Java, Bali e Sulawesi – 3a parte: Sulawesi
Il nostro volo parte alle 9’15. Dopo aver sorvolato il Gunung Agung, che da terra avevamo visto solo avvolto nelle nuvole, facciamo uno scalo a Unjung Pandang in Central Sulawesi (il nuovo nome di Makassar) dopo un’ora. L’atterraggio è di quelli da brividi: l’aereo effettua una curva pazzesca vicino alle montagne prima di tornare dritto per affrontare la pista. Devo dire che l’atterraggio però è perfetto, altro che quello avuto ad Amsterdam con l’Alitalia! Il piccolo aeroporto non offre molto ai turisti e capiamo subito che abbiamo lasciato Bali. Qui ci sono numerosi Musulmani e la maggior parte delle donne indossa il tchador colorato in testa. Ripartiamo per Manado, nel Nord Sulawesi alle 14’15. Dall’alto abbiamo già potuto osservare una rigogliosa vegetazione ed alcuni vulcani. Il paesaggio mi ricorda quasi la Malaysia con tutte queste palme da cocco.
In aeroporto non troverete i trolley, non esistono, infatti ci sono numerosi portatori che offrono i loro servizi contro alcune Rupie. Siccome abbiamo bisogno di un taxi per recarci al Tangkoko National Park, la nostra prima meta, aspettiamo a muoverci e vado in ricognizione! Mi viene subito incontro un ragazzo giovane e carino dalla pelle molto scura chiedendomi se voglio andar a Bunaken, meta dell’80% dei turisti arrivati a Manado immagino. Gli rispondo che voglio andare al Tangkoko, al Benteng Resort (che avevamo individuato via internet a Bali). Ovviamente dice subito Ok ed andiamo a cercare gli altri compagni di viaggio dopo aver prelevato dei soldi con il bancomat al distributore dell’aeroporto.
Ci vogliono due ore per raggiungere il Tangkoko, mi sembra poco visto quello che avevo letto sulla LP, ma lui mi assicura che hanno rifatto la strada e che quindi ci vuole di meno. Gli chiedo se conosce un certo Freddy (un ragazzo Indonesiano che vive a Bunaken e che avevo contattato via email dall’Italia per trovarmi un alloggio a Siladen. Mi era stato indicato da una viaggiatrice svedese conosciuta sul forum del Lonely Planet). Fersi -questo è il nome del ragazzo che ci ha prelevati in aeroporto- scoppia a ridere e dice che lo conosce benissimo! Ti pareva! Lavorano insieme al bar del Living Colours a Bunaken.
La strada in effetti è piuttosto bella ma il nostro autista è un tipo spericolato e mi sembra di essere tornata a Java! Il paesaggio è completamente diverso rispetto a Bali, ci sono migliaia di palme da cocco, piccoli villaggi e tantissime chiese. La regione del Nord Sulawesi in effetti è a dominanza Cristiana (il 75%) contro un 20% di Musulmani e solo il 5% di Induisti, concentrati a Manado. Nel Central Sulawesi i Musulmani sono più numerosi e sono stati attori di diversi scontri sanguinosi contro i Cristiani (nel 2002 è stato ucciso un turista nella regione di Poso). Mi rassicurano dicendomi che nel Nord tutto è tranquillo.
La nostra seconda ora di viaggio è molto bella, passiamo in mezzo ad una fitta vegetazione e scorgiamo alcuni vulcani, la strada è sempre più stretta e ci sono numerose buche. Ad un certo punto, scorgiamo davanti a noi, ad alcune centinai di metri, due Bemo stracolmi di locali, sono in realtà due pick-up e la gente sta seduta su degli assi di legno nel retro scoperto. In mezzo alle facce scure, notiamo due turisti occidentali, neanche giovanissimi da quello che si riesce a capire e ammiriamo il loro coraggio nell’affrontare questo viaggio in simili condizioni! Quando uno dei bemo si ferma, stiamo per superarlo quando mi accorgo che i due turisti che stanno scendendo davanti al Mama’s Roos (uno dei 3 homestay spartani del Tangkoko) sono… i miei genitori!!! Mi viene un colpo! Beh, a dire la verità, sapevo che anche loro erano in viaggio in Sulawesi e li avevo avvisati via email che saremmo arrivati al Tangkoko più o meno in questa giornata, ma non pensavo di beccarli così, in mezzo alla giungla! Inutile dire che faccia fanno i locali e i nostri due autisti quando gli dico che sono i miei! Dopo i saluti, ci diamo appuntamento per dopo, per andar a fare l’escursione di sera nel Parco, per avvistare i Tarsius Spectrum. Noi proseguiamo per il Benteng Resort, che si trova un paio di km più avanti, dopo il villaggio di Batupukih. La strada sale su una collina ed è sempre più bruttina, non asfaltata. Alla fine arriviamo davanti al “Resort”: oddio è un insieme di capanne spartane in mezzo al nulla!… C’è una spiaggetta di sabbia nera e tutt’intorno la foresta! Scarichiamo i bagagli e (sfortunatamente per noi) lasciamo andare i nostri autisti dandoci appuntamento per il giorno successivo, per andare nei Minahasa Highlands. Chiediamo alla padrona di farci vedere i cottage. Sono piuttosto spartani, senza luce né acqua calda e costano uno sproposito! Quando penso al sito web mi vengono i nervi! 28 Euro a notte senza i pasti, nemmeno la colazione, praticamente un furto in Indonesia! Non hanno nemmeno una macchina per portarci a fare delle escursioni e l’ingresso del parco (di fronte a dove abbiamo lasciato i miei) è troppo lontano per andarci a piedi, soprattutto al buio. Siamo molto perplessi e ci sentiamo in trappola. Sul sito era scritto che potevano organizzarci le escursioni, ecc… Ma non è vero. Lo facciamo presente alla padrona che tra l’altro non parla neanche bene inglese!… Mentre stiamo pensando a cosa fare, la luce comincia a diminuire e per andar a fare il trekking nella giungla per vedere i Tarsier bisogna partire alle 16, ormai mi sa che è troppo tardi! Per fortuna arriva una jeep con una turista indonesiana e il suo autista. Le chiedo se possiamo approfittare del suo autista e dell’auto per tornare indietro all’ingresso del parco. Lei è vaga, non dice né sì né no e se ne va in un edificio in muratura, che immagino sia il posto dove lei dormirà. Non ho parole! Siamo disperati! L’autista non parla inglese e dobbiamo trattare tramite la padrona del resort che non fa nessuno sforzo per fare da interprete, ovviamente lei non ha interesse a perdere 4 clienti! Capiamo che spostarci da qui ormai sarà molto problematico ma sono testarda e decido di tornare al villaggio, anche a piedi se ci vuole! Vado verso i bagagli e inizio a caricarmi lo zaino in spalla, senza rendermi conto che quello che sto per fare è da pazzi! Camminare a quest’ora per 2 km, forse 3, con i bagagli non è da persone sane, ma sono troppo incazzata per questa fregatura! L’autista però si “sveglia” e fa segno di collaborare. Gli faccio vedere una banconota di ben 50.000 Rp (una follia!) e riesco a spiegargli che vogliamo tornare all’ingresso del parco dove ci sono gli altri homestay. Per fortuna capisce e carichiamo gli zaini nella sua jeep! Mi sembra la fine di un incubo! Non so se sono riuscita a rendere l’idea ma la situazione era veramente al limite dell’inverosimile: un posto semi abbandonato, nessuno tranne noi, capanne spartanissime, niente cibo, niente auto, noi bloccati lì senza poterci muovere!… La tipa del resort ovviamente non è molto contenta, ma peggio per lei, aveva solo da non fare un sito web ingannevole! Mentre stiamo viaggiando, incrociamo i miei, che stavano venendo verso il resort per incontrarci! Gli spieghiamo cos’è successo e riusciamo a caricarli sui bordi della jeep per tornare indietro da dove arrivavano! Che ridere! I miei appesi alla macchina mentre viaggiamo! Sfortunatamente l’autista dice che ci sono dei controlli e non possono restare così li dobbiamo lasciare lì e proseguire, dopo avergli promesso che l’autista tornerà a riprenderli. Vediamo i tre homestay: Mama Roos, Ranger Homestay e Tarsier Homestay.
Ci fermiamo nel secondo dove stanno anche i miei. Le stanze sono molto spartane: un letto con la zanzariera, un bagnetto con water e mandi. Però dopo le vicissitudine di prima, ci sembra un sogno. Costa 13 euro al giorno con i tre pasti inclusi! Visto che ormai è tardi per addentrarsi nella foresta e vedere i Tarsier, rimandiamo il trekking alla mattina successiva per le 4! Ceniamo con i miei: tonno alla griglia, riso, verdure, frutta. Andiamo a letto prestissimo ma non dormo per niente quasi! La paura di trovare scarafaggi o ragni sopra la mia testa è più forte, inoltre fuori c’è un vento pazzesco e tutto ciò è molto inquietante! Tant’è che quando suona la sveglia alle 3’30 sono contenta! 15 AGOSTO – L’INCONTRO CON I TARSIER E I MACACHI NERI Alle 4 siamo tutti pronti fuori dalle nostre stanze, con pantaloni da trekking, calze spesse, camicie a maniche lunghe, mio padre con la lampada frontale!… Il cielo è stupendo, ci sono milioni di stelle e la via lattea è chiarissima. Iniziamo la camminata che ci porta nel cuore della foresta. Siamo uno dietro l’altro con delle torce per illuminarci, ci accompagnano tre rangers. Dopo circa un’ora di camminata, sentiamo rumori sospetti tra gli alberi. Arriviamo vicino ad un enorme fico e i rangers ci dicono di sederci in silenzio ed attendere… Dobbiamo aspettare il rientro dei Tarsiers dalla caccia notturna nel loro rifugio per il giorno, ossia questi “figtrees”. Stiamo in silenzio a scrutare l’oscurità, orecchie tese per cercare di captare ogni minimo rumore, è un momento bellissimo… Ad un certo punto, a rompere la magia di questi istanti, uno dei rangers mi chiede se ho dei fazzoletti di carta… perché ha mal di pancia e mi fa capire che deve andare a “liberarsi” dietro qualche albero!… Non vi dico le risate con Enrico e Giorgia!!… Quando torna, evidentemente molto più rilassato, inizia ad imitare il grido dei tarsiers, per chiamarli. E funziona! Dopo poco sentiamo i rami muoversi e quel gridolino stranissimo! Di colpo il ranger ci fa segno di avvicinarci all’albero. C’è un piccolo tarsier appeso ad un tronco. Che emozione! E’ bellissimo! Piccolissimo! Con degli occhi enormi! Gira la testa a 360 gradi, è impressionante! In un attimo salta e si rifugia nell’albero, che ha il tronco vuoto. Per fortuna ce ne sono altri in giro e possiamo osservarne due in un alberello. Siamo agitatissimi di poter assistere ad un simile spettacolo!… Sembrano dei piccoli Gremlins, ma quelli gentili! Dopo un po’, quando tutti gli animaletti sono rientrati nell’albero, proseguiamo la nostra camminata sperando di avvistare i macachi neri, che abitano la foresta. Purtroppo non abbiamo questa fortuna, in compenso vediamo dei bellissimi tucani coloratissimi.
Dopo circa 4 ore di camminata, torniamo al Ranger Homestay, dove ci aspetta la prima colazione. Sono le 9 e abbiamo già fatto un sacco di cose! Decidiamo di andar a rilassarci un po’ sulla lunga spiaggia nera e deserta che costeggia la foresta. Paolo, un po’ stanco perché non ha dormito per niente, rimane in camera. Con i miei, Giorgia, Enrico e un ragazzino che ci fa da guida, andiamo alla spiaggia. E’ veramente bella e particolarissima con questa sabbia nerissima! Abbiamo fatto bene a portarci la maschera perché anche i fondali sono molto belli, c’è la barriera corallina vicinissima al bordo.
Quando finalmente ci sdraiamo per riposare un po’, la guida mi viene vicino e mi dice: “macacca, macacca!”. In un attimo realizzo e mi alzo di scatto raccogliendo come posso la mia roba. Siamo in costume da bagno, ci infiliamo velocemente pantaloncini e infradito, mettiamo via le maschere negli zainetti, l’asciugamano, la macchina foto e la videocamera intorno al collo (e già… visto che Paolo non c’è, mi ero portato dietro tutte e due!) e ci precipitiamo dietro il ragazzino che si è già addentrato nella foresta. Quello che facciamo in seguito dimostra la nostra eccitazione e incoscienza: corriamo come dei pazzi in mezzo alla giungla, con i soli infradito e le cosce scoperte, ci graffiamo ovunque, non ci fanno più paura i rami taglienti o gli insetti! Alla faccia dei pantaloni e scarpe da trekking indossate al mattino!!!… L’adrenalina è alta! Finalmente li avvistiamo!! C’è un branco di macachi neri proprio vicino a noi! Nel frattempo, oltre al ragazzino, erano arrivati altri due ragazzi che molto gentilmente si propongono di scaricarci dei nostri zaini e degli asciugamani per permetterci di scattare fotografie senza essere ingombrati. Uno addirittura era andato in spiaggia a recuperare tutta la roba che avevamo lasciato, nella fretta!… Questi macachi sono proprio belli: hanno il muso lungo e dei pelli dritti sulla testa che li fanno sembrare punk! Li inseguiamo per un po’ ma per noi diventa sempre più difficile avanzare nella giungla, mi accorgo di avere le gambe tutte graffiate! Per di più mi accorgo di essere morsa da un ragnetto o formica rossa sul piede! Fa un po’ male! Alla fine decidiamo di tornare indietro alla spiaggia. Questa corsa improvvisata dietro i macachi è stata bellissima e siamo ancora tutti agitati. Mi spiace che Paolo non abbia potuto vederli! Per fortuna con la videocamera ho fatto delle belle riprese che gli faccio vedere subito al nostro rientro per farlo morire d’invidia! Il tempo di farci una doccia veloce con il mandi siamo di nuovo pronti per una nuova avventura: siamo stati tutti invitati ad una festa nel villaggio organizzata da una famiglia benestante per il 15 agosto (il nord Nord Sulawesi è cattolico). Ci dicono che ci sarà il buffet e che pranzeremo lì anziché al Ranger Homestay. L’esperienza ci attrae e accettiamo subito! Effettuiamo il tragitto caricati sul pick-up del proprietario dell’homestay, seduti su delle panche di legno che balzano ad ogni buca! È piuttosto movimentato ma divertente! La festa è stata allestita davanti ad una casa, ci sono delle panche sulla stradina, un enorme tendone azzurro copre il terrazzo della casa dove sotto sono state sistemate delle sedie a platea. Diverse persone prendono la parola con un microfono e recitano quello che mi sembrano preghiere o sermoni. Nel frattempo alcune donne stanno allestendo un buffet su un tavolo vicino a noi e possiamo osservare bene tutte le pietanze che ci verranno offerte. Oltre alla Coca Cola allungata con l’acqua (del rubinetto ahimé), scopriamo delle cose non proprio piacevoli: chiediamo chiarimenti ad una donna inglese che vive qui e ci dice che ci sono piatti di cane e di pipistrello, considerati prelibatezze in Sulawesi! Oddio!!!… E io che morivo di fame! Per fortuna portano anche del riso, della frutta, della zuppa e delle torte. Ci viene dato un piatto con un cucchiaio e quando finiscono i discorsi, siamo tutti invitati a mangiare, la gente si butta letteralmente sui vassoi! Ci saranno almeno 50 persone! Anche sotto il tendone c’è un grande tavolo con gli stessi piatti di quelli che erano vicino a noi sulla stradina. C’è musica pop indonesiana a tutto volume e sotto il tendone non ci si sente talmente le casse sono enormi!!… Mio padre, molto coraggiosamente, assaggia sia cane che pipistrello, per rispetto delle tradizioni e soprattutto per curiosità! Ma non rimane molto colpito dal sapore della carne… Dopo un po’, scappiamo, ho la testa che mi scoppia per la musica altissima e l’emozione di aver visto questi vassoi di cane con quelli ancora vivi che gironzolavano sotto i tavoli, in attesa di essere sacrificati anche loro (?!)… Il bello è che hanno tanti cani, come animali da compagnia. Ho chiesto a uno se mangiavano anche i loro cani e mi ha risposto di no, che li vanno a comprare al mercato… Alle tre del pomeriggio, salutiamo i miei, che si fermano ancora un giorno e partiamo con l’autista del giorno prima (che ci era venuto a prendere) per Tomohon, la capitale della regione dei Minahasa Highlands dove ci fermeremo tre notti.
Dopo due ore e mezzo di viaggio (durante le quali crolliamo tutti e 4 letteralmente addormentati!) arriviamo all’Highland Resort che avevo prenotato via email dall’Italia. Qui siamo un po’ in altitudine e fa molto fresco per non dire freddo la sera! Il Resort è molto grazioso, composto di bungalow di legno curati. Ceniamo e andiamo subito a letto.
16 AGOSTO – I MINAHASA HIGHLANDS, UNA MEZZA DELUSIONE… Alle 10’30 partiamo per visitare un po’ la regione, promossa molto bene dall’ufficio del Turismo del Nord Sulawesi. Ci muoviamo autonomamente con i piccoli “Mikrolet” blu (furgoncini taxi) che passano in continuazione lungo le strade ma partono dalla stazione di Tomohon solo quando stracarichi di passeggeri! Una volta ricordo che eravamo in 16 e se vedete la taglia di questi mikrolet capirete subito in che condizioni abbiamo viaggiato! Per non parlare della musica da discoteca sparata altissima nelle casse!!! I mikrolet hanno la destinazione indicata sul tetto quindi è facile individuare quello giusto. Quando troviamo delle difficoltà i locali ci aiutano volentieri ad individuare il nostro mezzo di trasporto, siamo anche gli unici turisti in giro! Si paga a seconda della destinazione, di solito sulle 2.000 rupie a testa.
Prima tappa della giornata: Danau (lago) Linow, un lago di origine vulcanica che ha la caratteristica di cambiare colore con la luce del sole, dal turchese allo smeraldo. E’ molto bello. Ci sono anche delle buche nel terreno intorno al lago da dove esce zolfo puzzolente… Quando torniamo al terminal dei mikrolet a Tomohon, prima di prenderne un altro, decidiamo di acquistare acqua e biscotti in un negozietto, che si trova proprio vicino al mercato. Visto che ci siamo decidiamo di farci un giro, il mercato di Tomohon è molto famoso… A fianco della bancarella delle banane, un’allegra signora ci fa vedere un cestino pieno di … toppi arrostiti!!! Allunghiamo lo sguardo ed ecco il bancone dei pipistrelli, tutti allineati con cura con le ali distese, per attrarre le signore cha fanno la spesa. Più avanti vedo una cosa che non avrei voluto vedere: il bancone dei cani arrostiti! C’è ne uno intero completamente abbrustolito! Fa un’impressione!!! Scatto una foto, per documentare, e il ragazzo che se ne è accorto, prende il cane in mano per farmelo vedere meglio: è rigidissimo!… Aiutooo! Scappiamo da questo mercato degli orrori e ci perdiamo i serpenti e le tarantole, ma anche la parte più “normale” con la frutta, la verdure e le spezie… Prendiamo un mikrolet per Tondano, dove si trova il lago più grande della regione, luogo di villeggiatura dei locali, promosso anche dalla Lonely Placet. Purtroppo, dopo due ore di strada stipati nel mikrolet rimaniamo molto delusi dal lago, dal colore marrone e per niente suggestivo!… Quanto alla specie di club di vacanze che si trova sulla sua sponda, è di un desolato pazzesco! C’è solo una famiglia di russi che si sta facendo il bagno nella piscina a metà riempita. Decidiamo di scrivere alla LP al nostro rientro per chiedergli cos’hanno trovato di bello in quel posto! Mangiamo i nostri biscotti e le nostre banane su una panca di legno e torniamo indietro con un altro mikrolet. Questa volta siamo fortunati, c’è poca gente e possiamo respirare.
Andiamo alle Hot Springs di Rantepaso che la LP dice essere inserite in mezzo alle risaie. Ma all’arrivo, altra delusione: le hot springs non hanno nulla a che vedere con quello che ci immaginavamo. E’ solo un pozzo d’acqua fumante abbandonato in un prato dietro un baretto, dove ci beviamo un tè aspettando il mikrolet che avevamo prenotato per una mezz’ora dopo! A questo punto, un po’ delusi dalla giornata e dalle aspettative, torniamo direttamente all’Highland Resort e prendiamo la decisione di non fermarci un’altra giornata. Tanto non abbiamo intenzione di scalare nessuno dei due vulcani che stanno vicino e vogliamo arrivare un giorno prima sulle isole del Parco di Bunaken.
Così la sera chiamo l’MC Homestay a Bunaken dove avevamo prenotato tre notti via email per sapere se hanno già due bungalow liberi per la sera dopo; a risposta positiva, avvisiamo l’Highland Resort che partiamo la mattina dopo.
17 AGOSTO – L’ARRIVO A BUNAKEN Oggi è il giorno dell’Anniversario dell’Indipendenza Nazionale. Prima di arrivare a Manado, per prendere la barca, ci fermiamo ancora un paio di volte per strada. La prima sosta, alle grotte giapponesi, è di nuovo un’altra delusione, non c’è nulla da vedere. La seconda sosta è per fortuna molto più interessante: si tratta di un cimitero con le Tombe Waruga dei Minahasa. Una vecchia signora ci fa da guida tra i sarcofaghi di pietra dove gli antenati di questo popolo venivano sepolti in posizione fetale e sui quali venivano incisi diversi simboli per rappresentare il mestiere del defunto. Le tombe sono molto particolari e belle, tutte diverse tra di loro, almeno questa volta non abbiamo fatto il viaggio per nulla.
Sulla strada per Manado ci fermiamo 10 minuti a Airmadidi per osservare una festa organizzata per il giorno dell’Indipendenza. Militari, scolaresche, tutti sfilano in un’atmosfera di grande allegria.
Arriviamo infine a Manado, città bruttissima dove non vi consiglio di fermarvi! Fa pure un caldo terrificante e non vediamo l’ora di arrivare sull’isola. Angelina, la ragazza indonesiana che gestisce l’MC Homestay, ci aspetta al porto, che è ancora più allucinante della città! Dopo 40 minuti di barca arriviamo a Bunaken. Con la bassa marea purtroppo la prima impressione non è delle migliori, sembra una spiaggia bretone! La sabbia non è bianca ma il mare è pulito e limpido e dalla barca possiamo vedere i fondali e i coralli.
Andiamo al MC Homestay che si trova sulla spiaggia del villaggio di Bunaken, vicino ad una strana Chiesa bianca. E’ pronto il nostro pranzetto: tonno alla griglia, riso, cetrioli e banane. Penso che in questi giorni dimagriremo!… Qui c’è la “pensione completa” e non si può scegliere quello che si vuole mangiare, tranne la sera in cui c’è un piccolo buffet. Ma non siamo venuti qui per mangiare, giusto?! Prendiamo possesso dei nostri bungalow piuttosto spartani. E’ il bagno soprattutto ad attirare la mia attenzione: un wc alla turca e due bacinelle piene d’acqua con due mestoli di plastica: una è per pulire il wc e l’altra per farsi la doccia. E’ molto, molto spartano! D’altronde paghiamo soltanto 8 euro a testa con i tre pasti inclusi, non possiamo chiedere di più. La spiaggia non è stupenda ma la cosa bellissima a Bunaken è la barriera corallina!… Purtroppo oggi non mi posso tuffare perché non ho affittato le pinne, ci andrò domani. Enrico e Giorgia vanno a fare un po’ di snorkeling e tornano incantati! Hanno anche visto un serpente marino, avevo letto che ce n’erano tanti qui! Nel pomeriggio mentre siamo al sole vediamo sbucare i miei! Sono qui da due giorni e dormono al Lorenzo 2, un altro gruppo di bungalow lungo Pantai Palisang. Sono immersi tra la mangrovia e non c’è quasi spiaggia, in compenso i loro bungalow sono più confortevoli e hanno l’acqua corrente.
Alle 18’30, dopo una doccia con il mandi e a lume di candele ceniamo: non c’è molta roba nemmeno stasera e alle 20 abbiamo finito. E’ notte fonda così andiamo a dormire presto, dopo aver organizzato una gita snorkeling per il giorno dopo con i ragazzi del MC Homestay. 250.000 Rp in 4 per tutto il giorno.
In camera e in bagno ci fanno compagnia due enormi scarafaggi! Fantastico!…
18 AGOSTO – ALLA SCOPERTA DEL REEF DI BUNAKEN Dopo un’abbondante colazione a base di bomboloni (!) e ananas affittiamo delle pinne e partiamo con le piccole barche a bilancieri tipiche dei pescatori. Navighiamo fino ad arrivare al largo di Pantai Liang, l’altra spiaggia di Bunaken dove si trova la maggior parte dei gruppi di bungalow. Ci tuffiamo… e siamo immersi in un mondo fantastico! Il reef si interrompe bruscamente per lasciare spazio al blù profondo e un “muro” di 90 m, famoso tra i divers di tutto il mondo ho saputo. Purtroppo, mi accorgo che il mio boccaglio imbarca acqua e non riesco a respirare! Tragedia! Disperata, cerco di capire il problema, invano, così chiedo al ragazzo della barca se può andar a prendermene uno al dive center del MC Homestay. Nel frattempo cerco di osservare i fondali in apnea, ma è molto scomodo. Dopo un po’ ricompare il ragazzo con la barca, ma purtroppo senza boccaglio! Mi propone così di andare a Pantai Liang. Lì sulla spiaggia trovo una signora che affitta materiale da snorkeling. Allelujah! Prendo sia maschera che boccaglio per 50.000 Rp al giorno.
Purtroppo ho perso un bel po’ di tempo con questa storia e quando torniamo è già ora di cambiare posto. Ho comunque avuto il tempo di osservare i meravigliosi coralli della barriera e centinaia di pesci multicolori… Al pomeriggio andiamo in un altro punto del reef, questa volta vediamo anche due tartarughe marine enormi, uno squalo e un pesce scorpione! Ci lasciamo trascinare dalla corrente è fortissima il che ci dà l’impressione di vedere scorrere un film davanti ai nostri occhi! E’ una sensazione stupenda! Per fortuna che i ragazzi ci stanno seguendo con le barche perché quando riemergiamo siamo molto lontani dal punto di partenza! A fine giornata ci facciamo portare fino al Living Colours, un altro gruppo di bungalow dove lavora Freddy, il mio contatto per Siladen. Purtroppo non c’è, mi dicono che è andato a Manado così gli lascio un messaggio.
La sera a cena ci sono spaghetti con sugo di pomodoro, serviti in nostro onore! Incredibbbile! Mentre chiacchieriamo una coppia di Francesi grandi viaggiatori (riescono ad avere uno zaino di soli 6 kg! Ma come fanno???!) spunta Freddy! Finalmente dopo vari scambi via email ci conosciamo! Ci mettiamo d’accordo sul nostro trasferimento a Siladen (l’isola si trova di fronte a Bunaken) per il 20 agosto.
La sera abbiamo di nuovo la compagnia dei nostri due amici scarafaggi, comincio quasi a farci l’abitudine… più o meno… 19 AGOSTO – INCONTRO MAGICO CON UNA TARTARUGA MARINA Altra giornata di snorkeling con i ragazzi e le barchette. Questa volta andiamo lungo il reef di Pantai Palisang. E’ bellissimo e ancora diverso dall’altro lato! Anche qui troviamo una corrente allucinante! Vedo un serpente marino (bianco con anelli neri, velenoso!) e inseguiamo una tartaruga marina per diverse decine di metri fino a quando risale in superficie per respirare e si tuffa di nuovo nelle profondità… I raggi del sole si riflettono sulla barriera corallina e rimandano i raggi intorno a noi creando un’atmosfera surreale… Al pomeriggio facciamo un giretto nel villaggio di Bunaken, con casette ordinate e una maestosa chiesa bianca dall’architettura molto particolare! Tutti i bambini ci salutano e ridono sul nostro passaggio! Questa sera, chiacchierando di nuovo con i Francesi riusciamo a fare tardissimo ed andiamo a letto alle 22, un record! 20 AGOSTO – L’ARRIVO A SILADEN E LA RICERCA DI UN POSTO DOVE DORMIRE Alle 9 la barca per Siladen ci viene a prendere. Enrico e Giorgia hanno deciso di rimanere ancora qui perché stanno facendo diving e a Siladen non siamo sicuri di trovare un altro dive center.
Passiamo a prendere i miei al Lorenzo 2 e partiamo. Il tragitto è breve, neanche un quarto d’ora, quando passiamo sopra il reef, l’acqua trasparentissima ci permette di osservare i fondali e anche i pesci! E’ stupendo! Quando arriviamo a Siladen notiamo subito la differenza di colori: la spiaggia è meravigliosa, con sabbia bianca e acqua turchese. Non vedo l’ora di tuffarmi! Peccato che i nostri bungalow, i Monica Cottages, prenotati per noi da Freddy, siano abbastanza brutti e senza bagno! Va bene la spartanità ma almeno un mandi in camera ce lo aspettavamo. Per 100.000 Rp a testa al giorno ci sembra troppo. Inoltre i tre bungalow sono l’uno sopra l’altro, uno addirittura sul retro senza vista, e il gruppo di bungalow si trova a ridosso degli Onong Cottages, posto più confortevole dove ci sono quasi solo Italiani. Sono piuttosto delusa. Vado a chiedere agli Onong se hanno dei bungalow liberi ma sono al completo. Alla fine Paolo e mio madre decidono di andar a fare un giro di ricognizione lungo la spiaggia. Dopo un po’ tornano: hanno trovato altri bungalow più avanti, da Martha’s Homestay. Sono spartani anch’essi ma almeno hanno il mandi attaccato al cottage, la spiaggia è più ampia e ogni bungalow ha un terrazzino. Con mia madre andiamo a vederli; in effetti i bungalow sono più distaccati gli uni dagli altri e la spiaggia è più ampia, senza nessun resort attaccato. La padrona, Martha, ce ne fa vedere alcuni dentro: più che bungalow sono capanne di legno, molto molto semplici, ma tutto sommato graziose. La porta non si chiude a chiave ma ci siamo portati dei lucchetti. Il bagno è una stanzetta mezzo all’aperto sul retro della capanna con un wc alla turca e due bacinelle con scodelle per farsi la doccia e pulire il wc. Però, a differenza del MC Homestay mi sembra meno squallido perché le pareti sono fatte di paglia e entra molta luce dall’esterno, e non sembra così male. Ci sono degli Spagnoli e una Francese sulla spiaggia, gli chiediamo come si trovano: loro dicono benissimo, sono lì da tre settimane e non se ne vogliono più andare! A questo punto comunichiamo a Martha che prendiamo due cottage e che aspettiamo anche una coppia di amici che arriveranno domani. Siccome non hanno benzina nella barca, non ci possono accompagnare fino ai Monica Cottages per recuperare i bagagli e mio padre e Paolo, così torniamo a piedi ma vengono con noi due ragazzi per aiutarci. Monica, la padrona dei primi cottage, era già andata a Manado al mercato così non vede nemmeno che ce ne siamo andati, anche se le avevamo fatto parte della nostra delusione e aveva capito che forse ce ne saremmo andati.
A Siladen, ci sono quindi 4 possibilità per dormire: gli Onong Cottages, di gestione italo-indonesiana, con bungalows di legno dotati di bagni con acqua corrente e calda, per 45 Euro a testa al giorno con i tre pasti, i Monica Cottages di cui parlavo prima, per 100.000 Rp a testa al giorno con i tre pasti, il Martha’s Homestay, dove andremo noi, per 100.000 Rp a testa al giorno con i tre pasti (alla fine del soggiorno concorderemo 80.000 Rp), e infine il Siladen Resort & Spa, a gestione italiana, un resort piuttosto lussuoso con piscina, bungalows in muratura dotati di ogni comfort, per la modica cifra di 300 $ a camera al giorno con i pasti! Davvero un’esagerazione secondo noi.
Il primo giorno a Siladen scorre così, lentamente, tra bagni e lettura all’ombra dei grandi alberi sulla spiaggia. Quando il sole sta per tramontare vediamo arrivare una barchetta con una coppia di ragazzi europei con gli zaini. Sbarcano proprio davanti a Martha. Sono Italiani e abitano anche loro a Milano! Non hanno prenotato nulla e stanno cercando un posto dove stare per alcuni giorni. Gli facciamo parte della nostra esperienza del mattino e gli comunichiamo le varie possibilità. La ragazza va a vedere se c’è posto agli Onong, ma come al mattino, sono al completo fino a settembre addirittura. Così decidono di fermarsi anche loro da Martha e ci facciamo compagnia per cena. Qui si mangia tutti insieme su un grande tavolo di legno con delle panche per sederci, di fronte ai cottage. E’ molto conviviale. Solo gli Spagnoli e la Francese non condividono la cena con noi (e in seguito scopriamo tutti i pasti) preferendo consumarla sul loro terrazzino… D’altronde non capiamo bene questo trio (loro due molto giovani, lei di mezza età…).
Alle 22 si spengono le luci e diventa indispensabile essere muniti di torce se si vuole vedere qualcosa nel proprio cottage! 21 AGOSTO – VITA DA ROBINSON CRUSOE A SILADEN Questa mattina possiamo goderci bene la vista dai bungalow al nostro risveglio. I colori del mare sono favolosi, con una gradazione di azzurri e turchesi che fanno venir voglia di tuffarsi subito! Oggi verranno Enrico e Giorgia da Bunaken a fare snorkeling e per vedere dove siamo alloggiati. Per ora stanno ancora al MC Homestay e hanno deciso di venire qui il giorno dopo, dopo pranzo, visto che hanno previsto di fare ancora un’immersione mi sembra.
Vado a fare snorkeling, è bellissimo, ma senza pinne faccio una fatica tremenda perché c’è molta corrente. Domani noleggio le pinne! Andiamo fino agli Onong Cottages ma non hanno materiale da affittare, allora ne approfittiamo per berci una Coca fresca perché da Martha le bibite fresche sono disponibili solo la sera, su prenotazione pomeridiana! Il prezzo della Coca è altino, come immaginavo! Trascorriamo infine un’altra serata con i miei e i due ragazzi milanesi, Angelica e Manfredi. E’ arrivata anche un’altra coppia nel pomeriggio: un signore italiano che vive a Singapore e la sua ragazza indonesiana di Jakarta. Così i cottage sono al completo per questa sera!… Chissà se domani se ne libera uno visto che arrivano Enrico e Giorgia! E’ una bella serata di chiacchiere e risate e scopriamo che il signore italiano ha vissuto per anni nel nostro condominio a Milano e conosce benissimo i miei vicini! Incredibile!!! Comincio ad apprezzare molto questa vita da Robinson Crusoe, il tramonto con vista sull’isola vulcano di Manado Tua è spettacolare! Dopo cena ci sediamo sulla sabbia soffice per ammirare le stelle e la via lattea, chiarissima! Comincia anche a piacermi la mia capanna spartanissima, visto che la prima notte abbiamo dormito benissimo, senza insetti e senza rumore… 22 AGOSTO – SNORKELING FAVOLOSO A SILADEN Dopo colazione vado ad affittare delle pinne al Siladen Resort e poi parto fare un po’ di snorkeling con mio padre. Qui è comodissimo perché la barriera corallina è vicina alla riva, bastano pochi metri e ci troviamo immersi in un vero giardino tropicale sommerso. Non c’è bisogno di andarci con una barca. Vediamo un Dugong, una specie di lamantino rarissimo, che nuota vicino a noi e si ciba delle alghe lungo il reef. E’ un incontro magico, inaspettato!!! Sarà lungo almeno due metri ed è bellissimo! Lo seguiamo per un po’ finché sparisce nel blù… Al rientro sulla spiaggia tutti sono molto invidiosi del nostro avvistamento e mio padre diventa così quello con cui tutti vogliono andare a fare snorkeling!!! Oggi ci servono il pranzo alle 11’30! come ogni giorno mangiamo cose molto semplici e freschissime: pesce alla griglia, verdure cotte, riso, frutta. Subito dopo pranzo parto per un altro giro di snorkeling con Angelica, è meraviglioso! Non avrei mai creduto di vedere colori simili su una barriera corallina! Sono già stata in diversi posti come le Maldive, le Seychelles, la Malaysia, la Tailandia ma questo li supera tutti in bellezza e diversità! Riusciamo ad avvicinare dei piccoli pesci pagliaccio (come Nemo!) e anche a toccarli! I “genitori” difendono molto bene i piccoli che si trovano ancora nelle anemone, venendoci incontro come per respingerci! Proprio come nel cartone animato! Usciamo dall’acqua all’altezza degli Onong e proseguiamo a piedi andando verso destra, c’è una spiaggia lunghissima e completamente deserta, cosparsa di bellissime conchiglie bianche e rosa. Entriamo di nuovo in acqua, anche se la marea è bassissima e dobbiamo star attente a non graffiarci con i coralli, dando pochi colpi di pinne per andar avanti. Passo vicinissimo ad un polipo e mi fa un po’ impressione! Quando torniamo sulla spiaggia da Martha siamo esauste! Siamo rimaste in acqua per due ore almeno! Ma ne valse la pena! Sembra di tuffarsi in un acquario.
Nel frattempo Enrico e Giorgia sono arrivati. Siccome il cottage che occupava l’italiano con la ragazza indonesiana non è ancora libero (hanno trascorso solo una notte) torniamo di nuovo in acqua con loro per fargli vedere le meraviglie della barriera corallina. Dobbiamo entrare in acqua di fronte agli Onong perché c’è bassa marea e di fronte a Martha non è abbastanza profondo. Al rientro, scopriamo con gioia che Martha ci ha preparato una merenda con tè e torta! Che lusso! Il signore italiano se ne va e ci lascia il suo cellulare per contattarlo quando saremo a Singapore fra tre giorni, così magari ci vediamo.
Nel frattempo sono arrivati altri due ragazzi, olandesi, che Angelica e Manfredi avevano conosciuto a Bunaken. Siamo così veramente al completo da Martha, per la sua grande gioia! Con Paolo andiamo in un negozietto vicino a prenotare 8 birre fredde per la sera. Già, qui funziona così! Se vuoi una birra fredda devi comunicarlo in anticipo così riescono a portarle in qualche frigo fino all’ora di cena, visto che non c’è elettricità tutto il giorno! La cena si svolge in una bellissima atmosfera cosmopolita: Italiani, Francesi, Olandesi… gli Spagnoli e la Francese sono sempre nel bungalow degli Spagnoli e non socializzano… Dopo cena Paolo ed io vogliamo una botte di vita ed andiamo a berci una Caipiroska al Siladen Resort, costosissima!!! L’atmosfera inoltre è molto più formale e meno allegra che da noi! Non rimpiangiamo di aver scelto i cottage spartani di Martha! D’altronde di giorno, abbiamo notato che le coppie che passeggiano sulla spiaggia, provenienti dal Siladen Resort, ci osservano come bestie strane e ci sembra che compatiscano la nostra sorte in queste capanne di legno, la cosa ci fa molto ridere!!! Visto che noi ci troviamo benissimo e spendiamo solo 8 Euro al giorno contro i quasi 150 che sborsano loro! 23 AGOSTO – MA COME TORNEREMO A MANADO??? Stamattina usciamo tutti insieme per fare snorkeling ma la corrente è fortissima e anche con le pinne facciamo fatica ad andare avanti. Torniamo in spiaggia dopo poco, purtroppo.
Anche oggi Martha ci serve il pranzo alle 11’30. Fino a sera creperemo di fame!.. La giornata trascorre tra sole e bagni. Vedo un serpente velenoso a pochi centimetri dalla mia maschera vicino alla riva ed esco di corsa!!! Per fortuna viene portato via in fretta dalla corrente… Al pomeriggio il vento cessa e decidiamo di ritentare un’uscita per snorkeling. I colori sono sempre stupendi e ritroviamo i nostri “amici” pesci pagliaccio… Ce ne sono anche di diversi colori, non solo bianchi e rossi, sono veramente carinissimi.
Ci informiamo poi per il nostro trasferimento fino a Manado per il giorno dopo. La situazione non è così semplice. Martha non ha barche a disposizione. Chiediamo aiuto a Louis, un Australiano che vive qui nell’ultimo cottage, ma anche lui non sa come aiutarci. Agli Onong ci dicono che la loro barca è impegnata per le immersioni e non ci possono dare un passaggio. Alla fine chiediamo al Siladen Resort, ma ci chiede ben 75 $ per 6 persone. Per l’Indonesia è un prezzo altissimo! Ci propongono di chiedere anche ad un Francese che vive sull’isola, in un bungalow attaccato a quelli di Martha, ma questo torna soltanto domani mattina. Decidiamo di aspettare l’indomani e di decidere cosa fare.
La sera dopo cena andiamo tutti a bere un cocktail al Siladen Resort, costa sempre tantissimo e l’atmosfera è freddina come l’altra sera. Siamo tutti concordi sul fatto che da Martha si sta molto meglio, malgrado l’assenza di luce e acqua corrente. A letto alle 22’30 dopo esserci lavati i denti alla luce della nostra torcia! 24 AGOSTO – PARTENZA PER MANADO E NOTTE DA INCUBO Ultimo giorno a Siladen, purtroppo. Comincio a capire gli Spagnoli e la Francese che stanno qui da tre settimane! Dopo colazione, andiamo subito a trovare il Francese per chiedergli un passaggio con la sua barca per il pomeriggio. Accetta!!! La barca parte tra le 15 e le 16 e ci chiede solo 150.000 Rp per tutti (saremo Enrico, Giorgia, i due Olandesi, Paolo ed io; i miei e Angelica e Manfredi si fermano ancora qualche giorno).
Andiamo così a fare snorkeling, rilassati per il fatto di aver trovato un passaggio. Anche oggi la corrente è fortissima, le pinne sono davvero indispensabili se non si vuole finire al largo! Rientriamo sulla spiaggia esausti! Angelica e Manfredi arrivano dopo le 13, sono andati a fare un giro in barca per avvistare i delfini che popolano i dintorni di Siladen e sono stati fortunati: ne hanno visti decine e decine!!! Rimpiangiamo di non aver organizzato anche noi questa gita. Purtroppo Martha non ha barche a disposizione e loro si erano accordati con un tizio di Bunaken.
Dopo pranzo prepariamo i bagagli e vado con Paolo a fare l’ultimo tuffo per finire il mio rullino della macchina subacquea e per imprimere nella mia mente ancora una volta questi meravigliosi colori.
Alle 15 però, abbiamo la brutta sorpresa di vedere passare la barca del Francese in direzione del largo! Lo chiamiamo a squarciagola ma non ci sente, o fa finta di non sentirci! Siamo sbalorditi! Alla fine, a forza di urlare, il Francese si gira e dice: “I’m sorry”… Ci spiega che gli era sembrato che Martha non fosse d’accordo che ci portasse lui a Manado! Ma è impazzito! Se Martha non ha nemmeno una barca!!!… In effetti al mattino ci aveva fatto un discorsetto strano: ci aveva chiesto con insistenza di chiedere a Martha cosa dovevamo fare per il trasporto e che lei lo doveva autorizzare a portarci, perché qui eravamo in Indonesia e c’erano regole ben precise, lui voleva rimanere in Indonesia e non avere problemi, ecc, ecc… Ma Martha non aveva nessun problema al fatto che ci portasse lui a Manado! Ora però ci troviamo in difficoltà, la sera dobbiamo essere a Manado perché al mattino dopo abbiamo l’aereo per Singapore. Staremmo volentieri ancora a Siladen per carità, ma non possiamo.
Racconto lo spiacevole episodio a Louis, l’Australiano, e lui non sembra molto sorpreso, mi fa parte dei suoi sospetti sul Francese. Coglie l’occasione per raccontarmi un po’ di cose sul Siladen Resort. Mi spiega che è di proprietà del figlio dell’Ambasciatore Italiano in Indonesia e che quando hanno costruito il resort avevano promesso alla popolazione dell’isola che avrebbero anche loro beneficiato di elettricità 24 ore/24 e acqua corrente, nonché di un piccolo ospedale. Purtroppo non hanno mantenuto le promesse, anzi, hanno pure abbattuto tanti alberi… e la situazione della popolazione di Siladen è forse peggiorata.
Alla fine dobbiamo però rassegnarci a quest’ultima possibilità della barca del Resort, per 720.000 Rp in 6.
Parte alle 17. Di colpo, il Martha’s Homestay si svuota! Anche gli Spagnoli e la Francese sono partiti questa mattina con la barca pubblica per Manado. Dopo i saluti partiamo con mezz’ora di ritardo. C’è un bellissimo tramonto, con gradazioni di arancione e rosa, che ci distrae dal fatto che i nostri due accompagnatori sembrano avere qualche problema meccanico con un motore!!! Arriviamo così al porto di Manado a notte fonda! L’attracco al molo è un’altra avventura, la barca non ha luci, un tizio ci guida con una torcia dal molo! Per scendere dalla barca dobbiamo fare un salto di quasi 1 m per raggiungere il muretto del molo, con il terrore di cascare nelle acque buie e melmose del porto! Per fortuna siamo tutti sani e salvi, bagagli compresi e ora aspettiamo che passi qualche taxi. Non serve aspettare molto, si fermano diversi mikrolet con luci stromboscopiche e musica a tutto volume. Concordiamo il prezzo per farci portare al Manado Plaza Hotel, la nostra scelta, suggerita dai miei. Da fuori è orribile ma la hall non è male, chiediamo a vedere le camere Deluxe, le più costose per la cifra di 150.000 Rp a camera, così pensiamo di avere almeno un minimo di comfort per l’ultima notte. Ce ne fanno vedere tre su tre piani diversi. Sono piuttosto semplici e molto poco “Deluxe” ma per una notte andrà bene! Hanno l’acqua calda e l’aria condizionata, indispensabile con l’umidità di Manado.
Appena entriamo nella nostra camera, vedo uno scarafaggio infilarsi dietro qualche mobile! Cominciamo bene! Decido di non farmi sconvolgere e una bella doccia riparatrice con acqua corrente ci fa un gran bene! Riorganizziamo gli zaini in vista del volo aereo e usciamo alle 20 con gli altri ragazzi per andar a cena.
Su suggerimento dei miei, andiamo al Green Garden, con un mikrolet. E’ molto semplice e pieno di acquari con pesci stranissimi che sembrano piuttosto rincoglioniti! Il cibo è molto buono però. Prendo delle Mee Goreng (fried noodles) e pollo allo zenzero. Ci mettiamo d’accordo con la coppia di Olandesi per vederci a Singapore il giorno dopo. Loro hanno un volo diretto con la Singapore Airlines mentre noi faremo scalo a Jakarta con la Garuda.
Alle 23 siamo tutti a letto. Facciamo molta fatica a dormire però, tra il caldo e il casino che arriva da fuori, con musica sparata a tutto volume alle 2 del mattino! Ci rassegniamo ad accendere l’aria condizionata e va un po’ meglio.
Alle 4 invece siamo svegliati dal muezzin della moschea affianco e alle 4’30 è la Reception che ci sveglia, in anticipo di mezz’ora! Insomma, un vero incubo! 25 AGOSTO – SOSTA A SINGAPORE Alle 6 partiamo per l’aeroporto con un taxi. Cerco di acquistare le ultime cartoline in aeroporto ma sono orrende! Alle 8 il volo parte, arrivederci Sulawesi! Sorvoliamo Tomohon e il vulcano Lokon, che non avevamo scalato… Dopo uno scalo a Jakarta ripartiamo per Singapore dove ci accoglie una vera tempesta tropicale! E’ molto nuvoloso e piove! Che sfiga! Soprattutto per Enrico e Giorgia che non l’hanno mai vista. Paolo ed io ci eravamo già stati all’occasione di un viaggio in Malaysia. E’ sempre un piacere però arrivare al Changi Airport, uno dei più lussuosi del pianeta credo! E’ bellissimo, con moquette, fontane e orchidee, pulito e molto funzionale. Visto che abbiamo 12 ore di scalo lasciamo il nostro bagaglio a mano al Left Baggage e prendiamo il metrò per il centro, fermata di City Hall. Qui si paga in base a quante fermate si fanno, ci sono macchinette automatiche, basta inserire la destinazione, e ci viene consegnata una tesserina magnetica da avvicinare ai lettori di badge di prossimità ai tornelli della metrò. Tecnologico! Quando si esce dalla metrò, si può riavere 1 dollaro di Singapore indietro restituendo la tessera, in modo da evitare che la gente le butti per terra!… Sono davvero avanti rispetto a noi! Visto che diluvia (ma cos’è? già il monsone??!) decidiamo di farci un giretto al centro commerciale del Raffles Shopping Center.
Per fortuna quando usciamo ha smesso di piovere, in compenso fa molto caldo e l’umidità è atroce! Facciamo un giro delle principali attrattive di Singapore: il mitico Raffles Hotel dove purtroppo non fanno entrare Enrico e Giorgia per via dei sandali da trekking!!, la Raffles Place, Boat Quay, Chinatown… Invio un sms ad Andrea, l’Italiano conosciuto a Singapore ma non ricevo risposta. Andiamo così all’hotel dove stanno i due Olandesi, che sono molto contenti di vederci, ed usciamo a cena con loro in Little India. Ci portano una montagna di cibo e non ce la facciamo a mangiare tutto! Inoltre, Martin, il ragazzo, sta malissimo e passa metà serata in bagno poverino! Così alle 20’30 ci salutiamo, siamo stanchissimi e dobbiamo affrontare altre 12 ore di volo fino ad Amsterdam.
Al check-in ci danno dei posti in mezzo, terribile!… Per ingannare l’attesa prima del volo, che parte all’1’30 navighiamo in internet su delle postazioni messe a disposizione gratuitamente in aeroporto.
Partiamo con un ritardo di mezz’ora e io sprofondo subito nel sonno e non faccio caso alla cena che ci portano, tanto, non ho fame, dopo il ristorante indiano! Mi sveglio completamente 6 ore dopo.
Arriviamo ad Amsterdam alle 8’40 e dopo una sosta in un café per mangiare alcune brioche olandesi ripartiamo per Milano alle 12’30.
Così finisce il nostro periplo, iniziato il giorno prima alle 4’30 a Manado! Siamo distrutti!!!… Ma con la testa ancora piena dei fantastici paesaggi, colori e popolazioni incontrate in questo viaggio stupendo!…