Yucatan e Chiapas: 15 giorni indimenticabili
Era un po´ che volevo andare in Messico. Sono sempre stato affascinato dalle civiltà precolombiane ed ero assai incuriosito dai Maya ed in particolare dalle loro piramidi. Fortunatamente anche Monia è d´accordo, Messico vuol dire infatti anche Caraibi e mare!
Optiamo per un volo charter dell´Air Europe che da Roma ci porta diretti a Cancun...
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Era un po´ che volevo andare in Messico. Sono sempre stato affascinato dalle civiltà precolombiane ed ero assai incuriosito dai Maya ed in particolare dalle loro piramidi. Fortunatamente anche Monia è d´accordo, Messico vuol dire infatti anche Caraibi e mare! Optiamo per un volo charter dell´Air Europe che da Roma ci porta diretti a Cancun e blocchiamo anche il volo di sola andata per Tuxla Gutierrez. Dal Chiapas rientreremo poi in autobus pubblici. Decido anche di prenotare via internet le prime due notti a Cancun (non nella zona hotelera visti i prezzi) e la mia scelta cade sul Best Western che si trova proprio di fronte al terminal degli autobus. Arrivo a Cancun Il volo da Roma è tranquillo e arriviamo quasi in orario a destinazione. All´aeroporto prendiamo un taxi collettivo che ci porta all´hotel. Cancun fa davvero schifo e mi pento di non essere andato le prime due notti direttamente a Playa del Carmen, ma ormai siamo qui. Anche l´hotel è orribile, così sporco da far cadere Monia in disperazione: “Se questo è l´hotel migliore chissà come sono gli altri!AHHHHH!” Cerco di tranquillizzarla dicendole che non abbiamo prenotato niente e pernotteremo solo dove lei vorrà. Niente, non si tranquillizza. Finalmente la convinco dicendole che utilizzeremo tutta la giornata di domani (il giorno successivo all´arrivo) per monitorare la zona e prenotare gli hotel per la seconda settimana, quella di mare. La mattina successiva Monia è tranquilla, il riposo, il sole e il caldo mi danno una mano. Andiamo direttamente a Isla Mujeres, scelta per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza prima di riprendere l´aereo per l´Italia. È davvero graziosa e decidiamo che avremmo pernottato lì le ultime tre notti. Cerchiamo un hotel. La scelta cade su un complesso in costruzione situato sull´isoletta collegata da un ponte che si trova in fondo a Playa Norte. È di prima categoria ma non è ancora pronto, ce la caviamo con poco per quello che offre, la vista e la posizione delle camere sono straordinarie. Prenotiamo le notti e decidiamo di passare alcune ore in spiaggia. La spiaggia è tranquillissima e davvero bella, l´acqua però non è limpidissima come mi aspettavo e come avevo visto dalle foto, probabilmente deve esserci stato un po´ di brutto tempo che ha smosso il mare. Incontriamo una signora che abita all´isola d´Elba che ci dice “Il mare dell´Elba è migliore!”. Gli ultimi giorni vedremo invece che non c´è assolutamente paragone. Il pomeriggio decidiamo di trascorrerlo a Playa del Carmen. Se ci piace, una volta rientrati dal Chiapas ci fermeremo qui. Grazie all´efficiente sistema di trasporti pubblici dello Yucatan (l´Italia se lo sogna) in breve arriviamo a Playa del Carmen e ne rimaniamo subito affascinati. È una cittadina turistica però non è rovinata come Cancun, è ancora a misura d´uomo. Guida LP alla mano cerchiamo un hotel, gira gira la scelta cade sull´hotel Kinbè, nei pressi della 5-avenida, verso il mare: un grazioso hotel gestito da delle ragazze italiane (scopriremo poi che la comunità italiana di Playa del Carmen è molto numerosa). Prenotiamo per 5 notti (50$ a camera) a partire dal giorno in cui dovremmo rientrare dal Chiapas (se tardiamo di un giorno telefoniamo) fino al giorno in cui andremo a Isla Mujeres. Finalmente Monia è contenta e tranquilla, rimane solo l´incognita del Chiapas ma almeno i giorni di mare li farà in posti da lei accuratamente selezionati. Ceniamo piccantissimo in un ristorantino di Playa e poi rientriamo a Cancun. Il giorno dopo ci aspetta l´aereo per il Chiapas! San Cristobal de Las Casas, San Juan Chamula, Canyon del Sumidero Sveglia alle 6 (tanto ancora c´è il fuso) e via all´aereoporto. Il volo è tranquillo, anche se facciamo scalo a Merida e Villahermosa: un po´ troppi decolli e atterraggi! Finalmente siamo a Tuxla, in Chiapas. Ci facciamo portare da un taxi al terminal degli autobus da dove ci dirigeremo alla mitica San Cristobal de las Casas. Sull´autobus nel sedile prima del nostro c´è un ragazzo che dopo un po´ si volta verso di noi e ci dice “Siete anche voi di Firenze?”. Dopo un paio d´ore arriviamo, fa freddo e c´è da cercare un hotel. Consultiamo la LP e ci dirigiamo alla Posada San Cristobal (30$ a camera), la sistemazione è decorosa, sulla porta d´ingresso compare l´adesivo di AnM. Giriamo un po´ per San Cristobal. È una città coloniale veramente carina, ma la cosa che più ci colpisce sono le persone, chiuse e diffidenti verso gli stranieri, nonostante il turismo sia già non da poco arrivato fin qua. Odiano soprattutto le foto, dicono che se uno li fotografa porta via loro l´anima! Più tranquilli sono invece i bambini che però hanno già imparato a chiedere pesos per farsi fotografare. La sera in piazza c´è un concerto, e di questo Monia si ricorda ancora non della musica ma di come, pur stando in fondo, grazie all´altezza ridotta dei locali, riuscisse a vedere tutto (cosa che in Italia non le succede mai vista la sua statura…): gli uomini infatti erano al massimo alti come lei e le donne assai più piccole. Il giorno successivo ci rivolgiamo ad un´agenzia locale per visitare i paesini nei dintorni. Andiamo a San Juan Chamula. Insieme a noi due fanno parte del gruppo altri 4 italiani arrivati da città del Messico e in prosecuzione per il Guatemala. Facciamo sosta al cimitero del paese, non riusciamo a capire perchè sulle tombe oltre ai fiori ci sono delle bottiglie di Pepsi e Fanta, che senso ha? L´ingresso nel paese è scioccante, è giorno di mercato e una marea di persone cerca di vendere le proprie merci, c´è carne, frutta e verdura dappertutto, il fetore è insopportabile. Entriamo nella chiesa. È impossibile descrivere le senzazioni che si provano entrando in questo luogo. Ci si immagini una chiesa il cui pavimento è ricoperto di aghi di pino, c´è fumo e profumo causato dall´incenso che brucia, ci sono immagini di divinità cristiane e pagane, persone che di fronte all´altare stanno sacrificando una gallina alle divinità e persone inginocchiate in terra che pregano bevendo da una bottiglia di Pepsi Cola e ruttano! Ecco a cosa serve la Pepsi, per ruttare! Ruttando si eliminano le impurità e gli spiriti maligni dal corpo, per questo la Pepsi, e le bevande gassate in generale, sono considerate sacre. Purtroppo non posso fotografare, ma quelle immagini le avrò ben impresse nella memoria per sempre. Andiamo via da lì e ci dirigiamo in un altro paesello. Questa seconda tappa serve però solo per portarci in casa di una donna che tesse a mano delle splendide tovaglie e per farci assaggiare le tortillas di mais fatte li per li sulla pietra. Dopo averle mangiate (erano buone) scopriamo che tra gli ingredienti c´è anche la calcina, quella che serve per murare, dicono che serve per renderle più compatte (e ci credo!). Utilizziamo il pomeriggio per girare nuovamente per San Cristobal e decidiamo che il giorno seguente saremmo andati al Canyon del Sumidero. Cambiamo agenzia (la prima non ci aveva granchè soddisfatto) e fissiamo l´escursione. Del gruppo fanno parte oltre a noi, due tedesche, un americano (degli USA) e due fiorentini. L´escursione è interessante, soprattutto perchè si passa tra altissime pareti di roccia, durante il percorso vediamo anche due coccodrilli e delle scimmie. Onestamente però speravo di meglio. Prima di rientrare sostiamo un´oretta a Chiapa de Corzo, altra piccola e interessante cittadina. Agua Azul, Misol-Ha, Palenque Il giorno successivo ci saremmo diretti a Palenque. Il dubbio era se andarci con un autobus pubblico impiegando 6 ore e rimanendo a dormire a Palenque o andare con il pulmino dell´agenzia (la stessa del Sumidero) facendo sosta alle cascate di Agua Azul e Misol Ha, vedere il sito archeologico di Palenque e farci lasciare la sera al terminal degli autobus facendo il viaggio di notte per Playa del Carmen. Optiamo per questa soluzione, costa un po´ di più ma ci consente di arrivare il giorno giusto a Playa del Carmen e di vedere anche le cascate, vedremo Palenque un po´ più di corsa ma ci accontenteremo. La partenza è fissata alle 7. La mattina in Chiapas però dormono e quando stiamo per uscire troviamo la porta dell´hotel sprangata. Chiamare e urlare non serve a nulla, nessuno si fa vivo. Gira gira, dopo aver quasi sfondato la porta, trovo un´altra uscita e di corsa in leggero ritardo andiamo all´agenzia. Come dicevo in Chiapas la mattina dormono e quindi siamo i primi. Fra una cosa e l´altra partiamo alle 8. Il gruppo è numeroso, siamo 8, oltre a noi ci sono le due tedesche del giorno prima, un messicano, uno spagnolo di Barcellona che ha detto di essere vicino di casa di Manu Chau, uno boh e una ragazza norvegese che stava studiando a Merida e che non si è zittita un secondo parlando prima in spagnolo con lo spagnolo e poi in inglese con le tedesche. Odio andare con i gruppi organizzati perchè ci si ferma perdendo tempo nei ristoranti scelti dall´autista. Così puntualmente succede, verso le 11 ci si ferma in uno di questi locali e si perde quasi un´ora (nonostante io e la Monia e le tedesche dopo 20 minuti fossimo già pronti e scalpitanti ai bordi del pulmino)! Finalmente arriviamo ad Agua Azul. L´acqua però non è azzurra, pare lo sia solo di Maggio, lo spettacolo è comunque affascinate lo stesso, l´acqua scende in una moltitudine di bellissime cascatelle e tutto intorno c´è una rigogliosissima vegetazione tropicale. Prendiamo anche un casco di bananine. Da lì andiamo verso Misol Ha. Il posto è meno bello del precedente, qua c´è un´unica grande cascata, una visione più classica. Da lì in mezz´ora eccoci a Palenque. Indescrivibile! Palenque è bella non solo perchè è ben conservata ma anche per l´atmosfera che vi regna. Il sito non è molto grande e i resti sono raccolti e circondati dalla foresta. Sembra un posto magico. In più il sito è uno dei luoghi di culto per i nuovi hippies ed è curioso e divertente vederli, così magrissimi e mezzi nudi, in adorazione del sole. Affascinati, giriamo per le rovine per circa due ore, poi è l´ora di andare, il sito chiude. Veniamo accompagnati al terminal degli autobus e acquistiamo il biglietto su di un autobus notturno di prima classe per Playa del Carmen. Playa del Carmen, Xcaret Dopo più di 12 ore di viaggio (per chi non lo sapesse in Messico sugli autobus c´è una temperatura polare, causa a/c, vestirsi in modo adeguato), alle 8 di mattina, un po´ intontiti, finalmente arriviamo a Playa del Carmen. La camera del Kinbè non è pronta, lasciamo comunque i bagagli e ci riposiamo sulla spiaggia. L´hotel è vicinissimo al mare, però il tratto di spiaggia di fronte all´hotel, e in generale tutto il tratto che è parallelo alla 5-avenida non è proprio granchè, difatti la spiaggia è piccolissima e l´acqua è un po´ torbida. Per trovare l´acqua cristallina che uno si aspetta dal mar dei Caraibi bisogna camminare 10 minuti, sia verso nord (oltre il grosso hotel che si trova proprio sulla spiaggia) che verso sud (sotto il molo). Optiamo per la parte a nord di Playa e ci riposiamo tutta la giornata. Il giorno successivo abbiamo deciso di andare a Xcaret (c´è un autobus pubblico che ci va). È un´americanata, lo so, però è stato divertente. In particolare ci è piaciuta la discesa fatta a nuoto (con salvagente) all´interno del cenote (un fiume sotterraneo) fatta la mattina. Il resto della giornata l´abbiamo passata nuotando nella piccola laguna piena di pesci e rilassandoci. Bella anche la zona dove ci sono le farfalle. Un po´ di tristezza faceva invece il puma, costretto in una zona certamente più grande di quella che avrebbe avuto in uno zoo ma tenuto pur sempre in cattività. Troppo turistici invece gli spettacoli della sera, soprattutto la partita di pelota. Non mi piacciono granchè queste cose e veniamo via. Dedichiamo il giorno successivo al relax sulla spiaggia, scegliendo stavolta la parte di sotto al molo, quella di fronte a Playacar. Quasta parte è sicuramente la più bella sia per il mare che per la spiaggia, in più ci sono pochissime persone. Sfortunatamente a metà pomeriggio il sole lascia il posto alle nubi e fa un breve temporale. L´aria si è fatta troppo fresca per restare lì e decidiamo di fare un giro per Playacar. La zona è un po´ troppo chic, ci sono tantissime ville e dei poliziotti a guardia ad ogni angolo. Uno addirittura vedendoci girare un po´ troppo si mette a seguirci e non ci lascia finchè non ne siamo usciti. Volevamo prendere da una di quelle belle palme un paio di noci di cocco ma desistiamo dall´intento (le prenderemo da una pianta vicino al nostro alberghetto). Chicken Itza, Punta Allen, Sian Kaan Il giorno seguente prendiamo l´autobus pubblico per Chicken Itza, trascorreremo là l´intera giornata. Dopo quasi quattro ore di autobus finalmente arriviamo a destinazione. Il sito archeologico è indubbiamente bello, però c´è troppa gente e, forse perchè abbiamo ancora negli occhi Palenque, un po´ ci delude. Solo il Castillo è impressionante, da solo vale la visita. Passiamo anche un po´ di tempo al mercatino all´esterno delle rovine dove facciamo un po´ di acquisti. Rientrati all´hotel siamo indecisi sul da farsi il giorno seguente, andare a Tulum o andare a Punta Allen. Optiamo per la seconda ipotesi anche perchè siamo incuriositi dall´escursione proposta da due italiani trasferiti là. La mattina ci viene a prendere un signore di Genova che ci racconta di essere in Messico da sette anni. Dopo un po´ ci ritroviamo ad un parcheggio insieme ad una ventina di persone prelevate dai vari villaggi turistici (Eh sì! Questa escursione viene proposta principalmente nei villaggi! Speriamo bene!) e sette jeep che guideremo un po´ a turno. Facciamo un bel po´ di strada lungo la costa meridionale e poi ci immettiamo tramite una strada sterrata dentro la riserva di Sian Kaan (la strada principale era un´altra ma non abbiamo potuto farla perchè un uragano aveva buttato giù un ponte). Purtroppo siamo capitati in auto con un mezzo pazzoide (tipico milanese da villaggio turistico) che va a tutta prendendo di proposito ogni buca, dopo aver rischiato un paio di volte il cappottamento mi faccio cedere il volante con la scusa che voglio guidare anche io sullo sterrato. Il paesaggio intorno alla stradella è davvero bello. Finalmente arriviamo in fondo e veniamo imbarcati su delle barchette con destinazione punta Allen. Attraversiamo una sorta di laguna circondata dalle mangrovie e ci fermiamo in un punto dove c´è un nido di aquila. Poi arriviamo a Punta Allen. È un villaggio di pescatori e praticamente non c´è niente altro. Da lì riprendiamo le barchette e andiamo a fare l´escursione alla barriera corallina poco distante. Prima ci fermiamo però in una secca a circa 300 mt da riva dove facciamo il bagno, l´acqua è fantastica e poco profonda, la sabbia sul fondale è rosa! Arrivati quasi al limite della barriera ci fermiamo e dotati di salvagente (è la regola per non andare sul fondo e staccare pezzi di corallo) nuotiamo un po´ facendo snorkelling. Non è che ci sia granchè (qualche pesce e un aragosta) ma l´escursione è bella lo stesso. Rimontati in barca andiamo a cercare i delfini e le tartarughe marine. Troviamo solo una di queste. Prima di rientrare per il pranzo rientriamo nella laguna di prima passando attraverso uno strettissimo canale circondato da mangrovie, veramente bello. Il pranzo è buono, ci sono spaghetti al pomodoro (i responsabili dell´escursione hanno insegnato a farli ai pescatori di Punta Allen) e pesce fresco. Dopo pranzo giriamo un po´ per il paese e poi con calma riprendiamo le barche che ci riporteranno ai fuoristrada. Sulla via del ritorno ci fermiamo in un punto dove vediamo anche un paio di coccodrilli. In macchina non siamo più con lo stesso pazzoide, e menomale, infatti lui prende una buca troppo forte e spacca una ruota, non c´è verso di ripartire con quell´auto e la lasciamo là. I due che sono in macchina con noi non sono granchè simpatici però il guidatore almeno è prudente e ci riporta sani e salvi a Playa del Carmen. L´escursione è stata molto bella però devo dire che con la gente dei villaggi turistici all inclusive non mi ci ritrovo. È troppo diverso il modo di concepire il viaggio e di vedere i posti che si visitano. Ho sentito una donna dire che il Messico era molto meglio di Zanzibar perchè in Messico c´era sempre l´acqua calda per la doccia e il cibo a buffet era più abbondante, in più a Zanzibar una volta il pranzo le era rimasto sullo stomaco e aveva vomitato. Ma cosa cavolo vai a fare in Messico e a Zanzibar? Vai in Sardegna d´estate e alle Maldive d´inverno, il mare è assai migliore e non hai problemi di buffet. Certo così possono dire di aver girato il mondo, anche se in realtà hanno solo girato aeroporti! Inoltre non mi piace neppure il modo in cui nelle escursioni dei villaggi turistici (e questa di fatto lo era) si è considerati, come bimbetti che non capiscono nulla (e in effetti molti di loro sono proprio così). Isla Mujeres La mattina seguente ci concediamo un po´ di relax prima di andare a Isla Mujeres, non abbiamo fretta, decidiamo di prendere l´autobus subito dopo pranzo. Autobus, taxi, traghetto e poi a piedi fino all´hotel. Oggi la giornata è magnifica e il mare di fronte a Playa Norte che il primo giorno non si era dimostrato granchè si mostra in tutto il suo splendore. L´acqua è cristallina, calma e caldissima. Trascorriamo le ultime ore del pomeriggio in relax sulla spiaggia. Il giorno successivo, dopo aver fatto colazione (in questo hotel è compresa anche un´abbondantissima colazione) decidiamo di visitare l´isola. Non è che ci sia granchè, c´è un´allevamento di tartarughe, uno squalo in cattività, un pezzo di mare con la barriera corallina con ingresso a pagamento (Garrafon) e tantissimi pezzi di coralli morti sulla spiaggia. Prima di pranzo siamo già rientrati, passeremo anche questo pomeriggio a Playa Norte. Anche oggi giornata bellissima, forse la più calda da quando siamo arrivati. La notte però il tempo si guasta, sentiamo piovere, ci affacciamo sul terrazzo e non è la pioggia ma il mare che si è ingrossato a manda spruzzi fin sul nostro terrazzo (che è rivolto non verso Playa Norte ma verso il mare aperto), le onde sono enormi, mai viste di così grandi e tira un vento terribile. Confidiamo che sia una cosa passeggera. La mattina invece piove e il vento è ancora più forte, le palme si piegano. L´aria però è calda e umida, gradevole da respirare. Passerà! E invece continua il tempaccio, fortunatamente smette di piovere ma le nuvole rimangono a coprire completamente il cielo. Passiamo la giornata gironzolando senza meta per il paesello principale dell´isola. La sera telefoniamo per avere conferma dell´orario di partenza del volo charter. Partirà due ore dopo, ok basta saperlo. Anche la mattina successiva il cielo è cupo, poco male, alle 13 dobbiamo andare. Alle 14 siamo in aereoporto e, brutta sopresa, il volo partirà alle 2 di notte. E questa volta, solo per questa volta, ho invidiato quelli dei villaggi turistici, portati all´aereoporto a mezzanotte.