non ti vendono tutto a 1 euro o “gratis” sono composti nei loro negozi in attesa che sia tu a chiedere loro il prezzo. Si contratta chiaramente ma il divario tra prima offerta e aggiudicazione è modesto; per capirci se un egiziano partendo da 100€ ti lascia il tutto a 5€, il commerciante Turco parte da 25 ed arriva al massimo a 12 (vedasi la mia contrattazione per l’acquisto di una borsa)! All’interno del bazar non mancano ovviamente i bar dove degustare un Buon caffè Turco ma soprattutto un Buon “Segafredo” (l’unico vero espresso di tutto il tour lo abbiamo bevuto qui). Due ore sono però poche, a chi si deve recare al Bazar consiglio almeno una giornata intera tempo minimo per vedere tutto e dico tutto quanto di bello c’è da vedere…Dimenticavo, altro consiglio, lasciare gli uomini fuori perché non sanno apprezzare la bellezza di questi luoghi.
Ritorniamo in albergo, una cena veloce e poi si decide di visitare”Istanbul by night”; prendiamo il primo taxi che troviamo fuori dall’albergo e ci dirigiamo a “TAXIM” centro storico di Istanbul dal quale parte la altrettanto centrale e pedonale via Istiklal; si pensava ad una serata romantica e tranquilla, ma appena scendiamo dal taxi urla e canti ci accolgono; I tifosi del Liverpool, certi della vittoria della loro squadra, decidono di festeggiare in anticipo. Gruppi di ragazzi fuori dai pub, fuori dalle terrazze degli alberghi, per strada ti coinvolgono in una atmosfera pre partita che avrebbe attratto anche il meno appassionato di calcio; Da brava tifosa romanista non potevo far altro che saltare e cantare con loro; nessun milanista si vede girare per il centro sono tutti rintanati nelle loro stanze, e come dargli torto… al primo accenno di un “SI” subito c’è chi punta il dito dicendoti “Italia?” “Milan?”… No “romanista” rispondo “Forza Liverpool”. Gli uomini si sa sono dei codardi ma che un milanista in quel momento non tirasse fuori un’po’ d’orgoglio dicendo “SI sono tifoso del Milan e domani perderete 4 a 0” proprio non me l’aspettavo; con la coda tra le gambe il mio compagno milanista augura loro di vincere e tradendo la propria fede calcistica si unisce a loro per i festeggiamenti.
Continuiamo a percorrere questa splendida via e giungiamo nei pressi di un vicolo ricco di bancarelle del pesce da una parte e ristoranti tradizionali che lo cucinano dall’altra. E’ tardi purtroppo e non abbiamo il tempo di fermarci ancora a lungo, prendiamo un thè in un grazioso locale e poi subito di corsa a prendere il taxi; attraversiamo nuovamente la città che illuminata è di una bellezza indescrivibile, un ultimo sguardo alla Istanbul di notte e rientriamo in albergo. Anche questa giornata è passata ma il ricordo resterà, incancellabile e sempre vivo nella nostra mente. MERCOLEDI’ 25/05/2005 (ISTANBUL/ANKARA Km 420) Sveglia alle ore 7:00, colazione e nuova visita della città. Siamo quasi alla conclusione della nostra permanenza ad Istanbul ma ancora dobbiamo visitare alcuni dei luoghi che simboleggiano la città nel mondo: Ippodromo, Moschea Blu e Palazzo Topkapi. Scesi dall’autobus attraversiamo a piedi l’ippodromo ammirando l’obelisco di Teodosio, la colonna serpentina e l’obelisco murato; ci dirigiamo poi verso la famosa moschea di Sultanahmet detta anche moschea Blu; costruita da un architetto, allievo del grande Sinan, la moschea deve il suo nome alle migliaia di maioliche blu che si trovano al suo interno; splendida nel suo insieme lascia qualunque visitatore esterrefatto.
La città inizia ad essere più animata in vista della finale Milan – Liverpool; qualche tifoso milanista si aggira con aria al quanto depressa, con bandiere già ammainate o sdraiato su qualche panchina a presagio del risultato scontato; noi passiamo oltre, il motivo della nostra permanenza in Turchia non è certo quello di fermarci a conversare con persone che quotidianamente possiamo incontrare in Italia, dunque, scattata qualche foto ricordo con i tifosi ci dirigiamo a piedi verso Palazzo Topkapi. Il palazzo, abitato dagli ottomani per circa 400 anni, è famoso per il suo harem, per i numerosi padiglioni che lo compongono e soprattutto per il tesoro che si trova nel suo interno. Un diamante custodito in una delle sale del tesoro è una delle attrazioni principali visti i suoi carati ed il numero di brillanti dai quali è circondato; all’interno del museo è inoltre conservata una reliquia di S. Giovanni evangelista; spostandosi verso l’ultimo padiglione si può ammirare uno splendido panorama della vecchia Istanbul. E’ da qui che diamo un arrivederci alla città, un’ultima fotografia scattata sotto il chiosco di Bagdad, una davanti alle famose piastrelle che decorano il Palazzo e ci avviamo verso una nuova meta…Ankara! Sostiamo presso un ristorante sulla riva del Bosforo e, questa volta, oltre ai soliti riso, pollo e peperoni, piatti immancabili nella cucina Turca, ci viene offerto anche del Kebap; dopo questa siesta, più riposati che mai…, maciniamo chilometri su chilometri per raggiungere la capitale.
Sono le 19:30 quando giungiamo ad Ankara, la città a quest’ora già dorme e decidiamo dunque di restare in albergo “Hotel Altinel”, cenare e “goderci” la finale di Champions League. La cena non è certo delle migliori; gli avvoltoi che si sono seduti a tavola prima di noi ( incuranti della necessità di una doccia rilassante e necessaria dopo un viaggio così lungo) si sono buttati a capofitto su quanto di “buono” potesse esserci a buffet lasciandoci gli avanzi di una cucina che già da sé non sembrava allettante al nostro palato. Saliamo al piano superiore, ci sediamo ai tavolini del bar con vista sulla città, chiediamo un buon espresso e come sempre veniamo accontentati con un imbevibile Nescafè; prendiamo i posti migliori davanti al televisore e aspettiamo il fischio d’inizio dell’arbitro. Siamo in 4 gatti a vedere la partita: Io, il mio compagno altri due italiani e 4 “distinti” inglesi tifosi del Liverpool e della birra; gli ingredienti per una rissa ci sono tutti ecco dunque che si può dare il via allo spettacolo; al primo minuto 1 a 0 per il Milan ( si gioisce ma in modo contenuto, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di rendercene conto), 2 a 0 per il Milan ( e qui gli animi iniziano a scaldarsi); Il mio compagno lancia il suo pronostico 4 a 0; 4 paperelle al Liverpool! Sarà questo il tormentone di tutta la serata, sulla falsa riga della pubblicità della TIM 4 4 4 (4 stelline, 4 paperelle…); 3 a 0 … guardiamo i tifosi inglesi e con tono snobista gli cantiamo la solita 4 4 4; pausa primo tempo, tutto sembra scontato, la partita si preannuncia noiosa ma alla ripresa subito il recupero del Liverpool; le cose si mettono male 3 a 1, 3 a 2 e sul 3 a 3 la canzoncina ce la fanno gli inglesi; non ci sembra il caso di rischiare oltre e ci sentiamo quasi obbligati a lasciare la dolce compagnia dei tifosi inglesi per dirigerci verso la nostra stanza dalla quale poterci godere la finale. Le luci si spengono allo stadio e anche su quest’altra giornata in Turchia che ricorderemo certamente per la Mosche Blu, Palazzo Topkapi ma soprattutto per il 444. GIOVEDI’’ 26/05/2005 (ANKARA/HATTUSAS/CAPPADOCIA Km 430) Ore 8:00, lasciamo il nostro albergo per dirigerci al museo delle Antiche Civiltà Anatoliche di Ankara. All’interno troviamo una stupenda collezione di reperti della civiltà ittita unica al mondo e dei resti della casa dove si presume abbia vissuto Re Mida; restiamo il tempo che basta per visitare al meglio questo museo, per conoscere questa civiltà e poter così meglio comprendere le visite che ci appresteremo a fare nel pomeriggio. Ripartiamo alle 10:30 e ci fermiamo per la sosta pranzo alle ore 13:00; il locale non è certo dei migliori, un buffet freddo, degustato al freddo (le stufe che si trovano all’interno le utilizzano come arredo), ma del resto ci stiamo avvicinando alla Cappadocia una delle zone più povere della Turchia e per questo non ci lamentiamo e ci adattiamo; in questo villaggio si trovano peraltro solo 2 ristoranti e pare che il nostro sia il migliore. Il sito archeologico di Hattusas si trova a pochi chilometri, quindi, lasciato il “ristorante” alle ore 14:15 ci apprestiamo a continuare la nostra immersione nella storia delle civiltà antiche dell’Anatolia. Ad Hattusas si trovano il Grande Tempio, un passaggio segreto, la porta dei Re e la Porta dei Leoni; Poco distante da Hattusas si trova il sito di Yazilikaya famoso per i suoi rilievi; altra visita interessante, un’occhiata veloce alle immancabili bancarelle, la solita tartaruga acquistata per la mia collezione e partenza con destinazione CAPPADOCIA.
La pioggia è clemente anche oggi, ma giusto il tempo per le visite, saliamo sul pulman ed inizia a diluviare; abbiamo ancora circa 200 Km da percorrere prima di arrivare a destinazione; Quando giungiamo nei pressi di Goreme c’è un fortissimo temporale ma dal finestrino del nostro autobus riusciamo già ad assaporare quanto di spettacolare vedremo l’indomani. Stanchi, ma felici, giungiamo al nostro albergo, Hotel Dedeman, grazioso e con un buffet decisamente tra i migliori. VENERDI’ 27/05/2005 (CAPPADOCIA) Finalmente Cappadocia. Erano anni che desideravo visitare questa zona della Turchia ed il giorno è arrivato; se ne sente tanto parlare, si vedono documentari e si pensa per questo di sapere cosa si vedrà ma niente qui è descrivibile; è vero, un documentario può mostrare delle immagini, ma calarsi nella realtà della Cappadocia è un’altra cosa! La nostra giornata inizia dalla città sotterranea di Kaymakli; la guida avverte che chi soffre di claustrofobia è meglio non entri. La città costruita su otto piani, ospitava più di 2000 persone che si sentivano qui protette da qualsiasi attacco esterno; l’ambiente è ben areato, non si teme un soffocamento, quanto piuttosto un terremoto essendo la Turchia zona sismica; ci addentriamo nella città scendendo solo sino al quarto piano, attraversando strettissimi e bassissimi cunicoli che possono raggiungere la lunghezza anche di 30 metri (per farlo ho superato le mie paure ma ne è valsa la pena). Fuori un tipico venditore di gelato ci mostra la particolare lavorazione sperando che qualche turista, ignaro o noncurante della “maledizione del sultano”, si accinga ad acquistarlo. La prossima tappa è Zelve ma Cem, la nostra guida, con un fuori programma ci porta a visitare i famosi Camini delle fate…Meraviglioso! Lo scenario è veramente fatato; saliamo in cima ad una collina e da qui ci lasciamo avvolgere da questa atmosfera incantata; difficile resistere alla voglia di scattare foto su foto, ogni angolo, ogni “camino” ha qualcosa di magico! Un grazie a Cem per questo “fuori programma” e si riparte! Giungiamo a Zelve alle ore 11:45 visitiamo un rifugio di anacoreti e anche qui il tempo è dedicato alla fotografia, difficile scegliere cosa immortalare, tranne me, ovviamente, che faccio parte integrante di questo paesaggio fatato.
E’ quasi ora di pranzo ma verso Avanos ci fermiamo presso una scuola di Tappeti; la sosta è particolarmente interessante, ci viene mostrata la lavorazione del baco da seta, il lavoro delle ragazze che manualmente tessono tappeti e ci viene soprattutto offerto un buonissimo the alle mela. Verso le 12:30 giungiamo al ristorante; nulla a che vedere con quello del giorno precedente; curato e accogliente era proprio la sosta che ci voleva; inoltre, essendoci il solito riso e pollo, la guida mi chiede se può farmi preparare del pesce ed io ovviamente acconsento invidiata dal resto del gruppo! Il pomeriggio è dedicato alla visita della Valle di Goreme ed in particolare del museo all’aperto. La valle possiede circa 350 chiese rupestri le più belle delle quali si trovano in questo museo protette dall’Unesco. Gli affreschi sono ancora ben conservati nonostante nel XIV secolo, durante il periodo iconoclasta, sotto l’influenza ortodossa e musulmana, siano stati danneggiati. La giornata in Cappadocia sta per finire, uno sguardo alla fortezza di Uchisar, un acquisto, immancabile alle bancarelle, qualche scatto fotografico alla Valle dei cacciatori e una breve sosta in un negozio di ceramiche, oro e argento; entriamo, ci viene mostrata la lavorazione della schiuma di mare per la fabbricazione delle pipe, ma soprattutto ci vengono mostrati dei braccialetti fatti a mano in argento; Rientriamo in albergo e dopo una buona cena ci prepariamo per la serata tipica in Cappadocia. Cem viene a prenderci in albergo e ci accompagna in un grazioso locale scavato nella roccia. Lo spettacolo inizia con la danza dei “Dervisci”, i monaci rotanti; poteva bastare questo spettacolo per concludere la serata ma qualcuno acclama l’entrata sul palco della danzatrice del ventre; calata dall’alto dentro una campana di vetro inizia il suo spettacolo, ammirata e applaudita soprattutto dagli uomini presenti nel locale. Ci viene offerto del Raki, bevanda alcolica tipica della Turchia, ed io, astemia, devo essere stata inebriata dai vapori emessi dai commensali visto che nel giro di pochi minuti mi vedo proiettata sulla pista da ballo a fare la danzatrice del ventre con il simpatico sig. Grimaldi. Il mio compagno, del tutto indifferente alla cosa, abituato al mio coinvolgimento nei balli locali, sogna ancora la sua danzatrice del ventre! SABATO 28/05/2005 (CAPPADOCIA/KONIA/PAMUKKALE KM 700) Sveglia presto, il trasferimento di oggi è il più lungo; dovremo percorrere circa 700 Km attraversando tutta l’Anatolia centrale per giungere a Pamukkale. La prima sosta dopo qualche centinaia di Km la facciamo a Agzikarahan dove si trova un caravanserraglio ancora ben conservato. E’ emozionante sostare in un luogo come questo dal quale sono passate migliaia di persone dirette a chissà quale destinazione… Proseguiamo il nostro viaggio dirigendoci verso Konya. La città, fondata nel II secolo A.C. Dai romani, è attualmente una delle città più popolate della Turchia nonché una delle più visitate dalla popolazione musulmana; è qui, infatti, che si trova la tomba di Mevlana filosofo, poeta, fondatore di un culto mistico Islamico. Scopo della nostra visita è il complesso dei Dervisci danzanti oggi chiamato “Museo Mevlana”.
Giungiamo in città verso le ore 12:00 e subito veniamo travolti da una folla di pellegrini che da ogni parte della Turchia e del Mondo vengono a Konya per pregare sulla Tomba del fondatore; Non ci aspettavamo una atmosfera di questo tipo e impreparati ma incuriositi entriamo in questo luogo di culto. E’ proprio qui forse dove sentiamo più che mai di non trovarci nel solito posto per turisti acconciato a dovere; all’interno varie reliquie tra le quali un capello di Maometto ed il più piccolo corano al mondo scritto a mano. Usciamo dalla ressa, acquistiamo un ricordo e ci dirigiamo verso un ristorante appena fuori dal centro della città. Ad accoglierci un’altra schiera di pellegrini che pur non pranzando nel nostro stesso ristorante vi si fermano per rinfrescarsi, lavarsi e quant’altro che si preferisce non raccontare… È la loro cultura del resto e trovandoci in un paese musulmano non ci resta altro da fare che rispettarla pur non condividendola vista in certe occasioni l’invadenza di una qualunque morale.
Ripartiamo, qualche sosta per sgranchirci le gambe, comprare the alla mela, cuscini e oggettistica varia e finalmente il lungo trasferimento ha fine e giungiamo a Pamukkale. Piove…Ma domani è un altro giorno.
L’albergo ci era stato descritto come meraviglioso, al dire di una turista che vi aveva soggiornato in precedenza, in realtà niente di esilarante a parte la possibilità di effettuare un bagno termale nella piscina dell’albergo. Il mio compagno, che alla sola vista dell’acqua rischia di annegare, insiste e svogliata lo accontento. Infiliamo il costume e via in piscina per una max di 15 minuti, tempo limite per non rischiare trombosi o altro. Esco dall’acqua rilassata e con una gran voglia di spaccare la … A colui che ha avuto questa brillante idea; più stanca che mai torno in camera, mi preparo per la cena con abiti ovviamente leggeri e mi dirigo verso il ristorante… All’aperto, e con il temporale che imperversa!!!!! Fa freddo, il nostro tavolo ci è stato rubato, i soliti avvoltoi hanno mangiato quanto di commestibile ci fosse ancora a disposizione, ma non importa, mai come quest’anno ho dimostrato di sapermi adattare! Entriamo per riscaldarci, un caffè (o meglio un neskaffè) nel bar dell’albergo e a letto; nella notte i postumi della città sotterranea si fanno sentire e le mie crisi d’ansia svegliano il mio amore che è costretto per un’po a lasciare accesa la luce per evitarmi un soffocamento. Vorrei concludere la descrizione di questa lunga giornata con una frase di Mevlana che racchiude l’essenza di un pensiero che non si discosta poi tanto da quello che qualunque cristiano dovrebbe avere: sii come un fiume nell’aiutare gli altri e nella generosità; sii come il sole per la compassione e per la pietà sii come la notte nel nascondere i difetti degli altri sii come la morte per la furia e per il nervosismo sii come la terra per la modestia e l’umiltà sii come il mare per la tolleranza sii come sembri o sembra come sei… DOMENICA 29/05/2005 (PAMUKKALE/LAODICEA/ANTALYA KM 700) Dopo il temporale di ieri sera pare che oggi il cielo si stia per aprire. Ci attende un’altra giornata emozionante tra storia e paesaggi che la Turchia ci può offrire. La visita ha inizio con la città di Hierapolis. Nell’antica città, ancora in fase di scavo, si possono ammirare i resti di un bellissimo teatro romano, la porta di Adriano, la tomba dell’apostolo Filippo e un’intera necropoli ancora da scoprire. Saliamo per un sentiero e giungiamo al teatro, splendido, ancora pressoché intatto nonostante la zona sia stata più volte sottoposta a terremoti; Scendiamo e ci accingiamo a visitare il motivo del lungo trasferimento di ieri: le cascate pietrificate di Pamukkale.
Le sorgenti di acqua fortemente calcarea hanno formato con l’evaporazione e il deposito sul terreno del gas di carbonio, delle piscine termali contenenti acqua calda nelle quali un tempo, prima dell’arrivo massiccio di turisti, si poteva fare il bagno anche nei mesi invernali data la temperatura elevata. Ci togliamo le scarpe e camminiamo per un centinaio di metri sopra queste cascate, soffermandoci di tanto in tanto per scattare qualche foto e dare sollievo ai piedi arrossati; bisogna prestare la massima attenzione, qualcuno scivola rischiando di farsi del male, si rialza e prosegue la sua passeggiata, qualcun altro, il mio amore, ormai giunto al traguardo, finita la roccia calcarea, scende due normalissimi gradini e” piomba” a terra beh, lo dicono, mai abbassare la guardia! Rimettiamo i nostri sandali e andiamo a visitare l’antica piscina che si trova nei pressi delle cascate, un gelato e si riparte!!! Pare che la nostra prossima destinazione sia Laudicea, città biblica dove sorge una delle sette chiese della rivelazione, ma dov’è la chiesa?, dov’è la città? chiediamo alla guida. È ancora sottoterra, riusciamo a malapena a scorgere una specie di teatro che pare essere in fase di scavo. Interessante però probabilmente lo sarà di più tra qualche anno.
Saliamo sul pulman per l’ultimo trasferimento verso Antalya. Sostiamo in un grazioso ristorante con un bellissimo parco, un laghetto, e le immancabili bancarelle dove riesco anche qui a comprare qualcosa. In serata arriviamo ad Antalya, la città si presenta subito ai nostri occhi ordinata e pulita e la guida ci avvisa che non appena vedremo il nostro albergo non avremo voglia di uscire. In effetti, finalmente, vediamo un 5 stelle come si deve! Andiamo subito in piscina, prendiamo quel poco di sole che resta a quest’ora, passeggiamo a piedi per il parco e dopo aver incontrato l’assistente Alpitour per le ultime spiegazioni sulla partenza, decidiamo di fare una sauna. Siamo soli, gli altri sono già a cena, ci immergiamo nell’atmosfera di questo splendido albergo e dopo la sauna ci rilassiamo nell’Hamman per assaporare per le ultime ore le tradizioni arabe. Ceniamo (con un buffet meraviglioso e gustoso) e usciamo per visitare Antalya by night. Il centro della città è incantevole, tanti negozi si affacciano sulle stradine che giungono sino al porto, graziosi locali si affacciano sul mare e la tranquillità di questo posto ci fa quasi dimenticare di essere in Turchia. (alla faccia del detto mamma li Turchi). Ultimi acquisti, ultimi scorci di Turchia; è mezzanotte e domani la sveglia è all’alba! LUNEDI’ 30/05/2005 (ANTALYA/ITALIA) E’ finita anche questa avventura, alle 4:30 di mattina ci svegliano, una piccola colazione, carichiamo i nostri bagagli e ci dirigiamo all’aeroporto di Antalya. Quasi tre ore di volo, senza scali e ci ritroviamo ad atterrare al solito aeroporto, Malpensa Terminal II. Arricchiti da questa nuova esperienza di viaggio lasciamo l’aeroporto, non con un addio ma con un arrivederci a presto, al prossimo viaggio.