Cuba: un uragano di emozioni
Io ero un po’ meno entusiasta di lei, visto che ormai c’ero già stata appena 3 mesi prima (leggi ‘Cuba paese dei contrasti’) e, potevo benissimo andare in qualsiasi altro posto caldo per le mie agognate Ferie. Ma una volta sull’aereo i miei dubbi pian piano lasciavano posto ad una certa eccitazione di tornare in un posto che mi avrebbe ancora sorpreso e dato piacevoli emozioni…Ma non pensavo certo ad emozioni così ‘forti’ ! Appena sbarcate all’Aeroporto ‘Josè Martì’ di L’Havana, oltre ai miei amici cubani, ci attendevano una pioggia insistente ed un cielo grigio…Non proprio un bell’inizio… Ma la familiarità del Vedado e la casa di Teresita, che ci attendeva per festeggiare il compleanno di suo marito Estéban con pochi amici, mi ha risollevato l’umore. La mia amica era entusiasta persino al solo vedere una festa di compleanno cubana, mah! In effetti, i cubani hanno questo strano potere di rendere ogni piccola cosa qualcosa di estremamente piacevole ed elettrizzante…Così riesci a mandare giù anche una torta ‘multicolori’ e iperzuccherata con della pasta fredda servite assieme nello stesso piatto…Però non potevo immaginare che la pioggia avrebbe accompagnato tutta la nostra vacanza. Nei giorni successivi avremmo girovagato per L’Havana aspettando l’ora “x” di inizio della pioggia: alle 2 del pomeriggio arrivava puntuale sorprendendoci per le strade già dissestate, ma era uno spettacolo anche quello. Abbiamo fotografato bambini che a ritmo di pioggia ballavano incuranti per strada felici per quello che per loro doveva essere un evento. Così come per noi era un evento vedere la gente passeggiare sotto l’ombrello per ripararsi dal sole, piuttosto che utilizzarlo per la pioggia ! Comunque, dopo un paio di giorni decidiamo di lasciare la piovosa Havana per il mare, sperando in meglio. E siamo state ricompensate, perché siamo riuscite a farci ‘baciare’ dal sole su una spiaggia davvero ‘da catalogo’, quale è quella di Santa Maria o di Guanabo…Sdraiarsi sotto una palma di cocco davanti ad un mare così trasparente e su una spiaggia non affollata, ti rinfranca da tutte le fatiche quotidiane che hai dovuto sopportare per arrivare fin lì. Peccato però che gli inconvenienti siano sempre in agguato. Dopo aver ‘snobbato’ tutti gli avvertimenti dei poliziotti presenti in spiaggia e dei nostri amici cubani, che ci raccomandavano di stare all’erta dai ladruncoli attirati dalle nostre borse, cellulari e macchine fotografiche (e come può un turista farne a meno in vacanza ?), sono stata derubata in spiaggia. Pensate, proprio sotto la palma che mi proteggeva dalla pioggerellina di quella domenica sfortunata. Non riuscivo a credere di essere stata vittima, visto che fino a quel giorno eravamo sempre state prudenti e sempre protette dai poliziotti in giro in spiaggia…Ma i cubani sono davvero ‘listos’ e “rapidos” quando mirano all’obiettivo sono insuperabili! E i poliziotti sono davvero ‘fedeli’ alle regole di Fidel nel volersi prima accertare sulle generalità della vittima, invece di cercare di capire cosa e come è accaduto il fatto…Per un po’ ho avuto timore che accusassero me del reato, stupida turista che se ne va in spiaggia con lo zainetto, il telo da mare e il cellulare! Certo che non sono così stupida da portarmi dietro carta di credito, tanti soldi, passaporto, ma solo una copia! Ma magari fosse tutto lì: scoprire come si fa a bloccare carta di credito, numero di cellulare è davvero un’impresa a Cuba. Ci ho messo ben 5 ore prima di riuscire a farlo, dando tutto il tempo a chi mi aveva sottratto il cellulare di fare telefonate in qualsiasi parte del mondo, visto che avevo il servizio ‘Roaming’ della Vodafone che ti permette di telefonare ovunque quando sei in giro per il mondo, addebitando tutto sulla carta di credito, che bello vero? Peccato che non ti informino per bene su cosa fare in caso di furto quando sei ‘ovunque’ …Ma la serie di coincidenze sfortunate pare che non finisca qui. Dovevo ‘assaporare’ fino in fondo la realtà cubana…Uscire la sera in un posto come Guanabo, o raggiungere Playa S.Maria, dove sono concentrati i locali, diventa quasi un’impresa. Una sera abbiamo dovuto aspettare un bel po’ prima di riuscire a fermare un taxi e, quando finalmente se ne è fermato uno, era ormai troppo tardi per riuscire ad entrare in uno dei locali notturni, ‘cerrado por capacidad’, ovvero troppo pieno per farti entrare: un altro dei contrasti di Cuba… Così come pagare un poliziotto per farti superare una specie di ‘posto di blocco’ all’entrata di un locale, visto che avevo lasciato a casa la mia copia del passaporto…Ma non è niente in confronto al buio pesto che abbiamo dovuto affrontare nel tornare a casa, a causa del ‘black out’ che avrebbe accompagnato ogni giorno della nostra vacanza nell’isola. Prova a girare nelle strade di Cuba quando è buio pesto, in strade che ti sembrano tutte uguali e senza numero civico, senza torce o accendino per riuscire a raccapezzarti dove diavolo sei finito !!! Infatti, mentre la maggior parte delle ‘case particulares’ sono dotate di neon ricaricabili, dato che ormai i black – out ora sono programmati, interi quartieri restano senza luce, così come la maggior parte dei locali, ristoranti, luoghi pubblici, restano chiusi quando manca la corrente. E’ sconvolgente vedere una città come l’Havana completamente al buio e ‘cerrada’ …Tutto chiuso! Quindi niente cibo, niente telefono, niente luoghi per passare la serata…E se avete bisogno di soldi, nessuna ‘cadeja’ (ufficio cambio) o banca potrà accontentarvi. Così l’ultimo giorno per me a L‘Havana è stato davvero un incubo: volevamo andare al mercato de l’Habana Vieja per comprare dei regalini, cambiare dei soldi, mangiare una ‘paella’ in un ristorantino consigliato da amici, assistere ad un concerto nella Casa della Musica, ma non abbiamo potuto fare niente di tutto ciò a causa dell’uragano Dennis che aveva aggravato la situazione dei ‘black-out’… Mai e poi mai avrei immaginato di provare l’esperienza di un uragano.
Ormai eravamo quasi abituate alla pioggia, che si presentava puntuale ogni pomeriggio come nostra compagna di viaggio. A Cienfuegos però non ci siamo private di un giro in carrozza per avere un’idea della città, né di un giro in bicitaxi…Ma anche qui abbiamo sperimentato le contraddizioni che sono insite nell’isola e che per noi è così difficile riuscire a capire. Perché la polizia punisce con una multa di 25 Dollari convertibili (più del doppio di uno stipendio medio!), un poveraccio che si guadagna guidando senza licenza un bicitaxi…E non perseguire chi invece infrange davvero la legge derubando i turisti, come è successo a me sulla spiaggia ?!! Comunque, Cienfuegos merita davvero una tappa, con la sua piazza dedicato all’eroe José Martì e il suo teatro Tomas Terry, inaugurato con l’Aida di Verdi e palcoscenico per diversi artisti italiani tra cui anche Enrico Caruso. Il suo lungomare Malécon, vi porta fino a Punta Gorda per ammirare un panorama incantevole, e dove potrete anche trovare uno degli edifici più interessanti, il Palacio Valle, con influenze moresche ed elementi gotici veneziani, essendo stato progettato da un architetto veneziano nel 1913. Da casinò malfamato prima della Rivoluzione, oggi è diventato un ristorante elegante, dalla cui terrazza potrete ammirare un bel panorama e, non potrete sfuggire alle note della simpatica Conchita al piano-bar…Quasi una sosia di Omara Portuondo. Il Malécon, non è solo la strada delle passeggiate, ma si presta anche a serate animate dai cubani che vi sostano di sera e si esibiscono in salse e bachate…Quando non piove !!! Ma l’uragano è in agguato…Quando ho appreso che un uragano avrebbe attraversato l’isola, ormai eravamo già sull’autobus che ci avrebbe portato a Trinidad, ultima tappa del nostro viaggio. Rivedere l’assalto degli Affittacamere alla stazione degli autobus, è stato un tuffo al cuore…Stavolta alla luce del sole potevo addirittura ammirare le foto che gli ‘avventori’ mostravano ai potenziali clienti urlando come venditori in un qualsiasi mercato del Sud…L’accoglienza della signora, nostro referente della sig.Ra Matilde, della nostra casa particular, ci ha comunque ‘salvate’ da quell’assalto. Il caldo appiccicoso però ci aveva tolto ogni desiderio di perderci nelle vie di quell’ incantevole città e, convinto a riposarci nella nostra nuova casa. Ma una strana atmosfera anticipava l’arrivo di quell’incredibile fenomeno naturale …Il locale accanto alla Plaza Major, la piazza principale di Trinidad, avrebbe anticipato la chiusura per l’arrivo dell’uragano Dennis.
Così con gli ultimi avventori, turiste e giovani cubani, ci siamo riuniti in una piazzettina adiacente la piazza principale, per strimpellare qualche canzone cubana e passare la serata…È stata un’altra piacevole e insolita esperienza…Nessuno di noi aveva coscienza di quanto stava per accadere. La mattina dopo avremmo tentato invano di lasciare Trinidad per L’Havana, come mi aveva consigliato la mia amica Teresita, ma l’operatore della Viazul mi comunicava che ormai era già tutto BLOCCATO a causa dell’uragano. Il Paese era in stato d’allerta. Così, siamo rimaste bloccate in casa, assieme ad estranei, perloppiù donne, evacuate dai villaggi vicini a Trinidad, rifugiate in quella dimora più sicura, come previsto dalle leggi ‘castriste’. Abbiamo atteso l’arrivo di Dennis, al sicuro nel soggiorno della casa. Il vento ha anticipato l’arrivo di Dennis, accompagnato da una pioggia sempre più violenta. Tra le urla delle donne che ci intimavano di allontanarci da quella camera, abbiamo assistito alla potenza di quel fenomeno naturale che abbatteva alberi e palme come fuscelli, piegava cartelli stradali e pali della luce, faceva volare qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino alla velocità di 220 km orari, essendo stato classificato di 4° grado (il 5° è il più pericoloso ) Siamo rimaste rintanate in casa per 2 giorni interi, tentando invano di ripartire alla volta di l’Havana … Abbiamo assistito all’incredibile forza di sopravvivenza di questa gente che, non si perde d’animo in questi frangenti, pulendo e sistemando ogni cosa dopo il disastro, rimettendosi al lavoro. Per noi è stato alienante stare lì immobili e impotenti davanti a tale disastro. La pioggia non ha mai cessato anche il giorno dopo l’uragano e il giorno dopo ancora. Quando finalmente siamo riuscite a partire, non avremmo mai immaginato di vedere scene così desolanti: tra i detriti, il vento, l’acqua, le campagne completamente allagate, alberi e palme abbattute, così come pali della luce, piegati per terra uno dopo l’altro, interrompendo sia la corrente che ogni comunicazione via cavo, telefono e elettricità… Strade interrotte, punti di ristoro chiusi e, se aperti, quasi privi di rifornimenti alimentari…Per i cubani, ancora peggio. I depositi di derrate alimentari che vengono distribuite razionate alla popolazione, erano stati duramente colpiti da Dennis e, ciò avrebbe sicuramente ridotto la distribuzione, specie nelle zone più colpite, come Trinidad. Le immagini dei volti di quella gente che ci salutava, mentre passavamo nel nostro comodo bus della Viazul, dalle loro case dissestate e dai loro campi danneggiati, sono ormai impressi nella mia memoria. Ha sicuramente cambiato la mia idea di Cuba, come isola felice e patria del son e della salsa…Come patria di un’isola dove resiste un ideale puro…Patria di un eroe che ha sacrificato la vita di tanti innocenti, solo perché la pensavano diversamente, e che continua a sacrificare il suo popolo per quell’ideale…A costo della loro vita, ma non della propria come dovrebbe fare un vero eroe… Ma non potrò mai dimenticare i volti e la spensieratezza della gente che ho incontrato che, malgrado le difficoltà dell’embargo e le ristrettezze che impone Fidel, riescono sempre a sorridere. Ancora adesso mi vengono in mente i sorrisi e i volti delle persone che mi hanno accolta e aiutata, a modo loro, nei miei momenti di difficoltà : da Marcos e Danette della splendida casa coloniale di Guanabo (tel. 0053 –7 962330), con le succulenti colazioni di mango e le cene di pesce che mi preparavano; ai bagnini della spiaggia di Guanabo che mi hanno sempre offerto un sorriso quando ero triste…Ed anche un cocco raccolto e spaccato lì sul momento davanti ai miei occhi!!! Al taxista Félix che con la sua simpatia ha addolcito la mia rabbia dopo una serata alla ricerca vana di un locale a Playa S.Maria. Alla dolcissima fidanzata dell’imponente Facundo, della casa di Cienfuegos (www.Geocities.Com/casafacundo) , che si è offerta di accompagnarci in giro per la città soddisfando tutte le nostre curiosità; o anche ai musicisti del Palatino (localino nella Plaza Josè Martì di Cienfuegos che vi consiglio di visitare!), che ci hanno rinfrescato coi loro ritmi; e la semplicità di Yoe, che ci ha ospitato nella sua casa particular per un ‘zumo di naranja’ (Dona Deisy – tel. 0053 432/518467) per finire con la domestica della signora Matilde, della casa di Trinidad (0053 414 2331), che non si è mai persa d’animo neanche alla notizia della sua casa semidistrutta dall’uragano. E come dimenticare la mia amica habanera, Teresita (www.Cubaenparticular.Com ), che è sempre stata presente nei miei spostamenti e mi ha sempre offerto il suo appoggio anche da lontano. Grazie a lei sono riuscita anche ad accettare alcune delle contraddizioni di Cuba ed, anche le carenze di acqua , corrente, cibo con generosa semplicità…E a non perdere la voglia di tornare ancora in quest’isola di cui sento ancora i profumi malgrado le brutte avventure…