Patagonia on the road: fino alla fine del mundo
Tenete presente che io ho prenotato i primi di maggio del 2005, circa un mese prima i voli interni costavano 300 euro di meno !!!, c’e’ molta affluenza su queste linee da parte dei gruppi organizzati per cui i posti finiscono subito. Il volo dell’aereolineas costava circa 150 euro in più di quello dell’Iberia.
Dall’Italia ho prenotato l’auto con La Europecar per un costo complessivo di circa 1500 euro per un totale di 16 gg. L’auto era una normale macchina Golf del modello fine anni ottanta, è stata prelevata a Trelew nella Penisola di Valdez e riconsegnata a Ushuaia nella Terra del fuoco. Il kilometraggio era illimitato alla fine abbiamo fatto circa 4300 Km.
Avevo contattato anche Avis ed Hertz, che costavano qualcosa di meno ma non era possibile riconsegnare l’auto ad Ushuaia. Ci sono sul posto anche compagnie locali abbastanza affidabile ma magari c’e’ il rischio di non trovare l’auto per il periodo che vi serve. Un 4×4 non è necessario, in quanto le strade sono asfaltate quelle che collegano i centri più importanti, e di tipo bianche a fondo ghiaioso ben compattate. Solo una volta su una strada secondaria abbiamo avuto un pò di problemi a causa della pioggia che si portava via il fondo di ghiaia.
Comunque su queste strade la velocità cautelativa è di 60 km orari.
E’ importante farsi dare l’autorizzazione per entrare in Cile dall’agenzia locale.
Via internet utilizzando Booking e Hostelworld ho prenotato alcuni alberghi a Baires, Iguazù, El Chalten, El Calafate e Ushuaia. Tenete presente che questi alberghi di categoria bassa, tutti con bagno in camera e acqua calda e prima colazione, nelle zone molto turistiche si rischia di non trovarli sul posto per cui prenotarli dall’Italia conviene inoltre si risparmia tempo.
Relativamente ai prezzi per dormire come ho detto sopra la spesa media è stata da 15 – 20 euro a persona per notte, per mangiare da 5 – 10 euro per notte.
In Argentina si mangia prevalentemente carne, di solito viene fornita su una bracie direttamente al tavolo, si chiama Parilla e costa mediamente 7 euro a persona, con quantità che superano il Kg e mezzo in certi casi. Oltre al manzo è buono il cordero ovvero il nostro abbacchio, molto tenero. Tenete presente che più si và a sud più diminuiscono le mucche e quindi il manzo. Il pesce si trova io l’ho mangiato in Cile e a Ushuaia. Costa quanto la carne vale la pena.
Le escursioni varie (es. Navigazione lago argentino, canale di beagle, fiordo ultima esperanza ecc.) costano dalle 40 alle 60 euro a persona, ma nè vale la pena.
Il costo totale del viaggio è stato per 23 giorni circa 3.000 euro.
Vediamo in dettaglio il programma di viaggio.
DOMENICA 23 OTTOBRE 2005: Partenza da Roma alle ore 8:15 circa per Madrid un’ora di ritardo ci costringe ad una corsa per prendere il volo per Baires alle 12:00.
alle 19:45 atterriamo nella capitale argentina.
Ci trasferiamo con un taxi all’aereoporto nazionale e aspettiamo lì sulle panchine !!! alle 5:30 ci imbarchiamo per Trelew dove arriviamo alle 7:30 finalmente in Patagonia. E’ il 24 ottobre 2006.
LUNEDI’ 24 OTTOBRE 2006: Siamo un pò stanchi ma la Patagonia ci aspetta, ritiriamo l’auto è tutto ok. Breve giro della città di Trelew, una piazza centrale, una chiesetta nulla più, sembra di essere lontano anni luce dal caos e dalla miseria, sembra che quì comunque si sopravvive abbastanza bene. Seconda tappa andiamo a Gaiman un villaggio a 20 km da Trelew. Per strada non incontriamo nessuno, sarà una routine del viaggio. Ma anche a Gaiman non c’e’ un anima !!! il luogo è interessante per le numerose sale da tè gallesi. Quì c’e’ stata una forte immigrazione di gallesi nell’ottocento. Ne visitiamo una ci servono del tè e dolci non male sono le 15:00 abbiamo un pò fame. Di solti aprono alle 15:00. Ultima tappa giornaliera Punta Loma 20 km a est di Puerto Madryn che dista da Trelew circa 65 km. Puerto Madryn rimaniamo due notti come punto base per un giro alla Penisola di Valdez. A Punta Loma ci sono da vedere i Leoni Marini. Si vedono dall’alto ma abbastanza bene.
La sera cena a base di carne di manzo, notevole “asado de tira ” delle strisce di manzo alla brace uhm!!! che nostalgia. Premetto sono un carnivoro !!! MARTEDI’ 25 OTTOBRE 2005: Partiamo per un giro alla penisola di Valdez. Si trova circa a 70 km da Puerto Madryn, prima di arrivare a Puerto Piramide, base per andare a vedere le Balene, c’e’ un visitor center dove si può osservare uno scheletro di balena, foto sulla fauna della zona.
Arriviamo a Puerto Piramide, e ci dirigiamo subito ad un’agenzia dove prenotiamo una escursione per le balene. Doveva durare circa un’ora ma alla fine durerà 2 ore e mezza. Avvistiamo circa 12 balene, sono stupende, grandi, immense, l’ultima ci saluta con la sua coda e pinne con spruzzi sull’acqua. Si prosegue per Punta Norte 70 km di strada sterrata nella parte nord della Penisola di Valdez. Si incontrano guanachi e qualche bus turistico. Arrivati a Punta Norte si Vedono alcuni esemplari di elefante marino, sono molto grandi non è possibile avvicinarci sulla spiaggia. Ci sono anche Leoni Marini, il vento è molto forte. Proseguiamo verso sud fino ad arrivare a Caleta Valdez dove troviamo una piccola colonia di pinguini, un assaggio di Punta Tombo. Purtroppo l’ora e mezza in più dell’escursione delle balene non ci consente di arrivare a Punta Delgada a sud della Penisola. Tenete presente che il Visitor Center ci dice che quella zona è privata e che quindi non si hanno orari ben definiti. Mentre gli altri punti sono statali e chiudono alle 20:00 di sera. Da queste parti si fà notte alle 20:30. Comunque gli elefanti gli abbiamo visti, per cui torniamo a Puerto Madryn, l’asado de tira ci aspetta !!! MERCOLEDI’ 26 OTTOBRE 2005: Prima di partire per il sud visitiamo Puerto Madryn, più o meno come Trelew. Iniziamo l’avventura in auto dopo un pò di strada asfaltata si svolta per 70 km di strada ghiaiosa, abbiamo incontrato n.1 auto !!! al ritorno nessuna. Arriviamo a Punta Tombo, mia madre rimane all’inizio un pò incredula perchè si aspettava di vedere i Pinguini sul ghiaccio, le spiego che purtroppo non siamo in Antartide. Comunque il luogo è molto suggestivo, c’e’ ne sono circa 500.000 che gironzolano a proprio piacimento, ti passano molto vicino, nè puoi vedere alcuni che covano uova, altri fare il bagno nel mare. Sono le 16:00 e ripartiamo per il sud ancora 70 km di strada ghiaiosa e qundi 200 km di asfalto, arriviamo a Comodo Rivadavia e pernottiamo li’. Questa è una sosta tecnica per arrivare domani sera a El Chalten sulla cordigliera Andina.
GIOVEDI’ 27 OTTOBRE 2005: Partiamo presto ore 8:30 circa, attraversiamo Caleta Olivia, dove sitrovano giacimenti di Petrolio, vediamo una costa atlantica molto deserta e brulla. I km da fare sono tanti più di 800 di cui 250 km di strada ghiaiosa !!!. Ci fermiamo all’ora di pranzo a Puerto San Julian cittadina carina con un veliero che ricorda l’arrivo di Magellano da queste parti. Proseguiamo per Luis Piedra Buena, ultimo rifornimento di benziana, a proposito tenete sempre il pieno quì i distributori possono stare anche a 200km di distanza l’uno dall’altro. Il tempo che fino a oggi è stato pieno di sole fà i capricci svoltiamo per tres lagos che si trova verso la cordigliera, dobbiamo attraversare la patagonia trasversalmente. La strada non è buona, e secondaria e quindi non tenuta bene, incomincia a piovere la ghiaia quella poca rimasta se nè va si guida su un nastro di fango !!! ed essendo questa un’auto normale rischiamo di rimanere in mezzo al nulla insieme a qualche guanaco!!! Camminiamo ad una velocità media di circa 20-30 km orari ma è l’unico modo per non finire fuori strada. Incontriamo qualche auto locale, addirittura un trasporto della benzina, e due postazioni mobili per il mantenimento delle strade, ad uno di questi gli chiediamo se con la nostra auto è possibile continuare su queste strade e lui ci dige che “tranqilo amico piano piano arrivi” !!! se lo dice lui. Aveva ragione piano piano arriviamo a Tres Lagos 230 Km in sei ore !!!. A Tres Lagos facciamo rifornimento apparentemente al distributore non c’e’ nessuno, busso alla porta e modello film americano esce un signore il quale sorride e ci dice se tutto va bien !!! era contento comunque di fare benzina a qualcuno. Questo villaggio, a questa ora, sono circa le 21:00 sembra di essere trasportati fuori del tempo e dello spazio 1800 nel far west americano, non c’e’ telefono pubblico bisogna andare alla stazione della Polizia che per altro a questa ora era chiusa, volevo telefonare all’albergo di El Chalten per dirgli che ritardavamo. Il signore del distributore mi dice che ci sono 30 km di strada ghiaiosa e poi finalmente l’asfalto !!!. E’ buio io prendo la guida, in precedenza aveva guidato mio padre che se la cava benissimo su strade fangose ma di notte ci vede poco. Il problema di guidare di notte su queste strade non sono i fari o il traffico, è praticamente insesistente, ma il fatto che le strade sono un cantiere continuo, con segnalazione molto limitate, per cui si rischia di finire fuori strada. Le uniche luci che si vedono sono quelle delle stazioni mobili del mantenimento delle strade.
Si arriva sull’asfalto circa 70 km per arrivare la strada è stata fatta da poco niente segnaletica orizzontale bianca. Ciò fà il tutto un buio impressionante, sembra di stare in un tunnel per andare in un’altra dimensione, ma ormai dobbiamo arrivare a El Chalten.
Gli utlimi 15 km si ritorna ad un tratto ghiaioso e sconnesso, ma finalmente si arriva, si vedono le luci di El Chalten, piove, non c’e’ nessuno sono le ore 23:30, la signora dell’albergo ci stava aspettando, ci offre un tè caldo, andiamo a dormire, domani ci aspettano 20 km di tek !!! VENERDI’ 28 OTTOBRE 2005: El Chalten al risveglio ci appare come un villaggio montano perso in una piana ai piedi della cordigliera delle Ande. Apparentemente un villaggio di montagna in espansione continua si stanno costruendo alberghi.
Ma l’atmosfera è differente calma piatta, pochi turisti, peccato che la giornata è nuvolosa.
Iniziamo il Trek del Fitz Roy, purtroppo non riusciamo a vederlo !!! Continuiamo il trek, visitiamo la laguna capri purtroppo i colori dato il cielo sono grigi, torniamo a valle nel pomeriggio il cielo si apre e arrivati giù nel villaggio mi giro e vedo sgombro da nubi il Fitz Roy in tutto il suo splendore, meno male che alla fine si è rivelato a noi. Il trek è impegnativo nella prima parte, poi spiana se il tempo è buono vale la pena salire fino al Mirador.
SABATO 29 OTTOBRE 2005: Ci svegliamo presto e troviamo una giornata limpida serena che ci ripaga di quella del giorno prima, così da queste parti se ne contano 3 all’anno !!!.
Ci accingiamo io e Carmela, i miei matusa preferiscono stare al riposo dopo la faticata del Fitz Roy, ad affrontare il Trek del Cerro Torre lo percorreremo in 2 ore e 50 minuti all’andata e 2 ore e 30 al ritorno. E’ meno impegnativo di quello del Fitz, lungo il percorso si vede a più riprese il Fitz Roy, e meno male, ma anche il mitico e più spettacolare Cerro Torre sgombro da nuvole !!!.
Si arriva ai piedi rimaniamo incantati dal lago sottostante pieno di iceberg che sistaccano dal ghiacciaio del Cerro Torre. Quest’ultimo è riflesso in questa laguna. C’e’ un pò di gente ma siccome siamo partiti presto siamo ancora da soli. C’e’ un silenzio incredibile, e come se avessi fatto una scalata insieme agli alpinisti.
Ripartiamo nel pomeriggio per El Calafate, mno male che guida mio padre le gambe non me le sento molto dopo altri 20 km di trek, ancora un pò di strada bianca ma ben tenuta, all’uscita da El Chalten ammiriamo tutta la cordigliera con le sue cime in un cielo azzurro !!! DOMENICA 30 OTTOBRE 2005 Andiamo a far visita ad uno dei pezzi forti del viaggio Sir Perito Moreno. Si devono fare 80 km di strada asfaltata, tranne gli ultimi 15 km che sono in fase di ultimazione.
La giornata è grigia ma il mostro di ghiaccio si vede è lì scrutato da centinaia di spettatori pronti ad aspettare il momento che un pezzo di ghiaccio si stacchi, a me è capitato. Al ritorno facciamo un giro a El Calafate cittadina che si snoda lungo una strada molti negozi di vari generi, molti turisti e gruppi organizzati incontriamo un pò di italiani.
LUNEDI’ 31 OTTOBRE 2005: La giornata è dedicata alla navigazione del Lago Argentino, io ho prenotato sul posto appena arrivato a El Calafate 60 euro ma vale la pena.
Bisogna arrivare a Punta Bandera 45 km di strada asfaltata.
La nave un discreto e moderno catamarano ci porta alla vista di tre ghiacciai. Il primo è quello di spegazzini non grande ma la nave ci si avvicina molto e si vede il fronte del ghiacciaio molto da vicino.
La seconda tappa si arriva al ghiacciaio Onelli, si fà sosta per il pranzo, ci si attracca ad un porticciolo si cammina un piccolo sentiero e si arriva alla Baia Onelli dove si vede l’omonimo ghiacciaio e infiniti iceberg che galleggiano sulla baia, molti turisti, fotografi che cercano di farti le foto e che te le stampano sulla nave, comunque sia fà effetto trovarsi in questi posti perchè sembra di essere lontano da tutto, e questo ogni tanto serve.
Terza tappa la visita del ghiacciaio Upsala, non si arriva sotto il fronte del ghiacciaio poichè ci sono moltissimi iceberg che nè impediscono al navigazione. Quì sembra di fare un viaggio in Antartide attraverso i ghiacci come su di una nave rompighiaccio. Vi sono Iceberg grandi anche 20 metri e di un azzurro intenso !!!.
Una cosa quando salite sul ponte superiore della nave copritevi bene perchè fà molto freddo e il vento è fortissimo, la giornata è stata variabile il sole ha fatto capolino ogni tanto.
MARTEDI’ 01 NOVEMBRE 2005: Partiamo per la patagonia cilena, lasciamo El Calafate il tragitto circa 250 km tra un misto di strada asfaltata e ghiaiosa è comunque buono il tempo è variabile ma non piove.
Superiamo la frontiera a Rio Turbio, più di un ora, le autorità di frontiera sono molto lente, è difficile incontrare turisti stranieri, italiani proprio nulla, ma è meglio così sa più di avventura.
Arriviamo alle 15:00 a Puerto Natales, facciamo un giro di questa piccola cittadina cilena ultimo avamposto del Cile, poche case ma molto tranquilla, alloggiamo ad un hostel familiare molto ben tenuto, è descritto anche dalla guida edt. In Cile la vita è leggermente più alta si spende un pò di più ma è sempre meno che in Europa. Si trova del buon Cordero al palo ovvero agnello cucinato alla brace posto su un palo e fatto cuocere lentamente dalla fiamma.
Ma si mangia anche del pesce dell’atlantico. Quì ormai si fà notte alle 21:30.
Prenotiamo una notte al rifugio del Parco di Torre del Paine precisamente la Rifugio Pehoe, tramite un agenzia locale di Puerto Natales. E’ tutto compreso pensione completa.
La benzina che in Argentina costa 0,30 centesimi di euro al litro quì in Cile è circa 1 euro al litro. Tira molto vento e fà freddo anche perchè siamo sull’oceano pacifico aperto.
MERCOLEDI’ 02 NOVEMBRE 2005: Partiamo presto alle 6:00 per il Parco del Paine 115 km di strada ghiaiosa ma ben tenuta. E ‘ un bel parco peccato che i due giorni trascorsi non siano un granchè dal punto di vista meteo, piove e fà freddo. Comunque prima di arrivare all’inizio del trek per il miradore delle tori del Paine, riusciamo a vedere quest’ultime dalla strada.
Iniziamo il trek per il mirador che dovrebbe durare 4 ore ma dopo 1 ora e mezza torniamo indietro il tempo è brutto e non si vede nulla.
Allora facciamo un giro in auto e incontriamo numerosi guanaco e anche un “zorro” mitica volpe andina !!! ci viene incontro all’auto e non ci fà scendere riesco a scattargli una foto.
Il parco è pieno di piccole lagune, laghi azzurri, cascate, peccato che le nuvole offuscano le montagne. Alle 18:00 arrivviamo per prendere il catamarano che ci porta al rifugio pehoe, attraversiamo l’monimo lago in mezz’ora e come un miracolo le nuvole lasciano per un istante le montagne e riusciamo a vedere la maestosità de Los Cuernos e gran parte di questa cordigliera in tutta la sua bellezza !!! Arriviamo al rifugio ben tenuto ci offrono la cena non abbondante ma buona, dormiamo insieme ad altri due ragazzi belgi in una camerata a 6 con letti a castello.
Fà molto freddo e tira vento ma la sensazione è unica, faccio un giro al calare della sera con questo vento incessante !!! GIOVEDI’ 03 NOVEMBRE 2005: Purtroppo il tempo è inclemente iniziamo il trek per il ghiacciaio del Lago Grey che non vedremo dopo circa 1 ora e mezza ci prende una bufera di neve la sensazione è notevole sembra di stare in un film di avventurieri ed esploratori, vediamo appena gli iceberg che vanno alla deriva sul lago Grey.
Torniamo indietro e ritorniamo a Puerto Natales, chissà un giorno tornerò quà perchè questo parco merita con un pò di sole una visita più approfondita.
VENERDI’ 04 NOVEMBRE 2005: Intera giornata all’insegna del maltempo !!! facciamo l’escursione al fiordo ultima esperanza, la nave è meno lussuosa di quella sul Lago Argentino comunque è ospitale, lungo il percorso osserviamo Condor, leoni Marini, prima di arrivare al Ghiacciaio Balmaceda meno spettacolare di quelli argentini am ancora più suggestivo dato il tempo inclemente con una temperatura di – 5 gradi che con il vento senbrano – 10 !!!.
Sbarchiamo su un sentiero per ammirare il ghiacciaio Serrano, piccola camminata e siamo ai piedi dello stesso. Il freddo e il vento è incessante, torniamo sulla neve bagnati, infreddoliti ma un buon tè offerto dall’equipaggio ci riscalda.
SABATO 05 NOVEMBRE 2005: Partiamo presto ore 6:00 per Punta Arenas l’altra città grande della Patagonia Cilena, Puerto Natales ci saluta con una giornata limpida e un’alba piena di malinconia per uno dei posti più remoti che abbia mai visto ma affascinanti. Dopo 250 km di strada asfaltata e come al solito non si incontra anima viva !!! arriviamo a Punta Arenas, giro della cittadina, con un monumento a Magellano. Scorgiamo per la prima volta nella sua parte più larga l’omonimo stretto che va dall’oceano atlantico a quello del pacifico.
Ripartiamo per la Terra de Fuego.
Arriviamo a Punta delgada dove ci imbarchiamo su una nave che fà da spola dalla terraferma all’isola de tierra de fuego. Siamo ancora in Cile lasciamo l’asfalto che ci aveva accompagnato da Puerto Natales e ritorniamo su fondo ghiaioso la strada è discreta ma in alcuni tratti rovinata casua la massiccia presenza di mezzi pesanti. Questa è l’unica via che collega il Cile all’argentina e Ushuaia.
Passiamo la frontiera e torniamo in Argentina, torna l’asfalto e costeggiamo la costa atlantica, brulla e deserta e arriviamo in serata a Rio Grande seconda città della terra del fuoco Argentina.
Allogiamo su un albergo che affaccia l’immenso oceano atlantico.
DOMENICA 06 NOVEMBRE 2005: Breve visita della città di Rio Grande, è una cittadina che non ha molto da vedere se non numerosi monumento alla guerra delle Falkland e ai suoi caduti argentini. Da quì sono partite le truppe che hanno invaso le isole inglesi. A proposito ogni volta che abbiamo passato le frontiere e rientrato in Argentina c’e’ un cartello con scritto: “Le islas Malvines son Argentinas” !!! e anche a Rio Grande c’e’ ne uno.
La città inoltre dato che lo spazio che anno quì come per altre città viste (es. Trelew, Puerto Madryn) è molto estesa case basse e strade immense per un traffico inesistente beati loro !!! Partiamo per Ushuaia fin del mundo a poco a poco il brullo e desertico paesaggio patagonico ci lascia per una verde e più montuosa vegetazione, addirittura passiamo un passo chiamato Garibaldi !!! la strada è tutta asfaltata tranne 60 km ma più trafficata di altri tratti percorsi nella Patagonia.
Arriviamo ad Ushuaia cittadina di 70.000 abitanti adagiata sula mare e arroccata sulle montagne circostanti.
Il centro anche quì con una via principale piena di negozi turistici ma soprattutto di gente turisti molti ma anche locali.
La cosa buffa è che praticamente al di fuori di Ushuaia o Rio Grande non c’e’ nulla come se fossimo su due pianeti distanti e divisi dal buio cosmico. In queste città c’e’ la vita al di fuori il deserto. E’ ricorrente comunque in tutta la Patagonia cilena e argentina.
LUNEDI’ 07 NOVEMBRE 2005: La mattina partiamo per baia lapataia 30 km a sud di Ushuaia anche qui è sterrata ma tenuta bene, arriviamo in fondo alla fine della ruta n.3 che dopo 3000 km con inizio da Buenos Aires termina quì. La strada più a sud del mondo, più giù c’e’ solo l’Antartide.
Noi l’abbiamo percorsa nel nostro viaggio da Puerto Madryn a Luis Piedra Buena (ricordate il giorno del giudizo !!! prima della deviazione per tres lagos) e anche lungo la terra del fuoco argentina da Rio Grande.
Questa baia si trova all’interno del Parco Nazionale Terra del Fuogo, molto bello paeseggisticamente, verde, con sullo sfondo le propaggini meridionali della cordigliera andina. Un sole finalmente ci accompagna in questi ultimi giorni nella Patagonia, la temperatura è insolita 20 gradi sembra che sia arrivata un anticipo dell’estate australe.
Il pomeriggio prendiamo il treno alla fine del mondo, più un’attrazione turistica che altro ma è interessante comunque e poi dopo aerei e navi un vecchio treni a scartamento ridotto non guasta.
MARTEDI’ 08 NOVEMBRE 2005: Ultimo giorno in Patagonia, mattina dedicata all’escursione al canale di beagle, che fronteggia Ushuaia, vediamo leoni Marini e Cormorani e camminiamo sull’isola di Bridges, da dove si osserva l’isola di navarrino e il versante cileno.
Pomeriggio andiamo a far visita all’Estancia Haberton 80 km a est di Ushuaia. E’ interessante il luogo dove si trove praticamente isolata in una zona riparata su di una baia. E’ possibile acquistare dei dolci e se c’e’ tempo andare anche a vedere una pinguinera.
Torniamo a Ushuaia è ora di fare le valigie, abbiamo percorso 4.300 km in auto ora ci attendono 4.500 km in aereo per arrivare alle cascate Iguazù nel nord argentino.
MERCOLEDI’ 09 NOVEMBRE 2005: E’ una tappa lunga e un pò avventurosa dobbiamo prende due aerei fare scalo a Baires con un tempo limitato per il cambio di aereomobile il ritardo accumulato per lo scalo intermedio di Rio Gallegos ci costringe ad una corsa per prendere l’altro aereo per Iguazù, mancavamo solo noi ma ci stavano aspettando.
Arriviamo all’aereoporto prendiamo un taxi, il suo conducente ci propone per due giorni di fare da guida e di accompagnarci dal lato brasiliano a quello argentino non gli diciamo di sì si chiama Mario è una brava persona c’e’ la caviamo con 30 euro a persona.
Alloggiamo a Foz do Iguazù in Brasile ma non è molto raccomandabile, la sera è meglio non uscire, ci dice la nostra guida argentina.
Facciamo solo in macchina un giro della cittadina ed avvertiamo un’aria di una vita più difficile che non nell’immensità patagonica.
GIOVEDI’ 10 NOVEMBRE 2005: Andiamo a trascorrere l’intera giornata alla visita del lato argentino delle cascate, la giornata è splendida soleggiata ma con un caldo secco, ci troviamo infatti in una zona di foresta subtropicale c’e’ meno umidità di quello che si pensa.
Le cascate sono ovunque scatto un centinaio di foto, grandi salti, un rumore ridondante, c’e’ un circuito superiore dove una serie di passerelle ti portano sopra i fronti dei salti e si vede come il timido iguazù arriva piano piano prima di gettarsi in queste rapide. C’e’ un circuito inferiore che ti porta sotto le cascate in una di queste è possibile arrivarci sotto e inzzuparsi di acqua molto calda !!! Io da solo faccio un escursione in gommone fiono sotto alle rapide è spettacolre !!! Il pomeriggio facciamo una camminata di 6 km all’interno della foresta (sentiero mancuso), si vede qualche scimmia. Si arriva alla fine del sentiero su di una cascata immersa nella foresta.
Al termine della giornata la nostra guida ci fà vedere all’interno della terrazza dello sheraton Hotel la maestosità delle cascate al tramonto.
VENERDI’ 11 NOVEMBRE 2005: La visita è dedicata al lato Brasiliano, meno imponente di quello argentino ma più suggestivo perchè si risce ad arrivare fino alla Gola del Diavolo. Un tempo una passerella portava fino sopra alla gola dal lato argentino ma le piene l’hanno distrutta.
Comunque dal lato brasiliano è possibile vedere i suoi effetti ci si bagna anche quì molto ma ne vale la pena.
Ci imbarchiamo il pomeriggio per Baires ma un guasto tecnico ci blocca all’aeroporto di Puerto Iguazù per 5 ore, incovenienti del caso !!! SABATO 12 NOVEMBRE 2005: Visitiamo Baires una grande città adagiata ai piedi di un grande estuario che sembra un mare e che non lo è. Caotica sì ma le sue strade immense non la fanno vedere. Avenida 9 de julio 140 metri di larghezza una delle strade più larghe del mondo. Pur avendo io un passo molto veloce non c’e’ l’ho fatta ad attraversarla con un solo semaforo. C’e’ caminito nel quartire La Boca con i suoi colori vivaci, i suoi tangheri che si esibiscono per pochi pesos. C’e’ San Telmo con La sua feriera che sembra un bazar di altri tempi. La casa Rosada con Plaza de Mayo dove c’e’ ancora il ricordo vivo delle giovani madri e di una dittatura non ancora dimenticata. C’e’ una scritta sulla strada 9 de julio dei tumulti del dicembre del 2001.
Una città comunque in ripresa con negozi di lusso, un’argentina che abbiamo trovato forse meglio di quello che ci aspettavamo.
DOMENICA 13 NOVEMBRE 2005: Facciamo ultimi giri nella capitale argentina in attesa del lungo volo che ci porterà in Italia.
Spero di aver dato da vero viaggiatori a tutti coloro che leggeranno queste righe le sensazioni di una terra immensa, desolata ma affascinante.
Un viaggio di altri tempi