Namibia 3
Domenica 08/08: Windhoek – Hardap Dam – Quivertree Forest Km percorsi: 530 Partenza ore 7.30. Per prima cosa dovevamo acquistare 3 mappe della Namibia (1 per macchina). Ci siamo fermati in molti distributori ma quelle rimaste erano poco dettagliate, e dopo aver acquistato la 1° a Windhoek siamo riusciti a trovare la 3° solo a Mariental. Dopo aver percorso strade lunghe e sempre diritte (B1), finalmente alle 11.00 abbiamo raggiunto l’Hardap Dam. Si tratta di un lago artificiale di 25kmq con annessa una riserva naturale di 25.000 ettari. Il paesaggio è molto arido e dal muro della diga si può ammirare il lago. Avendo poco tempo a disposizione abbiamo deciso di fare il percorso più breve (2 ore). Purtroppo abbiamo visto pochissimi animali. Alle 13.00 siamo quindi ripartiti. A Mariental, piccolo centro agricolo, abbiamo fatto sosta in un distributore di benzina della Engel dove c’è un fast food (Wimpy) che prepara ottimi hamburger e uno sportello bancomat dove si può ritirare del contante. Abbiamo viaggiato in direzione di Keetmanshoop e siamo entrati al Quivertree Rest Camp (C17) alle 17.00 mentre avremmo voluto esserci almeno un’ora prima. A quell’ora infatti il proprietario della Gariganus Farm porta da mangiare ai suoi 2 ghepardi. Raggiunta la casa del proprietario, le sorprese non sono mancate, oltre al classico cane, hanno anche un facocero, una iena, e un altro ghepardo che gira liberamente per casa e che è possibile accarezzare. In più hanno un recinto dove vive una colonia di soricati, buffi animaletti molto timorosi. Poi ci siamo diretti alla Kokerboom Forest (sempre all’interno della proprietà) dove abbiamo visto uno spettacolare tramonto. I kokerboom sono alberi molto diffusi nella Namibia meridionale, appartengono alla famiglia delle Aloe e possono raggiungere anche gli 8m di altezza, crescono molto lentamente e soprattutto sui pendii rocciosi. Considerata la fredda temperatura notturna, abbiamo deciso di non dormire in tenda nella parte meridionale del paese. Cenato presso la fattoria, anche se il cibo non era ottimo (riso, carne, verdure crude e bollite).
Lunedì 09/08: Quivertree Forest – Fish River Canyon – Ai-Ais Km percorsi: 267 Appena alzati siamo andati a vedere i ghepardi che stavano aspettando la loro razione mattutina di cibo. Erano molto agitati e continuavano a camminare su e giù vicino alla recinzione guardando in direzione della casa. Dopo aver fatto colazione nella fattoria, tutti gli altri sono andati alla ricerca del 3° ghepardo (quello addomesticato) per poterlo accarezzare, mentre noi 5 abbiamo raggiunto il commissariato di polizia di Keetmanshoop per fare la denuncia del piccolo incidente avvenuto ieri sera. Vista la banalità dell’incidente anche il commissariato di polizia è stato interessante. Come previsto per riempire un modulo di 4 pagine, dove bastava fare delle crocette, abbiamo perso quasi 2 ore. Siamo ripartiti all’incirca verso le 10.00 e abbiamo percorso la B4 e parte della C37 verso il Fish River Canyon dove siamo entrati da Hobas. Al ns arrivo al Main Viewpoint (punto panoramico) abbiamo incontrato le altre 2 jeep che stavano ripartendo e ci siamo dati appuntamento per la sera ad Ai-Ais. Il fiume Fish ha scavato nel corso di milioni di anni questa gola di 160 Km di lunghezza, 27 Km di larghezza (punto più ampio) e 550 m di profondità. Il fiume scorre normalmente tra marzo e aprile, mentre in agosto è soltanto un piccolo torrente. Visto il poco tempo a disposizione abbiamo deciso di non perdere troppo tempo nel parco e dopo aver ammirato il panorama dal Main Viewpoint e dal Rockies Point, siamo ripartiti (C37-C10) diretti verso l’oasi termale dove siamo arrivati verso le 16. Dalla descrizione della ns guida da Ai-Ais ci aspettavamo qualcosa di totalmente diverso. In effetti si tratta di un “villaggio turistico” situato in una gola dove si può scegliere se dormire in tenda, in villette, appartamenti o camerate. All’interno del villaggio si può usufruire della piscina dove l’acqua raggiunge i 60°. Considerata la temperatura esterna a dir poco fresca, il bagno è stato un piacevole diversivo ed è stato anche il primo vero momento di socializzazione con resto del gruppo. Martedì 10/08: Ai-Ais – Kolmanskop – Luderitz Km percorsi: 484 Partenza alle 7.45 dopo aver fatto benzina all’interno del villaggio. Abbiamo deciso di percorrere una strada non segnalata sulla cartina ma che ci ha permesso di diminuire notevolmente i km percorsi. Si tratta della Rosh Pinah (4×4), si prende dalla D316, dopo il 3° gate (i “cancelli” che si vedono lungo le strade) occorre girare a destra. Non abbiamo incontrato nessun mezzo ma i paesaggi erano spettacolari. Arrivati all’innesto con la C13, l’abbiamo percorsa fino ad Aus dove ci siamo fermati per il pranzo acquistando al general store/bar del paese pane, acqua e salumi confezionati. Da Aus a Luderitz la strada ritorna ad essere asfaltata e verso le 15.00 siamo arrivati a Kolmanshop. Si tratta di un villaggio minerario abbandonato dove il deserto sta invadendo le varie costruzioni. Ci sono edifici sepolti dalle dune dove a volte si entra direttamente al secondo piano. Tirava un forte vento e siamo rimasti al villaggio fino alle 16.00 (orario di chiusura). Carino ma turistico. Ripreso il viaggio siamo arrivati a Luderitz e ci siamo subito preoccupati di trovare i posti per dormire. In 5 abbiamo dormito dietro la chiesa cattolica, mentre per gli altri al campeggio Shark Island ci hanno riservato una piacevole sorpresa: al posto dei normali bungalow ci hanno dato il faro del paese. Luogo molto suggestivo ma purtroppo con solo 4 letti, così in 5 si sono dovuti accomodare per terra. Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per la visita del paese. Come anticipato dalla guida, il paesino è molto simile a quelli bavaresi, e presi dal sole ormai al tramonto, ci siamo diretti oltre il porto per assistere allo spettacolo. Purtroppo non siamo riusciti a vedere i pinguini, i fenicotteri e gli altri animali che popolano le spiagge di questo luogo.
Mercoledì 11/08: Luderitz – Sesreim Km percorsi: 562 Dopo aver fatto benzina e acquisti di provviste ci siamo messi in marcia per quello che sarà un lungo trasferimento fino a Sesriem. Ritornati indietro sulla B4 fino ad Aus e dopo aver percorso molti km sulla C13 (non asfaltata), durante una sosta Marco ha notato in una ns ruota posteriore la lacerazione del battistrada. Per evitare la foratura o l’esplosione durante il viaggio è stato deciso di cambiare la gomma. A Helmeringhausen svoltiamo sulla C27 fino a Betta. Quello che sulla cartina ci sembrava un paesino in realtà si tratta di una casa, un piccolo market con distributore. Purtroppo, anziché procedere lungo la C27, imbocchiamo la D826 e solo al bivio con la D381 ci accorgiamo dell’errore. Le altre 2 macchine viaggiano davanti a noi di alcuni km e come confermeranno in seguito non si sono accordi dell’errore. Vista l’impossibilità di raggiungerli in poco tempo decidiamo di procedere lungo questa strada fino all’imbocco con la C19, e per fortuna, avendo visto il polverone sollevato dal loro passaggio, siamo certi che vanno nella direzione giusta. Arrivati sulla C19 svoltiamo a sinistra e la percorriamo fino all’imbocco con la D845 che ci conduce alla C27 e finalmente verso le 16.00 arriviamo a destinazione. Dopo aver montato le tende ci siamo cucinati la cena. Giovedì 12/08: Sesreim – Sossussvlei – Dead Vlei – Sesriem Km percorsi: 153 Sveglia ore 5:00 per poter essere davanti al cancello all’orario di apertura (5:30). Oltre alla levataccia, durante la notte si sono sentiti diversi sciacalli che sono venuti a rovistare nel bidone dell’immondizia e vicino alle nostre tende. Riusciamo ad essere tra le prime macchine pronte a partire non appena si apre il cancello. Ma dopo aver percorso in circa 30 minuti i 45km di strada asfaltata ma pessima, che separano il campeggio dalla famosa Duna 45, rimaniamo delusi dal numero delle persone già appostate in cima. Speravamo di essere tra i primi mentre se non ci sbrighiamo a salire oltre a perderci il sorgere del sole non riusciamo neanche a “trovare posto”. Per quanto mi riguarda, dopo aver camminato speditamente per almeno 20 minuti verso la cima, l’alba non è così spettacolare come mi aspettavo. Forse sarebbe stato meglio fermarsi nel pomeriggio quando non c’è nessuno e i colori sono molto più belli. Scendiamo dalla Duna buttandoci letteralmente dai ripidi pendii e ci divertiamo un sacco. Ottima idea di fare colazione ai piedi della duna. Ci troviamo nella parte più accessibile del Deserto del Namib, lungo 300 Km e largo 150, e che copre più di 32.000 Kmq della Namibia. Proseguiamo per altri 15 km per Sossusvlei (gli ultimi 6 Km solo con auto 4X4) e percorriamo a piedi circa 1 Km per raggiungere Dead Vlei. Ci troviamo di fronte ad un luogo bellissimo, alberi morti incastonati in una pozza di fango secco e bianchissimo, contornata da dune di sabbia rossa. Fortunatamente riusciamo a goderci il silenzio del luogo prima che venga preso d’assalto dai tantissimi turisti scesi dalla Duna 45. Dopo aver pranzato all’ombra degli alberelli del parcheggio, abbiamo deciso di ritornare indietro fino al parcheggio 2X4. Nel tratto di pista che divide i due parcheggi ci siamo divertiti molto e fortunatamente nessuno di noi si è insabbiato. Arrivati nel parcheggio 2X4 alle 13:00, in 5 decidiamo di percorrere (a piedi) i 2 Km di pista per Hidden Vlei contro il parere di tutti gli altri. Abbiamo rimasto poca acqua e fà terribilmente caldo. Irremovibili, in fondo quando ci ricapita di ritornare, raggiungiamo anche questo luogo in piena solitudine e ci godiamo il panorama dall’alto di una duna. Nel pomeriggio rientriamo in campeggio e andiamo in cerca degli altri alla Duna di Elim e al Canyon di Sesriem (piccolo ma carino e ci voleva più tempo per scendere dentro il canyon). Cena in campeggio e birra nel piccolo bar del camping.
Venerdì 13/08: Sesriem – Solitarie – Walvis Bay – Swakopmund Km percorsi: 393 Partenza dopo aver fatto benzina e rifornimento acqua nel piccolo supermarket del campeggio. Riprendiamo il viaggio percorrendo la C19 fino a Solitarie dove ci fermiamo a gustare la buonissima torta di mele. Imbocchiamo quindi la C14 fino a Walvis Bay, cittadina molto carina, dove ci attende un cielo coperto di nuvole e la temperatura notevolmente più bassa. Qui si possono trovare banche per cambio valuta o prelievi bancomat, supermarket, gommisti o altro. Raggiungiamo quindi la laguna dove pranziamo davanti a tantissimi fenicotteri. Purtroppo soffia un vento freddo che non ci permette di stare molto all’aperto, e decidiamo di proseguire verso Swakopmund (B2) facendo tappa alla Duna 7. Anche se utilizzata per fare sport dagli abitanti di Walvis Bay, è molto più piccola rispetto alla Duna 45 e la sabbia è di colore beige e non rossa. Purtroppo dopo aver visto il deserto del Namib si apprezza solo la differenza di colore. Arrivati a Swakopmund (16.30) dopo aver preso possesso dei nostri “chalet con tetto spiovente”, così poco africani, abbiamo raggiunto il centro città. Sabato 14/08: Swakopmund Km percorsi: 170 Approfittando del fatto che uno di noi non si sente molto bene, abbiamo deciso di non andare allo Spitzkuppe e di dormire un’altra notte qui. Così tutti ci riposeremo e avremo modo di visitare con più calma la città e di dedicarci agli acquisti. Ottima colazione all’Out of Africa dove servono buonissimi caffè, cappuccini o caffelatte in tazze giganti con ottimi dolci. Dopo colazione ci siamo separati dagli altri e noi 5 abbiamo gironzolato un po’ nel mercatino sotto il faro e nel centro pedonale pieno di negozi. Swakopmund è la principale località turistica della Namibia, ha vie contornate di palme, giardini fioriti, case in legno in stile tedesco e per quanto possa essere carina nulla ricorda l’Africa. Dopo aver fatto un’abbondante spesa nel megasupermarket Model e il pieno di benzina siamo partiti per la Welwitschia drive (anche se non c’è un gate di ingresso occorre fare il permesso in città). Dopo aver attraversato senza vederla (anche se indicato con cartelli) la vecchia Baaiweg, pista che un tempo veniva usata dai carri, abbiamo raggiunto i campi di licheni dove abbiamo provato a versare qualche goccia d’acqua per vedere un movimento millimetrico della pianta (nella guida dice che rifioriscono…). Oltre si raggiunge la Moon Landscape che, come si intuisce dal nome, sembra veramente un paesaggio lunare. Dopo aver percorso tanti km nell’arsura totale, siamo rimasti meravigliati di vedere tanto verde e coltivazioni all’oasi di Goanikontes. Finalmente raggiungiamo il punto dove vivono le piante che danno il nome al percorso. Sono piante che crescono molto lentamente e possono raggiungere anche i 2000 anni, preferiscono i terreni sassosi e sono formate normalmente da 2 lunghe foglie che possono raggiungere anche i 2 metri di lunghezza. Si dividono in maschi e femmine e riescono a filtrare dalla nebbia l’acqua di cui hanno bisogno per vivere. Rientrati in città abbiamo cenato con gli altri al ristorante del Faro. Domenica 15/08: Swakopmund – Cape Cross – Spitzkoppe – Henties Bay Km percorsi: 405 Partenza per Cape Cross Seal Riserve (C34 – strada asfaltata), famosa per le migliaia di Otarie del Capo. Appena scesi dall’auto siamo stati investiti dal fortissimo odore acre e disgustoso che poi ci e rimasto addosso anche nei giorni seguenti. Arrivati vicino alla spiaggia siamo rimasti sbalorditi dal numero delle Otarie. Sono veramente migliaia, tutte ammassate le une sulle altre. C’erano anche tanti cuccioli e lungo la piccola passeggiata che si può fare abbiamo visto anche degli sciacalli. Ritornati indietro ad Henties Bay abbiamo pranzato e lasciato i bagagli negli appartamenti. Mentre gli altri si riposavano gironzolando per la piccola cittadina di villeggiatura dove molti locali erano chiusi (è inverno) noi 5 siamo partiti diretti allo Spitzkoppe. Dopo aver percorso circa 90 Km (D1918) di terreno arido e pianeggiante all’improvviso ci è apparsa questa montagna di granito alta ben 1728m. E appena arrivati all’ingresso del parco, la piccola capanna, l’acacia e le capre al ritorno dal pascolo ci hanno finalmente fatto pensare dopo ben 10 giorni di vacanza: QUESTA E’ AFRICA! Per il poco tempo a disposizione non abbiamo potuto fare escursioni a piedi ma, sarà stato per il sole al tramonto che esaltava il colore rossiccio della roccia, o per i pochissimi turisti visti solo in lontananza, questo posto ci è sembrato spettacolare. A tutti e 5 è rimasta la delusione di non poter restare a dormire nelle piccole piazzole isolate e situate dentro suggestive cavità rocciose che comunicano un reale senso di isolamento. Così come l’invidia per il gruppo di persone che abbiamo visto sulla cima del Pondok (altro massiccio) che assistevano al tramonto. Purtroppo i km da percorrere per rientrare sono tanti e dobbiamo affrettarci. Percorriamo comunque l’ultimo tratto di strada al buio completo e ci rendiamo conto di quanto possa essere pericoloso, i fari illuminano solo una piccola parte davanti a noi e difficilmente si riesce a distinguere la carreggiata dalla pianura polverosa laterale, così come sarebbe impossibile avvistare qualche animale che potrebbe attraversarci la strada. Altrettanto suggestivo è stato il momento in cui ci siamo fermati e spento le luci: il buio totale (anche la luna era piccolissima) e un silenzio inimmaginabile. Bellissimo! Cena con gli altri al ristorante Eagle Steak. Serata veramente fredda.
Lunedì 16/08: Henties Bay – Skeleton Coast: Torra Bay – Twyfelfontein Km percorsi: 457 Viaggiato lungo la C34 che costeggia il mare all’interno della Skeleton Coast. I paesaggi sono desolati ma molto belli, non si vede un’anima e soffia un vento fortissimo e molto freddo. Abbiamo attraversato lunghe pianure di sabbia, altre zone caratterizzate dalle dune così come ci siamo fermati in un piccolo estuario con un po’ di vegetazione. I relitti delle navi insabbiati ormai sono solo un ricordo se non qualche pezzo che emerge dalla sabbia. All’arrivo a Torrabay, dove ci aspettavamo un piccolo villaggio, troviamo solo un campeggio chiuso (aperto solo in dicembre e gennaio) e i servizi igienici. Purtroppo all’arrivo ad una delle nostre jeep è scoppiata una gomma e la sostituzione del pneumatico è stata difficoltosa per via del vento e della sabbia che veniva alzata. Appena abbiamo lasciato la costa svoltando sulla C39 il vento e gradualmente diminuito lasciando spazio a paesaggi sempre più africani. Siamo arrivati a Twylfelfontein verso le 14:30 e abbiamo pranzato nell’area pic-nic proprio prima del bivio per il campeggio. Da qui abbiamo proseguito per la Petrified Forest (foresta pietrificata) ma ci siamo fermati alla 1° indicazione e appena abbiamo iniziato la visita guidata ci è venuto subito il dubbio che non si trattasse del sito principale. Infatti durante la visita (circa 20 minuti) non abbiamo visto tronchi pietrificati lunghi 34m e larghi fino a 6m (come indicato nella guida), ma pochi alberi e di dimensioni ben più piccole. Questi tronchi che si calcola abbiano circa 260 milioni di anni dovrebbero essere finiti qui per un’alluvione. Ritornati indietro fino al bivio ci siamo quindi diretti verso il camping dove abbiamo piantato le tende. Prima del tramonto siamo andati alle Organ Pipes. Lungo la strada D3254 con fatica si può notare un piccola pietra di fianco alla carreggiata che indica il luogo. Si tratta di una piccola gola dove ci sono colonne di dolerite (basalto) alte fino a 4 metri e note con il nome di Organ Pipes. Al nostro arrivo il sole era già tramontato e la luce non rendeva omaggio a questo luogo. Rientrati in campeggio abbiamo trascorso una piacevole serata chiacchierando tra di noi durante e dopo cena.
Martedì 17/08: Twyfelfontein – Opuwo Km percorsi: 400 Partenza dopo aver fatto benzina a 5 Km dal campeggio nella strada che porta al lodge. Visita alle pitture rupestri dove le incisioni dovrebbero risalire ad almeno 6000 anni fa (ma qualcuno di noi avanza dubbi)… Il luogo comunque è carino e fare una piccola scarpinata non ci fa affatto male dopo tutto il tempo trascorso in auto. Riprendiamo il viaggio diretti verso Opuwo ritornando sulla C43. Si tratta di una strada non asfaltata ma buona (a parte qualche ripido saliscendi) che attraversa paesaggi molto belli. Sosta per il pranzo a Sesfontein di fianco al fortino tedesco trasformato in lodge. Nella cittadina vediamo molte persone e tantissimi bambini ci chiedono soldi (pochi le caramelle o le penne). Per non incentivarli a chiedere una sorta di carità ai turisti, ovviamente non diamo loro nessun soldo. Proseguendo oltrepassiamo una zona dove si possono notare molti baobab e nelle vicinanze di Opuwo iniziamo a vedere le prime donne Himba. Arrivati a Opuwo verso le 17:00 ci dirigiamo subito ad un supermarket per acquistare i prodotti da donare al villaggio Himba che vogliamo visitare domani e poi in cerca di un campeggio, visto che dalle precedenti esperienze molti sconsigliano Okahane Lodge (o dal francese – acqua fredda, cena cattiva). Troviamo posto al Cospin Camp Site (dove ci siamo solo noi). Opuwo è l’ultima cittadina dove si può acquistare acqua e provviste prima di dirigersi verso le Epupa Falls. Inoltre qui si possono vedere molti Himba o Herero e può essere un buon posto per trovare una guida per visitare un villaggio Himba. Per quanto ci riguarda all’uscita dal supermercato siamo stati avvicinati da un signore di nome Fester che si è proposto per accompagnarci l’indomani nel villaggio dove vive ancora sua madre. Dopo aver contrattato spuntiamo la visita a $ 20 x pax + doni per il villaggio: farina di mais, tabacco, fiammiferi, zucchero. Cena in campeggio.
Mercoledì 18/08: Opuwo – Epupa Falls Km percorsi: 212 Sveglia ore 6.00 e incontro con Fester per le 7:00. Come tutti gli africani si fa attendere e quando finalmente arriva ci dirigiamo a Est sulla C41. Dopo aver percorso circa 15Km ci indica di svoltare a sinistra in mezzo alla vegetazione e dove non si intravede nessun tipo di strada/sentiero. Dopo aver percorso qualche km a passo d’uomo per via del terreno sassoso e aver superato qualche capanna, ci indica di fermarci. Ovviamente nessuno potrebbe trovare questo posto se non lo si conosce visto che non ci sono indicazioni ne tanto meno segni sul terreno che possono indicare un sentiero. Arrivati al villaggio vediamo solo una donna e un uomo anziano con 2 ragazze ma Fester ci rassicura dicendo che ci hanno visto arrivare a in poco tempo arriveranno tante altre ragazze con bambini di tutte le età. I più piccoli vengono portati sulla schiena mentre quelli che sanno camminare li vediamo saltellare a piedi nudi come se nulla fosse sul terreno sassoso. Avevamo chiesto a Fester di poter visitare il villaggio quando erano presenti anche gli uomini ma come poi si è dimostrato erano già tutti usciti. Le donne dopo aver accettato i nostri doni si sono sedute in circolo e si sono fatte fotografare, poi hanno iniziato a tirare fuori i loro prodotti artigianali allestendo una sorta di mercatino. Dopo i nostri acquisti hanno ritirato la loro merce e piano piano hanno iniziato ad incamminarsi probabilmente verso le loro capanne (che non si vedevano nelle vicinanze) o verso qualche altro posto dove un’altra guida poteva aver portato dei turisti. In poco tempo erano rimasti solo alcuni bambini che ci chiedevano caramelle, i nostri braccialettini, le nostre magliette, ecc… Alle 10.30 eravamo già rientrati ad Opuwo pronti per ripartire verso le Epupa Falls. La strada D3700 (o C43) è buona fino al bivio con la D3701 poi peggiora anche se si può percorrere con un’auto senza il 4×4 (rallentando la velocità). Per percorrere i 200 Km che separano Opuwo da Epupa abbiamo impiegato circa 4 ore. Lungo la strada spesso arrivano bimbi Himba attirati dal rumore dei nostri mezzi per chiedere caramelle. Arrivati a destinazione decidiamo di sistemarci in campeggio prima di dedicarci al luogo. Piantiamo la tenda sotto un palmeto che ricorda molto un’oasi se non fosse per il grosso fiume che costeggia il campeggio. Secondo la guida questo doveva essere un posto dove occorreva essere autosufficienti in tutto, mentre notiamo il lodge-bar-ristorante adiacente al campeggio così come è notevolmente alto il numero dei turisti. Abbiamo trascorso il resto della giornata nei pressi del fiume Kunene che si apre a delta in una serie di canali paralleli e occupando una zona larga 500m formando numerose cascate. Il salto più alto è di circa 40m e l’acqua scende in un crepaccio stretto e buio dove spesso e circondato dall’arcobaleno. Il posto è bellissimo e assistere al tramonto è qualcosa di meraviglioso. Un consiglio: non limitarsi a percorrere il sentiero, ma salire poco più in alto fino alla cima della collinetta. Ne vale sicuramente la pena! Per i più intrepidi bagno nel fiume a pochi metri dalla grande cascata.
Giovedì 19/08: Epupa Falls – Ondangwa Km percorsi: 477 Contro il parere di altre recensioni abbiamo deciso di percorrere la D3701 fino a Ruacana per accorciare notevolmente il tragitto. La ns scelta è si rivelata buona, i paesaggio sono belli e parte qualche tratto notevolmente sconnesso (solo 4×4) non è proprio disastrosa come descritta. Da Ruacana invece la strada ritorna ad essere asfaltata e abbiamo proseguito fino ad Ondangwa dove abbiamo finalmente trovato un gommista per acquistare la ruota scoppiata sulla Skeleton Coast. Io, Chiara ed Andrea invece, mentre Marco è rimasto in auto per evitare di lasciarla incustodita, abbiamo fatto un giro nel mercatino locale. In questa area geografica la presenza delle persone di colore è nettamente superiore rispetto ai bianchi e tutto è molto più bello e caratteristico. Anche l’atmosfera è diversa, peccato che quasi tutti stavano ritirando i loro prodotti e che noi avevamo poco tempo. Dopo aver trovato il posto per dormire abbiamo deciso di cenare in 2 posti separati. Mentre alcuni hanno optato per un ristorante per turisti, gli altri hanno cercato qualcosa di più caratteristico. Ci siamo diretti verso la cittadina, ma per via del buio non siamo riusciti a trovare nulla. Così al primo autolavaggio dove c’erano diversi giovani di colore abbiamo chiesto se ci consigliavano un posto esclusivamente locale. Un ragazzo di nome Leonard si è offerto di accompagnarci e noi abbiamo ricambiato invitandolo a cena. Si trattava di una specie di self-service. Al nostro arrivo si è creato un trambusto generale, tutti erano veramente eccitati per la ns presenza. Dopo averci preparato un tavolo e averci fatto vedere i tegami che avrebbero utilizzato (il servizio buono), ci hanno chiesto quali pietanze preferivamo tra quelle gia pronte. Abbiamo così ordinato: polenta, spezzatino di mucca, erbette, fagioli tritati e pollo. Durate l’attesa ci hanno servito una specie di aperitivo: una bevanda marroncina derivata dalla fermentazione del sorgo. Sia per il sapore sia per evitare problemi di dissenteria abbiamo cercato inutilmente di rifiutare. Anche se ci avevano portato le posate abbiamo preferito mangiare con le mani. Scena comica quando tutti hanno rinunciato al pollo perché senza coltello non sapevamo come staccare il primo pezzo (era intero). Fortunatamente anche a Leonard piaceva il pollo!!! Venerdì 20/08: Ondangwa – Etosha N.P. (Namutoni) Km percorsi: 182 Partenza ore 9.00 proseguendo sulla B1 fino ad Antoni quindi svoltando a destra verso il parco (strada non indicata nella ns carta). Arrivo al camping di Namutoni alle 13:30. Dopo aver montato le tende abbiamo deciso di dividerci e andare alla ricerca degli animali indipendentemente. Fin dall’ingresso del parco abbiamo visto degli animali come zebre, gnu, gazzelle, orici, facoceri, ma solo nel pomeriggio ci siamo imbattuti nelle giraffe, nei kudu e in un elefante. Poco prima del rientro abbiamo visto 2 giraffe durante il corteggiamento e molto dispiaciuti non siamo potuti restare perché saremmo rimasti fuori dal campeggio. Infatti chi non rientra entra l’orario indicato nel cancello rischia di rimanere chiuso fuori. Dopo cena siamo andati tutti alla pozza ma oltre al gracidare delle rane non abbiamo visto nessun animale.
Sabato 21/08: Etosha N.P. (Namutoni) – Etosha N.P. (Halali) Km percorsi: 300 Sveglia ore 5.30. Colazione veloce e poi siamo partiti per il game drive. Per tutta la giornata abbiamo visto giraffe, elefanti e con un colpo di fortuna di Chiara anche 2 otocioni. Nel primo pomeriggio abbiamo spostato le tende al camping di Halali e poi abbiamo ripreso il safari. Serata alla pozza del campeggio. Molto bella fatta ad anfiteatro e fin dall’arrivo abbiamo sentito la gente in fermento: c’era un rinoceronte e poi sono arrivate 4 iene e un gruppo di elefanti.
Domenica 22/08: Etosha N.P. (Halali) – Etosha N.P. (Okaukejo) Km percorsi: 236 Sveglia ore 6:00. Game drive per tutto il giorno. Ad una pozza abbiamo visto un gruppo di elefanti con un piccolo con una zampa rotta. Come sempre zebre, gazzelle a non finire e all’interno di una boscaglia abbiamo visto un varano. Poco prima del rientro invece, siamo riusciti a vedere un rinoceronte in mezzo a tante zebre. Serata alla pozza del camping dove sono venuti 3 rinoceronti, 5 giraffe e 1 orice.
Lunedì 23/08: Etosha N.P. (Okaukejo) – Waterberg Plateau Km percorsi: 486 Partenza ore 8 ma io, Marco, Chiara ed Andrea ci siamo svegliati alle 5.30 per andare alla pozza più famosa per l’avvistamento dei leoni. Infatti siamo l’unica macchina che non è ancora riuscita a vederli. Peccato, anche questo tentativo è andato a vuoto. Un po’ delusi siamo rientrati in campeggio e insieme agli altri siamo usciti dal parco diretti (C38 – B1 – C22 – D2512) al Waterberg Plateau Park, dove siamo entrati nel parco con le nostre jeep e un loro autista. Abbiamo percorso piste sabbiose dove la guida “sportiva” di Marco è stata molto divertente. Purtroppo siamo rimasti delusi perché non abbiamo visto nessun animale.
Martedì 24/08: Waterberg Plateau – Okahandja – Windhoek Km percorsi: 330 Dopo aver sistemato il problema alla ruota di scorta di un auto, siamo finalmente partiti poco prima delle 10:00. Ma 2 macchine su 3 sono partite con i serbatoi non pieni dal parco e sono rimaste senza benzina prima di raggiungere il mercatino di Okahandja. Purtroppo il distributore indicato sulla carta da anni non eroga più benzina ai privati (una signora di origine tedesca non ci ha venduto neanche un litro) e la tanica piena che abbiamo sempre avuto con noi proprio il giorno prima era stata rovesciata in un serbatoio “visto che non c’era più bisogno”. Così mentre io, Chiara e Daniela siamo andate al mercatino Marco ed Andrea hanno fatto il pieno e riempito la tanica e sono tornati indietro incontro alle altre macchine. Dopo aver dedicato qualche ora agli acquisiti (prezzi molto convenienti) siamo ripartiti diretti a Windhoek verso l’ostello dove abbiamo dormito la prima sera.
Mercoledì 25/08: Windhoek Dopo aver riportato l’attrezzatura al Camping Hire abbiamo deciso di andare tutti insieme a riconsegnare le auto alla Europcar. La ns intenzione era quella di chiudere completamente il conto nei loro confronti per evitare eventuali addebiti nelle carte di credito lasciate a garanzia. In seguito ci hanno riaddebitato alcuni costi sulla ns carta di credito, ma inviando le ricevute che ci avevano rilasciato, gli importi sono stati stornati. Riconsegnate le auto, ci hanno accompagnato in centro città dove abbiamo trascorso il resto della giornata. Cena nell’ottimo ristorante Le Marmitte.
Giovedì 26/08: Windhoek – Johannesburg Con l’aiuto di Margot, la proprietaria dell’ostello, abbiamo prenotato 2 mini-bus che ci hanno condotto all’aeroporto. Percorriamo così gli ultimi km in terra Namibiana e arriviamo all’aeroporto internazionale di Windhoek durante un blackout. A causa della mancanza della corrente elettrica non è possibile fare chek-in con conseguente ritardo del nostro aereo. Venerdì 27/08: Johannesburg – Milano – Forlì (FC) Arrivati a Milano abbiamo preso la navetta che ci ha riportato in stazione. Qui abbiamo salutato il resto del gruppo e ci siamo dati appuntamento per vedere le foto e i filmati di questa bella vacanza.