Isole Faeroer: sperdute nell’Atlantico

Visto che non ho trovato alcuna informazione di viaggio ho defciso di scrivere qualcosa sulla mia esperienza alle Isole Faeroer, isole sperdute nell'Atlantico settentrionale. Abbiamo deciso di partire, io ed il mio compagno, nel giugno scorso, approfittando di un mio viaggio di lavoro a Copenhagen, abbiamo pensato di organizzarci un long week-end...
Scritto da: ramnia
isole faeroer: sperdute nell'atlantico
Viaggiatori: in coppia
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Visto che non ho trovato alcuna informazione di viaggio ho defciso di scrivere qualcosa sulla mia esperienza alle Isole Faeroer, isole sperdute nell’Atlantico settentrionale.

Abbiamo deciso di partire, io ed il mio compagno, nel giugno scorso, approfittando di un mio viaggio di lavoro a Copenhagen, abbiamo pensato di organizzarci un long week-end alle isole Faeroer prima della nostra partenza dall’Italia.

Dopo aver terminato tutte le riunioni abbastanza noiose in Danimarca abbiamo volato con Maersk Air da Copenhagen a Vagar, l’unico aeroporto delle 18 isole che compongono l’arcipelago.

Dopo circa 2 ore 1/4 di volo abbiamo cominciato la discesa verso Vagar, sembra di atterrare sull’acqua in quanto la pista dell’aeroporto è allineata alla costa.

Le formalità doganali sono molto rapide, aeroporto molto pulito, massima efficenza danese anche se ci troviamo in mezzo all’oceano.

Prima della partenza avevamo prenotato una macchina a noleggio con Avis, in modo da poter girare le isole in modo autonomo e senza dipendere dagli orari dei mezzi pubblici che non si sa mai quando partono o arrivano.

Purtroppo abbiamo avuto la prima sorpresa, la nostra prenotazione non esisteva, abbiamo dovuto discutere non poco con l’addetto al noleggio per farci consegnare una macchina, naturalmente non quella che avevamo prenotato noi, e nonostante avessimo una carta Avis, abbiamo penato non poco ed alla fine con un congruo deposito cauzionale abbiamo avuto la nostra vettura.

Inizia l’avventura, ci sentivamo un po’ due Robinson alla scoperta di isole mai viste.

In effetti pochissimi italiani le hanno visitate, da quello che abbiamo sentito e saputo dai locali, per fortuna quasi la totalità della popolazione parla un ottimo inglese altrimenti la lingua locale, il faeroese, è totalmente incomprensibile.

Decidiamo di visitare subito la capitale Torshavn, per fortuna è stato aperto un tunnel sottomarino che collega l’aeroporto all’isola principale dove c’e’ la capitale, in passato si doveva attraversare il tratto di mare solo con il traghetto, ma ora con il nuovo tunnel i tempi sono stati drasticamente ridotti.

Appena partiti dall’aeroporto ci guardiamo in faccia e ci chiediamo…Ma dove siamo venuti? Tutt’intorno a noi colline e montagne brulle, pochissime abitazioni, molte pecore e capre sulle pendici delle montagne, incontravamo una macchina ogni quarto d’ora, abbiamo pensato se erano isole abitate da esseri umani o completamente disabitate? Attraversato il tunnel sottomarino arriviamo sull’isola principale e ci siamo diretti verso la capitale, dove era nostra intenzione andare subito all’ufficio del turismo per recuperare tutte le informazioni che ci potevano aiutare a scoprire questo posto sperduto.

Pensavamo di trovare un uffico del turismo organizzato con l’efficenza danese, pensavamo di trovare la lista dei B&B dove poter passare le nostre notti, ma naturalmente nulla di tutto questo. Non siamo riusciti a recuperare nemmeno una cartina delle isole, per fortuna avevamo scaricato da Internet tutto il possibile prima di partire.

Torshavn è un piccolo porto peschereccio, tutto sembra tranne la capitale, ci vivono in tutto meno di 20000 persone, tutti si conoscono, sembra un nostro piccolo paese in riva al mare, molto carina ma niente di speciale, qualche negozio di souvenir, dove abbiamo trovato delle persone molto cordiali e gentili che ci hanno indirizzato a loro conoscenti per i nostri pernottamenti, incredibile ma vero, hanno telefonato per noi direttamente a tre/quattro persone in diverse isole per sentire se avevano disponibilità per dormire nei prossimi giorni.

Con la lista ed i numeri telefonici dei nostri “albergatori” dopo un altro breve giro per Torshavn abbiamo deciso di partire per la visita dell’arcipelago. Potevamo scegliere se prendere un elicottero per i vari spostamenti, a costi abbastanza sostenuti, oppure continuare con la macchina presa a noleggio, e naturalmente per poter vedere tutto il possibile abbiamo optato per quest’ultima.

Dopo aver comprato dell’ottimo pane nero e del formaggio locale partiamo alla volta di Kirkjubour sulla costa meridionale dell’isola di Streymoy, un posto veramente fuori dal mondo, non è tanto una cittadina quanto un insieme di rovine di antiche abitazioni in riva al mare.

Sulla punta estrema abbiamo visitato un antica cattedrale iniziata nel XIII secolo e ricostruita nei secoli successivi, veramente interessante con annesso cimitero ditero l’abside.

Non lonatno dalla cattedrale abbiamo visiato un antica fattoria tutta costruita in legno, risalente a 900 anni fa, e con il tetto ricoperto da torba tipica coprtura di moltissime abitazioni nelle isole.

La fattoria è ancora abitata dalla stessa famiglia per 18 generazioni, una parte è adibita a museo e l’altra chiusa al pubblico è abitazione privata.

Veramente molto caratteristico e particolare, certo non si trovano assolutamente le comodità a cui siamo abituati nel nostro paese ma pansando a questo posto sperduto nell’oceano lontano da tutto e da tutti si respira un’aria diversa.

Lasciamo la piccola cittadina di Kirkjubour per dirigerci verso nord, dove pensiamo di passare il pomeriggio e la nostra prima notte, arriviamo a Vestmanna ma ripartiamo poco dopo considerato che in dieci minuti avevamo già visto tutto il visitabile, abbiamo continuato il periplo dell’isola di Streymoy fino all’estrema punta nord da dove si gode un ottima vista sull’oceano e dove si trovano due faraglioni Kisin e Kellingin alti più di 70 metri, dove nidificano migliaia di pulcinelle di mare, che arrivano dal mare aperto, dove vivono tutto l’anno, solo nel periodo della riproduzione. Uno spettacolo davvero unico da vedere…Indimenticabile! Lasciamo Streymoy attraverso uno stretto ponte e passiamo sull’isola di Eysturoy dove dopo un lungo guidare arriviamo a Gjògv, un piccolo paesino sperduto all’interno di un fiordo dove troviamo solo una ventina di case tutte con il tetto coperto di erba e pochissime persone che assolutamente parlano solo la lingua locale, la pace ed il silenzio della natura ci travolgono e pensiamo come sarebbe diverso vivere qui fuori dal mondo a contatto diretto con la natura..Ma vistoc he il sole comincia a tramontare decidiamo di ripartire e guidiamo alla volta di Flugafjordur, importante porto al nord dell’isola, dove troviamo una fabbrica per la lavorazione e conservazione della carne di balena.

Cerchiamo il nostro contatto, il responsabile dell’ufficio del turismo locale, una persona molto gentile che dopo averci spiegato tutto quello che poteva su questo piccolo paese ci invita a cena e poi ci “ospita” a casa sua per la notte, contro pagamento di circa 60 euro in due.

La cena naturalmente a base di pesce, non proprio di nostro gradimento, la cucina delle isole Faeroer non è proprio il massimo, ma ci siamo accontentati lo stesso.

Al mattino molto gentilmente ci viene servita un ottima colazione di tramezzini riempiti con pesce e formaggio, o salame e altro formaggio di capra, e dopo aver ringraziato per la squisita ospitalità ed ottimo cibo continuiamo il nostro giro, arriviamo purtroppo in ritardo per il traghetto per Bordoy, e visto che era l’unica partenza della giornata, decidiamo di andare a visitare una fabbrica di maglieria, a detta dei locali molto rinomata e di valore con prezzi veramente inaccessibili.

Decidiamo di gironzolare per l’intera giornata alla scoperta delle due isole ma nel primo pomeriggio scegliamo di dirigerci ancoira una volta verso Vestmanna dove si organizzano gite in mare per vedere i nidi delle pulcinelle di mare.

Dopo circa due ore di attesa troviamo un pescatore disposto a portarci in escursione e tra un mare nero e forza quattro ci avventuriamo a vedere i famosi pennuti che nidificano sulle scogliere isolate di queste isole, a parte il freddo e l’acqua che abbiamo preso abbiamo vsito da vicino migliaia di uccelli che volavano sopra le nostre teste, ripide falesie e scarsissima vegetazione.

Al ritorno siamo passati per un tratto di mare delimitato da alte sogliere a picco sul mare dove solo le pecoire riuscivano ad arrampicarsi. Ritornati aVestmanna e dopo aver pagata molto molto salata la nostra gita in mare decidiamo di andare a cena in un ristorante, a detta dei locali, di cucina internazionale…Peggio che andar di notte…Prezzi folli e cibo..Lasciamo perdere.

Vista l’esperienza e i quasi ducentocinquanta KM percorsi, decidiamo di avvicinarci all’aeroporto, abbiamo pensato di partire con un paio di gironi di anticipo, considerato il freddo che faceva ed il sole che non si vedeva, era inizio giugno ma abbaimo trovato un tempo come fosse gennaio da noi in Italia.

Alle 23.00 il sole era ancora alto e non riuscivamo a dormire, la mattina dopo sveglia alle cinque e via in aeroporto a riconsegnare la macchina all’Avis. Siamo ripartiti per Copenhagen, dove ci siamo fermati un altro giorno, contenti di aver visitato un mondo completamente diverso dal nostro fuori dal comune e dove secondo noi ci si può stare tre/quattro giorni al massimo, visto il clima, il costo della vita alle stelle e le poche cose da vedere.

Se avete bisogno di qualsiasi informazioni saremo lieti di aiutarvi…

ciao a tutti!



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