Tour di Cuba in auto di 11/23 Maggio 2005
Nonostante le preoccupazioni, il volo è abbastanza tranquillo ed in poco più di mezz’ora grazie a quel vecchio aereo ad elica, ci ritroviamo immersi in un paradiso tropicale. Il pulmino per il nostro hotel (Hotel Villa coral-eden Village)è già fuori ad aspettarci e alle 09,30 siamo gia pronti per andare in spiaggia. La spiaggia di fronte agli hotel di Cayo Largo, è sicuramente bella ma non eccezionale e proprio per questo tutti gli hotel hanno un servizio di navetta gratuito per le paradisiache spiagge, playa Sirena e playa Paraìso. Per essere più liberi e per poterci trattenere tutto il tempo che vogliamo, decidiamo di affittare uno scooter (20 dollari l’intera giornata) al posto della navetta. La scelta dello scooter è azzeccatissima e percorrendo una selvaggissima strada di sabbia bianca di circa 10 chilometri giungiamo a playa Paraìso, una lingua di sabbia bianchissima e finissima come borotalco che si estende per qualche chilometro nel mar dei caraibi. Il pomeriggio lo trascorriamo a playa Sirena, anche questa bellissima con una spiaggia ancora più grande con di fronte un mare di un colore turchese molto intenso. La giornata trascorsa è bellissima il luogo non ha niente da invidiare alle Maldive (che abbiamo già visto) se non per il fondale che è più povero ma che può contare su una maggiore estensione delle spiagge. Andiamo a letto presto, il sole è stato fortissimo e siamo stanchi. 14/05/05 Cayo Largo Ci svegliamo come al solito di buon mattino, la notte ha fatto un bel temporale ma il tempo sembra essersi rimesso.Dopo una abbondante colazione prendiamo la prima navetta diretta alle spiagge e trascorriamo un’altra giornata di sole stupendo in quel fantastico mare. Nel pomeriggio torniamo verso l’hotel perché alle sette di sera ci aspetta il nostro aereo che ci dovrà riportare all’Avana. Questa volta ci tocca un posto lontano dal finestrino e la sensazione per tutto il volo è bruttissima perché non ci rendiamo conto di niente, fa sempre lo stesso rumore e gli stessi movimenti, sia in fase di decollo, che di volo, che in quella di atterraggio. Oltretutto, un inquietante fumo, esce dalle bocchette di aerazione; 25 minuti da panico! Quando passa la hostess decido, per scaramanzia, di prendere la stessa caramella di colore giallo che ho scelto nel volo di andata. Per fortuna tutto bene, e non appena toccato terra mi accorgo di non essere il solo ad avere avuto timore, visto che un turista inglese seduto di fronte a me, fa il segno della croce!.
La sera si dorme ancora all’hotel Deauville all’Havana e pensando ai due giorni di Cayo Largo commentiamo che è stata proprio una escursione fantastica assolutamente da fare se si viene in vacanza a Cuba.
15/05/05 L’Avana-Varadero-Remdios (340 Km circa) Alle ore 09,00 abbiamo l’appuntamento all’hotel Habana Libre (all’interno dell’albergo c’è una sede della REX, che è una delle compagnie di noleggio auto che operano a Cuba) per ritirare l’auto che abbiamo prenotato. Con un po’ di ritardo arriva l’impiegato e dopo averci spiegato tutti gli aspetti tecnici e formali per il noleggio, ci da un consiglio che risulterà fondamentale: in caso di dubbi sulla strada da prendere, “preguntarlo siempre!(chiedere sempre!). Effettivamente il problema è che a cuba le indicazioni stradali sono praticamente inesistenti, e per uscire dall’Havana e andare verso Varadero l’unico modo è tenersi il mare sulla sinistra. Con qualche difficoltà riusciamo ad imboccare “l’autopista”, che è una autostrada a quattro corsie con un discreto fondo stradale ma che è comunque percorsa da carri a cavallo, carretti, biciclette…E per questo richiede una certa attenzione alla guida. Verso l’ora di pranzo arriviamo a Varadero e mangiamo due porzioni di pollo con contorno di verdure in un piccolo locale nel lungo mare per la modica spesa di circa sei dollari in due. Dopo una rapida visita alla penisola di Varadero ripartiamo e riprendiamo la strada che ci porterà a Remedios passando per Santa Clara. Ad ogni diramazione chiediamo quale sia la direzione giusta e ci rendiamo conto della disponibilità e la gentilezza di questa gente che si prodiga per darci informazioni. La zona di Santa Clara è piena di cartelli e monumenti di natura politica che inneggiano ai vari eroi della rivoluzione e scopriamo infatti che proprio in quella città sono custodite le spoglie di Che Guevara. Visto che è ancora abbastanza presto decidiamo di non fermarci a Santa Clara ma di arrivare fino a Remedios che è l’ultimo paese prima della sopraelevata che porta a Cayo Las Brujas e Cayo Santa Maria, due isolotti che visiteremo il giorno dopo. Per dormire avevamo pensato ad una “casa particular” (case private riconosciute dal governo che hanno una o più camere da affittare ai turisti e che danno molto spesso anche la possibilità di mangiare) ma Paola leggendo la guida si accorge della presenza di un albergo coloniale del 1870 (Hotel Mascotte) proprio nel centro del paese, che viene indicato come un bellissimo albergo. Proviamo a sentire quanto costa una notte e con grande stupore apprendiamo che il costo della camera è solo 38 dollari per due persone! Scarichiamo subito i bagagli e andiamo a riposarci un po’ nella nostra bellissima camera che ha un mobilio di fine 800 e un bellissimo terrazzo con sedie a dondolo rivolto verso un cortile interno, anch’esso molto bello. Ceniamo nell’albergo e subito dopo andiamo a fare due passi in paese dove come tutti i fine settimana c’è la festa del paese. La piazza è piena di giovani e meno giovani che ballano al ritmo di musica latino-americana e ci divertiamo molto ad osservare quell’esplosione di allegria dove tutti, anche i più piccoli, dimostrano delle doti innate per questo tipo di ballo. Come al solito andiamo letto presto perché il giorno dopo vorremmo partire presto per passare una intera giornata al mare.
16/05/05 Cayo Las Brujas e Cayo Santa Maria Verso le otto e trenta dopo una riposante dormita e una abbondante colazione riprendiamo la nostra macchina (una Skoda Fabia) e ci dirigiamo verso la strada sopraelevata che collega la terra ferma ai Cayos. Decidiamo in primo luogo , di andare a visitare l’isola più lontana che è Cayo Santa Maria dove trascorriamo l’intera mattinata. La spiaggia ed il mare sono bellissimi, appoggiamo i nostri teli da mare in una spiaggia lunghissima dove siamo praticamente soli. Le uniche persone che incontriamo soni i pochi nudisti che passeggiano in quella zona. La bellezza del posto è anche data dal fatto che non ci sia anima viva a meno che non ci si avvicini verso il Ventaclub che si trova lì vicino. Dopo una mattinata di sole e bagni verso le 13,30 andiamo a pranzo a Cayo Las Brujas dove abbiamo letto dell’esistenza di un piccolo villaggio (Villa Las Brujas) dotato anche di ristorante. Il complesso turistico, semplice pittoresco e tranquillo ci piace moltissimo e dopo aver pranzato ottimamente chiediamo se c’è posto per la notte. Per 35 dollari a testa (compresa la prima colazione) prendiamo una camera in questo bellissimo villaggio. Non si tratta di semplici camere ma di bellissimi bungalow di legno collegati tra loro con dei pontili e ad un ristorante centrale. Questi bungalow sono dotati di tutti i confort e danno direttamente sul mare di un colore verde smeraldo, il rapporto qualità prezzo è veramente elevatissimo. Appena scaricati i bagagli andiamo in spiaggia, anch’essa bellissima sia per il colore del mare che per la natura rigogliosa. Passiamo un altro bellissimo pomeriggio godendoci il bellissimo sole del mar dei caraibi. La sera verso le 08,30 andiamo al ristorante dove con la compagnia di due bravissimi musicisti ci gustiamo un’ottima cena per una decina di dollari a testa.
17/05/05 Cayo Coco Ci svegliamo verso le sette, siamo veramente riposati anche grazie al rumore del mare che ci ha accompagnato per tutta la notte e dopo una abbondantissima colazione ripartiamo verso Cayo Coco. Il nostro obiettivo è quello di cercare una casa particolare a Moròn che è un paese situato a ridosso della strada sopraelevata che conduce a Cayo Coco e Cayo Guillermo, e che dista circa centocinquanta chilometri da Cayo las Brujas. La strada è stretta ma con un discreto fondo stradale, passiamo molti piccoli paesi agricoli, le auto che incontriamo sono praticamente inesistenti se non per qualche auto noleggiata da turisti e per le pochissime auto americane degli anni cinquanta che risalgono al periodo pre-rivoluzione. L’unico traffico è rappresentato da carri, buoi, cavalli e da tante biciclette. Chiedendo spesso ai gentilissimi abitanti di quelle zone arriviamo verso le ore 12 a Moròn dove con qualche difficoltà troviamo una casa particolare consigliata dalla guida (Casa Carmen). La casa ci appare subito molto accogliente e per 10 dollari a testa ci viene data una bella camera con bagno privato, aria condizionata e soprattutto molto pulita. Casa Carmen è interamente gestita da donne che ti fanno sentire a casa loro e che cucinano divinamente. Posiamo i bagagli e andiamo verso la strada che collega Moròn ai Cayos, in particolare vogliamo raggiungere playa los Flamencos che si dice che sia la spiaggia più bella dell’isola. Dopo aver attraversato la sopraelevata e aver visto in lontananza migliaia di fenicotteri rosa che vivono in quel tratto di mare, arriviamo alla spiaggia verso le 14,00 e passiamo un altro bellissimo pomeriggio in un luogo stupendo. La spiaggia è lunghissima e con sabbia come borotalco. Il mare di fronte ha dei colori incredibili ed ilo fondale si mantiene basso per diverse centinaia di metri. Facciamo dei bagni stupendi ed in tutta la spiaggia che è lunga qualche chilometro ci sono appena sei persone , noi compresi, sembra davvero di essere in un paradiso e come al solito ci vengono in mente i nostri amici che non sono lì con noi e che sarebbero sicuramente rimasti incantati da un posto di così rara bellezza. La sera torniamo a casa dove ci attende una cena buonissima, con pietanze abbondanti e cucinate direttamente dalla signora Carmen per una spesa di appena sei dollari a persona. Dopo cena volevamo andare a fare due passi in centro, ma un improvviso Black-out lascia il paese al buio per lungo tempo e così l’unica cosa che possiamo fare è quella di andare a dormire e alle 09,30 siamo già a letto.
18/05/05 Cayo Guillermo Si riparte di buon matttino diretti verso quella che si dice sia la spiaggia più bella di Cuba, playa Pilar. Dopo aver attraversato la zona “hotelera” di Cayo Guillermo e dopo circa una decina di chilometri di strada sterrata arriviamo ad un altro paradiso incontaminato situato sulla punta occidentale dell’isola: “Playa Pilar”. Questa spiaggia era la spiaggia preferita da Hernest Heminguay dove spesso vi si recava a pescare e, lo stesso scrittore, era talmente incantato da questa spiaggia da immortalarla nel romanzo “Isole nella corrente”. La spiaggia, che prende il nome dalla barca di Heminguay, che si chiamava appunto “Pilar” è una distesa di sabbia bianchissima e il colore del mare è a dir poco meraviglioso. Le sue acque basse e trasparenti lasciano intravedere tantissime stelle marine di vari colori che contribuiscono a renderla ancora più bella. Di fronte alla spiaggia, che non ha nessun tipo di infrastruttura se non un piccolo bar ristorante, c’è un isolotto chiamato “Cayo Media Luna” raggiungibile con un piccolo catamarano. Io e Paola decidiamo subito di andarlo a visitare anche perché, in quel minuscolo isolotto a forma di mezza luna c’è possibilità di fare snorkeling con l’accompagnamento di una guida. Effettivamente il fondale è molto bello, anche se non paragonabile a quanto da noi visto nel Mar Rosso o alle Maldive. Il pomeriggio dopo aver mangiato pesce ci rilassiamo al sole del Mar dei Caraibi. La sera, tornado verso Moron ci fermiamo nei pressi della strada sopraelevata che unisce l’isola alla terra ferma perché ci viene detto che al tramonto i fenicotteri si alzano in volo per spostarsi da un’altra parte. Dopo aver spettato a lungo e aver notato effettivamente diversi fenicotteri rosa che si spostano e che ci volano molto vicino, decidiamo di tornare verso casa anche perché viaggiare di notte a Cuba e vivamente sconsigliato per la presenza di tantissime persone che girano con ogni mezzo(carri, biciclette, motorini e vecchie auto) e soprattutto senza fari accesi. Dopo un’altra grande cena cucinata dalla signora Carmen, facciamo due passi in paese che come al solito è vivace ed accogliente.
19/05/05 Moròn-Trinidad (180 Km circa) Appena svegli e dopo la solita abbondante colazione la nostra idea era quella di tornare a Playa Pilar, ma il tempo nel frattempo è cambiato e la presenza di minacciose nuvole nere, che ci viene detto che persisteranno per l’intera giornata, ci induce a modificare il nostro programma e così decidiamo di anticipare la nostra tappa a Trinidad.La Strada verso Trinidad è abbastanza stretta e trafficata ma arriviamo comunque regolarmente per l’ora di pranzo. Per prima cosa cerchiamo la casa particolare che ci hanno consigliato le signore della casa di Moròn, che vicinissima alla piazza centrale della città. A Trinidad i Jineteros sono forse più opprimenti che all’Havana, anche se oramai abbiamo capito alla perfezione come ci si comporta con queste persone, e riusciamo quindi abbastanza rapidamente a trovare la nostra sistemazione (“Mercedes Cano Gonzales Casa Colonial”)senza ricorrere all’aiuto di questi procacciatori di affari. La casa è una classica residenza coloniale di colore giallo, con un cortile di vegetazione rigogliosa al proprio interno e con tutte le stanze che si rivolgono ad esso, le mura sono spessissime e il tutto è sicuramente molto bello anche se forse i proprietari sono meno accoglienti rispetto alla precedente sistemazione. La nostra camera è grandissima e pulita con bagno privato ed aria condizionata. Il tempo di fare una doccia (acqua fredda perché lo scaldabagno emana una inquietante puzza di bruciato che ci induce a non rischiare) e siamo fuori alla scoperta di questa meravigliosa città il cui centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Effettivamente la città è bellissima con centinaia di case colorate in stile coloniale e con viuzze strette. La cosa che più colpisce è la pavimentazione urbana fatta con grosse pietre, che risale al 1600 e dove anche passare con un’auto sarebbe molto difficile. E’ molto bello passeggiare per le vie di questa città e scorgere dalle finestre delle case, momenti di vita autentica degli abitanti, che conferiscono al luogo un forte senso del passato. In tutte le finestre che sono sempre a piano terra vi è la presenza di gabbie di legno con canarini che gli abitanti allevano rispettando un’antica tradizione. Oltre questo, come al solito, il tutto è allietato dalla musica di numerosi gruppi di musicisti che suonano in ogni angolo della città e che le conferiscono un’atmosfera ancora più unica. Prima di rientrare per la cena, visitiamo il museo Romantico che è indicato per ricercare lo stile di vita aristocratico del periodo coloniale e che vanta una delle più belle collezioni di mobili antichi di tutta Cuba. Per cena accettiamo la proposta della signora della nostra casa particolare che per dieci dollari a testa ci cucina due intere aragoste accompagnate da numerosi contorni e dalle bevande, veramente una grande mangiata! Dopo cena ancora a spasso per le vie di Trinidad e dopo aver gustato un mojito alla “casa della musica” (locale molto carino e con bellissima musica) andiamo a letto molto stanchi anche per l’opprimente caldo che ci ha accompagnato per tutta la giornata.
20/05/05 Trinidad – Cinfuegos -Varadero (230 Km circa) Ci svegliamo di buon mattino ed il tempo è anche oggi nuvoloso, decidiamo comunque di andare a Varadero. Il viaggio impiega tutta la mattina, la strada non è bella e rischiamo anche di spaccare il semiasse della nostra auto in una voragine dell’asfalto, ma anche questo fa parte del bello di questa isola. La strada verso Cinfuegos è inoltre piena di grossi granchi che al passare delle auto, invece di fuggire agitano le loro chele minacciosamente. Arrivati ad un paese di nome Manguito ci viene incontro una persona che come al solito con molta gentilezza ci dice “Carretera cerrada, hay fiesta!” (strada chiusa c’è una festa). C’è effettivamente una festa di paese con delle giostre vecchissime e con tantissima gente che si diverte, e osservandola si capisce ancora una volta la differenza di tenore di vita tra il nostro occidente e questo paese. Dopo aver fatto una deviazione in una piccola strada di campagna, per aggirare il paese ci reimmettiamo nella strada e per pranzo siamo a Varadero. Per fare presto mangiamo in un ristorante della catena “El Rapido” (la risposta cubana ai Mc Donald’s americani) e dopo pranzo prendiamo una camera presso l’hotel “Pulman” (46 dollari per una camera doppia con colazione inclusa) un piccolo ed accogliente albergo dall’atmosfera molto rilassante, ideale per chi vuole evitare l’animazione chiassosa dei villaggi. Il pomeriggio Lo passiamo in spiaggia anche se il tempo non si è ancora del tutto rimesso.
21/05/05 Varadero Intera giornata dedicata al relax in questa bella spiaggia. Il mare è più bello di quanto ci aspettassimo anche se chiaramente non è paragonabile alle meravigliose spiagge incontaminate dei cayos. E’ un posto molto più turistico di quelli visti nel nostro viaggio e anche la popolazione locale ha un tenore di vita migliore rispetto al resto dell’isola. Passiamo comunque un’altra bellissima giornata fatta di sole (il tempo nel frattempo si è completamente rimesso), bagni e tanta allegria che ci viene trasmessa dalla gente del posto e dalle numerose orchestre nei bar lungo la spiaggia. La sera andiamo a cena al ristorante “La Vega”, che è un po’ defilato rispetto alla maggior parte degli alberghi ma che è bellissimo e soprattutto si mangia benissimo. Ci gustiamo una paella con dei grossi pezzi di aragosta e la spesa è veramente ridicola considerando tutto ciò che abbiamo mangiato, neanche dieci dollari a testa! 22/05/04 Vardero – L’Avana (140 KM) Nel primo pomeriggio dopo aver passato un’altra mattinata alla spiaggia riprendiamo la nostra Skoda e ripartiamo per L’Avana con un po’ di malinconia, sapendo che la nostra vacanza sta oramai per volgere al termine. Per dormire optiamo per una casa particolare segnalata dalla guida, nel quartiere del Vedado. La camera è all’interno di un appartamento localizzato in un palazzo anni 30 chiamato “Calle 21” ed è di fronte all’hotel Nacional. La camera non è bellissima anche se pulita ma il tutto è compensato dalla gentilezza della signora che vi abita che ha un istinto materno non indifferente e che ti fa sentire come a casa propria. La sera optiamo per la cena alla “Boteguita del Medio” che è proprio nel cuore dell’Avana vecchia e torniamo alla nostra casa con un Coco Taxi (piccoli veicoli a tre ruote adibiti al trasporto dei turisti), rischiando sicuramente molto più del volo aereo per Cayo Largo, vista la velocità con la quale il conducente affronta gli incroci cittadini! 23/05/05 L’Avana – Madrid – Bologna Passiamo un’altra intera giornata all’Havana vecchia visto che l’aereo che ci porterà in Italia partirà alle 23,00. La giornata è più piacevole della prima perché il primo giorno è stato un po’ rovinato dall’inconveniente accaduto a Sonia. Abbiamo tempo di apprezzare ancora le belle vie ed i bei palazzi dell’Avana poi verso sera torniamo a casa, rifacciamo i bagagli, salutiamo la signora che si commuove al momento del saluto, chiamiamo un taxi che ci riporti in aeroporto e alle 23,00, ancora con una grande precisione, il nostro aereo decolla alla volta dell’Europa. Dopo lo scalo a Madrid, atterriamo a Bologna in perfetto orario e dopo il controllo dei documenti ed il ritiro dei bagagli, andiamo alla ricerca di mio fratello che come da accordi ci riporterà a Città di Castello, ma sorpresa delle sorprese, ad attenderci in aeroporto non è mio fratello ma i nostri mancati compagni di viaggio Luigi e Sonia!! Dopo un primo momento di pura commozione ripartiamo assieme ad i nostri cari amici verso casa nostra, assaliti dalla nostalgia per i posti meravigliosi che abbiamo lasciato, ma con la consapevolezza di aver fatto un bellissimo viaggio.