L’incredibile india

COLUI CHE HA DETTO ADDIO ALLA MONDANITÀ SI DIRIGE SENZA ESITAZIONE E DIGNITOSAMENTE VERSO LE FORESTE SULLA COLLINA. Arrivando all' aeroporto di New Delhi una pubblicità ci avverte che stiamo entrando nell’”Incredibile” India. "Incredible India" è lo slogan riportato sui giubbotti delle guide locali e nei centri turistici del...
Scritto da: Franco Pizzi
l'incredibile india
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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COLUI CHE HA DETTO ADDIO ALLA MONDANITÀ SI DIRIGE SENZA ESITAZIONE E DIGNITOSAMENTE VERSO LE FORESTE SULLA COLLINA.

Arrivando all’ aeroporto di New Delhi una pubblicità ci avverte che stiamo entrando nell’”Incredibile” India. “Incredible India” è lo slogan riportato sui giubbotti delle guide locali e nei centri turistici del sub-continente . Infatti l’India è incredibile, per l’enorme varietà etnica e culturale delle persone che vi abitano, per i suoi paesaggi mozzafiato ai piedi dell’Himalaya, per le sue spiagge di sabbia bianca nel sud, per i monumenti da sogno che ci fanno immaginare la vita lussuosa al tempo dei maharaja, per la gentilezza della sua gente; è incredibile per i contrasti molto accentuati, per lo stridore della musica amplificata dagli altoparlanti, per i profumi di fiori e incenso e le puzze di materiale organico disseminato un pò dovunque. È semplicemente incredibile. Ma è anche inguaribilmente “incredibile” per la sua recidività all’imbroglio, per la ricchezza di immaginazione nel tentare di fregare il turista. I casi sono tanti; alle volte grossolani, bambineschi; alle volte più sofisticati. Come organizzatori di viaggi consideriamo che sia nostra responsabilità accompagnare il cliente, se non personalmente almeno telefonicamente, per sapere se tutto procede bene. In questo modo ci viene riportato tutto il repertorio dei tentativi del genere “vediamo se riesco a guadagnare qualcosa di più”. L’elenco è lungo, illustro qui soltanto alcuni degli esempi che più ci hanno colpito. Un pò di anni fa un cliente ritorna in albergo a Delhi e dopo avergli chiesto come ha passato la giornata mi risponde:“ Bene, ma nel sottopassaggio del Palika Bazar mi si avvicina un ragazzo e mi chiede se voglio che mi pulisca le scarpe. Stupito guardo le scarpe e effettivamente vedo che sono imbrattate con una sostanza indefinibile. Accetto! Alla fine mi chiede 700 rupie; e io pago”. Dico SETTECENTO RUPIE!!!!!!!!!!! Quasi mezzo stipendio indiano. Il trucco è il seguente: un amico del giovane truffatore con molta discrezione e velocemente sporca le scarpe del “cliente”, in seguito il giovane chiede gentilmente se ha bisogno del servizio. Uscendo dall’albergo, ci guardiamo intorno un tantino spaesati nella grande Delhi. Non siamo sicuri se prendere un taxi o un auto-risciò. Prontamente si avvicina un guidatore dell’auto-risciò che ci propone di portarci dove vogliamo per 5 rupie. La tentazione di accettare è grande, anche perchè a Delhi per 5 rupie un turista non beve nemmeno un tè. Se accettiamo veniamo dirottati in un negozio per turisti, only for one minute, dove poi ci sentiamo in dovere di comperare qualcosa e lui intasca la commissione. Oppure, anche senza comperare nulla, a lui basta portarci dentro al negozio, già solo con questo ottiene dei ‘punti’ e quando arriva a 10 la sua commissione è garantita… Pochi giorni fa un clienti arriva di notte a Delhi. Appena fuori dall’aeroporto c’è un botteghino dove uno prenota un “pre-paid taxi”; basta dare i dati e il nome dell’albergo e si riceve una ricevuta con il numero del taxi e l’ammontare esatto da pagare. Arrivati a destinazione la ricevuta viene data all’autista e si va in camera. Così ha fatto il nostro cliente. Sennonchè riceve una telefonata da un misterioso signore che dice: “ L’ ho aspettato all’aeroporto con una macchina rossa ma lei non è venuto, e ora come facciamo?” Sotto-intende “Chi paga?”. Fortunatamente non ha dato retta e tutto è finito li. Il trucco funziona cosi: arrivato all’ albergo l’autista del taxi passa i dati al compare che chiama in albergo e ci tenta. Incredibile… In una vettura di prima classe aria condizionata, il meglio ottenibile sulle ferrovie locali, un tè costa 5 rupie e una cena sulle 25-30 rupie. I nostri clienti pagano per lo stesso servizio 300 rupie, il costo di un pasto in un ristorante discreto di Delhi… Il sottoscritto, un pò di anni fa, decide di consumare la cena in treno. Pago con una banconota di 500 rupie. Aspetta e aspetta il resto, ma il treno parte; non vidi mai il resto. Sempre io: voglio comperare una bottiglia d’acqua minerale in stazione. Al botteghino c’è un cartello che avverte “Mineral water 10 Rs”. La bottiglia mi viene data e chiedo quanto costa. Il viso innocente di chi sta dall’altra parte del bancone mi dice: “20 rupie”. Contesto indicando il cartello e lui sorridendo mi dice “Beh, allora dieci rupie”. Stazione di Pathankot: Punjab. Sistemi più elaborati che toccano la corda della compassione si verificano negli alberghi di lusso. Pochi giorni fa un signore va alla reception di un albergo 5* per cambiare 50 euro. Prende le sue rupie, circa 2500, e torna in camera. Dopo alcuni minuti viene raggiunto dall’impiegata, in lacrime, che gli racconta che forse si è dimenticato di darle i 50 euro, oppure sono andati persi. La tragedia indiana, millenaria, si ripete nella camera. Il signore si guarda in tasca ed è sicuro che gli euro non ci sono, nel mentre lei piange e dice che sarà licenziata se non rimborsa la cifra astronomica andata persa; la moglie del signore si commuove e insiste perché vengano dati altri 50 euro. Il signore cede e alla fine tutti sono felici e contenti. Voi direte : “Ma che c’è di strano, poteva essere una normale perdita di soldi e la richiesta di un controllo?”. Di strano c’è che non è la prima volta che succede e stranamente in alberghi 5 stelle, quelli di cui si pensa:“Se sono qui sono al sicuro da tutto”. Di strano c’è che o qualcuno ha rubato i soldi alla povera cassiera o lei finge; di strano c’è che è strano. I mendicanti… Un’altra truffa per il turista buono, toccandolo nei sensi di colpa. Dietro ai mendicanti esiste un racket enorme e spesso crudele. I mendicanti si spostano con facilità e velocemente da una città all’altra a secondo dei festival o di qualsiasi altra dimostrazione culturale o religiosa che attira turisti in un determinato posto. Dharamsala è uno di questi. In alcuni periodi dell’anno masse di mendicanti si trasferiscono nel villaggio di McLeod Ganj. Un amico occidentale che vive qui, incuriosito dal vedere la stessa mendicante per anni, sempre con un bambino della stessa misura che non cresce mai, indaga. La scoperta è “incredibile”. La mendicante, in questo caso Rajastana, “affitta” il bambino da una mamma, per 50 rupie al giorno. Lo spaccia per suo e chiede elemosina per il piccolo affamato. Le condizioni igieniche in cui è tenuto il bambino sono pietose. Non male come idea: la mamma che affitta si guadagna un pò di calma nell’assenza del bimbo e 50 rupie per l’affitto, la mendicante il suo stipendio giornaliero. L’amico propone alla mendicante un lavoro a casa sua come donna delle pulizie. Lei lo guarda come dire “Sei scemo?” e se ne va. Un altro sistema per intenerire l’occidentale è questo: il bimbo mal vestito e sporco si avvicina al turista e gli dice “no money, only food”. Come si fa a negare cibo a quel poverino? Lo si prende per mano, ci si sente più buoni, e lo si porta nel negozio dove lui [il bimbo] acquista tutto quello che desidera, e il papà occidentale paga. Si salutano e il bimbo porta la spesa alla mamma. Tutti felici, soprattutto la mamma che si rivende gli acquisti… Quanto sopra non sarà certo un motivo che impedisca di visitare un paese “incredibile” come l’India. Ma un filino d’attenzione non guasta per evitare di trovarsi nei pasticci e poi, al rientro, criticare tutto un popolo per causa di alcuni furbacchioni! Franco Pizzi www.Viaggiinasia.Com Dharamshala, 3 febbraio 2006



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