Una fantastica luna di miele in australia

Lo sognavamo da tempo, l’occasione è arrivata per il viaggio di nozze. Io e mia moglie Tiziana partiamo da Catania e ci aspettano 13 voli in totale! Lo scalo di transito è ad Hong Kong. E’ un tour organizzato di due settimane, ma ne aggiungiamo un’altra su Lizard Island, fantastica (e carissima, ma ne vale la pena) isola della Great...
una fantastica luna di miele in australia
Viaggiatori: in coppia
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Lo sognavamo da tempo, l’occasione è arrivata per il viaggio di nozze.

Io e mia moglie Tiziana partiamo da Catania e ci aspettano 13 voli in totale! Lo scalo di transito è ad Hong Kong. E’ un tour organizzato di due settimane, ma ne aggiungiamo un’altra su Lizard Island, fantastica (e carissima, ma ne vale la pena) isola della Great Barrier Reef.

SYDNEY (4 giorni) Arriviamo in serata, l’albergo è bellissimo e vicinissimo all’acquario, proprio sulla baia (splendida!). Non resistiamo e nonostante sia sera tardi, facciamo una prima romantica passeggiata sulla baia. L’indomani facciamo un giro della città. E’ veramente bella. Visitiamo la spiaggia di Bondi, riesco a filmare pure i surfisti. Ci imbarchiamo per una splendida crociera sulla baia. Tutto è veramente incantevole: passiamo per l’Opera House, l’Harbour Bridge e cominciamo a capire che la cucina australiana, a base di pesce, è ottima; buono anche il pollo. Gli aussie sono gentilissimi, garbati, cortesi, sempre a fare sorrisi a tutti. Ci sono un po’ tutte le razze, anche se quella inglese ovviamente predomina. Ci sono però ristoranti gestiti da italiani, altri da vietnamiti, altri ancora da greci. Per strada passeggiano poi molti asiatici, che scopriremo poi essere prevalentemente coreani e vietnamiti. I giapponesi vengono qui più che altro come turisti.

Il terzo giorno è dedicato agli animali. Si va al Featherdale Wildlife Park, dove vediamo koala, canguri, pappagalli, un coccodrillo, serpenti, emù. Poi all’acquario di Sydney, stupendo. Il massimo è il tunnel subacqueo degli squali: vedersi arrivare uno squalo con quegli occhi assassini, come palle fredde senza pietà, è un’esperienza tremenda.

Di pomeriggio visitiamo il mercato del pesce, dove vediamo una grande varietà di pesci, molluschi, tra i quali anche dei granchi azzurri. Ci incontriamo con una ex donna di casa della nonna, emigrata dalla Sicilia, e rimasta legatissima alla sua terra d’origine. Insiste per averci a cena ed infatti la accompagnamo a casa sua, è gentilissima. Vive a Cabarita, su un ramo della baia. Ci fa mangiare da Dio, c’è pure la torta augurale! Il quarto giorno è libero per gite individuali e decidiamo di recarci alle Blue Mountains: per effetto di particelle rilasciate dagli eucaliptus e illuminate dalla luce del sole, si vede sempre uno sfondo blu. Facciamo anche una passeggiata per vedere tre speroni di roccia, chiamate “Three Sisters” che la leggenda vuole essere tre sorelle pietrificate dal padre prima di andare in guerra per proteggerle dai pericoli; solo che il padre morì in guerra e le sorelle restarono pietrificate per sempre.

La sera andiamo a cena da Nick’s (in realtà “Nico”, italianissimo), sulla baia; si mangia pesce a volontà; conosciamo anche una coppia di hawaiani, simpaticissimi, lui istruttore di surf.

AYERS ROCK/ULURU – MONTI OLGAS/KATA TJUTA (2 giorni) Già arrivando con l’aereo quello che colpisce è il rosso del deserto. Questo circonda anche il nostro resort. C’è una piscina e ne approfitto subito per rinfrescarmi. Poche vasche e mi sento già rinato.

La sera mangiamo carne di coccodrillo, canguro ed emu. Per raggiungere il ristorante bisogna attraversare al buio un pezzo di deserto e Tizi trema per il possibile incontro di qualche dingo (il cane selvaggio australiano).

L’indomani gran giro per vedere i Monti Olgas; c’è una camminata di circa 8 km che ci mette a dura prova. Non incontriamo animali, eccetto le fastidiosissime mosche, e ci rendiamo conto della fatica che dovettero provare i primi esploratori occidentali del 1800. Poi è la volta del monolito, che vediamo di giorno ed anche al tramonto (cambia colore). E’ una roccia vecchia di circa 600 milioni di anni! Veramente impressionante, è sacra agli aborigeni i quali non vogliono che la si scali (noi rispettiamo la loro volontà, tra l’altro la salita è faticosissima…). C’è il tempo per l’acquisto di souvenir in un centro culturale aborigeno (eccoli finalmente…).

Il momento più bello e romantico però è la cena nel deserto: sotto un cielo incantato (luna piena e stelle dell’emisfero australe) gustiamo il barramundi (ottimo pesce d’acqua dolce), e dolci a volontà. Un astronomo sbuca dal buio per spiegarci la volta celeste; col telescopio vedo Saturno, Giove, la Croce del Sud (che ha stelle multiple) e Proxima Centauri. Tizi è entusiasta! CAIRNS (3 giorni) L’acqua del mare qui è sporca e fangosa, eppure questa città è il punto di partenza per innumerevoli fantastiche escursioni, sia per la Grande Barriera Corallina che per le foreste pluviali.

L’indomani partiamo per l’isola di Michaelmas Cay, splendida colonia di fregate, una striscia di circa 200 metri in mezzo all’oceano; lì veniamo lasciati dal catamarano per fare snorkeling (vedo una manta, ma niente squali né delfini) e per goderci il sole (brutto eritema per me purtroppo… ma niente di grave). Sembra il paradiso… ma alla fine dobbiamo ritornare purtroppo…Di sera gustiamo il pesce in uno dei ristorantini sul lungomare.

Il terzo giorno visitiamo le Josephine Falls, la foresta pluviale di Woonoonooran (stupenda, straborda di vegetazione, liane, fiori e piante tropicali), poi le Babinda Builders dove faccio un bel bagno (non ci sono coccodrilli…); cascate stupende, col tempo hanno scavato persino le rocce.

Il pranzo è a Innisfail, località famosa per le incursioni dei coccodrilli, ma anche per una consistente presenza di emigrati italiani. Mangiamo infatti in un ristorante gestitola una coppia di siciliani, di S.Alfio lui, di Riposto lei. Si mangia benissimo, i due ci raccontano che gli italiani sono venuti lì per lavorare la canna da zucchero (il taglio è un lavoro durissimo) negli anni ’50 ma poi pian piano sono diventati loro stessi proprietari delle piantagioni. Finita l’era della canna da zucchero, si sono rimessi in gioco nella ristorazione, con ottimi risultati; con loro anche molti greci.

Particolare non da poco: qui ogni pozza d’acqua è potenzialmente pericolosa per la presenza di coccodrilli. Sebbene siano successe di rado, le aggressioni agli uomini ci sono state, perché qui quando i fiumi straripano, anche i coccodrilli vengono fuori e cercano qualsiasi pozza o stagno disponibile, anche le piscine delle case vanno bene!!! I coccodrilli sonnecchiano sott’acqua, ma non appena vedono un’ombra scattano e con le potentissime mascelle mirano alla gola o alla testa, dopo trascinano la preda (sia essa vacca, canguro, uomo o altro) in acqua (sempre che la preda non sia già morta – spesso il cranio viene fracassato). A parte questo, essi sono allevati e se ne ricavano borse, pelli oltre che carni per i ristoranti. Visitiamo, a tal proposito, la celebre “Johnston Crocodile Farm”, dove decine di grossi coccodrilli “saltie” (cioè d’acqua salata – distinti dai “freshie” d’acqua dolce) vengono nutriti sotto i nostri occhi. Il padrone li chiama (“Come on Greg…”, “Come on Mario…”, “Come on Little Russell…”) e loro sbucano fuori dalla pozza, spalancando le fauci per inghiottire la sventurata gallina di turno (morta). E’ uno spettacolo forte, vengo addirittura invitato a cibare un grosso coccodrillo ma rinuncio… Molti faranno una brutta fine, a tavola o come borsette per le industrie di moda italiane, che tristezza… Quest’animale è veramente primitivo, ma scaltro, potente, mitico, proprio quello che i turisti del 2000, annoiati dalla loro vita d’ufficio, vanno cercando. La sera, rientrati a Cairns, mangiamo di nuovo pesce sul lungomare.

DARWIN E I PARCHI NAZIONALI (2 giorni) Questa città, molto elegante e ordinata, è stata ricostruita dopo che un violento tifone nel ’74 l’aveva completamente distrutta. Qui convivono più di 50 etnie (!), e ci sono chiese cattoliche, anglicane, protestanti, greche ortodosse, moschee, sinagoghe, templi di culto cinese e battista. Vediamo molti aborigeni vagare per la città a piedi nudi, mezzi sbandati e drogati… Finora non ne avevamo praticamente incontrati nelle altre città.

C’è molto verde, molti parchi ed una bai enorme (doppia rispetto a quella di Sydney). In realtà Darwin riserva una brutta sorpresa: qui da ottobre a maggio non si può fare il bagno, ed in effetti anche nel resto dell’anno è sconsigliato, per la presenza di tre pericoli: gli squali, i coccodrilli che infestano le coste e persino un tipo di meduse tra le più velenose al mondo, le micidiali “Box Jellyfish” (meduse-cubo), di dimensioni ridotte (pochi centimetri) ma il cui contatto può essere letale (i più colpiti sono i pescatori di perle, ed i sub). Ma in effetti Darwin è solo il punto di partenza per visitare i due splendidi parchi nazionali di Litchfield e Kakadu.

LITCHFIELD NATIONAL PARK Il giorno dopo visitiamo le Florence Falls, dove facciamo uno splendido bagno, le Wangi Falls (qui niente bagno per la presenza di coccodrilli), e finalmente arriviamo ai termitai del Litchfield Park. Qui i fiumi sono infestati di coccodrilli ed ovunque ci sono cartelli di “warning” – non fate il bagno – don’t risk your life, etc. Etc. … Siamo rimasti in nove perché alcuni spagnoli dopo Cairns sono rientrati, altri sono andati in Polinesia, altri ancora a Bali. Nei termitai le termiti rosse stanno sotto terra, mentre i termitai sono come enormi “silos” che contengono l’erba sminuzzata da mangiare. Un altro tipo di termiti (bianche e cieche) agiscono solo di notte e si cibano del legno degli alberi (vivono all’interno dei tronchi di eucaliptus).

In marcia verso Kakadu, ora gli eucaliptus diventano più rossicci.

KAKADU NATIONAL PARK Da Darwin al parco di Litchfield e poi a Kakadu ci sono più di 400km. Li percorriamo in pullman ed è l’occasione per ammirare il paesaggio: prima eucaliptus, poi manghi e banani, poi ancora stagni e paludi. Di tanto in tanto grosse frenate dell’autista per vedere dingo o canguri o coccodrilli (questi sotto i numerosi ponti). L’autista stesso, di Darwin, curiosamente simile al noto calciatore Stam, mi racconta di avere investiti un centinaio di canguri, purtroppo. Infatti questi marsupiali amano starsene sull’asfalto, quando è inverno, perché quest’ultimo trattiene il calore; capita di investirne in un sol colpo un’intera famiglia (li vedi di notte all’ultimo momento). Altre volte invece decidono di attraversare all’improvviso e anche in questo caso non c’è nulla da fare. I pullman e le jeep ma anche le auto montano tutte una speciale “barra anti-canguro” che evita che l’auto si danneggi nell’urto! Abbiamo visto almeno due carcasse di canguro nel tragitto, ai bordi della strada.

Come se non bastasse, il governo espone dei cartelli con auto semi-distrutte ed invita a usare le cinture; qualche volta è la stessa auto semi-distrutta ad essere esposta direttamente! Dormiamo nel parco, nel famoso hotel a forma di coccodrillo, animale che qui, evidentemente, è la star indiscussa. L’indomani vediamo le “Nyangi Rocks” che custodiscono le antiche pitture aborigene (anche di 20mila anni fa). La roccia, come quella di Uluru e Kata Tjuta, è arenaria ma è più antica, essendo datata oltre un miliardo e mezzo di anni (quasi la metà della vita del pianeta).

Qui è stato girato il famoso film “Crocodile Dundee” con Paul Hogan.

Visitiamo poi un centro culturale aborigeno ma anche stavolta non riusciamo a fotografarne neanche uno. L’ultima gita è una crociera in battello sulle Yellow Waters, spettacolari; vediamo decine di specie rare di uccelli, tra cui le cicogne jabiru sacre agli aborigeni, i freshie e meravigliose ninfee di palude.

LIZARD ISLAND (7 giorni) La conoscevo da Internet, avevo intuito che era un posto stupendo, ma non avevo detto nulla a Tizi per non rovinarle la sorpresa. Devo dire però che al momento dell’arrivo la realtà ha superato decisamente le mie stesse aspettative! Giungiamo nell’isola a bordo di un piccolo Cesna (solo 8 passeggeri ed un carico limitato, cosa che ci aveva costretto a lasciare qualche bagaglio di troppo a Cairns), e sorvoliamo la spettacolare Great Barrier Reef, restando a bocca aperta. Ma il meglio deve ancora venire. Infatti appena atterrati ci aspetta un cocktail rinfrescante e senza perdere tempo in ciance la direttrice ci mostra la nostra suite! Meravigliosa! In riva al mare e arredata in stile moderno, fa impazzire Tizi che per l’emozione resta senza parole… Scopriamo poi tutta una serie di lussuose comodità e servizi tra i quali, incredibile!, la possibilità di disporre di una barchetta a motore privata per l’intera settimana.

L’indomani scopriamo che si può anche ordinare il pranzo e trovarlo a bordo della barchetta la mattina dopo… Ci sono solo 30 persone sul resort, e questo è il solo resort dell’isola. Subito familiarizziamo con i gabbiani, e con i varani (vegetariani e inoffensivi) che scorrazzano nel prato.

Ma il pezzo forte sono le spiagge… spesso siamo da soli. I coralli bianchi e le conchiglie sono direttamente in spiaggia. Cosa chiedere di più? Una cena a base di aragoste, scampi e astici? Accontentati (la cucina qui è da favola). Massaggi, tennis, piscina, palestra, tapis roulant… Scopriamo anche che Lizard Island è la mèta preferita di famosi attori australiani quali Nicole Kidman, Russell Crowe e Nicholas Cage!!! Ovviamente loro giungono qui a bordo di lussuosi yacht, per poi chiedere ai proprietari del resort la possibilità di usufruire di piscine e palestre, salvo poi lasciare sostanziose mance ai fortunati camerieri di turno… Le giornate passano tranquilli e rilassanti. Ben presto il piacere di stare lì lascia il posto al pensiero di dover tornare a casa…Che luna di miele stupenda!!!



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