Il nostro vero? Yucatan e isla Holbox
Pertanto il nostro resoconto non vuole essere un elenco di hotel, cabanas, ristoranti, biglietti di autobus ecc…Ecc… e relativi costi (anche se ad onor del vero a noi alcuni reportage sono serviti); ma vorrebbe essere (quantomeno nella testa di chi sta scrivendo) un breve resoconto sulle “quattro” cose che abbiamo sperimentato il più delle volte in modo involontario e casuale, senza avere nella testa (o nel block notes su cui segnavamo di tutto) alcun riferimento.
Ma partiamo dall’inizio; viaggio aereo di andata Blu Panorama da Bologna a Cancun.
Orario di partenza decisamente puntuale, servizio a bordo più che buono ma … Attenzione alla fila e allo stato dei posti.
Ormai per noi è un classico, arriviamo tra i primi in aeroporto ma al nostro turno per il check-in non troviamo mai i posti che chiediamo (di solito quelli sull’uscita di emergenza a metà aereo), forse perché io, anche questo è un classico, di solito sbaglio fila (a volte mi accodo in quella per la businnes, a volte mi accodo in una fila che porta esattamente tra un banco e l’atro, proprio nella zona carico valige, ecc…Ecc…) fatto sta che anche questa volta, al nostro turno, abbiamo chiesto i soliti posti, che al solito erano già stati assegnati.
Chiediamo così due posti lato finestrino e ci ritroviamo alla fila 42; “indietro parecchio” pensiamo; talmente indietro che più indietro di noi c’era solo il gabinetto.
Morale della favola i nostri schienali non si potevano ribaltare all’indietro se non per alcuni centimetri, e comunque c’era sempre la parete del gabinetto, e lo schienale del posto davanti al mio aveva un leggerissimo difetto, a detta dell’occupante, in altre parole si abbassava automaticamente appena la persona ci si appoggiava. Cominciamo bene. Cambio valuta : porta solo euro… Porta solo dollari…Cambia agli sportelli … Cambia in banca… dopo dieci minuti di divisioni, moltiplicazioni e comparazioni abbiamo cestinato la calcolatrice; siamo in vacanza o no? Comunque noi abbiamo sempre usato gli sportelli ATM pagando quasi tutto in pesos.
Carte di credito elettroniche : nonostante tanti, operatori di agenzie di viaggio inclusi, ci avessero sconsigliato di prenderla con noi … “tanto non le accetta nessuno…” queste le parole spesso usate, per ironia della sorte e soprattutto perché la carta “buona” si era nel frattempo smagnetizzata, è stata praticamente l’unica che abbiamo usato, sia per i prelevamenti, sia per alcuni pagamenti in alberghi; se poi si aggiunge che è una prepagata … Tombola. Prezzi degli hotel e dei ristoranti indicati nella Lonely Planet : non fateci cieco affidamento, soprattutto sul fatto che sono per l’alta stagione e che in bassa possono calare anche del 40% ; il costo della camera si conosce quanto la persona alla reception te lo comunica e sulle “offerte” o “promozioni” non fatevi troppe illusioni; tanto per quanto stiate a contrattare troverete sempre una coppia di ragazzi, magari più giovani di voi ed al primo viaggio fai da tè, che per lo stesso servizio hanno risparmiato 50 pesos a testa . Come campo base per una serie di escursioni noi abbiamo scelto Valladolid e come mezzo di trasporto lo scooter, noleggiato da un certo Jose in calle 39 c’è un cartello sopra la bottega, poche quadre dopo la stazione degli autobus dirigendosi verso la periferia; 200 pesos per sei ore (per 350 pesos lo puoi tenere per 24 ore) carburante e caschi compresi.
Con lo scooter (che i messicani chiamano generosamente “moto”) siamo andati al cenote Dzitnup (vicinissimo alla città) e al sito archeologico Ek’ Balam (un po’ più lontano ma comunque raggiungibile).
Chichen Itza dista 70 km da Valladolid se qualche temerario vuole tentare con lo scooter… Mi faccia sapere. Nessun problema in merito alla sicurezza sulle strade e sul parcheggio della “moto” fuori dei vari siti.
Proprio al cenote abbiamo incontrato alcuni simpaticissimi bimbi che ci hanno chiesto che velocità faceva la moto, proponendosi loro stessi alla guida, il tutto sotto lo sguardo divertito di un genitore (non avevano più di tre anni).
Durante le nostre escursioni, quali? le solite… , abbiamo spesso usato i taxi collettivi e almeno due volte anche a sproposito.
Infatti i collettivi hanno il grosso vantaggio di non avere un orario fisso per la partenza, ma hanno anche un grosso svantaggio…Il non avere un orario fisso per la partenza.
Non siamo pazzi.
Fino a che il collettivo non è pieno o quasi, non si parte e se si aggiunge che è di solito leggermente più costoso, si rischia di spendere di più per arrivare … dopo.
Consiglio per chi vuole ottimizzare tempi e costi : privilegiare sempre un autobus di linea (prima o seconda classe che sia) e solo in alternativa optare per un collettivo.
Consiglio per chi vuole vivere la vacanza a contatto con la gente del posto : usare SOLO i collettivi; l’unica volta che abbiamo viaggiato con altri turisti nel collettivo è stato il secondo giorno tra Tulum e Playa, per la restante vacanza eravamo sempre fianco a fianco con nonne, nel tradizionale vestito coloratissimo, e i loro nipotini, donne con i loro figli (tanti figli) e uomini di ogni età e ceto sociale, tutti con una storia se non proprio da ascoltare almeno da origliare.
Per noi Valladolid è stato anche l’ultimo posto dell’entroterra prima del salto al mare, e qui con nostro grande stupore ci accorgiamo che per arrivare a Ciquilà con gli autobus ci vuole praticamente un giorno; partenza nel primo pomeriggio, due ore di viaggio, traghetto per Holbox… Non si arriva più e i giorni cominciano a scarseggiare.
Si decide di sentire per un taxi, la sera stessa dopo cena proviamo a sondare il terreno (o meglio i taxisti) la risposta è sempre la stessa …600 pesos; alla fine ci mettiamo d’accordo con uno per la mattina successiva alle otto davanti all’albergo (siamo in pieno centro).
La mattina seguente alle 8.30 il nostro taxista non si vede così si decide di trovarne un altro; attraverso la strada e “rompo le scatole” ad un taxista che sta beatamente leggendo un quotidiano… desculpe inizio io… Vi risparmio il resto, incredibile ma vero per 400 pesos ci porta a Ciquilà; non vi nascondo che durante il viaggio ho spesso temuto di aver capito 8×18 (da noi è un detto che significa aver capito male).
Preso al volo il taxi, in due ore siamo a Ciquilà, in comoda autovettura, alle 11 prendiamo il traghetto per l’isola e a mezzo giorno siamo davanti alla nostra cabanas vista mare.
Ah … Dimenticavo due particolari, il primo è che avevo capito bene e il secondo è che appena sbarcati sull’isola inizia a piovere di brutto.
Per noi Holbox è stata come una salsa agrodolce.
Agro per il giorno e mezzo di pioggia (insistente e persistente) tale da allagare nel vero senso del termine le strade del paese; agro per le tante, troppe barche davanti e a fianco del nostro Hotelito e agro per aver salutato solo con un biglietto infilato sotto ad una porta che guarda il mare, due persone che meritavano ben altro.
Dolce per il colore a volte incredibile del mare… penso che tutte le sfumature del verde in alcuni momenti erano presenti (per chi pensa ad un mare turchese modello Carabi… Si tolga il pensiero); per la tranquillità dell’isola, della spiaggia e della sera e dulcis in fondo per la bontà delle cene a Las Casitas (è uno dei pochi riferimenti che facciamo ma credeteci, ne vale veramente la pena…Soprattutto se per cena vi fate cucinare un buon cazon… Laura e Lucio vi spiegheranno di cosa si tratta; mandiamo a loro un caloroso saluto se ci stanno leggendo).
I messicani, almeno quelli che abbiamo incontrato, sono sempre stati tutti gentili, ospitali e sempre pronti a darti una mano (anche solo per indicarti il collettivo scambiato con un furgone qualsiasi), senza mai, o quasi, secondi fini (leggi propina= mancia). Cosa è imperdibile in un viaggio nello Yucatan? un bagno nel cenote, la salita ad una piramide, i fenicotteri di Rio Lagartos, lo snorkeling con il Tiburon Ballena (squalo balena) al largo di Holbox.