Brasil: alegria e saudade

Brasile: era tanto che sognavo questo Paese immenso, di cui avevo letto e immaginato. La sua natura imponente con spiagge e luoghi incontaminati accanto a città indemoniate, la sua gente allegra e ospitale in un ambiente spesso ostile a dispetto delle bellezze naturali in cui è immerso, la sua musica travolgente coi ritmi del samba nelle sue...
Scritto da: Antonella P 1
brasil: alegria e saudade
Partenza il: 23/01/2006
Ritorno il: 31/01/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Brasile: era tanto che sognavo questo Paese immenso, di cui avevo letto e immaginato. La sua natura imponente con spiagge e luoghi incontaminati accanto a città indemoniate, la sua gente allegra e ospitale in un ambiente spesso ostile a dispetto delle bellezze naturali in cui è immerso, la sua musica travolgente coi ritmi del samba nelle sue varianti del forrò, pagode, samba de roda, reggae o l’attuale arrocha. Bè, alla fine ce l’ho fatta a partire grazie ad un Volo supereconomico, ho preparato la Valigia emozionata tirando fuori i miei costumi da bagno e magliette e top, per affrontare le calde temperature a dispetto del freddo siberiano che da giorni imperversava nel nostro Paese.

Malgrado le 2 ore e mezzo di ritardo del nostro Volo e la stanchezza, l’entusiasmo per il nostro Viaggio cresceva col passare delle ore, e ha toccato l’apice quando l’aereo ha sorvolato SALVADOR de Bahia, meta del nostro viaggio. Tutte le luci che la illuminavano parevano distendersi come un vestito di lustrini e paillettes che ben rappresentava l’anima del Brasile. Appena sbarcate a Salvador un’aria calda ha accolto me e la mia amica , rinfrancandoci delle lunghe ore di attesa e scaldando i nostri cuori in ansia per scoprire quella meravigliosa città.

Avevo prenotato un alloggio a Itapuà, a soli 6 km dall’aeroporto di Salvador data l’ora tarda dell’arrivo. Il guardiano della “Casa Encantada” ci ha accolto, comunicandoci che ci avrebbe accompagnate in un’altra pousada perché la ‘Casa Encantada’, causa imprevisti non poteva più ospitarci. Ci siamo fidate e ci siamo sistemate nella Pousada ‘Itapua Beach’ di Elza Oliveira, una signora molto carina che ci ha accolto con un sorriso malgrado l’ora tarda della notte. La camera era davvero piccola ma per una notte ci siamo adattate, in compagnia di un geco che ci ha dato il benvenuto sulla porta della nostra camera. Il mattino seguente abbiamo fatto colazione con la frutta tropicale che tanto sognavamo, scoprendo nuovi sapori che avrebbero accompagnato tutto il nostro viaggio: il mamao, una sorta di melone trapiantato qui dall’India, l’avremmo gustato anche come frullato nelle giornate più calde.

Itapuà, è una località con una spiaggia lunga e sabbiosa con locali notturni animati, ma ormai rimane poco di quella poesia cantata da Vinicius de Moraes , Caetano Veloso, Toquinho (Tarde em Itapoa). Così abbiamo deciso di andare a conoscere i gestori italiani della ‘Casa Encantada’, per scoprire un po’ di più del loro progetto sul Turismo responsabile (www.Casaencantada.Br.It ). Loris e Maria ci hanno accolto nella loro Casa, dove troneggiava un giardino con palme e piante tropicali, e le amache dove gli ospiti potevano rilassarsi gustando l’atmosfera di serenità di quel contesto naturale. Ci hanno spiegato com’erano arrivati fin lì e il tipo di turismo molto distante da quello ‘ortodosso’. Ma ce ne saremmo rese conto solo ‘assaggiando’ una delle loro escursioni, che ci hanno fatto scoprire una realtà molto diversa da quella proposta da tutti i maggiori cataloghi delle Agenzie di viaggi.

Assieme ad una coppia in viaggio di nozze, anche loro ospiti, Loris ci ha accompagnate in un paesino di pescatori, Acupe, per fare una gita in canoa su un ‘rìo’ che sfociava nella Baia de Todos Santos. Abbiamo potuto vivere un’esperienza unica, ascoltando i suoni più inconsueti che provenivano dalle mangrovie…Il dischiudersi delle vongole che provocavano quel ‘ticchettìo’ di cui si parla in una delle canzoni di Marisa Monte, il barulinho, e che ha fatto esultare Anna (la mia amica musicista). E la ricerca dei granchi da parte dei nostri due vogatori, che si sono ostinati ad affondare i loro corpi sotto le mangrovie per riuscire a prendere due esemplari colorati di granchi e mostrarceli… ma facendoci realizzare il duro lavoro che quotidianamente i pescatori devono affrontare per poter sbarcare il ‘lunario’. Ma la fatica lascia il posto alla dignità e all’allegria che aleggia nell’atmosfera e nei visi della gente e dei bambini che si tuffavano nel fiume felici di poter gustare della ricchezza di quella natura, unico loro dono. Abbiamo anche visitato la sede di una Radio locale, la Radio Comunitaria Esperança, che attraverso una serie di altoparlanti disseminatati per le vie del paese, riesce a divulgare problematiche e offrire soluzioni tempestive alla comunità. La direttrice della Fundaçao Dom Avelar Barndao Villea Mussao, porta avanti un progetto di una Diocesi cattolica italiana offrendo piccole ma fondamentali opportunità alla comunità, ad es. Un asilo dove i bambini possono trascorrere la giornata e alimentandoli con un regime dietetico diverso, a base di frutta, esclusa solitamente dalle loro diete. Può sembrare un controsenso il fatto che il Brasile sia un Paese ricco di risorse naturali che però non vengono sfruttate, ma sono tante le contraddizioni che pervadono un Paese così grande e che non trovano una risposta. Ma basta il sorriso dei bambini che ti guardano intimiditi ma incuriositi a farti sciogliere qualsiasi dubbio. Guardare i loro visini, mentre il nostro amico Alberto li fotografava con la sua digitale, e li divertiva riprendendo anche i loro piedini, ci faceva riflettere su quanto può essere semplice la vita senza tutti i nostri comfort, a cui spesso non sappiamo rinunciare.

Proseguendo il nostro viaggio, arriviamo dopo qualche giorno a Salvador, zona turistica ma tranquilla, a pochi metri dalla spiaggia. I nostri giorni scorrono tra i vicoli del Pelourinho, centro storico della città con tutte le case color pastello. Il suono delle percussioni è dappertutto, i ritmi della madre Africa sono la colonna sonora di Bahia. Il martedì sera è la sera in cui si può godere di concerti dal vivo in varie viuzze tutto gratuito, e la musica degli Olodum che impera in questo quartiere (concerto Olodum solo di martedi al prezzo di 80 real inizio ore 20 ), il cui nome deriva dalla divinità Orixas Olodumarè. Noi abbiamo potuto assistere al meraviglioso show delle Didà, gruppo di 30 ragazze percussioniste scatenate che suonano e danzano incantando tutti i passanti, locali e turisti. E, nel caso non è di vostro gusto in prossimità ci sono vari locali tutti con musica dal vivo – pagode, forrò, samba, ecc.. E ancora se si va verso le spiagge si trovano tanti locali per tutti i gusti: Noi ne abbiamo provato dei più grossi, l’Aeroclube, a Boca de Rìo, una sorta di mega shopping center, con 3 piste all’aperto dove si esibiscono gruppi dal viso, e un grande contenitore al chiuso dove si svolgono i concerti più grossi. Noi abbiamo visto quello degli Araketu (uno dei gruppi che va per la maggiore) per la modica cifra di 30 reales (€ 11,45)…Ma per me è stato un delirio data la massa di gente che acclamava i suoi idoli versando fiumi di birra a ritmo di samba. Ho preferito il concerto di forrò in un locale all’aperto sulla spiaggia, dove una folla di ragazzini ballavano il forrò teneramente abbracciati.

Di giorno invece abbiamo seguito le tracce del più grande scrittore di Bahia, Jorge Amado, visitando il Museo a lui dedicato, dove campeggiano i manifesti di tutti i personaggi dei suoi romanzi, resi ancor più famosi dal cinema e interpretati da Sonia Braga e dal nostro compianto Mastroianni. E pensando a Gabriela o Dona Flor, rivedo quei volti affacciati alle finestre, riassaporo quella cucina e riascolto quella musica che mi avevano fatto viaggiare con la fantasia in questa terra, e non mi par vero di essere proprio lì . La mia curiosità mi spinge a visitare anche l’adiacente Museo Antropologico, con tutte le divinità Orixa e i loro rispettivi oggetti di culto, tra l’altro quel giorno con ingresso gratuito. Ritorniamo fuori e gironzoliamo tra le varie botteghe artigianali, con strumenti musicali, tele variopinte che riportano l’intensità dei colori, della gente e della natura di questo immenso Paese. Ma le emozioni più intense le abbiamo vissute sempre nell’Interior, ancora ad Acupe e a Santo Amaro (paese d’origine di Caetano Veloso e Maria Bethania). Siamo state ospiti uniche della nostra Guida di Acupe, Rosemarie, che nella sua casetta ci ha dato la possibilità di apprezzare un cielo stellato, il più bello che abbia mai visto finora. E la gente intimidita dalla nostra presenza, al punto da non voler danzare neanche la loro musica preferita, l’arrocha, nel bar del paese. Non siamo riuscite ad assistere alla cerimonia di candomblè, che veniva celebrata dai vicini di Rosemarie, e a dispetto della frenesia di Anna, ci è stato consigliato di evitare di andarci senza preavviso, anche per evitare spiacevoli incontri di personaggi poco raccomandabili. Così ci siamo dovute accontentare di ascoltare i canti e i suoni dei tamburi sotto la zanzariera dei nostri letti per tutta la notte. A Santo Amaro, abbiamo potuto assistere alla processione della Nossa Senora da Purificaçao, con la sfilata di tutte le Mae de Santo, coi loro vestitoni bianchi, alcune investite del ruolo di far scorrere l’acqua profumata dalle brocche in segno di purificazione ai proseliti…Beh, noi ne abbiamo approfittato per più di una volta, nella speranza di prolungare il nostro soggiorno il più possibile. La festa proseguiva con la sfilata di carri con alcuni gruppi di cantanti e musicisti, più o meno famosi, che animavano i ballerini al loro seguito presi dai ritmi forsennati del samba. A dire il vero, anche noi ci siamo fatte prendere dal ritmo e, abbiamo animato col nostro samba elementare un gruppo di musicisti, all’interno di un locale, l’Accademia do Samba. Li abbiamo poi seguiti per le vie del paese facendoci contagiare dal loro ritmo, un’esperienza unica e magica…Soltanto i volteggi di una scuola di capoeira ci hanno fermate per poterli ammirare nella piazza principale di Santo Amaro. La giornata e il caldo sembravano non arrestarsi mai, come i ritmi della festa che anticipava il Carnevale di Salvador. A dire la verità avremmo voluto che la giornata proseguisse all’infinito, anche se esauste eravamo ormai ‘plagiate’ dal ritmo. Eravamo quasi tentate dal fermarci lì tutta la notte, ma non volevamo approfittare oltre dell’ospitalità di Rosemarie. Così con la saudade che oramai si stava già impossessando dei nostri coraçao, ci siamo avviate verso la Rodoviaria, la stazione degli autobus, per far ritorno a Salvador. Io avrei voluto rimanere lì per sempre sotto l’effetto della musica del samba e, nel viaggio di ritorno verso Salvador non riuscivamo a parlare né ad aprire gli occhi per non contaminare il ricordo di quei ritmi.

Come ultima tappa del nostro viaggio abbiamo deciso di andare ad Itaparica, raggiungibile in 40 minuti di traghetto, dal porto vicino il Mercato Modelo, altro posto da non perdere per i vostri acquisti ricco di oggetti d’artigianato e coloratissimi articoli opera della maestria degli artisti del posto. Ad Itaparica abbiamo visitato il suo paesino, con le sue vie colorate e gustato il più buon frullato di frutta nella Paderìa all’inizio del paese, imbattendoci in un gruppo di viaggiatori italiani appena sbarcati in Brasile. Un salto nella spiaggia di Barra do Gil (anche se Penha è una delle più belle), attraversando le viuzze di un paesino che ci riportava un po’ ai nostri paesini di mare, sorpassando le barracas sulla spiaggia, per arrivare ad un posto più tranquillo ma oramai tardi all’appuntamento col sole già avviatosi al tramonto. Siamo però riuscite ad ammirare la natura con le palme che si stagliava contro l’immagine della città di Salvador all’orizzonte. Per finire con l’ennesimo incontro con un personaggio strano, Tania, un po’ zingara un po’ naturopata, che ha allietato le nostre ultime ore in questa terra stupefacente. Di corsa al porto utilizzando i mitici furgoni, da noi soprannominati “furgao”, una sorta di taxi collettivo che trasporta i locali da un paese all’altro a prezzi modici (sempre da contrattare, ma mai più di 2 real a corsa). Sul traghetto pieno di passeggeri di diversa estrazione sociale, il tramonto oramai accompagnava l’epilogo del nostro viaggio. In poche ore avevamo già preparato le valigie e via verso l’aeroporto, pur con la fragile speranza di poter prolungare il nostro soggiorno in Brasile. Ci siamo imbarcate con il consueto ritardo di 2 ore e mezza, e con la saudade nel cuore …Ma anche con la promessa di poter ritornare per poter apprezzare altri luoghi che si uniranno agli altri che ormai sono già nei nostri cuori…Ci siamo perse la festa a cui tenevamo tanto, la festa della dea del mare, Yemanjà, il 2 di febbraio, compendio di tutta la cultura e il folklore, oltre che della religiosità di questo grande Stato del Brasile. Religiosità spesso e volentieri contaminata da gruppi di turisti, molti provenienti dall’Italia, che arrivano fin qui per sfruttare altre ‘bellezze’, indifferenti e volutamente ignari di ciò che gira attorno all’oggetto del loro desiderio. Il turismo responsabile cerca di combattere questo triste fenomeno, ma non basta perché la corruzione del Brasile è un cancro che solo i politici possono combattere. Speriamo che i turisti ‘responsabili’ aumentino e sostengano la volontà e il potere di coloro che vogliono contrastare le ‘brutture’ del turismo sessuale… Intanto non possiamo dimenticare le persone che sono diventati i nostri ‘souvenir’ più cari : Patriarca, il portiere musicista del nostro appartamento a Barra, Uellinton , per me “Wimbledon” il nostro taxista di Salvador, le bambine di Acupe, gli ‘arzilli’ musicisti di Santo Amaro e i ‘trios eletricos’ (carri coi musicisti), i conducenti pazzi dei bus di Salvador col seguito di mercanti che si avvicendavano in ogni corsa proponendo gli articoli più vari (caramelle, noccioline, bustine di polverine per gli armadi ecc)…Tutti hanno contribuito ad alleviare le paure dei primi giorni e a farci sentire a nostro agio anche nei momenti di difficoltà…Aumentando la saudade per il Brasile…Bom dìa, boa noite Brasil!



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