Alla scoperta di Giordania e Siria
Ebbene sì, ci siamo sposati il 21 maggio 2005 e siamo subito partiti per la Giordania. Con un volo abbastanza conveniente della Austrian siamo arrivati ad Amman in serata ed abbiamo alloggiato in un tre stelle non particolarmente interessante.
Il giorno dopo abbiamo preso un volo interno della compagnia di bandiera per Aqaba (prenotato dall’Italia). Lì dall’Italia avevamo prenotato 4 giorni al Mermaid Camp: avevamo un bungalow essenziale ed…Eravamo gli unici ospiti! Lo staff del campeggio (Kalhed ed alcuni del suoi 17 fratelli) ci ha letteralmente coccolato! Ci preparavano cene squisite, ci accompagnavano a fare snorkelling, ci hanno caricato in barca quando pescavano, ci hanno organizzato una notte in tenda al Wadi rum, ci hanno fatto conoscere alcuni amici beduini che ci hanno mostrato i loro campi di cocomeri nel deserto…
Da Aqaba siamo poi andati in autobus a Petra (bellissima la strada panoramica) presso l’hotel di un’amica di Kalhed: Petra ti lascia senza parole, ed abbiamo deciso di prendercela comoda e di visitarla in due giorni.
Il giorno successivo avevamo preso accordi con un altro amico di Kalhed, Kamis (taxista) che ci portasse al Mar Morto. Anche Kamis ha saputo stupirci con la sua ospitalità e discrezione, a bordo del suo taxi abbiamo visitato anche il Monte Nebo e Madaba. Abbiamo dormito a Madaba…A casa del proprietario di un negozio di souvenir (ovviamente amico di Kamis); il mattino seguente Kamis ci ha portato a Jerasah ed infine ad Amman dove lo abbiamo salutato ed abbiamo preso un taxi apposito per il passaggio di frontiera con la Siria.
Tutte le nostre tappe in Giordania devo dire che ci hanno soddisfatto pienamente: la barriera corallina di Aqaba (che non è certo come quella di Sharm, ma molto piacevole per rilassarsi e fare snorkelling), Petra che è molto di più delle inquadrature di “Indiana Jones e l’ultima crociata”, Madaba, che oltre agli splendidi mosaici racchiude al suo interno due comunità, una di cristiani e una di musulmani, perfettamente integrate (al richiamo del muezzin spesso corrispondeva la campana della Chiesa…), il Wadi Rum, con le sue sfumature rosse e la luna che alla notte illumina tutto e sembra vicinissima, la maestosità di Jerasah ed il divertente galleggiamento sul Mar Morto, senza contare la grandissima ospitalità e disponibilità di tutti quelli che abbiamo incontrato! Passato il confine con la Siria il taxista ci ha scaricati ed abbiamo preso un altro taxi per Bosra. Lì c’è un solo albergo di una catena molto costosa, ma eravamo stanchi e ci siamo fermati per la notte. Il giorno dopo abbiamo visitato “la città nera” (che anche in questo caso ha superato di molto le nostre aspettative) e con un autobus siamo andati a Damasco. Città davvero caotica, ma bellissima, Damasco ci ha trattenuti per alcuni giorni (anche perché, con la mia golosità, non ho resistito al mangiare ogni genere di dolciumi che venivano offerti al mercato e così mi sono beccata un’infezione intestinale tremenda…). A Damasco abbiamo preso a noleggio la macchina di un amico del portiere dell’albergo e siamo partiti per Palmyra. Bellissima davvero la strada in un deserto che ha le tonalità del rosa e del beige. Abbiamo dormito all’hotel Zenobia proprio affacciato sulle rovine ed il giorno dopo abbiamo visitato il sito archeologico; qui abbiamo anche ceduto al millesimo cammelliere che ci chiedeva di fare un giro ed abbiamo visto che il cammello non puzza affatto, ma è solo molto scomodo…Sei hai i pantaloncini corti!! Il giorno dopo, anche se c’era una piccola tempesta di sabbia abbiamo visitato un castello nel deserto: Rusafah (ce ne sono davvero tanti, anche non segnati nelle guide e davvero suggestivi perché te li ritrovi davanti da un momento all’altro in tutta la loro imponenza e carichi del patrimonio dei secoli trascorsi…); dal deserto ci siamo poi spostati sulle rive dell’Eufrate per arrivare ad Aleppo. Abbiamo poi visitato Aleppo , in particolare il suq e la cittadella, poi Ebla ed il castello di Qalah Siman (molto suggestivo, incorniciato da un verde bosco ed interessante per la leggenda di San Simeone detto lo “stilita”). Dal castello abbiamo fatto una sosta di alcuni giorni a Lattakia: porto e città di mare non particolarmente interessante, con un mare non molto pulito ed un’umidità impressionante. Qui a Lattakia tra l‘altro abbiamo forato una gomma della macchina del nostro amico, ma in effetti le strade erano buchi con l’asfalto attorno ed è bastata una distrazione per squarciare la gomma.
Vicino a Lattakia abbiamo approfittato per visitare Ugarit e il magnifico castello di Salah ad-din, in serata siamo arrivati ad Hama.
Davvero pittoresca Hama, con le sue norie! Lì vicino abbiamo fatto un giro per vedere alcune case-alveare e due castelli nel deserto. Ormai alla fine della vacanza siamo partiti per Damasco, passando da Apamea e dal famosissimo Krak des chevaliers. Eravamo poi indecisi se fermarci a Maalula, ma dato che questa volta due gomme ci sono scoppiate contemporaneamente, abbiamo deciso di fermarci.
Il giorno dopo abbiamo un po’tranquillizzato il proprietario della macchina di Damasco che non si capacitava dell’accaduto e siamo partiti per Bologna.
Anche in Siria devo dire che è stata una vacanza indimenticabile, la gente qui era molto riservata e conosceva poco l’inglese, ma sempre molto ospitale; l’unica cosa che abbiamo notato ( e in verità non so se sia un bene o un male) è stata davvero l’assenza di turisti ovunque che i siriani motivavano a malincuore con gli attentati dall’11 settembre in poi e col fatto che , secondo loro, gli occidentali tendono ad etichettare come terroristi tutto il Medio Oriente…