L’India annidata dentro

Sono tornata da otto mesi in Europa, parte passati a Roma, parte a Londra, ciononostante ho ancora l’India dentro. Ci sono stata quasi cinque mesi. Arrivata a Delhi sarei voluta scappare, ma non potevo: avevo fatto il diavolo a quattro per fare le ricerche per la tesi in un villaggio rurale in India quindi ero costretta a passare lì almeno...
Scritto da: Marta Di pierro
l'india annidata dentro
Partenza il: 28/11/2004
Ritorno il: 09/04/2005
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
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Sono tornata da otto mesi in Europa, parte passati a Roma, parte a Londra, ciononostante ho ancora l’India dentro. Ci sono stata quasi cinque mesi. Arrivata a Delhi sarei voluta scappare, ma non potevo: avevo fatto il diavolo a quattro per fare le ricerche per la tesi in un villaggio rurale in India quindi ero costretta a passare lì almeno un mese. Per i restanti, avevo progettato un bel viaggio e … beh, poi lo è stato. Sono partita da sola, una ragazza di 24 anni al suo primo viaggio fuori dall’Europa e scrivo per dire proprio questo … non date retta, si può fare! Un po’ d’attenzione, tanta tolleranza e spirito d’adattamento … scorte di sapone, vaccinazioni e via! Ho viaggiato per lo più in treni (terza classe), autobus di linea (sulle tratte turistiche ce ne sono anche tanti privati che sono molto meglio, ma venendo dal villaggio ero abituata a quelli di linea sgangherati … in più non facendomi problemi sul tipo di autobus potevo semplicemente svegliarmi la mattina, andare alla stazione e prendere il primo che andasse dove volevo), dormito in guest house o pensioni. All’inizio ero molto attenta a dove e cosa mangiavo, piano piano si inizia a capirci qualcosa e alla fine mi son ritrovata a mangiare stuzzichini per strada, cibo offertomi da una famiglia in treno, frutta comprata alle bancarelle … insomma di tutto. Fortuna, credo, ma non ho mai avuto un problema. La gente per strada a volte ti vuole spennare perché di te vede solo il portafogli, ma spesso, molto più spesso ti vuole conoscere, è genuinamente invadente: vuole sapere come ti chiami, da dove vieni, se sei sposato, cosa mangi, cosa scrivi … In una traversata in treno una famiglia mi ha voluto adottare, e come mia madre, la signora mi diceva “perché non ti pettini?”… Ho incontrato tanta bella gente e con alcuni sono ancora in contatto e non vedo l’ora di riabbracciarli. Due righe per ridere: “what’s your good name?” sta per “come ti chiami?”, “which country do you belong?” per “da dove vieni?” come anche “Which country is suffering for your leaving?” … E una marea di altre buffe espressioni inglesi.

In India si trova praticamente tutto ciò che è necessario, inutile partire con scorte di shampoo, rullini, vestiti … Se da una parte infatti ci sono 900 milioni di persone al limite della fame ce ne sono pur sempre oltre 100 milioni che fanno la nostra stessa vita (con macchina, tv, pub, Levis e Adidas) sempre che non vivano nel vero e proprio lusso. Tanto per farsi un’idea, l’Italia ha circa 60 milioni di abitanti. Media della spesa giornaliera … mmm … circa 600 rupie (all’epoca 12 euro), più o meno 1000 a Mumbay e Delhi, il pernottamento li costa. Le camere, a parte la prima che avevo prenotato dall’Italia (cell-like la definirebbe la Lonely Placet) erano tutte più che decenti, con bagno in camera, a volte alla turca a volte normale, ma raramente l’acqua calda. Di media sulle 150 – 200 rupie (dalle 80 rupie di Jailsamer alle 800 di Bombay).Pranzi e cene sulle 150 rupie al ristorante, 15 alle bancarelle. Un litro di acqua in bottiglia 10 – 15 rupie. Frutta al kilo, dalle 5 rupie delle banane alle 20 dei mango. Birra, dove la vendono, dai 40 (kingfisher) alle 120. Internet, un’ora dalle 15 alle 40. Trasporti, il tragitto più lungo in treno mi è costato 300 rupie. Contrattate su tutto tanto il primo prezzo è dalle 2 alle 4 volte tanto quello ragionevole, quello per cui lui guadagna e tu fai un buon acquisto. E girate tanti posti per farvi un’idea (quasi tutti hanno le stesse cose) chiacchierate con tutti e … per carità, prendetela come un gioco! Come guida, la Lonely Placet io l’ho trovata buona. Se non fate a botte con l’inglese consiglio questo forum www.Indiamike.Com . Questo invece, www.Ivcs.Org è il sito dell’associazione grazie alla quale sono potuta stare ad Amarpurkashi, il mio “villaggetto”. All’epoca ne sono scappata, adesso come adesso, ci starei volentieri un altro po’. Questa invece la mia e-mail arestress@yahoo.Com se può servire. Io sono stata dal Novembre ad Aprile e questo è il mio itinerario: Delhi – Moradabad – Amarpurkashi – Agra – Matura – Khajuraho – Varanasi – Haridwar – Rishikesh – Mussoorie – Nainital – Amarpurkashi – Delhi – Bikaner – Deserto del Thar – Jailsalmer – Jodhpur – Pushkar – Jaipur – Bundi – Udaipur – Ahmedabad – Diu – Goa (di base Benaulim, poi girata tutta la costa da Anjuna fino a Palolem, – circa un centinaio di km di strada ok – nell’entroterra Margao, Chandor, Ponda e il Molem National Park) – Bombay.

Questi sono stralci delle “mele” che ho mandato agli amici durante il viaggio.

Finalmente in quel di Delhi. Mi piace? Ad essere sincera non lo so … Ancora. Per ora non vedo l’ora di andarmene da qui, immagino che in un paesino potrei trovare la giusta dimensione, per poi riprovarci e star a vedere come và. Stamattina quando sono arrivata il primo impatto e’ stato buono (grazie, da dentro un’auto!) comunque per ora mah …Vi farò sapere più in là. A naso, se mi conosco un po’, ci vorrà tempo e un po’ di cocciutaggine ma mi piacerà. Paharganj – mi hanno presa per stanchezza fisica … Non ho dormito prima di partire (nervosa? ovvio) e in aereo idem. E adesso, levati da in mezzo alla strada, salta qualche frazione di secondo prima che sputino … Il problema maggiore è stato la percezione degli spazi, si fa fatica a seguire una traiettoria, sembra di essere in una provetta di atomi impazziti e questuanti … e poi tutti che ti scrutano, ti bucano con lo sguardo, a fondo … In più, per sport, mi son messa a dar retta a tutti quelli che mi vogliono accompagnare da qualche parte … Pazza per lo shopping? Assolutamente no, ma sai come si dice: “conosci il tuo nemico”. Alla fine, sconfitta, mi son rintanata in camera. Poco dopo l’insetto non identificato, le macchie rosse sul muro, le lenzuola grigie e la camera senza finestre mi hanno fatto desistere. Dunque, non a mio agio fuori, non a mio agio dentro. Mi ha salvato uno stadio del cricket: l’unico spiazzo verde, libero, con persone che eseguivano movimenti di cui prevedevo l’epilogo. E uccelli, tanti uccelli che volavano. Ciliegina: crisi di panico … io cinque mesi qui da sola non ci resisto! Al villaggio dove sono funziona così: sveglia presto, quando albeggia, chai (tè con latte di bufalo e zucchero) se mi va bene arraffo anche due biscotti salati genere Ritz per intenderci e poi doccia … Beh, prima della doccia invero c’è la caccia ai secchi e la missione acqua calda, ovvero far bollire l’acqua sul camino e controllare che non se la prenda qualcun altro mentre per sicurezza abbraccio i secchi. Tutti danno la caccia ai secchi. Poi fino alle 11:30 in tutta tranquillità leggo, studio, giro … Pranzo nei famosi “thali”, i piatti “tecnici” di metallo indiani (vassoi con vari scompartimenti) con pietanze buone e a volontà … ma sempre le stesse: patate, lenticchie, ciapati, riso, cavolfiori, spinaci, radicchio, carote e qualche volta lo stomachevole zucchero puro di canna. Dopo pranzo fino alle 4 circa (chai break) mi guardo intorno o me ne vado sul tetto (perché dovete sapere che nel villaggio non ci sono piazze, i luoghi di incontro sono il pozzo e i tetti) … Insomma senza farla lunga una vita molto rilassata. Cena, uguale al pranzo solo che fa più freddo e due su tre non c’è luce. Nel dopocena una mezz’ora di passeggiata su e giù per la terrazza, non più lunga di 50 metri. Nottata con il ratto da compagnia, che scartoffia tra le carte di Pushpa, poi si prova i suoi vestiti … poi io mi sveglio, afferro la torcia e accendo l’occhio di bue della ribalta su di lui … e lui che in fondo è un timidone scappa da sotto la porta. Per il resto a volte mi rompo un po’, la mancanza di un compagno di viaggio ogni tanto la sento, e sento anche quella di un buon libro che alle volte mi salverebbe dalla eccessiva tranquillità o dall’eccessivo interesse altrui per me. In compenso stamattina mi son svegliata benissimo, sembrava un documentario: l’aria brumosa, una palla rossa bassa bassa, il chai bollente e sul tetto la sagoma delle scimmie in controluce! Di nuovo a Delhi, solo un paio di giorni, prima di ritornarmene al paesello, giusto per comprare dei libri … Quasi quasi già mi manca la vita cazzeggiona di lì. Vi dico solo che per fare 185 km c’ho messo 8 ore: un record! Non oso immaginare se dovessi farmi quella strada stando male … Ieri sono stata al Red Fort, bellino, ma sarà che io mi aspettavo le mille e una notte non mi ha detto gran che, anche perché appena ci si muove dai sentieri subito si iniziano a vedere cumuli di sporcizia … Comunque la cosa più bella e’ stato arrivarci – capitolo primo: il traffico. Per arrivarci sono stata una mezzora su un rickshaw (rischiando un cancro ai polmoni, va detto) e delle cose che mi sono passate davanti non potete averne idea. Prima di tutto i carretti con la roba sopra, mi chiedo come facciano a legarci tanta di quella roba sopra, un affronto alla fisica credetemi! E poi cammelli, mucche, scimmie (ma mi assicurano che ogni tanto si vedono anche gli elefanti) macchinone, autobus scassati, gente a piedi (in mezzo alla strada) cani… Ecco, i cani. Questi veramente mi piacciono da morire, sono sempre composti, sia che stiano dormendo in mezzo alla carreggiata o su un’isola pedonale sia che aspettino, seduti composti ovviamente, un qualcosa da mangiare. Il bello e’ che sono tantissimi, ma non fanno branco, addirittura i due che vivono intorno al progetto sono vegetariani … Le cose a Delhi con Federico (il prof) sono andate benone, chiacchierata nella zona “in” sul villaggio dove sto, poi giringiro nell’università’ … E non e’ proprio un bello spettacolo credetemi. Finale con cena in un ristorante che, mi diceva, e’ molto buono. Io con la solita stella benevola che mi accompagna una volta che vado in un ristorante sicuro ( e in tal caso avrei mangiato due mondi ) non sto male? Quindi mi tocca riso (bianco), Yogurt (bianco) e ciapati (che e’ giallino in verità ma passatemela…) insomma della serie monocromo minimal chic che fa tanto ospedale privato. Intanto fuori sulla strada c’era una bambina con la bilancia per far pesare le persone, aspettava e intanto studiava inglese. La cosa triste e che se non me l’avessero fatta notare probabilmente non l’avrei vista. Di nuovo al “villaggetto”: la e’ sempre uguale, ho iniziato a conoscere un po’ di professori del college e a chiacchierare in un bel misto inglese-gesti-hindi … Ho iniziato a leggere il Mahabharata e mi gironzolano tutti intorno interessati, credo che lo lascerò nella biblioteca cosi chi vuole se lo va a leggere. Ok, niente altruismo in tutto ciò, i libri non si abbandonano, è solo che ho già uno zaino enorme e un mattone di quel genere non è il caso di farlo viaggiare. I ruderi (Babuji e Jyoti, ovvero direttore \ fondatore del progetto e consorte) sono partiti e l’aria e’ diventata molto – molto – più rilassata, il che ha dato il via al gossip … Ma vi aggiorno appena ci capisco qualcosa.

Cani indiani: si e’ scoperto perché son cosi buoni … Li pistano. E cosi fu che invece quello a cui io faccio sempre i complimenti mi ha fatto la monta. Villano! Bufali … Li ho eletti a miei animali preferiti, tra i tanti che si possono incontrare qui sono utili, paciosi e fotogenici. Che altro dire … Sono andata a pregare con Lekhni la dea Khali, “in charge of love affaire” come mi spiegava, vediamo un po’ se questi dei Indiani sono meno impegnati dei nostri. Oggi mi sento un po’ come quel tale che si e’ lanciato dal palco sicuro che la folla lo avrebbe preso al volo … invece la folla si e’ aperta e lui e’ andato faccia a terra. Ho passato la giornata a bighellonare qua e là … Ho guardato una famigliola di scimmie, anche per loro era Domenica. Se ne stavano spaparanzate al sole sotto il porticato del college a spulciarsi una con l’altra, una seduta e l’altra sdraiata con la testa sulle gambe di quella seduta. Intorno una scimmia “adolescente” che se ne stava per conto suo a giocare con un ramo e due cucciolette che facevano la lotta e scapriolavano. Mi sa che e’ proprio vero che da loro ci separa solo il due per cento del DNA. E forse mi stanno più simpatiche loro. A parte questo, una giornata nera, la giornata delle grandi questioni esistenziali. Dio, la natura, i sessi. Dopo un mese ho lasciato – o meglio sono scappata – dal villaggetto. Per due giorni ho tentato di andare al nord, ma i treni che andavano in quella direzione erano sempre in ritardo di svariate ore causa nebbia e non volendo arrivare di notte ho lasciato stare. Anche il secondo spostamento in India si presenta tra i più agevoli: non bastava il treno preso da Delhi alle 4 e mezzo di mattina nel mio secondo giorno d’India per arrivare al villaggetto (un’avventura già solo fare il biglietto)… oggi mi supero: autobus da Amarpurkashi a Chandousi, poi da Chandousi a Moradabad, Moradabad – Aligarh, Aligarh – Agra … ovviamente tutti autobus di linea in cui ero l’unica turista … ho mangiato polvere, acciaccato cocce di arachidi, saltato sacchi e aggirato latte di metallo, ho perfino preso uno sputo sui piedi, ma ero felicissima. Stavo finalmente macinando chilometri e il panorama era una campagna verde di erbacce, campi arati con i buoi, pavoni, alberi, muri (si, non edifici, proprio solo muri), scimmie, persone appollaiate, baracche … e bambini con gli occhi sgranati e resi misteriosi dal kajal. Forse anche il kajal trama per far sembrare i bambini adulti. Stranamente i bambini qui non sono bambini, li vedi appoggiati ai muri, con le mani in tasca … sembrano adulti, fino a quando non ti seguono cantilenando “one rupie one rupie”, anche se i più svegli fanno leva sul moralismo post-sviluppo del “a school pen a school pen”. Giudicare l’età delle persone per me qui è un problema, non c’è via di mezzo. Da una parte i ragazzi e i bambini, che si comportano come gli adulti ma hanno i lineamenti chiaramente “verdi”, e dall’altra le persone adulte che vanno dai tardo ventenni ai ruderi. Intendo dire, da noi esistono trentenni, quarantenni, persone di mezza età … lì apparentemente no. Agra – Buon Natale! … Oggi è stata una gran giornata … Dunque, giusto per restare in tema di Natale (ovvero la nascita di Cristo) sono andata ad assonanza e sono finita a Mathura, dove è nato Krishna … Avete in mente l’ immagine da cartolina di un ghat indiano … Meglio! Il tempio dava proprio sul fiume, mi son seduta li e son rimasta un paio d’ore, ed è successa una cosa strana perché di solito il senso di pace a me lo danno i posti vuoti, tipo i parchi di sera, i grandi spazi, una specie di pace per negazione: cioè non c’é gente, tutto e’ fermo allora quei posti mi tranquillizzano … Stavolta invece era tutto il contrario, una mandria di scimmie (che detto tra parentesi mi hanno fregato il pranzo, è stato proprio un furto con destrezza a una fessa però, lo devo ammettere ), i pellegrini, gente che si faceva il bagno, gente che beveva dal fiume (e si, strabiliante ma sono rimasti vivi … Potenza della fede credo!) una mucca al palo che muggiva, uccelli su e giù, shadu che chiedevano l’elemosina e un tipo che continuava a dire “Hare Krishna hare hare Hare Rama hare hare”, gente che giocava a cricket sull’altra riva, il continuo strombazzare dei clacson … E con tutto ciò mi ha messo una specie di tranquillità, sarà il fatto di aver visto tutta quella gente fervente di fede (e come sapete a me piacerebbe da morire credere) ma beh, questo è stato l’effetto. Sono anche riuscita a scomporre il casino di suoni della terra dei piscioni (ho deciso di ribattezzare cosi l’India) e ad identificarne un po’: come sottofondo ci sono sempre i clacson ( un must a quanto pare, tanto che sul retro di qualsiasi veicolo c’é scritto BLOW HORN o HORN PLEASE), ogni tanto un muggito e un verso strano delle scimmie … Sempre il verso dei vari uccelli, e in sottofondo spesso e volentieri un qualcosa di meccanico, che sia un generatore di elettricità o un trattore o una macchina agricola qualsiasi … Per il resto dovete aspettare che non sono tanto sveglia a questo gioco. Poi tornata a Agra, mi aspettava il tipo del moto-rickshaw con cui ho fatto amicizia ieri, ci siamo messi d’accordo che io mi facevo portare in tutti i negozi che gli davano il “token” ovvero dei soldi per il solo fatto di aver portato un cliente (ovviamente tutti inavvicinabili quanto a prezzi) e poi lui mi avrebbe portato in quelli per gli indiani … Insomma oggi ho speso un sacco di soldi tra sari e roba d’argento. In compenso abbiamo continuato a chiacchierare e prima di tornare mi ha portato al chiosco del fratello (una specie di rifugio per i polli, pieno di sigarette, cold drink e tabacchi da masticare (anche il paese dei sputacchioni non sarebbe male) e betel … Praticamente il corrispettivo indiano del pubbetto inglese e mi ha fatto conoscere i fratelli, i nipoti … In teoria mi avrebbe invitato a casa sua domani per un chai, ma non e’ che me la senta molto, già oggi ero sul chi va là anche se poi e’ stato tutto molto bello (mi hanno anche offerto una cannetta … Tutto il mondo e’ paese … Ma con quello che ho sentito e letto in giro mi sono fermata a una sigaretta – perché presa dal pacchetto nuovo, ergo sicura – e nulla da bere che non avessi visto aprire davanti a me … Oh, son sola e poi non si sa mai!) e poi continuo con il mio motto che aver paura rende cauti! Ciò non toglie che se dovesse risuccedere sarò meno sospettosa … Tempo ce n’é, in fondo il viaggio vero e proprio è iniziato solo ieri! Una cosa mi e’ tornata in mente … Ma con tutte ‘ste scimmie che trombano alla luce del sole come fanno a tener nascoste queste cose ai ragazzi fino alla bellezza di 16 anni (Pushpa) e 14 (Lekhni)? Allora? Passato un buon natale? Il mio e’ stato fantastico … Giusto la cena lasciava un po’ a desiderare. L’ho passato a Orchha che e’ un posto veramente molto bello, un po’ perché lo è in sé, un po’ perché mi girava bene e un altro pochino perché e’ tranquillo e nessuno ti rompe le scatole… Sto prendendo il vizio di svegliarmi presto (lo so, e’ strano, ma il mio letargo e’ finito!) cosi spesso e volentieri sono in strada alle 7 e mezzo 8 … Praticamente siamo io, i cani, le capre e le mucche. Le scimmie son già un po’ più sveglie e se la prendono con calma … Non c’e’ talmente nessuno in strada che non riesco mai a far colazione. Però … E beh, fessa si, ma non del tutto! … Cosi facendo sono entrata nel forte senza pagare (il botteghino era chiuso), ma soprattutto mi sono girata tutto il palazzo, salita fino al tetto e con il fatto che c’era una pace assoluta i pappagalli e gli avvoltoi se ne stavano tranquilli appollaiati sulle cupole … Insomma uno spettacolo! C’e’ anche una riserva per gli uccelli sul fiume e un sacco di ciottoloni … E potrei scommettere che stirpi di santoni si son seduti proprio sulla pietra dove stavo io perché ho riniziato a sragionare …

La sera invece l’ho passata con alcuni ragazzi, un Israeliano, Homer (D’oh! … Scusate ma mi viene spontaneo come il nitrito in Frankestain junior) e una tipa francese, Catrina, con cui sono tutt’ora … Abbiamo perfino giocato a carte. La cosa carina e’ che Orchha a quanto pare ha una piccola comunità cristiana che ha celebrato la vigilia andando in giro suonando e ballando … non ho ben capito perché ma c’era un uomo vestito in sari e truccato che ballava. Enigma che da brava antropologhetta risolverò prima o poi! Adesso sono a Khajuraho, bellina, ma meglio Orchha. I templi sono magnifici, il parco nel quale sono un po’ meno … Cioè, avrebbe la pretesa di essere come un parco con il prato all’inglese (carino per sdraiarsi al sole se non fosse perennemente inzuppato d’acqua) solo che stona completamente con i templi … Che so’ nell’immaginario uno si aspetta un piccolo sentiero tra gli alberi (di quelli tutti nodosi, contorti … ), di intravedere poco o nulla del tempio e poi … Zacchete! ti si para davanti il tempio! Magari si intravedono sotto le liane le statue, un vedo non vedo delle posizioni erotiche … Come dicevo Khajuraho “city” e’ un po’ così, però passeggiando ho conosciuto un ragazzo che mi ha portato in giro per il villaggio vecchio, insomma alla fine abbiamo chiacchierato e passeggiato per un oretta e io mi sono ritrovata un bimbo di un anno in braccio a dormire, visto che la madre aveva già il suo bel pacco sulla testa … La sera poi sono andata a prendere un chai, sempre con questo ragazzo e mi ha raccontato un po’ della sua storia e un po’ dello yoga. Nota comica (ora!): sono andata a fare meditazione con un tipo dell’hotel … Dunque salgo in macchina (da sola) per andare in un altro posto, rassicurata dal fatto che comunque me lo aveva detto anche il receptionist … Beh, l’altro posto e’ casa di questo tipo … La camera da letto esattamente. Mi molla li, esce, accende la musica, rientra … E’ in mutande. Panico. Spegne la luce. Panico Panico … Blocca la porta … Panico Panico Paaaaaaanico. Poi inizia a far questa meditazione (e non ho mai pensato di essere più razional-occidentale che in quel momento, pur impanicata come ero non riuscivo a smettere di sghignazzare a vedere questo tipo dimenarsi al buio come un epilettico…) lo seguo molto sul chi va là, dopo un 20 minuti, mezz’ora scappo … Non ho ancora capito se era meditazione sul serio … Anzi, a proposito, vedete un po’ KUNDALINI meditation di che si tratta e se e’ tantrica come diceva il tipo del villaggio … O era tutta una gran cacchiata per provarci con una delle cretine in cerca di misticismi indianeggianti (si, si … Io). Finalmente un po’ di pace e relax … Mi ci voleva, sono tutta rotta. Ieri sono andata a vedere delle cascate qui vicino, sono piccoline, una specie di ruscelletto (che per poco non mi facevo tutto di faccia) ma carinissime perché i muschi (credo) hanno tutti la forma di ombrelli e quindi l’acqua cadendo dall’alto si apre e si polverizza così nella penombra del bosco incontra i raggi di luce e fa tutte scintille … Che si vede per caso che me ne sono innamorata? Qualche giorno fa invece l’escursione è stata dalla parte diametralmente opposta di Rishikesh, che è tutta abbarbicata nella gola che segue il fiume … si cammina attraversandola tutta fino agli ultimi ashram, si superano le grotte degli shadu e si arriva al villaggio abbandonato, così lo chiamano, e che è in realtà l’ashram dove si fermarono i Beatles. È praticamente in rovina, abbandonato e pieno di erbacce, però magico. Le costruzioni sono tutte in pietra e sembrano una specie di trulli. Facendo un giro della “selva” si arriva fino a delle terrazze che danno sul fiume. Sotto queste terrazze c’è la foresta che circonda Rishikesh e si vede tutta la gola, gli edifici colorati degli ashram e i due ponti sospesi dove stazionano le scimmiette ladre … ma questa è un’altra storia. Rishikesh e’ molto carina, un po’ turistica, un po’ troppo pulita per i canoni indiani, e un po’ troppo ordinata per crederci. Passeggiando si incontrano le casette degli shadu, addirittura proseguendo niente più casette … Solo grotte. E poi tutto questo arancione e i colori … Spero di trovare delle lezioni di Hindi qui perché ho iniziato a fare yoga e mi piace parecchio. Lo faccio tre ore al giorno circa, dalle 4:30 a dopo il tramonto, in un ashram con un tipo molto giovane ma che fa delle cose spettacolari, ma non e’ il fatto che si apre come una cozza, la cosa spettacolare e’ che si vede che lo fa perché gli piace perché ci crede, perché … Boh, ma mi piace. Mi ci ha portato una coppia che ho conosciuto qui, loro sono oltre 10 mesi che sono in India e stanno viaggiando da due anni, da un mese e più fermi qui a fare yoga e a studiare la cultura indiana con un guruji … Altro motivo per fermarmi più a lungo, questo guriji non mi spiace e credo che farsi un tre settimane di chiacchierate con lui sarebbe come un corso intensivo di indologia … E non per ultimo il fatto che le 23 ore di treno mi hanno dato un bello shock e non ho ancora voglia di rimettermi in moto come si deve. Ed e’ pure bello indugiare sulle rive di un fiume sacro, venendo dalla foce e andando verso la fonte … Sembra quasi un percorso di iniziazione, io in cerca di conoscenza che arrivo a Rishikesh, il paese dei rishi, i “veggenti \ sapienti” … Ma più materialmente l’acqua qui e’ pulita, ci si potrebbe fare il bagno se non fosse cosi fredda e ci sono delle spiaggette di sabbia fina fina … Sono ancora in quel di Rishikesh, ma domani tolgo baracca e burattini e mi trasferisco per un paio di giorni a Mussoorie. Spero non faccia eccessivamente freddo perché io ho già il mio bel da fare a tenere a bada a suon di aspirine questo raffreddore in atto, influenza in potenza. Speriamo bene. Sono convinta che mi e’ venuto il raffreddore ora solo perché mi sono intristita, qui non c’e’ più nessun amico, anche se solo a breve termine … Il fatto di essere sola soletta come un cane abbandonato … (ci riesco a far un po’ pena?) … Mi sta lasciando il tempo di leggere e di farmi importunare dai gruppetti di ragazzi in vacanza. Poi mi sono impelagata su consiglio della coppietta in fuga in 1 – L’Alchimista, che volendo si può ancora e … Ta tan! 2 – Sri Aurobindo o Le avventure della coscienza … Che mi ricorda tanto Candido. Riuscirà la nostra eroina a non prendere sul serio tutto ‘sto popò de robba? Penso proprio di si, visto che con uno scatto felino ho superato in fuga la Kundalini meditation e non paga ho debellato il virus mentale del ceppo GuruJi …

Varanasi non era come me la sono immaginata. Più passano i giorni più penso che Varanasi è i ghat, il resto è contorno… I ghat erano una cartolina, anche un po’ macabri volendo, ma esattamente come li avevo composti nella mente, gli stessi movimenti, gli odori giusti, i colori … passando vicino ai ghat crematori ho incrociato un cane con un osso in bocca … E poi l’odore di carne bruciata non e’ proprio piacevole. Però rimane il fatto che i ghat hanno un loro fascino, ti siedi li e il mondo ti sfila davanti in parata … Gente che fa la puja, che si bagna, mucche, cani, shadu, turisti (pure un tipo in tutina da ciclista che faceva jogging … Ma si può? Sono quasi sicura che fosse americano!) … E poi, bello bello, ti siedi sui gradini, prendi un chai, lo bevi con calma … Il tipo che te lo ha appena venduto chiama in corrispettivo indiano del garzone e lo manda a prendere altra acqua per il tè … Il ragazzetto si incammina, scende i gradini del ghat e dalla riva del Gange riempie la teiera … Bleah! (menomale che non mi e’ preso nulla e mai stata più contenta di aver fatto tutte quelle vaccinazioni!). Di sera è molto bella la parte vecchia, anche se affollatissima e a quanto si dice, non il massimo della sicurezza. Io ieri sera me ne sono infischiata e con gli altri ci siamo incontrati per vedere la puja al Gange, il tramonto, cercare un barcaiolo per il giro di rito sul Gange all’alba. Dopodiché ci siamo trasferiti alla parte vecchia, abbiamo cenato con dessert di foglia di paan (sapore non malvagio per quella speziata, nessuno di noi ha avuto il coraggio di provare quella con il tabacco; gli effetti della noce di betel: leggermente soporifera; effetto complessivo: denti rossi, ipersalivazione, blando sedativo) e ci siamo seduti sugli scalini dei ghat. Stamattina sveglia prima dell’alba per il giro sul fiume. Avete presente quelle rare volte in cui ci si guarda attorno con l’ansia di imprimere quello che si vede nella memoria? È stato così, in quel momento ho sentito l’India annidarsi dentro. Devo ringraziare il barcaiolo che ci ha torturato facendoci svegliare alle 4 ma ci ha regalato quell’ora di anticipo sull’alba che ci ha reso padroni del fiume per un po’, infatti durante l’alba ci sono bei colori e un po’ più di vita sui ghat, ma il fiume è intasato di barche per i turisti. E poi vuoi mettere le foglie con la candelina in offerta al fiume galleggiare nel buio? Riprendo le redini del mio cervelletto, ma non e’ facile sono circa due ore che mi sorbisco un filmetto hindi con degli effetti speciali alla lanterna magica o teatro delle ombre e musica a palla palla palla … E non accenna ad arrivare alla conclusione. Ragionavo poi (per quello che si può, certo) che qui la gente non lavora esattamente come immaginiamo noi. Non hanno orario, il tutto e’ molto fluttuante ma sono monolitici nelle mansioni. Ovvero, lavorano in 5 nello stesso negozio di 2 metri x 2, in modo che volendo a rotazione si assentano per: chiacchierare, uscire fuori e prendere il sole, sputacchiare tabacco paan o quel che e’, giocare a cricket con i bambini, lavare i panni, mangiare, guardare la tv … In compenso il servizio e’ 24 ore su 24, si perché dormono pure dentro il negozio … Poi però solo uno può andare a comprare lo yogurt, quindi se non c’è lui “no lassi, sorry”, si può pagare ad uno solo che però è diverso da quello che fa il conto che e’ diverso da quello che sa cosa hai effettivamente mangiato, che e’ diverso da quello a cui hai ordinato. Io continuo a pensare che, come per la gente che rompe i mattoni ai lati della strada, e’ tutta forza lavoro. Ho di nuovo cambiato il mio animale indiano preferito … Torno alle vacche, soprattutto perché quando c’e’ un gruppetto di gente a parlare si fanno spazio a testate per sentire anche loro … E ogni tanto contribuiscono alla conversazione con un sonoro muggito. Senza contare che con la luna piena e l’inizio della luna crescente hanno gli ormoni sottosopra e sono tutte agitate. Ma soprattutto perché ci parlo e loro mi stanno a sentire. E poi la lingua, ma tu (tono indagatore) l’hai vista la lingua di una mucca? Qui e’ tutto il giorno che diluvia e fa un freddo glaciale quindi vi avverto che mi sono rifugiata qua dentro e ho ordinato un pancake e … A pot of tea, il che significa che rimarrò abbarbicata a questo mio posticino a scrivere per delle ore! Prima di tutto Errata Corrige: nella scorsa mela sembra sia trapelata un’ombra di tristezza e no … Non era mia intenzione era solo la constatazione, malamente autoironica evidentemente, del fatto che da sola, dopo un po’, mi vengo a noia. Detto ciò, sono a Nainital, un paesotto a 1900 mt con un laghetto piccino piccino che a dire il vero mi e’ riuscito di vedere solo stamattina all’alba perché poi e’ calata una nebbia fittissima … Fortunata eh, 11 ore di bus notturno per vedere una nuvola da vicino! Però, almeno il viaggio me lo sono goduto: sono passata su tutte stradine di montagna e, a parte lo stomaco a far salotto con le tonsille ad ogni curva a gomito, lo spettacolo delle valli piene di lucette in lontananza sembravano tanto la fiera dei presepi nelle chiese a Roma sotto Natale. Non mi e’ nemmeno scappata la pipi’ … Il che ha del miracoloso. E poi l’alba sul lago aveva del fantasmagorico … Bellissima certo, ma intendevo che c’erano delle presenze inquietanti! Quasi quasi sono contenta che non se la smette di piovere perché il pancake e’ buono, il libro che ho appresso interessante e almeno mi posso riprendere dalle scarpinate allucinanti fatte a Mussoorie con una trekkista canadese … Avrei preferito, al limite, essere un suo pidocchio pur di farmi trasportare in qualche modo! A proposito, “L’alchimista” ma ci avrei scommesso, e’ una baggianata mentre, e qui avrei perso soldoni, Aurobindo si dimostra un tipetto molto interessante, magari un po’ sciroccato, ma interessante. Innanzitutto e’ una specie di ibrido occidental-indianeggiante, yogico ma guerrigliero, un genietto che parlava uno sproposito di lingue e … Secondo me aveva le antenne visto che parla di più livelli di coscienza nascosti sotto la mente pensante … Ma sto a pagina 54 solamente quindi per il resto della recensione e news dall’India ci si sente tra una settimanella che domani mi rifugio al villaggetto ergo addio facilities! Sarebbe il caso di dire che sono “nella merda” nel senso che dopo una notte di pioggia qui e’ tutto una fangaia … Vallo a capire poi cosa e’ terra e cosa e’ altro … Però no, non va affatto male. Di nuovo a Delhi, ma solo di passaggio. La pausa al villaggetto e’ stata molto rigenerante: lunghe dormite, il mondo fuori solo un ricordo, buona compagnia, perfino party e chitarra arpeggiata la sera … Se non fosse che con tutti quei Londoners arrivati al progetto (perché anche essere Londoners non e’ solo un dato di fatto, e’ un atteggiamento di vita … Alla Dubliners, ma meglio) ho una voglia matta di tornare in Inghilterra. In teoria, lasciato Amarpurkashi sarei voluta andare a Amritsar, ma la mattina stessa ho letto il giornale e diceva che il nord dell’India sta congelando e che Haridwar (dove sarei dovuta passare con il treno notturno) aveva registrato durante la notte -3 … A meno di non trasformarmi in un’ “Algida Lady” cambio di programma … Destinazione: Nuovi Mondi (alla Star Trek) da Amritsar, Punjab, città santa dei Sikh a Bikaner, Rajastan, fiera dei cammelli. Al cambio di clima poi ci va aggiunto che ieri ho sbagliato treno, cosi ho perso quello successivo per Bikaner (ecco perché son d nuovo a Delhi, il che ha avuto comunque risvolti positivi), ma dicevo: ieri ho sbagliato treno. Meglio, ieri, come una cretina, ho sbagliato treno. E non e’ il fatto di aver perso il treno dopo a rodermi, ma e’ che l’ho perso perché, come una cretina (i concetti importanti vanno ripetuti), sono salita ed ho chiesto a “sole” tre persone se andava a Delhi … Ovviamente andava nella direzione opposta. Ora mi dico [due punti, aperte virgolette]: “%$£&@#! ” [chiuse virgolette]. I risvolto positivo consiste nel fatto che, anche arrivando di sera, intorno alle 11, ho veramente, definitivamente, fatto pace con Delhi. E con l’India. E qui lo dico, (dallo stesso internet point della prima mela “pesce fuor d’acqua”) L’INDIA MI PIACE. Ci ha messo un po’ ma sa farsi voler bene. Sul versante viaggio interiore – come sono poco mistica, a dir così mi viene subito in mente Piero Angela che rimpicciolisce e viene ingoiato … Ma tralasciando la digressione – sto imparando a lasciar andare le cose: l’idea che prima mi faceva veramente star male di dover lasciar andare persone con cui ho passato dei bei momenti, (sapendo di perderle) o, al limite, buttare cose a cui sono affezionata, inizia ad essere meno difficile. Addirittura la vedo come possibile prospettiva. Inoltre sto, parallelamente al mio zaino, imparando a limitare i miei bisogni di cose materiali, un percorso iniziato con un flash ad Edimburgo, quando ho deciso di concentrare il bisogno di cose inutili, ma che fanno “casa” in un braccialetto di rame. Ma e’ ancora solo una tappa, perché per poco non mi prendeva un colpo quando ho pensato di averlo perso … Ecco, diciamo che, in breve, sto riscoprendo il valore delle cose, degli oggetti materiali nel vero senso della parola, che chiamandoli con altri nomi altro non sono che comodità, quindi non strettamente necessari. Ciò non toglie che tra una candela e una torcia frontale continuo a preferire la torcia frontale, non sono instupidita, sono solo più consapevole che la luce che fanno e’ la stessa … Sono contenta, sia per motivi alti e filosofici, che per questioni molto più pragmatiche e molto poco esistenziali… (“tera tera ‘nsomma!”). Jailsamer e’ veramente come dicono: gialla e favolesca. Ed economica il che non guasta mai. Vista dall’alto l’idea e’ quella di un’immagine troppo ingrandita al computer, quando si iniziano a vedere i contorni tra i pixel, mentre tutto intorno il deserto e’ sfocato. In realtà e’ una distesa di casupole color sabbia in mezzo a un deserto piatto di sabbia. Capitolo Bikaner invece solita sfiga, niente confini di nuovi mondi … Tantomeno la fiera dei cammelli. Ma poi quelli con una gobba non sono dromedari? Comunque per ripicca col fato mi son data al safari, un po’ fuori budget, ma bello, veramente bello. Sembravamo l’armata Brancaleone in effetti e faceva un po’ ridere il fatto che per 8 turisti c’erano 9 cammelli, 3 carri e 11 indiani ma ci sono stati comunque dei momenti in cui per il silenzio mi fischiavano le orecchie … Senza contare il dondolio dei cammelli (che per una patita d’altalena e’ il massimo) e pavoni, antilopi e volpi come se piovessero. Perfino tutta la gente mi e’ risultata simpatica. Starò diventando meno asociale? fosse mai …

Bikaner per il resto è una cittadina carina, il palazzo è il solito palazzo indiano, che, per carità bello, ma a dir la verità ne ho avuto abbastanza di questo genere di cose. Invece mi è piaciuto da morire (e avessi avuto una macchinetta fotografica …) il giro per il centro della città, gli haveli, e tutte quelle scarpe. Primo impatto con il Rajastan: 8. Sempre qui ho finalmente incrociato un elefante per strada. Ho visto un gatto a Delhi – Capitolo Delhi (flash back). Ho fatto people-watching, molto poco carino, lo so, ma e’ un gran passatempo. Ho fatto una passeggiata a Connaught Place e benché fosse in ordine 1) bank holiday 2) domenica (e quindi tutto chiuso), e’ stato molto più di un modo per perdere tempo fino alla partenza del treno. Era infatti affollato di gente “bene” (un gran bel diversivo dai backpacker infangati di Paharganj) a passeggio-slalom tra i poveracci … Senza contare che non credo mi capiterà mai più di vedere il receptionist che prende i nomi per entrare a … Pizza hut. Noto con amarezza che l’osservazione anthrofoologica sta diventando una deformazione professionale.

Dovrei seriamente mettermi sotto a studiare … Ma il posto non aiuta! Sono a Goa, ho deciso che per la salvezza del mio futuro scolastico non mi schiodo da questo paesino fino ad aprile … Magari così riesco a mettere a fuoco quelle 4 idee e confuse che ho in mente. Detto ciò, decisamente il sud dell’india mi e’ più affine … Oddio, Goa, mi e’ più affine, ma prevedo nel mio prossimo futuro in paio di mesi nel sud dell’India (o mio Dio … Sarò diventata come tanti India addicted?) Sono a Benaulim, un villaggio costituito in pratica da due strade che si incrociano, turistico al punto giusto e comunque io sono qui alla fine della stagione quindi e’ tutto tranquillo … La mia guest house e’ a un chilometro forse dalla spiaggia ma con il solito c**o che mi contraddistingue scendo dal treno dopo 36 ore di viaggio sognando un gran bel tuffo nell’oceano e … Mi viene il ciclo… Ma si può? Per il resto qui tutto e’ fantastico … La spiaggia e’ bianca, piena di conchiglie e stelle marine, bordata di palme da cocco, l’acqua e’ pulita, i turisti non sono una mandria, ho una camera da paura ( e ch’e’ successo? Come mai è successo!?) Praticamente ho un monolocale con bagno e cucinina e balcone tutto per me … Con cuccioletto di cane giusto giusto next door! … Senza contare l’uomo nero padrone del cane … E moglie al seguito: non si può voler tutto! Ma vi tiro un po’ le fila delle ultime puntate, (mettete in sottofondo la sigla del vostro serial preferito) se non sbaglio e’ da Jailsamer che non proferisco parola … Dunque passata Jailsamer sono stata a Jodhpur e … L’ho odiata! Troppi rompiscatole, tutte casette “gnegnerelle” blu indaco o azzurre e i padroni della guest house sempre a dirmi “ora se vuoi puoi farti la doccia lo scaldabagno e’ al punto giusto … 15 volte al giorno? Che c’e’ puzzo forse? … Solo una cosa mi e’ dispiaciuto lasciare il saffron Lassi! Troppo buono! Dopo Jodhpur e’ stata la volta di Pushkar … Turisticissima ma carinissima … i superlativi rendono l’idea? Il lago e’ una pozza a dir il vero, ma le casette tutte bianche intorno e i monti e … Bella! Si m’e’ piaciuta. Poi tutta la gente che si radunava sul ghat opposto a ovest a vedere il tramonto, i giocolieri … Ci son stata una settimana tonda tonda. Next stop Jaipur, la città rosa non e’ male ma e’ il posto peggiore dove sono stata finora quanto a gente inopportuna che ti ferma, non si fa un passo che non ti si appiccica qualcuno addosso … Sono anche incappata nei venditori di pietre preziose che mi hanno visto in faccia e si devono essere detti “questa ci casca!” io però mi son bevuta il chai, fumata la sigaretta e ciao ciao … In compenso la vita d’ostello (primo atmosfera ostello trovata e anche ultima) era molto carina e poi c’ho conosciuto Elad! Ma la sera che sta per succedere qualcosa con lui … Io vado a dormire e la mattina dopo senza dire nulla a nessuno scappo a Bundi, posticino del cavolo ma carino. Soprattutto il panorama serale della rocca illuminata … solo un neo, tante, troppe zanzare. Due giorni a Bundi e vado a Udaipur: va detto era tanto che non stavo così bene, la città e’ bellissima, i palazzi, le strade, gli haveli … E non solo, ma ho conosciuto una ragazza israeliana simpaticissima, sai di quelle persone che appena le conosci ci parli come se fossero sempre state le persone che hai avuto vicine fin dalla nascita? A parte il fatto che mi ha aiutato a prendere un po’ di decisioni importanti per cui non dormivo da un po’, ma poi mi ha “trascinato” a vedere lo spettacolo di danze, a fare lezioni di pittura e cucina (ah, tutti a cena da me quando torno eh! Cucino indiano!). Mi ripeto, ma son stata benissimo, la città è a misura d’uomo occidentale anche se inconfondibilmente indiana. La guest house dove alloggiavo dava sul lago e sul palazzo. Il lago però era semiprosciugato e il palazzo perdeva un po’ della sua magia. Ciononostante una sera me ne stavo seduta in terrazzo a fumare un bidi e a scrivere una lettera quando ho sentito una musica tutta tamburi … era un corteo nuziale: una ventina di elefanti tutti addobbati, le fiaccole, la gente la musica che attraversava la pianura (il fondo del lago per intenderci) … Insomma quando sono partita e’ stata dura, ma fortunatamente sul pullman per Diu ho incontrato un ragazzo americano e un uomo canadese con cui ho passato delle belle giornate, l’americano quando e’ partito mi ha lasciato una bibbia mentre Glenn … Beh, come al solito in ogni mio viaggio trovo sempre qualcuno che anche se io non parlo mi legge dentro: stavolta e’ stato lui. Adesso invece son qui a Goa come sapete bene … Dunque il cerchio si chiude. Adesso raccontatemi un po’ voi, fatemi rientrare piano piano con i vostri racconti nel clima casalingo che per me sarà dura partire … Non posso neanche pensarci, anche se qualche volta viaggiare (e viaggiare da soli per giunta!) e’ duro l’idea di riprendere l’aereo mi piace ma mi turba alquanto … Bacioni miei cari, non vedo l’ora di rivedervi tutti! Marta



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